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mercoledì 28 dicembre 2005

UOMO MODERNO LASCIATI PRENDER PER MANO DA BAMBINO GESÙ


CITTA' DEL VATICANO, 25 DIC. 2005 (VIS). Alle 12:00 di oggi, Solennità del Natale del Signore, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto dalla Loggia della Benedizione, il tradizionale Messaggio natalizio, il primo del suo Pontificato, trasmesso da 111 canali televisivi di 68 paesi.

"In questo giorno solenne" - ha detto il Santo Padre - "risuona l'annuncio dell'Angelo ed è invito anche per noi, uomini e donne del terzo millennio, ad accogliere il Salvatore. Non esiti l'odierna umanità a farlo entrare nelle proprie case, nelle città, nelle nazioni e in ogni angolo della terra!".

"L'uomo dell'era tecnologica" - ha proseguito il Pontefice - "rischia però di essere vittima degli stessi successi della sua intelligenza e dei risultati delle sue capacità operative, se va incontro ad un'atrofia spirituale, ad un vuoto del cuore. Per questo è importante che apra la propria mente e il proprio cuore al Natale di Cristo, evento di salvezza capace di imprimere rinnovata speranza all'esistenza di ogni essere umano".

"Svegliati, uomo del terzo millennio!" - ha esclamato il Papa - "A Natale l'Onnipotente si fa bambino e chiede aiuto e protezione. Il suo modo di essere Dio mette in crisi il nostro modo di essere uomini; il suo bussare alle nostre porte ci interpella, interpella la nostra libertà e ci chiede di rivedere il nostro rapporto con la vita e il nostro modo di concepirla".

"Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell'edificazione di un nuovo ordine mondiale, fondato su giusti rapporti etici ed economici. Il suo amore guidi i popoli e ne rischiari la comune coscienza di essere 'famiglia' chiamata a costruire rapporti di fiducia e di vicendevole sostegno".

"L'umanità unita" - ha ribadito il Papa - "potrà affrontare i tanti e preoccupanti problemi del momento presente: dalla minaccia terroristica alle condizioni di umiliante povertà in cui vivono milioni di esseri umani, dalla proliferazione delle armi alle pandemie e al degrado ambientale che pone a rischio il futuro del pianeta".

"Il Dio che si è fatto uomo per amore dell'uomo sostenga quanti operano in Africa a favore della pace e dello sviluppo integrale" - ha detto ancora il Papa - "opponendosi alle lotte fratricide, perché si consolidino le attuali transizioni politiche ancora fragili, e siano salvaguardati i più elementari diritti di quanti versano in tragiche situazioni umanitarie, come nel Darfur ed in altre regioni dell'Africa centrale".

"Induca i popoli latino-americani a vivere in pace e concordia. Infonda coraggio agli uomini di buona volontà, che operano in Terra Santa, in Iraq, in Libano, dove i segni di speranza, che pure non mancano, attendono di essere confermati da comportamenti ispirati a lealtà e saggezza; favorisca i processi di dialogo nella Penisola coreana e altrove nei Paesi asiatici, perché, superate pericolose divergenze, si giunga, in spirito amichevole, a coerenti conclusioni di pace, tanto attese da quelle popolazioni".

Al termine del Messaggio natalizio, il Papa ha impartito la Benedizione "Urbi et Orbi" in 32 lingue.
MESS/URBI ET ORBI/... VIS 20051228 (530)

MESSA DI MEZZANOTTE: LUCE DI BETLEMME NON SI È MAI SPENTA


CITTA' DEL VATICANO, 25 DIC. 2005 (VIS). A mezzanotte, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Santa Messa della Notte per la Solennità del Natale del Signore 2005. Durante il canto del "Gloria in excelsis Deo" alcuni bambini provenienti dai diversi Continenti hanno presentato un omaggio floreale all'immagine di Gesù Bambino.

Dopo la proclamazione del Santo Vangelo, Benedetto XVI ha pronunciato l'omelia della quale riportiamo di seguito alcuni paragrafi:

"Il Signore mi ha detto: 'Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato'. Con queste parole del Salmo secondo, la Chiesa inizia la Santa Messa della veglia di Natale, nella quale celebriamo la nascita del nostro Redentore Gesù Cristo nella stalla di Betlemme. Una volta, questo Salmo apparteneva al rituale dell'incoronazione dei re di Giuda. Il popolo d'Israele, a causa della sua elezione, si sentiva in modo particolare figlio di Dio, adottato da Dio. (...) Nella notte di Betlemme queste parole, che erano di fatto più l'espressione di una speranza che una realtà presente, hanno assunto un senso nuovo ed inaspettato. Il Bimbo nel presepe è davvero il Figlio di Dio. Dio non è solitudine perenne, ma, un circolo d'amore nel reciproco darsi e ridonarsi, Egli è Padre, Figlio e Spirito Santo".

"Ancora di più: in Gesù Cristo, il Figlio di Dio, Dio stesso, Dio da Dio, si è fatto uomo. (...) L'eterno oggi di Dio è disceso nell'oggi effimero del mondo e trascina il nostro oggi passeggero nell'oggi perenne di Dio. Dio è così grande che può farsi piccolo. Dio è così potente che può farsi inerme e venirci incontro come bimbo indifeso, affinché noi possiamo amarlo. (...) Questo è il Natale: 'Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato'. Dio è diventato uno di noi, affinché noi potessimo essere con Lui, diventare simili a Lui. Ha scelto come suo segno il Bimbo nel presepe: Egli è così. In questo modo impariamo a conoscerlo. E su ogni bambino rifulge qualcosa del raggio di quell'oggi, della vicinanza di Dio che dobbiamo amare ed alla quale dobbiamo sottometterci - su ogni bambino, anche su quello non ancora nato".

"Ascoltiamo una seconda parola della liturgia di questa Notte santa, questa volta presa dal Libro del profeta Isaia: 'Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. (...) Ma luce significa sopratutto conoscenza, significa verità in contrasto col buio della menzogna e dell'ignoranza. Così la luce ci fa vivere, ci indica la strada. Ma poi, la luce, in quanto dona calore, significa anche amore. Dove c'è amore, emerge una luce nel mondo; dove c'è odio, il mondo è nel buio. Sì, nella stalla di Betlemme, è apparsa la grande luce che il mondo attende".

"La luce di Betlemme non si è mai più spenta. Lungo tutti i secoli ha toccato uomini e donne, 'li ha avvolti di luce'. Dove è spuntata la fede in quel Bambino, lì è sbocciata anche la carità - la bontà verso gli altri, l'attenzione premurosa per i deboli ed i sofferenti, la grazia del perdono. A partire da Betlemme una scia di luce, di amore, di verità pervade i secoli. Se guardiamo ai santi - da Paolo ad Agostino fino a San Francesco e San Domenico, da Francesco Saverio e Teresa d'Avila a Madre Teresa di Calcutta - vediamo questa corrente di bontà, questa via di luce che, sempre di nuovo, si infiamma al mistero di Betlemme, a quel Dio che si è fatto Bambino. Contro la violenza di questo mondo Dio oppone, in quel Bambino, la sua bontà e ci chiama a seguire il Bambino".

"In questa notte, nella quale guardiamo verso Betlemme, vogliamo anche pregare in modo speciale per il luogo della nascita del nostro Redentore e per gli uomini che là vivono e soffrono. Vogliamo pregare per la pace in Terra Santa: Guarda, Signore, quest'angolo della terra che, come tua patria, ti è tanto caro! Fa' che lì rifulga la tua luce! Fa' che lì arrivi la pace!".

"Con il termine 'pace' siamo giunti alla terza parola-guida della liturgia di questa Notte santa. Il Bambino che Isaia annuncia è da lui chiamato 'Principe della pace'. Del suo regno si dice: 'La pace non avrà fine'. Ai pastori si annuncia nel Vangelo la 'gloria di Dio nel più alto dei cieli' e la 'pace in terra...'. Una volta si leggeva '...agli uomini di buona volontà'; nella nuova traduzione si dice: '...agli uomini che egli ama'. Che significa questo cambiamento? Non conta più la buona volontà? Poniamo meglio la domanda: Quali sono gli uomini che Dio ama, e perché li ama? Dio è forse parziale? Ama forse soltanto alcuni e abbandona gli altri a se stessi? Il Vangelo risponde a queste domande mostrandoci alcune precise persone amate da Dio. Ci sono persone singole - Maria, Giuseppe, Elisabetta, Zaccaria, Simeone, Anna, ecc. Ma ci sono anche due gruppi di persone: i pastori e i sapienti dell'Oriente, o cosiddetti re magi".

"Soffermiamoci in questa notte sui pastori. (...) Nel loro ambiente i pastori erano disprezzati; erano ritenuti poco affidabili e, in tribunale, non venivano ammessi come testimoni. Ma chi erano in realtà? Certamente non erano grandi santi, se con questo termine si intendono persone di virtù eroiche. Erano anime semplici. Il Vangelo mette in luce una caratteristica che poi, nelle parole di Gesù, avrà un ruolo importante: erano persone vigilanti. Questo vale dapprima nel senso esteriore: di notte vegliavano vicino alle loro pecore. Ma vale anche in un senso più profondo: erano disponibili per la parola di Dio, per l'Annuncio dell'angelo. La loro vita non era chiusa in se stessa; il loro cuore era aperto. In qualche modo, nel più profondo, erano in attesa di qualcosa, in attesa finalmente di Dio. La loro vigilanza era disponibilità - disponibilità ad ascoltare, disponibilità ad incamminarsi; era attesa della luce che indicasse loro la via. È questo che a Dio interessa. Egli ama tutti perché tutti sono creature sue".

"Tra i cristiani la parola pace ha poi assunto un significato tutto speciale: è diventata una parola per designare la comunione nell'Eucaristia. In essa è presente la pace di Cristo. Attraverso tutti i luoghi dove si celebra l'Eucaristia una rete di pace si espande sul mondo intero. Le comunità raccolte intorno all'Eucaristia costituiscono un regno della pace vasto come il mondo. Quando celebriamo l'Eucaristia ci troviamo a Betlemme, nella 'casa del pane'".
HML/MESSA DI MEZZANOTTE/... VIS 20051228 (1090)

L'ESSERE UMANO, OPERA MAESTRA DELLA CREAZIONE


CITTA' DEL VATICANO, 28 DIC. 2005 (VIS). 20.000 persone hanno partecipato questa mattina all'Udienza Generale del Mercoledì in Piazza San Pietro, nella quale il Santo Padre Benedetto XVI ha ripreso la catechesi sui Salmi.

"Il Salmo 138 (...) inno sapienziale di intensa bellezza e passione" - ha detto il Papa - "punta verso la realtà più alta e mirabile dell'intero universo, l'uomo, definito come il 'prodigio' di Dio. Si tratta, in realtà, di un tema profondamente in sintonia con il clima natalizio che stiamo vivendo in questi giorni, nei quali celebriamo il grande mistero del Figlio di Dio fattosi uomo per la nostra salvezza".

"Dopo aver considerato la sguardo e la presenza del Creatore che spaziano in tutto l'orizzonte cosmico" - ha spiegato il Santo Padre - "nella seconda parte del Salmo che meditiamo oggi, gli occhi amorevoli di Dio si rivolgono all'essere umano, considerato nel suo inizio pieno e completo. Egli è ancora 'informe' nell'utero materno: il vocabolo ebraico usato è stato inteso da qualche studioso della Bibbia come rimando all'embrione', descritto in quel termine come una piccola realtà ovale, arrotolata, ma sulla quale si pone già lo sguardo benevolo e amoroso degli occhi di Dio".

Benedetto XVI ha ricordato che nel Salmo ricorre il simbolo del vasaio e dello scultore che "'forma', plasma la sua creazione artistica, il suo capolavoro" ed ha aggiunto che nel testo estremamente potente è "l'idea che Dio di quell'embrione ancora 'informe' veda già tutto il futuro: nel libro della vita del Signore già sono scritti i giorni che quella creatura vivrà e colmerà di opere durante la sua esistenza terrena. Torna così ad emergere la grandezza trascendente della conoscenza divina, che non abbraccia solo il passato e il presente dell'umanità, ma anche l'arco ancora nascosto del futuro".

Il Papa ha concluso la catechesi citando la riflessione di San Gregorio Magno sulla frase del Salmo: "Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro", sulla quale il Santo ha costruito "una meditazione riguardante quanti nella Comunità cristiana sono più deboli nel loro cammino spirituale". Costoro che "sono imperfetti e piccoli, tuttavia per quanto riescono a comprendere, amano Dio e il prossimo e non trascurano di compiere il bene che possono. Anche se non arrivano ancora ai doni spirituali, (...) tuttavia non si tirano indietro dall'amore di Dio e del prossimo. (...) Per cui avviene che anch'essi contribuiscono (...) all'edificazione della Chiesa. (...) Il messaggio di San Gregorio diventa, allora, un invito alla speranza rivolto a tutti, anche a coloro che procedono con fatica nel cammino della vita spirituale ed ecclesiale".

Al termine della catechesi, il Papa ha rivolto parole di saluto nelle diverse lingue ai pellegrini ed ha ricordato in particolare "le care popolazioni colpite un anno fa dallo tsunami, che ha causato innumerevoli vittime umane e ingenti danni ambientali. Preghiamo il Signore per loro e per quanti, anche in altre regioni del mondo, hanno subito calamità naturali, e attendono la nostra concreta e fattiva solidarietà".
AG/SALMO 138/... VIS 20051228 (510)

VIVERE CON COERENZA VANGELO COMPORTA UN ALTO PREZZO


CITTA' DEL VATICANO, 26 DIC. 2005 (VIS). "Dopo aver celebrato ieri con solennità il Natale di Cristo, facciamo oggi memoria della nascita al cielo di Santo Stefano, il primo martire", ha detto il Papa questa mattina alle migliaia di persone convenute in Piazza San Pietro per la recita dell'Angelus.

"Nell'atmosfera di gioia del Natale" - ha affermato il Santo Padre - "non sembri fuori luogo il riferimento al martirio di Santo Stefano. In effetti, sulla mangiatoia di Betlemme già s'allunga l'ombra della Croce. La preannunciano la povertà della stalla in cui il Bambino vagisce, la profezia di Simeone sul segno di contraddizione e sulla spada destinata a trafiggere l'anima della Vergine, la persecuzione di Erode che renderà necessaria la fuga in Egitto".

Benedetto XVI ha detto ancora: "Non deve stupire che un giorno questo Bambino diventato adulto, chieda ai suoi discepoli di seguirlo sul cammino della Croce con totale fiducia e fedeltà. Attratti dal suo esempio e sorretti dal suo amore molti cristiani, già alle origini della Chiesa, testimonieranno la loro fede con l'effusione del sangue. Ai primi martiri ne seguiranno altri nel corso dei secoli fino ai giorni nostri".

"Come non riconoscere che anche in questo nostro tempo, in varie parti del mondo, professare la fede cristiana richiede l'eroismo dei martiri? Come non dire poi che dappertutto, anche là dove non vi è persecuzione, vivere con coerenza il Vangelo comporta un alto prezzo da pagare?".

"Contemplando il divino Bambino fra le braccia di Maria e guardando all'esempio di Santo Stefano, chiediamo a Dio la grazia di vivere con coerenza la nostra fede, pronti sempre a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi".
ANG/SANTO STEFANO/... VIS 20051228 (290)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 28 DIC. 2005 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha concesso il Suo assenso all'elezione canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Antiochea dei Maroniti, riunitosi a Bkerké (Libano), dal 18 al 24 settembre 2005:

- del Padre Georges Bou-Jaoudé, C.M., ad Arcivescovo di Tripoli dei Maroniti (cattolici: 101.350; sacerdoti: 171; religiosi: 226), Libano. L'Arcivescovo eletto, finora Superiore della Casa religiosa a Mejdlaya, è nato nel 1943 a Jouret El-Ballout (Libano), ha emesso i voti perpetui nella Congregazione della Missione nel 1966 ed è stato ordinato sacerdote nel 1968.

- del Padre Elias Nassar, a Vescovo di Saïda dei Maroniti (cattolici: 83.000; sacerdoti: 85; religiosi: 80), Libano. Il Vescovo eletto, finora Parroco di Jezzine nell'Eparchia di Saïda (Libano), è nato a Sarba (Libano) nel 1960 ed è stato ordinato sacerdote nel 1990.

- del Padre Abate Simon Atallah, O.A.M., a Vescovo di Baalbek -Deir El-Ahmar dei Maroniti (cattolici: 30.000; sacerdoti: 14; religiosi: 20; diaconi permanenti: 2), Libano. Il Vescovo eletto, finora Superiore del Convento di San Giovanni a Ajaltoun, è nato nel 1937 a Hemayri (Libano), ha emesso i voti solenni nell'ordine Antoniano Maronita nel 1959 ed è stato ordinato sacerdote nel 1963.

- del Padre Abate François Eid, O.M.M., a Vescovo di Le Caire dei Maroniti (cattolici: 5.003; sacerdoti: 6; religiosi: 3), Egitto. Il Vescovo eletto, finora Procuratore Generale dell'Ordine Maronita Mariamita, è nato a Mtolleh (Libano) nel 1943, nel 1958 è entrato nell'Ordine Maronita della Beata Vergine Maria ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1971.

- Ha nominato il Padre Patrick K. Lynch, SS.CC., Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Southwark (superficie: 3.000; popolazione: 404.890; cattolici: 385.384; sacerdoti: 393; religiosi: 865; diaconi permanenti: 78), Gran Bretagna. Il Vescovo eletto, finora Vicario Episcopale per i Religiosi e Parroco in Southwark (Gran Bretagna), è nato a Cork City (Irlanda) nel 1947, ha emesso la professione religiosa nella Congregazione dei Sacri Cuori (Picpus) nel 1965 ed è stato ordinato sacerdote nel 1972.

- Ha nominato il Reverendo Paul Hendricks, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Southwark (superficie: 3.000; popolazione: 404.890; cattolici: 385.384; sacerdoti: 393; religiosi: 865; diaconi permanenti: 78), Gran Bretagna. Il Vescovo eletto, finora Parroco della Parrocchia "Our Lady of Sorrows Parish" a Peckham (Gran Bretagna), è nato a Beckenham (Gran Bretagna), nel 1956 ed è stato ordinato sacerdote nel 1984.
NER:NEA/.../... VIS 20051228 (380)
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