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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 29 aprile 2005

IN MEMORIAM


CITTA' DEL VATICANO, 29 APR. 2005 (VIS). Di seguito riportiamo i dati relativi ai Presuli scomparsi nelle ultime settimane:

- Il Vescovo Alessandro Assolari, S.M.M., emerito di Mangochi (Malawi), il 13 aprile, all'età di 76 anni.

- Il Vescovo Edward Dennis Head, emerito di Buffalo (Stati Uniti d'America), il 29 marzo, all'età di 85 anni.

- Il Vescovo Joakim Herbut, di Skopje (Macedonia), il 15 aprile, all'età di 77 anni.

- Il Vescovo Vicente Salgado y Garrucho, emerito di Romblon (Filippine), il 9 aprile, all'età di 68 anni.
.../DEFUNTI/.... VIS 20050429 (90)

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 29 APR. 2005 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Il Cardinale Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

- L'Arcivescovo Angelo Amato, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
AP/.../... VIS 20050429 (60)

GIURAMENTO 6 MAGGIO 31 NUOVE RECLUTE GUARDIE SVIZZERE

CITTA' DEL VATICANO, 29 APR. 2005 (VIS). Alle 17:00 di venerdì 6 maggio, nel Cortile San Damaso del Palazzo Apostolico, 31 guardie arruolate negli ultimi 12 mesi presteranno giuramento come Alabardieri della Guardia Svizzera Pontificia, davanti ai membri della Curia Romana, le rappresentanze delle legazioni diplomatiche presso la Santa Sede e le Autorità militari, civili e religiose della Svizzera. Le reclute presteranno giuramento in quattro lingue: 25 in lingua tedesca, quattro in lingua francese, una in lingua italiana ed una in lingua romancia. Il Comandante ed i 110 membri del Corpo indosseranno l'uniforme di gala.

La Guardia Svizzera Pontificia fu fondata nel 1506 da Papa Giulio II della Rovere come Corpo stabile, direttamente dipendente dalla Santa Sede, con il compito di garantire la protezione ravvicinata del Santo Padre e la sorveglianza del Palazzo Apostolico.

La mattina del 6 maggio, alle 7:30, sarà celebrata nella Basilica Vaticana la Santa Messa per le guardie e i loro familiari, parenti ed amici. Alle 9:00, l'Arcivescovo Leonardo Sandri, Sostituto della Segreteria di Stato, conferirà le decorazioni Militari agli appartenenti al Corpo ed il Comandante del Corpo deporrà una corona d'alloro davanti al monumento ai caduti, in commemorazione dell'eroica morte di 147 dei 189 soldati elvetici, caduti in difesa del Sommo Pontefice Clemente VII, nel Sacco di Roma del 6 maggio 1527, perpetrato dalle truppe dell'Imperatore Carlo V.

Il Cappellano delle Guardie Svizzere darà lettura del giuramento: "Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice Benedetto XVI e i suoi legittimi successori, come pure di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, ove occorra, anche la vita per la loro difesa. Assumo del pari questi impegni riguardo al Sacro Collegio dei Cardinali per la durata della Sede vacante. Prometto inoltre al Capitano Comandante e agli altri miei superiori rispetto, fedeltà e ubbidienza. Giuro di osservare tutto quello che l'onore della mia posizione esige da me".

Ogni singola guardia confermerà nella sua lingua materna il giuramento: "Giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto, che Iddio e i Suoi Santi mi assistano". I Santi patroni della Guardia Svizzera Pontificia sono San Martino di Tours, San Sebastiano e San Nikalus von Flue, "difensore della pace e Padre della Nazione".

Il Corpo è composto da 110 cittadini svizzeri maschi, di religione cattolica, di altezza superiore a 174 cm, che hanno meno di 30 anni, e con una formazione professionale attestata con diploma o Maturità precedentemente conseguiti. L'aver frequentato la scuola reclute nell'esercito svizzero fa parte delle condizioni di ammissione. Chi diventa Alabardiere deve avere meno di 30 anni ed essere celibe. È possibile sposarsi solo dopo aver acquisito il grado di Caporale. Le Guardie abitano senza eccezione in Vaticano. La durata di servizio minima è di due anni.
GS/GIURAMENTO:RECLUTE/... VIS 20050429 (480)

BENEDETTO XVI A BARI CONCLUSIONE CONGRESSO EUCARISTICO


CITTA' DEL VATICANO, 29 APR. 2005 (VIS). A fine mattinata, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Dr. Joaquín Navarro-Valls, ha rilasciato ai giornalisti la seguente dichiarazione:

"Posso confermare che il Santo Padre Benedetto XVI si recherà a Bari nella mattinata del 29 maggio, Solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo, per la conclusione del XXIV Congresso Eucaristico nazionale".
OP/PAPA:CONGRESSO EUCARISTICO/NAVARRO-VALLS VIS 20050429 (70)

giovedì 28 aprile 2005

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 28 APR. 2005 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma.

- Il Cardinale Bernardin Gantin, Decano emerito del Collegio Cardinalizio.

- L'Arcivescovo Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano; Presidente della Fabbrica di San Pietro.

- Il Cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, Arcivescovo di Santiago del Cile (Cile), Presidente del Consiglio Episcopale per l'America Latina.

- Il Vescovo Carlos Aguiar Retes, di Texcoco (Messico); Primo Vice-Presidente del Consiglio Episcopale per l'America Latina.

- L'Arcivescovo Geraldo Lyrio Rocha, di Vitória da Conquista (Brasile); Secondo Vice-Presidente del Consiglio Episcopale per l'America Latina.

- Il Cardinale Pedro Rubiano Sáenz, Arcivescovo di Bogotá (Colombia); Tesoriere del Consiglio Episcopale per l'America Latina.

- Il Vescovo Andrés Stanovnik, O.F.M.Cap., di Reconquista (Argentina); Segretario Generale del Consiglio Episcopale per l'America Latina.
AP/.../.. VIS 20050428 (160)

IN BREVE


L'OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE presso l'U.N.E.S.C.O., Monsignor Francesco Follo, è intervenuto ieri a Parigi (Francia), in merito al progetto di Convenzione sulla promozione della diversità dei contenuti culturali e delle espressioni artistiche, in occasione dell'Assemblea Plenaria del Consiglio Esecutivo dell'U.N.E.S.C.O. "La comunità internazionale" - ha affermato il Presule - "deve riconoscere, come parte integrante del patrimonio culturale ed artistico dell'intera umanità, i beni culturali di interesse religioso, non solo nella dimensione estetica, ma anche nella loro specificità di espressioni storiche della testimonianza di fede e dei valori spirituali".

DAL 18 AL 25 APRILE SI È TENUTO A BANGKOK (THAILANDIA) lo XI Congresso dell'Organizzazione delle Nazioni Unite sulla prevenzione dei crimini e la giustizia penale. Nel suo intervento, del 25 aprile scorso, l'Arcivescovo Salvatore Pennacchio, Nunzio Apostolico in Thailandia, ha fatto riferimento ad alcuni temi legati alla prevenzione del crimine e alla giustizia penale che preoccupano la Santa Sede: il traffico di esseri umani, la vendita e il possesso di armi da fuoco, la corruzione, i crimini di guerra, ed ha sottolineato la necessità di attuare con efficacia le regole elaborate dall'O.N.U. relativamente ad un trattamento equo dei prigionieri e dei minori.
.../IN BREVE/... VIS 20050428 (200)

mercoledì 27 aprile 2005

PRIMA UDIENZA GENERALE: SCELTA DEL NOME BENEDETTO

CITTA' DEL VATICANO, 27 APR. 2005 (VIS). Nella sua prima Udienza Generale, tenuta questa mattina in Piazza San Pietro con la partecipazione di 15.000 fedeli, il Santo Padre Benedetto XVI ha reso nuovamente grazie a Dio per la sua elezione a Successore di Pietro ed ha spiegato la scelta del nome Benedetto.

Il Santo Padre ha detto di sperimentare in questi giorni d'inizio del suo Ministero petrino "stupore e gratitudine nei confronti di Dio che ha sorpreso innanzitutto me stesso, chiamandomi a succedere all'apostolo Pietro; interiore trepidazione dinanzi alla grandezza del compito e delle responsabilità che mi sono state affidate. Mi dà però serenità e gioia la certezza dell'aiuto di Dio, della sua Madre Santissima, la Vergine Maria, e dei santi Protettori; mi è di sostegno anche la vicinanza spirituale dell'intero Popolo di Dio al quale, come domenica scorsa ho avuto modo di ripetere, continuo a chiedere di accompagnarmi con insistente preghiera".

Nel riprendere le tradizionali Udienze Generali del mercoledì, ed in questo primo incontro - ha detto il Papa - "vorrei anzitutto soffermarmi sul nome che ho scelto divenendo Vescovo di Roma e Pastore universale della Chiesa. Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi idealmente al venerato Pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l'apporto di tutti".

"Il nome Benedetto evoca, inoltre" - ha proseguito il Pontefice - "la straordinaria figura del grande 'Patriarca del monachesimo occidentale', San Benedetto da Norcia, compatrono d'Europa insieme ai santi Cirillo e Metodio. La progressiva espansione dell'Ordine benedettino da lui fondato ha esercitato un influsso enorme nella diffusione del cristianesimo in tutto il Continente. San Benedetto è perciò molto venerato in Germania e, in particolare, nella Baviera, la mia terra d'origine; costituisce un fondamentale punto di riferimento per l'unità dell'Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà".

"All'inizio del mio servizio come Successore di Pietro" - ha detto ancora il Santo Padre - "chiedo a San Benedetto di aiutarci a tenere ferma la centralità di Cristo nella nostra esistenza. Egli sia sempre al primo posto nei nostri pensieri e in ogni nostra attività!".

Prima della conclusione dell'Udienza, Benedetto XVI ha annunciato che come Papa Giovanni Paolo II fece all'inizio del suo Pontificato, "quando volle proseguire le riflessioni avviate dal suo Predecessore sulle virtù cristiane, così anch'io intendo riproporre nei prossimi appuntamenti settimanali il commento da lui preparato sulla seconda parte dei Salmi e Cantici che compongono i Vespri. Con il prossimo mercoledì riprenderò proprio da dove si erano interrotte le sue catechesi, nell'Udienza generale del 26 gennaio scorso".

Infine il Santo Padre ha dato lettura in inglese, francese, spagnolo e tedesco, della sintesi della catechesi pronunciata in italiano. Successivamente ha rivolto brevi parole di saluto in lingua croata, slovena e polacca, a vari gruppi e ha terminato salutando i 1.000 fedeli dell'Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, accompagnati dall'Arcivescovo Riccardo Fontana.
AG/BENEDETTO/... VIS 20050427 (550)

martedì 26 aprile 2005

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2005 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Nasrallah Pierre Sfeir, Patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano), e Seguito.

- Il Cardinale Stephen Kim Sou-hwan, Arcivescovo emerito di Seoul (Corea).

- Il Cardinale Rosalio José Castillo Lara, S.D.B., Presidente emerito della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.

Ieri il Santo Padre ha ricevuto in udienza l'Arcivescovo Angelo Amato, S.D.B., Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
AP/.../... VIS 20050426 (90)

"IL MANDATO MISSIONARIO DI CRISTO È PIÙ CHE MAI ATTUALE"


CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2005 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, Papa Benedetto XVI si è recato alla Basilica di San Paolo fuori le Mura, sua prima visita fuori del Vaticano, per esprimere il legame inseparabile della Chiesa di Roma con l'Apostolo delle Genti. Erano presenti 35 Cardinali e i Rappresentanti di altre confessioni cristiane.

Il Papa ha salutato ed impartito la benedizione alle migliaia di fedeli presenti in Basilica e si è fermato ad accarezzare e baciare alcuni bambini.

All'inizio della cerimonia, il Papa si è rivolto ai presenti con le parole della Lettera di San Paolo ai Romani (1, 1-6.8-9.11-12.14-15), e dopo la venerazione del Sepolcro dell'Apostolo, ha tenuto l'omelia.

La visita di oggi, ha affermato Benedetto XVI, è "un pellegrinaggio tanto desiderato, un gesto di fede, che compio a nome mio, ma anche a nome della diletta Diocesi di Roma, della quale il Signore mi ha costituito Vescovo e Pastore, e della Chiesa universale affidata alle mie premure pastorali. Un pellegrinaggio, per così dire, alle radici della missione, di quella missione che Cristo risorto affidò a Pietro, agli Apostoli e, in modo singolare, anche a Paolo, spingendolo ad annunciare il Vangelo alle genti, fino a giungere in questa Città, dove, dopo avere a lungo predicato il Regno di Dio (At 28,31), rese con il sangue l'estrema testimonianza al suo Signore, che lo aveva 'conquistato' (Fil 3,12) e inviato".

"Come Successore di Pietro" - ha sottolineato il Santo Padre - "sono qui per ravvivare nella fede questa 'grazia dell'apostolato', perché Dio, secondo un'altra espressione dell'Apostolo delle genti, mi ha affidato 'la sollecitudine per tutte le Chiese' (2 Cor 11,28). È dinanzi ai nostri occhi l'esempio del mio amato e venerato predecessore Giovanni Paolo II, un Papa missionario, la cui attività così intensa, testimoniata da oltre cento viaggi apostolici oltre i confini d'Italia, è davvero inimitabile. Che cosa lo spingeva ad un simile dinamismo se non lo stesso amore di Cristo che trasformò l'esistenza di San Paolo (cfr 2 Cor 5,14)? Voglia il Signore alimentare anche in me un simile amore, perché non mi dia pace di fronte alle urgenze dell'annuncio evangelico nel mondo di oggi. La Chiesa è per sua natura missionaria, suo compito primario è l'evangelizzazione".

"All'inizio del terzo millennio" - ha proseguito Benedetto XVI - "la Chiesa sente con rinnovata vivezza che il mandato missionario di Cristo è più che mai attuale. (...) Mi è caro qui ricordare il motto che San Benedetto pose nella sua 'Regola', esortando i suoi monaci a 'nulla assolutamente anteporre all'amore di Cristo' (cap. 4). (...) La passione per Cristo lo portò a predicare il Vangelo non solo con la parola, ma con la stessa vita, sempre più conformata al suo Signore. Alla fine, Paolo annunciò Cristo con il martirio, e il suo sangue, insieme a quello di Pietro e di tanti altri testimoni del Vangelo, irrigò questa terra e rese feconda la Chiesa di Roma, che presiede alla comunione universale della carità (cfr s. Ignazio Ant., Ad Rom., Inscr.: Funk, I, 252)".

Benedetto XVI ha ricordato infine che: "Il secolo ventesimo è stato un tempo di martirio. Lo ha messo in grande risalto il Papa Giovanni Paolo II, che ha chiesto alla Chiesa di 'aggiornare il Martirologio' e ha canonizzato e beatificato numerosi martiri della storia recente. Se dunque il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani, all'inizio del terzo millennio è lecito attendersi una rinnovata fioritura della Chiesa, specialmente là dove essa ha maggiormente sofferto per la fede e per la testimonianza del Vangelo".

"Questo auspicio" - ha concluso il Pontefice - "affidiamo all'intercessione di San Paolo. Voglia egli ottenere alla Chiesa di Roma, in particolare al suo Vescovo, e a tutto il Popolo di Dio, la gioia di annunciare e testimoniare a tutti la Buona Novella di Cristo Salvatore".
BXVI-VISITA BASILICA SAN PAOLO/.../... VIS 20050426 (610)

AI PELLEGRINI TEDESCHI: PREGATE PER ME, ABBIATE FIDUCIA IN ME


CITTA' DEL VATICANO, 26 APR. 2005 (VIS). Un sorridente Benedetto XVI ha ricevuto ieri mattina, nell'Aula Paolo VI, alcune migliaia di pellegrini tedeschi venuti a Roma per partecipare alla Celebrazione Eucaristica per l'inizio del suo Pontificato. Al suo ingresso e mentre percorreva il corridoio centrale dell'Aula, il Papa ha stretto dozzine di mani. Fra le migliaia di persone presenti all'Udienza, si notava il fratello maggiore del Pontefice, Monsignor Georg Ratzinger, e numerosi Vescovi tedeschi, e tutti hanno acclamato il Papa esclamando prima in italiano e poi in tedesco: "Viva il Papa! Lunga vita al Papa!".

Prima di leggere il discorso ufficiale, parlando a braccio con i connazionali, il Papa si è scusato scherzosamente per averli fatti aspettare e ricordando che i tedeschi sono abituati ad essere molto puntuali, ha aggiunto: "vuol dire che mi sto italianizzando". Notando le bandiere della Baviera che spuntavano nella platea, il Papa ha detto: "Vivo a Roma da 23 anni, ma resto bavarese", anche da Vescovo di Roma. Successivamente nel suo discorso ha ricordato i buoni rapporti fra la Baviera e Roma nel corso dei secoli.

Parlando del Conclave che lo ha eletto 264° Successore di Pietro, Papa Benedetto XVI ha raccontato: "Voglio dirvi qualcosa del conclave senza violare il segreto. Non ho mai pensato di essere eletto né mi sono dato da fare per esserlo". Ma nel momento in cui l'elezione si profilava come certa, il nuovo Papa ha pensato alla lettera di un sacerdote tedesco che aveva portato con sé in Conclave. Il sacerdote gli ricordava che se il Signore avesse rivolto a lui il suo "Seguimi" - il comando di Cristo a Pietro era stato il tema da lui scelto per l'omelia della Messa Esequiale di Giovanni Paolo II - allora egli avrebbe dovuto ricordare quanto detto nell'omelia in risposta a quel comando: "Quando il Signore chiama, noi dobbiamo rispondere". La riflessione del Pontefice è stata: "Le strade del Signore non sono comode, ma noi non siamo fatti per essere comodi e quindi non ho potuto fare altro che dire 'sì'".

Benedetto XVI ha ripetuto le parole dell'omelia della Santa Messa di inaugurazione del suo Ministero petrino, il 24 aprile, cioè che: "La Chiesa non è vecchia, ma è giovane". Dicendosi felice di recarsi a Colonia, l'agosto prossimo, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, è stato a lungo applaudito.

Al termine del suo saluto, Papa Benedetto XVI ha chiesto ai suoi connazionali di camminare insieme, ed ha detto di confidare nel loro aiuto e nella loro fiducia.
AC/PELLEGRINI TEDESCHI/... VIS 20050426 (380)

lunedì 25 aprile 2005

ALTRI ATTI PONTIFICIDE


CITTA' DEL VATICANO, 25 APR. 2005 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha confermato i Membri dei Dicasteri della Curia Romana, fino al termine del quinquennio per il quale sono stati nominati dal compianto Sommo Pontefice Giovanni Paolo II.

- Ha promosso all'ordine dei Vescovi il Cardinale Francis Arinze, assegnandogli la sede suburbicaria di Velletri-Segni.
NA/.../... VIS 20050425 (60)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 25 APR. 2005 (VIS). Questa mattina nell'Aula Paolo VI il Santo Padre ha ricevuto i pellegrini tedeschi che hanno assistito ieri alla Celebrazione Eucaristica di inaugurazione del Pontificato.
AP/.../... VIS 20050425 (40)

ECUMENISMO E DIALOGO CON I NON CRISTIANI


CITTA' DEL VATICANO, 25 APR. 2005 (VIS). Questa mattina alle 11:00, nella Sala Clementina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i Rappresentanti delle Chiese e Comunità Cristiane e di altre Religioni non cristiane, convenuti ieri a Roma per partecipare alla solenne Celebrazione Eucaristica di inaugurazione del suo Pontificato.

Nel rivolgere parole di saluto ai Delegati delle Chiese Ortodosse, delle Chiese Ortodosse Orientali e delle Comunità Ecclesiali d'Occidente, Benedetto XVI ha affermato: "Particolarmente gradita è stata la vostra presenza ieri in Piazza San Pietro, dopo aver vissuto insieme i mesti momenti del congedo dal compianto Papa Giovanni Paolo II. Il tributo di simpatia e di affetto che avete espresso all'indimenticabile mio Predecessore è andato ben al di là di un semplice atto di cortesia ecclesiale. Molto cammino è stato fatto durante gli anni del suo Pontificato e la vostra partecipazione al lutto della Chiesa cattolica per la sua scomparsa ha mostrato quanto vera e grande sia la comune passione per l'unità".

"Nel salutarvi vorrei rendere grazie al Signore" - ha proseguito il Pontefice - "che ci ha benedetto con la sua misericordia ed ha infuso in noi una sincera disposizione a fare nostra la sua preghiera: 'ut unum sint'".

Esprimendosi in francese, Papa Benedetto XVI ha definito l'incontro di questa mattina "particolarmente significativo, poiché permette prima di tutto al nuovo Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa cattolica, di ripetere a tutti, con semplicità 'Duc in altum!' (...) Sento fortemente l'esigenza di riaffermare l'impegno irreversibile, preso dal Concilio Vaticano II e perseguito negli ultimi anni" di continuare a seguire "il cammino verso la piena comunione voluta da Gesù per i suoi discepoli. (...) La vostra presenza, cari Fratelli in Cristo, al di là di ciò che ci divide e che getta ombre sulla nostra comunione piena e visibile, è un segno di condivisione e di sostegno per il Vescovo di Roma, che può contare su di voi per proseguire" su questa via.

"Ora mi rivolgo a voi, cari amici di diverse tradizioni religiose" - ha detto il Santo Padre in inglese "e vi ringrazio sinceramente per la vostra presenza alla solenne inaugurazione del mio Pontificato. (...) Sono particolarmente grato per la presenza fra noi dei membri della comunità musulmana, ed esprimo il mio apprezzamento per la crescita del dialogo fra musulmani e cristiani, a livello locale e internazionale. Vi assicuro che la Chiesa vuole continuare ad edificare ponti di amicizia con i credenti di tutte le religioni, allo scopo di ricercare l'autentico bene di ogni persona e della società nel suo complesso".

"Il mondo nel quale viviamo è spesso segnato da conflitti, violenza e guerra, ma aspira ardentemente alla pace, pace che è sopratutto dono di Dio, pace per la quale dobbiamo pregare instancabilmente. Tuttavia la pace è anche un dovere al quale devono impegnarsi tutti i popoli, particolarmente coloro che professano la loro appartenenza a tradizioni religiose. I nostri sforzi di unità e promozione del dialogo sono un valido contributo all'edificazione della pace su solide basi".

Benedetto XVI ha concluso il suo discorso rivolgendo un forte invito a tutti i presenti "a diventare assieme artefici di pace, in un reciproco impegno di comprensione, di rispetto e di amore".
BXVI/ECUMENISMO:DIALOGO/... VIS 20050425 (540)

domenica 24 aprile 2005

COME GESÙ, PASTORE DI UOMINI, COME PIETRO, PESCATORE DI UOMINI


CITTA' DEL VATICANO, 24 APR. 2005 (VIS). Riportiamo di seguito il testo dell'omelia - pubblicata in lingua inglese, francese, spagnola, italiana e tedesca - che il Santo Padre Benedetto XVI ha tenuto in occasione della Santa Messa per l'inizio ufficiale del Suo Ministero petrino.

"Signori Cardinali, venerati Fratelli nell'episcopato e nel sacerdozio, distinte Autorità e Membri del Corpo diplomatico, carissimi Fratelli e Sorelle!".

"Per ben tre volte, in questi giorni così intensi, il canto delle litanie dei santi ci ha accompagnato: durante i funerali del nostro Santo Padre Giovanni Paolo II; in occasione dell'ingresso dei Cardinali in Conclave, ed anche oggi, quando le abbiamo nuovamente cantate con l'invocazione: 'Tu illum adiuva' - sostieni il nuovo successore di San Pietro. Ogni volta in un modo del tutto particolare ho sentito questo canto orante come una grande consolazione. Quanto ci siamo sentiti abbandonati dopo la dipartita di Giovanni Paolo II! Il Papa che per ben 26 anni è stato nostro pastore e guida nel cammino attraverso questo tempo. Egli varcava la soglia verso l'altra vita - entrando nel mistero di Dio. Ma non compiva questo passo da solo. Chi crede, non è mai solo - non lo è nella vita e neanche nella morte. In quel momento noi abbiamo potuto invocare i santi di tutti i secoli - i suoi amici, i suoi fratelli nella fede, sapendo che sarebbero stati il corteo vivente che lo avrebbe accompagnato nell'aldilà, fino alla gloria di Dio. Noi sapevamo che il suo arrivo era atteso. Ora sappiamo che egli è fra i suoi ed è veramente a casa sua. Di nuovo, siamo stati consolati compiendo il solenne ingresso in conclave, per eleggere colui che il Signore aveva scelto. Come potevamo riconoscere il suo nome? Come potevano 115 Vescovi, provenienti da tutte le culture ed i paesi, trovare colui al quale il Signore desiderava conferire la missione di legare e sciogliere? Ancora una volta, noi lo sapevamo: sapevamo che non siamo soli, che siamo circondati, condotti e guidati dagli amici di Dio. Ed ora, in questo momento, io debole servitore di Dio devo assumere questo compito inaudito, che realmente supera ogni capacità umana. Come posso fare questo? Come sarò in grado di farlo? Voi tutti, cari amici, avete appena invocato l'intera schiera dei santi, rappresentata da alcuni dei grandi nomi della storia di Dio con gli uomini. In tal modo, anche in me si ravviva questa consapevolezza: non sono solo. Non devo portare da solo ciò che in realtà non potrei mai portare da solo. La schiera dei santi di Dio mi protegge, mi sostiene e mi porta. E la Vostra preghiera, cari amici, la Vostra indulgenza, il Vostro amore, la Vostra fede e la Vostra speranza mi accompagnano. Infatti alla comunità dei santi non appartengono solo le grandi figure che ci hanno preceduto e di cui conosciamo i nomi. Noi tutti siamo la comunità dei santi, noi battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, noi che viviamo del dono della carne e del sangue di Cristo, per mezzo del quale egli ci vuole trasformare e renderci simili a se medesimo. Sì, la Chiesa è viva - questa è la meravigliosa esperienza di questi giorni. Proprio nei tristi giorni della malattia e della morte del Papa questo si è manifestato in modo meraviglioso ai nostri occhi: che la Chiesa è viva. E la Chiesa è giovane. Essa porta in sé il futuro del mondo e perciò mostra anche a ciascuno di noi la via verso il futuro. La Chiesa è viva e noi lo vediamo: noi sperimentiamo la gioia che il Risorto ha promesso ai suoi. La Chiesa è viva - essa è viva, perché Cristo è vivo, perché egli è veramente risorto. Nel dolore, presente sul volto del Santo Padre nei giorni di Pasqua, abbiamo contemplato il mistero della passione di Cristo ed insieme toccato le sue ferite. Ma in tutti questi giorni abbiamo anche potuto, in un senso profondo, toccare il Risorto. Ci è stato dato di sperimentare la gioia che egli ha promesso, dopo un breve tempo di oscurità, come frutto della sua resurrezione".

"La Chiesa è viva - così saluto con grande gioia e gratitudine voi tutti, che siete qui radunati, venerati Confratelli Cardinali e Vescovi, carissimi sacerdoti, diaconi, operatori pastorali, catechisti. Saluto voi, religiosi e religiose, testimoni della trasfigurante presenza di Dio. Saluto voi, fedeli laici, immersi nel grande spazio della costruzione del Regno di Dio che si espande nel mondo, in ogni espressione della vita. Il discorso si fa pieno di affetto anche nel saluto che rivolgo a tutti coloro che, rinati nel sacramento del Battesimo, non sono ancora in piena comunione con noi; ed a voi fratelli del popolo ebraico, cui siamo legati da un grande patrimonio spirituale comune, che affonda le sue radici nelle irrevocabili promesse di Dio. Il mio pensiero, infine - quasi come un'onda che si espande - va a tutti gli uomini del nostro tempo, credenti e non credenti".

"Cari amici! In questo momento non ho bisogno di presentare un programma di governo. Qualche tratto di ciò che io considero mio compito, ho già potuto esporlo nel mio messaggio di mercoledì 20 aprile; non mancheranno altre occasioni per farlo. Il mio vero programma di governo è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia. Invece di esporre un programma io vorrei semplicemente cercare di commentare i due segni con cui viene rappresentata liturgicamente l'assunzione del Ministero Petrino; entrambi questi segni, del resto, rispecchiano anche esattamente ciò che viene proclamato nelle letture di oggi".

"Il primo segno è il Pallio, tessuto in pura lana, che mi viene posto sulle spalle. Questo antichissimo segno, che i Vescovi di Roma portano fin dal IV secolo, può essere considerato come un'immagine del giogo di Cristo, che il Vescovo di questa città, il Servo dei Servi di Dio, prende sulle sue spalle. Il giogo di Dio è la volontà di Dio, che noi accogliamo. E questa volontà non è per noi un peso esteriore, che ci opprime e ci toglie la libertà. Conoscere ciò che Dio vuole, conoscere qual è la via della vita - questa era la gioia di Israele, era il suo grande privilegio. Questa è anche la nostra gioia: la volontà di Dio non ci aliena, ci purifica - magari in modo anche doloroso - e così ci conduce a noi stessi. In tal modo, non serviamo soltanto Lui ma la salvezza di tutto il mondo, di tutta la storia. In realtà il simbolismo del Pallio è ancora più concreto: la lana d'agnello intende rappresentare la pecorella perduta o anche quella malata e quella debole, che il pastore mette sulle sue spalle e conduce alle acque della vita. La parabola della pecorella smarrita, che il pastore cerca nel deserto, era per i Padri della Chiesa un'immagine del mistero di Cristo e della Chiesa. L'umanità - noi tutti - è la pecora smarrita che, nel deserto, non trova più la strada. Il Figlio di Dio non tollera questo; Egli non può abbandonare l'umanità in una simile miserevole condizione. Balza in piedi, abbandona la gloria del cielo, per ritrovare la pecorella e inseguirla, fin sulla croce. La carica sulle sue spalle, porta la nostra umanità, porta noi stessi - Egli è il buon pastore, che offre la sua vita per le pecore. Il Pallio dice innanzitutto che tutti noi siamo portati da Cristo. Ma allo stesso tempo ci invita a portarci l'un l'altro. Così il Pallio diventa il simbolo della missione del pastore, di cui parlano la seconda lettura ed il Vangelo. La santa inquietudine di Cristo deve animare il pastore: per lui non è indifferente che tante persone vivano nel deserto. E vi sono tante forme di deserto. Vi è il deserto della povertà, il deserto della fame e della sete, vi è il deserto dell'abbandono, della solitudine, dell'amore distrutto. Vi è il deserto dell'oscurità di Dio, dello svuotamento delle anime senza più coscienza della dignità e del cammino dell'uomo. I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi. Perciò i tesori della terra non sono più al servizio dell'edificazione del giardino di Dio, nel quale tutti possano vivere, ma sono asserviti alle potenze dello sfruttamento e della distruzione. La Chiesa nel suo insieme, ed i Pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l'amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza. Il simbolo dell'agnello ha ancora un altro aspetto. Nell'Antico Oriente era usanza che i re designassero se stessi come pastori del loro popolo. Questa era un'immagine del loro potere, un'immagine cinica: i popoli erano per loro come pecore, delle quali il pastore poteva disporre a suo piacimento. Mentre il pastore di tutti gli uomini, il Dio vivente, è divenuto lui stesso agnello, si è messo dalla parte degli agnelli, di coloro che sono calpestati e uccisi. Proprio così Egli si rivela come il vero pastore: 'Io sono il buon pastore¼ Io offro la mia vita per le pecore', dice Gesù di se stesso (Gv 10, 14s). Non è il potere che redime, ma l'amore! Questo è il segno di Dio: Egli stesso è amore. Quante volte noi desidereremmo che Dio si mostrasse più forte. Che Egli colpisse duramente, sconfiggesse il male e creasse un mondo migliore. Tutte le ideologie del potere si giustificano così, giustificano la distruzione di ciò che si opporrebbe al progresso e alla liberazione dell'umanità. Noi soffriamo per la pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza. Il Dio, che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall'impazienza degli uomini".

"Una delle caratteristiche fondamentali del pastore deve essere quella di amare gli uomini che gli sono stati affidati, così come ama Cristo, al cui servizio si trova. 'Pasci le mie pecore', dice Cristo a Pietro, ed a me, in questo momento. Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene, il nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della sua presenza, che egli ci dona nel Santissimo Sacramento. Cari amici - in questo momento io posso dire soltanto: pregate per me, perché io impari sempre più ad amare il Signore. Pregate per me, perché io impari ad amare sempre più il suo gregge - voi, la Santa Chiesa, ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme. Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi. Preghiamo gli uni per gli altri, perché il Signore ci porti e noi impariamo a portarci gli uni gli altri".

"Il secondo segno, con cui viene rappresentato nella liturgia odierna l'insediamento nel Ministero Petrino, è la consegna dell'anello del pescatore. La chiamata di Pietro ad essere pastore, che abbiamo udito nel Vangelo, fa seguito alla narrazione di una pesca abbondante: dopo una notte, nella quale avevano gettato le reti senza successo, i discepoli vedono sulla riva il Signore Risorto. Egli comanda loro di tornare a pescare ancora una volta ed ecco che la rete diviene così piena che essi non riescono a tirarla su; 153 grossi pesci: 'E sebbene fossero così tanti, la rete non si strappò' (Gv 21, 11). Questo racconto, al termine del cammino terreno di Gesù con i suoi discepoli, corrisponde ad un racconto dell'inizio: anche allora i discepoli non avevano pescato nulla durante tutta la notte; anche allora Gesù aveva invitato Simone ad andare al largo ancora una volta. E Simone, che ancora non era chiamato Pietro, diede la mirabile risposta: Maestro, sulla tua parola getterò le reti! Ed ecco il conferimento della missione: 'Non temere! D'ora in poi sarai pescatore di uomini' (Lc 5, 1-11). Anche oggi viene detto alla Chiesa e ai successori degli apostoli di prendere il largo nel mare della storia e di gettare le reti, per conquistare gli uomini al Vangelo - a Dio, a Cristo, alla vera vita. I Padri hanno dedicato un commento molto particolare anche a questo singolare compito. Essi dicono così: per il pesce, creato per l'acqua, è mortale essere tirato fuori dal mare. Esso viene sottratto al suo elemento vitale per servire di nutrimento all'uomo. Ma nella missione del pescatore di uomini avviene il contrario. Noi uomini viviamo alienati, nelle acque salate della sofferenza e della morte; in un mare di oscurità senza luce. La rete del Vangelo ci tira fuori dalle acque della morte e ci porta nello splendore della luce di Dio, nella vera vita. È proprio così - nella missione di pescatore di uomini, al seguito di Cristo, occorre portare gli uomini fuori dal mare salato di tutte le alienazioni verso la terra della vita, verso la luce di Dio. È proprio così: noi esistiamo per mostrare Dio agli uomini. E solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita. Solo quando incontriamo in Cristo il Dio vivente, noi conosciamo che cosa è la vita. Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell'evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario. Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l'amicizia con lui. Il compito del pastore, del pescatore di uomini può spesso apparire faticoso. Ma è bello e grande, perché in definitiva è un servizio alla gioia, alla gioia di Dio che vuol fare il suo ingresso nel mondo".

"Vorrei qui rilevare ancora una cosa: sia nell'immagine del pastore che in quella del pescatore emerge in modo molto esplicito la chiamata all'unità. 'Ho ancora altre pecore, che non sono di questo ovile; anch'esse io devo condurre ed ascolteranno la mia voce e diverranno un solo gregge e un solo pastore' (Gv 10, 16), dice Gesù al termine del discorso del buon pastore. E il racconto dei 153 grossi pesci termina con la gioiosa constatazione: 'sebbene fossero così tanti, la rete non si strappò' (Gv 21, 11). Ahimè, amato Signore, essa ora si è strappata! vorremmo dire addolorati. Ma no - non dobbiamo essere tristi! Rallegriamoci per la tua promessa, che non delude, e facciamo tutto il possibile per percorrere la via verso l'unità, che tu hai promesso. Facciamo memoria di essa nella preghiera al Signore, come mendicanti: sì, Signore, ricordati di quanto hai promesso. Fa' che siamo un solo pastore ed un solo gregge! Non permettere che la tua rete si strappi ed aiutaci ad essere servitori dell'unità!".

"In questo momento il mio ricordo ritorna al 22 ottobre 1978, quando Papa Giovanni Paolo II iniziò il suo ministero qui sulla Piazza di San Pietro. Ancora, e continuamente, mi risuonano nelle orecchie le sue parole di allora: 'Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo!' Il Papa parlava ai forti, ai potenti del mondo, i quali avevano paura che Cristo potesse portar via qualcosa del loro potere, se lo avessero lasciato entrare e concesso la libertà alla fede. Sì, egli avrebbe certamente portato via loro qualcosa: il dominio della corruzione, dello stravolgimento del diritto, dell'arbitrio. Ma non avrebbe portato via nulla di ciò che appartiene alla libertà dell'uomo, alla sua dignità, all'edificazione di una società giusta. Il Papa parlava inoltre a tutti gli uomini, soprattutto ai giovani. Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura - se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui - paura che Egli possa portar via qualcosa della nostra vita? Non abbiamo forse paura di rinunciare a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell'angustia e privati della libertà? Ed ancora una volta il Papa voleva dire: no! chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla - assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! solo in quest'amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest'amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest'amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera. Così, oggi, io vorrei, con grande forza e grande convinzione, a partire dall'esperienza di una lunga vita personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo - e troverete la vera vita. Amen".
HML/INAUGURAZIONE PONTIFICATO/BENEDETTO XVI VIS 20050424 (2780)

MEZZO MILIONE DI PERSONE MESSA INAUGURAZIONE PONTIFICATO


CITTA' DEL VATICANO, 24 APR. 2005 (VIS). Alle 10:00 di questa mattina, V Domenica di Pasqua, sul sagrato della Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, con la partecipazione di mezzo milione di fedeli, la Santa Messa per l'inizio ufficiale del Suo ministero petrino. Hanno concelebrato 150 Cardinali. Fra i numerosi Vescovi, sacerdoti e religiosi presenti, c'era anche Monsignor Georg Ratzinger, fratello del Pontefice.

I numerosissimi fedeli che gremivano Via della Conciliazione e le strade adiacenti, hanno potuto seguire la cerimonia su maxi schermi.

Alla Celebrazione Eucaristica hanno assistito 141 Delegazioni di Capi di Stato e di Governo. Le Delegazioni religiose comprendevano 70 persone, fra le quali Rappresentanti delle Chiese Ortodosse, delle Chiese Orientali Ortodosse, delle Chiese e Comunioni Cristiane di Occidente e di Organizzazioni Cristiane Internazionali.

Prima di iniziare la solenne Liturgia Eucaristica, il Santo Padre Benedetto XVI e i Cardinali concelebranti hanno sostato nella Basilica Vaticana intorno alla Confessione dell'Apostolo, quindi il nuovo Pontefice è sceso con i Patriarchi delle Chiese Orientali, al Sepolcro di San Pietro, e vi ha sostato in preghiera. Poi il Santo Padre ha infuso l'incenso nel turibolo ed ha incensato il Trophaeum Apostolico, e nel frattempo due Diaconi hanno preso la capsella con il Pallio pastorale e con l'Anello del Pescatore e l'Evangeliario e li hanno portati insieme in processione per deporli sull'Altare della celebrazione.

Il Santo Padre è risalito in Basilica e si è unito alla processione d'ingresso.

Al termine della Liturgia della Parola e della proclamazione del Vangelo in latino e in greco, i due Diaconi che hanno dato lettura del Vangelo, preceduti dal turiferario e accompagnati dagli accoliti, sono ritornati nell'ambone. Dietro l'Altare si sono uniti a loro in processione i due Diaconi che hanno preso dalla mensa il Pallio pastorale e l'Anello del Pescatore e si sono tutti recati alla sede del Santo Padre. Ad essi si sono uniti il Cardinale Angelo Sodano, il Cardinale Stephen Kim Sou-hwan ed il Cardinale Protodiacono Jorge Arturo Medina Estévez., che ha infine imposto il Pallio sulle spalle del nuovo Papa Benedetto XVI.

Il Pallio, antichissima insegna episcopale, confezionata con lana d'agnello, indica l'autorità del Vescovo e la sua unione con la Sede di Pietro. Il Pallio Petrino, nella sua forma nuova che riprende quella originale, intessuto della lana di agnelli e di pecore, reca impresse in rosso cinque croci e richiama il Buon Pastore che pone sulle proprie spalle la pecorella smarrita e la triplice risposta amorosa alla richiesta fatta da Gesù risorto a Pietro di pascere i suoi agnelli e le sue pecorelle.

Il Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, ha consegnato l'Anello del Pescatore al Santo Padre. L'Anello consegnato al nuovo Papa, recante l'immagine-sigillo di San Pietro e la barca con la rete, ha il significato particolare dell'anello-sigillo che autentica la fede e significa il compito affidato a Pietro di confermare i suoi fratelli. Viene detto anello "del Pescatore" perché Pietro è l'Apostolo pescatore che, avendo avuto fede nella parola di Gesù, dalla barca ha tratto a terra le reti della pesca miracolosa".

Dopo la Benedizione con l'Evangeliario, il Santo Padre è ritornato alla sua sede dove ha ricevuto una promessa di "obbedienza" da una rappresentanza di dodici persone: tre Cardinali, un Vescovo, un Presbitero, un Diacono, due Religiosi, due Sposi e due ragazzi cresimati, provenienti da varie parti del mondo.

Quindi il Santo Padre Benedetto XVI ha tenuto l'omelia in italiano.
BXVI-MESSA INAUGURAZIONE/.../... VIS 20050424 (530)

GRAZIE DEL PAPA AI MEDIA SERVIZIO RESO ALLA CHIESA CATTOLICA


CITTA' DEL VATICANO, 23 APR. 2005 (VIS). Questa mattina, nella prima Udienza pubblica del suo Pontificato, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i Rappresentanti dei mezzi di comunicazione sociale, ringraziandoli per la copertura mondiale di "importanti avvenimenti ecclesiali" e per il servizio che hanno reso in questi giorni alla Santa Sede e alla Chiesa Cattolica. Accolto da calorosi applausi, il Papa si è rivolto ai giornalisti, fotografi ed operatori televisivi, in italiano, inglese, francese e tedesco.

"Si può dire che" - ha detto il Santo Padre - "grazie al vostro lavoro, per diverse settimane l'attenzione del mondo intero è rimasta fissa sulla Basilica, sulla Piazza San Pietro e sul Palazzo Apostolico, all'interno del quale il mio Predecessore, l'indimenticabile Papa Giovanni Paolo II ha chiuso serenamente la sua terrena esistenza, e dove in seguito, nella Cappella Sistina, i Signori Cardinali hanno eletto me come suo Successore".

"Questi eventi ecclesiali di storica importanza hanno avuto anche per vostro merito una copertura mondiale. So bene quanta fatica ciò ha comportato per voi, costretti a restare lontani dalla famiglia e dalle vostre case, lavorando con orari prolungati e in condizioni non sempre agevoli. Mi sono note la competenza e la dedizione con cui avete svolto questo non facile compito. Di tutto vorrei ringraziarvi a nome mio personale e specialmente dei cattolici che, vivendo in Paesi assai distanti da Roma, hanno potuto condividere questi momenti emozionanti di fede in tempo reale. Prodigi e straordinarie potenzialità dei mezzi moderni di comunicazione sociale!".

Benedetto XVI ha ricordato che il Concilio Vaticano II dedicò il suo primo documento "Inter mirifica" ai mezzi della comunicazione sociale, indicando che la Chiesa, consapevole dell'importanza dei media, ha cercato la collaborazione ed il dialogo con il mondo della comunicazione sociale. "Grande artefice di questo dialogo aperto e sincero" - ha affermato il Santo Padre - "è stato senz'altro anche Giovanni Paolo II che con voi, operatori delle comunicazioni sociali, ha intrattenuto in oltre 26 anni di Pontificato costanti e fecondi rapporti".

"È mio desiderio proseguire questo fruttuoso dialogo" - ha affermato Benedetto XVI - precisando che Giovanni Paolo II dedicò uno dei suoi ultimi documenti, la Lettera Apostolica "Il rapido sviluppo", del 24 gennaio 2005, ai responsabili delle comunicazioni sociali.
Successivamente, dicendo a braccio "passo adesso alla mia lingua materna", il Papa ha suscitato nell'uditorio entusiasmo ed applausi.

"Perché gli strumenti di comunicazione sociale possano rendere un positivo servizio al bene comune" - ha detto Benedetto XVI in tedesco - "occorre l'apporto responsabile di tutti e di ciascuno. È necessaria una sempre migliore comprensione delle prospettive e delle responsabilità che il loro sviluppo comporta in ordine ai riflessi che di fatto si verificano sulla coscienza e sulla mentalità degli individui come sulla formazione della pubblica opinione. Non si può poi non porre in evidenza il bisogno di chiari riferimenti alla responsabilità etica di chi lavora in tale settore, specialmente per quanto riguarda la sincera ricerca della verità e la salvaguardia della centralità e della dignità della persona".
AC/GRAZIE:MEDIA/... VIS 20050424 (500)

venerdì 22 aprile 2005

IL PAPA AI CARDINALI: NON FATEMI MAI MANCARE VOSTRO SOSTEGNO

CITTA' DEL VATICANO, 22 APR. 2005 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i Cardinali presenti a Roma, ai quali ha assicurato che: "Alle intense emozioni provate in occasione della morte del mio venerato predecessore Giovanni Paolo II e poi durante il Conclave e soprattutto al suo epilogo si assommano un intimo bisogno di silenzio e due sentimenti tra loro complementari: un vivo desiderio del cuore di ringraziare e un senso di umana impotenza dinanzi all'alto compito che mi attende".

"Sento, in primo luogo" - ha affermato Benedetto XVI - "di dover rendere grazie a Dio, che mi ha voluto, nonostante la mia umana fragilità, quale Successore dell'Apostolo Pietro, e mi ha affidato il compito di reggere e guidare la Chiesa, perché sia nel mondo sacramento di unità per l'intero genere umano".

Il Santo Padre ha sottolineato successivamente che: "Davvero emozionante è stato il primo incontro con i fedeli, l'altro ieri sera, in Piazza San Pietro: a tutti, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, giovani e anziani giunga il mio più sentito ringraziamento per questa loro spirituale solidarietà".

Il Papa ha rivolto "un vivo ringraziamento" a tutti i Membri del Collegio Cardinalizio, ed in particolare al Cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano ed al Cardinale Camerlengo Eduardo Martínez Somalo, "per l'attiva collaborazione (...) prestata alla gestione della Chiesa durante la Sede Vacante" ed ha aggiunto: "Con particolare affetto vorrei salutare i Cardinali che, a motivo della loro età o per malattia, non hanno preso parte al Conclave".

Il Santo Padre ha espresso il suo "più personale ringraziamento" a tutti i Cardinali "per la fiducia che avete riposto in me eleggendomi Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale. È un atto di fiducia che costituisce un incoraggiamento a intraprendere questa nuova missione con più serenità, perché sono persuaso di poter contare, oltre che sull'indispensabile aiuto di Dio, anche sulla vostra generosa collaborazione. Vi prego" - ha esclamato - "non fatemi mai mancare questo vostro sostegno!".

Ricordando i Predecessori, il Beato Giovanni XXIII, i Servi di Dio Paolo VI e Giovanni Paolo I e specialmente Giovanni Paolo II, "la cui testimonianza nei giorni scorsi, più che mai, ci ha sostenuto e la cui presenza continuiamo ad avvertire sempre viva", il Santo Padre ha affermato: "La luce e la forza di Cristo risorto sono state irradiate nella Chiesa da quella sorta di 'ultima Messa' che egli ha celebrato nella sua agonia, culminata nell'Amen' di una vita interamente offerta, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, per la salvezza del mondo".

"La vostra spirituale vicinanza" - ha concluso Benedetto XVI - "i vostri illuminati consigli e la vostra fattiva cooperazione saranno per me un dono del quale vi sarò sempre riconoscente e uno stimolo a portare a compimento il mandato affidatomi con totale fedeltà e dedizione".
AC/.../COLLEGIO CARDINALI VIS 20050422 (470)

25 APRILE BENEDETTO XVI SI RECHERÀ BASILICA SAN PAOLO

CITTA' DEL VATICANO, 22 APR. 2005 (VIS). Un Comunicato dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, reso pubblico nel pomeriggio di ieri, ha annunciato che la solenne Celebrazione Eucaristica di inaugurazione del Pontificato di Papa Benedetto XVI avrà luogo sul sagrato della Basilica Vaticana, domenica 24 aprile, alle ore 10:00. Concelebreranno con il Santo Padre i Cardinali presenti a Roma.

"La Chiesa che è in Roma e nelle varie parti del mondo" - si legge nel Comunicato - "è invitata a rivolgere a Dio filiale ringraziamento e fervente supplica per ottenere al nuovo Romano Pontefice, che sarà insignito del Pallio petrino e dell'Anello del Pescatore, copiosa grazia sul Suo Ministero per il bene di tutta la Chiesa".

Lunedì 25 aprile, alle 18:30, il Santo Padre si recherà al sepolcro dell'Apostolo Paolo nella Basilica di San Paolo fuori le Mura sulla Via Ostiense "per esprimere il legame inseparabile della Chiesa di Roma con l'Apostolo delle Genti insieme al Pescatore di Galilea".

In una dichiarazione rilasciata nel pomeriggio di ieri, il Dr. Navarro-Valls, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha reso noto che: "Il Santo Padre Benedetto XVI riceverà nella mattina di lunedì prossimo, 25 aprile, nell'Aula Paolo VI, i pellegrini venuti dalla Germania per partecipare alla Santa Messa del solenne inizio del Pontificato".

I giornalisti verranno ricevuti dal Santo Padre nell'Aula Paolo VI, alle ore 11:00 di sabato 23 aprile.

Nella giornata di ieri è stato anche annunciato un cambiamento di programma secondo il quale il Santo Padre Benedetto XVI riceverà i Capi delle Missioni Diplomatiche accreditate presso la Santa Sede e i Capi delle Delegazioni ufficiali intervenute alla Messa Solenne per l'inizio del Suo Ministero di Sommo Pontefice, domenica 24 aprile, al termine della Cerimonia, e non lunedì 25 aprile, come annunciato in precedenza.
OCL:OP/CALENDARIO PAPA/NAVARRO-VALLS VIS 20050422 (300)

giovedì 21 aprile 2005

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 21 APR. 2005 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato.

- Ha confermato "donec aliter provideatur" i Cardinali, gli Arcivescovi Capi dei Dicasteri della Curia Romana ed il Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.

- Ha confermato l'Arcivescovo Leonardo Sandri, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato.

- Ha confermato l'Arcivescovo Giovanni Lajolo, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.

- Ha confermato per il quinquennio in corso, i Segretari dei Dicasteri della Curia Romana.
NA/.../... VIS 20050421 (100)

PROGRAMMA ATTIVITÀ SANTO PADRE PROSSIMI GIORNI


CITTA' DEL VATICANO, 21 APR. 2005 (VIS). Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Dr. Joaquín Navarro-Valls, ha rilasciato, nel pomeriggio di ieri, la seguente dichiarazione:

"Nella mattinata di oggi il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto visita alla Congregazione per la Dottrina della Fede, dove, in un incontro molto cordiale, ha salutato i collaboratori e le collaboratrici del Dicastero".

"Quindi ha fatto ingresso nell'appartamento papale del Palazzo Apostolico togliendone i sigilli".

"Nella 'Domus Sanctae Marthae' il Santo Padre ha invitato a pranzo alcuni collaboratori della Curia Romana, decidendo alcuni dei Suoi prossimi impegni:

- Venerdì mattina: incontro con tutti i Cardinali presenti a Roma;
- Sabato mattina: incontro con i giornalisti e con gli operatori della comunicazione sociale".

"Nel pomeriggio, il Santo Padre si è recato nell'appartamento che fino ad ora occupava in Piazza della Città Leonina".

"Come già annunciato, domenica mattina, 24 aprile, alle ore 10:00, Benedetto XVI presiederà la Eucaristia di solenne inizio del Suo Pontificato".

"Lunedì mattina, 25 aprile, riceverà le Delegazioni ufficiali intervenute per la cerimonia di inaugurazione del Pontificato. Il Santo Padre ha deciso per il momento di restare nell'appartamento della 'Domus Sanctae Marthae'".
OP/PROGRAMMA PAPA/NAVARRO-VALLS VIS 20050421 (200)

mercoledì 20 aprile 2005

BENEDETTO XVI, PAPA DI COMUNIONE E COLLEGIALITÀ C

CITTA' DEL VATICANO, 20 APR. 2005 (VIS). Di seguito riportiamo il testo integrale del primo Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha pronunciato in lingua latina, questa mattina,al termine della Concelebrazione Eucaristica con i Membri del Collegio Cardinalizio nella Cappella Sistina. Il Cardinale Joseph Ratzinger è stato eletto 264° Successore di Pietro nel tardo pomeriggio di ieri.

"Venerati Fratelli Cardinali, carissimi Fratelli e Sorelle in Cristo, voi tutti, uomini e donne di buona volontà!"

"Grazia e pace in abbondanza a tutti voi (cfr 1 Pt 1,2)! Nel mio animo convivono in queste ore due sentimenti contrastanti. Da una parte, un senso di inadeguatezza e di umano turbamento per la responsabilità che ieri mi è stata affidata, quale Successore dell'apostolo Pietro in questa Sede di Roma, nei confronti della Chiesa universale. Dall'altra parte, sento viva in me una profonda gratitudine a Dio, che - come ci fa cantare la liturgia - non abbandona il suo gregge, ma lo conduce attraverso i tempi, sotto la guida di coloro che Egli stesso ha eletto vicari del suo Figlio e ha costituito pastori (cfr Prefazio degli Apostoli I)".

"Carissimi, questa intima riconoscenza per un dono della divina misericordia prevale malgrado tutto nel mio cuore. E considero questo fatto una grazia speciale ottenutami dal mio venerato Predecessore, Giovanni Paolo II. Mi sembra di sentire la sua mano forte che stringe la mia; mi sembra di vedere i suoi occhi sorridenti e di ascoltare le sue parole, rivolte in questo momento particolarmente a me: 'Non avere paura!'".

"La morte del Santo Padre Giovanni Paolo II, e i giorni che sono seguiti, sono stati per la Chiesa e per il mondo intero un tempo straordinario di grazia. Il grande dolore per la sua scomparsa e il senso di vuoto che ha lasciato in tutti sono stati temperati dall'azione di Cristo risorto, che si è manifestata durante lunghi giorni nella corale ondata di fede, d'amore e di spirituale solidarietà, culminata nelle sue solenni esequie".

"Possiamo dirlo: i funerali di Giovanni Paolo II sono stati un'esperienza veramente straordinaria in cui si è in qualche modo percepita la potenza di Dio che, attraverso la sua Chiesa, vuole formare di tutti i popoli una grande famiglia, mediante la forza unificante della Verità e dell'Amore (cfr Lumen gentium, 1). Nell'ora della morte, conformato al suo Maestro e Signore, Giovanni Paolo II ha coronato il suo lungo e fecondo Pontificato, confermando nella fede il popolo cristiano, radunandolo intorno a sé e facendo sentire più unita l'intera famiglia umana".

"Come non sentirsi sostenuti da questa testimonianza? Come non avvertire l'incoraggiamento che proviene da questo evento di grazia?"

"Sorprendendo ogni mia previsione, la Provvidenza divina, attraverso il voto dei venerati Padri Cardinali, mi ha chiamato a succedere a questo grande Papa. Ripenso in queste ore a quanto avvenne nella regione di Cesarea di Filippo, duemila anni or sono. Mi pare di udire le parole di Pietro: 'Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente', e la solenne affermazione del Signore: 'Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa… A te darò le chiavi del regno dei cieli' (Mt 16, 15-19)".

"Tu sei il Cristo! Tu sei Pietro! Mi sembra di rivivere la stessa scena evangelica; io, Successore di Pietro, ripeto con trepidazione le parole trepidanti del pescatore di Galilea e riascolto con intima emozione la rassicurante promessa del divino Maestro. Se è enorme il peso della responsabilità che si riversa sulle mie povere spalle, è certamente smisurata la potenza divina su cui posso contare: 'Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa' (Mt 16,18). Scegliendomi quale Vescovo di Roma, il Signore mi ha voluto suo Vicario, mi ha voluto 'pietra' su cui tutti possano poggiare con sicurezza. Chiedo a Lui di supplire alla povertà delle mie forze, perché sia coraggioso e fedele Pastore del suo gregge, sempre docile alle ispirazioni del suo Spirito".

"Mi accingo a intraprendere questo peculiare ministero, il ministero 'petrino' al servizio della Chiesa universale, con umile abbandono nelle mani della Provvidenza di Dio. È in primo luogo a Cristo che rinnovo la mia totale e fiduciosa adesione: 'In Te, Domine, speravi; non confundar in aeternum!'".

"A voi, Signori Cardinali, con animo grato per la fiducia dimostratami, chiedo di sostenermi con la preghiera e con la costante, attiva e sapiente collaborazione. Chiedo anche a tutti i Fratelli nell'Episcopato di essermi accanto con la preghiera e col consiglio, perché possa essere veramente il 'Servus servorum Dei'. Come Pietro e gli altri Apostoli costituirono per volere del Signore un unico Collegio apostolico, allo stesso modo il Successore di Pietro e i Vescovi, successori degli Apostoli, - il Concilio lo ha con forza ribadito (cfr Lumen gentium, 22) -, devono essere tra loro strettamente uniti. Questa comunione collegiale, pur nella diversità dei ruoli e delle funzioni del Romano Pontefice e dei Vescovi, è a servizio della Chiesa e dell'unità nella fede, dalla quale dipende in notevole misura l'efficacia dell'azione evangelizzatrice nel mondo contemporaneo. Su questo sentiero, pertanto, sul quale hanno avanzato i miei venerati Predecessori, intendo proseguire anch'io, unicamente preoccupato di proclamare al mondo intero la presenza viva di Cristo".

"Mi sta dinanzi, in particolare, la testimonianza del Papa Giovanni Paolo II. Egli lascia una Chiesa più coraggiosa, più libera, più giovane. Una Chiesa che, secondo il suo insegnamento ed esempio, guarda con serenità al passato e non ha paura del futuro. Col Grande Giubileo essa si è introdotta nel nuovo millennio recando nelle mani il Vangelo, applicato al mondo attuale attraverso l'autorevole rilettura del Concilio Vaticano II. Giustamente il Papa Giovanni Paolo II ha indicato il Concilio quale 'bussola' con cui orientarsi nel vasto oceano del terzo millennio (cfr Lett. ap. Novo millennio ineunte, 57-58). Anche nel suo Testamento spirituale egli annotava: "'Sono convinto che ancora a lungo sarà dato alle nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito' (17.III.2000)".

"Anch'io, pertanto, nell'accingermi al servizio che è proprio del Successore di Pietro, voglio affermare con forza la decisa volontà di proseguire nell'impegno di attuazione del Concilio Vaticano II, sulla scia dei miei Predecessori e in fedele continuità con la bimillenaria tradizione della Chiesa. Ricorrerà proprio quest'anno il 40° anniversario della conclusione dell'Assise conciliare (8 dicembre 1965). Col passare degli anni, i Documenti conciliari non hanno perso di attualità; i loro insegnamenti si rivelano anzi particolarmente pertinenti in rapporto alle nuove istanze della Chiesa e della presente società globalizzata".

"In maniera quanto mai significativa, il mio Pontificato inizia mentre la Chiesa sta vivendo lo speciale Anno dedicato all'Eucaristia. Come non cogliere in questa provvidenziale coincidenza un elemento che deve caratterizzare il ministero al quale sono stato chiamato? L'Eucaristia, cuore della vita cristiana e sorgente della missione evangelizzatrice della Chiesa, non può non costituire il centro permanente e la fonte del servizio petrino che mi è stato affidato".

"L'Eucaristia rende costantemente presente il Cristo risorto, che a noi continua a donarsi, chiamandoci a partecipare alla mensa del suo Corpo e del suo Sangue. Dalla piena comunione con Lui scaturisce ogni altro elemento della vita della Chiesa, in primo luogo la comunione tra tutti i fedeli, l'impegno di annuncio e di testimonianza del Vangelo, l'ardore della carità verso tutti, specialmente verso i poveri e i piccoli".

"In questo anno, pertanto, dovrà essere celebrata con particolare rilievo la Solennità del Corpus Domini. L'Eucaristia sarà poi al centro, in agosto, della Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia e, in ottobre, dell'Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si svolgerà sul tema: 'L'Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa'. A tutti chiedo di intensificare nei prossimi mesi l'amore e la devozione a Gesù Eucaristia e di esprimere in modo coraggioso e chiaro la fede nella presenza reale del Signore, soprattutto mediante la solennità e la correttezza delle celebrazioni".

"Lo chiedo in modo speciale ai Sacerdoti, ai quali penso in questo momento con grande affetto. Il Sacerdozio ministeriale è nato nel Cenacolo, insieme con l'Eucaristia, come tante volte ha sottolineato il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II. 'L'esistenza sacerdotale deve avere a speciale titolo una 'forma eucaristica', ha scritto nella sua ultima Lettera per il Giovedì Santo (n. 1). A tale scopo contribuisce innanzitutto la devota celebrazione quotidiana della santa Messa, centro della vita e della missione di ogni Sacerdote".

"Alimentati e sostenuti dall'Eucaristia, i cattolici non possono non sentirsi stimolati a tendere a quella piena unità che Cristo ha ardentemente auspicato nel Cenacolo. Di questo supremo anelito del Maestro divino il Successore di Pietro sa di doversi fare carico in modo del tutto particolare. A lui infatti è stato affidato il compito di confermare i fratelli (cfr Lc 22,32)".
"Con piena consapevolezza, pertanto, all'inizio del suo ministero nella Chiesa di Roma che Pietro ha irrorato col suo sangue, l'attuale suo Successore si assume come impegno primario quello di lavorare senza risparmio di energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo. Questa è la sua ambizione, questo il suo impellente dovere. Egli è cosciente che per questo non bastano le manifestazioni di buoni sentimenti. Occorrono gesti concreti che entrino negli animi e smuovano le coscienze, sollecitando ciascuno a quella conversione interiore che è il presupposto di ogni progresso sulla via dell'ecumenismo".

"Il dialogo teologico è necessario, l'approfondimento delle motivazioni storiche di scelte avvenute nel passato è pure indispensabile. Ma ciò che urge maggiormente è quella 'purificazione della memoria', tante volte evocata da Giovanni Paolo II, che sola può disporre gli animi ad accogliere la piena verità di Cristo. È davanti a Lui, supremo Giudice di ogni essere vivente, che ciascuno di noi deve porsi, nella consapevolezza di dovere un giorno a Lui rendere conto di quanto ha fatto o non ha fatto nei confronti del grande bene della piena e visibile unità di tutti i suoi discepoli".

"L'attuale Successore di Pietro si lascia interpellare in prima persona da questa domanda ed è disposto a fare quanto è in suo potere per promuovere la fondamentale causa dell'ecumenismo. Sulla scia dei suoi Predecessori, egli è pienamente determinato a coltivare ogni iniziativa che possa apparire opportuna per promuovere i contatti e l'intesa con i rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali. Ad essi, anzi, invia anche in questa occasione il più cordiale saluto in Cristo, unico Signore di tutti".

"Torno con la memoria, in questo momento, all'indimenticabile esperienza vissuta da noi tutti in occasione della morte e dei funerali del compianto Giovanni Paolo II. Attorno alle sue spoglie mortali, adagiate sulla nuda terra, si sono raccolti i Capi delle Nazioni, persone d'ogni ceto sociale, e specialmente giovani, in un indimenticabile abbraccio di affetto e di ammirazione. A lui ha guardato con fiducia il mondo intero. È sembrato a molti che quella intensa partecipazione, amplificata sino ai confini del pianeta dai mezzi di comunicazione sociale, fosse come una corale richiesta di aiuto rivolta al Papa da parte dell'odierna umanità che, turbata da incertezze e timori, si interroga sul suo futuro".

"La Chiesa di oggi deve ravvivare in se stessa la consapevolezza del compito di riproporre al mondo la voce di Colui che ha detto: 'Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita' (Gv 8,12). Nell'intraprendere il suo ministero il nuovo Papa sa che suo compito è di far risplendere davanti agli uomini e alle donne di oggi la luce di Cristo: non la propria luce, ma quella di Cristo".

"Con questa consapevolezza mi rivolgo a tutti, anche a coloro che seguono altre religioni o che semplicemente cercano una risposta alle domande fondamentali dell'esistenza e ancora non l'hanno trovata. A tutti mi rivolgo con semplicità ed affetto, per assicurare che la Chiesa vuole continuare a tessere con loro un dialogo aperto e sincero, alla ricerca del vero bene dell'uomo e della società".
"Invoco da Dio l'unità e la pace per la famiglia umana e dichiaro la disponibilità di tutti i cattolici a cooperare per un autentico sviluppo sociale, rispettoso della dignità di ogni essere umano".

"Non risparmierò sforzi e dedizione per proseguire il promettente dialogo avviato dai miei venerati Predecessori con le diverse civiltà, perché dalla reciproca comprensione scaturiscano le condizioni di un futuro migliore per tutti".

"Penso in particolare ai giovani. A loro, interlocutori privilegiati del Papa Giovanni Paolo II, va il mio affettuoso abbraccio nell'attesa, se piacerà a Dio, di incontrarli a Colonia in occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù. Con voi, cari giovani, futuro e speranza della Chiesa e dell'umanità, continuerò a dialogare, ascoltando le vostre attese nell'intento di aiutarvi a incontrare sempre più in profondità il Cristo vivente, l'eternamente giovane".

"Mane nobiscum, Domine! Resta con noi Signore! Quest'invocazione, che forma il tema dominante della Lettera apostolica di Giovanni Paolo II per l'Anno dell'Eucaristia, è la preghiera che sgorga spontanea dal mio cuore, mentre mi accingo ad iniziare il ministero a cui Cristo mi ha chiamato. Come Pietro, anch'io rinnovo a Lui la mia incondizionata promessa di fedeltà. Lui solo intendo servire dedicandomi totalmente al servizio della sua Chiesa".

"A sostegno di questa promessa invoco la materna intercessione di Maria Santissima, nelle cui mani pongo il presente e il futuro della mia persona e della Chiesa. Intervengano con la loro intercessione anche i Santi Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi".

"Con questi sentimenti imparto a voi, venerati Fratelli Cardinali, a coloro che partecipano a questo rito e a quanti sono in ascolto mediante la televisione e la radio una speciale, affettuosa Benedizione".
MESS/PRIMA MESSA BENEDETTO XVI/... VIS 20050420 (2260)

martedì 19 aprile 2005

24 APRILE: MESSA INAUGURAZIONE PONTIFICATO BENEDETTO XVI


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2005 (VIS). Questa sera, avvenuta l'elezione del nuovo Pontefice, il Cardinale Joseph Ratzinger, che ha assunto il nome di Benedetto XVI, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Dr. Joaquín Navarro-Valls, ha rilasciato ai giornalisti la seguente dichiarazione:

"Terminato il conclave, il Santo Padre Benedetto XVI ha deciso di cenare questa sera con tutti i cardinali nella 'Domus Sanctae Marthae', dove riposerà questa notte".

"Domani mattina, alle ore 9:00, il Papa presiederà la Concelebrazione Eucaristica con i Cardinali nella Cappella Sistina e terrà l'omelia, in lingua latina".

"La Messa per la solenne inaugurazione del Pontificato si celebrerà a San Pietro domenica 24 aprile, alle ore 10:00".
OP/.../NAVARRO-VALLS VIS 20050419 (120)

BIOGRAFIA DI PAPA BENEDETTO XVI


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2005 (VIS). Riportiamo di seguito la biografia ufficiale del nuovo Papa Benedetto XVI, Cardinale Joseph Ratzinger.

Il nuovo Pontefice eletto Benedetto XVI, Cardinale Joseph Ratzinger, finora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Pontificia Commissione Teologica Internazionale, Decano del Collegio Cardinalizio, è nato in Marktl am Inn, in Diocesi di Passau (Repubblica Federale di Germania), il 16 aprile 1927. Il padre, commissario della gendarmeria, proveniva da una antica famiglia di agricoltori della Bassa Baviera.

Trascorsi gli anni dell'adolescenza a Traunstein, venne richiamato negli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale nei servizi ausiliari antiaerei.

Dal 1946 al 1951 - anno in cui, il 29 giugno, veniva ordinato sacerdote ed iniziava la sua attività di insegnamento - studiò filosofia e teologia nell'Università di Monaco e nella Scuola Superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga. Del 1953 è la dissertazione "Popolo e casa di Dio nella Dottrina della Chiesa di Sant'Agostino", con la quale si addottorava in Teologia. Quattro anni dopo otteneva la libera docenza con un lavoro su "La Teologia della Storia di San Bonaventura".

Conseguito l'incarico di Dogmatica e Teologia fondamentale nella Scuola Superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga, proseguì l'insegnamento a Bonn, dal 1959 al 1969, Münster, dal 1963 al 1966, e Tubinga, dal 1966 al 1969. In quest'ultimo anno divenne Professore Ordinario di Dogmatica e di storia dei dogmi nell'Università di Ratisbona e Vice-Presidente della stessa Università. Intanto già dal 1962 acquistava notorietà internazionale intervenendo, come consulente teologico dell'Arcivescovo di Colonia Cardinale Joseph Frings, al Concilio Vaticano II, al quale diede un notevole contributo.

Tra le sue numerose pubblicazioni un peso particolare occupano l'"Introduzione al Cristianesimo", raccolta di lezioni universitarie sulla professione di fede apostolica, pubblicata nel 1968, "Dogma e rivelazione", un'antologia di saggi, prediche e riflessioni dedicate alla pastorale, uscita nel 1973. Ampia risonanza ottenne pure la sua arringa pronunziata dinanzi all'Accademia cattolica bavarese sul tema: "Perché io sono ancora nella Chiesa?", nella quale affermava: "Solo nella Chiesa è possibile essere cristiani e non accanto alla Chiesa". Del 1985 è il volume "Rapporto sulla fede", del 1996 "Il sale della terra".

Il 24 marzo 1977 Paolo VI lo nominava Arcivescovo di München und Freising. Il 28 maggio successivo riceveva la Consacrazione Episcopale, primo sacerdote diocesano ad assumere dopo 80 anni il governo pastorale della grande Diocesi bavarese.

Creato Cardinale da Papa Paolo VI nel 1977, è stato Relatore alla V Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi (1980), sul tema: "I compiti della famiglia cristiana nel mondo contemporaneo" e Presidente delegato della VI Assemblea sinodale (1983) su "Riconciliazione e penitenza nella missione della Chiesa".

Il 25 novembre 1981 è stato nominato da Giovanni Paolo II Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Pontificia Commissione Teologia Internazionale.

Il 5 aprile 1993 è entrato a far parte dell'Ordine dei Cardinali Vescovi, del titolo della Chiesa Suburbicaria di Velletri-Segni.

Il 6 novembre 1998 è stato eletto Vice-Decano del Collegio Cardinalizio. Il 30 novembre 2002, il Santo Padre ne ha approvato l'elezione, fatta dai Cardinali dell'ordine dei Vescovi, a Decano del Collegio Cardinalizio.

È stato Presidente della Commissione per la Preparazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, che dopo sei anni di lavoro (1986-1992) ha potuto presentare al Santo Padre il nuovo Catechismo.

Il 10 novembre 1999 è stato insignito della Laurea ad honorem in Giurisprudenza dalla Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA).

Dal 13 novembre 2000 è Accademico onorario della Pontificia Accademia delle Scienze.

Da Paolo VI creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 27 giugno 1977, già del Titolo di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino, dei Titoli della Chiesa Suburbicaria di Velletri-Segni (5 aprile 1993) e della Chiesa Suburbicaria di Ostia (30 novembre 2002).

È stato Membro del Consiglio della II Sezione della Segreteria di Stato; delle Congregazioni per le Chiese Orientali, per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per i Vescovi, per l'Evangelizzazione dei Popoli, per l'Educazione Cattolica; del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e delle Pontificie Commissioni per l'America Latina ed "Ecclesia Dei".
OP/BIO:BENEDETTO XVI/... VIS 20050419 (690)

CARDINALE RATZINGER ELETTO AL PONTIFICATO: BENEDETTO XVI


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2005 (VIS). Il Cardinale Joseph Ratzinger è stato eletto Sommo Pontefice, 264° successore di Pietro, ed ha scelto il nome di Benedetto XVI.

Ne ha dato il solenne annuncio al popolo, alle ore18.43, dalla Loggia esterna dell'Aula della Benedizione della Basilica Vaticana, il Cardinale Protodiacono, in seguito alla fumata bianca delle ore 17.50.

Queste le parole del Cardinale Jorge Arturo Medina Estévez:

Annuntio vobis gaudium magnum;
habemus Papam:
Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,
Dominum. Josephum
Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Ratzinger
qui sibi nomen imposuit. Benedictum XVI

Il Conclave che ha portato all'elezione di Benedetto XVI era iniziato lunedì 18 aprile, 2005, nella Cappella Sistina del Palazzo Apostolico Vaticano, con l"extra omnes" intimato alle 17:25 dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, Arcivescovo Piero Marini, dopo il giuramento prestato dai 115 Cardinali Elettori.

La prima fumata nera si è avuta alle ore 20:04 dello stesso giorno.

Martedì 19 aprile fumata nera alle ore 11:52.

Martedì 19 aprile, fumata bianca alla ore 17:50.

Alle ore 18.48, il Santo Padre Benedetto XVI, preceduto dalla Croce, si è affacciato alla Loggia esterna della Benedizione della Basilica Vaticana per salutare il popolo e impartire la Benedizione Apostolica "Urbi et Orbi".

Prima della Benedizione il nuovo Pontefice ha rivolto ai fedeli le parole che seguono:

"Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore".

"Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere".

"Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte. Grazie".
OP/ELEZIONE BENEDETTO XVI/... VIS 20050419 (90)

"COR UNUM": CARITÀ DEL PAPA 2004 EURO 6.659.152.=


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2005 (VIS). Recentemente è stata pubblicata la relazione annuale del Pontificio Consiglio "Cor Unum", sull'attività caritativa del Papa. "Cor Unum" ha reso noto che l'importo totale degli aiuti del Santo Padre Giovanni Paolo II ai poveri e sofferenti per il 2004 è stato di Euro 6.659.152.=. Tale cifra comprende gli aiuti alle vittime del maremoto che ha colpito il Sud-Est asiatico nel dicembre 2004, gli aiuti alle vittime del conflitto interno nel Sudan ed i finanziamenti destinati ai progetti delle due fondazioni istituite dal defunto Pontefice: la Fondazione "Giovanni Paolo II per il Sahel" e la Fondazione "Popolorum Progressio".

Il Pontificio Consiglio "Cor Unum" conta tra i suoi compiti primari quello di dispensare aiuti ai poveri e bisognosi, alle vittime di catastrofi naturali e di finanziare progetti approvati dalla due suddette Fondazioni. La Costituzione Apostolica "Pastor Bonus" (1988), stabilisce che Cor Unum dispieghi l'attività caritativa in nome del Santo Padre al fine di "stimolare la testimonianza di carità evangelica". Le donazioni destinate alla carità del Papa consentono al Pontificio Consiglio "Cor Unum" di erogare aiuti in diverse circostanze "grazie anche alla spontanea generosità di Diocesi, Istituti Religiosi, Parrocchie, Scuole e singoli fedeli".

I contributi a favore delle vittime del maremoto del 26 dicembre ammontavano ad un totale di Euro 353.058:=. L'Arcivescovo Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum", in qualità di Inviato Speciale del Santo Padre Giovanni Paolo II, si è recato, dal 29 gennaio al 4 febbraio 2005, nelle due nazioni più colpite dal maremoto, Indonesia e Sri Lanka.

Nel luglio 2004 l'Arcivescovo Cordes, si è recato in Sudan, nella regione del Darfur, come Inviato Speciale del Santo Padre Giovanni Paolo II per dare un segno della spirituale vicinanza del Pontefice alle popolazioni colpite dal conflitto interno e per portare aiuti ai più bisognosi per un valore di Euro 100.000:= Nel giugno 2004 l'Arcivescovo Cordes si era recato in visita ad Haiti e nella Repubblica Dominicana, colpite da devastanti alluvioni.

L'ammontare degli aiuti stanziati da "Cor Unum" nel 2004 per altre calamità e altre situazioni di emergenza come terremoti, tifoni, inondazioni, guerre ed emergenze relative ai profughi, è stato di US$ 992,530.= e di Euro 519.000.= L'assistenza finanziaria ai paesi in via di sviluppo in settori quali l'agricoltura, l'educazione, il settore socio-sanitario, la formazione professionale e le abitazioni, è risultata nell'importo di US$ 2.024.532.= e di Euro 608.200.=

La carità del Papa alla Fondazione "Giovanni Paolo II per il Sahel" istituita nel 1984, affidata al Pontificio Consiglio "Cor Unum", ha stanziato finanziamenti per Euro 1.771.157.= (US$ 2.307.286.=), a favore di 169 progetti in 9 Paesi africani.

La Fondazione "Populorum Progressio", istituita da Giovanni Paolo II nel 1992, ha finanziato aiuti nel 2004 per un totale US$ 1.881.000.= (Euro 1.442.927.=) per 231 progetti in 19 Paesi dell'America Latina per sostenere le popolazioni indigene, afroamericane e meticce contadine povere.

"Riguardo alle due Fondazioni" - si legge nella relazione annuale di "Cor Unum" - "è importante mettere in rilievo come Papa Giovanni Paolo II, nell'istituirle, volle che fossero una testimonianza permanente del Suo amore per le popolazioni del Sahel e dell'America Latina, facendo appello a tutte le Chiese locali, ai fedeli ed a tutti gli uomini di buona volontà affinché ne sostenessero il prezioso servizio proteso alla promozione integrale di quei popoli".
CON-CU/CARITÀ DEL PAPA 2004/... VIS 20050419 (550)

ALLE 11:49 DI QUESTA MATTINA NUOVA FUMATA NERA

CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2005 (VIS). Questa mattina alle 11:49 la nuova fumata nera sprigionatasi dalla canna fumaria della Cappella Sistina è stato il segnale che i Cardinali elettori non hanno ancora proceduto all'elezione del nuovo Papa nelle due votazioni della sessione mattutina.

Nel pomeriggio di oggi, alle 16:00, i Cardinali rientreranno nella Cappella Sistina per riprendere le votazioni.
.../CONCLAVE/... VIS 20050419 (70)

lunedì 18 aprile 2005

ELENCO DEI 115 CARDINALI ELETTORI

CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2005 (VIS). Di seguito riportiamo l'elenco dei 115 Cardinali elettori che entrano in Conclave ed il loro rispettivo ordine di precedenza (ordine dei Vescovi, ordine dei Presbiteri, ordine dei Diaconi):

ORDINE DEI VESCOVI

Ratzinger Card. Joseph
Sodano Card. Angelo
López Trujillo Card. Alfonso
Re Card. Giovanni Battista
Cardinali Patriarchi Di Rito Orientale
Daoud Card. Ignace Moussa I

ORDINE DEI PRESBITERI

Baum Card. William Wakefield
Cé Card. Marco
Macharski Card. Franciszek
Kitbunchu Card. Michael Michai
Danneels Card. Godfried
Williams Card. Thomas Stafford
Martini Card. Carlo Maria, S.I.
Lustiger Card. Jean-Marie
Glemp Card. Józef
Meisner Card. Joachim
Arinze Card. Francis
Obando Bravo Card. Miguel, S.D.B.
Vidal Card. Ricardo J.
Poupard Card. Paul
Wetter Card. Friedrich
Simonis Card. Adrianus Johannes
Law Card. Bernard Francis
Biffi Card. Giacomo
Martínez Somalo Card. Eduardo
Falcão Freire Card. José
Giordano Card. Michele
Szoka Card. Edmund Casimir
Paskai Card. László, O.F.M.
Tumi Card. Christian Wiyghan
Etsou-Nzabi-Bamungwabi Card. Frédéric, C.I.C.M.
López Rodríguez Card. Nicolás De Jesús
Mahony Card. Roger Michael
Ruini Card. Camillo
Schwery Card. Henri
Sterzinsky Card. Georg Maximilian
Vlk Card. Miloslav
Shirayanagi Card. Peter Seiichi
Darmaatmadja Card. Julius Riyadi, S.I.
Ortega Y Alamino Card. Jaime Lucas
Wamala Card. Emmanuel
Keeler Card. William Henry
Turcotte Card. Jean-Claude
Carles Gordó Card. Ricardo María
Maida Card. Adam Joseph
Puljic Card. Vinko
Razafindratandra Card. Armand Gaétan
Sandoval Íñiguez Card. Juan
De Giorgi Card. Salvatore
Rouco Varela Card. Antonio María
Ambrozic Card. Aloysius Matthew
Tettamanzi Card. Dionigi
Pengo Card. Polycarp
Schönborn Card. Christoph, O.P.
Rivera Carrera Card. Norberto
George Card. Francis Eugene, O.M.I.
Jaworski Card. Marian
Pujats Card. J_Nis
Dias Card. Ivan
Agnelo Card. Geraldo Majella
Rubiano Sáenz Card. Pedro
Mccarrick Card. Theodore Edgar
Connell Card. Desmond
Ba_Kis Card. Audrys Juozas
Errázuriz Ossa Card. Francisco Javier
Terrazas Sandoval Card. Julio, C.Ss.R.
Napier Card. Wilfrid Fox, O.F.M.
Rodríguez Maradiaga Card. Oscar Andrés, S.D.B.
Agré Card. Bernard
Cipriani Thorne Card. Juan Luis
Álvarez Martínez Card. Francisco
Hummes Card. Cláudio, O.F.M.
Vithayathil Card. Varkey, C.Ss.R.
Bergoglio Card. Jorge Maria, S.I.
Da Cruz Policarpo Card. José
Poletto Card. Severino
Murphy-O'connor Card. Cormac
Egan Card. Edward Michael
Husar Card. Lubomyr
Lehmann Card. Karl
Scola Card. Angelo
Okogie Card. Anthony Olubunmi
Panafieu Card. Bernard
Zubeir Wako Card. Gabriel
Amigo Vallejo Card. Carlos, O.F.M.
Rigali Card. Justin Francis
O'brien Card. Keith Michael Patrick
Scheid Card. Eusébio Oscar, S.C.I.
Antonelli Card. Ennio
Bertone Card. Tarcisio, S.D.B.
Turkson Card. Peter Kodwo Appiah
Toppo Card. Telesphore Placidus
Pell Card. George
Bozanic Card. Josip
Pham Minh Mân Card. Jean-Baptiste
Quezada Toruño Card. Rodolfo
Barbarin Card. Philippe
Erd_ Card. Péter
Ouellet Card. Marc, P.S.S.

ORDINE DEI DIACONI

Medina Estévez Card. Jorge Arturo
Castrillón Hoyos Card. Darío
Stafford Card. James Francis
Cacciavillan Card. Agostino
Sebastiani Card. Sergio
Grocholewski Card. Zenon
Saraiva Martins Card. José, C.M.F.
Sepe Card. Crescenzio
Pompedda Card. Mario Francesco
Kasper Card. Walter
Tauran Card. Jean-Louis
Martino Card. Renato Raffaele
Marchisano Card. Francesco
Herranz Card. Julián
Lozano Barragán Card. Javier
Hamao Card. Stephen Fumio
Nicora Card. Attilio
.../ELENCO CARDINALI ELETTORI/... VIS 20050418 (500)

I CARDINALI IN CONCLAVE, FUMATA NERA ALLE 20:04

CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2005 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, i 115 Cardinali elettori provenienti da 52 Nazioni dei 5 continenti sono entrati in Conclave nella Cappella Sistina.

Alle 16:30 i Cardinali si sono riuniti nell'Aula della Benedizione, situata sopra l'atrio della Basilica di San Pietro, le cui Logge si affacciano su Piazza San Pietro. È dalla Loggia centrale dell'Aula della Benedizione che il nuovo Pontefice appare per la prima volta ai fedeli.

Preceduti dalla Croce e seguiti dal Libro dei Vangeli, i Cardinali si sono recati in processione alla Cappella Sistina al canto delle Litanie dei Santi. Al termine del "Veni Creator", ogni Cardinale ha prestato giuramento come prescritto dalla "Ordo Rituum Conclavis".

Dopo che il Maestro delle Cerimonie Liturgiche Pontificie ha intimato lo "Extra omnes", tutti coloro che non partecipano al Conclave hanno lasciato la Cappella Sistina. Sono rimasti solamente il Maestro delle Cerimonie Liturgiche Pontificie ed il Cardinale Tomas Spidlik, 85 anni, per la seconda meditazione dell'entrata in Conclave, terminata la quale, hanno lasciato anch'essi la Sistina.

La fumata nera, apparsa dalla canna fumaria della Cappella Sistina alle ore 20:04, indica che i Cardinali hanno effettuato una prima votazione ma senza pervenire all'elezione del nuovo Pontefice.
CC/CONCLAVE/... VIS 20050418 (200)

STUFA CAPPELLA SISTINA UTILIZZATA PRIMA VOLTA CONCLAVE 1939


CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2005 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, i 115 Cardinali elettori provenienti da tutto il mondo entreranno in Conclave nella Cappella Sistina per eleggere il nuovo Pontefice.

Nella Cappella Sistina sono stati collocati dodici tavoli, sei su ciascun lato, un leggio con il Vangelo sul quale i Porporati presteranno giuramento, i tavoli con le urne dove saranno raccolte le schede con i voti e la stufa che verrà impiegata per bruciare le schede e dalla cui canna fumaria uscirà la "fumata".

La bruciatura delle schede e dei documenti di ogni votazione produce il fumo che fuoriesce dalla canna fumaria della stufa utilizzata per la prima volta durante il Conclave dell'anno 1939, quando fu eletto Papa Eugenio Pacelli, Pio XII. La stufa, in ghisa, di forma cilindrica rastremata, di altezza pari a circa 1 metro di diametro medio pari a circa 0.45 metri, è dotata di uno sportello inferiore per l'accensione dell'innesco, con valvola manuale di regolazione del tiraggio e di uno sportello superiore per la introduzione dei documenti da bruciare.

Sulla calotta superiore della stufa sono riportate, mediante punzonatura, le date, anno e mese, dei Conclavi: 1939/III, Conclave con elezione di Papa Pio XII; 1958/X, Conclave con elezione di Papa Giovanni XXIII; 1963/VI, Conclave con elezione di Papa Paolo VI; 1978/VIII, conclave con elezione di Papa Giovanni Paolo I; 1978/X, Conclave con elezione di Papa Giovanni Paolo II.

Le fumate nere saranno ottenute con la bruciatura delle schede; la "fumata bianca" con la bruciatura delle schede e di paglia umida. Per la prima volta verrà anche utilizzata una apparecchiatura ausiliaria a fumogeni, per incrementare la visibilità delle fumate.
.../STUFA CONCLAVE/... VIS 20050418 (290)

SIGNORE CI DONI PASTORE CHE CI GUIDI CONOSCENZA CRISTO

CITTA' DEL VATICANO, 18 APR. 2005 (VIS). Il Cardinale Joseph Ratzinger, Decano del Collegio Cardinalizio, ha presieduto questa mattina nella Basilica Vaticana la Santa "Missa pro eligendo Romano Pontifice", concelebrata dai 115 Cardinali elettori.

Alla Concelebrazione Eucaristica hanno assistito i Cardinali non elettori, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, e i laici presenti a Roma.

Nell'omelia, commentando la prima Lettura del Libro del Profeta Isaia, nel quale il Messia, parlando di se stesso afferma di essere stato inviato a "'promulgare l'anno di misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio.'", il Cardinale Ratzinger ha affermato: "Siamo chiamati a promulgare - non solo a parole ma con la vita, e con i segni efficaci dei sacramenti, 'l'anno di misericordia del Signore'". Riferendosi al "giorno della vendetta per il nostro Dio'", il Cardinale ha spiegato che: "il Signore ha offerto il suo commento autentico a queste parole con la morte di croce".

"La misericordia di Cristo" - ha proseguito il Decano del Collegio Cardinalizio - "non è una grazia a buon mercato, non suppone la banalizzazione del male. Cristo porta nel suo corpo e sulla sua anima tutto il peso del male, tutta la sua forza distruttiva. (...) Il giorno della vendetta e l'anno della misericordia coincidono nel mistero pasquale, nel Cristo morto e risorto. Questa è la vendetta di Dio: Egli stesso, nella persona del Figlio, soffre per noi".

Nella Seconda Lettura, tratta dalla Lettera agli Efesini, San Paolo parla della "'misura della pienezza di Cristo', cui siamo chiamati ad arrivare per essere realmente adulti nella fede. Non dovremmo rimanere fanciulli nella fede, in stato di minorità. E in che cosa consiste l'essere fanciulli nella fede? Risponde San Paolo: significa essere 'sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina…' Una descrizione molto attuale!".

"Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all'altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all'individualismo radicale; dall'ateismo ad un vago misticismo religioso; dall'agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull'inganno degli uomini, sull'astuzia che tende a trarre nell'errore. Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare 'qua e là da qualsiasi vento di dottrina', appare come l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie".

"Noi, invece" - ha detto ancora il Cardinale Ratzinger - "abbiamo un'altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo. 'Adulta' non è una fede che segue le onde della moda e l'ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell'amicizia con Cristo. (...) Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo. Ed è questa fede - solo la fede - che crea unità e si realizza nella carità. (...) Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo, anche nella nostra vita, verità e carità si fondono".

Successivamente il Decano del Collegio Cardinalizio ha commentato il Vangelo di San Giovanni, nel quale: "Il Signore ci rivolge queste meravigliose parole: 'Non vi chiamo più servi… ma vi ho chiamato amici'. (...) Cristo ci dice tutto quanto ascolta dal Padre; ci dona la sua piena fiducia e, con la fiducia, anche la conoscenza. (...) Affida il suo corpo, la Chiesa, a noi. Affida alle nostre deboli menti, alle nostre deboli mani la sua verità - il mistero del Dio Padre, Figlio e Spirito Santo; il mistero del Dio che 'ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito'. Ci ha reso suoi amici - e noi come rispondiamo?".

Ricordando il discorso di Gesù sul portare frutto: "'Vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga'" - il Porporato ha affermato: "Dobbiamo essere animati da una santa inquietudine: l'inquietudine di portare a tutti il dono della fede, dell'amicizia con Cristo. (...) Abbiamo ricevuto la fede per donarla ad altri - siamo sacerdoti per servire altri. E dobbiamo portare un frutto che rimanga".

"L'unica cosa, che rimane in eterno, è l'anima umana, l'uomo creato da Dio per l'eternità. Il frutto che rimane è perciò quanto abbiamo seminato nelle anime umane - l'amore, la conoscenza; il gesto capace di toccare il cuore; la parola che apre l'anima alla gioia del Signore. Allora andiamo e preghiamo il Signore, perché ci aiuti a portare frutto, un frutto che rimane".

Il Cardinale Ratzinger ha concluso l'omelia invocando il Signore con queste parole: "In questa ora, soprattutto, preghiamo con insistenza il Signore, perché dopo il grande dono di Papa Giovanni Paolo II, ci doni di nuovo un pastore secondo il suo cuore, un pastore che ci guidi alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia. Amen".
.../MESSA ELEZIONE PAPA/RATZINGER VIS 20050418 (870)

sabato 16 aprile 2005

INFORMAZIONI RELATIVE SVOLGIMENTO CONCLAVE

CITTA' DEL VATICANO, 16 APR. 2005 (VIS). Nella tarda mattinata di oggi, il Dr. Joaquín Navarro-Valls, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha tenuto un briefing per i giornalisti accreditati, con le seguenti informazioni relative allo svolgimento del Conclave:

"Lunedì prossimo 18 aprile 2005, 115 Cardinali di 52 Paesi che rappresentano i cinque continenti, inizieranno il primo Conclave del III Millennio per eleggere il 264° successore di San Pietro, cioè il 265° Papa della storia della Chiesa Cattolica".

"I Cardinali si trasferiranno alla 'Domus Sanctae Marthae' nel pomeriggio di domani, domenica 17 aprile. Saranno tutti insieme per l'ora di cena".

"Come già annunciato, lunedì mattina alle ore 10:00, nella Basilica Vaticana, sarà celebrata la Santa Messa 'per l'elezione del Romano Pontefice'".

"Lunedì pomeriggio poi, alle 16:30 comincerà la processione dei Cardinali elettori che partendo dall'Aula della Benedizione raggiungerà la Cappella Sistina. Potrete seguire questo rito in diretta televisiva".

"Nella Cappella Sistina, avrà luogo il giuramento di tutti i cardinali elettori. Il Cardinale Decano leggerà la formula di giuramento, e in seguito ogni Cardinale, pronunciando il suo nome e ponendo le mani sul Vangelo, pronunzierà le parole 'prometto, mi obbligo e giuro'. In questi giorni, si è parlato spesso del vincolo di segretezza per quanto riguarda l'elezione del Papa. Ricordo però che questa è soltanto una parte del giuramento. Prima ancora si giura di osservare quanto è prescritto nella Costituzione Apostolica 'Universi Dominici gregis' e poi anche si giura - e leggo - 'che chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice si impegnerà a svolgere fedelmente il munus Petrinum di Pastore della Chiesa universale'".

"Dopo il giuramento, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie intima lo 'extra omnes' e chi non partecipa al Conclave lascia la Cappella Sistina. Restano solamente il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche e il Cardinale Tomáš Špidlík, per la meditazione, terminata la quale, anch'essi lasceranno la Sistina".

"Durante il Conclave, i Cardinali osserveranno il seguente orario: alle ore 7:30 del mattino, Celebrazione o Concelebrazione della Santa Messa nella 'Domus Sanctae Marthae'. Alle ore 9:00 saranno già nella Cappella Sistina. Lì, reciteranno le Lodi della Liturgia delle ore e, subito dopo, avranno luogo le votazioni secondo il rituale prescritto (due votazioni la mattina, due al pomeriggio). Nel pomeriggio, le votazioni cominceranno alle ore 16:00. Alla fine della seconda votazione, ci sarà la preghiera dei Vespri".

"Rispettivamente dopo le due votazioni del mattino e le due votazioni del pomeriggio, le schede ed eventuali appunti dei Cardinali, saranno bruciate nella stufa preparata all'interno della Sistina. Come orario puramente indicativo quindi, le fumate potrebbero avvenire verso le ore 12:00 e verso le ore 19:00 (sempre che non ci sia l'elezione del Papa ad un primo scrutinio rispettivamente del mattino o del pomeriggio, nel qual caso la fumata sarà anticipata). Comunque, è previsto che insieme alla fumata bianca per l'avvenuta elezione, suonino anche le campane di San Pietro".

"Conoscete molto bene le indicazioni della Costituzione Apostolica 'Universi Dominici gregis' per quello che riguarda le votazioni. Il 'quorum' valido per l'elezione del Papa è inizialmente di due terzi. Dopo tre giorni di votazioni senza elezione, si terrà una giornata al massimo di riflessione e preghiera, senza votazioni. Quindi riprenderanno le votazioni per altri eventuali sette scrutini, un'altra pausa di 'riflessione, altri sette scrutini, altra pausa e altri sette scrutini. Dopo di che, si deciderà a maggioranza assoluta su come proseguire, ossia per un suffragio a maggioranza assoluta o con il ballottaggio tra due candidati. Questo sempre che si sia arrivati al 33° o 34° scrutinio senza esito positivo".

"Per quanto riguarda la prima votazione, sarà deciso dopo l'ingresso in Conclave se effettuarla già lunedì 18 aprile pomeriggio".

"L'ambito del Conclave comprende la 'Domus Sanctae Marthae' e la Cappella Sistina. Il tragitto, che segue la strada dietro la Basilica Vaticana, potrà essere fatto dai Cardinali a piedi oppure, se qualcuno preferisce, in pullman. Naturalmente, il percorso sarà sgombro di persone. Gli accessi al cortile di San Damaso saranno sigillati".

"In questi giorni, i turisti non potranno accedere alla Cupola della Basilica né ai Giardini Vaticani".

"Sarà possibile, però, per i pellegrini, visitare la tomba di Giovanni Paolo II nell'orario di apertura delle Grotte Vaticane".

"Si concludono oggi le Congregazioni Generali dei Cardinali in periodo di Sede Vacante".

"Al termine di questi incontri desidero fare due brevi annotazioni".

"Il clima di queste Congregazioni è stato di grande familiarità. Questo forse era espressione della grande responsabilità che tutti i Cardinali sentivano in questi momenti. Ciò ha permesso di trovare un vastissimo consenso sui temi generali affrontati nelle discussioni".

"Posso anche confermare che in nessuna Congregazione si è mai parlato di nomi".
OP/CONCLAVE/NAVARRO-VALLS VIS 20050416 (770)
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