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lunedì 30 giugno 2003

ESORTAZIONE APOSTOLICA "ECCLESIA IN EUROPA"


CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2003 (VIS). Questa sera, vigilia della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha promulgato l'Esortazione Apostolica "Ecclesia in Europa" nel corso della celebrazione dei Primi Vespri nella Basilica di San Pietro.

Titolo del Documento, che porta la data di oggi, è: Esortazione Apostolica Post-Sinodale "Ecclesia in Europa" del Santo Padre Giovanni Paolo II ai Vescovi, ai Presbiteri e ai Diaconi, ai Consacrati e alle Consacrate ed a tutti i fedeli laici su Gesù Cristo, vivente nella Sua Chiesa, Sorgente di Speranza per l'Europa.

Il Documento di 130 pagine, è stato pubblicato in lingua italiana, inglese, francese, spagnola, tedesca e portoghese, si compone di una introduzione, sei capitoli ed una conclusione.

Di seguito riportiamo alcuni estratti di "Ecclesia in Europa":

INTRODUZIONE. 2. L'approfondimento del tema della speranza costituiva, fin dall'inizio, lo scopo principale della Seconda Assemblea Speciale per l'Europa del Sinodo dei Vescovi.

"L'Assemblea Sinodale non poteva fare a meno di riprendere (…), quanto emerso nel Sinodo precedente dedicato all'Europa e che si era celebrato nel 1991, all'indomani della caduta dei muri, intorno al tema 'Per essere testimoni di Cristo che ci ha liberato'. Da quella Prima Assemblea Speciale era emersa l'urgenza e la necessità della 'nuova evangelizzazione'".

"L'esperienza del Sinodo. 3. L'Assemblea sinodale, svoltasi dal 1o al 23 ottobre 1999, si è rivelata una preziosa opportunità di incontro, di ascolto e di confronto".

"4. Vivendo l'esperienza sinodale con discernimento evangelico, è andata sempre più maturando la consapevolezza dell'unità che, senza rinnegare le differenze derivanti dalle vicende storiche, collega le varie parti dell'Europa. È un'unità che, affondando le sue radici nella comune ispirazione cristiana, sa comporre le diverse tradizioni culturali".

"I Padri sinodali hanno colto come l'urgenza forse più grande che lo attraversa, a Est come ad Ovest, consiste in un accresciuto bisogno di speranza, così da poter dare senso alla vita e alla storia e camminare insieme".

CAPITOLO PRIMO. GESÙ CRISTO È NOSTRA SPERANZA.

"I. Sfide e segni di speranza per la Chiesa in Europa L'offuscamento della speranza".

"7. Questa parola è rivolta oggi anche alle Chiese in Europa, spesso tentate da un offuscamento della speranza. (…) Numerosi sono i segnali preoccupanti che, all'inizio del terzo millennio, agitano l'orizzonte del Continente europeo".

"Vorrei ricordare lo smarrimento della memoria e dell'eredità cristiane, accompagnato da una sorta di agnosticismo pratico e di indifferentismo religioso, per cui molti europei danno l'impressione di vivere senza retroterra spirituale e come degli eredi che hanno dilapidato il patrimonio loro consegnato dalla storia. Non meravigliano più di tanto, perciò, i tentativi di dare un volto all'Europa escludendone l'eredità religiosa e, in particolare, la profonda anima cristiana, fondando i diritti dei popoli che la compongono senza innestarli nel tronco irrorato dalla linfa vitale del cristianesimo".
" (…) In non pochi ambiti pubblici è più facile dirsi agnostici che credenti; si ha l'impressione che il non credere vada da sé mentre il credere abbia bisogno di una legittimazione sociale né ovvia né scontata".
"8. A questo smarrimento della memoria cristiana si accompagna una sorta di paura nell'affrontare il futuro. (…) Tra le espressioni e i frutti di questa angoscia esistenziale vanno annoverati, in particolare, la drammatica diminuzione della natalità, il calo delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, la fatica, se non il rifiuto, di operare scelte definitive di vita anche nel matrimonio".
"Si assiste a una diffusa frammentazione dell'esistenza; prevale una sensazione di solitudine; si moltiplicano le divisioni e le contrapposizioni".
"Connesso con il diffondersi dell'individualismo, si nota un crescente affievolirsi della solidarietà inter-personale: mentre le istituzioni di assistenza svolgono un lavoro lodevole, si osserva un venir meno del senso della solidarietà (…)".
"9.Alla radice dello smarrimento della speranza sta il tentativo di far prevalere un'antropologia senza Dio e senza Cristo. Questo tipo di pensiero ha portato a considerare l'uomo come 'il centro assoluto della realtà, facendogli così artificiosamente occupare il posto di Dio e dimenticando che non è l'uomo che fa Dio ma Dio che fa l'uomo'. (…) per cui 'non c'è da stupirsi se in questo contesto si è aperto un vastissimo spazio per il libero sviluppo del nichilismo in campo filosofico, del relativismo in campo gnoseologico e morale, del pragmatismo e finanche dell'edonismo cinico nella configurazione della vita quotidiana'".
"In tale orizzonte, prendono corpo i tentativi, anche ultimamente ricorrenti, di presentare la cultura europea a prescindere dall'apporto del cristianesimo che ha segnato il suo sviluppo storico e la sua diffusione universale".
"10. Ma, come hanno sottolineato i Padri sinodali, 'l'uomo non può vivere senza speranza: la sua vita sarebbe votata all'insignificanza e diventerebbe insopportabile'".
"12. Guardando all'Europa come comunità civile, non mancano segnali che aprono alla speranza (…): i Padri sinodali a conclusione dei loro lavori: 'Constatiamo con gioia la crescente apertura dei popoli, gli uni verso gli altri, la riconciliazione tra nazioni, (…) l'allargamento progressivo del processo unitario ai Paesi dell'Est europeo. (…) Riconoscimenti, collaborazioni e scambi di ogni ordine sono in sviluppo, così che, a poco a poco, si crea una cultura, anzi una coscienza europea. (…) Ci auguriamo vivamente che, in una fedeltà creativa alla tradizione umanistica e cristiana del nostro Continente, sia garantito il primato dei valori etici e spirituali'".
"13. (…) Voglio riproporre a tutti, perché non sia mai dimenticato, quel grande segno di speranza costituito dai tanti testimoni della fede cristiana, vissuti nell'ultimo secolo, all'Est come all'Ovest. Essi hanno saputo far proprio il Vangelo in situazioni di ostilità e persecuzione, spesso fino alla prova suprema del sangue".
"15. Il Vangelo continua a portare i suoi frutti nelle comunità parrocchiali, tra le persone consacrate, nelle associazioni di laici, nei gruppi di preghiera e di apostolato, in diverse comunità giovanili, come pure attraverso la presenza e la diffusione di nuovi movimenti e realtà ecclesiali".
"Ancora oggi in Europa, nei Paesi post-comunisti come in Occidente, la parrocchia, pur bisognosa di costante rinnovamento, continua a conservare e ad esercitare una sua missione".
"16. (…) esprimo la mia grande stima per la presenza e l'azione delle diverse associazioni e organizzazioni apostoliche e, in particolare, dell'Azione Cattolica (…) sono culla di diverse vocazioni (…); favoriscono la santità del popolo; (…); spesso sostengono il cammino ecumenico (…); sono di antidoto contro la diffusione delle sette; sono di grande aiuto nel diffondere vivacità e gioia nella Chiesa".
"II. Ritornare a Cristo, fonte di ogni speranza.
"18. All'Assemblea sinodale è emersa, chiara e appassionata, la certezza che la Chiesa ha da offrire all'Europa il bene più prezioso, che nessun altro può darle: è la fede in Gesù Cristo, fonte della speranza che non delude, dono che sta all'origine dell'unità spirituale e culturale dei popoli europei, e che ancora oggi e per il futuro può costituire un contributo essenziale del loro sviluppo e della loro integrazione".
"19. (…) Sono molteplici le radici ideali che hanno contribuito con la loro linfa al riconoscimento del valore della persona e della sua inalienabile dignità, del carattere sacro della vita umana e del ruolo centrale della famiglia, dell'importanza dell'istruzione e della libertà di pensiero, di parola, di religione, come pure alla tutela legale degli individui e dei gruppi, alla promozione della solidarietà e del bene comune, al riconoscimento della dignità del lavoro. Tali radici hanno favorito la sottomissione del potere politico alla legge e al rispetto dei diritti della persona e dei popoli. Occorre qui ricordare lo spirito della Grecia antica e della romanità, gli apporti dei popoli celtici, germanici, slavi, ugro-finnici, della cultura ebraica e del mondo islamico. Tuttavia si deve riconoscere che queste ispirazioni hanno storicamente trovato nella tradizione giudeo-cristiana una forza capace di armonizzarle, di consolidarle e di promuoverle. Si tratta di un fatto che non può essere ignorato; al contrario, nel processo della costruzione della 'casa comune europea', occorre riconoscere che questo edificio si deve poggiare anche su valori che trovano nella tradizione cristiana la loro piena epifania. Il prenderne atto torna a vantaggio di tutti".
"20. Le Chiese particolari in Europa non sono delle semplici entità o organizzazioni private. In realtà, esse operano con una specifica dimensione istituzionale che merita di essere giuridicamente valorizzata, nel pieno rispetto dei giusti ordinamenti civili".
"21. (…) Missione di ogni Chiesa particolare in Europa è di tener conto della sete di verità di ogni persona e del bisogno di valori autentici che animino i popoli del Continente. (…) mostrando con azioni e argomentazioni convincenti come la nuova Europa abbia bisogno di ritrovare le proprie radici ultime".
CAPITOLO SECONDO. IL VANGELO DELLA SPERANZA AFFIDATO ALLA CHIESA DEL NUOVO MILLENNIO.
"I. Il Signore chiama alla conversione.
"24. L'Europa è stata ampiamente e profondamente penetrata dal cristianesimo. 'Non c'è dubbio che, nella complessa storia dell'Europa, il cristianesimo rappresenti un elemento centrale e qualificante, consolidato sul saldo fondamento dell'eredità classica e dei molteplici contributi arrecati dagli svariati flussi etnico-culturali che si sono succeduti nei secoli. La fede cristiana ha plasmato la cultura del Continente e si è intrecciata in modo inestricabile con la sua storia, al punto che questa non sarebbe comprensibile se non si facesse riferimento alle vicende che hanno caratterizzato prima il grande periodo dell'evangelizzazione, e poi i lunghi secoli in cui il cristianesimo, pur nella dolorosa divisione tra Oriente ed Occidente'".
"25. (…) Lungo i secoli, infatti, la Chiesa ha avuto legami molto stretti con il nostro Continente, così che il volto spirituale dell'Europa si è andato formando grazie agli sforzi di grandi missionari, alla testimonianza di santi e di martiri, e all'opera assidua di monaci, religiosi e pastori. Dalla concezione biblica dell'uomo, l'Europa ha tratto il meglio della sua cultura umanistica, ha attinto ispirazione per le sue creazioni intellettuali ed artistiche, ha elaborato norme di diritto e, non per ultimo, ha promosso la dignità della persona, fonte di diritti inalienabili. In questo modo la Chiesa, in quanto depositaria del Vangelo, ha concorso a diffondere e a consolidare quei valori che hanno reso universale la cultura europea".
"27. (…) alla Chiesa in Europa è chiesto di coltivare la certezza che il Signore, attraverso il dono del suo Spirito, è sempre presente e operante in essa e nella storia dell'umanità".
"28. Di fronte alle ricorrenti spinte alla divisione e alla contrapposizione, le diverse Chiese particolari in Europa, forti anche del legame con il Successore di Pietro, devono impegnarsi ad essere vero luogo e strumento di comunione dell'intero popolo di Dio nella fede e nell'amore".
"29. Perché la comunione nella Chiesa possa essere vissuta in modo più pieno, occorre valorizzare la varietà dei carismi e delle vocazioni, che convergono sempre più verso l'unità e la possono arricchire. In quest'ottica, è anche necessario, da una parte, che i nuovi movimenti e le nuove comunità ecclesiali, 'abbandonando ogni tentazione di rivendicare diritti di primogenitura e ogni incomprensione vicendevole', progrediscano nel cammino di una più autentica comunione tra di loro e con tutte le altre realtà ecclesiali, e 'vivano con amore in piena obbedienza ai Vescovi'".
"Per poter rispondere all'appello del Vangelo alla conversione, 'è necessario fare tutti insieme un umile e coraggioso esame di coscienza per riconoscere le nostre paure e i nostri errori, per confessare con sincerità le nostre lentezze, omissioni, infedeltà, colpe".
"30. Il Vangelo della speranza, infine, è forza e appello alla conversione anche in campo ecumenico. Nella certezza che l'unità dei cristiani corrisponda al comando del Signore 'perché tutti siano una cosa sola', e che essa si presenti oggi come una necessità per una maggiore credibilità nell'evangelizzazione e come contributo all'unità dell'Europa".
"31. Bisogna continuare con determinazione il dialogo, senza arrendersi di fronte a difficoltà e fatiche (…) Non possiamo fermarci in questo cammino, né possiamo tornare indietro!".
"32. (…) invito tutti a riconoscere e valorizzare, con amore e fraternità, il contributo che le Chiese Cattoliche Orientali, con la loro stessa presenza, la ricchezza della loro tradizione, la testimonianza della loro 'unità nella diversità', l'inculturazione da esse realizzata nell'annuncio del Vangelo, la diversità dei loro riti, possono offrire per una più reale edificazione dell'unità. (…) Nello stesso tempo, voglio rassicurare ancora una volta i pastori, i fratelli e le sorelle delle Chiese ortodosse che la nuova evangelizzazione non va confusa in nessun modo con il proselitismo, fermo restando il dovere del rispetto della verità, della libertà e della dignità di ogni persona".
"II. La Chiesa intera inviata in missione.
"34. I sacerdoti sono chiamati in virtù del loro ministero, a celebrare, insegnare e servire in un modo speciale il Vangelo della speranza".
"35. In questo quadro acquista rilievo anche il celibato sacerdotale, segno di una speranza riposta totalmente nel Signore. Esso non è mera disciplina ecclesiastica imposta dall'autorità; al contrario, esso è innanzitutto grazia, dono inestimabile di Dio per la Chiesa".
(Il celibato) Stimato in tutta la Chiesa come conveniente per il sacerdozio, richiesto come obbligo dalla Chiesa latina, altamente rispettato dalle Chiese Orientali, il celibato, nel contesto della cultura attuale, appare come segno eloquente da dover essere custodito quale bene prezioso per la Chiesa. Una revisione della disciplina attuale, a questo riguardo, non permetterebbe di risolvere la crisi delle vocazioni al presbiterato cui si assiste in molte parti d'Europa".
"36. Con i presbiteri, desidero ricordare anche i diaconi, che partecipano, seppure in grado diverso, dello stesso sacramento dell'Ordine".
"37. Particolarmente eloquente è la testimonianza delle persone consacrate. A tale proposito, va anzitutto riconosciuto il ruolo fondamentale avuto dal monachesimo e dalla vita consacrata nell'evangelizzazione dell'Europa e nella costruzione della sua identità cristiana".

"In un contesto contaminato dal secolarismo e assoggettato al consumismo, la vita consacrata, dono dello Spirito alla Chiesa e per la Chiesa, diventa sempre più segno di speranza nella misura in cui testimonia la dimensione trascendente dell'esistenza".
"39. (…) non si può tacere la carenza inquietante di seminaristi e di aspiranti alla vita religiosa, soprattutto nell'Europa occidentale. Questa situazione richiede l'impegno di tutti per un'adeguata pastorale delle vocazioni".
"41. Irrinunciabile è l'apporto dei fedeli laici alla vita ecclesiale: è infatti insostituibile il posto che essi hanno nell'annunciare e servire il Vangelo della speranza".
"Di simili figure laicali l'Europa di ieri e di oggi conosce presenze significative ed esempi luminosi".
"Uguale apprezzamento va all'opera resa da laiche e laici cristiani, spesso nel nascondimento della vita ordinaria, (…) per l'audace testimonianza di carità e di perdono, valori che evangelizzano i vasti orizzonti della politica, della realtà sociale, dell'economia, della cultura, dell'ecologia, della vita internazionale, della famiglia, dell'educazione, delle professioni, del lavoro e della sofferenza".
"42. La Chiesa è consapevole dell'apporto specifico della donna nel servire il Vangelo della speranza. (…) Va ricordato quanto esse hanno fatto, spesso nel silenzio e nel nascondimento, nell'accogliere e nel trasmettere il dono di Dio, sia attraverso la maternità fisica e spirituale, l'opera educativa, la catechesi, la realizzazione di grandi opere di carità, sia attraverso la vita di preghiera e di contemplazione, le esperienze mistiche e la redazione di scritti ricchi di sapienza evangelica".
"43. (…) è necessario che, anzitutto nella Chiesa, venga promossa la dignità della donna, poiché identica è la dignità della donna e dell'uomo, ambedue creati a immagine e somiglianza di Dio e ricolmati ciascuno di doni propri e particolari".
"La Chiesa non manca di alzare la sua voce per denunciare le ingiustizie e le violenze perpetrate contro le donne, in qualsiasi luogo e circostanza avvengano. Essa chiede che siano realmente applicate le leggi che proteggono la donna e siano messe in atto misure efficaci contro l'uso umiliante di immagini femminili nella propaganda commerciale e contro il flagello della prostituzione; auspica che il servizio reso dalla madre, allo stesso modo di quello reso dal padre, nella vita domestica sia considerato come contributo al bene comune, anche mediante forme di riconoscimento economico".
CAPITOLO TERZO. ANNUNCIARE IL VANGELO DELLA SPERANZA.
"I. Proclamare il mistero di Cristo.
"45. (…) Chiesa in Europa, la 'nuova evangelizzazione' è il compito che ti attende! Sappi ritrovare l'entusiasmo dell'annuncio. (…) L'annuncio di Gesù, che è il Vangelo della speranza, sia quindi il tuo vanto e la tua ragion d'essere".
"Primo annuncio e annuncio rinnovato. 46. In varie parti d'Europa c'è bisogno di un primo annuncio del Vangelo: cresce il numero delle persone non battezzate, sia per la notevole presenza di immigrati appartenenti ad altre religioni, sia perché anche figli di famiglie di tradizione cristiana non hanno ricevuto il Battesimo o a causa della dominazione comunista o a causa di una diffusa indifferenza religiosa".
"Anche nel 'vecchio' Continente vi sono estese aree sociali e culturali in cui si rende necessaria una vera e propria missio ad gentes".
"47. C'è bisogno di un rinnovato annuncio anche per chi è già battezzato. Tanti europei contemporanei pensano di sapere che cos'è il cristianesimo, ma non lo conoscono realmente. (…) Alle grandi certezze della fede è subentrato in molti un sentimento religioso vago e poco impegnativo; si diffondono varie forme di agnosticismo e di ateismo pratico che concorrono ad aggravare il divario tra la fede e la vita; (..) diversi si sono lasciati contagiare dallo spirito di un umanesimo immanentista che ne ha indebolito la fede, portandoli sovente purtroppo ad abbandonarla completamente".
"48. Per poter annunciare il Vangelo della speranza, è necessaria una solida fedeltà allo stesso Vangelo. La predicazione della Chiesa, quindi, in tutte le sue forme, deve essere sempre più incentrata sulla persona di Gesù e deve sempre più orientare a Lui. Occorre vigilare perché Egli sia presentato nella sua integralità".
"49. L'Europa reclama evangelizzatori credibili, nella cui vita in comunione con la croce e la risurrezione di Cristo risplenda la bellezza del Vangelo. Tali evangelizzatori vanno adeguatamente formati. (…) L'uomo contemporaneo 'ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono testimoni".
"50. (…) I cristiani sono, quindi, chiamati ad avere una fede che consenta loro di confrontarsi criticamente con l'attuale cultura resistendo alle sue seduzioni; d'incidere efficacemente sugli ambiti culturali, economici, sociali e politici; (…) di trasmettere con gioia la fede alle nuove generazioni".
"II. Testimoniare nell'unità e nel dialogo.
"53. (…) Le singole Chiese particolari non possono essere sole ad affrontare la sfida che le attende. C'è bisogno di un'autentica collaborazione tra tutte le Chiese particolari del Continente, che sia espressione della loro essenziale comunione; (…)".
"54. Nello stesso tempo, appare imperativo irrinunciabile il dovere di una fraterna e convinta collaborazione ecumenica".
"55. (…) Come per tutto l'impegno della 'nuova evangelizzazione', anche in ordine all'annuncio del Vangelo della speranza è necessario che si abbia a instaurare un profondo e intelligente dialogo interreligioso, in particolare con l'Ebraismo e con l'Islam".
"56. È, quindi, necessario favorire il dialogo con l'ebraismo, sapendo che esso è di fondamentale importanza per l'autocoscienza cristiana e per il superamento delle divisioni tra le Chiese, e operare perché fiorisca una nuova primavera nelle relazioni reciproche. (…) Tale esercizio implica, tra l'altro, che 'si faccia memoria della parte che i figli della Chiesa hanno potuto avere nella nascita e nella diffusione di un atteggiamento antisemita nella storia e di ciò si chieda perdono a Dio, favorendo in ogni modo incontri di riconciliazione e di amicizia con i figli di Israele'".
"57. (…) In particolare, è importante un corretto rapporto con l'Islam. Esso, (…), 'deve essere condotto con prudenza, con chiarezza di idee circa le sue possibilità e i suoi limiti, e con fiducia nel progetto di salvezza di Dio nei confronti di tutti i suoi figli'. È necessario, tra l'altro, avere coscienza del notevole divario tra la cultura europea, che ha profonde radici cristiane, e il pensiero musulmano'".
"A questo riguardo, è necessario preparare adeguatamente i cristiani che vivono a quotidiano contatto con i musulmani a conoscere in modo obiettivo l'Islam e a sapersi confrontare con esso; (…). È peraltro comprensibile che la Chiesa, (…) abbia pure a ribadire che la reciprocità nel garantire la libertà religiosa sia osservata anche in Paesi di diversa tradizione religiosa, nei quali i cristiani sono minoranza".
"In questo ambito, 'si comprende la sorpresa e il sentimento di frustrazione dei cristiani che accolgono, per esempio in Europa, dei credenti di altre religioni dando loro la possibilità di esercitare il loro culto, e che si vedono interdire l'esercizio del culto cristiano' nei Paesi in cui questi credenti maggioritari hanno fatto della loro religione l'unica ammessa e promossa. La persona umana ha diritto alla libertà religiosa e tutti, in ogni parte del mondo, 'devono essere immuni dalla coercizione da parte di singoli, di gruppi sociali e di qualsivoglia potestà umana'".
"III. Evangelizzare la vita sociale.
"58. L'annuncio di Gesù Cristo deve raggiungere anche la cultura europea contemporanea. (…) La pastorale deve assumere il compito di plasmare una mentalità cristiana nella vita ordinaria: in famiglia, nella scuola, nella comunicazione sociale, nel mondo della cultura, del lavoro e dell'economia, nella politica, nel tempo libero, nella salute e nella malattia".
"59. Nel cammino dell'evangelizzazione della cultura si inserisce l'importante servizio svolto dalle scuole cattoliche. 60. Né si può dimenticare il contributo positivo offerto dalla valorizzazione dei beni culturali della Chiesa".
"L'educazione dei giovani alla fede. 61. Incoraggio poi la Chiesa in Europa a rivolgere un'attenzione crescente all'educazione dei giovani alla fede. Nel puntare lo sguardo all'avvenire, non possiamo non volgere a loro le nostre menti: dobbiamo incontrarci con gli intelletti, i cuori, i caratteri dei giovani, per offrire loro una solida formazione umana e cristiana".
"Ad ogni occasione che veda la partecipazione di molti giovani, non è difficile scorgere la presenza in essi di atteggiamenti diversificati. Si constata il desiderio di vivere insieme per uscire dall'isolamento, la sete più o meno avvertita di assoluto; si vede in loro una fede segreta che chiede di purificarsi e di voler seguire il Signore; si percepisce la decisione di continuare il cammino già intrapreso e l'esigenza di condividere la fede".
"62. A tale scopo, occorre rinnovare la pastorale giovanile, articolata per fasce di età e attenta alle variegate condizioni di ragazzi, adolescenti e giovani. Sarà inoltre necessario conferirle maggiore organicità e coerenza, in paziente ascolto delle domande dei giovani, per renderli protagonisti dell'evangelizzazione e dell'edificazione della società".
"63. Data la rilevanza degli strumenti della comunicazione sociale, la Chiesa in Europa non può non riservare particolare attenzione al variegato mondo dei mass media. Ciò comporta, tra l'altro, l'adeguata formazione dei cristiani che operano nei media e degli utenti di questi strumenti, in vista di una buona padronanza dei nuovi linguaggi".
"65. Attraversando la Porta Santa, all'inizio del Grande Giubileo del 2000, ho levato in alto davanti alla Chiesa e al mondo il libro del Vangelo. Questo gesto, compiuto da ogni Vescovo nelle diverse cattedrali del mondo, indichi l'impegno che attende oggi e sempre la Chiesa nel nostro Continente. Chiesa in Europa, entra nel nuovo millennio con il Libro del Vangelo! (…) Continui ad essere la Sacra Bibbia un tesoro per la Chiesa e per ogni cristiano (…). Prendiamo nelle nostre mani questo Libro! Accettiamolo dal Signore che continuamente ce lo offre tramite la sua Chiesa. Divoriamolo, perché diventi vita della nostra vita. Gustiamolo fino in fondo".
CAPITOLO QUARTO. CELEBRARE IL VANGELO DELLA SPERANZA.
"Anche a te, Chiesa di Dio che vivi in Europa, è chiesto di essere comunità che prega, celebrando il tuo Signore con i Sacramento, la liturgia e l'intera esistenza".
"I. Riscoprire la liturgia. Il senso religioso nell'Europa di oggi 67. Nonostante vaste aree di scristianizzazione nel Continente europeo, esistono segnali che contribuiscono a tratteggiare il volto di una Chiesa che, credendo, annuncia, celebra e serve il suo Signore. (…) 68. Insieme a molti esempi di fede genuina esiste in Europa anche una religiosità vaga e, a volte, fuorviante. (…) Sono manifesti fenomeni di fuga nello spiritualismo, di sincretismo religioso ed esoterico, di ricerca di eventi straordinari ad ogni costo, fino a giungere a scelte devianti, come l'adesione a sette pericolose o ad esperienze pseudoreligiose".
"69. (…) Chiesa che vivi in Europa, (…) sii una Chiesa che prega, (…) Riscopri il senso del mistero (…). Celebra la salvezza di Cristo.
"70. (…) È, (…), urgente che nella Chiesa si ravvivi l'autentico senso della liturgia. (…) Si tratta di vivere la liturgia come opera della Trinità. (…) La liturgia deve essere vissuta come annuncio e anticipazione della gloria futura, termine ultimo della nostra speranza. (…) 72. Se dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II diversa strada è stata fatta per vivere il senso autentico della liturgia, ancora molto rimane da fare. Sono necessari un continuo rinnovamento e una costante formazione di tutti: ordinati, consacrati e laici".
"II. Celebrare i Sacramenti. 74. Un posto di grande rilievo va riservato alla celebrazione dei Sacramenti, quali atti di Cristo e della Chiesa, ordinati a rendere culto a Dio, alla santificazione degli uomini e all'edificazione della Comunità ecclesiale. (…) I Padri sinodali hanno messo in luce questa esigenza, per rispondere a due pericoli: da una parte, certi ambienti ecclesiali sembrano aver smarrito il genuino senso del sacramento e potrebbero banalizzare i misteri celebrati; dall'altra, molti battezzati, seguendo usanze e tradizioni, continuano a ricorrere ai Sacramenti in momenti significativi della loro esistenza, senza però vivere in modo conforme alle indicazioni della Chiesa".
"76. (…) Di fronte alla diffusa perdita del senso del peccato e all'affermarsi di una mentalità segnata da relativismo e soggettivismo in campo morale, occorre che in ogni comunità ecclesiale si provveda a una seria formazione delle coscienze.129 I Padri Sinodali hanno insistito perché si riconosca chiaramente la verità del peccato personale e la necessità del perdono personale di Dio tramite il ministero del sacerdote. Le assoluzioni collettive non sono un modo alternativo di amministrare il sacramento della Riconciliazione".
"78. Accanto alla Celebrazione eucaristica, occorre promuovere anche le altre forme di preghiera comunitaria (…). In particolare, mantenendo viva la tradizione della Chiesa latina, vengano promosse le diverse manifestazioni del culto eucaristico fuori della Messa: adorazione personale, esposizione e processione, da intendere come espressione di fede nella permanenza della presenza reale del Signore nel Sacramento dell'altare".
"79. Una speciale attenzione va riservata anche alla pietà popolare. (…) In materia di pietà popolare occorre vegliare costantemente su aspetti di ambiguità di certe manifestazioni, preservandole da derive secolaristiche, da improvvidi consumismi o anche da rischi di superstizione, per mantenerle entro forme mature e autentiche".
"82. Rinnovo, pertanto, l'invito a ricuperare il significato più profondo del giorno del Signore: venga santificato con la partecipazione all'Eucaristia e con un riposo ricco di letizia cristiana e di fraternità. (…) Non si tema, perciò, di difenderlo contro ogni attacco e di adoperarsi perché, nell'organizzazione del lavoro, esso sia salvaguardato, così che possa essere giorno per l'uomo, a vantaggio dell'intera società".
CAPITOLO QUINTO. SERVIRE IL VANGELO DELLA SPERANZA.
"Per servire il Vangelo della speranza, anche alla Chiesa che vive in Europa è chiesto di seguire la strada dell'amore".
"I. Il servizio della carità. (…) 85. (…) Per sua stessa natura, la testimonianza della carità deve estendersi oltre i confini della comunità ecclesiale, per raggiungere ogni persona, così che l'amore per tutti gli uomini diventi fomento di autentica solidarietà per l'intero vivere sociale".
"II. Servire l'uomo nella società. Ridare speranza ai poveri. 86. (…) L'amore preferenziale per i poveri è una dimensione necessaria dell'essere cristiano e del servizio al Vangelo. (…) 87. Occorre poi lasciarsi interpellare dal fenomeno della disoccupazione, che in molte nazioni d'Europa costituisce un grave flagello sociale. A questo si aggiungono anche i problemi connessi con i crescenti flussi migratori".
"88. Si dia adeguato rilievo anche alla pastorale dei malati. (…) 'In una società della prosperità e dell'efficienza, in una cultura caratterizzata dall'idolatria del corpo, dalla rimozione della sofferenza e del dolore e dal mito della perenne giovinezza', la cura per i malati deve essere considerata come una delle priorità".
"90. La Chiesa in Europa, in ogni sua articolazione, deve riproporre con fedeltà la verità del matrimonio e della famiglia. (…) Il valore dell'indissolubilità matrimoniale viene sempre più misconosciuto; si chiedono forme di riconoscimento legale delle convivenze di fatto, equiparandole ai matrimoni legittimi; non mancano tentativi di accettare modelli di coppia dove la differenza sessuale non risulta essenziale. In questo contesto, alla Chiesa è chiesto di annunciare con rinnovato vigore ciò che il Vangelo dice sul matrimonio e sulla famiglia, per coglierne il significato e il valore nel disegno salvifico di Dio".
"92. Un'attenzione particolare deve essere riservata all'educazione all'amore nei confronti dei giovani e dei fidanzati (…). La pastorale familiare cerca di farsi carico anche delle situazioni dei credenti che hanno divorziato e si sono risposati civilmente. Essi non sono esclusi dalla comunità; sono anzi invitati a partecipare alla sua vita, facendo un cammino di crescita nello spirito delle esigenze evangeliche".
"95. L'invecchiamento e la diminuzione della popolazione a cui si assiste in diversi Paesi d'Europa non può non essere motivo di preoccupazione; (…) Con il calo della natalità (…) va tristemente annoverata, anzitutto, la diffusione dell'aborto, anche utilizzando preparati chimico-farmacologici che lo rendono possibile senza dover ricorrere al medico e sottraendolo a ogni forma di responsabilità sociale; ciò è favorito dalla presenza nell'ordinamento di molti Stati del Continente di legislazioni permissive di un gesto che rimane un 'abominevole delitto' e costituisce sempre un disordine morale grave. Né si possono dimenticare gli attentati perpetrati attraverso 'interventi sugli embrioni umani".
"Va pure menzionata la tendenza, che si registra in alcune parti dell'Europa, a ritenere che possa essere permesso porre fine consapevolmente alla propria vita o a quella di un altro essere umano: di qui la diffusione dell'eutanasia mascherata, o attuata apertamente, per la quale non mancano richieste e tristi esempi di legalizzazione".
"96. Di fronte a questo stato di cose, è necessario 'servire il Vangelo della vita' anche attraverso 'una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico, per mettere in atto una grande strategia a favore della vita. Tutti insieme dobbiamo costruire una nuova cultura della vita'".
"100. Tra le sfide che si pongono oggi al servizio al Vangelo della speranza va annoverato il crescente fenomeno delle immigrazioni, che interpella la capacità della Chiesa di accogliere ogni persona, a qualunque popolo o nazione essa appartenga. Esso stimola anche l'intera società europea e le sue istituzioni alla ricerca di un giusto ordine e di modi di convivenza rispettosi di tutti, come pure della legalità, in un processo d'una integrazione possibile. (…) 101. Di fronte al fenomeno migratorio, è in gioco la capacità, per l'Europa, di dare spazio a forme di intelligente accoglienza e ospitalità".
"Ciascuno si deve adoperare per la crescita di una matura cultura dell'accoglienza, che tenendo conto della pari dignità di ogni persona e della doverosa solidarietà verso i più deboli, richiede che ad ogni migrante siano riconosciuti i diritti fondamentali. È responsabilità delle autorità pubbliche esercitare il controllo dei flussi migratori in considerazione delle esigenze del bene comune. L'accoglienza deve sempre realizzarsi nel rispetto delle leggi e quindi coniugarsi, quando necessario, con la ferma repressione degli abusi".
"III. Decidiamoci alla carità!
"104. (…) Chiesa di Cristo che vivi in Europa. Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli europei di oggi, soprattutto dei poveri e dei sofferenti, siano pure le tue gioie e le tue speranze, le tue tristezze e le tue angosce e nulla di ciò che è genuinamente umano non trovi eco nel tuo cuore".
CAPITOLO SESTO. IL VANGELO DELLA SPERANZA PER UN'EUROPA NUOVA.
"I. La vocazione spirituale dell'Europa. L'Europa promotrice dei valori universali"
"108. La storia del Continente europeo è contraddistinta dall'influsso vivificante del Vangelo. (…) Certamente non sì può dubitare che la fede cristiana appartenga, in modo radicale e determinante, ai fondamenti della cultura europea. Il cristianesimo, infatti, ha dato forma all'Europa, imprimendovi alcuni valori fondamentali. La modernità europea stessa che ha dato al mondo l'ideale democratico e i diritti umani attinge i propri valori dalla sua eredità cristiana"
"Nel processo di trasformazione che sta vivendo, l'Europa è chiamata, anzitutto, a ritrovare la sua vera identità. (…) Nel processo dell'integrazione del Continente, è di capitale importanza tenere conto che l'unione non avrà consistenza se fosse ridotta alle sole dimensioni geografiche ed economiche, ma deve innanzitutto consistere in una concordia dei valori da esprimersi nel diritto e nella vita".
"Anche le lotte etniche più recenti, che hanno nuovamente insanguinato il Continente europeo, hanno mostrato a tutti come la pace sia fragile, abbia bisogno dell'impegno fattivo di tutti, possa essere garantita solo dischiudendo nuove prospettive di scambio, di perdono e di riconciliazione tra le persone, i popoli e le Nazioni. (…) l'Europa, con tutti i suoi abitanti, deve impegnarsi instancabilmente a costruire la pace dentro i suoi confini e nel mondo intero".

II. La costruzione europea

"114. (…) chiedo insieme con i Padri Sinodali di riconoscere che un buon ordinamento della società deve radicarsi in autentici valori etici e civili il più possibile condivisi dai cittadini, osservando che tali valori sono patrimonio, in primo luogo, dei diversi corpi sociali. È importante che le istituzioni e i singoli Stati riconoscano che, tra questi corpi sociali, vi sono anche le Chiese e le Comunità ecclesiali e le altre organizzazioni religiose. (…) Alla luce di quanto ho appena sottolineato, desidero ancora una volta rivolgermi ai redattori del futuro trattato costituzionale europeo, affinché in esso figuri un riferimento al patrimonio religioso e specialmente cristiano dell'Europa. Nel pieno rispetto della laicità delle istituzioni, mi auguro soprattutto che siano riconosciuti tre elementi complementari: il diritto delle Chiese e delle comunità religiose di organizzarsi liberamente, in conformità ai propri statuti e alle proprie convinzioni; il rispetto dell'identità specifica delle Confessioni religiose e la previsione di un dialogo strutturato fra l'Unione Europea e le Confessioni medesime; il rispetto dello statuto giuridico di cui le Chiese e le istituzioni religiose già godono in virtù delle legislazioni degli Stati membri dell'Unione".

"116. (…) Perché l'Europa possa essere edificata su solide basi, è necessario far leva sui valori autentici, che hanno il loro fondamento nella legge morale universale, inscritta nel cuore di ogni uomo. (…) Oggi ripeto a te, Europa che sei all'inizio del terzo millennio: 'Ritorna te stessa. Sii te stessa. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici'. (…) 121. Non temere! Il Vangelo non è contro di te, ma è a tuo favore. Lo conferma la constatazione che l'ispirazione cristiana può trasformare l'aggregazione politica, culturale ed economica in una convivenza nella quale tutti gli europei si sentano a casa propria e formino una famiglia di Nazioni, cui altre regioni del mondo possono fruttuosamente ispirarsi. Abbi fiducia! Nel Vangelo, che è Gesù, troverai la speranza solida e duratura a cui aspiri. (…) Sii certa! Il Vangelo della speranza non delude!".
CONCLUSIONE. AFFIDAMENTO A MARIA.
"Chiesa in Europa, continua, quindi, a contemplare Maria e riconosci che ella è 'maternamente presente e partecipe nei molteplici e complessi problemi che accompagnano oggi la vita dei singoli, delle famiglie e delle nazioni' ed è 'soccorritrice del popolo cristiano nell'incessante lotta tra il bene e il male, perché 'non cada' o, caduto , 'risorga'. (…) A Lei, Madre della speranza e della consolazione, rivolgiamo con fiducia la nostra preghiera: affidiamole il futuro della Chiesa in Europa e di tutti le donne e gli uomini di questo Continente".
EXOR/ECCLESIA IN EUROPA/… VIS 20030630 (5790)

PRESENTAZIONE DOCUMENTO SINODO EUROPA


CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2003 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la presentazione dell'Esortazione Apostolica Post-Sinodale "Ecclesia in Europa". Alla Conferenza Stampa sono intervenuti: il Cardinale Jan P. Schotte, C.I.C.M., Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, il Cardinale Antonio María Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid (Spagna); l'Arcivescovo Vincent Gerard Nichols, di Birmingham (Gran Bretagna) e l'Arcivescovo Józef Miroslaw Zycinski, di Lublino (Polonia).

Il Cardinale Schotte ha ricordato che l'Assemblea Speciale per l'Europa del Sinodo dei Vescovi tenutasi dal 1 al 23 ottobre 1999, sul tema: "Gesù Cristo vivente nella sua chiesa, sorgente di speranza per l'Europa", è stata la seconda Assemblea tenutasi per questo continente. Il precedente Sinodo dedicato all'Europa, ha ricordato, si tenne nel 1991, poco dopo la caduta del Muro di Berlino.

Il Cardinale Rouco Varela ha ribadito che il filo conduttore del Documento è la speranza. Insieme alle ombre, ha affermato il Cardinale "anche in Europa vi sono segni positivi di speranza. La Chiesa è convinta che ha da offrire un tesoro all'Europa, in realtà il suo unico tesoro e speranza: Gesù Cristo. È l'apporto specifico ed il migliore che si possa ottenere per l'edificazione dell'Europa. Lo so per esperienza, esso ha contribuito a configurare l'identità europea in modo decisivo. Se i valori che hanno dato vita alla cultura umanistica europea hanno molteplici radici, queste influenze hanno trovato storicamente nel cristianesimo la forza per armonizzarle, consolidarle e promuoverle".

L'Arcivescovo Nichols ha parlato del significato dell'Esortazione Post-Sinodale per le comunità cattoliche dell'Europa Occidentale, "che" - ha affermato - "può essere presentata mediante tre principi: la chiara affermazione della visione e delle aspettative per la nostra avventura europea, e la parte che la fede cristiana gioca in essa; la chiamata alla conversione e al rinnovamento per la Chiesa Cattolica, in comunione e in missione; il rapporto che essa instaura fra la vita pubblica e politica dell'Europa e la fede - o le fedi - dei suoi popoli".
OP/PRESENTAZIONE ESORTAZIONE EUROPA/… VIS 20030630 (330)

DELEGAZIONE PATRIARCATO ECUMENICO DAL PAPA


CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2003 (VIS). Questa mattina, come consuetudine, in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto una Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, in rappresentanza del Patriarca Bartolomeo I. Anche la Santa Sede, tradizionalmente, invia una propria Delegazione al Patriarcato di Costantinopoli il 30 novembre, in occasione delle celebrazioni del Patrono Sant'Andrea.

Nel discorso in lingua inglese, il Santo Padre ha detto rivolgendosi ai membri della Delegazione, che la loro presenza "è segno del comune amore per Cristo ed un atto di fratellanza ecclesiale, tramite il quale riaffermiamo l'eredità di amore e unità che il Signore ha lasciato alla Sua Chiesa, edificata sugli Apostoli. Questi incontri annuali alimentano il nostro rapporto fraterno e sostengono la nostra speranza mentre avanziamo passo dopo passo lungo il cammino della piena comunione ed il superamento delle nostre storiche divisioni".

"I rapidi mutamenti del mondo attuale" - ha proseguito il Pontefice - "esigono che tutti i cristiani dimostrino che il Vangelo di Gesù Cristo può gettare luce sui gravi problemi etici che confrontano la famiglia umana, come l'urgente necessità di promuovere il dialogo interreligioso, operare per porre fine all'ingiustizia che crea conflitto e inimicizie fra i popoli, salvaguardare la creazione di Dio ed affrontare le nuove sfide poste dai progressi della scienza e della tecnologia. In Europa, i seguaci del Signore devono particolarmente cooperare nel riconoscere e dar nuova vita alle radici spirituali sui cui si fondano la storia e la cultura del continente".

Giovanni Paolo II ha ringraziato il Patriarca Bartolomeo "per le gentili parole e devoti auguri che Sua Santità recentemente ha offerto in due conferenze in occasione del prossimo XXV anniversario del mio Pontificato".
AC/PATRIARCATO ECUMENICO/… VIS 20030630 (290)

SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO, 'COLONNE' DELLA CHIESA


CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU. 2003 (VIS). Alle 12:00 di oggi, il Santo Padre Giovanni Paolo II si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, e prima della recita dell'Angelus con i fedeli convenuti in Piazza San Pietro, ha detto: "Celebriamo la solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, che veneriamo quali 'colonne' della Chiesa".

"Oggi è in festa, in special modo, la Diocesi di Roma, che nella testimonianza dei due grandi Apostoli affonda le proprie radici. Pietro, scelto da Cristo come la 'roccia' su cui costruire la sua Chiesa, fu crocifisso non lontano dal colle Vaticano, e la sua tomba è il centro simbolico della fede cattolica. Paolo, decapitato alle porte di Roma, è modello di evangelizzazione e le sue Lettere, parte cospicua del Nuovo Testamento, non cessano di attirare a Cristo uomini e donne di ogni tempo".

"Come ogni anno" - ha proseguito il Santo Padre - "questo pomeriggio, alle ore 18:00, presiederò in Piazza San Pietro la solenne Celebrazione eucaristica, durante la quale imporrò a numerosi Arcivescovi Metropoliti il Sacro Pallio, segno di comunione con la Sede Apostolica".

"Secondo una tradizione ormai consolidata" - ha concluso il Papa - "che è motivo di grande gioia, sarà presente la Delegazione del Patriarca Ecumenico, Sua Santità Bartolomeo I. Lo scambio di delegazioni tra Roma e Costantinopoli, per le rispettive feste patronali, va ben al di là di un atto di cortesia ecclesiale. Esso rispecchia l'intenzione profonda e radicata di ristabilire la piena comunione tra Oriente ed Occidente. Ringrazio il Patriarca Bartolomeo, che ha affidato agli illustri membri della sua Delegazione il compito di rappresentarlo".
ANG/SANTI PIETRO E PAOLO/… VIS 20030630 (290)

GIOVANNI PAOLO II PROMULGA ESORTAZIONE APOSTOLICA


CITTA' DEL VATICANO, 28 GIU. 2003 (VIS). Questa sera nella Basilica di San Pietro, nel corso della celebrazione dei Vespri, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha firmato e promulgato l'Esortazione Apostolica Post-Sinodale "Ecclesia in Europa", ed ha ricordato che il Documento raccoglie ed elabora quanto emerso nella Seconda Assemblea Speciale per l'Europa del Sinodo dei Vescovi dell'ottobre 1999.

Riferendosi al tema del Sinodo: "Gesù Cristo, vivente nella sua Chiesa, sorgente di speranza per l'Europa", il Santo Padre ha affermato: "Che Cristo sia vivo nella sua Chiesa emerge dalla storia bimillenaria del Cristianesimo. Dalla sponda orientale del Mediterraneo, il messaggio evangelico venne irradiandosi attraverso l'impero romano, per poi innestarsi nelle molteplici diramazioni etniche e culturali presenti nel Continente europeo. A tutte queste, la Chiesa - detta, appunto, 'cattolica' - ha comunicato l'unico e universale messaggio di Cristo".

Il Papa ha proseguito affermando: "La 'Buona Novella' è stata e continua ad essere sorgente di vita per l'Europa. Se è vero che il Cristianesimo non è riducibile ad alcuna cultura particolare, ma dialoga con ciascuna per orientarle tutte ad esprimere il meglio di sé in ogni campo del sapere e dell'agire umano, le radici cristiane sono per l'Europa la principale garanzia del suo futuro. Potrebbe un albero senza radici vivere e svilupparsi? Europa, non dimenticare la tua storia!".

"La purezza della linfa evangelica" - ha detto ancora il Papa - "ha purtroppo sperimentato, nel corso dei secoli, l'inquinamento dovuto ai limiti e ai peccati di alcuni membri della Chiesa. per questo ho sentito il bisogno, durante il Grande Giubileo del Duemila, di farmi interprete della richiesta di perdono specialmente per talune dolorose divisioni prodottesi proprio in Europa e che hanno ferito il Corpo mistico di Cristo".

Giovanni Paolo II ha concluso l'omelia affermando che l'Esortazione Apostolica "è un invito (a tutti i presbiteri, diaconi, consacrati, e fedeli laici d'Europa) a rinnovare questa adesione senza riserve a Cristo e al suo Vangelo. Solo Tu, Gesù Cristo, vivente nella tua Chiesa, sei sorgente di speranza!".
HML/VESPRI:ESORTAZIONE APOSTOLICA/… VIS 20030630 (340)

UDIENZA AGLI ARCIVESCOVI METROPOLITI CON FAMILIARI ED AMICI


CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2003 (VIS). Questa mattina, nell'Aula Paolo VI, il Santo Padre ha ricevuto i 40 Arcivescovi Metropoliti che hanno ricevuto il Sacro Pallio nella celebrazione di ieri, accompagnati dai familiari ed amici. Il Papa si è rivolto ai presenti nelle loro lingue d'origine, italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, ungherese e russo, ed ha nominato tutte le sedi metropolitane rappresentante.

"La vostra presenza qui riflette l'universalità della Chiesa" - ha detto il Santo Padre agli Arcivescovi - "Rivestiti con il Pallio, simbolo dello stretto vincolo che vi unisce alla Sede di Pietro, promuovete lo spirito di comunione delle vostre Chiesa particolari, annunciando e testimoniando Gesù Cristo Risorto mediante un'azione ecclesiale che infonda speranza e incoraggi la carità".

"Nominando le vostre Sedi" - ha detto ancora il Papa - "abbiano toccato numerose e diverse regioni del mondo. È il mondo che Dio ha tanto amato da mandare il suo Figlio per salvarlo. A questo mondo, in forza dello stesso amore, è inviata la Chiesa, di cui voi siete Pastori. Muniti del Pallio, segno di comunione con la Sede Apostolica, andate! 'Duc in altum!' I santi Apostoli Pietro e Paolo veglino sempre sul vostro ministero, e vi protegga Maria Santissima, Regina degli Apostoli".
AC/ARCIVESCOVI METROPOLITI/… VIS 20030630 (220)

IL PAPA: PIENA DISPONIBILITÀ MIA PERSONA SERVIZIO COMUNIONE


CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU. 2003 (VIS). Alle 18:00 di oggi, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha presieduto in Piazza San Pietro, la Celebrazione Eucaristica nella quale ha benedetto e imposto i Sacri Palli a 40 Arcivescovi Metropoliti nominato nell'ultimo anno e provenienti da diverse parti del mondo. Alla cerimonia era presente una Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, guidata da Sua Eminenza Demetrios, Arcivescovo greco-ortodosso d'America.

Nell'omelia il Papa ha affermato: "Se pensiamo alla vocazione e alla storia personale di entrambi gli Apostoli Pietro e Paolo, notiamo come la carica apostolica e missionaria sia stata proporzionale alla profondità della loro conversione. Provati dall'esperienza amara della miseria umana sono stati liberati dal Signore".

Rivolgendosi ai 40 Arcivescovi Metropoliti - altri due riceveranno il Sacro Pallio nelle rispettive sedi - il Santo Padre ha detto: "Imitando il Buon Pastore, siate vigili e premurosi per ogni vostra Comunità. A loro portate anche il mio cordiale saluto, insieme con l'assicurazione che il Papa prega per tutti, e specialmente per quanti sono sottoposti a dure prove e incontrano maggiori difficoltà".

"La gioia dell'odierna festa" - ha detto ancora il Pontefice - "è resa più intensa dalla presenza della delegazione inviata anche quest'anno da Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico. (…) Il Signore, che conosce le nostre debolezze ed esitazioni, ci promette il suo aiuto per superare gli ostacoli che impediscono la concelebrazione dell'unica Eucaristia. Per questo, venerati Fratelli, accogliervi e avervi a fianco in questo solenne incontro liturgico rende più salda la speranza e dà forma concreta a quell'anelito che ci spinge verso la piena comunione".

"Quale Vescovo di Roma e Successore di Pietro, rinnovo oggi, nella suggestiva cornice di questa festa, la mia piena disponibilità a porre la mia persona al servizio della comunione tra tutti i discepoli di Cristo. Aiutatemi, carissimi Fratelli e Sorelle, con il sostegno incessante della vostra preghiera. Invocate per me la celeste intercessione di Maria, Madre della Chiesa, e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo".

Il Papa ha concluso l'omelia auspicando che: "Iddio ci conceda di compiere la missione che ci ha affidato, in piena fedeltà sino all'ultimo giorno, per formare nel vincolo della sua carità un cuor solo e un'anima sola".
…/SANTI PIETRO:PAOLO/… VIS 20030630 (380)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2003 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate tre Presuli della Conferenza Episcopale dell'India, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- L'Arcivescovo Ignatius Paul Pinto, di Bangalore.

- Il Vescovo Joji Govindu, di Nalgonda.

- Il Vescovo Doraboina Moses Prakasam, di Cuddapah.

Sabato 28 giugno il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Membri della Presidenza del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM):

- Il Cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, Arcivescovo di Santiago de Chile (Cile), Presidente.

- Il Vescovo Carlo Aguiar Retes, di Texcoco (Messico), Primo Vice-Presidente.

- L'Arcivescovo Geraldo Lyrio Rocha, di Vitória da Conquista (Brasile), Secondo Vice-Presidente.

- Il Cardinale Pedro Rubiano Sáenz, Arcivescovo di Bogotá (Colombia), Presidente del Comitato Economico.

- Il Vescovo Ramón Benito de La Rosa y Carpio, di Nuestra Señora de la Altagracia en Higüey (Repubblica Dominicana), Segretario Generale.

- Due Presuli della Conferenza Episcopale dell'India, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Johannes Gorantla, di Kurnool.

- Il Vescovo Paul Maipan, di Khammam.

- Il Professor Carl Albert Aderson, Supremo Cavaliere dei Cavalieri di Colombo.
AP:AL/…/… VIS 20030630 (190)

PRESENTAZIONE VOLUME DISCORSI RAPPRESENTANTI SANTA SEDE


CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2003 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, l'Arcivescovo Jean-Louis Tauran, Segretario per i Rapporti con gli Stati e l'Arcivescovo Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, hanno presentato il volume "Words That Matter" (Le parole che contano), che raccoglie gli interventi dei Rappresentanti della Santa Sede presso le istituzioni internazionali fra il 1970 e il 2000. L'edizione del volume curata dall'Arcivescovo André Dupuy, Nunzio Apostolico in Venezuela, anche presente alla Conferenza Stampa.

L'Arcivescovo Tauran ha espresso l'auspicio che quanti si ispireranno al contenuto del volume ricerchino "soluzioni ragionevoli, pacifiche, eque ed imparziali, capaci di promuovere la soluzione dei conflitti e di mettere la forza al bando della vita internazionale. Possa questo libro far meglio comprendere il motivo fondamentale della presenza della Santa Sede in seno alla comunità delle Nazioni: essere la voce che la coscienza umana attende!".

L'Arcivescovo Martino ha ricordato che il volume, di quasi 800 pagine, affronta problematiche che "spaziano dal diritto alla libertà religiosa a quello dello sviluppo sociale, dal diritto alla pace al diritto alla vita, dai diritti delle donne e dei bambini ai diritti dei rifugiati".

L'Arcivescovo Dupuy ha precisato a sua volta che la pubblicazione è "uno strumento di lavoro destinato agli studiosi di diritto internazionale, un testo di consultazione per i diplomatici e per coloro che, su determinate questioni internazionali, desiderano conoscere meglio la posizione della Santa Sede".

Nel volume "Words That Matter" raggruppa i discorsi pronunciati dalle Delegazioni della Santa Sede presso le Organizzazioni Internazionali e durante le conferenze e le riunioni internazionali dal 1970 al 2000. "Si tratta" - ha detto l'Arcivescovo Dupuy - "di 1310 documenti. I discorsi pronunciati dal Santo padre Giovanni Paolo II nel contesto della diplomazia bilaterale e multilaterale faranno l'oggetto di un'altra prossima pubblicazione".

Il Nunzio Apostolico in Venezuela ha concluso il suo intervento segnalando che: "nel CD-Rom allegato alla pubblicazione, si trova il testo completo della maggioranza degli interventi citati nelle fonti. Infatti per alcuni, un piccolo numero in verità, non ne esiste che un 'riassunto'".
OP/DISCORSI SANTA SEDE/TAURAN:MARTINO VIS 20030630 (360)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 30 GIU. 2003 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Macau (Cina), presentata dal Vescovo Domingos Lam Ka Tseung, per raggiunti limiti di età. Gli succede il Vescovo José Lai Hung-seng, Vescovo Coadiutore della medesima Diocesi.

- Ha nominato il Sacerdote Datus Hilarion Lega, Direttore della Caritas Indonesiana, Vescovo di Manokwari-Sorong (superficie: 111.835; popolazione: 556.583; cattolici: 54.567; sacerdoti: 25; religiosi: 81; diaconi permanenti: 6), Indonesia. Il Vescovo eletto è nato Kupang (Indonesia), nel 1956 ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1984. Succede al Vescovo Francis Xavier Sudartana Hadisumarta, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

Sabato 28 giugno è stato reso noto che il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Rolando J. Tria Tirona, O.C.D., finora Vescovo di Malolos (Filippine), Vescovo della Prelatura di Infanta (superficie: 7.189; popolazione: 430.734; cattolici: 387.660; sacerdoti: 37; religiosi: 40; diaconi permanenti: 1), Filippine. Il Vescovo Tria Tirona succede al Vescovo Julio X. Labayen, O.C.D., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Prelatura presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha eretto la Diocesi di Cubao (Filippine), con territorio dismembrato dall'Arcidiocesi di Manila, rendendola suffraganea della medesima Chiesa Metropolitana.

- Ha nominato il Vescovo Honesto F. Ongtioco, finora Vescovo di Balanga (Filippine), primo Vescovo della Diocesi di Cubao (superficie: 76; popolazione: 1.238.760; cattolici: 1.090.108; sacerdoti: 454; religiosi: 1.587), Filippine.

- Ha eretto la Diocesi di Kalookan (Filippine), con territorio dismembrato dall'Arcidiocesi di Manila, rendendola suffraganea della medesima Chiesa Metropolitana.

- Ha nominato il Vescovo Deogracias S. Iñiguez, finora Vescovo di Iba (Filippine), Vescovo della Diocesi di Kalookan (superficie: 55; popolazione: 1.221.412; cattolici: 1.099.270; sacerdoti: 26; religiosi: 47), Filippine.

- Ha eretto la Diocesi di Pasgi (Filippine), con territorio dismembrato dall'Arcidiocesi di Manila, rendendola suffraganea della medesima Chiesa Metropolitana.

- Ha nominato il Vescovo Francisco C. San Diego, finora Vescovo di San Pablo (Filippine), primo Vescovo della Diocesi di Pasig (superficie: 67; popolazione: 1.156.000; cattolici: 1.040.400; sacerdoti: 36; religiosi: 104), Filippine.

- Ha nominato il Sacerdote Heriberto Andrés Bodeant Fernández, finora Parroco della Parrocchia del "Sagrado Corazón de Jesús" a Paysandú (Uruguay), Vescovo Ausiliare della Diocesi di Salto (superficie: 50.248; popolazione: 320.000; cattolici: 290.000; sacerdoti: 37; religiosi: 107), Uruguay. Il Vescovo eletto è nato a Young (Uruguay), nel 1955 ed è stato ordinato sacerdote nel 1986.

- Ha nominato l'Arcivescovo Lucian Muresan, di Fagaras e Alba Iulia (Romania) e l'Arcivescovo Cyril Baselios Malancharuvil, di Trivandrum dei Siro-Malankaresi (India), Membri della Congregazione per le Chiese Orientali.

- Ha nominato l'Arcivescovo Berhaneyesus Demerew Souraphiel, di Addis Abeba (Etiopia), Consultore della Congregazione per le Chiese Orientali.
RE:NER:ECE:NEA:NA/…/… VIS 20030630 (460)

venerdì 27 giugno 2003

"FARE DELLA CHIESA LA CASA E LA SCUOLA DELLA COMUNIONE"


CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2003 (VIS). Oggi, Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto i partecipanti al Convegno Nazionale promosso dalla Federazione Nazionale Italiana dell'Unione Apostolica del Clero e i rappresentanti della nuova Unione Apostolica dei Laici.

Riferendosi al tema del Convegno: "Nella Chiesa particolare al modo della Comunione Trinitaria: La spiritualità diocesana è spiritualità di comunione", il Santo Padre ha affermato: "Il mistero della Comunione Trinitaria è l'alto modello di riferimento della comunione ecclesiale".

Giovanni Paolo II, citando la Lettera Apostolica "Novo millennio ineunte", ha ricordato che: "'la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia' è proprio questa: 'fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione'. Questo comporta, in primo luogo, 'promuovere una spiritualità della comunione'", che richiede, "una radicale conversione a Cristo, una docile apertura all'azione del suo Spirito Santo, e un'accoglienza sincera dei fratelli".

"La Giornata Mondiale di preghiera per la santificazione del Clero," - ha proseguito il Papa - "che per felice coincidenza si celebra proprio oggi, costituisce un'occasione propizia per implorare dal Signore il dono di zelanti e santi ministri per la sua Chiesa".

Infine il Papa ha ribadito che: "Per realizzare quest'ideale di santità, ogni presbitero deve seguire l'esempio del divino Maestro. (…) Scrive un santo dei nostri tempi, Josemaría Escrivá, che 'il Signore si serve di noi come di torce', perché la sua luce illumini…. 'Da noi dipende che molti non rimangano nelle tenebre, ma percorrano sentieri che conducono fino alla vita eterna'. Ma dove accendere" - ha concluso il Pontefice - "queste fiaccole di luce e di santità se non nel cuore di Cristo, fornace inesauribile di carità?".
AC/…/UNIONE APOSTOLICA CLERO VIS 20030627 (300)

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2003 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienze separate:

- Il Cardinale Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore di Lviv degli Ucraini (Ucraina).

- Il Cardinale Antonio María Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid (Spagna) e Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola e seguito.

- L'Arcivescovo Pietro Sambi, Nunzio Apostolico in Israele e in Cipro e Delegato Apostolico in Gerusalemme e Palestina.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AP/…/… VIS 20030627 (80)

IN BREVE


L'ARCIVESCOVO RENATO RAFFAELE MARTINO, PRESIDENTE del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, è intervenuto ieri a Roma a conclusione del XXI Congresso dell'Associazione Europea dei Direttori del Personale, in corso dal 25 al 27 giugno, sul tema: "Sviluppare persone concrete nell'era delle tecnologie e della rete". Un Comunicato del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace annuncia che l'intervento dell'Arcivescovo Martino si è concentrato sulla "esigenza di salvaguardare le condizioni morali di un'autentica ecologia umana nel mondo del lavoro e la necessità di un più vigoroso impegno su questo fronte".

IL XXV ANNO DI PONTIFICATO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II è stato celebrato i giorni scorsi ad Ankara e ad Istanbul (Turchia), secondo quanto riportato in un Comunicato Stampa della Segreteria di Stato. Inni e canti in latino turco e aramaico, atti di azione di grazie e discorsi in onore del Santo Padre hanno commemorato l'anniversario. Su invito dell'Arcivescovo Edmond Farhat, Nunzio Apostolico in Turchia e della Conferenza Episcopale di Turchia, Sua Santità Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli, Patriarca Ecumenico, ha tenuto una conferenza in inglese e una in francese ricordando il fermo impegno del Santo Padre Giovanni Paolo II al servizio della pace e della carità, durante un quarto di secolo. Nella capitale Ankara, l'Assemblea era composta da membri del corpo diplomatico e del Parlamento, personalità della cultura, della vita sociale e della stampa. Quale segno di gratitudine della Chiesa in Turchia e di apprezzamento del Sommo Pontefice, l'Arcivescovo Farhat ha offerto in dono al Patriarca Bartolomeo I una preziosa riproduzione in facsimile del "Codex Vaticanus B", assieme ad alcune medaglie pontificie.
…/IN BREVE/… VIS 20030627 (280)

IL SACRO PALLIO, SEGNO DI COMUNIONE CON IL PONTEFICE


CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2003 (VIS). Il 29 giugno di ogni anno, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Patroni dell'Alma Città di Roma, il Pontefice Romano, nel corso di una solenne Concelebrazione Eucaristica, impone il Sacro Pallio ai nuovi Arcivescovi Metropoliti.

Il Sacro Pallio è una stola di lana bianca, ornata di sei croci e frange di seta nera, le cui due estremità ricadono sul petto e sulle spalle. Indossato dagli Arcivescovi e dal Papa, il Sacro Pallio è simbolo della potestà papale ed espressione della particolare comunione con il Romano Pontefice. Il Sacro Pallio è confezionato con la lana degli agnelli che il Papa benedice il giorno della festa di Sant'Agnese, il 21 gennaio.

Con la Lettera Apostolica "De Sacri Pallii" del 1978, Papa Paolo VI limitò l'uso del Sacro Pallio al Papa e agli Arcivescovi Metropoliti. Nel 1984 Giovanni Paolo II decretò che il Sacro Pallio fosse imposto agli Arcivescovi Metropoliti il 29 giugno, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Gli Arcivescovi indossano il Sacro Pallio solamente nella propria Arcidiocesi nei giorni ed occasioni specificati dal "Pontificale" (codice liturgico relativo ai riti per la celebrazione delle funzioni episcopali, tranne la Santa Messa e l'Ufficio Divino). Il Sacro Pallio si indossa sopra la pianeta.

In alcune cerimonie di imposizione del Sacro Pallio, il Santo Padre Giovanni Paolo II, parlando del significato del Sacro Pallio, ha affermato: "La comunione di fede è espressa nella solenne celebrazione di oggi, anche attraverso il significativo gesto dell'imposizione del Sacro Pallio" agli Arcivescovi Metropoliti. "Il Pallio che voi ricevete oggi è l'espressione di quella comunione con la Sede di Pietro e di quella testimonianza di comunione nella fede cristiana, che deve caratterizzare il vostro ministero episcopale".

Il 21 gennaio, memoria liturgica di Sant'Agnese, Vergine e Martire, il Papa benedice gli agnelli, tradizionale simbolo della Santa, la cui lana servirà per confezionare il Pallio. La secolare tradizione si ripete tutti gli anni il giorno della festa di Sant'Angese morta nel 350 circa e sepolta nella Basilica omonima in Via Nomentana, a Roma. I Padri Trappisti dell'Abbazia delle Tre Fontane allevano gli agnelli, e le Suore di Santa Cecilia in Trastevere tessono i Palli con la lana degli agnelli appena tosati. Alla cerimonia negli appartamenti privati del Papa, partecipano due Padri Trappisti, due Canonici del Capitolo di San Giovanni, il Decano del Tribunale della Rota Romana, due "sediari" (anticamente addetti a reggere la sedia gestatoria papale, attualmente personale dell'anticamera pontificia) e due officiali dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.

Ogni anno, nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Papa benedice i nuovi Sacri Palli che vengono custoditi, fino all'anno successivo, in una cassa collocata sotto l'Altare della Confessione, da dove vengono ripresi per la cerimonia dell'imposizione del Sacro Pallio ai nuovi Arcivescovi Metropoliti.
…/SACRO PALLIO/… VIS 20030627 (480)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 27 GIU. 2003 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Ismael Rueda Sierra, finora Ausiliare di Cartagena (Colombia), Vescovo di Socorro y San Gil (superficie: 11.711; popolazione: 439.479; cattolici: 426.279; sacerdoti: 144; religiosi: 232), Colombia.

- Il Monsignore Patrick Pinder, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Nassau (superficie: 13.939; popolazione: 312.000; cattolici: 47.688; sacerdoti: 29; religiosi: 31; diaconi permanenti: 14), Bahamas. Il Vescovo eletto è nato a Nassau (Bahamas) nel 1953, è stato ordinato sacerdote nel 1980 e finora è stato Vicario Generale della medesima Arcidiocesi.

- Il Padre Edgar M. da Cunha, S.D.V., membro della Società Divine Vocazioni, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Newark (superficie: 1.328.; popolazione: 2.809.267; cattolici: 1.319.558; sacerdoti: 922; religiosi: 1.633; diaconi permanenti: 248), Stati Uniti d'America. Il Vescovo eletto è nato nel 1957 a Riachão do Jacuípe Bahia (Brasile), ha pronunciato i voti perpetui nel 1979 ed è stato ordinato sacerdote nel 1982. Dal 2000 è Parroco della "Saint Michael the Archangel Parish" in Newark, Superiore della comunità religiosa e Delegato per gli Stati Uniti del Superiore Generale della Società Divine Vocazioni.
NER:NEA/…/RUEDA:PINDER:DA CUNHA VIS 20030627 (180)

giovedì 26 giugno 2003

VESCOVI INDIA IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"


CITTA' DEL VATICANO, 26 GIU. 2003 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto i Vescovi della Provincie ecclesiastiche di Cuttack-Bhubaneswar, Patna e Ranchi (India), in Visita "ad Limina Apostolorum" e nel suo discorso in inglese ha ribadito la necessità dell'evangelizzazione e del dialogo interreligioso.

Affermando che tutte le persone battezzate hanno il dovere di evangelizzare, di "predicare il Vangelo a tutta la creazione", il Santo Padre ha detto: "È triste constatare che anche oggi, in molti luoghi dell'India, inutili ostacoli ancora impediscono l'insegnamento del Vangelo. I cittadini di una moderna democrazia non devono soffrire a causa delle loro convinzioni religiose, né alcuno deve essere obbligato a nascondere la propria religione per poter beneficiare dei propri diritti fondamentali, quali l'educazione e il diritto al lavoro".

In particolare il Papa ha sottolineato la sfida della "prima evangelizzazione" affermando che il contatto iniziale con coloro che non hanno ancora ascoltato la Buona Novella "esige da noi un'espressione intelligente e credibile della fede". Il Papa ha esortato i Vescovi perché si avvalgano dell'opera di "laici ben preparati e pronti ad essere maestri della fede". Nulla deve oscurare il buon rapporto esistente fra Vescovi e catechisti ed infine ha aggiunto: "Allo stesso tempo, le opinioni personali originanti da caste o da affinità tribali non devono mai offuscare l'autentico insegnamento della Chiesa".

Riferendosi al dialogo interreligioso, Giovanni Paolo II ha ribadito che la Chiesa ha sempre rispetto delle diverse culture e dei popoli di diversa religione. "Il dialogo interreligioso non solo accresce la comprensione reciproca e il rispetto vicendevole, ma contribuisce allo sviluppo della società in armonia con i diritti e la dignità di tutti". Ribadendo che la Chiesa cerca di "dialogare" anche mediante le sue istituzioni, scuole, ospedali e dispensari, il Santo Padre ha affermato: "Purtroppo alcuni onesti tentativi della Chiesa in favore del dialogo interreligioso, al livello di base, sono stati qualche volta ostacolati dalla mancanza di cooperazione del governo e da vessazioni di certi gruppi fondamentalisti. L'India ha antiche tradizioni di rispetto per le differenze religiose".

Dicendo ai Vescovi di "di conoscere bene le prove" che essi devono affrontare, il Santo Padre ha affermato: "È scoraggiante vedere l'opera della Chiesa spesso compromessa dal protrarsi del tribalismo in certe parti dell'India. Alle volte esso è così forte che alcuni gruppi rifiutano di ricevere Vescovi e sacerdoti che non appartengono al loro clan, paralizzando così il corretto funzionamento delle strutture della Chiesa, e oscurando la natura essenziale della Chiesa come comunione. Le differenze tribali ed etniche non devono mai essere usate come ragione per rifiutare chi annuncia la Parola di Dio".

Infine il Papa ha auspicato che i Vescovi, i Sacerdoti e i Religiosi non perdano lo zelo per il loro ministero a causa delle avversità. "La mia speranza è che voi tutti continuiate ad operare insieme. Nelle circostanze attuali c'è sempre maggiore necessità di rapporti reciproci. Nelle vostre regioni sono sorte alcune difficoltà e dolorosi conflitti riguardanti la gestione di istituti e la proprietà di beni. Questi problemi, tuttavia, non sono insormontabili per coloro che vivono il Vangelo in uno spirito di amore fraterno e di servizio".
AL/…/INDIA VIS 20030626 (530)

RUOLO RILEVANTE TURISMO NELLA LOTTA ALLA POVERTÀ


CITTA' DEL VATICANO, 26 GIU. 2003 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il testo del Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II per la XXIV Giornata Mondiale del Turismo, che si celebrerà il 27 settembre prossimo, sul tema: "Il Turismo: elemento propulsore di lotta contro la povertà, per la creazione di impieghi e per l'armonia sociale".

Nel messaggio, redatto in lingua italiana e datato 11 giugno, il Santo Padre scrive: "L'attenzione della prossima Giornata Mondiale si concentrerà sul turismo in relazione alle sacche di povertà esistenti in ogni continente. Il dramma della povertà è una delle maggiori sfide attuali, mentre si va aggravando il divario fra le diverse aree del mondo, nonostante si disponga dei mezzi necessari per porvi rimedio, avendo l'umanità raggiunto uno sviluppo scientifico e tecnologico straordinario".

"Non è possibile" - scrive ancora il Pontefice - "rimanere indifferenti e inerti dinanzi alla povertà e al sottosviluppo. Non ci si può richiudere nei propri interessi egoistici, abbandonando innumerevoli fratelli e sorelle nella miseria, e, cosa ancor più grave, lasciando che molti di loro vadano incontro a una morte inesorabile".

Il Papa ribadisce che: "L'attività turistica può svolgere un ruolo rilevante nella lotta alla povertà, sia dal punto di vista economico, che sociale e culturale. Viaggiando si conoscono luoghi e situazioni diverse, e ci si rende conto di quanto grande sia il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Si possono, inoltre, meglio valorizzare le risorse e le attività locali, favorendo il coinvolgimento dei segmenti più poveri della popolazione".

"Ci si deve impegnare" - si legge nel Messaggio - "perché non avvenga mai che il benessere di pochi privilegiati sia conseguito a scapito della qualità di vita di molti altri".

Il Santo Padre conclude il suo Messaggio auspicando che: "l'attività turistica sia sempre più uno strumento efficace per la riduzione della povertà, per la promozione della crescita personale e sociale degli individui e dei popoli, per il consolidarsi della partecipazione e della cooperazione tra le nazioni, le culture e le religioni".

Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, è avvenuta la presentazione del Messaggio del Santo Padre, a cura dell'Arcivescovo Stephen Fumio Hamao, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, l'Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario e il Padre Michael Blume, S.V.D., Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.

L'Arcivescovo Fumio Hamao ha precisato che: "Nonostante le grandi cifre in cui si traduce la realtà del turismo - per esempio, lo scorso anno sono stati registrati circa 715 milioni di spostamenti internazionali solo per questo motivo -, dobbiamo tenere sempre presente che per (…) godere del tempo libero, una considerevole parte dell'umanità incontra gravi limitazioni".

L'Arcivescovo Marchetto ha ricordato le parole del Santo Padre nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo del 2001, che "è doveroso promuovere un'etica del turismo". "È questa una condizione indispensabile" - ha detto - "se vogliamo che il turismo ponga tutte le sue potenzialità al servizio della lotta contro la povertà, promuova la creazione di possibilità di lavoro degne, e susciti l'armonia sociale tra le persone e i popoli. Tutti questi elementi sono ritenuti molto importanti dalla Dottrina Sociale della Chiesa".
MESS/GIORNATA TURISMO/FUMIO:MARCHETTO VIS 20030626 (530)

RINGRAZIAMENTI AL R.O.A.C.O. AIUTO CHIESE ORIENTE CRISTIANO


CITTA' DEL VATICANO, 26 GIU. 2003 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto i settanta partecipanti alla riunione annuale della R.O.A.C.O. (Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali) ringraziandoli per il loro generoso aiuto e sostegno delle Chiese dell'Oriente cristiano, riferendosi in particolare all'aiuto prestato in Terra Santa e in Iraq.

La R.O.A.C.O., Organizzazione che dipende dalla Congregazione per le Chiese Orientali, si compone di 19 diversi organismi diffusi in tutto il mondo, comprendenti, fra gli altri, la "Catholic Near East Welfare Association" (C.N.E.W.A.), la "Pontificia Missione per la Palestina", "Misereor", "Aiuto alla Chiesa che soffre", l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e "Work of the East", i cui membri offrono assistenza spirituale e finanziaria.

Il Papa ha detto che la generosità negli aiuti della R.O.A.C.O. alle Chiese dell'Oriente cristiano "è ancor più apprezzata tenendo conto dei drammatici avvenimenti di questi ultimi tempi. Penso alla recente guerra in Iraq, al conflitto in Terra Santa che, purtroppo, non cessa, come pure al persistere della carestia in Eritrea ed Etiopia. (…) Occorre intensificare quest'azione e allargarne gli spazi operativi; è necessario soprattutto far crescere lo spirito della divina carità".

Il Santo Padre ha proseguito il suo discorso affermando: "La Terra Santa continua, ahimè, ad essere teatro di conflitti e violenza e le Comunità cattoliche in essa presenti soffrono e hanno bisogno di essere sostenute e aiutate in molte loro urgenze. Sale da quelle popolazioni un'accorata invocazione di pace stabile e duratura".

Infine il Papa ha espresso la sua gratitudine alla R.O.A.C.O. "per la premurosa solidarietà che avete mostrato verso i cristiani, duramente provati in Iraq dal recente conflitto. Prego Iddio perché in quel Paese si consolidi tempestivamente la pace e le popolazioni, già tanto provate anche a causa di un lungo isolamento internazionale, possano finalmente vivere nella concordia".
AC/R.O.A.C.O.:CHIESE ORIENTE CRISTIANO/… VIS 20030626 (310)

ARCIVESCOVI METROPOLITI CHE RICEVERANNO IL SACRO PALLIO


CITTA' DEL VATICANO, 26 GIU. 2003 (VIS). Alle 18:00 di domenica 29 giugno - Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Apostoli e Patroni dell'Alma Città di Roma - in Piazza San Pietro - quaranta Arcivescovi Metropoliti riceveranno il Sacro Pallio dalle mani del Santo Padre Giovanni Paolo II. I nuovi Arcivescovi Metropoliti sono:

1. Arcivescovo Timothy Michael Dolan, di Milwaukee (Stati Uniti d'America).

2. Arcivescovo Ludwig Schick, di Bamberg (Repubblica Federale di Germania).

3. Arcivescovo José Carlos Melo, di Maceió (Brasile).

4. Arcivescovo Hugo Barrantes Ureña, di San José de Costa Rica (Costa Rica).

5. Arcivescovo João Braz de Aviz, di Maringá (Brasile).

6. Arcivescovo Juan Francisco Sarasti Jaramillo, di Cali (Colombia).

7. Arcivescovo Braulio Rodríguez Plaza, di Valladolid (Spagna).

8. Arcivescovo Fulgence Rabemahafaly, di Fianarantsoa (Madagascar).

9. Arcivescovo Stanislaus Fernandes, di Gandhinagar (India).

10. Arcivescovo Antonio Cañizares Llovera, di Toledo (Spagna).

11. Arcivescovo Marc Ouellet, di Quebec (Canada).

12. Arcivescovo Werner Thissen, di Hamburg (Repubblica Federale di Germania).

13. Arcivescovo Alois Kothgasser, di Salzburg (Austria).

14. Arcivescovo Peter Erdö, di Esztergom - Budapest (Ungheria).

15. Arcivescovo Bernard Panafieu, di Marseille (Francia).

16. Arcivescovo Hippolyte Simon, di Clermont (Francia).

17. Arcivescovo Michel Coloni, di Dijon (Francia).

18. Arcivescovo Guy Thomazeau, di Montpellier (Francia).

19. Arcivescovo Albert Rouet, di Poitiers (Francia).

20. Arcivescovo Tarcisio Bertone, di Genova (Italia).

21. Arcivescovo Flavio Calle Zapata, di Ibagué (Colombia).

22. Arcivescovo Francisco Robles Ortega, di Monterrey (Messico).

23. Arcivescovo Antonio Ciliberti, di Catanzaro - Squillace (Italia).

24. Arcivescovo Francisco Chimoio, O.F.M.Cap., di Maputo (Mozambico).

25. Arcivescovo Héctor Gonzáles Martínez, di Durango (Messico).

26. Arcivescovo José Maria Arancedo, di Santa Fe de la Vera Cruz (Argentina).

27. Arcivescovo Peter Fernando, di Madurai (India).

28. Arcivescovo Vincent Coulibaly, di Conakry (Guinea).

29. Arcivescovo Guillermo José Garlatti, di Bahía Blanca (Argentina).

30. Arcivescovo Francisco Javier Martínez Fernández, di Granada (Spagna).

31. Arcivescovo Raúl Eduardo Vela Chiriboga, di Quito (Ecuador).

32. Arcivescovo Yannis Spiteris, di Corfù (Grecia).

33. Arcivescovo Murphy Nicholas Xavier Pakiam, di Kuala Lumpur (Malesia).

34. Arcivescovo Antonio Arregui Yarza, di Guayaquil (Ecuador).

35. Arcivescovo Mario Luis Bautista Maulión, di Paraná (Argentina).

36. Arcivescovo Charles Bo, S.D.B., di Yangon (Myanmar).

37. Arcivescovo Paul Grawng, di Mandalay (Myanmar).

38. Arcivescovo Tomasz Peta, di Astana (Kazakhstan).

39. Arcivescovo Giuseppe Mani, di Cagliari (Italia).

40. Arcivescovo John Ha Tiong Hock, di Kuching (Malesia).

Ai seguenti Presuli il Pallio verrà consegnato nelle loro Sedi Metropolitane:

41. Arcivescovo Alapati Mataeliga, di Samoa-Apia (Samoa).

42. Arcivescovo Florentinus Sului Hajang Hau, M.S.F., di Samarinda (Indonesia).
…/SACRO PALLIO/… VIS 20030626 (420)

IN BREVE


IL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE DR. JOAQUÍN NAVARRO-VALLS ha rilasciato, nel pomeriggio di ieri, la seguente dichiarazione: "Il Santo Padre, come previsto, partirà il prossimo 10 luglio per Castel Gandolfo dove ha in programma una serie di attività per i prossimi mesi. Tra l'altro, il Papa si propone di finire un libro che sta scrivendo sulla sua esperienza pastorale e umana come Vescovo. Certamente, nel Suo programma non figura nessun intervento al ginocchio di cui, senza fondamento, si è parlato".

IL CARDINALE ANGELO SODANO, Segretario di Stato, inaugurerà, domenica 29 giugno, la Casa di accoglienza "Giovanni Paolo II - Opera Don Orione", (Via della Camilluccia, Roma), completamente ristrutturata e ampliata per accogliere persone disabili in pellegrinaggio a Roma. Il denaro per realizzare l'opera proviene dalle offerte donate dai pellegrini nel corso del Grande Giubileo dell'Anno 2000.
…/IN BREVE/… VIS 20030626 (140)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 26 GIU. 2003 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienze separate sei Presuli della Conferenza Episcopale dell'India in Visita "ad Limina Apostolorum:

- Il Vescovo Michael Minj, S.I., di Gumla.

- Il Vescovo Joseph Minj, di Simdega.

- Il Vescovo Gabriel Kujur, S.I., di Daltonganj.

- Il Vescovo Julis Marandi, di Dumka

- Il Vescovo Felix Toppo, S.I., di Jamshedpur, con il Vescovo emerito Joseph Robert Rodericks, S.I.
AL/…/… VIS 20030626 (80)

mercoledì 25 giugno 2003

GIOVANNI PAOLO II RIEVOCA VIAGGIO IN BOSNIA-ERZEGOVINA


CITTA' DEL VATICANO, 25 GIU. 2003 (VIS). Al termine della catechesi dell'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha presentato brevi riflessioni sul Viaggio Apostolico di domenica scorsa in Bosnia-Erzegovina, durante il quale ha beatificato il laico Ivan Merz.

"Domenica scorsa, la Provvidenza divina" - ha detto il Papa - "mi ha concesso di compiere un nuovo viaggio apostolico in Bosnia ed Erzegovina, nella città di Banja Luka, a sei anni dalla visita pastorale a Sarajevo. Un viaggio breve, ma intenso e carico di speranza per quel Paese tanto provato dai recenti conflitti. (…) Ho colto in tutti la volontà di superare le dolorose esperienze del passato per costruire, nella verità e nel perdono reciproco, una società degna dell'uomo e accetta a Dio".

Il Santo Padre ha detto ancora: "Culmine del pellegrinaggio è stata la solenne Liturgia eucaristica con la beatificazione di Ivan Merz, che ho proposto come esempio ai cattolici, e specialmente ai giovani, di quella Terra".

"Domando a Dio che, sostenuti anche dalla Comunità internazionale" - ha concluso il Pontefice - "quei popoli siano in grado di risolvere i complessi problemi ancora aperti, e possano realizzare la legittima aspirazione di vivere nella pace e di far parte dell'Europa unita".
AG/VIAGGIO BOSNIA-HERZEGOVINA/… VIS 20030625 (220)

PAOLO VI SI ADOPERÒ UNITÀ E INTENSIFICÒ AZIONE MISSIONARIA


CITTA' DEL VATICANO, 25 GIU. 2003 (VIS). Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha dedicato l'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro, alla commemorazione del 40° anniversario dell'elezione del suo predecessore, il Servo di Dio Paolo VI, alla Cattedra di Pietro, il 21 giugno 1963.

Ricordando che: "Durò quindici anni il suo ministero di Pastore universale della Chiesa (1963-1978) e fu segnato soprattutto dal Concilio Vaticano II e da una grande apertura alle esigenze dell'epoca moderna", Giovanni Paolo II ha affermato: "Ho avuto anch'io la grazia di prendere parte ai lavori conciliari e di vivere il periodo del post-Concilio. Ho potuto personalmente apprezzare l'impegno che Paolo VI non cessava di dispiegare per il necessario 'aggiornamento' della Chiesa alle esigenze della nuova evangelizzazione. Succedendogli sulla Cattedra di Pietro, è stata mia cura proseguire l'azione pastorale da lui iniziata, a lui ispirandomi come ad un 'Padre' e ad un 'Maestro'".

"Apostolo forte e mite, Paolo VI ha amato al Chiesa e ha lavorato per la sua unità e per intensificarne l'azione missionaria". - ha continuato il Pontefice - "In quest'ottica si comprende pienamente l'innovatrice iniziativa dei Viaggi apostolici, che costituisce, oggi, parte integrante del ministero del Successore di Pietro".

Giovanni Paolo II ha quindi sottolineato che Paolo VI "voleva che la Comunità ecclesiale si aprisse al mondo, senza però cedere allo spirito del mondo. Con prudente saggezza ha saputo resistere alla tentazione di 'adattarsi' alla mentalità moderna, sostenendo con evangelica fortezza difficoltà e incomprensioni e, in qualche caso, persino ostilità. Anche nei più difficili momenti non ha fatto mancare al Popolo di Dio la sua parola illuminatrice".

"Rendiamo grazie a Dio" - ha concluso Giovanni Paolo II - "per il dono di questo Pontefice, guida salda e saggia della Chiesa. (…) Alla luce della meta eterna comprendiamo meglio quanto sia urgente amare Cristo e servire la sua Chiesa con gioia. Ci ottenga questa grazia Maria, che Paolo VI, con amore filiale, volle proclamare 'Madre della Chiesa'. E sia proprio Lei, la Madonna, a stringere tra le sue braccia quel suo devoto figlio nell'eterna beatitudine riservata ai fedeli servitori del Vangelo".
AG/PAOLO VI/… VIS 20030625 (360)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 25 GIU. 2003 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Jaboticabal (Brasile), presentata dal Vescovo Luiz Eugênio Pérez, per raggiunti limiti d'età. Gli succede il Vescovo Antônio Fernando Brochini, C.S.S., finora Vescovo Coadiutore della medesima Diocesi.
RE:NER/…/PÉREZ:BROCHINI VIS 20030625 (50)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 25 GIU. 2003 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza il Cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
AP/…/… VIS 20030625 (30)

INCONTRO CONSIGLIO POSTSINODALE ASSEMBLEA SPECIALE AFRICA


CITTA' DEL VATICANO, 25 GIU. 2003 (VIS). Nei giorni 18 e 19 giugno, si è svolta l'undicesima riunione del Consiglio Postsinodale della Segreteria Generale per l'Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi. In un Comunicato reso pubblico oggi si legge che si sono riuniti al completo tutti i membri del Consiglio.

Alla riunione, presieduta dal Cardinale Jan P. Schotte, C.I.C.M., erano presenti quattro Cardinali, sei Arcivescovi, due Vescovi e quattro Membri del personale della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.

Dopo la preghiera d'inizio, il Cardinale Schotte ha illustrato l'attività della Segreteria Generale nel periodo successivo alla Decima riunione del Consiglio stesso nel giugno del 2002. I presenti sono quindi intervenuti per informare attraverso comunicazioni orali e scritte, "circa le vicende di singoli Paesi o di interi territori sopranazionali, ponendo in risalto le emergenze politiche, civili, economiche, sanitarie, che mettono a dura prova la presenza della Chiesa con il suo messaggio e la sua testimonianza di rispetto della dignità dell'uomo, nello spirito della nuova evangelizzazione".

I Membri del Consiglio hanno anche dichiarato che nelle Chiese particolari continua l'applicazione dell'Esortazione Apostolica Postsinodale 'Ecclesia in Africa', con l'opera di promozione delle Conferenze Episcopali nazionale e confederate.

La data della prossima riunione postsinodale è stata fissata per il mese di giugno 2004.
SE/CONSIGLIO:AFRICA/SCHOTTE VIS 20030625 (220)

martedì 24 giugno 2003

MUSEI VATICANI IN INTERNET, PALMARI E CELLULARI


CITTA' DEL VATICANO, 24 GIU. 2003 (VIS). Alle 12:00 di questa mattina, nella Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Sito Internet dei Musei Vaticani, presieduta dal Cardinale Edmund Szoka, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, dal quale la Direzione dei Musei dipende.

Sono interventi anche l'Arcivescovo Claudio Maria Celli, Segretario dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, dal quale dipende l'Ufficio Internet del Vaticano, e il Dottor Francesco Buranelli, Direttore dei Musei dello Stato della Città del Vaticano. Al Sito Internet dei Musei Vaticani si accede digitando: www.vatican.va

Il Cardinale Szoka ha affermato che il nuovo Sito Internet dei Musei Vaticani "arricchisce ulteriormente il Sito web della Santa Sede, creato ormai da diversi anni e in continua e progressiva espansione. Da molto tempo, la Chiesa rivolge grande attenzione ai mezzi di comunicazione sociale, al fine di poter svolgere con maggiore efficacia la propria missione universale. Lo strumento della Rete, con le sue enormi potenzialità, consente di avvicinare un numero sempre più ampio di persone e di diffondere nel mondo intero il proprio messaggio di evangelizzazione".

Il linguaggio universale della cultura e dell'arte, ha proseguito il Cardinale Szoka, è in grado di "mettere in contatto persone di culture, lingue e religioni diverse". Il Sito Internet dei Musei Vaticani potrà far conoscere le sue collezioni a turisti, collezionisti, studiosi e al grande pubblico, consentendo a tutti "la conoscenza di tanti capolavori, della loro storia e del loro significato".

Il Presidente del Governatorato ha inoltre precisato che nell'inaugurare il nuovo ingresso dei Musei Vaticani, il 7 febbraio 2000, il Santo Padre definì i Musei Vaticani "'una delle più significative porte della Santa Sede aperte sul mondo', attraverso cui si esprime 'la rinnovata volontà della Chiesa di dialogare con l'umanità nel segno dell'arte e della cultura, ponendo a disposizione di tutti il patrimonio affidatole dalla storia'".

L'Ingegner Nicola Aliperti, rappresentante della Società Hewlett Packard Italiana S.r.l., ha precisato che: "In futuro il patrimonio presente nei Musei Vaticani, definito dall'U.N.E.S.C.O. 'patrimonio dell'Umanità', sarà accessibile anche in modalità wireless attraverso l'utilizzo di palmari". Il patrimonio artistico dei Musei sarà direttamente disponibile sul personal computer, sul pocket pc e sui cellulari di ultima generazione.

L'Arcivescovo Celli, ha affermato che l'Ufficio Internet "ha curato l'implementazione, l'hardening dei sistemi e la loro sicurezza".

Il Dottor Francesco Buranelli ha affermato che il Sito "consentirà di mettere a disposizione dell'utente, l'inestimabile patrimonio artistico che questi Musei da secoli conservano e tutelano".

Per raggiungere questi risultati, ha continuato il Dottor Buranelli, "ci si è avvalsi della grande esperienza e della preziosa collaborazione dell'Ufficio Internet della Santa Sede e del supporto tecnico della Società Hewlett Packard Italiana S.r.l. per la fornitura delle macchine server. (…) Per l'ideazione e l'elaborazione della parte scientifica sono stati coinvolti i responsabili dei vari settori della Direzione dei Musei. (…) Sono state redatte 215 schede complete per le opere sezionate corredate da 120 immagini ad alta risoluzione (da zoomare) e 95 immagini a media risoluzione". Inoltre il Sito è "più facilmente consultabile in quanto l'apparato dei testi è stato integralmente tradotto nelle lingue italiana, francese, inglese, spagnola e tedesca".

Al termine della Conferenza Stampa si è svolta una dimostrazione di accesso al sito web dei Musei Vaticani attraverso PC, palmari e telefonia cellulare di ultima generazione.
OP/SITO INTERNET MUSEI VATICANI/… VIS 20030624 (560)

LIBERAZIONE DALLA POVERTÀ PER MEZZO DEL LAVORO


CITTA' DEL VATICANO, 24 GIU. 2003 (VIS). Il Vescovo Giampaolo Crepaldi, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha partecipato in qualità di Capo della Delegazione della Santa Sede, alla 91 Conferenza Internazionale del Lavoro, tenutasi a Ginevra dal 3 al 19 giugno, sul tema: "Il lavoro: liberazione dalla povertà".

Nel suo discorso, pronunciato il 16 giugno e reso pubblico oggi, il Vescovo Crepaldi ha affermato che: "l'essere umano che è privato del necessario per vivere è un essere umiliato al quale sono negati i diritti economici e sociali, e nei casi estremi, il diritto alla vita. Ma la povertà non è - o non è più - una fatalità!".

"È necessario che le istanze responsabili degli orientamenti della politica del lavoro, a livello nazionale e internazionale, prestino tutta la loro attenzione al problema fondamentale costituito dalla disoccupazione che colpisce i giovani".
DELSS/LAVORO/GINEVRA:CREPALDI VIS 20030624 (160)

BENEDIZIONE BUSTO MARMOREO DEL SERVO DI DIO PAOLO VI


CITTA' DEL VATICANO, 24 GIU. 2003 (VIS). Questa mattina, nell'atrio dell'Aula Paolo VI, il Santo Padre ha benedetto un busto marmoreo del suo predecessore Servo di Dio Paolo VI. Hanno assistito alla cerimonia numerosi membri della Curia Romana, lo scultore Floriano Bodini, l'Arcivescovo Pasquale Macchi, Segretario Particolare del defunto Pontefice, e i familiari di Papa Montini. Giovanni Paolo II ha ricordato che Paolo VI volle che l'Aula che porta il suo nome fosse "cattedra della catechesi del Papa".

Giovanni Paolo II ha anche ricordato che oggi è la festa di San Giovanni Battista, nome di battesimo del Servo di Dio Paolo VI, ed ha successivamente affermato: "Sono trascorsi quarant'anni dalla sua elezione alla Cattedra di Pietro, avvenuta il 21 giugno del 1963, e venticinque dalla sua morte, sopraggiunta a Castel Gandolfo nella solennità della Trasfigurazione del Signore, il 6 agosto del 1978".

"Il 29 giugno 1978, nell'ultima celebrazione pubblica in occasione del XV anniversario dell'elezione al Sommo Pontificato" - ha detto ancora Giovanni Paolo II - "Egli pronunciò un discorso che aveva il tono solenne ed accorato di un testamento. Mi piace rileggerne un passaggio significativo: 'Noi gettiamo uno sguardo complessivo - egli diceva - su quello che è stato il periodo durante il quale il Signore ci ha affidato la sua Chiesa… E benché ci consideriamo l'ultimo e indegno successore di Pietro, ci sentiamo a questa soglia estrema confortati e sorretti dalla coscienza di aver instancabilmente ripetuto, davanti alla Chiesa e al mondo: 'Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!': anche noi, come Paolo, sentiamo di poter dire: 'Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede…'".

"Preghiamo il Signore" - ha concluso Giovanni Paolo II - "perché anche noi, come lui, possiamo operare instancabilmente per il Regno di Dio".
AC/BUSTO PAOLO VI/… VIS 20030624 (310)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 24 GIU. 2003 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- L'Arcivescovo Félix del Blanco Prieto, che è Nunzio Apostolico in Malta, Nunzio Apostolico in Libia.

- L'Arcivescovo Renzo Fratini, che è Nunzio Apostolico in Indonesia, Nunzio Apostolico in Timor Orientale.
NN/…/DEL BLANCO PRIETO:FRATINI VIS 20030624 (50)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 24 GIU. 2003 (VIS). Il Santo Padre ha oggi ricevuto in udienze separate:

- Tre Presuli della Conferenza Episcopale dell'India, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Aleixo das Neves Dias, della Società Missionaria di Nostra Signora del Pilar, di Port Blair.

- Il Vescovo Stephen M. Tiru, di Khunti.

- Il Vescovo Charles Soreng, S.I., di Hazaribag.

- Sua Altezza Fra' Andrew Bertie, Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, e Seguito.
AL:AP/…/… VIS 20030624 (80)

GIORNATA MONDIALE TURISMO, ESORTAZIONE APOSTOLICA EUROPA


CITTA' DEL VATICANO, 24 GIU. 2003 (VIS). Giovedì 26 giugno, alle ore 11:30, presso la Sala Stampa della Santa Sede, l'Arcivescovo Stephen Fumio Hamao, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, presiederà la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la XXIV Giornata Mondiale del Turismo (27 settembre 2003), sul tema: "Il turismo: elemento propulsore di lotta contro la povertà, per la creazione di impieghi e per l'armonia sociale". Interverranno anche l'Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ed il Padre Michael Blume, S.V.D., Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.

Sabato 28 giugno, alle 11:30, avrà luogo la Conferenza Stampa di presentazione dell'Esortazione Apostolica Postsinodale "Ecclesia in Europa", alla quale interverranno il Cardinale Jan P. Schotte, C.I.C.M., Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi; il Cardinale Antonio María Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid (Spagna); l'Arcivescovo Vincent Gerard Nichols, di Birmingham (Inghilterra) e l'Arcivescovo Józef Miroslaw Zycinski, di Lublin (Polonia).
OP/TURISMO:ESORTAZIONE EUROPA/… VIS 20030624 (180)

lunedì 23 giugno 2003

COSTRUIRE RAPPORTI NUOVI DI FRATERNITÀ E COMPRENSIONE


CITTA' DEL VATICANO, 22 GIU. 2003 (VIS). Al termine dell'incontro privato con la Presidenza Collegiale della Bosnia-Erzegovina, nell'aeroporto internazionale di Banja Luka, il Santo Padre Giovanni Paolo II si è recato in autovettura panoramica al Convento della Santissima Trinità sulla collina di Petricevac, alla periferia di Banja Luka, per celebrare la Santa Messa e proclamare Beato il Servo di Dio Ivan Merz, con la partecipazione di 50.000 fedeli.

Alla celebrazione erano presenti i tre Membri della Presidenza Collegiale della Bosnia-Erzegovina, il Presidente della Repubblica Serba di Bosnia, autorità politiche e civili, il Cardinale Vinko Puljic, Arcivescovo di Vrhbosna e tutti i Vescovi della Bosnia.

Il Vangelo è stato cantato in lingua ucraina poiché nella regione di Banja Luka vive un numeroso gruppo di cattolici di rito bizantino, nati in Ucraina.

Nell'omelia il Papa ha inviato "un fraterno saluto" a Sua Beatitudine il Patriarca Pavle e ai Membri del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa serba, ha salutato anche i fedeli delle altre Comunità ecclesiali della Bosnia-Erzegovina, i fedeli della Comunità ebraica e della Comunità islamica e tutti i pellegrini giunti dalle diverse parti del Paese e dalle Nazioni vicine.

"Da questa città, segnata nel corso della storia da tanta sofferenza e tanto sangue" - ha detto il Papa - "imploro il Signore Onnipotente affinché abbia misericordia per le colpe commesse contro l'uomo, la sua dignità e la sua libertà anche da figli della Chiesa cattolica e infonda in tutti il desiderio del reciproco perdono. Soltanto in un clima di vera riconciliazione, la memoria di tante vittime innocenti e il loro sacrificio non saranno vani, ci incoraggeranno a costruire rapporti nuovi di fraternità e di comprensione".

Del nuovo Beato, il laico Ivan Merz, nato a Banja Luka nel 1896 e morto nel 1928, Giovanni Paolo II ha detto: "Giovane brillante, seppe moltiplicare i ricchi talenti naturali di cui era dotato ed ottenne numerosi successi umani: si può parlare della sua come di una vita ben riuscita. Ma la ragione per cui egli viene oggi ascritto all'albo dei Beati non è quella. Ciò che lo introduce nel coro dei Beati è il suo successo davanti a Dio. La grande aspirazione di tutta la sua vita, infatti, è stata quella di 'mai dimenticare Dio, desiderare sempre di unirsi a Lui'".

Ricordando che il Beato Merz fu "uno dei promotori del rinnovamento liturgico nella sua Patria", il Papa ha sottolineato che con la partecipazione alla Santa Messa "egli trasse la spinta a farsi apostolo dei giovani. Non a caso scelse come motto 'Sacrificio - Eucaristia - Apostolato'".

"Il nome di Ivan Merz" - ha proseguito il Pontefice - "ha significato un programma di vita e di azione per tutta una generazione di giovani cattolici. Deve continuare ad esserlo anche oggi! La vostra Patria e la vostra Chiesa, carissimi giovani, hanno vissuto momenti difficili ed ora occorre lavorare perché la vita riprenda pienamente ad ogni livello". A questo proposito il Papa ha invitato tutti "a non cedere alla tentazione dello scoraggiamento, ma a moltiplicare le iniziative perché la Bosnia-Erzegovina torni ad essere terra di riconciliazione, di incontro e di pace".

"Il futuro di queste contrade dipende anche da voi!" - ha esclamato Giovanni Paolo II - "Non cercate altrove una vita più comoda, non fuggite le vostre responsabilità aspettando che altri risolvano i problemi, ma ponete risolutamente rimedio al male con la forza del bene. Come il Beato Ivan, ricercate l'incontro personale con Cristo che illumina di luce nuova la vita. Il Vangelo sia il grande criterio che guida i vostri orientamenti e le vostre scelte!".

Il Santo Padre ha concluso l'omelia auspicando che: "La pace di Dio Padre, che sorpassa ogni sentimento, custodisca il vostro cuore e il vostro spirito nella conoscenza e nell'amore di Dio e del suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo! È la preghiera e l'augurio che, per intercessione del Beato Ivan Merz, il Papa eleva oggi per voi e per tutti i Popoli della Bosnia-Erzegovina".

Al termine della Santa Messa e prima della recita dell'Angelus, il Santo Padre ha rivolto parole di saluto in lingua tedesca, ungherese, italiana, serba e croata ai fedeli presenti ed ha auspicato che la Vergine ottenga dal Suo Figlio per tutti "la grazia di mantenere integra la fede, solida la speranza, e il fervore della carità in ogni momento".

Dopo la cerimonia di Beatificazione il Papa si è recato al Vescovado di Banja Luka per consumare la seconda colazione con i Vescovi della Bosnia-Erzegovina e con i Cardinali e i Vescovi del Seguito Papale.
PV-BOSNIA/BEATIFICAZIONE:ANGELUS/BANJA LUKA VIS 20030623 (760)
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