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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 17 ottobre 2005

DICIASSETTESIMA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 14 OTT. 2005 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, nell'Aula del Sinodo, si è tenuta, in presenza del Santo Padre e di 233 Padri Sinodali, la diciassettesima Congregazione Generale del Sinodo dei Vescovi sull'Eucaristia. Nel corso della stessa è stata data lettura delle Relazioni dei Circoli Minori o gruppi linguistici. Presidente delegato di turno è stato il Cardinale Francis Arinze. Successivamente ha avuto luogo la prima votazione per l'elezione di 12 membri del Consiglio Post-Sinodale.

Di seguito riportiamo gli estratti di alcune Relazioni:

CIRCOLO MINORE INGLESE B: VESCOVO DONALD WILLIAM WUERL, DI PITTSBURGH (STATI UNITI D'AMERICA). "Nel riflettere sulla necessità di celebrare l'Eucaristia nelle circostanze attuali vediamo in discussione un certo numero di valori. Punto primo e più significativo, è il fatto che l'Eucaristia è essenziale alla Chiesa. (...) Tuttavia, dobbiamo anche tenere in conto il grave problema della mancanza di sacerdoti in tante parti del mondo. Riconosciamo anche il ruolo dei sacerdoti sposati nelle Chiese Orientali. Dal nostro incontro è emerso che il celibato non è l'unico né il principale motivo della mancanza di vocazioni. Di fatto, la cultura contemporanea vive una crisi in molti altri ambiti, quali la natura, la durata e la vitalità del matrimonio. La mancata assunzione di responsabilità per tutta la vita sembra essere un motivo ricorrente delle nostre riflessioni relative alla vita moderna. (...) Nell'analizzare la situazione dobbiamo fornire alcune osservazioni su come affrontarla. (...) La prima riguarda l'ovvia necessità di incoraggiare le vocazioni al ministero sacerdotale. (...) Le Chiese locali devono essere aperte alla condivisione dei sacerdoti. (...) Infine, abbiamo affrontato la questione del servizio Eucaristico che spesso oggi sostituisce la Messa. (...) Dalle nostre riflessioni è scaturito rafforzato il bisogno di individuare, laddove sia necessario, i servizi religiosi più chiaramente definibili, al posto della Messa. (...) Abbiamo concluso che i programmi per sacerdoti, diaconi e laici su una buona liturgia sono, non solo utili, ma necessari. È stato incoraggiato sia il coinvolgimento dei laici ben preparati, che i programmi di formazione liturgica nelle parrocchie".

CIRCOLO MINORE SPAGNOLO B: VESCOVO ALBERTO GIRALDO JARAMILLO, P.S.S., DI MEDELLÍN (COLOMBIA). "I membri hanno elaborato 27 proposizioni che possono essere raccolte nei seguenti enunciati. Che si diano orientamenti di sostegno ai sacerdoti perché le loro celebrazioni esprimano la consapevolezza di agire sotto l'azione dello Spirito Santo. In questo modo assicurano la presenza di Cristo nell'Eucaristia, con tutta la ricchezza della sua opera salvifica. Che ogni Vescovo dia grande importanza alla formazione dei seminaristi seguendo con cura questi ultimi e i loro formatori. Occorre riservare particolare attenzione alla selezione ed alla formazione dei candidati al sacerdozio, per vivere il carisma del celibato. Che si possa assicurare la dignitosa celebrazione nella Cattedrale, nelle parrocchie e nelle diverse chiese della diocesi e si assicuri che i fedeli visitino il Santissimo Sacramento nelle diverse ore del giorno. Che si organizzi nella diocesi una pastorale vocazionale ben strutturata, che parte dalla preghiera per le vocazioni e abbia l'appoggio delle famiglie, dei sacerdoti e dei seminaristi. Che si presti particolare attenzione agli ammalati in modo da assicurare loro l'Eucaristia, alimento di immortalità. L'Eucaristia sarà la fonte inesauribile di una cultura della vita. Che si offra una compagnia attenta a quanti hanno formato le loro famiglie a partire dal Sacramento del matrimonio. Nell'occuparsi della difficile situazione di coloro che hanno provato il dolore della separazione, occorrerà trattarli con misericordia, per offrire loro orientamento e appoggio che consentano di chiarire la loro situazione mediante un processo canonico adeguato. Che si faccia una rinnovata pastorale del Sacramento della Riconciliazione. Che riusciamo a trovare percorsi catechetici adeguati affinché i sacerdoti e i fedeli comprendano la presenza di Maria in ogni celebrazione eucaristica. Che riusciamo a comprendere che, anche se l'Eucaristia è un dono, è nostro dovere pastorale avvicinare le persone a questo Sacramento, aiutandoli a ricevere degnamente il Signore Gesù Cristo Sacramentato".

CIRCOLO MINORE INGLESE A: ARCIVESCOVO DIARMUID MARTIN, DI DUBLINO (IRLANDA). "(...) L'Adorazione Eucaristica, al di fuori della Messa, dovrebbe scaturire dall'azione eucaristica e ricondurre ad essa. L'Adorazione Eucaristica considerata segno riemergente dei tempi, può sostenere fortemente la santità degli individui e delle comunità. Il gruppo ha espresso particolare apprezzamento, conferma ed incoraggiamento ai sacerdoti per la loro fedeltà al Ministero Eucaristico. Parlando dell''ars celebrandi' è stato sottolineato che essa non implica una sorta di coreografia del rito liturgico, bensì un modo per entrare nel Mistero dell'Eucaristia, e il desiderio di entrare in comunione con Dio attraverso il Mistero Pasquale. (...) È stato proposto di preparare una lista di omelie tematiche che trattino i Misteri fondamentali della Salvezza con riferimenti appropriati al Lezionario, ai Padri della Chiesa e al Catechismo della Chiesa Cattolica. Il gruppo ha sottolineato il bisogno di sviluppare una spiritualità eucaristica dei laici. È stata, inoltre, suggerita la compilazione di un 'Vademecum Eucaristico' con contenuti dottrinali, catechetici e devozionali a beneficio dei fedeli. Il Circolo Minore ha evidenziato i legami tra l'Eucaristia e il Sacramento della Penitenza, specialmente in considerazione del fatto che molti hanno perso il senso del peccato. La grave mancanza di sacerdoti in alcune aree è motivo di preoccupazione per l'intera Chiesa. In assenza di sacerdoti, il Circolo Minore ha sottolineato l'importanza della Liturgia della Parola per sostenere quanti sono privati della possibilità di ricevere l'Eucaristia. In alcune parti del mondo, la diminuzione del numero dei fedeli che partecipano regolarmente alla Messa domenicale è fonte di grande preoccupazione".

CIRCOLO MINORE FRANCESE C: VESCOVO PAUL-ANDRÉ DUROCHER, DI ALEXANDRIA-CORWALL (CANADA). "(...) Il nostro atteggiamento dinanzi alla secolarizzazione deve essere più sfumato. In effetti, nel mondo attuale esistono molti semi della Parola. L'Eucaristia può rispondere alla sete e alle speranze del nostro tempo. (...) La fede celebrata nell'Eucaristia deve, inoltre, essere vissuta quotidianamente. La contemplazione del Sacrificio di Cristo, al quale siamo chiamati ad unirci, potrà aiutarci a formare questa unità di fede e di vita. Occorre, però, intendere questo Sacrificio come un mistero d'amore, una promessa di vita, un cammino di libertà. La mancanza di sacerdoti ci addolora e sentiamo con forza la preoccupazione dei numerosi fedeli che a causa di questo fenomeno, non possono ricevere i Sacramenti. L'idea di ordinare 'viri probati' è stata discussa, ma non ha ottenuto la maggioranza dei voti. Il gruppo è unanime nell'affermare il valore inestimabile del celibato sacerdotale per la Chiesa latina e desidera impegnare la Chiesa in una pastorale vocazionale ancora più vigorosa, positiva e aperta ai doni di Dio. D'altra parte, riteniamo che una migliore ridistribuzione dei sacerdoti 'fidei donum' possa aiutare ad attenuare un po' questa mancanza".

CIRCOLO MINORE TEDESCO: VESCOVO GERHARD LUDWIG MÜLLER, DI REGENSBURG (GERMANIA). "La presentazione dell'Eucaristia come fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa rimane compito della teologia, della spiritualità e della pastorale. Le carenze nella comprensione della liturgia e nella pratica possono essere superate soltanto attraverso un orientamento positivo e che porti il fedele a Gesù Cristo. Egli è 'la luce vera, quella che illumina ogni uomo' (Gv 1, 9). Nella civiltà occidentale, però, i cristiani sono succubi della secolarizzazione della coscienza. Ciò può portare alla banalizzazione delle verità cristiane e alla profanazione della liturgia e del modo di vivere. Spesso esiste una discrepanza tra il catechismo e le tentazioni e le pressioni di un'impostazione di vita collettiva determinata solo dal mondo interiore. Le conseguenze possono essere l'indifferenza, ma anche le aggressioni nei confronti della dottrina e della morale della Chiesa, in apparenza estranea al mondo e ostile alla vita. (...) Come può la Chiesa, nel senso di 'Gaudium et spes', accogliere, dividere e formulare le preoccupazioni, le domande e i bisogni degli uomini di oggi e, tuttavia, proprio oggi, testimoniare Cristo come risposta alle domande esistenziali fondamentali dell'uomo? È possibile attendersi un autentico rinnovamento dai cristiani, dai religiosi e dai laici, soprattutto dai giovani cristiani impegnati, che si lasciano attrarre da Cristo, che vivono dell'amore di Cristo eucaristico e che sono disposti a vivere il matrimonio cristiano e la vita secondo i precetti evangelici, in quanto chiamati dallo Spirito Santo per costruire la Chiesa con i diversi carismi. Qui non si tratta di numeri, bensì di qualità".

CIRCOLO MINORE ITALIANO B: VESCOVO RENATO CORTI, DI NOVARA. "È parso bene privilegiare due domande: quella relativa all'educazione alla fede eucaristica e quella relativa all'impegno missionario che siamo chiamati a coltivare attraverso la Celebrazione Eucaristica. (...) Circa il tema dell'educazione dei fedeli alla centralità della Celebrazione Eucaristica domenicale, la discussione ha condotto a dedicare ampio spazio alla domenica, intesa come 'Dies Christi' e come 'Dies hominis'. Si è toccato il tema dell'Eucaristia, soprattutto considerando la domenica come 'Dies Ecclesiae'. (...) Si è pure riflettuto sull'esperienza che deve essere proposta a chi accede ai Sacramenti e come dare a tutto ciò la forma di un itinerario, anzi di una Mistagogia. Quanto alla pastorale in favore di coloro che sono in una situazione matrimoniale irregolare, la riflessione ha considerato innanzi tutto il tempo che precede il matrimonio, con riferimento all'educazione dei giovani e ai corsi prematrimoniali, poi la condizione spesso carica di solitudine che si vive all'interno delle famiglie, cogliendo l'urgenza che nelle nostre parrocchie si coltivi molto il contatto diretto con le stesse; infine è stata considerata la situazione specifica di coloro che vivono una situazione matrimoniale irregolare, tentando di indicare alcune possibili ed importanti attenzioni perché queste persone si sentano accolte, si affidino al Signore e compiano passi concreti alla luce del Vangelo".
SE/DICIASSETTESIMA CONGREGAZIONE/... VIS 20051017 (1590)

IL PAPA ALLA F.A.O.: PROMUOVERE DIALOGO FRA LE CULTURE


CITTA' DEL VATICANO, 15 OTT. 2005 (VIS). Oggi è stato pubblicato il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI al Signor Jacques Diouf, Direttore Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Agricoltura e l'Alimentazione (F.A.O.), in occasione della Giornata Mondiale dell'
Alimentazione (GMA), che si celebra ogni anno il 16 ottobre, anniversario della fondazione della F.A.O. nel 1945.

"La celebrazione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione" - scrive il Santo Padre - "ci ricorda che la fame e la malnutrizione sono, purtroppo, fra i più gravi scandali che colpiscono ancora la vita della famiglia umana, ciò che rende sempre più urgente l'azione intrapresa dalla F.A.O. sotto il suo mandato".

Il Papa sottolinea che: "La fame non dipende unicamente da situazioni geografiche e climatiche o da circostanze sfavorevoli legate ai raccolti. Essa è anche causata dall'uomo e dal suo egoismo che si traduce in carenze nell'organizzazione sociale, dalla rigidità delle strutture economiche troppo spesso votate unicamente al profitto, ed anche dalla pratiche contro la vita umana e da sistemi ideologici che riducono la persona, privata della sua dignità fondamentale, a non essere che uno strumento".

Riferendosi successivamente al tema scelto della Giornata Mondiale dell'Alimentazione: "Agricoltura e dialogo di culture", Papa Benedetto scrive che tale argomento "invita a considerare il dialogo come uno strumento efficace per creare le condizioni della sicurezza alimentare" e che "la convergenza fra tutti i protagonisti, associata ad una cooperazione effettiva, può contribuire ad edificare la 'vera pace', permettendo di vincere le tentazioni ricorrenti di conflitto, causate da differenze di visioni culturali, di etnie o di livello di sviluppo".

"È anche necessario" - prosegue il Pontefice - "essere direttamente attenti alle situazioni umane, con l'obiettivo di mantenere la diversità dei modelli di sviluppo e di forme di assistenza tecnica, in funzione di condizioni particolari di ogni paese e di ogni comunità, che si tratti di condizioni economiche o ambientali, o ancora sociali, culturali e spirituali".

"La Chiesa cattolica" - conclude il Santo Padre - "che partecipa anch'essa alle azioni volte a conseguire uno sviluppo davvero armonioso, in collaborazione con i soci presenti sul terreno, intende incoraggiare l'attività e gli sforzi della F.A.O. perchè tale organizzazione susciti, nel proprio settore di competenza, un vero dialogo delle culture ed che essa contribuisca anche ad aumentare la capacità di nutrire la popolazione mondiale, nel rispetto della bio-diversità. In effetti l'essere umano non deve compromettere imprudentemente l'equilibrio naturale, frutto dell'ordine del Creato, ma deve al contrario adoperarsi a trasmettere alle generazioni future una terra capace di nutrirle".
MESS/FAO:GMA/DIOUF VIS 20051015 (430)

UNIFICAZIONE DELLE PROPOSTE


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2005 (VIS). Nella giornata odierna, nella quale non è prevista nessuna Congregazione Generale, continuano i lavori di unificazione delle Proposte da parte del Relatore Generale, del Segretario Generale e dei Relatori dei Circoli Minori o gruppi linguistici del Sinodo dei Vescovi.

Alle 17:00, all'Altare della Confessione della Basilica Vaticana, avrà inizio l'Adorazione Eucaristica presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI, alla quale assisteranno i Padri Sinodali. Alla celebrazione, nella quale si alterneranno preghiere, canti, momenti di silenzio e letture dalla Sacra Scrittura sul mistero eucaristico, potranno partecipare tutti coloro che lo desiderino.
SE/PROPOSTE:ADORAZIONE EUCARISTICA/... VIS 20051017 (100)

DICIOTTESIMA CONGREGAZIONE GENERALE


CITTA' DEL VATICANO, 15 OTT. 2005 (VIS). Questa mattina, nell'Aula del Sinodo, ha avuto luogo la diciottesima Congregazione Generale per la presentazione e discussione della bozza del Messaggio.

In apertura della Diciottesima Congregazione Generale, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, l'Arcivescovo Nikola Eterovic, ha comunicato che il Santo Padre Benedetto XVI ha deciso di regalare a tutti i Padri Sinodali, insigniti della dignità episcopale, un anello decorato con un simbolo eucaristico, il pellicano che con il suo sangue nutre i suoi piccoli. Inoltre l'Arcivescovo Eterovic ha comunicato che gli esperti, gli uditori e le uditrici, riceveranno dal Santo Padre, un Rosario per ricordo.

Quindi, non avendo nessun Padre Sinodale ottenuto la maggioranza assoluta richiesta nella prima votazione, per essere eletto membro del Consiglio Post-Sindoale, si è proceduto ad una seconda votazione nella quale sono stati eletti i dodici Padri Sinodali che hanno ottenuto il maggior numero di voti a maggioranza relativa. L'elenco dei membri eletti, con l'aggiunta dei membri di nomina pontificia, sarà pubblicato nei prossimi giorni.

Nel pomeriggio, numerosi Padri Sinodali hanno partecipato, in Piazza San Pietro, all'incontro del Santo Padre Benedetto XVI con i bambini che hanno ricevuto quest'anno la Prima Comunione, provenienti da tutto il mondo.
SE/DICIOTTESIMA CONGREGAZIONE/... VIS 20051017 (70)

ASCOLTARE IL GRIDO DEI POVERI E LOTTARE CONTRO LA POVERTÀ


CITTA' DEL VATICANO, 16 OTT. 2005 (VIS). Al termine della recita dell'Angelus, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricordato la celebrazione, domani, della Giornata Mondiale della Lotta contro la Povertà, istituita da Padre Joseph Wresinski, Fondatore del Movimento "ATD Quarto Mondo", che, il 17 ottobre 1987, collocò nella Piazza del Trocadero, a Parigi, una lapide per le vittime della povertà.

"La povertà" - ha detto il Papa - "è un flagello contro il quale l'umanità deve lottare incessantemente. Noi siamo chiamati ad una solidarietà sempre maggiore, perché nessuno sia escluso dalla società".

"Le mie preghiere" - ha proseguito il Santo Padre - "sono dedicate ai poveri che lottano con coraggio per vivere nella dignità e che si preoccupano della famiglia e delle necessità dei loro fratelli. Saluto tutti coloro che si pongono al servizio dei bisognosi".

Infine Papa Benedetto ha invitato la Autorità civili e i responsabili della comunità internazionale "ad ascoltare il grido dei poveri e ad intensificare la loro azione nella lotta contro la povertà".

Successivamente il Pontefice ha ricevuto una Delegazione dell'Istituto per i Diritti dell'Uomo di Auschwitz, per l'assegnazione del "Premio Giovanni Paolo II". Istituito dopo la visita di Giovanni Paolo II ad Auschwitz-Birkenau nel 1979, il Premio, la cui giuria è presieduta dal Cardinale Franciszek Macharski, Arcivescovo emerito di Cracovia (Polonia), si propone di difendere e diffondere il messaggio papale di pace e di salvaguardia dei diritti umani e viene conferito alle personalità del mondo contemporaneo che nella loro attività quotidiana hanno messo in pratica le sue finalità.

Quest'anno il Premio è stato attribuito al Vescovo Václav Maly, Ausiliare di Praga (Repubblica Ceca), che fu membro del Movimento dissidente "Carta 77" negli anni del regime comunista ed al giornalista polacco Stefan Wilkanowicz, Presidente della Fondazione di Cultura Cristiana Znak.
ANG/POVERTÀ/... VIS 20051017 (310)

ANGELUS: BENEDETTO XVI RICORDA GIOVANNI PAOLO II


CITTÀ DEL VATICANO, 16 OTT. 2005 (VIS). L'omaggio a Giovanni Paolo II, nell'anniversario della sua elezione al Soglio Pontificio e la sintesi del suo Pontificato, sono stati i temi centrali della riflessione che il Santo Padre Benedetto XVI ha indirizzato ai pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

"Ventisette anni or sono, in un giorno come questo" - ha ricordato il Santo Padre - "il Signore ha chiamato il Cardinale Karol Wojtyla, Arcivescovo di Cracovia, a succedere a Giovanni Paolo I, morto a poco più di un mese dalla sua elezione. Giovanni Paolo II, 'venuto da un paese lontano', fu riconosciuto quale autorità morale anche da tanti non cristiani e non credenti, come hanno dimostrato le commoventi manifestazioni di affetto in occasione della sua malattia e di vivo cordoglio dopo la sua morte. Presso la Sua tomba, nelle Grotte Vaticane, prosegue ancora ininterrotto il pellegrinaggio di tantissimi fedeli, ed anche questo costituisce un segno eloquente di quanto l'amato Giovanni Paolo II sia entrato nel cuore della gente".

"Possiamo definire Giovanni Paolo II come un Papa totalmente consacrato a Gesù per mezzo di Maria, come era ben evidenziato nello Suo stemma: 'Totus tuus'. Venne eletto nel cuore del mese del Rosario, e la corona che spesso teneva tra le mani è diventata uno dei simboli del suo Pontificato".

"In realtà, il Rosario" - ha spiegato Benedetto XVI - "non si contrappone alla meditazione della Parola di Dio e alla preghiera liturgica; rappresenta, anzi, un naturale ed ideale complemento, in particolare come preparazione e come ringraziamento alla Celebrazione Eucaristica. Il Cristo, incontrato nel Vangelo e nel Sacramento, lo contempliamo con Maria nei vari momenti della sua vita, grazie ai misteri gioiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi".

"Contemplativo e missionario: così è stato l'amato Papa Giovanni Paolo II. Lo è stato grazie all'intima unione con Dio, quotidianamente alimentata dall'Eucaristia e da prolungati tempi di orazione".

"Nell'ora dell'Angelus, a lui tanto cara" - ha concluso il Santo Padre - "è dolce e doveroso ricordarlo in questo anniversario, rinnovando a Dio il rendimento di grazie per aver donato alla Chiesa ed al mondo un così degno successore dell'Apostolo Pietro. La Vergine Maria ci aiuti a fare tesoro della sua preziosa eredità".
ANG/GIOVANNI PAOLO II/... VIS 20051017 (360)

CATECHESI BAMBINI CHE HANNO RICEVUTO PRIMA COMUNIONE


CITTÀ DEL VATICANO, 15 OTT. 2005 (VIS). Questo pomeriggio, 150.000 persone, fra cui 100.000 bambini italiani e di altre parti del mondo che hanno ricevuto quest'anno la Prima Comunione, hanno partecipato in Piazza San Pietro ad un incontro di catechesi e di preghiera con il Santo Padre, sul tema: "Il Pane del Cielo".

I bambini, accompagnati dai loro familiari e dai catechisti, gremivano Piazza San Pietro e parte di Via della Conciliazione. L'ingresso del Santo Padre Benedetto XVI è stato preceduto da un momento di festa con musica e spettacoli realizzati dai bambini.

Momento culminante è stato il dialogo nel quale il Santo Padre ha risposto spontaneamente alle domande che hanno posto alcuni bambini, che erano seduti vicino.

Nel rispondere alla prima domanda, il Santo Padre ha raccontato il giorno della sua Prima Comunione: "Una bella domenica di marzo del 1936, 69 anni fa. Era un giorno di sole, la Chiesa era molto bella, c'era musica. Il ricordo più bello è l'aver capito che Gesù era entrato nel mio cuore, aveva visitato me, e con Gesù, Dio stesso era con me. Questo è un dono di amore che realmente vale più di tutto il resto della vita". "Da quel giorno" - ha detto il Santo Padre - "ho promesso al Signore: vorrei essere sempre con te, e l'ho pregato: però Tu stai sempre con me".

Una bambina ha chiesto al Papa perché confessarsi prima di ricevere la Comunione se si commettono sempre gli stessi peccati. Il Santo Padre, divertito dalla domanda, ha risposto: "È vero che i nostri peccati sono sempre gli stessi, ma non facciamo forse pulizia nelle nostre case, nelle nostre abitazioni, almeno ogni settimana, anche se la sporcizia è sempre la stessa? Se non lo si fa c'è il rischio che la sporcizia non si veda, ma forse si accumuli. Lo stesso succede nella nostra anima" - ha proseguito Papa Benedetto - "se non ci si confessa mai, l'anima è trascurata. Io mi sento contento di me, ma non capisco che devo sempre migliorare per andare avanti. La confessione" - ha sottolineato il Santo Padre - "è necessaria solo in caso di peccato grave, ma è molto utile confessarsi regolarmente per coltivare la purezza e la bellezza dell'anima, e, così, maturare spiritualmente e umanamente".

Ad un'altra domanda sulla presenza di Gesù nell'Eucaristia, nonostante non lo si veda, il Santo Padre ha risposto:"Non lo vediamo, ma ci sono tante cose che non vediamo, che esistono e che sono essenziali. Per esempio" - ha spiegato - "non vediamo la nostra ragione, la nostra intelligenza, che però esistono perché possiamo parlare e pensare. Non vediamo neanche l'elettricità, ma ne percepiamo gli effetti, come la luce. Non vediamo le cose più profonde, ma possiamo vederne e sentirne gli effetti".

Ad un'altra bambina, che gli ha chiesto cosa fare se suo padre non va a Messa la domenica, il Papa ha suggerito di parlare con lui "con grande amore, con grande rispetto" e di dirgli: "Carissima mamma, carissimo papà, sai che è molto importante per tutti noi, anche per te? Incontriamoci con Gesù".

L'incontro si è concluso con l'Adorazione e la Benedizione Solenne con l'Eucaristia. Prima, il Santo Padre ha spiegato ai bambini che adorare è "riconoscere che Gesù è il Signore, il centro delle nostre vite. Pregare" - ha continuato il Santo Padre" - è dire: Gesù sono tuo, non voglio perdere mai questa amicizia, questa comunione con te". "L'assenza di Dio" - ha concluso Papa Benedetto - "è una lacuna distruttiva. È Lui la luce, la guida per la nostra vita, della quale abbiamo bisogno".
AC/PRIMA COMUNIONE/... VIS 20051017 (590)

TELEGRAMMA DI CORDOGLIO SCOMPARSA CARDINALE CAPRIO


CITTÀ DEL VATICANO, 17 OTT. 2005 (VIS). Il Santo Padre ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio per la morte del Cardinale Giuseppe Caprio, avvenuta nel pomeriggio di sabato. Il Porporato italiano, che avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 15 novembre, era Titolare della Chiesa di Santa Maria della Vittoria, Gran Maestro Emerito dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e Presidente Emerito della Prefettura per gli Affari Economici della Santa Sede.

Il Santo Padre ricorda nel telegramma indirizzato alla sorella del Cardinale, "la lunga e ricca esperienza acquisita dal compianto Porporato, quale solerte collaboratore di ben cinque Papi, miei predecessori, che gli affidarono delicati ed importanti uffici" e rende grazie al Signore "per il fedele e generoso servizio, da lui svolto, alla Chiesa ed alla Santa Sede".

Domani, martedì 18 ottobre, alle 11:00, il Santo Padre presiederà la Santa Messa delle Esequie all'altare della Cattedra della Basilica Vaticana.
TGR/MORTE CARDINALE CAPRIO/... VIS 20051017 (130)

VISITA DI BENEDETTO XVI AL PONTIFICIO COLLEGIO ETIOPICO


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2005 (VIS). Questa mattina il Santo Padre si è recato in visita al Pontificio Collegio Etiopico, situato nello Stato della Città del Vaticano, in occasione del 75° anniversario della sua apertura.

Nel discorso rivolto ai Presuli di Etiopia ed Eritrea al termine della visita "ad Limita Apostolorum", il Papa, ricordando l'ubicazione del Collegio all'interno della Città del Vaticano, ha detto che essa "è segno eloquente degli stretti legami di comunione che legano la Chiesa nei vostri Paesi con la sede di Roma".

"La testimonianza di unità che voi date" - ha proseguito il Pontefice - "che trascende ogni divisione politica ed etnica, ha un ruolo di vitale importanza nel portare la riconciliazione e nel sanare la regione martoriata nella quale vivete".

Il Papa ha esortato i Presuli ad "esprimere solidarietà, in ogni modo possibile, ai vostri fratelli e sorelle sofferenti della Somalia, dove l'instabilità politica rende quasi impossibile vivere con dignità".

"Nei vostri Paesi" - ha detto ancora Papa Benedetto - "dove i cattolici sono una piccola minoranza, l'opera del dialogo ecumenico è particolarmente urgente e mi rallegro che la vostra Conferenza Episcopale stia affrontando tale sfida. (...) Poiché il progresso ecumenico dipende anche da un'adeguata formazione teologica, esso potrà essere validamente coadiuvato dalla creazione di una Università Cattolica in Etiopia, e rendo grazie a Dio che i lunghi negoziati relativi a questo progetto siano stati proficui".

Il Santo Padre, ricordando che la metà della popolazione dei due Paesi ha meno di venti anni, ha affermato che i Vescovi "hanno numerose opportunità di orientare nella giusta direzione la vitalità e l'entusiasmo delle nuove generazioni" ed ha incoraggiato ugualmente i Presuli "ad aiutarli a riconoscere e a rispondere con generosità se Dio li chiama a servirLo nel sacerdozio e nella vita religiosa. Nel ringraziare le generazioni di missionari - tra i quali c'è qui qualcuno dei vostri - prego che i semi piantati continuino a produrre frutti in un ricco raccolto di vocazioni indigene".

Infine, Papa Benedetto XVI, al termine del suo discorso, ha ricordato che la visita dei Presuli a Roma coincide con il termine dell'Anno dell'Eucaristia, ed ha detto: "Vi incoraggio ad approfondire la vostra devozione personale a questo grande mistero. (...) Il vostro popolo ha sperimentato la fame, l'oppressione e la guerra. Aiutatelo a riscoprire nell'Eucaristia l'atto centrale della trasformazione che sola può autenticamente rinnovare il mondo, convertendo la violenza in amore, la schiavitù in libertà, la morte in vita".
AL/.../ETIOPIA:ERITREA VIS 20051017 (410)

INTERVISTA CONCESSA DA BENEDETTO XVI TELEVISIONE POLACCA


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2005 (VIS). Riportiamo di seguito il testo dell'intervista concessa dal Santo Padre Benedetto XVI alla Televisione Statale Polacca (TVP), in occasione della Giornata del Papa che da cinque anni si celebra in Polonia, ogni 16 ottobre.

L'intervista, realizzata nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, dal Padre Andrzej Majewski, Responsabile della Redazione dei Programmi Cattolici della TVP, è stata trasmessa domenica 16 ottobre in Polonia e dalle 20:30 dello stesso giorno è disponibile sul sito della Radio Vaticana, nella traduzione, dall'originale in lingua italiana, in inglese, francese, tedesco, portoghese e spagnolo.

"Il 16 ottobre del 1978, il Cardinale Karol Wojtyla diventò Papa e da quel giorno Giovanni Paolo II, per oltre 26 anni, da Successore di San Pietro, come è Lei adesso, ha guidato la Chiesa assieme ai Vescovi e ai Cardinali. Tra i Cardinali vi era anche Vostra Santità, persona singolarmente apprezzata e stimata dal suo Predecessore; persona di cui il Pontefice Giovanni Paolo II ebbe a scrivere nel libro 'Alzatevi, andiamo' - e qui cito - 'Ringrazio Iddio per la presenza e l'aiuto del Cardinale Ratzinger. È un amico provato", ha scritto Giovanni Paolo II.
D. - Padre Santo come è iniziata questa amicizia e quando Vostra Santità ha conosciuto il Cardinale Karol Wojtyla?
R. - Personalmente l'ho conosciuto soltanto nei due Pre-Conclave e Conclave del '78. Avevo naturalmente sentito parlare del Cardinale Wojtyla, inizialmente soprattutto nel contesto della corrispondenza fra Vescovi polacchi e tedeschi nel '65. I Cardinali tedeschi mi hanno raccontato come era grandissimo il merito e il contributo dell'Arcivescovo di Cracovia e che era proprio l'anima di questa corrispondenza realmente storica. Da amici universitari avevo anche sentito della sua filosofia e della grandezza della sua figura di pensatore. Ma, come ho detto, l'incontro personale la prima volta si è realizzato per il Conclave del '78. Dall'inizio ho sentito una grande simpatia e, grazie a Dio, immeritatamente, il Cardinale di quel tempo mi ha donato fin dall'inizio la sua amicizia. Sono grato per questa fiducia che mi ha donato, senza i miei meriti. Soprattutto vedendolo pregare, ho visto e non solo capito, ho visto che era un uomo di Dio. Questa era l'impressione fondamentale: un uomo che vive con Dio, anzi in Dio. Mi ha poi impressionato la cordialità, senza pregiudizi, con la quale si è incontrato con me. In questi incontri del Pre-Conclave dei Cardinali, ha preso diverse volte la parola e qui ho avuto anche la possibilità di sentire la statura del pensatore. Senza grandi parole, era così nata un'amicizia che veniva proprio dal cuore e, subito dopo la sua elezione, il Papa mi ha chiamato diverse volte a Roma per colloqui e alla fine mi ha nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
D. - Dunque non è stata una sorpresa questa nomina e questa convocazione a Roma?
R. - Per me era un po' difficile, perché dall'inizio del mio Episcopato a Monaco, con la solenne consacrazione a Vescovo nella Cattedrale di Monaco, vi era per me un obbligo, quasi un matrimonio con questa Diocesi ed avevano anche sottolineato che dopo decenni ero il primo Vescovo originario della Diocesi. Mi sentivo quindi molto obbligato e legato a questa Diocesi. C'erano poi dei problemi difficili che non erano ancora risolti e non volevo lasciare la Diocesi con dei problemi non risolti. Di tutto questo ho discusso con il Santo Padre, con grande apertura e con questa fiducia che aveva il Santo Padre, che era molto paterno con me. Mi ha dato quindi tempo di riflettere, egli stesso voleva riflettere. Alla fine mi ha convinto, perché questa era la volontà di Dio. Potevo così accettare questa chiamata e questa responsabilità grande, non facile, che di per sé superava le mie capacità. Ma nella fiducia alla paterna benevolenza del Papa e con la guida dello Spirito Santo, potevo dire di sì.
D. - Questa esperienza durò per più di 20 anni…
R. - Sì, sono arrivato nel febbraio dell'82 ed è durata fino alla morte del Papa nel 2005.
D. - Quali sono, secondo Lei, Santo Padre, i punti più significativi del Pontificato di Giovanni Paolo II?
R. - Possiamo avere, direi, due punti di vista: uno ad extra - al mondo -, ed uno ad intra - alla Chiesa -. Riguardo al mondo, mi sembra che il Santo Padre, con i suoi discorsi, la sua persona, la sua presenza, la sua capacità di convincere, ha creato una nuova sensibilità per i valori morali, per l'importanza della religione nel mondo. Questo ha fatto sì che si creasse una nuova apertura, una nuova sensibilità per i problemi della religione, per la necessità della dimensione religiosa nell'uomo e soprattutto è cresciuta - in modo inimmaginabile - l'importanza del Vescovo di Roma. Tutti i cristiani hanno riconosciuto - nonostante le differenze e nonostante il loro non riconoscimento del Successore di Pietro - che è lui il portavoce della cristianità. Nessun altro al mondo, a livello mondiale può parlare così nel nome della cristianità e dar voce e forza nell'attualità del mondo alla realtà cristiana. Ma anche per la non cristianità e per le altre religioni, era lui il portavoce dei grandi valori dell'umanità. E' anche da menzionare che è riuscito a creare un clima di dialogo fra le grandi religioni e un senso di comune responsabilità che tutti abbiamo per il mondo, ma anche che le violenze e le religioni sono incompatibili e che insieme dobbiamo cercare la strada per la pace, in una responsabilità comune per l'umanità. Spostiamo l'attenzione ora verso la situazione della Chiesa. Io direi che, anzitutto, ha saputo entusiasmare la gioventù per Cristo. Questa è una cosa nuova, se pensiamo alla gioventù del '68 e degli anni Settanta. Che la gioventù si sia entusiasmata per Cristo e per la Chiesa ed anche per valori difficili, poteva ottenerlo soltanto una personalità con quel carisma; soltanto Lui poteva in tal modo riuscire a mobilitare la gioventù del mondo per la causa di Dio e per l'amore di Cristo. Nella Chiesa ha creato" - penso - "un nuovo amore per l'Eucaristia. Siamo ancora nell'Anno dell'Eucaristia, voluto da lui, con tanto amore; ha creato un nuovo senso per la grandezza della Misericordia Divina; e ha anche approfondito molto l'amore per la Madonna e ci ha così guidato ad una interiorizzazione della fede e, allo stesso tempo, ad una maggiore efficienza. Naturalmente bisogna menzionare - come sappiamo tutti - anche quanto sia stato essenziale il suo contributo per i grandi cambiamenti nel mondo nell'89, per il crollo del cosiddetto socialismo reale.
D. - Nel corso dei suoi incontri personali e dei colloqui con Giovanni Paolo II, che cosa faceva maggior impressione a Vostra Santità? Potrebbe raccontarci i suoi ultimi incontri, forse di quest'anno, con Giovanni Paolo II?
R. - Sì. Gli ultimi due incontri li ho avuti, un primo, al Policlinico "Gemelli", intorno al 5-6 febbraio; e, un secondo, il giorno prima della sua morte, nella sua stanza. Nel primo incontro il Papa soffriva visibilmente, ma era pienamente lucido e molto presente. Io era andato semplicemente per un incontro di lavoro, perché avevo bisogno di alcune sue decisioni. Il Santo Padre - benché soffrendo - seguiva con grande attenzione quanto dicevo. Mi comunicò in poche parole le sue decisioni, mi diede la sua benedizione, mi salutò in tedesco, accordandomi tutta la sua fiducia e la sua amicizia. Per me è stato molto commovente vedere, da una parte, come la sua sofferenza fosse in unione col Signore sofferente, come portasse la sua sofferenza con il Signore e per il Signore; e, dall'altra, vedere come risplendesse di una serenità interiore e di una lucidità completa. Il secondo incontro è stato il giorno prima della morte: era ovviamente più sofferente, visibilmente, circondato da medici ed amici. Era ancora molto lucido, mi ha dato la sua benedizione. Non poteva più parlare molto. Per me questa sua pazienza nel soffrire è stato un grande insegnamento, soprattutto riuscire a vedere e a sentire come fosse nella mani di Dio e come si abbandonasse alla volontà di Dio. Nonostante i dolori visibili, era sereno, perché era nelle mani dell'Amore Divino.
D. - Lei, Santo Padre, spesso nei suoi discorsi evoca la figura di Giovanni Paolo II, e di Giovanni Paolo II dice che era un Papa grande, un Predecessore compianto e venerato. Ricordiamo sempre le parole di Vostra Santità espresse alla Messa del 20 aprile scorso, parole dedicate proprio a Giovanni Paolo II. È stato Lei, Santo Padre, a dire - e qui cito - "sembra che egli mi tenga forte per mano, vedo i suoi occhi ridenti e sento le sue parole, che in quel momento rivolge a me in particolare: 'non aver paura!'". Santo Padre, una domanda alla fine molto personale: Lei continua ad avvertire la presenza di Giovanni Paolo II, e se è così, in che modo?
R. - Certo. Comincio a rispondere alla prima parte della sua domanda. Avevo inizialmente, parlando dell'eredità del Papa, dimenticato di parlare dei tanti documenti che ci ha lasciato - 14 Encicliche, tante Lettere Pastorali e tanti altri - e tutto questo rappresenta un patrimonio ricchissimo che non è ancora sufficientemente assimilato nella Chiesa. Io considero proprio una mia missione essenziale e personale di non emanare tanti nuovi documenti, ma di fare in modo che questi documenti siano assimilati, perché sono un tesoro ricchissimo, sono l'autentica interpretazione del Vaticano II. Sappiamo che il Papa era l'uomo del Concilio, che aveva assimilato interiormente lo spirito e la lettera del Concilio e con questi testi ci fa capire veramente cosa voleva e cosa non voleva il Concilio. Ci aiuta ad essere veramente Chiesa del nostro tempo e del tempo futuro. Adesso vengo alla seconda parte della sua domanda. Il Papa mi è sempre vicino attraverso i suoi testi: io lo sento e lo vedo parlare, e posso stare in dialogo continuo col Santo Padre, perché con queste parole parla sempre con me, conosco anche l'origine di molti testi, ricordo i dialoghi che abbiamo avuto su uno o sull'altro testo. Posso continuare il dialogo con il Santo Padre. Naturalmente questa vicinanza attraverso le parole è una vicinanza non solo con i testi, ma con la persona, dietro i testi sento il Papa stesso. Un uomo che va dal Signore, non si allontana: sempre più sento che un uomo che va dal Signore si avvicina ancora di più e sento che dal Signore è vicino a me in quanto io sono vicino al Signore, sono vicino al Papa e lui ora mi aiuta ad essere vicino al Signore e cerco di entrare nella sua atmosfera di preghiera, di amore del Signore, di amore della Madonna e mi affido alla sue preghiere. C'è così un dialogo permanente ed anche un essere vicini, in un nuovo modo, ma in modo molto profondo.
D. - Padre Santo, la aspettiamo ora in Polonia. Tanti domandano quando il Papa verrà in Polonia?
R. - Sì, l'intenzione di venire in Polonia, se Dio vuole, se i tempi me lo permetteranno, c'è. Ho parlato con l'Arcivescovo Dziwisz riguardo alla data e mi dicono che giugno sarebbe il periodo più adeguato. Tutto è ancora naturalmente da organizzare con tutte le istanze competenti. In questo senso è una parola provvisoria, ma sembra che forse il prossimo giugno, se il Signore lo concede, potrei venire in Polonia.
Santo Padre, a nome di tutti i telespettatori, la ringrazio di cuore per questa intervista. Grazie, Padre Santo.
Grazie a Lei".
BXVI-INTERVISTA/TV POLACCA/... VIS 20051017 (1800)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2005 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Sankt Gallen (Svizzera), presentata dal Vescovo Ivo Fürer, per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Monsignore Domenico Angelo Scotti, Vescovo di Trivento (superficie: 1.234; popolazione: 57.210; cattolici: 57.150; sacerdoti: 72; religiosi: 70; diaconi permanenti: 1), Italia. Il Vescovo eletto, finora Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Chieti-Vasto, è nato a Pollutri (Chieti) nel 1942 ed è stato ordinato sacerdote nel 1967. Succede al Vescovo Antonio Santucci, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

Sabato 15 ottobre è stato reso noto che il Santo Padre ha nominato:

- Il Monsignore Héctor Luis Morales Sánchez, finora Vicario Generale della Diocesi di Ciudad Valles (Messico), Vescovo Prelato di Huautla (superficie: 1.284; popolazione: 134.300; cattolici: 123.500; sacerdoti: 19; religiosi: 14; diaconi permanenti: 1), Messico. Il Vescovo eletto è nato a Tamuin (Messico) nel 1954 ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1979. Succede al Vescovo Hermenegildo Ramírez Sánchez, M.J., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Prelatura territoriale, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Il Vescovo Jorge Solórzano Pérez, finora Ausiliare di Managua (Nicaragua), Vescovo di Matagalpa (superficie: 6.794; popolazione: 500.000; cattolici: 480.000; sacerdoti: 27; religiosi: 70), Nicaragua.

- Il Padre Fortunato Pablo Urcey, O.A.R., finora Priore Provinciale della Provincia di "San José" in Madrid, Vescovo Prelato di Chota (superficie: 6.823; popolazione: 338.000; cattolici: 316.000; sacerdoti: 31; religiosi: 33), Perù. Il Vescovo eletto è nato nel 1947 a Estollo (Spagna). Ha emesso la professione solenne nel 1968 ed è stato ordinato sacerdote nel 1971.
NER:RE/.../... VIS 20051017 (180)
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