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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 24 gennaio 2003

GIORNATA COMUNICAZIONI SOCIALI: I MEDIA SERVIZIO PACE


CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2003 (VIS). Oggi è stato reso pubblico il testo del Messaggio annuale del Santo Padre Giovanni Paolo II per la XXXVII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebrerà il 1° giugno 2003, sul tema: "I mezzi della comunicazione sociale a servizio di un'autentica pace alla luce della 'Pacem in Terris'". Il Messaggio, datato 24 gennaio, Festa di San Francesco di Sales, Patrono della stampa cattolica, è stato pubblicato in lingua inglese, italiana, francese, spagnola, portoghese e tedesca.

Di seguito ne riportiamo alcuni estratti:

"Nei giorni bui della guerra fredda, la Lettera Enciclica del Beato Papa Giovanni XXIII 'Pacem in terris' fu un segnale di speranza per gli uomini e le donne di buona volontà. Dichiarando che la pace autentica richiede 'pieno rispetto dell'ordine stabilito da Dio', il Santo Padre ha indicato la verità, la giustizia, la carità e la libertà come pilastri di una società pacifica".

"Papa Giovanni XXIII pensava soprattutto ai media quando richiamava l'attenzione su 'la lealtà e l'imparzialità' nell'utilizzo di 'strumenti per la promozione e la diffusione della comprensione reciproca tra le nazioni', resa possibile dalla scienza e dalla tecnologia".

"Oggi, (…) la pace, la giustizia e la stabilità sociale mancano ancora in molte parti del mondo. Il terrorismo, il conflitto in Medio Oriente e in altre regioni, le minacce e le contro-minacce, l'ingiustizia, lo sfruttamento e gli attacchi alla dignità e alla santità della vita umana, sia prima sia dopo la nascita, sono sconfortanti realtà della nostra epoca. Intanto, il potere dei media nel creare rapporti umani ed influenzare la vita politica e sociale, sia nel bene che nel male, è cresciuto enormemente".

"I media e la verità. L'esigenza morale fondamentale di ogni comunicazione è il rispetto per la verità ed il servizio ad essa. (…) I mass media hanno una responsabilità ineluttabile in tal senso, poiché essi costituiscono il moderno areopago nel quale le idee vengono condivise e le persone possono maturare nella comprensione reciproca e nella solidarietà. È per questo che Papa Giovanni XXIII ha difeso il diritto 'alla libertà nella ricerca della verità e - entro i limiti dell'ordine morale e del bene comune - alla libertà di parola e di stampa' come condizioni indispensabili alla pace sociale".

"Infatti, i media spesso rendono un servizio coraggioso alla verità; ma talvolta funzionano come agenti di propaganda e disinformazione, al servizio di interessi ristretti, di pregiudizi nazionali, etnici, razziali e religiosi, di avidità materiale e di false ideologie di vario tipo. È inevitabile che le pressioni esercitate in questo senso portino i media a sbagliare; occorre dunque che tali errori vengano contrastati dagli uomini e dalle donne che operano nei media, ma anche dalla Chiesa e dagli altri gruppi responsabili".

"I media e la giustizia. (…) L'estensione globale dei media comporta al riguardo speciali responsabilità. Se è vero che i media appartengono spesso a gruppi con propri interessi, privati e pubblici, proprio la natura del loro impatto sulla vita esige che essi non favoriscano la divisione tra i gruppi - per esempio, in nome della lotta di classe, del nazionalismo esasperato, della supremazia razziale, della pulizia etnica, e così di seguito. Mettere l'uno contro l'altro in nome della religione è un errore particolarmente grave contro la verità e la giustizia, come lo è un atteggiamento discriminatorio nei confronti delle diverse convinzioni religiose, poiché esse appartengono alla sfera più profonda della dignità e della libertà della persona umana".

"I media e la libertà. La libertà è una condizione preliminare della vera pace, oltre che uno dei suoi frutti più preziosi. I media servono la libertà, servendo la verità: essi ostacolano la libertà quando si allontanano da quello che è vero, diffondendo falsità o creando un clima di insana reazione emotiva di fronte agli eventi. Solo quando le persone hanno libero accesso ad una informazione verace e sufficiente, possono perseguire il bene comune e considerare le pubbliche autorità come responsabili di esso".

"Se i media sono al servizio della libertà, essi stessi devono essere liberi e devono utilizzare questa libertà in modo corretto. Il loro 'status' privilegiato obbliga i media a porsi al di sopra delle questioni puramente economiche e a mettersi al servizio dei veri bisogni e del vero benessere della società. Sebbene una certa regolamentazione pubblica dei media, nell'interesse del bene comune, sia appropriata, il controllo governativo non lo è. I cronisti ed i giornalisti, in particolare, hanno il grave dovere di seguire le indicazioni della loro coscienza morale e di resistere alle pressioni che li sollecitano ad 'adattare' la verità, al fine di soddisfare le pretese dei ricchi e del potere politico".

"Media e amore. (…) Il Beato Papa Giovanni XXIII ha espresso questo semplice, ma profondo pensiero: (…) 'La difesa della pace deve dipendere da un principio radicalmente differente da quello che è in vigore oggi. La vera pace tra le nazioni non dipende dal possesso di un uguale rifornimento di armi, ma unicamente dalla fiducia reciproca'".

"I mezzi della comunicazione sociale sono 'attori chiave' nel mondo di oggi ed hanno un enorme ruolo da svolgere nella costruzione di questa fiducia. Il loro potere è tale che in poco tempo possono provocare una reazione pubblica positiva o negativa agli eventi, in base ai loro intenti. Le persone di buon senso si rendono conto che questo enorme potere richiede i più alti livelli di impegno per la verità ed il bene. In questo contesto gli uomini e le donne dei media sono tenuti a contribuire alla pace in ogni parte del mondo, abbattendo le barriere della diffidenza, prendendo in considerazione il punto di vista degli altri e sforzandosi sempre di incoraggiare le persone e le nazioni alla comprensione reciproca e al rispetto - e ben oltre alla comprensione e al rispetto - alla riconciliazione e alla misericordia!"

"Tutto ciò rappresenta una sfida enorme, ma non è chiedere troppo agli uomini e alle donne che operano nei media. Per vocazione ed anche per professione, essi sono chiamati ad essere agenti di verità, giustizia, libertà e amore, contribuendo con il loro così importante lavoro ad un ordine sociale 'fondato sulla verità, costruito grazie alla giustizia, nutrito e animato dalla carità, e messo in atto sotto gli auspici della libertà'".
MESS/MEDIA:PACE/GIORNATA COMUNICAZIONI VIS 20030124 (1045)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2003 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato Vescovi Ausiliari dell'Arcidiocesi di Chicago (superficie: 3.653; popolazione: 5.803.000; cattolici: 2.394.000; sacerdoti: 1.693; religiosi: 4.673; diaconi permanenti: 618), Stati Uniti d'America:

- Il Sacerdote Francis J. Kane, dal 1993 Parroco della "Saint Joseph Parish" a Wilmette. Il Vescovo eletto è nato nel 1942 a Chicago (Illinois, Stati Uniti d'America) ed è stato ordinato sacerdote nel 1969.

- Il Sacerdote Thomas J. Paprocki, dal 2000 Parroco della "Saint Constance Parish" a Chicago. Il Vescovo eletto è nato nel 1952 a Chicago (Illinois, Stati Uniti d'America) ed è stato ordinato sacerdote nel 1978.

- Il Padre Gustavo Garcia-Siller, M.Sp.S., finora Superiore del Vicariato "Cristo Sacerdote" dei Missionari dello Spirito Santo in California, che comprende il territorio degli Stati Uniti e del Canada. Il Vescovo eletto è nato nel 1956 a San Luis Potosí (Messico), nel 1975 emise la prima professione nella Congregazione dei Missionari dello Spirito Santo e fu ordinato sacerdote nel 1984.

- Ha accettato la rinuncia all'ufficio di Ausiliare dell'Arcidiocesi di Chicago (Stati Uniti d'America), presentata dal Vescovo Raymond E. Goedert, dal Vescovo John R. Gorman e dal Vescovo Thaddeus J. Jakubowski, per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato l'Arcivescovo Javier Lozano Barragán, Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, Suo Inviato Speciale alla celebrazione della XI Giornata Mondiale del Malato, che avrà luogo a Washington D.C. (Stati Uniti d'America), l'11 febbraio 2003.
NEA:RE:NA/…/… VIS 20030124 (240)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2003 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienze separate:

- Sette Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Sul I), in Visita "ad Limina Apostolorum":

- Il Vescovo Luiz Antônio Guedes, di Bauru.

- Il Vescovo Orani João Tempesta, O.Cist., di Rio Preto ed Amministratore Apostolico "sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis" dell'Abbazia territoriale di Claraval.

- Il Vescovo Francisco José Zugliani, di Amparo.

- Il Vescovo Eduardo Benes de Sales Rodrigues, di Lorena.

- Il Vescovo Gorgônio Alves da Encarnação Neto, C.R., di Itapetininga.

- Il Vescovo José Luiz Bertanha, S.V.D., di Registro.

- Il Vescovo Salvatore Paruzzo, di Ourinhos.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

Nel tardo pomeriggio è previsto che il Santo Padre riceva l'Arcivescovo Angelo Amato, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
AL:AP/…/… VIS 20030124 (140)

LE NORME CANONICHE SI RIFANNO REALTÀ CHE LE TRASCENDE


CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2003 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II ha ricevuto i partecipanti alla Giornata Accademica organizzata dal Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, in occasione del ventesimo anniversario della promulgazione del nuovo "Codex Iuris Canonici".

Giovanni Paolo II ha affermato nel suo discorso che: "In questi vent'anni si è potuto constatare fino a che punto la Chiesa avesse bisogno del nuovo Codice. Felicemente le voci di contestazione del diritto sono ormai piuttosto superate. Tuttavia, sarebbe ingenuo ignorare quanto resta da fare per consolidare nelle presenti circostanze storiche una vera cultura giuridico-canonica e una prassi ecclesiale attenta alla intrinseca dimensione pastorale delle leggi della Chiesa".

"L'intenzione che ha presieduto la redazione del nuovo 'Corpus Iuris Canonici'" - ha proseguito il Pontefice - "è stata ovviamente quella di mettere a disposizione dei Pastori e di tutti i fedeli uno strumento normativo chiaro, che contenesse gli aspetti essenziali dell'ordine giuridico. Sarebbe però del tutto semplicistico e fuorviante concepire il diritto della Chiesa come un mero insieme di testi legislativi, secondo l'ottica del positivismo giuridico. Le norme canoniche, infatti, si rifanno ad una realtà che le trascende".

"Il nuovo 'Codice di Diritto Canonico' - e questo criterio vale anche per il 'Codice dei Canoni delle Chiese Orientali' - deve essere interpretato ed applicato in quest'ottica teologica. In tal modo, si possono evitare certi riduzionismi ermeneutici che impoveriscono la scienza e la prassi canonica, allontanandole dal loro vero orizzonte ecclesiale. Ciò avviene, com'è ovvio, soprattutto quando si pone la normativa canonica al servizio di interessi estranei alla fede e alla morale cattolica".

Il Santo Padre ha ribadito che un "riduzionismo anche più pericoloso è quello che pretende di interpretare ed applicare le leggi ecclesiastiche distaccandole dalla dottrina del magistero. Secondo tale visione, i pronunciamenti dottrinali non avrebbero alcun valore disciplinare, valore che sarebbe da riconoscere soltanto agli atti formalmente legislativi". Infatti, ha continuato il Papa, "la dimensione giuridica (…), essendo teologicamente intrinseca alle realtà ecclesiali, può essere oggetto di insegnamenti magisteriali, anche definitivi".

"Una delle novità più significative" dei nuovi Codici, ha aggiunto il Santo Padre, "è la normativa che i due Testi contengono sui doveri e diritti di tutti i fedeli". La dimensione personalistica dell'ecclesiologia "consente di comprendere meglio lo specifico ed insostituibile servizio che la Gerarchia ecclesiastica deve prestare per il riconoscimento e la tutela dei diritti dei singoli e delle comunità nella Chiesa".

Infine il Papa ha ricordato che le leggi, i processi e le sanzioni canoniche, strumenti tipici "attraverso cui si esercita la 'potestas regiminis' (…) acquistano così il loro vero senso, quello di un autentico servizio pastorale". Questo servizio, ha concluso il Papa "può essere frainteso e contestato: proprio allora esso si rivela più necessario per evitare che, in nome di pretese esigenze pastorali, si prendano decisioni che possono causare e addirittura favorire inconsciamente delle vere ingiustizie".
AC/CODICE DIRITTO CANONICO/… VIS 20030124 (490)

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