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mercoledì 2 aprile 2003

PROMUOVERE FORZA DELLA LEGGE E NON LEGGE DELLA FORZA


CITTA' DEL VATICANO, 2 APR. 2003 (VIS). L'Arcivescovo Celestino Migliore, Nunzio Apostolico ed Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, è intervenuto ieri, a New York, alla Sessione del 2003 della Commissione sul Disarmo. Il testo del suo intervento, in lingua inglese, è stato reso pubblico oggi.

L'Arcivescovo Migliore ha affermato: "Alcuni mesi fa, la Delegazione della Santa Sede ha dichiarato davanti al Primo Comitato della LVII Sessione dell'Assemblea Generale dell'O.N.U. che le antiche dottrine della deterrenza nucleare, prevalenti durante la Guerra Fredda, devono portare ora a misure concrete di disarmo, fondate sul dialogo e sul negoziato multilaterale, valori essenziali nel processo di disarmo. Attraverso gli strumenti del diritto internazionale, (…) si deve promuovere l'effettiva affermazione della cultura della vita e della pace, fondata sui valori della responsabilità, della solidarietà e del dialogo".

L'Osservatore Permanente ha ribadito che: "Queste parole sembrano ancor più significative oggi che il mondo ancora una volta si trova a dover sentire il rimbombo crescente delle armi. Ci troviamo di fronte a due prospettive opposte: la prima basata sulla convinzione che i conflitti si possono risolvere attraverso una determinata e ampia disponibilità al negoziato, secondo la saggezza del diritto; la seconda prospettiva sostiene che, di fronte a minacce elusive e ricorrenti, la forza è più efficace e diretta. Tuttavia, la seconda riduce la cooperazione internazionale per il disarmo piuttosto che promuoverlo, causando negative ripercussioni sul multilateralismo. La presente sessione deve lanciare un chiaro messaggio a favore della forza della legge opposta alla legge della forza".

Il Nunzio ha sottolineato che occorre privilegiare "le tecniche di mediazione, negoziato e verifica" ricercando "modi e mezzi di realizzare il disarmo nucleare" ed ha ribadito "il sostegno della Santa Sede ai principi e all'effettiva implementazione degli obiettivi enunciati nel Trattato di Non-Proliferazione Nucleare (NPT) e nel Documento Finale della Conferenza di revisione del 2000".

L'Arcivescovo Migliore ha affermato che: "La straordinaria mobilitazione di uomini e donne che vediamo quasi dappertutto, in questi giorni, indica che la causa della pace fa grandi progressi nella coscienza dell'umanità. Dimostra sempre più, l'aspirazione autentica dei popoli a vivere nella sicurezza, nella giustizia, nella speranza e nella cultura della pace, che - è bene ricordarlo - s'incentra sul valore dell'essere umano, sul dialogo rispettoso e la coesistenza fra i popoli".

In conclusione del suo discorso, l'Arcivescovo ha affermato che: "Questo è il momento in cui ognuno di noi, consapevole della gravità della situazione attuale, quando si deve scegliere il diritto per prevalere sulla forza, deve essere animato da un profondo senso di responsabilità nel processo di disarmo".
DELSS/DISARMO:PACE/O.N.U.:MIGLIORE VIS 20030402 (440)

UDIENZA GENERALE: SCORGERE SEGNI AZIONE DIVINA NEL TEMPO


CITTA' DEL VATICANO, 2 APR. 2003 (VIS). Tema della catechesi del Santo Padre Giovanni Paolo II per l'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro, è stato il Cantico del Profeta Isaia: "Inni al Signore vittorioso e salvatore".

Il Cantico del Capitolo 42 del Libro di Isaia, composto al tempo del ritorno degli Ebrei dall'esilio di Babilonia, si apre, ha detto il Papa, con un appello "a 'cantare al Signore un canto nuovo'" per lodarlo di aver liberato il suo popolo e di averlo tratto in salvo. "Tutti gli abitanti della terra sono invitati a formare come un immenso coro per acclamare il Signore con esultanza e dargli gloria".

Il Santo Padre ha ricordato che il Signore "'per molto tempo' ha 'fatto silenzio', cioè non è intervenuto. Il silenzio divino è spesso motivo di perplessità per il giusto e persino di scandalo. (…) Tuttavia non si tratta di un silenzio che indica un'assenza, quasi che la storia sia lasciata in mano ai perversi e il Signore rimanga indifferente e impassibile". In questo silenzio, ha aggiunto il Pontefice, "il Signore fa sorgere un mondo nuovo, un'era di libertà e di salvezza. (…) Il cammino si fa agile e la speranza fiorisce, rendendo possibile continuare a confidare in Dio e nel suo futuro di pace e di felicità".

"Ogni giorno il credente" - ha concluso il Santo Padre - "deve saper scorgere i segni dell'azione divina, anche quando essa è nascosta dal fluire, apparentemente monotono e senza meta, del tempo. (…) Scoprire, con gli occhi della fede, questa presenza divina nello spazio e nel tempo, ma anche in noi stessi, è sorgente di speranza e di fiducia, anche quando il nostro cuore è turbato. (…) Il Signore, infatti, entra in scena per reggere e giudicare 'il mondo con giustizia e con verità tutte le genti'".
AG/CANTICO ISAIA/… VIS 20030402 (320)
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