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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 28 ottobre 2005

AMPLIARE RETE DI AIUTO E DI ACCOGLIENZA MIGRANTI


CITTA' DEL VATICANO, 28 OTT. 2005 (VIS). Il Cardinale Stephen Fumio Hamao, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e l'Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del medesimo Dicastero, hanno presentato oggi nella Sala Stampa della Santa Sede il Messaggio del Santo Padre per la 92ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (15 gennaio 2006), sul tema: "Migrazioni: segno dei tempi".

Il Cardinale Fumio Hamao ha ricordato che, nel Messaggio, il Papa impiega l'espressione "segno dei tempi" per riferirsi al fenomeno della migrazione, termine usato dal Concilio Vaticano II.

Benedetto XVI "in continuità conciliare" - ha detto il Cardinale - "invita anzitutto, in chiave positiva, a leggere le migrazioni come un'opportunità, quasi una sfida".

"Si ricava dal Messaggio del Santo Padre, la convinzione che donne e uomini in emigrazione rappresentino una preziosa risorsa per lo sviluppo dell'intera umanità, grazie alle potenzialità, umano-spirituali e culturali, di cui ciascuno è depositario, senza con questo misconoscere il costo umano dell'esperienza migratoria e le sue molteplici incidenze sociali, economiche e politiche".

Il Porporato ricorda che il Papa accenna alla "'femminizzazione' del fenomeno migratorio, così come le tragedie che coinvolgono i richiedenti asilo e i rifugiati e le ben note difficoltà degli studenti esteri, specialmente se provenienti dal Terzo Mondo". In merito il Cardinale Fumio Hamao ha annunciato che si svolgerà a Roma, dal 14 al 16 dicembre prossimo, il Secondo Congresso Internazionale di pastorale specifica dedicato agli studenti stranieri.

Il Presidente del Pontificio Consiglio ha concluso sottolineando che il Messaggio "invita alla carità, che spinge a mantenere ed estendere una fitta rete di attività di autentica accoglienza e di genuina disponibilità operativa, per venire incontro, anche a titolo di supplenza, alle tante emergenze degli immigrati" ed ha invitato a promuovere "l'integrazione, lo scambio interculturale, lo sviluppo di una mentalità aperta all'universale, non meno che il dialogo interreligioso" e a sviluppare l'evangelizzazione.

L'Arcivescovo Marchetto ha dedicato il suo intervento ai rifugiati e ai profughi. Tale realtà, ha affermato, pone "questioni che molto ci turbano e ci domanderemo perché la crudeltà e l'intolleranza umana si spingano fino al punto di perseguitare il prossimo", con "la violenza, l'intimidazione, la tortura, l'omicidio e la detenzione, che degradano, pur diversamente , sia coloro che le perpetrano, sia chi ne è vittima".

"Se poi prendiamo in considerazione una definizione più ampia di rifugiato (...) dovremmo includere in questa categoria anche coloro che fuggono la guerra, la violenza generalizzata o la violazione di massa dei diritti umani. (...) Come rispondere dunque, in quanto comunità di credenti, alla sfida dolorosissima?".

Il Segretario del Pontificio Consiglio ha ricordato inoltre che "Ci sono migliaia e migliaia di Organizzazioni ecclesiali, di Servizi che portano speranza e amore in situazioni, altrimenti disperate, in cui rifugiati e sfollati si trovano. Pure ciò è segno di questi tempi, buono, anche se la risposta generosa può sempre essere migliorata e ampliata".

In merito al traffico di esseri umani, che il Santo Padre menziona nel Messaggio, l'Arcivescovo Marchetto ha ricordato che ancora mancano "appropriati programmi di migrazione", per evitare che coloro che fuggono la povertà o vogliono emigrare ricorrano a contrabbandieri e trafficanti per entrare in un Paese straniero. "Nel caso del traffico" - ha aggiunto l'Arcivescovo - "si giunge ad un'enorme sfruttamento, poiché i diritti umani degli individui non vengono rispettati".

"Guardando tutto questo 'con gli occhi di Gesù'" - ha concluso il Segretario del Pontificio Consiglio - "la Chiesa leva la sua voce in soccorso di milioni di persone emarginate, e presenta sempre di nuovo tali disperate necessità, a molti ignote".
OP/MIGRANTE:RIFUGIATO/HAMAO:MARCHETTO VIS 20051028 (600)

EBREI E CRISTIANI: COLLABORARE EDIFICAZIONE PACE


CITTA' DEL VATICANO, 28 OTT. 2005 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nel corso di un atto commemorativo del 40° anniversario della promulgazione della Dichiarazione del Concilio Vaticano II "Nostra Aetate", il Cardinale Walter Kasper, Presidente della Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, ha dato lettura di un Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI.

"Tale anniversario" - scrive il Santo Padre - è motivo per "esprimere gratitudine a Dio Onnipotente per la testimonianza di tutti coloro che, nonostante una storia complessa e sovente dolorosa, specialmente dopo la tragica esperienza della Shoah, che fu ispirata da un'ideologia razzista neo-pagana, si sono adoperati coraggiosamente per promuovere la riconciliazione e per migliorare la comprensione fra cristiani ed ebrei".

"Nel gettare le basi di rapporti rinnovati fra il Popolo Ebraico e la Chiesa, 'Nostra Aetate' ha ribadito la necessità di superare i pregiudizi passati, le incomprensioni, l'indifferenza e il linguaggio del disprezzo e dell'ostilità. La Dichiarazione è stata occasione di maggiore comprensione e rispetto, cooperazione e, spesso, amicizia fra cattolici ed ebrei".

Papa Benedetto XVI ribadisce che: "Mentre guardiamo ai quaranta anni trascorsi di proficui contatti fra la Chiesa ed il Popolo Ebraico, dobbiamo rinnovare il nostro impegno per il lavoro che ancora rimane da fare. A tale riguardo, sin dai primi giorni del mio Pontificato (...) ho espresso la mia ferma determinazione di seguire le orme tracciate dall'amato Predecessore Papa Giovanni Paolo II".

"Il dialogo ebraico-cristiano" - scrive ancora il Santo Padre - "deve continuare ad arricchire ed approfondire i legami di amicizia che si sono sviluppati, mentre la predicazione e la catechesi devono assicurare che i rapporti reciproci siano presentati alla luce dei principi enunciati dal Concilio".

Al termine del Messaggio, Papa Benedetto auspica che "sia nel dialogo teologico che nei contatti quotidiani e nella collaborazione, i cristiani e gli ebrei offrano una convinta testimonianza condivisa dell'Unico Dio e dei Suoi comandamenti, della santità della vita, della promozione della dignità umana, dei diritti della famiglia e la necessità di edificare un mondo di giustizia, riconciliazione e pace per le future generazioni".
MESS/NOSTRA AETATE/KASPER VIS 20051028 (350)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 28 OTT. 2005 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Signor Nikolay Sadchikov, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario, Rappresentante della Federazione Russa presso la Santa Sede.

- Il Cardinale Attilio Nicora, Presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

Nel pomeriggio di oggi è in programma che il Santo Padre riceva l'Arcivescovo William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, con l'Arcivescovo Angelo Amato, Segretario del medesimo Dicastero.
AP/.../... VIS 20051028 (80)

MAI CESSATA COMUNICAZIONE SANTA SEDE PATRIARCATO MOSCA


CITTA' DEL VATICANO, 28 OTT. 2005 (VIS). L'Arcivescovo Giovanni Lajolo, Segretario per i Rapporti con gli Stati si è recato nella Federazione Russia, rispondendo all'invito rivoltogli dal Ministro degli Affari Esteri Signor Sergej Lavrov, che il 7 giugno scorso era in Vaticano per incontrare il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato.

L'Arcivescovo Lajolo, in questa sua prima visita in Russia, ha concesso un'intervista al periodico cattolico "Svet Evangelja", della quale riportiamo alcuni estratti:

"Lo scopo precipuo della mia visita" - ha detto il Segretario per i Rapporti con gli Stati - "è di meglio approfondire la conoscenza circa la posizione ed il giudizio del Governo russo su diversi problemi di ordine internazionale, come anche di far conoscere il punto di vista della Santa Sede. A questo primo scopo (...) si aggiunge però anche il desiderio di far visita all'Arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, ed alla vivace comunità cattolica moscovita, e portare ad essa l'affettuoso saluto ed una particolare benedizione del Santo Padre Benedetto XVI".

Rispondendo ad una domanda sul ruolo della comunità cattolica locale russa e sul fatto che i cattolici non sono rappresentati nel Consiglio interreligioso della Russia e nella Camera pubblica in formazione, il Presule ha affermato:

"La comunità cattolica dei fedeli russi è sì un 'piccolo gregge' a pieno titolo russo, che ha dietro di sé una storia secolare, segnata da prove dolorose, sostenute con un esemplare coraggio di fede. Senza voler in alcun modo modificare il peso dei numeri, e nel chiaro riconoscimento del ruolo della Chiesa Ortodossa, nella storia della nazione russa, non si può transigere sul principio della 'pari dignità', e della 'pari libertà'. Ciò non significa in alcun modo una diminuzione della posizione preminente della Chiesa Ortodossa in Russia, ma comporta che la comunità cattolica russa deve poter vivere e testimoniare la propria fede religiosa, caratterizzata specificamente dall'unione con il Vescovo di Roma e con la Chiesa Universale, nell'ambito di quei diritti fondamentali riconosciuti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici del 1966".

"Proprio per questo, mi auguro che essi possano essere presto rappresentanti nella Camera del Pubblico, affinché siano in grado di svolgere pienamente la loro missione e collaborare alla crescita della società russa, di cui sono parte integrante, e nel Consiglio interreligioso della Russia per sviluppare sia il dialogo ecumenico tra cristiani che quello interreligioso tra i fedeli delle altre religioni".

Successivamente in un'altra intervista alla Agenzia "Blagovest-Info", l'Arcivescovo Lajolo fa riferimento alla questione dei rapporti fra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa in Russia, la più numerosa del mondo ortodosso, e, rilevando le reciproche difficoltà, ha affermato: "Mi sembra che si tratti soprattutto di una dolorosa incapacità di elaborare un linguaggio comune per affrontare l'esame e ricercare la soluzione delle divergenze".

"La Chiesa Cattolica in Russia, unitamente alla Rappresentanza Pontificia a Mosca, è comunque pronta, da sempre, ad esaminare, insieme alla Chiesa Ortodossa, i motivi e le occasioni delle differenze, e talvolta dei malintesi, per cercare di risolverli in spirito soprannaturale. Mi piace anche ricordare che, pur nei momenti più difficili, il canale di comunicazione tra la Santa Sede ed il Patriarcato di Mosca non si è mai chiuso".

Infine, in merito ad una possibile visita del Santo Padre nella Federazione Russa, il Segretario per i Rapporti con gli Stati, riconosce che essa "costituirebbe un evento ecumenico molto significativo ed importante. Essa dovrebbe però essere preparata con grandissima cura".

"Come rilevò qualche mese fa il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, una tale visita, rivestendo un carattere principalmente spirituale, dovrebbe rappresentare un motivo di gioia e di speranza non solo per i cattolici, ma per tutta la Russia, compresi gli altri credenti cristiani ed i seguaci di altre religioni. Non penso che il Santo Padre Benedetto XVI compirebbe una visita che, invece di contribuire ad una maggiore comprensione e concordia anzitutto in campo cristiano, potesse essere motivo di tensione o di scontento".
.../RUSSIA/LAJOLO VIS 20051028 (660)

MESSAGGIO GIORNATA MONDIALE MIGRANTE E RIFUGIATO


CITTA' DEL VATICANO, 28 OTT. 2005 (VIS). Oggi è stato reso pubblico il Messaggio del Santo Padre per la 92ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, in programma il 15 gennaio 2006, sul tema: "Migrazioni segno dei tempi". Il Messaggio è stato pubblicato in inglese, francese, italiano e spagnolo.

Di seguito riportiamo estratti del documento:

"Tra i segni dei tempi oggi riconoscibili sono sicuramente da annoverare le migrazioni, un fenomeno che ha assunto nel corso del secolo da poco concluso una configurazione, per così dire, strutturale, diventando una caratteristica importante del mercato del lavoro a livello mondiale, come conseguenza, tra l'altro, della spinta poderosa esercitata dalla globalizzazione. Naturalmente, in questo segno dei tempi confluiscono componenti diverse. Esso comprende infatti le migrazioni sia interne che internazionali, quelle forzate e quelle volontarie, quelle legali e quelle irregolari, soggette anche alla piaga del traffico di esseri umani. Né può essere dimenticata la categoria degli studenti esteri, il cui numero cresce ogni anno nel mondo".

"Riguardo a coloro che emigrano per motivi economici, merita di essere rilevato il recente fatto della femminizzazione del fenomeno, ossia della crescente presenza in esso della componente femminile. (...) Oggi, (...) l'emigrazione femminile tende a farsi sempre più autonoma: la donna varca da sola i confini della patria, alla ricerca di un'occupazione nel Paese di destinazione. Non di rado, anzi, la donna migrante è diventata la fonte principale di reddito per la propria famiglia. La presenza femminile si registra, di fatto, prevalentemente nei settori che offrono bassi salari. (...) Gli ambiti di impiego più frequenti, per le donne, sono costituiti, oltre che dal lavoro domestico, dall'assistenza agli anziani, dalla cura delle persone malate, dai servizi connessi con l'ospitalità alberghiera. Sono, questi, altrettanti campi in cui i cristiani sono chiamati a dar prova del loro impegno per il giusto trattamento della donna migrante, per il rispetto della sua femminilità, per il riconoscimento dei suoi uguali diritti".

"È doveroso menzionare, in questo contesto, il traffico di esseri umani - e soprattutto di donne - che prospera dove le opportunità di migliorare la propria condizione di vita, o semplicemente di sopravvivere, sono scarse. (...) In taluni casi, vi sono donne e ragazze che sono destinate ad essere poi sfruttate sul lavoro, quasi come schiave, e non di rado anche nell'industria del sesso. Pur non potendo approfondire qui l'analisi delle conseguenze di una tale migrazione, faccio mia la condanna già espressa da Giovanni Paolo II contro la diffusa cultura edonistica e mercantile che promuove il sistematico sfruttamento della sessualità ('Lettera alle Donne', 29 giugno 1995, n. 5). Vi è qui tutto un programma di redenzione e di liberazione, a cui i cristiani non possono sottrarsi".

"Per quanto riguarda l'altra categoria di migranti, quella dei richiedenti asilo e dei rifugiati, vorrei rilevare come in genere ci si soffermi sul problema costituito dal loro ingresso e non ci si interroghi anche sulle ragioni del loro fuggire dal Paese d'origine. (...) Speranza, coraggio, amore e altresì fantasia della carità (Lettera apostolica 'Novo millennio ineunte', 50) devono ispirare il necessario impegno, umano e cristiano, a soccorso di questi fratelli e sorelle nelle loro sofferenze. Le loro Chiese d'origine non mancheranno di mostrare la loro sollecitudine con l'invio di assistenti della stessa lingua e cultura, in dialogo di carità con le Chiese particolari d'accoglienza".

Alla luce degli odierni segni dei tempi, particolare attenzione merita, infine, il fenomeno degli studenti esteri. Il loro numero, grazie anche agli scambi fra le varie Università, specialmente in Europa, registra una crescita costante, con conseguenti problemi anche pastorali che la Chiesa non può disattendere. Ciò vale in special modo per gli studenti provenienti dai Paesi in via di sviluppo, per i quali l'esperienza universitaria può costituire un'occasione straordinaria di arricchimento spirituale".
MESS/MIGRANTE:RIFUGIATO/... VIS 20051028 (630)
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