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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 7 giugno 2004

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2004 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Riohacha (Colombia), presentata dal Vescovo Armando Larios Jiménez, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

- Ha nominato Don Giovanni D'Alise, finora Parroco della Parrocchia Sant'Alfonso Maria de' Liguori di Cancello Scalo, Vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia (superficie: 781; popolazione: 71.942; cattolici: 71.329; sacerdoti: 50; religiosi: 82), Avellino, Italia. Il Vescovo eletto è nato a Napoli nel 1948 ed è stato ordinato sacerdote nel 1972.
RE:NER/…/LARIOS:D'ALISE VIS 20040607 (110)

IN BREVE


OGGI È STATO RESO PUBBLICO IL TESTO DI UNA LETTERA DEL SANTO PADRE indirizzata al Vescovo Heinz Josef Algermissen, di Fulda (Repubblica Federale di Germania), in occasione del 1250° anniversario del martirio di San Bonifacio, "Apostolo della Germania", la cui memoria liturgica ricorre il 5 giugno.

IN OCCASIONE DELLA XXXIV ASSEMBLEA GENERALE DELL'ORGANIZZAZIONE DEGLI STATI AMERICANI (OSA), che si tiene dal 6 all'8 giugno a Quito (Ecuador), il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, su incarico del Santo Padre Giovanni Paolo II, ha fatto pervenire una lettera al Presidente dell'Assemblea Ambasciatore Patricio Zuquilanda, Ministro degli Affari Esteri dell'Ecuador e ai Ministri degli Affari Esteri degli Stati Americani e del Caribe che partecipano all'Incontro. Il Cardinale Segretario di Stato ricorda le parole che il Santo Padre pronunciò 25 anni fa, in occasione della sua visita alla sede dell'OSA a Washington: "La pace è un dono prezioso che voi cercate di assicurare ai vostri popoli. Voi siete d'accordo con me che non è la corsa agli armamenti che permette di conservare una pace duratura". Il Cardinale Sodano invita i Paesi dotati di maggiori risorse economiche a finanziare progetti di sviluppo "che costituiscono il fondamento di una pace duratura".
…/IN BREVE/… VIS 20040607 (200)

UNITÀ DEI CATTOLICI CONTRIBUISCE ALL'ECUMENISMO

CITTA' DEL VATICANO, 6 GIU. 2004 (VIS). Alle 9:45 di questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II ha lasciato la Residenza Viktoriaheim per recarsi al prato dell'Allmend di Bern, spianata davanti al Palazzo del ghiaccio del BEA Bern Expo, dove nella serata di ieri si è svolto l'incontro con i giovani. Alle 10:30 Giovanni Paolo II ha presieduto la Santa Messa concelebrata da Vescovi svizzeri e di altri paesi e da numerosi sacerdoti. Era presente anche il Presidente della Confederazione Elvetica, Signor Joseph Deiss.

Nell'omelia, pronunciata davanti a 70.000 fedeli, il Papa ha affermato: "La celebrazione del mistero della Santissima Trinità costituisce per i cristiani ogni anno un forte richiamo all'impegno per l'unità. È un richiamo che tocca tutti, Pastori e fedeli, e tutti spinge ad una rinnovata consapevolezza della propria responsabilità nella Chiesa, Sposa di Cristo. Come non sentire impellente, di fronte a queste parole di Cristo, l'assillo ecumenico? Riaffermo anche in questa circostanza, la volontà di avanzare sulla via difficile, ma ricca di gioia, della piena comunione di tutti i credenti".

"È certo tuttavia che un forte contributo alla causa ecumenica", ha proseguito il Pontefice - "viene dall'impegno dei cattolici di vivere l'unità al proprio interno. (…) Una Chiesa locale in cui fiorisca la spiritualità della comunione saprà purificarsi costantemente dalle 'tossine' dell'egoismo, che generano gelosie, diffidenze, smanie di auto-affermazione, contrapposizioni deleterie".

Il Papa ha detto ancora che: "L'evocazione di questi rischi suscita in noi una spontanea preghiera allo Spirito Santo, che Gesù ha promesso di inviarci: 'Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera'. Che cos'è la verità? Gesù ha detto un giorno: 'Io sono la via, la verità e la vita'. La giusta formulazione della domanda non è dunque 'Che cos'è la verità?', ma 'Chi è la verità?'. Questa è la domanda che si pone anche l'uomo del terzo millennio. Cari Fratelli e Sorelle, non possiamo tacere la risposta, perché noi la conosciamo! La verità è Gesù Cristo, venuto nel mondo per rivelarci e donarci l'amore del Padre. Siamo chiamati a testimoniare questa verità con la parola e soprattutto con la vita!".

Ribadendo che la Chiesa "è missione", Giovanni Paolo II ha detto che è giunto il tempo "di preparare giovani generazioni di apostoli che non abbiano paura di proclamare il Vangelo. Per ogni battezzato è essenziale passare da una fede di abitudine a una fede matura, che s'esprima in scelte personali chiare, convinte, coraggiose. Solo una fede così, celebrata e condivisa nella liturgia e nella carità fraterna, può nutrire e fortificare la comunità dei discepoli del Signore ed edificarla in Chiesa missionaria, libera da false paure perché sicura dell'amore del Padre".

L'amore di Dio, ha detto ancora il Papa, "non è un merito nostro; è un dono gratuito. Nonostante il peso dei nostri peccati, Dio ci ha amati e ci ha redenti nel sangue di Cristo. La sua grazia ci ha risanati nel profondo. (…) 'Come è grande, Signore, il tuo amore su tutta la terra!' Come è grande in me, negli altri, in ogni essere umano!", ha esclamato il Pontefice. "È questa la vera sorgente della grandezza dell'uomo, questa la radice della sua indistruttibile dignità. In ogni essere umano si rispecchia l'immagine di Dio. Sta qui la più profonda 'verità' dell'uomo, che in nessun caso può essere disconosciuta o violata. Ogni oltraggio recato all'uomo si rivela, in definitiva, un oltraggio al suo Creatore, che lo ama con amore di Padre".

"La Svizzera" - ha concluso Giovanni Paolo II - "ha una grande tradizione in fatto di rispetto per l'uomo. È una tradizione che sta sotto il segno della Croce: la Croce Rossa! Cristiani di questo nobile Paese, siate sempre all'altezza di questo vostro glorioso passato! In ogni essere umano sappiate riconoscere ed onorare l'immagine di Dio! Nell'uomo creato da Dio si rispecchia la gloria della Santissima Trinità".

Al termine della Messa e prima della recita dell'Angelus, il Papa ha affidato il Popolo svizzero alla Vergine, con queste parole: "Alla Vergine Santa rinnovo quest'oggi l'affidamento del Popolo svizzero. Vegli Maria sulle famiglie, custodendo l'amore coniugale e sostenendo la missione dei genitori. Conforti gli anziani e li aiuti a non far mancare alla società il loro prezioso contributo. Alimenti nei giovani il senso dei valori e l'impegno nel perseguirli. Ottenga per l'intera comunità nazionale la costante e concorde volontà di costruire insieme un Paese prospero e pacifico, al tempo stesso attento e solidale verso quanti sono in difficoltà".

"A Maria" - ha detto ancora il Papa - "vorrei, in modo speciale, affidare la gioventù della Svizzera, alla quale il Papa guarda con affetto e gratitudine. Da cinque secoli, infatti, sono i giovani di questo Paese ad assicurare al Successore di Pietro e alla Santa Sede il prezioso e stimato servizio della Guardia Svizzera Pontificia. Nella generosa fedeltà delle Guardie Svizzere tutti possono ammirare lo spirito di fede e di amore alla Chiesa di tanti cattolici svizzeri".

Giovanni Paolo II ha invocato infine la Vergine Santa affinché "aiuti la vostra Nazione a conservare l'armonia e l'unità fra i vari gruppi linguistici ed etnici che la compongono, valorizzando l'apporto di ciascuno. Con questi sentimenti, recitiamo insieme la preghiera dell'Angelus, mirabile compendio di tutto il Vangelo".

Dopo la seconda colazione nella Casa delle Sorelle della Carità della Santa Croce, il Papa ha preso congedo dalle suore, dai residenti e dal personale di assistenza e, alle 17:15, ha partecipato all'Incontro con l'Associazione delle ex Guardie Svizzere, nel piazzale antistante la Residenza.

"Il Successore di Pietro" - ha detto il Santo Padre - "ha uno speciale debito di riconoscenza verso la comunità cattolica di questo Paese, perché da essa provengono le Guardie Svizzere che da cinque secoli svolgono" un "singolare servizio al Pontefice". Ai Membri dell'Associazione, il Papa ha detto: "Vi ringrazio vivamente per quanto avete fatto e continuate a fare e vi incoraggio a perseverare nel vostro impegno di testimonianza a Cristo e di fedeltà alla Chiesa in mezzo ad un mondo che cambia".

Infine Giovanni Paolo II si è recato all'aeroporto militare di Payerne, e dopo la cerimonia di congedo e il saluto al Presidente Deiss, è ripartito alla volta di Roma.
PV-SVIZZERA/ANGELUS:GUARDIA SVIZZERA/BERNA VIS 20040607 (1030)

NORMALIZZAZIONE RAPPORTI DIPLOMATICI SVIZZERA-SANTA SEDE

CITTA' DEL VATICANO, 5 GIU. 2004 (VIS). Alle 11:30 di questa mattina, il Santo Padre Giovanni Paolo II è giunto all'aeroporto militare di Payerne, a circa 60 chilometri dalla capitale Berna, dando inizio al Viaggio Apostolico in Svizzera, il terzo nel Paese dall'inizio del suo Pontificato. Ad accogliere Giovanni Paolo II all'aeroporto, il Presidente della Confederazione Elvetica, Signor Joseph Deiss, insieme a numerose Autorità civili e religiose, fra le quali l'Arcivescovo Giacomo De Nicolò, Nunzio Apostolico ed il Vescovo Amédée Grab, di Chur, Presidente della Conferenza Episcopale Svizzera.

Nel discorso di benvenuto, il Presidente Deiss ha annunciato che la Svizzera, dopo la rottura dei rapporti diplomatici con la Santa Sede nel 1873 e la designazione di un Ambasciatore in missione speciale nel 1991, normalizzerà i rapporti diplomatici con la Santa Sede, mediante l'invio a Roma di un Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario nella persona del Signor Hansrudolf Hoffman, attualmente residente a Praga, che l'Annuario Pontificio 2004 indica come "Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario in missione speciale presso la Santa Sede".

Nonostante l'anomalia della situazione, la Santa Sede ha un Nunzio Apostolico in Svizzera. Il primo fu inviato dal Pontefice a Lucerna nel 1597 a rappresentare la Chiesa presso i Cantoni cattolici. Fino al XIX secolo i suoi successori risiedevano a Soleure.

Nel discorso pronunciato all'arrivo, il Santo Padre, definendo la Svizzera, "crocevia di idiomi e di culture", ha affermato di aver voluto recarvisi "per incontrare un popolo custode di antiche tradizioni e aperto alla modernità. (…) Scopo di questo mio pellegrinaggio apostolico è di incontrare i giovani cattolici della Svizzera in occasione del loro raduno nazionale. Li incontrerò questa sera nella Bern Arena e sarà festa per loro ed anche per me".

"È il dovere di annunciare il Vangelo di Cristo a spingermi sui sentieri del mondo" - ha affermato il Santo Padre - "per riproporlo agli uomini e alle donne del terzo millennio, in particolare alle nuove generazioni. Cristo è il Redentore dell'uomo! Chi crede in Lui e lo segue diventa costruttore della civiltà dell'amore e della pace. Cari abitanti della Svizzera, mi permetto di bussare idealmente al cuore di ognuno di voi, entrando nelle vostre case e nei vari luoghi dove vivete e svolgete le vostre quotidiane attività. A tutti vorrei riproporre il gioioso annuncio evangelico di Cristo Salvatore, offrendo a ciascuno l'augurio della sua pace".

Al termine della cerimonia di benvenuto, il Papa ha raggiunto a bordo di un'autovettura speciale, la Residenza di Viktoriaheim, Casa delle Suore di Carità della Santa Croce, dove alloggiano 75 religiose e circa 80 anziani, per la seconda colazione.

Alle 18:00, dopo il saluto del Sindaco di Berna e dei sei Membri del Consiglio Municipale, il Papa si è recato al Palaghiaccio della Bern Expo per l'incontro con i giovani. Il Palaghiaccio, struttura sportiva che dispone di 16.000 posti, ha potuto accogliere, dopo l'allestimento del podio papale, circa 14.000 giovani. L'incontro del Santo Padre con i giovani, provenienti da tutta la Svizzera e rappresentanti le diverse regioni linguistiche del paese, ha rappresentato il culmine della giornata.

Il Vescovo Amédée Grab ha rivolto un indirizzo di saluto al Santo Padre, seguito da una coreografia che illustrava il Salmo 8 e da una testimonianza di fede offerta da tre giovani di lingua tedesca, francese e italiana. Al termine del discorso del Papa i giovani hanno cantato "Levons-nous", inno composto per l'occasione ed hanno recitato il Padre Nostro. Infine Giovanni Paolo II ha impartito a tutti i presenti la Benedizione Apostolica.

La parola del Signore "Lève-toi!", ha ricordato il Pontefice, tratta dal Vangelo secondo Luca, è pronunciata dal Signore al giovane di Nain, e narra di un incontro: da una parte il mesto corteo che accompagna al cimitero il giovane figlio di una madre vedova, dall'altra il gruppo dei discepoli che seguono Gesù. "Anche oggi, giovani amici, ci si può trovare a far parte di quel triste corteo che avanza sulla strada del villaggio di Nain" - ha detto Giovanni Paolo II ai giovani - "Ciò avviene se vi lasciate andare alla disperazione, se i miraggi della società dei consumi vi seducono e vi distolgono dalla vera gioia per inghiottirvi in piaceri passeggeri, se l'indifferenza e la superficialità vi avvolgono, se di fronte al male e alla sofferenza dubitate della presenza di Dio e del suo amore per ogni persona, se ricercate nella deriva di un'affettività disordinata l'appagamento della sete interiore di amore vero e puro".

"Proprio in tali momenti Cristo si accosta a ciascuno di voi e, come al ragazzo di Nain, rivolge la parola che scuote e risveglia: 'Alzati'. 'Accogli l'invito che ti rimette in piedi!'".

"Il Cristianesimo non è un semplice libro di cultura o un'ideologia, e neppure soltanto un sistema di valori o di principi, seppur elevati. Il Cristianesimo è una persona, una presenza, un volto: Gesù, che dà senso e pienezza alla vita dell'uomo".

"Non abbiate paura di incontrare Gesù" - ha detto Giovanni Paolo II ai giovani - "Anch'io, come voi, ho avuto vent'anni. Mi piaceva fare sport, sciare, recitare. Studiavo e lavoravo. Avevo desideri e preoccupazioni. In quegli anni ormai lontani, in tempi in cui la mia terra natale era ferita dalla guerra e poi dal regime totalitario, cercavo il senso da dare alla mia vita. L'ho trovato nella sequela del Signore Gesù".

"Ecco il secondo invito che ti rivolgo: 'Ascolta!'" - ha detto ancora il Santo Padre - "Non ti stancare di allenarti alla disciplina difficile dell'ascolto. Ascolta la voce del Signore che ti parla attraverso gli avvenimenti della vita quotidiana, attraverso le gioie e le sofferenze che l'accompagnano, le persone che ti stanno accanto, la voce della coscienza assetata di verità, di felicità, di bontà e di bellezza. Se saprai aprire il cuore e la mente con disponibilità, scoprirai 'la tua vocazione', quel progetto cioè che da sempre Iddio, nel suo amore, ha pensato per te".

"La Chiesa ha bisogno delle vostre energie, del vostro entusiasmo, dei vostri ideali giovanili" - ha concluso il Pontefice - "per far sì che il Vangelo permei il tessuto della società e susciti una civiltà di giustizia autentica e di amore senza discriminazioni".
PV-SVIZZERA/ARRIVO:GIOVANI/BERNA VIS 20040607 (1020)
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