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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 31 maggio 2006

BENEDETTO XVI RICORDA VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA


CITTA' DEL VATICANO, 31 MAG. 2006 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale di oggi, al suo recente Viaggio in Polonia per "ripercorrere" insieme ai 35.000 pellegrini convenuti in Piazza San Pietro, le tappe del suo Viaggio Apostolico.

"Il mio pellegrinaggio è iniziato nel segno del sacerdozio" - ha detto il Papa ricordando l'incontro con i sacerdoti a Varsavia - "ed è poi proseguito con una testimonianza di sollecitudine ecumenica, resa nella chiesa luterana della Santissima Trinità. Nell'occasione ho ribadito il fermo proposito di considerare l'impegno per la ricostituzione della piena e visibile unità tra i cristiani una priorità del mio ministero".

Benedetto XVI ha parlato successivamente della "solenne Eucaristia" nella Piazza Pilsudski, luogo che ha acquistato "un valore simbolico, avendo ospitato eventi storici, come le Sante Messe celebrate da Giovanni Paolo II e quella per i funerali del Cardinale Primate Stefan Wyszynski, nonché alcune affollatissime celebrazioni di suffragio nei giorni dopo la morte del mio Predecessore".

Il Santo Padre ha citato anche "la visita ai Santuari che hanno segnato la vita del sacerdote e vescovo Karol Wojtyla: quelli di Czestochowa, di Kalwaria Zebrzydowska e della Divina Misericordia".

"Non potrò dimenticare la sosta nel celebre Santuario mariano di Jasna Góra (...) cuore della Nazione polacca" - ha detto Benedetto XVI - dove "ho voluto riproporre la fede come atteggiamento fondamentale dello spirito, che coinvolge l'intera persona. (...) Alla Vergine Addolorata" del Santuario di Kalwaria "ho chiesto di sostenere la fede della Comunità ecclesiale nei momenti di difficoltà e di prova; la successiva tappa nel Santuario della Divina Misericordia (...) mi ha dato modo di sottolineare che solo la Divina Misericordia illumina il mistero dell'uomo. Nel convento vicino a questo Santuario (...) Suor Faustina Kowalska ricevette un messaggio di fiducia per l'umanità, di cui Giovanni Paolo II si è fatto eco ed interprete".

Il Papa ha anche fatto riferimento agli "altri simbolici 'santuari'" visitati nel suo Viaggio: "Wadowice, località diventata famosa perché là Karol Wojtyla è nato ed è stato battezzato. (...) Le radici della sua fede robusta, della sua umanità così sensibile e aperta, del suo amore per la bellezza e la verità, della sua devozione alla Madonna, del suo amore per la Chiesa e sopratutto della sua vocazione alla santità sono in questa cittadina dove egli ha ricevuto la prima educazione e formazione" e la Cattedrale di Wawel nella cripta della quale "Karol Wojtyla celebrò la sua Prima Messa".

In merito all'incontro con i giovani nel parco di Blonie di Cracovia, il Santo Padre, citando la frase del suo predecessore "Rimanete saldi nella fede!", ha detto: "È questa la consegna che ho lasciato ai figli dell'amata Polonia, incoraggiandoli a perseverare nella fedeltà a Cristo e alla Chiesa, perché non manchi all'Europa e al mondo l'apporto della loro testimonianza evangelica. Tutti i cristiani devono sentirsi impegnati a rendere questa testimonianza, per evitare che l'umanità del terzo millennio possa conoscere ancora orrori simili a quelli tragicamente evocati dal campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau".

"Di fronte all'orrore di Auschwitz" - ha soggiunto il Papa - "non c'è altra risposta che la Croce di Cristo: l'Amore sceso fino in fondo all'abisso del male, per salvare l'uomo alla radice, dove la sua libertà può ribellarsi a Dio".

"Non dimentichi l'odierna umanità Auschwitz e le altre 'fabbriche di morte' nelle quali il regime nazista ha tentato di eliminare Dio per prendere il suo posto!" - ha concluso il Pontefice - "Non ceda alla tentazione dell'odio razziale, che è all'origine delle peggiori forme di antisemitismo! Tornino gli uomini a riconoscere che Dio è Padre di tutti e tutti ci chiama in Cristo a costruire insieme un mondo di giustizia, di verità e di pace!".

Al termine dell'Udienza il Papa ha lanciato il seguente appello: "Il mio pensiero va ora alla cara Nazione di Timor Est, in questi giorni in preda a tensioni e violenze, che hanno provocato vittime e distruzioni. Mentre incoraggio la Chiesa locale e le organizzazioni cattoliche a continuare, insieme alle altre organizzazioni internazionali, nell'impegno di assistenza agli sfollati, vi invito a pregare la Vergine Santa affinché sostenga con la Sua materna protezione gli sforzi di quanti stanno contribuendo alla pacificazione degli animi e al ritorno alla normalità".
AC/POLONIA/... VIS 20060531 (710)

MOVIMENTI ECCLESIALI COSTRUTTORI MONDO MIGLIORE


CITTA' DEL VATICANO, 31 MAG. 2006 (VIS). Oggi è stato reso pubblico un Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI ai partecipanti al II Congresso Mondiale dei Movimenti Ecclesiali e delle Nuove Comunità, in corso a Rocca di Papa, dal 31 maggio al 2 giugno, sul tema: "La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo".

Riferendosi al tema del Congresso, il Papa afferma: "Nel corso dei secoli, il cristianesimo è stato comunicato e si è diffuso grazie alla novità di vita di persone e di comunità capaci di rendere una testimonianza incisiva di amore, di unità e di gioia. Proprio questa forza ha messo tante persone in 'movimento' nel succedersi delle generazioni. (...) Anche oggi Cristo continua a far echeggiare nel cuore di tanti quel 'vieni e seguimi' che può decidere del loro destino".

Il Santo Padre auspica che i movimenti ecclesiali "siano sempre scuole di comunione" e scrive: "Portate la luce di Cristo in tutti gli ambienti sociali e culturali in cui vivete. (...) Illuminate l'oscurità di un mondo frastornato dai messaggi contraddittori delle ideologie! (...) Quanto male è capace di produrre nella vita dell'uomo e delle nazioni la smania del potere, del possesso, del piacere! Portate in questo mondo turbato la testimonianza della libertà con cui Cristo ci ha liberati".

"Dove la carità si manifesta come passione per la vita e per il destino degli altri, irradiandosi negli affetti e nel lavoro e diventando forza di costruzione di un ordine sociali più giusto, lì si costruisce la civiltà capace di fronteggiare l'avanzata della barbarie. Diventate costruttori di un mondo migliore secondo l''ordo amoris' in cui si manifesta la bellezza della vita umana".

Il Papa sottolinea che i movimenti ecclesiali e le nuove comunità appartengono "alla struttura viva della Chiesa. Essa vi ringrazia per il vostro impegno missionario, per l'azione formativa che sviluppate in modo crescente sulle famiglie cristiane, per la promozione delle vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita consacrata che sviluppate al vostro interno".

La Chiesa vi ringrazia anche, conclude il Pontefice "per la disponibilità che dimostrate ad accogliere le indicazioni operative non solo del Successore di Pietro, ma anche dei Vescovi delle diverse Chiese locali, che sono, insieme al Papa, custodi della verità e della carità nell'unità. Confido nella vostra pronta obbedienza. (...) Ogni problema deve essere affrontato dai Movimenti con sentimenti di profonda comunione, in spirito di adesione ai legittimi pastori".
MESS/MOVIMENTI ECCLESIALI:NUOVE COMUNITÀ/... VIS 20060531 (410)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 31 MAG. 2006 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Padre Mário Marquez, O.F.M.Cap., Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Vitória (superficie: 7.234; popolazione: 3.018.000; cattolici: 1.890.000; sacerdoti: 85; religiosi: 184), Brasile. Il Vescovo eletto, finora Parroco della Cattedrale "Rainha da Paz" dell'Ordinariato Militare del Brasile, è nato nel 1952 a Lucerna (Brasile), ha emesso la professione perpetua nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini nel 1979 ed ha ricevuto l'ordinazione presbiterale nel 1980.

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Idiofa (Repubblica Democratica del Congo), presentata dal Vescovo Louis Mbwôl-Mpasi, O.M.I., per raggiunti limiti d'età.
NEA:RE/.../MARQUEZ:MBWÔL-MPASI VIS 20060531 (110)

martedì 30 maggio 2006

MOVIMENTI ECCLESIALI E NUOVE COMUNITÀ CON IL PAPA


CITTA' DEL VATICANO, 30 MAG. 2006 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, si è tenuta la presentazione del II Congresso Mondiale dei Movimenti Ecclesiali e delle Nuove Comunità sul tema: "La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo", (Rocca di Papa, 31 maggio - 2 giugno) e dell'Incontro che, il 3 giugno, vigilia di Pentecoste, il Santo Padre Benedetto XVI terrà con i Movimenti Ecclesiali e le Nuove Comunità in Piazza San Pietro.

Alla Conferenza Stampa sono intervenuti l'Arcivescovo Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici; il Vescovo Josef Clemens, Segretario ed il Professor Guzmán Carriquiry, Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.

L'Arcivescovo Rylko ha affermato che l'Incontro del 3 giugno, che fa seguito al primo tenutosi il 30 maggio 1998, "è un importante segnale di continuità con il magistero di Giovanni Paolo II, che in queste nuove realtà aggregative vedeva, doni preziosi dello Spirito alla Chiesa di oggi e un grande segno di speranza per l'umanità del nostro tempo".

Ricordando che i rapporti di Papa Benedetto XVI con i movimenti ecclesiali "risalgono alla metà degli anni Sessanta, quando era ancora Professore a Tübingen", il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici ha sottolineato che il Papa "vede nei movimenti 'modi forti di vivere la fede'" ed "il suo contributo teologico alla definizione dell'identità ecclesiale dei movimenti è fondamentale". Inoltre, dopo la sua elezione al Pontificato, "Benedetto XVI non ha cessato di manifestare attenzione nei confronti dei movimenti ecclesiali".

Riferendosi al Congresso Mondiale, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici, l'Arcivescovo Rylko ha precisato che vi prenderanno parte i delegati di un centinaio di movimenti e nuove comunità, rappresentanti di dicasteri della Curia Romana ed una delegazione ecumenica.

"Al centro della riflessione del Congresso" - ha proseguito l'Arcivescovo Rylko - "la domanda, inevitabile per i discepoli del Signore: Come trasmettere lo splendore della bellezza di Cristo al mondo di oggi?".

Il Presidente del Pontificio Consiglio ha sottolineato che: "L'esperienza della bellezza di essere cristiani ha trovato e trova ai nostri giorni un terreno particolarmente fertile proprio nei movimenti ecclesiali e nelle nuove comunità".

"I cristiani" - ha concluso l'Arcivescovo Rylko - "devono annunciare al mondo che il Vangelo non è una utopia, ma cammino verso la vita piena, che la fede non è un fardello, un giogo che piega l'uomo, ma avventura affascinante che gli restituisce, con la sua piena umanità, tutta la dignità e la libertà dei figli di Dio, che Cristo è l'unica risposta al desiderio di felicità che ci portiamo nel cuore. In una parola, devono far risplendere la Bellezza che tanti hanno incontrato proprio grazie ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunità".

Il Vescovo Josef Clemens ha spiegato a sua volta i criteri determinanti la struttura dei lavori e l'elezione dei relatori.

"Le tre relazioni principali" - ha detto - "saranno affidate ai Cardinali Christoph Schõnborn, O.P., Marc Ouellet, P.S.S. e Angelo Scola: a loro spetterà il compito di affrontare le questioni cristologiche ("Cristo, il più bello tra i figli di Adamo"), ecclesiologiche ("La bellezza di essere cristiani") e pastorali ("Movimenti ecclesiali e nuove comunità nella missione della Chiesa: priorità e prospettive"). La tavole rotonde consentiranno di avviare un confronto su due dimensioni fondamentali dell'azione di movimenti e nuove comunità: gli itinerari educativi e la testimonianza della bellezza di Cristo al mondo d'oggi".

"Abbiamo ricevuto numerosissime richieste di partecipazione" - ha precisato il Vescovo Clemens - "ma per ragioni logistiche il numero di congressisti sarà stato limitato a poco più di 300, in rappresentanza di oltre 100 movimenti e nuove comunità: più del doppio, quindi, delle realtà ecclesiali rappresentate al Congresso del '98".

"L'organizzazione delle veglie di preghiera a Roma è stata affidata all'iniziativa dei singoli movimenti e comunità. (...) Il Vicariato di Roma ha messo a disposizione le Basiliche e molte chiese della città, sia in centro che in periferia. (...) Avete a disposizione un elenco di queste iniziative sul sito internet (...) www.laici.org".

Successivamente il Vescovo Clemens ha spiegato la modalità dell'Incontro di Pentecoste con il Santo Padre ed ha detto: "La liturgia sarà preceduta da un programma di preparazione, fatto di preghiera e riflessione, durante il quale si rievocherà l'analogo incontro di Giovanni Paolo II (...) del '98, si richiameranno alla memoria gli interventi in quella occasione dell'allora Cardinale Ratzinger. (...) Un grande coro formato dai rappresentanti delle diverse aggregazioni ecclesiali animerà questa parte dell'incontro con i canti più significativi delle maggiori realtà presenti in Piazza San Pietro; il coro inoltre accoglierà festosamente l'arrivo del Santo Padre e accompagnerà il Papa durante l'ampio tragitto in Piazza San Pietro".

"Alle ore 18:00 inizierà la liturgia dei Vespri, presieduta dal Santo Padre. (...) È previsto il canto dei Salmi (...). Al termine di ognuno dei tre Salmi ascolteremo una riflessione di commento di tre iniziatori e responsabili di movimenti e nuove comunità. Dopo l'attesissima omelia del Santo Padre, si procederà alla memoria liturgica del Sacramento della Confermazione".

"È prevedibile una affluenza complessiva di oltre 300.000 persone (...) se la maggioranza proverrà, com'è ovvio dall'Italia" - ha concluso il Vescovo Clemens - "almeno 30.000 fedeli si stanno muovendo da tutta Europa, e tra di essi oltre 4.000 dalla Germania; aspettiamo inoltre 5.000 partecipanti dall'America Latina, 450 dall'Africa, 300 dall'Asia e oltre 100 dalla Chiesa che è in Oceania".

Il 4 giugno, Domenica di Pentecoste, il Papa celebrerà, alle ore 10:00, in Piazza San Pietro, la Santa Messa della Solennità di Pentecoste. Una nota dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice annuncia che sono invitati a partecipare i fedeli della Diocesi di Roma e i pellegrini presenti in città.
OP/MOVIMENTI:NUOVE COMUNITÀ/... VIS 20060530 (950)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 30 MAG. 2006 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato l'Arcivescovo Wojciech Ziemba, finora Arcivescovo di Bialystok (Polonia), Arcivescovo dell'Arcidiocesi Metropolitana di Warmia (superficie: 12.000; popolazione: 710.000; cattolici: 693.000; sacerdoti: 510; religiosi: 452), Polonia. L'Arcivescovo Ziemba succede all'Arcivescovo Edmund Piszcz, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha accettato la rinuncia all'ufficio di Ausiliare della Diocesi di Toledo (Stati Uniti d'America), presentata dal Vescovo Robert W. Donnelly, per raggiunti limiti d'età.
NER:RE/.../ZIEMBA:PISZCZ:DONNELLY VIS 20060530 (100)

lunedì 29 maggio 2006

GIOVANI: COSTRUITE LA VOSTRA CASA SULLA ROCCIA DI CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 27 MAG. 2006 (VIS). Al termine della visita alla Cattedrale di Wawel, il Santo Padre si è recato in autovettura panoramica al Parco di Blonie, luogo di tutte le celebrazioni presiedute da Giovanni Paolo II a Cracovia, per l'incontro con i giovani.

Dopo aver ascoltato il saluto del Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, e le testimonianze di alcuni giovani, il Papa si è rivolto al milione di ragazzi e ragazze riuniti nel parco.

"Nel cuore di ogni uomo" - ha detto Benedetto XVI - c'è, (...), il desiderio di una casa. Tanto più in un cuore giovane c'è il grande anelito ad una casa propria (...). È la nostalgia di una casa di cui si possa essere orgogliosi (...). Questa nostalgia non è che il desiderio di una vita piena, felice, riuscita. Non abbiate paura di questo desiderio! (...) Non vi scoraggiate alla vista delle case crollate, dei desideri vanificati, delle nostalgie svanite. Dio Creatore, che infonde in un giovane cuore l'immenso desiderio della felicità, non lo abbandona poi nella faticosa costruzione di quella casa che si chiama vita".

"Come costruire quella casa chiamata vita? Gesù (...) ci esorta a costruire sulla roccia. Soltanto così infatti la casa non crollerà. Ma che cosa vuol dire costruire la casa sulla roccia? (...) Vuol dire prima di tutto: costruire su Cristo e con Cristo. (...) Significa costruire su un fondamento che si chiama amore crocifisso".

"Vuol dire costruire con Qualcuno" - ha proseguito Benedetto XVI - "che, conoscendoci meglio di noi stessi, ci dice: 'Tu sei prezioso ai miei occhi, … sei degno di stima e io ti amo' . Vuol dire costruire con Qualcuno che è sempre fedele, anche se noi manchiamo di fedeltà, perché egli non può rinnegare se stesso. Vuol dire costruire con Qualcuno che si china costantemente sul cuore ferito dell'uomo e dice: 'Non ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più'. (...) Amici miei, non abbiate paura di puntare su Cristo! Abbiate nostalgia di Cristo, come fondamento della vita!".

Costruire sulla roccia, ha sottolineato il Papa, "significa anche costruire su Qualcuno che è stato rifiutato", ricordando le parole di San Pietro che definisce Cristo come una "'pietra viva rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio'. Il fatto innegabile dell'elezione di Gesù da parte di Dio non nasconde il mistero del male, a causa del quale l'uomo è capace di rigettare Colui che lo ha amato sino alla fine. Questo rifiuto di Gesù da parte degli uomini, menzionato da san Pietro, si protrae nella storia dell'umanità e giunge anche ai nostri tempi. (...) Più volte Gesù è ignorato, è deriso, è proclamato re del passato, ma non dell'oggi e tanto meno del domani, viene accantonato nel ripostiglio di questioni e di persone di cui non si dovrebbe parlare ad alta voce e in pubblico. Se nella costruzione della casa della vostra vita incontrate coloro che disprezzano il fondamento su cui voi state costruendo, non vi scoraggiate! Una fede forte deve attraversare delle prove. (...) La nostra fede in Gesù Cristo, per rimanere tale, deve spesso confrontarsi con la mancanza di fede degli altri".

"Costruire sulla roccia vuol dire essere consapevoli che si avranno delle contrarietà. (...) Cristo comprende non solo l'aspirazione dell'uomo ad una casa duratura, ma è pienamente consapevole anche di tutto ciò che può ridurre in rovina la felicità dell'uomo. Non vi meravigliate dunque delle contrarietà, qualunque esse siano! Non vi scoraggiate a motivo di esse! Un edificio costruito sulla roccia non equivale ad una costruzione sottratta al gioco delle forze naturali, iscritte nel mistero dell'uomo. Aver costruito sulla roccia significa poter contare sulla consapevolezza che nei momenti difficili c'è una forza sicura su cui fare affidamento".

"Costruire sulla roccia vuol dire anche costruire su Pietro e con Pietro. A lui infatti il Signore disse: 'Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa'. Se Cristo, la Roccia, la pietra viva e preziosa, chiama il suo Apostolo pietra, significa che egli vuole che Pietro, e insieme a lui la Chiesa intera, siano segno visibile dell'unico Salvatore e Signore. (...) Non vi lasciate illudere da coloro che vogliono contrapporre Cristo alla Chiesa! (...) Voi giovani avete conosciuto bene il Pietro dei nostri tempi. Perciò non dimenticate che né quel Pietro che sta osservando il nostro incontro dalla finestra di Dio Padre, né questo Pietro che ora sta dinanzi a voi, né nessun Pietro successivo sarà mai contro di voi, né contro la costruzione di una casa durevole sulla roccia. Anzi, impegnerà il suo cuore ed entrambe le mani nell'aiutarvi a costruire la vita su Cristo e con Cristo".

"L'ultima parola" - ha concluso Benedetto XVI - "è una parola di speranza. (...) Cari giovani amici, la paura dell'insuccesso può a volte frenare perfino i sogni più belli. (...) Può persuadere che la nostalgia della casa è soltanto un desiderio giovanile e non un progetto per la vita. (...) Siate testimoni della speranza, di quella speranza che non teme di costruire la casa della propria vita, perché sa bene di poter contare sul fondamento che non crollerà mai: Gesù Cristo nostro Signore".

Al termine del suo discorso il Papa ha consegnato ai giovani la "Fiamma della Misericordia", simbolo della loro missione di portare la luce della fede al mondo e ha benedetto la Prima Pietra del Centro Giovanni Paolo II.
PV-POLONIA/GIOVANI/BLONIE VIS 20060529 (920)

IL PAPA SI CONGEDA POLONIA: CUSTODITE DEPOSITO CRISTIANO


CITTA' DEL VATICANO, 28 MAG. 2006 (VIS). Al termine della commemorazione delle vittime dei Campi di Concentramento di Auschwitz-Birkenau, il Papa si è diretto all'aeroporto di Cracovia/Balice per la cerimonia di congedo.

In risposta al discorso del Presidente della Repubblica, Signor Lech Kaczynski, il Santo Padre ha ricordato che quando quattro anni fa, Giovanni Paolo II si congedò per l'ultima volta dalla sua Patria, esortò la Nazione polacca "a lasciarsi sempre guidare da sentimenti di misericordia, di fraterna solidarietà, di dedizione al bene comune", esprimendo "la ferma fiducia che in tal modo essa non avrebbe trovato soltanto una collocazione appropriata nell'Europa Unita, ma avrebbe anche arricchito con la sua tradizione questo continente e il mondo intero".

"Oggi" - ha proseguito Benedetto XVI - "mentre la vostra presenza nella famiglia degli Stati d'Europa va sempre più consolidandosi, desidero di tutto cuore ripetere quelle parole di speranza. Vi prego di rimaner fedeli custodi del deposito cristiano, e di trasmetterlo alle generazioni future".

Papa Benedetto XVI ha ringraziato il popolo polacco "per la preghiera di cui mi avete circondato sin dal momento della mia elezione" ed ha detto: "Vorrei che continuaste a ricordarmi nella vostre preghiere, chiedendo al Signore di accrescere le mie forze nel servizio della Chiesa universale".

Ringraziando il Presidente della Repubblica di Polonia e le Autorità civili e religiose, e tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita del Viaggio, il Papa ha concluso il suo discorso citando le parole dell'apostolo Paolo: "che hanno accompagnato il mio pellegrinaggio in terra polacca: 'vigilate, state saldi nelle fede, comportatevi da uomini, siate forti. Tutto si faccia tra voi nella carità'".

L'aereo papale è partito da Cracovia alle 21:50 ed è atterrato all'aeroporto di Ciampino alle 23:30. Infine il Santo Padre ha raggiunto il Vaticano in elicottero.
PV-POLONIA/CONGEDO/CRACOVIA VIS 20060529 (310)

GRIDO DIO VIVENTE DI NON PERMETTERE MAI PIÙ UNA SIMILE COSA


CITTA' DEL VATICANO, 28 MAG. 2006 (VIS). Nel pomeriggio di oggi Benedetto XVI è partito in auto dal Palazzo Arcivescovile di Cracovia diretto al Campo di Concentramento di Auschwitz-Birkenau, ultima tappa del suo Viaggio Apostolico.

Il Santo Padre ha varcato a piedi l'ingresso del Campo attraverso il cancello sovrastato dalla scritta "Arbeit macht frei" (Il lavoro rende liberi), ed è stato ricevuto dal Direttore del Museo di Auschwitz, e da altre Autorità civili e religiose. Quindi si è recato nel cortile del Muro della Morte dove si trovavano ad attenderlo alcuni ex-prigionieri e, dopo aver deposto un omaggio floreale, si è raccolto in preghiera. Successivamente si è recato in visita nella cella della morte di San Massimiliano Kolbe, nel sottosuolo del Blocco n. 11.

Trasferitosi in auto al Centro di Dialogo e di Preghiera ad Auschwitz, istituzione cattolica sorta vicino al Campo di Concentramento, il Santo Padre Benedetto XVI ha visitato e benedetto il Centro. Quindi si è trasferito in auto al Campo di Birkenau che dista circa tre chilometri. Giunto al Campo, il Papa si è recato a piedi al Monumento Internazionale dove ci sono le 22 lapidi, simbolo dell'Olocausto, che in varie lingue ricordano tutte le vittime dei Campi di Auschwitz-Birkenau. Qui il Santo Padre ha incontrato i rappresentanti di altre religioni, un gruppo di superstiti di varie nazionalità ed un'ampia partecipazione della Comunità Ebraica a livello internazionale.

Dopo la preghiera in memoria delle vittime, l'intonazione del canto di lutto del Kaddish e l'accensione di un cero, il Papa ha pronunciato il suo discorso.

"Prendere la parola in questo luogo di orrore, di accumulo di crimini contro Dio e contro l'uomo che non ha confronti nella storia, è quasi impossibile - ed è particolarmente difficile e opprimente per un cristiano, per un Papa che proviene dalla Germania", ha detto Papa Benedetto XVI.

"In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio - un silenzio che è un interiore grido verso Dio: Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo? È in questo atteggiamento di silenzio che ci inchiniamo profondamente nel nostro intimo davanti alla innumerevole schiera di coloro che qui hanno sofferto e sono stati messi a morte; questo silenzio, tuttavia, diventa poi domanda ad alta voce di perdono e di riconciliazione, un grido al Dio vivente di non permettere mai più una simile cosa".

"Papa Giovanni Paolo II" - ha ricordato Benedetto XVI - "era qui come figlio di quel popolo che, accanto al popolo ebraico, dovette soffrire di più in questo luogo e, in genere, nel corso della guerra: 'Sono sei milioni di Polacchi, che hanno perso la vita durante la seconda guerra mondiale: la quinta parte della nazione', ricordò allora il Papa. Qui egli elevò poi il solenne monito al rispetto dei diritti dell'uomo e delle nazioni".

"Papa Giovanni Paolo II era qui come figlio del popolo polacco" - ha soggiunto Benedetto XVI - "Io sono oggi qui come figlio del popolo tedesco, e proprio per questo devo e posso dire come lui: Non potevo non venire qui. Dovevo venire. Era ed è un dovere di fronte alla verità e al diritto di quanti hanno sofferto, un dovere davanti a Dio, di essere qui come successore di Giovanni Paolo II e come figlio del popolo tedesco - figlio di quel popolo sul quale un gruppo di criminali raggiunse il potere mediante promesse bugiarde, in nome di prospettive di grandezza, di ricupero dell'onore della nazione e della sua rilevanza, con previsioni di benessere e anche con la forza del terrore e dell'intimidazione, cosicché il nostro popolo poté essere usato ed abusato come strumento della loro smania di distruzione e di dominio".

"Quante domande ci si impongono in questo luogo!" - ha esclamato il Papa -"Sempre di nuovo emerge la domanda: Dove era Dio in quei giorni? Perché Egli ha taciuto? Come poté tollerare questo eccesso di distruzione, questo trionfo del male? Ci vengono in mente le parole del Salmo 44, il lamento dell'Israele sofferente (...). Questo grido d'angoscia che l'Israele sofferente eleva a Dio in periodi di estrema angustia, è al contempo il grido d'aiuto di tutti coloro che nel corso della storia - (...) - soffrono per amor di Dio, per amor della verità e del bene; e ce ne sono molti, anche oggi".
"Noi non possiamo scrutare il segreto di Dio - vediamo soltanto frammenti e ci sbagliamo se vogliamo farci giudici di Dio e della storia. (...) No - in definitiva, dobbiamo rimanere con l'umile ma insistente grido verso Dio: Svégliati! Non dimenticare la tua creatura, l'uomo!".

"Emettiamo questo grido davanti a Dio, rivolgiamolo allo stesso nostro cuore, proprio in questa nostra ora presente, nella quale incombono nuove sventure, nella quale sembrano emergere nuovamente dai cuori degli uomini tutte le forze oscure: da una parte, l'abuso del nome di Dio per la giustificazione di una violenza cieca contro persone innocenti; dall'altra, il cinismo che non conosce Dio e che schernisce la fede in Lui".

"Il luogo in cui ci troviamo è un luogo della memoria, è il luogo della Shoah. Il passato non è mai soltanto passato. Esso riguarda noi e ci indica le vie da non prendere e quelle da prendere. (...) Alcune lapidi invitano ad una commemorazione particolare. C'è quella in lingua ebraica. I potentati del Terzo Reich volevano schiacciare il popolo ebraico nella sua totalità; eliminarlo dall'elenco dei popoli della terra. (...) Se questo popolo, semplicemente con la sua esistenza, costituisce una testimonianza di quel Dio che ha parlato all'uomo e lo prende in carico, allora quel Dio doveva finalmente essere morto e il dominio appartenere soltanto all'uomo - a loro stessi che si ritenevano i forti che avevano saputo impadronirsi del mondo".

"C'è poi la lapide in lingua polacca: In una prima fase innanzitutto si voleva eliminare l'élite culturale e cancellare così il popolo come soggetto storico autonomo per abbassarlo, nella misura in cui continuava ad esistere, a un popolo di schiavi. Un'altra lapide, che invita particolarmente a riflettere, è quella scritta nella lingua dei Sinti e dei Rom. Anche qui si voleva far scomparire un intero popolo che vive migrando in mezzo agli altri popoli. Esso veniva annoverato tra gli elementi inutili della storia universale, in una ideologia nella quale doveva contare ormai solo l'utile misurabile (...). Poi c'è la lapide in russo che evoca l'immenso numero delle vite sacrificate tra i soldati russi nello scontro con il regime del terrore nazionalsocialista; al contempo, però, ci fa riflettere sul tragico duplice significato della loro missione: liberando i popoli da una dittatura, dovevano servire anche a sottomettere gli stessi popoli ad una nuova dittatura, quella di Stalin e dell'ideologia comunista. (...) Ho sentito come intimo dovere fermarmi in modo particolare anche davanti alla lapide in lingue tedesca. (...) I tedeschi, che allora vennero portati ad Auschwitz-Birkenau e qui sono morti, erano visti come 'Abschaum der Nation' - come il rifiuto della nazione".

"Sì, dietro queste lapidi" - ha concluso il Pontefice - "si cela il destino di innumerevoli esseri umani. Essi scuotono la nostra memoria, scuotono il nostro cuore. Non vogliono provocare in noi l'odio: ci dimostrano anzi quanto sia terribile l'opera dell'odio. Vogliono portare la ragione a riconoscere il male come male e a rifiutarlo; vogliono suscitare in noi il coraggio del bene, della resistenza contro il male. Vogliono portarci a quei sentimenti che si esprimono nelle parole che Sofocle mette sulle labbra di Antigone di fronte all'orrore che la circonda: 'Sono qui non per odiare insieme, ma per insieme amare'".
PV-POLONIA/.../AUSCHWITZ-BIRKENAU VIS 20060529 (1270)

DUE MILIONI DI PERSONE ASSISTONO ALLA MESSA A CRACOVIA


CITTA' DEL VATICANO, 28 MAG. 2006 (VIS). Due milioni di persone hanno assistito questa mattina alla Santa Messa presieduta da Papa Benedetto XVI nel Parco di Blonie, dove nella giornata di ieri si era tenuto l'incontro con i giovani. Con il Papa hanno concelebrato i Cardinali e Vescovi polacchi, i Cardinali e Vescovi ospiti e quelli del Seguito Papale.

Un Rappresentante del Patriarca Alessio II, Padre Igor Vyzhanov, ha assistito alla Celebrazione Eucaristica e ha trasmesso al Papa il saluto del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.

Commentando il Vangelo della Solennità dell'Ascensione del Signore, il Papa ha detto nell'omelia: "Siamo chiamati, rimanendo in terra, a fissare il cielo, ad orientare l'attenzione, il pensiero e il cuore verso l'ineffabile mistero di Dio. Siamo chiamati a guardare nella direzione della realtà divina, verso la quale l'uomo è orientato sin dalla creazione. Là è racchiuso il senso definitivo della nostra vita".

Ricordando che la spianata di Blonie è il luogo dove Giovanni Paolo II più volte celebrò la Messa durante i suoi Viaggi apostolici nel Paese natale, Benedetto XVI ha detto: "Da qui vedeva Cracovia e tutta la Polonia" ed ha esclamato: "Cracovia, la città di Karol Wojtyla e di Giovanni Paolo II, è anche 'la mia Cracovia'! È anche una Cracovia cara al cuore di innumerevoli moltitudini di cristiani in tutto il mondo, i quali sanno che Giovanni Paolo II giunse sul colle Vaticano da questa città, dal colle di Wawel, 'da un paese lontano', il quale, grazie a questo avvenimento, divenne un paese caro a tutti".

Il Papa ha detto di essersi recato in Polonia e a Cracovia per "respirare l'aria della sua Patria. Volevo guardare la terra nella quale nacque e dove crebbe per assumere l'instancabile servizio a Cristo e alla Chiesa universale. (...) Qui voglio anche pregare Dio di conservare in voi il retaggio della fede, della speranza e della carità lasciato al mondo, e in modo particolare a voi, da Giovanni Paolo II".

Facendo riferimento al motto del suo pellegrinaggio: "Rimanete saldi nella fede!", il Santo Padre ha affermato: "La fede è un atto umano molto personale, che si realizza in due dimensioni. Credere vuol dire prima di tutto accettare come verità ciò che la nostra mente non comprende fino in fondo" e nella seconda dimensione vuol dire: "affidarsi ad una persona - non ad una persona ordinaria, ma a Cristo. È importante ciò in cui crediamo, ma ancor più importante è colui a cui crediamo".

"Insieme all'elezione di Karol Wojtyla alla Sede di Pietro a servizio di tutta la Chiesa, la vostra terra è divenuta luogo di una particolare testimonianza di fede in Gesù Cristo. Voi stessi siete stati chiamati a rendere questa testimonianza dinanzi al mondo intero. Questa vostra vocazione è sempre attuale, e forse ancora più attuale dal momento della beata morte del Servo di Dio. Non manchi al mondo la vostra testimonianza!".

"Rafforzati dalla fede in Dio, impegnatevi con ardore nel consolidare il suo Regno sulla terra: il Regno del bene, della giustizia, della solidarietà e della misericordia. Vi prego di testimoniare con coraggio il Vangelo dinanzi al mondo di oggi, portando la speranza ai poveri, ai sofferenti, agli abbandonati, ai disperati, a coloro che hanno sete di libertà, di verità e di pace. Facendo del bene al prossimo e mostrandovi solleciti per il bene comune, testimoniate che Dio è amore".

Benedetto XVI ha concluso l'omelia invitando i fedeli a "condividere con gli altri popoli dell'Europa e del mondo il tesoro della fede, anche in considerazione della memoria del vostro Connazionale che, come Successore di San Pietro, questo ha fatto con straordinaria forza ed efficacia".

Al termine della Celebrazione Eucaristica e prima della recita del Regina Coeli, il Papa si è rivolto in particolare alla gioventù che, nell'incontro del pomeriggio di ieri: "ha espresso il suo legame a Cristo e alla Chiesa".

"Ieri mi avete portato come dono il libro delle dichiarazioni: 'Non la prendo, sono libero dalla droga'. Vi chiedo come padre: siate fedeli a questa parola. Qui si tratta della vostra vita e della vostra libertà. Non lasciatevi soggiogare delle illusioni di questo mondo".

Infine Benedetto XVI ha fatto ritorno al Palazzo Arcivescovile di Cracovia dove si è fermato per la seconda colazione. Nel primo pomeriggio, prima di lasciare il Palazzo Arcivescovile di Cracovia, il Santo Padre ha ricevuto il saluto del personale, dei collaboratori dell'Arcivescovo e di alcuni Membri del Comitato organizzatore della visita.
PV-POLONIA/MESSA:REGINA COELI/CRACOVIA VIS 060529 (760)

TELEGRAMMA DI CORDOGLIO VITTIME TERREMOTO INDONESIA


CITTA' DEL VATICANO, 27 MAG. 2006 (VIS). Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, ha fatto pervenire, a nome del Santo Padre Benedetto XVI, un telegramma di cordoglio per le vittime del disastroso terremoto che ha colpito, nelle prime ore di sabato, l'isola di Giava (Indonesia), causando la morte di migliaia di persone.

"Profondamente addolorato nell'apprendere la notizia del devastante terremoto verificatosi nei pressi di Yogyakarta, Sua Santità Papa Benedetto XVI prega per le vittime e per le famiglie in lutto, invocando la pace eterna sui defunti e il conforto e la consolazione divina su tutti coloro che soffrono".

"Parimenti Sua Santità incoraggia i soccorritori e tutti coloro che forniscono assistenza medica alle vittime del disastro, di perseverare nei loro sforzi per portare sollievo e sostegno".
TGR/TERREMOTO INDONESIA/SODANO VIS 20060529 (140)

sabato 27 maggio 2006

VISITA CITTÀ NATALE GIOVANNI PAOLO II E SANTUARIO KALWARIA


CITTA' DEL VATICANO, 27 MAG. 2006 (VIS). Alle 9:30 di questa mattina, dopo la celebrazione della Santa Messa in privato nella Cappella del Palazzo Arcivescovile di Cracovia, Benedetto XVI è partito in automobile alla volta di Wadowice, città natale di Giovanni Paolo II.

Il Papa ha visitato la Basilica dell'Immacolata Concezione, dove Karol Wojtyla ricevette il Battesimo. Dopo una breve preghiera, si è recato in visita alla Casa Natale di Papa Giovanni Paolo II, trasformata in Museo il 18 maggio 1984, in occasione del suo 64° compleanno. Benedetto XVI è stato accompagnato al primo piano dove è l'appartamento nel quale visse la famiglia Wojtyla, e dove sono esposte fotografie ed oggetti appartenenti al defunto Papa polacco, da Sacerdote, Vescovo e Pontefice.

Alle 11:00 il Santo Padre ha incontrato la popolazione di Wadowice nella Piazza Rynek, antistante la Basilica

Dopo le parole di saluto rivoltegli dal Cardinale Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, il Papa ha pronunciato un discorso. "Mi son voluto fermare proprio qui, a Wadowice" - ha detto Benedetto XVI - "nei luoghi in cui la (...) fede" di Giovanni Paolo II "si è destata ed è maturata, per pregare insieme con voi affinché venga presto elevato alla gloria degli altari".

Il Santo Padre ha ricordato che Giovanni Paolo II circondava di "particolare venerazione" la fonte battesimale della Chiesa di Wadowice nella quale, il 20 giugno 1920, ricevette il sacramento dell'iniziazione cristiana. Questa è, ha proseguito Benedetto XVI, "la chiave per comprendere la coerenza della sua fede, il radicalismo della sua vita cristiana e il desiderio della santità che egli manifestò continuamente".

"Il suo amore per la Chiesa" - ha aggiunto il Santo Padre - "nacque nella parrocchia di Wadowice. In essa egli vide l'ambiente della vita sacramentale, dell'evangelizzazione e della formazione ad una fede matura. Per questo, come sacerdote, come Vescovo e come Papa circondava di così grande premura le comunità parrocchiali. Nello spirito della stessa sollecitudine, durante la visita 'ad limina Apostolorum', ho chiesto ai Vescovi polacchi di fare il possibile affinché la parrocchia polacca sia realmente una 'comunità ecclesiale' e una 'famiglia della Chiesa'".

Il Papa ha sottolineato che "una caratteristica della fede e della spiritualità di Giovanni Paolo II, unita a questo luogo", era "il profondo attaccamento degli abitanti di Wadowice all'effigie locale della Madonna del Perpetuo Soccorso (...). Questo ricordo ci permette di arrivare alle sorgenti della convinzione che nutriva Giovanni Paolo II - la convinzione circa l'eccezionale posto occupato da Maria nella storia della salvezza e in quella della Chiesa. Da essa scaturiva anche la convinzione circa il posto eccezionale che la Madre di Dio aveva nella sua vita, una convinzione che si esprimeva nel 'Totus tuus' colmo di dedizione. Sino agli ultimi istanti del suo pellegrinaggio terreno egli rimase fedele a questo affidamento".

"Nello spirito di questa devozione" - ha concluso Benedetto XVI - "dinanzi a questa Effigie voglio rendere grazie a Dio per il Pontificato di Giovanni Paolo II e come lui chiedere alla Madonna di prendersi cura della Chiesa della quale dalla volontà di Dio mi viene affidata la guida. Domando anche a voi, cari fratelli e sorelle, di accompagnarmi con la stessa preghiera con cui circondavate il vostro grande Connazionale".

Al termine dell'incontro il Santo Padre ha raggiunto in automobile il Santuario della Vergine di Kalwaria Zebrzydowska, dedicato alla Passione di Gesù e alla Madonna Addolorata, che prende il nome dalla ispirazione al modello della Cappella sul Monte Calvario di Gerusalemme, i luoghi della Passione di Cristo, e dal benefattore Nicola Zebrzydowski che ne iniziò la costruzione nell'anno 1600. Si tratta dell'unica Via Crucis, lunga 15 chilometri, iscritta nella lista del "Patrimonio dell'Umanità" dell'U.N.E.S.C.O., per via della felice integrazione architettonica della Via Dolorosa nel paesaggio locale. Il Santuario mariano fu meta di assidui pellegrinaggi di Karol Wojtyla negli anni della sua gioventù.

Conclusa la visita al Santuario, Benedetto XVI, rivolgendo un breve saluto ai fedeli presenti ed alla comunità dei Frati Minori che vive nel Convento del Santuario, ha ricordato che all'epoca del suo primo viaggio in Polonia, Giovanni Paolo II visitò questo Santuario ed alla fine del suo discorso dedicato alla preghiera disse: "'E anche questo chiedo: chiedo che preghiate qui per me, durante la mia vita e dopo la mia morte'. Oggi" - ha aggiunto Benedetto XVI - "ho voluto fermarmi un momento nella Cappella della Madonna e con gratitudine pregare per lui, secondo quella sua richiesta. Seguendo l'esempio di Giovanni Paolo II, anch'io mi rivolgo a voi con la cordiale domanda di pregare per me e per tutta la Chiesa".

Di ritorno a Cracovia, il Santo Padre si è recato al Santuario della Divina Misericordia di Kraków-Lagiewniki ed ha sostato in preghiera sulla tomba di Santa Faustina Kowalska, dove, nei primi anni '40, il giovane Karol Wojtyla si raccoglieva spesso in preghiera da operaio e seminarista clandestino. Infine Benedetto XVI ha raggiunto il nuovo Santuario per una visita alla Basilica all'interno della quale l'atttendevano circa 800 infermi.
PV-POLONIA/.../WADOWICE:KALWARIA VIS 20060527 (840)

MARIA: SCUOLA DI FEDE


CITTA' DEL VATICANO, 26 MAG. 2006 (VIS). Alle 17:15 il Santo Padre Benedetto XVI è giunto in elicottero al Santuario di Czestochowa, chiamato anche "Jasna Góra", il più celebre Santuario mariano della Polonia dove Giovanni Paolo II affidò alla Vergine il suo Pontificato.

L'icona della Vergine di Jasna Góra è stata dotata di nuovi ornamenti, a compimento di un voto per il 350° anniversario della difesa del Santuario dall'invasione delle truppe svedesi da parte del Padre Agostino Kordecki, e come espressione di gratitudine per la vita di Giovanni Paolo II nel 25° anniversario dell'istituzione di "Solidarnosc". Le corone d'oro dell'Immagine miracolosa della Madonna di Jasna Góra e del Bambino sono state benedette e donate da Giovanni Paolo II il 1° aprile 2005, vigilia della sua morte.

Alle 18:00 dopo la visita al Monastero del Santuario affidato ai Monaci Paolini, il Papa ha presieduto, all'esterno delle sue mura, un incontro con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e rappresentanti dei nuovi movimenti ecclesiali e della vita consacrata.

Il Santo Padre ha iniziato il suo discorso con queste parole: "Maria, la Madre del Signore, è in mezzo a noi. Oggi è Lei a guidare la nostra meditazione; Lei ci insegna a pregare. È Lei ad indicarci come aprire le nostre menti e i nostri cuori alla potenza dello Spirito Santo, che viene a noi per essere da noi portato al mondo intero".

"Maria ha sostenuto la fede di Pietro e degli Apostoli nel Cenacolo, e oggi sostiene la mia e la vostra fede. La fede, infatti, è un contatto col mistero di Dio'. (...) La fede è il dono, datoci nel battesimo, che ci rende possibile l'incontro con Dio. Dio si nasconde nel mistero: pretendere di comprenderLo significherebbe volerlo circoscrivere nei nostri concetti e nel nostro sapere e così irrimediabilmente perderlo. Mediante la fede, invece, possiamo aprirci un varco attraverso i concetti, perfino quelli teologici, e possiamo 'toccare' il Dio vivente".

"Nel Cenacolo gli Apostoli non sapevano che cosa li attendeva. Intimoriti, erano preoccupati per il proprio futuro. (...) Maria, 'colei che aveva creduto nell'adempimento delle parole del Signore' (...), insegnava la perseveranza nella fede. Con tutto il suo atteggiamento li convinceva che lo Spirito Santo, nella sua sapienza, ben conosceva il cammino su cui li stava conducendo, che si poteva quindi porre la propria fiducia in Dio, donando senza riserve a Lui se stessi, i propri talenti, i propri limiti e il proprio futuro".

"Molti di voi qui presenti hanno riconosciuto questa segreta chiamata dello Spirito Santo ed hanno risposto con tutto lo slancio del cuore. (...) È stato Gesù a chiamarvi, invitandovi ad una unione più profonda con Lui".

"Ricordate il vostro entusiasmo quando avete intrapreso il pellegrinaggio della vita consacrata, fidando sull'aiuto della grazia?" - ha domandato il Papa rivolgendosi ai religiosi - "Procurate di non smarrire lo slancio originario, e lasciate che Maria vi conduca verso un'adesione sempre più piena!".

"Cari religiosi, care religiose, care persone consacrate!" - ha esclamato il Santo Padre - "Qualunque sia la missione affidatavi, (...) conservate nel cuore il primato della vostra vita consacrata", che "vissuta nella fede, unisce strettamente a Dio, desta i carismi e conferisce una straordinaria fecondità al vostro servizio".

"Carissimi candidati al sacerdozio! Quale aiuto può venire anche a voi dalla riflessione sul modo in cui Maria imparava da Gesù! Sin dal suo primo 'fiat', attraverso i lunghi, ordinari anni della vita nascosta, mentre educava Gesù, (...) Lo 'imparava' momento per momento. (...) Nel vostro cammino e nel vostro futuro ministero sacerdotale fatevi guidare da Maria ad 'imparare' Gesù! FissateLo, lasciate che sia Lui a formarvi, per essere in grado un domani, nel vostro ministero, di far vedere Lui a quanti vi avvicineranno".

"La vitalità delle vostre comunità" - ha detto il Papa ai rappresentanti dei nuovi movimenti nella Chiesa - "è un segno della presenza attiva dello Spirito Santo! È dalla fede della Chiesa e dalla ricchezza dei frutti dello Spirito Santo che è nata la vostra missione. (...) Credete nella grazia di Dio che vi accompagna e portatela nei vivi tessuti della Chiesa e in modo particolare là dove non può giungere il sacerdote, il religioso o la religiosa".

"Vi nutrite" - ha proseguito il Pontefice - "di dottrina proveniente da diverse scuole di spiritualità, riconosciute dalla Chiesa. Approfittate della sapienza dei santi, ricorrete all'eredità che hanno lasciata. Formate le vostre menti e i vostri cuori sulle opere dei grandi maestri e dei testimoni della fede, memori che le scuole di spiritualità non devono essere un tesoro chiuso nei conventi o nelle biblioteche".

"La sapienza evangelica, letta nelle opere dei grandi santi e verificata nella propria vita, va portata in modo maturo, non infantile e non aggressivo, nel mondo della cultura e del lavoro, nel mondo dei media e della politica, nel mondo della vita familiare e di quella sociale. La verifica dell'autenticità della vostra fede e della vostra missione, che non attira l'attenzione su di sé, ma realmente porta intorno a sé la fede e l'amore, sarà il confronto con la fede di Maria. Specchiatevi nel suo cuore. Rimanete alla sua scuola!".

"'Dio è amore'" - ha concluso il Papa - "Queste parole ho voluto prendere io stesso come avvio della prima Enciclica del mio Pontificato: 'Deus caritas est'! Questa verità su Dio è la più importante, la più centrale. A tutti coloro a cui è difficile credere in Dio, io oggi ripeto: 'Dio è amore'. Siate voi stessi, cari amici, testimoni di questa verità".

Al termine dell'incontro, Benedetto XVI è rientrato in elicottero a Cracovia. Dopo cena, si è affacciato al balcone del Palazzo Arcivescovile per salutare le persone riunite nel cortile, com'era abitudine di Giovanni Paolo II quando era a Cracovia.

"So che il due di ogni mese, all'ora della morte del mio amato Predecessore" - ha detto Benedetto XVI - "vi raccogliete qui per commemorarlo e pregare per la sua elevazione agli onori degli altari. Questa preghiera sostenga coloro che si occupano della causa, (di Beatificazione n.d.r.), e arricchisca i vostri cuori di ogni grazia".

"E oggi malgrado la morte, egli - giovane in Dio - è tra noi. Ci invita a rinvigorire la grazia della fede, a rinnovarci nello Spirito".
PV-POLONIA/CLERO:MOVIMENTI/CZESTOCHOWA VIS 20060527 (1030)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 27 MAG. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Monsignor Lajos Varga, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Vác (superficie: 8.800; popolazione: 1.116.000; cattolici: 640.000; sacerdoti: 222; religiosi: 191; diaconi permanenti: 5), Ungheria. Il Vescovo eletto, finora Parroco della Parrocchia di Pásztó, è nato nel 1950 a Budapest (Ungheria) ed è stato ordinato sacerdote nel 1974.

- Il Reverendo Pablo Virgilio Siongco David, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di San Fernando (superficie: 2.180; popolazione: 3.060.000; cattolici: 2.855.000; sacerdoti: 165; religiosi: 212), Filippine. Il Vescovo eletto, finora Professore di Sacra Scrittura nel Seminario Arcidiocesano, è nato a Betis (Filippine), nel 1959 ed è stato ordinato sacerdote nel 1983.
NEA/.../VARGA:DAVID VIS 20060527 (110)

venerdì 26 maggio 2006

SACERDOTI PROMOTORI INCONTRO DELL'UOMO CON DIO


CITTA' DEL VATICANO, 25 MAG. 2006 (VIS). Alle 12:30 di oggi il Papa ha incontrato il clero nella Cattedrale di San Giovanni di Varsavia.

All'inizio del suo discorso il Santo Padre ha ricordato il Servo di Dio, Cardinale Stefan Wyszynski, chiamato dai polacchi "il Primate del Millennio", "il quale, abbandonandosi a Cristo e alla sua Madre, seppe servire fedelmente la Chiesa pur in mezzo a prove dolorose e prolungate".

Esortando i presbiteri a credere "nella potenza del vostro sacerdozio", Benedetto XVI ha affermato: "Non lasciamoci prendere dalla fretta, quasi che il tempo dedicato a Cristo in silenziosa preghiera sia tempo perduto. (...) Non bisogna scoraggiarsi per il fatto che la preghiera esige uno sforzo, né per l'impressione che Gesù taccia. Egli tace ma opera".

"In un mondo in cui c'è tanto rumore, tanto smarrimento, c'è bisogno dell'adorazione silenziosa di Gesù nascosto nell'Ostia. Siate assidui nella preghiera di adorazione ed insegnatela ai fedeli. In essa troveranno conforto e luce soprattutto le persone provate".

"Dai sacerdoti i fedeli aspettano soltanto una cosa" - ha sottolineato il Santo Padre - "che siano degli specialisti nel promuovere l'incontro dell'uomo con Dio. Al sacerdote non si chiede di essere esperto in economia, in edilizia o in politica. Da lui ci si attende che sia esperto nella vita spirituale".

"Di fronte alle tentazioni del relativismo o del permissivismo, non è affatto necessario che il sacerdote conosca tutte le attuali mutevoli correnti di pensiero; ciò che i fedeli si attendono da lui è che sia testimone dell'eterna sapienza, contenuta nella parola rivelata. La sollecitudine per la qualità della preghiera personale e per una buona formazione teologica porta frutti nella vita".

Benedetto XVI ha ribadito ancora che "Cristo ha bisogno di sacerdoti che siano maturi, virili, capaci di coltivare un'autentica paternità spirituale".

Ricordando che Giovanni Paolo II "in occasione del Grande Giubileo ha più volte esortato i cristiani a far penitenza delle infedeltà passate", Benedetto XVI ha affermato: "Occorre perciò imparare a vivere con sincerità la penitenza cristiana. Praticandola, confessiamo i peccati individuali in unione con gli altri, davanti a loro e a Dio".

"Conviene tuttavia guardarsi dalla pretesa di impancarsi con arroganza a giudici delle generazioni precedenti, vissute in altri tempi e in altre circostanze. Occorre umile sincerità per non negare i peccati del passato, e tuttavia non indulgere a facili accuse in assenza di prove reali o ignorando le differenti pre-comprensioni di allora. (...) Chiedendo perdono del male commesso nel passato dobbiamo anche ricordare il bene compiuto con l'aiuto della grazia divina che, pur depositata in vasi di creta, ha portato frutti spesso eccellenti".

"Oggi la Chiesa in Polonia" - ha proseguito il Pontefice - "si trova dinanzi ad una grande sfida pastorale: quella di prendersi cura dei fedeli che hanno lasciato il Paese. La piaga della disoccupazione costringe numerose persone a partire verso l'estero. È un fenomeno diffuso su vasta scala. Quando le famiglie vengono in tal modo divise, quando si infrangono i legami sociali, la Chiesa non può rimanere indifferente".

"Servite tutti, siate accessibili nelle parrocchie e nei confessionali, accompagnate i nuovi movimenti e le associazioni, sostenete le famiglie, non trascurate il legame con i giovani, ricordatevi dei poveri e degli abbandonati", ha esortato il Papa al termine del suo discorso.

A conclusione dell'incontro, prima di uscire dalla Cattedrale, il Papa si è soffermato in preghiera davanti alle Cappelle dove si trovano le tombe di due Primati di Polonia, il Cardinale August Hlond (1881-1948) ed il Cardinale Stefan Wyszy?ski (1901-1981).
PV-POLONIA/INCONTRO CLERO/VARSAVIA VIS 20060526 (590)

ITINERARIO SULLE ORME DI GIOVANNI PAOLO II

CITTA' DEL VATICANO, 25 MAG. 2006 (VIS). Alle 8.50 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI è partito dall'aeroporto romano di Fiumicino e dopo due ore di volo è atterrato all'aeroporto internazionale di Varsavia-Okocie. Hanno dato il benvenuto al Santo Padre il Presidente della Repubblica di Polonia Signor Lech Kaczynski e la Consorte, il Primate di Polonia, Cardinale Józef Glemp ed il Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo Metropolita di Cracovia.

Dopo il discorso del Presidente della Repubblica, Benedetto XVI ha ricordato, a sua volta, di essere venuto in Polonia "per seguire le orme" del Servo di Dio Giovanni Paolo II "lungo l'itinerario della sua vita, dalla fanciullezza fino alla partenza per il memorabile conclave del 1978". Il motto del Viaggio Apostolico "Rimanete forti nella fede" è desunto dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi.

Il Papa ha voluto precisare che "non si tratta semplicemente di un viaggio sentimentale, (...), ma di un itinerario di fede, iscritto nella missione affidatami dal Signore nella persona di Pietro Apostolo".

Ricordando il percorso del presente viaggio: Varsavia, Czestochowa, Wadowice, Kalwaria Zebrzydowska, Cracovia, il Santo Padre ha affermato: "Infine mi recherò ad Auschwitz. Lì spero di incontrare soprattutto i superstiti delle vittime del terrore nazista, provenienti da diverse nazioni, che hanno sofferto la tragica oppressione. Pregheremo tutti insieme affinché le piaghe del secolo scorso guariscano sotto la medicazione che il buon Dio ci indica chiamandoci al perdono reciproco, e ci offre nel mistero della sua misericordia".

A bordo dell'aereo diretto a Varsavia, il Papa aveva detto in proposito, ai giornalisti che facevano parte del Volo Papale, che quanto accaduto nei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau "fu tremendo".

Benedetto XVI ha affermato che visiterà i campi di sterminio "pensando ai tanti morti, ma anche per imparare com'è stato possibile che l'uomo sia caduto sotto la sua dignità calpestando gli altri".

"Speriamo" - ha concluso - "che proprio da Auschwitz nasca un nuovo senso di umanesimo e una visione dell'uomo come immagine di Dio. Speriamo che questo serva per impedire in futuro simili cose".

Al termine della cerimonia di benvenuto, il Santo Padre si è recato in auto panoramica alla Cattedrale di Varsavia, dedicata a San Giovanni, dove ha avuto luogo un incontro con il clero.
PV-POLONIA/ARRIVO/VARSAVIA VIS 20060526 (390)

COLTIVARE RICCA EREDITÀ FEDE TRASMESSA GENERAZIONI


CITTA' DEL VATICANO, 26 MAG. 2006 (VIS). Alle 9:15 di questa mattina il Santo Padre ha raggiunto, dalla Nunziatura Apostolica, in auto panoramica, la Piazza Pilsudski di Varsavia, conosciuta anche come Piazza della Vittoria, dove ha presieduto, davanti a 270.000 fedeli, la Celebrazione della Santa Messa votiva nello Spirito Santo. Nella medesima Piazza, Papa Giovanni Paolo II celebrò la Santa Messa nel suo primo Viaggio Apostolico in Polonia il 2 giugno 1979.

Con Benedetto XVI hanno concelebrato i Cardinali e Vescovi polacchi, i Vescovi presenti di altri Paesi e numerosissimi sacerdoti. Alla celebrazione hanno assistito, tra gli altri, il Presidente della Repubblica, Signor Lech Kaczynski ed altre Autorità politiche e civili del Paese.

Rivolgendosi ai presenti che assistevano sotto la pioggia, Benedetto XVI ha ricordato nell'omelia che in questa Piazza, "alla vigilia della Pentecoste, Giovanni Paolo II pronunciò le significative parole della preghiera: 'Discenda il tuo Spirito e rinnovi la faccia della terra'. Ed aggiunse: 'Di questa terra!'".

Il Papa ha invitato a rendere grazie a Dio per quanto si è realizzato in Polonia e nel mondo intero durante il Pontificato di Giovanni Paolo II ed ha detto: "Davanti ai nostri occhi sono avvenuti cambiamenti di interi sistemi politici, economici e sociali. La gente in diversi Paesi ha riacquistato la libertà e il senso della dignità".

Di fronte alle persone e agli ambienti che trascurando la Tradizione della Chiesa "vorrebbero falsificare la parola di Cristo e togliere dal Vangelo le verità, secondo loro, troppo scomode per l'uomo moderno", il Papa ha ribadito: "Ogni cristiano è tenuto a confrontare continuamente le proprie convinzioni con i dettami del Vangelo e della Tradizione della Chiesa nell'impegno di rimanere fedele alla parola di Cristo, anche quando essa è esigente e umanamente difficile da comprendere".

"Non dobbiamo cadere nella tentazione del relativismo" - ha proseguito il Pontefice - "o dell'interpretazione soggettivistica e selettiva delle Sacre Scritture. Solo la verità integra ci può aprire all'adesione a Cristo morto e risorto per la nostra salvezza".

Sottolineando che "La fede consiste in un intimo rapporto con Cristo", Benedetto XVI ha affermato che amare Cristo significa "fidarsi di Lui anche nell'ora della prova. (...) Affidandoci a Cristo non perdiamo niente, ma acquistiamo tutto. Nelle sue mani la nostra vita acquista il suo vero senso. (...) AmarLo significa restare in dialogo con Lui, per conoscere la sua volontà e realizzarla prontamente".

"Ma vivere la propria fede come rapporto d'amore con Cristo significa anche essere pronti a rinunciare a tutto ciò che costituisce la negazione del suo amore. (...) La fede in quanto adesione a Cristo si rivela come amore che spinge a promuovere il bene che il creatore ha inserito nella natura di ognuno e ognuna di noi, nella personalità di ogni altro uomo e in tutto ciò che esiste nel mondo".

Il Papa ha concluso l'omelia ricordando che 27 anni fa, in questo luogo, "Giovanni Paolo II disse: 'La Polonia è divenuta ai nostri tempi terra di testimonianza particolarmente responsabile'. Vi prego, coltivate questa ricca eredità di fede a voi trasmessa dalle generazioni precedenti, l'eredità del pensiero e del servizio di quel grande Polacco che fu Papa Giovanni Paolo II. Rimanete forti nella fede, tramandatela ai vostri figli, testimoniate la grazia che avete sperimentato in modo così abbondante attraverso lo Spirito Santo nella vostra storia".

Al termine della Santa Messa il Papa è rientrato alla Nunziatura Apostolica dove ha consumato la seconda colazione con i membri del Seguito Papale.

Nel primo pomeriggio Benedetto XVI partirà in elicottero alla volta di Czestochowa, dove compirà una visita al Santuario Mariano più famoso della Polonia. Qui incontrerà i religiosi, le religiose, i seminaristi e i rappresentanti dei movimenti e della vita consacrata. Terminato l'incontro il Papa ripartirà per Cracovia, dove sarà ospite nel Palazzo Arcivescovile.
PV-POLONIA/MESSA/VARSAVIA VIS 20060526 (630)

CARITÀ E FAMIGLIA: CARDINI COLLABORAZIONE ECUMENICA


CITTA' DEL VATICANO, 25 MAG. 2006 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, alle 17:30, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato al Palazzo Presidenziale di Varsavia per una visita di cortesia al Presidente della Repubblica Polacca, Signor Lech Kaczynski, e al termine del colloquio ha anche salutato il Primo Ministro e i due Presidenti del Parlamento Polacco.

Successivamente il Papa ha raggiunto in auto la Chiesa Luterana della Santissima Trinità dove ha incontrato i Rappresentanti delle sette chiese riunite nel Consiglio Ecumenico Polacco (PRE), (Chiesa Evangelico-Asburgica, Evangelica Metodista, Cristiana Battista, Vetero-Cattolica dei Mariaviti, Ortodossa Autocefala Polacca, Evangelica Riformata e Polacco-Cattolica). Il PRE intrattiene dal 1970 un dialogo teologico con la Chiesa Cattolica ed i suoi membri hanno avuto occasione di incontrare Giovanni Paolo II durante le sue visite pastorali in Polonia.

La Chiesa Luterana della Santissima Trinità ha accolto in passato numerosi incontri ecumenici. Giovanni Paolo II ha qui presieduto la preghiera per l'unità dei cristiani il 9 giugno 1991.

Benedetto XVI ha ringraziato i presenti per "il dono di questo incontro di comune preghiera. Vedo in esso" - ha detto - "una delle tappe per realizzare il fermo proposito che ho fatto all'inizio del mio pontificato, quello di considerare una priorità del mio ministero la restituzione della piena e visibile unità tra i cristiani".

Riferendosi poi alla "responsabilità" che comporta annunciare il messaggio di Cristo che "deve giungere ad ogni uomo sulla terra, grazie all'impegno di coloro che credono in Lui e che sono chiamati a testimoniare che Lui è veramente mandato dal Padre", il Santo Padre ha ribadito che: "Compito dei discepoli di Cristo, compito di ciascuno di noi, è dunque quello di tendere ad una tale unità, così da diventare, come cristiani, segno visibile del suo messaggio salvifico, indirizzato ad ogni essere umano".

Il Papa ha ricordato le parole pronunciate da Giovanni Paolo II all'incontro ecumenico avvenuto nella stessa Chiesa: "'La sfida che si pone è di superare a poco a poco gli ostacoli (...) e crescere insieme in quella unità di Cristo che è una sola (...). La serietà del compito vieta ogni precipitazione o impazienza, ma il dovere di rispondere alla volontà di Cristo esige che restiamo saldi sulla via verso la pace e l'unità tra tutti i cristiani'".

"Da quell'incontro molto è cambiato. Dio ci ha concesso di fare molti passi verso la reciproca comprensione e l'avvicinamento", ha osservato Benedetto XVI citando in proposito "la pubblicazione dell'Enciclica 'Ut unum sint', le concordanze cristologiche con le Chiese precalcedoniane; la sottoscrizione ad Augsburg della 'Dichiarazione comune sulla dottrina della giustificazione' (...) la memoria ecumenica dei testimoni della fede del XX secolo; la ripresa del dialogo cattolico-ortodosso a livello mondiale", oltre che le importanti iniziative ecumeniche in Polonia.

"Notiamo molti progressi nel campo dell'ecumenismo" - ha sottolineato il Pontefice - "e tuttavia attendiamo sempre ancora qualcosa di più". Il Papa ha citato in merito due questioni: il servizio caritativo delle Chiese e la vita coniugale e familiare.

"Non possiamo dimenticare" - ha affermato il Papa, citando l'Enciclica "Deus caritas est" - "l'idea essenziale che fin dall'inizio costituì il fondamento molto forte dell'unità dei discepoli: 'all'interno della comunità dei credenti non deve esservi una forma di povertà tale che a qualcuno siano negati i beni necessari per una vita dignitosa'. Questa idea è sempre attuale (...) l'accettare le sfide caritative contemporanee dipende in grande misura dalla nostra reciproca collaborazione. (...) Noto con apprezzamento che nella comunità della Chiesa cattolica e nelle altre Chiese e Comunità ecclesiali si sono diffuse diverse nuove forme di attività caritative e ne sono riapparse di antiche con slancio rinnovato. Sono forme che spesso uniscono l'evangelizzazione e le opere di carità. Sembra che, nonostante tutte le differenze che vanno superate nell'ambito del dialogo interconfessionale, sia legittimo attribuire l'impegno caritativo alla comunità ecumenica dei discepoli di Cristo nella ricerca di una piena unità. Tutti possiamo inserirci nella collaborazione a favore dei bisognosi, sfruttando questa rete di reciproche relazioni, frutto del dialogo tra noi e dell'azione comune".

Riguardo alla seconda questione, il Papa ha ricordato che: "Sappiamo che tra le comunità cristiane, chiamate a testimoniare l'amore, la famiglia occupa un posto particolare. Nel mondo di oggi, nel quale si stanno moltiplicando relazioni internazionali ed interculturali, sempre più spesso si decidono a fondare una famiglia giovani provenienti da diverse tradizioni, da diverse religioni, da diverse confessioni cristiane. Più volte, per i giovani stessi e per i loro cari, è una decisione difficile che comporta vari pericoli riguardanti sia la perseveranza nella fede sia la costruzione futura dell'ordine familiare, come anche la creazione di un clima di unità della famiglia (...). Tuttavia, proprio grazie alla diffusione su una più vasta scala del dialogo ecumenico, la decisione può dare origine al formarsi di un laboratorio pratico di unità".

Il Santo Padre ha infine espresso apprezzamento alla Commissione Bilaterale del Consiglio per le Questioni dell'Ecumenismo della Conferenza Episcopale Polacca e del Consiglio Ecumenico Polacco "che hanno avviato la elaborazione di un documento in cui viene presentata la comune dottrina cristiana sul matrimonio e sulla famiglia e vengono stabiliti principi, accettabili per tutti, per contrarre matrimoni interconfessionali, indicando un comune programma di sollecitudine pastorale per tali matrimoni".
PV-POLONIA/INCONTRO ECUMENICO/VARSAVIA VIS 20060526 (860)

mercoledì 24 maggio 2006

VARSAVIA PRIMA TAPPA VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA


CITTA' DEL VATICANO, 24 MAG. 2006 (VIS). Domani, giovedì, ha inizio il Viaggio Apostolico del Santo Padre Benedetto XVI in Polonia, secondo del suo Pontificato, dopo il viaggio in Germania dell'agosto scorso. La visita, dal 25 al 28 maggio, prevede tappe a Varsavia, Czestochowa, Cracovia, Wadowice, Kalwaria Zebrzydowska e Auschwitz.

Il Santo Padre partirà alle ore 8:40 dall'aeroporto romano di Fiumicino e giungerà a Varsavia alle 11:00. Al termine della cerimonia di benvenuto nell'aeroporto internazionale di Varsavia/Okocie, il Papa si trasferirà in papamobile alla Cattedrale di San Giovanni, visitata cinque volte da Giovanni Paolo II, per incontrare il clero.

Dopo la seconda colazione nel palazzo arcivescovile di Miodowa, Benedetto XVI si dirigerà alla Nunziatura Apostolica ed, alle 17:45, si recherà al Palazzo Presidenziale per una visita di cortesia al Presidente della Repubblica, Signor Lech Kaczynski.

Alle 18:45 è previsto il trasferimento dal Palazzo Presidenziale alla Chiesa Luterana della Santissima Trinità di Varsavia, dove avrà luogo un incontro ecumenico con i Rappresentanti di sette Chiese facenti parte del Consiglio Ecumenico Polacco, istituito nel 1946 su iniziativa del pastore luterano Zygmunt Mitchelis. Saranno presenti anche Rappresentanti di altre religioni.

La Chiesa Luterana della Santissima Trinità fu costruita nel 1781 in una zona povera alla periferia della città. Durante la seconda guerra mondiale, nel 1939, la piazza con i suoi bei palazzi subì ingenti danni e la chiesa perse la cupola di legno, che fu sostituita negli anni seguenti con una di acciaio. Le autorità comuniste proibirono l'apertura della chiesa al culto e vietarono di mettere sulla cupola una croce, sostituita con una cuspide. L'edificio fu usato come sala da concerto. Nel 1956, alla fine dell'era staliniana, la comunità evangelica riacquistò la chiesa e la cuspide fu tolta.

Al termine dell'incontro ecumenico il Papa si recherà alla sede dalla Nunziatura Apostolica dove è ospite.
BXVI-VIAGGIO/.../POLONIA VIS 20060524 (310)

PREGHIERE PER IL VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA


CITTA' DEL VATICANO, 24 MAG. 2006 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro, il Papa ha ricordato che domani si recherà in Polonia, "patria dell'amato Papa Giovanni Paolo II", dove ripercorrerà "i luoghi della sua vita e del suo ministero sacerdotale ed episcopale".

Ringraziando il Signore "per l'opportunità che mi offre di realizzare un desiderio che da tempo portavo nel cuore", il Santo Padre ha invitato tutti i presenti ad accompagnarlo "con la preghiera in questo Viaggio Apostolico, che mi accingo a compiere con grande speranza e che affido alla Vergine Santa, tanto venerata in Polonia. Sia Lei a guidare i miei passi perché possa confermare nella fede la diletta comunità cattolica polacca e incoraggiarla ad affrontare, con una incisiva azione evangelizzatrice, le sfide del momento presente".

"Sia Maria" - ha concluso il Pontefice - "a ottenere per quell'intera Nazione una rinnovata primavera di fede e di civile progresso, conservando sempre viva la memoria del grande mio Predecessore".
AG/VIAGGIO POLONIA/... VIS 20060524 (175)

PIETRO: LA SCUOLA DELLA FEDE NON È UNA MARCIA TRIONFALE


CITTA' DEL VATICANO, 24 MAG. 2006 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha proseguito la catechesi sulla personalità degli apostoli, in questo caso Pietro, nel corso l'Udienza Generale di oggi, tenutasi in Piazza San Pietro con la partecipazione di 35.000 pellegrini.

Il Papa ha cominciato la catechesi ricordando il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci che Cristo interpreta "non nel senso di una regalità su Israele nel modo sperato dalla folla" che lo voleva re, "ma nel senso del dono di sé: 'Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo'. Gesù annuncia la croce, con la croce il pane eucaristico - il suo modo assolutamente nuovo di essere re".

"Noi possiamo capire che queste parole del Maestro, come tutto il suo comportamento, risultassero veramente difficili per la gente, anche per i discepoli" ha spiegato il Santo Padre, sottolineando che la fede di Pietro "era ancora una fede iniziale, una fede in cammino; sarebbe arrivato alla vera pienezza solo mediante l'esperienza degli avvenimenti pasquali. Ma tuttavia era già fede, aperta alla realtà più grande - aperta soprattutto perché non era fede in qualcosa, era fede in Qualcuno: in Lui, Cristo".

"La generosità irruente di Pietro non lo salvaguarda, tuttavia, dai rischi connessi con l'umana debolezza. Egli ha seguito Gesù con slancio, ha superato la prova della fede, abbandonandosi a Lui. Viene tuttavia il momento in cui anche lui cede alla paura e cade: tradisce il Maestro. La scuola della fede non è una marcia trionfale, ma un cammino cosparso di sofferenza e di amore, di prove e di fedeltà da rinnovare ogni giorno".

"Pietro che aveva promesso fedeltà assoluta, conosce l'amarezza e l'umiliazione del rinnegamento: lo spavaldo apprende a sue spese l'umiltà. (...) Quando finalmente gli cade la maschera e capisce la verità del suo cuore debole di peccatore credente, scoppia in un liberatorio pianto di pentimento. Dopo questo pianto egli è ormai pronto per la sua missione".

Giunto al lago di Tiberiade "questa missione gli sarà affidata da Gesù risorto", come narra l'evangelista Giovanni. Il Papa ha osservato che nel dialogo tra Gesù e Pietro "si rileva un gioco di verbi molto significativo. In greco il verbo 'filéo' esprime l'amore di amicizia, tenero ma non totalizzante, mentre il verbo 'agapáo' significa l'amore senza riserve, totale ed incondizionato. Gesù domanda a Pietro la prima volta: 'Simone... mi ami tu (agapâs-me)?".

"Prima dell'esperienza del tradimento l'Apostolo avrebbe certamente detto: 'Ti amo (agapô-se)'. Ora che ha conosciuto l'amara tristezza dell'infedeltà, il dramma della propria debolezza, dice soltanto: 'Signore, ti voglio bene (filô-se)', cioè 'ti amo del mio povero amore'. (...) Simone comprende che a Gesù basta il suo povero amore, l'unico di cui è capace. (...) Verrebbe da dire che Gesù si è adeguato a Pietro, piuttosto che Pietro a Gesù!".

"È proprio questo adeguamento divino a dare speranza al discepolo, che ha conosciuto la sofferenza dell'infedeltà. (...) Da quel giorno Pietro ha 'seguito' il Maestro con la precisa consapevolezza della propria fragilità; ma questa consapevolezza non l'ha scoraggiato. Egli sapeva infatti di poter contare sulla presenza accanto a sé del Risorto".

"Dagli ingenui entusiasmi dell'adesione iniziale, passando attraverso l'esperienza dolorosa del rinnegamento ed il pianto della conversione" - ha concluso il Santo Padre - "Pietro è giunto ad affidarsi a quel Gesù che si è adattato alla sua povera capacità d'amore. É stato un lungo cammino che lo ha reso un testimone affidabile, perché costantemente aperto all'azione dello Spirito di Gesù. Pietro stesso si qualificherà come 'testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi".
AG/PIETRO/... VIS 20060524 (610)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 24 MAG. 2006 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Padre Hugo Manuel Salaberry, S.I., Vescovo di Azul (superficie: 64.210; popolazione: 469.000; cattolici: 418.000; sacerdoti: 71; religiosi: 120; diaconi permanenti. 21), Argentina. Il Vescovo eletto, finora Presidente del Consiglio Superiore dell'Educazione Cattolica (Consudec), è nato a San Andrés de Giles (Argentina), nel 1952, è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1976, è stato ordinato sacerdote nel 1985 ed ha emesso la professione solenne nel 1989. Succede al Vescovo Emilio Bianchi di Cárcano, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.
- Ha nominato il Vescovo Roberto Rodríguez, finora Vescovo di Villa María (Argentina), Vescovo di La Rioja (superficie: 92.100; popolazione: 313.365; cattolici: 278.895; sacerdoti: 37; religiosi: 67), Argentina.

- Ha nominato il Monsignore Oscar Vicente Ojea, Vescovo Ausiliare di Buenos Aires (superficie: 203; popolazione: 2.763.000; cattolici: 2.530.000; sacerdoti: 868; religiosi: 2.340; diaconi permanenti: 4), Argentina. Il Vescovo eletto, finora Parroco della Parrocchia di Nuestra Señora del Perpetuo Socorro di Buenos Aires, è nato nel 1946 a Buenos Aires (Argentina) ed è stato ordinato sacerdote nel 1972.

- Ha nominato il Vescovo Diomedes Espinal de León, finora Ausiliare di Santiago de los Caballeros (Repubblica Dominicana), Vescovo di Mao-Monte Cristi (superficie: 4.841; popolazione: 400.000; cattolici: 385.000; sacerdoti: 35; religiosi: 78; diaconi permanenti. 6), Repubblica Dominicana. Succede al Vescovo Jerónimo Tomás Abreu, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Reverendo Broderick Sonsuaco Pabillo, S.D.B., Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Manila (superficie: 117; popolazione: 2.993.000; cattolici: 2.719.781; sacerdoti: 482; religiosi: 1.138; diaconi permanenti: 2), Filippine. Il Vescovo eletto, finora Parroco di S. Ezequiel Moreno a Puerto Princesa City (Filippine), è nato a Victorias City (Filippine), nel 1955, ha emesso i voti perpetui nella Congregazione Salesiana nel 1981 ed è stato ordinato sacerdote nel 1982.

- Ha nominato Don Peter Stumpf, S.D.B., Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi Metropolitana di Maribor (superficie: 7.418; popolazione: 824.855; cattolici: 702.916; sacerdoti: 397; religiosi: 229; diaconi permanenti: 4), Slovenia. Il Vescovo eletto, finora Parroco e Decano di Rakovnik (Ljubljana), è nato nel 1962 a Beltinci (Slovenia) ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1990.
NER:RE:NEA/.../... VIS 20060524 (380)

martedì 23 maggio 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 23 MAG. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Sacerdote Oscar Campos Contreras, Vescovo Ausiliare di Antequera-Oaxaca (superficie: 33.648; popolazione: 1.400.000; cattolici: 1.120.000; sacerdoti: 166; religiosi: 268; diaconi permanenti: 26), Messico. Il Vescovo eletto, finora Vicario per la Pastorale della Diocesi di Tuxtla Gutiérrez (Messico) e Parroco della Parrocchia di San José, è nato a Guadalajara (Messico), nel 1947 ed è stato ordinato sacerdote nel 1978.
NER/.../CAMPOS CONTRERAS VIS 20060523 (80)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 23 MAG. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Signor Sergej Dmitrievich Stanishev, Primo Ministro della Bulgaria e Seguito.
AP/.../... VIS 20060523 (30)

CULTO AL CUORE DI GESÙ: MISTERO DELL'AMORE DI DIO


CITTA' DEL VATICANO, 23 MAG. 2006 (VIS). Oggi è stata resa pubblica la Lettera del Santo Padre Benedetto XVI al Padre Peter-Hans Kolvenbach, S.I., Preposito Generale della Compagnia di Gesù, in occasione del 50° anniversario della pubblicazione dell'Enciclica di Papa Pio XII "Haurietis aquas" sul culto al Sacro Cuore di Gesù.

Ricordando che i Gesuiti sono stati "sempre molto attivi nella promozione di questa fondamentale devozione", il Papa scrive: "A cinquanta anni di distanza resta compito sempre attuale dei cristiani continuare ad approfondire in se stessi la fede nell'amore salvifico di Dio, accogliendolo sempre meglio nella propria vita".

"Il costato trafitto del Redentore" - prosegue il Santo Padre - "è la sorgente alla quale (...) dobbiamo attingere per raggiungere la vera conoscenza di Gesù Cristo e sperimentare più a fondo il suo amore. Potremo così meglio comprendere che cosa significhi conoscere in Gesù Cristo l'amore di Dio, sperimentarlo tenendo fisso lo sguardo su di Lui, fino a vivere completamente dell'esperienza del suo amore, per poi poterlo testimoniare agli altri".

"Questo mistero dell'amore di Dio per noi, peraltro, non costituisce soltanto il contenuto del culto e della devozione al Cuore di Gesù: esso è, allo stesso modo, il contenuto di ogni vera spiritualità e devozione cristiana. (...) Infatti, essere cristiano è possibile soltanto con lo sguardo rivolto alla Croce del nostro Redentore".

"Il significato più profondo di questo culto all'amore di Dio si manifesta soltanto quando si considera più attentamente il suo apporto non solo alla conoscenza, ma anche, e sopratutto, all'esperienza personale di tale amore nella dedizione fiduciosa al suo servizio".

"La fede intesa come frutto dell'amore di Dio sperimentato è una grazia, un dono di Dio. (...) Chi accetta l'amore di Dio interiormente, è da esso plasmato. L'amore di Dio sperimentato viene vissuto dall'uomo come una 'chiamata' alla quale egli deve rispondere. (...) L'esperienza dell'amore attinta dal culto del costato trafitto del Redentore ci tutela dal rischio del ripiegamento su noi stessi e ci rende più disponibili ad una vita per gli altri".

"La risposta al comandamento dell'amore è resa possibile soltanto dall'esperienza che questo amore ci è già stato donato prima da Dio. Il culto dell'amore che si rende visibile nel mistero della Croce, ripresentato in ogni Celebrazione eucaristica, costituisce quindi il fondamento perché noi possiamo divenire persone capaci di amare e di donarsi. (...) Questo aprirsi alla volontà di Dio, però, deve rinnovarsi in ogni momento: 'L'amore non è mai 'finito' e completo'".

"Lo sguardo al 'costato trafitto dalla lancia', nel quale rifulge la sconfinata volontà di salvezza da parte di Dio, non può quindi essere considerato come una forma passeggera di culto o di devozione: l'adorazione dell'amore di Dio, che ha trovato nel simbolo del 'cuore trafitto' la sua espressione storico-devozionale, rimane imprescindibile per un rapporto vivo con Dio".
BXVI-LETTERA/SACRO CUORE/KOLVENBACH VIS 20060523 (460)

lunedì 22 maggio 2006

CHIESA E STATO: COLLABORARE PER IL BENE INTEGRALE PERSONA


CITTA' DEL VATICANO, 20 MAG. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto il Signor Francisco Vázquez Vázquez, nuovo Ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

Il Papa ha iniziato il suo discorso al diplomatico affermando di avere della Spagna "un bellissimo ricordo, per la cordialità delle persone che ho incontrato e per l'abbondanza e il grande valore delle numerose opere d'arte ed espressioni culturali che arricchiscono il Paese".

"Ê un patrimonio invidiabile, che denota una storia molto interessante, profondamente improntata ai valori cristiani" e "che comprende opere nelle quali i creatori hanno plasmato i loro ideali e la propria fede. Se venissero ignorate perderebbero buona parte della loro attrattiva e del loro significato, però continuano ad essere, per così dire, 'pietre che parlano'".

Benedetto XVI ha poi ricordato che "i secolari rapporti diplomatici fra la Spagna e la Santa Sede (...) riflettono il costante vincolo del popolo spagnolo con la fede cattolica. La grande vitalità che la Chiesa ha avuto ed ha nel suo Paese è come un invito speciale a rafforzare tali rapporti e a promuovere la stretta collaborazione fra la Chiesa e le istituzioni pubbliche, in modo rispettoso e leale, secondo le rispettive competenze e la propria autonomia, con il fine di conseguire il bene integrale delle persone che, essendo cittadini della sua patria, sono anche in grande misura figli diletti della Chiesa".

"In effetti (...) la Chiesa stimola i credenti affinché amino la giustizia e partecipino onestamente alla vita pubblica e professionale con senso di rispetto e di solidarietà, per 'promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune'. La Chiesa è anche impegnata nella promozione e difesa dei diritti umani, per l'alta considerazione che ha della dignità della persona nella sua integralità, in qualunque luogo e situazione si trovi".

"Perciò" - ha ribadito il Pontefice - "la Chiesa proclama senza riserve il diritto fondamentale alla vita, dal suo concepimento fino alla morte naturale, il diritto a nascere, a formare e vivere nella famiglia, senza che essa si veda soppiantata o oscurata da altre forme o istituzioni diverse. Al riguardo, l'Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà prossimamente in terra spagnola, a Valencia, (...) mi darà l'opportunità di celebrare la bellezza e la fecondità della famiglia fondata sul matrimonio, la sua altissima vocazione e il suo imprescindibile valore sociale".

"La Chiesa insiste anche sul diritto inalienabile delle persone a professare senza ostacoli, in pubblico e privatamente, la propria fede religiosa, come anche il diritto dei genitori che i propri figli ricevano un'educazione in sintonia con i propri valori e convinzioni, senza discriminazioni e esclusioni esplicite o mascherate. A tal riguardo, è per me motivo di soddisfazione constatare la grande domanda di insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche spagnole, che significa che la popolazione riconosce l'importanza di questa materia per la crescita e la formazione personale e culturale dei giovani".

Infine il Papa ha fatto riferimento alla "missione evangelizzatrice" della Chiesa della quale fa parte "l'azione caritativa" ed ha ricordato che "Nella Spagna odierna, come nella sua lunga storia, questo aspetto si manifesta particolarmente fecondo per le sue numerose opere assistenziali, in tutti i campi e con grande larghezza di vedute. E giacché tale lavoro non si ispira a strategie politiche o ideologiche", ma è "'un dovere dell'umanità', la collaborazione nel campo dell'assistenza e dell'aiuto umanitario ha conseguito molti risultati, e c'è da sperare che sia promosso sempre più".
CD/CREDENZIALI/VÁZQUEZ VIS 20060522 (600)

VESCOVI CANADA: CATECHESI ED EDUCAZIONE RELIGIOSA


CITTA' DEL VATICANO, 20 MAG. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina i Vescovi della regione atlantica del Canada (New Brunswick, Newfoundland, Nova Scotia e Prince Edward Island), al termine della Visita "ad Limina Apostolorum".

All'inizio del suo discorso il Papa ha constatato che il Canada "soffre oggi dei pervasisi effetti del secolarismo. (...) Uno dei sintomi più drammatici di questa mentalità, chiaramente evidente nella vostra regione, è il calo del tasso di natalità".

"Particolarmente nei distretti che soffrono le dolorose conseguenze del declino economico" - ha affermato Benedetto XVI - "quali la disoccupazione e l'emigrazione non voluta, i rappresentanti ecclesiastici apportano molto frutto quando, nella loro sollecitudine per il bene comune, generosamente cercano di sostenere le autorità civili nel loro compito di promuovere la rigenerazione nella comunità".

Commentando con i Vescovi le priorità pastorali, il Papa ha sottolineato che "con l'età avanzata del clero e le numerose comunità isolate, le sfide sono enormi".

Ribadendo l'importanza dei programmi di catechesi e di educazione religiosa, il Santo Padre ha esortato i Presuli ad "assicurare che sia promossa e preservata l'intrinseca relazione fra il Magistero della Chiesa, la fede degli individui e la testimonianza nella vita pubblica. Solo così possiamo sperare di superare la rottura tra Vangelo e cultura, dramma della nostra epoca".

"Di notevole importanza sono i vostri catechisti. (...) L'insegnamento della fede non può ridursi ad una mera trasmissione di 'cose' o parole o anche a un insieme di verità astratte. La tradizione della Chiesa è viva!". Al riguardo il Santo Padre ha invitato specialmente gli adulti delle diverse diocesi ad affrontare "la coraggiosa sfida del servizio catechistico e a condividere la soddisfazione di trasmettere la fede. Il loro esempio di testimonianza cristiana ai più giovani rafforza la loro fede, mentre porta agli altri la felicità che sgorga dal senso e dal significato della vita che il Signore rivela".

Benedetto XVI ha affermato che nel programma di rinnovamento pastorale, i Presuli stanno affrontando "il delicato compito della riorganizzazione delle parrocchie e delle diocesi" che "è essenzialmente un esercizio di rinnovamento spirituale. Ciò esige una promozione pastorale della santità" che si raggiunge mediante "una pedagogia autentica della preghiera, una introduzione alla vita dei santi e alle molteplici forme di spiritualità che abbelliscono e stimolano la vita della Chiesa, con una partecipazione assidua al Sacramento della Riconciliazione, e con una catechesi convincente sulla domenica come 'giorno della fede'".

Il Papa ha incoraggiato i Vescovi nel loro dovere di promuovere "una cultura della vocazione. I vostri resoconti quinquennali attestano l'ammirazione che provate verso i vostri sacerdoti che si adoperano con grande generosità per la missione della Chiesa e per il bene di coloro ai quali dedicano il proprio servizio. Prego che il loro cammino quotidiano di conversione e di amore pieno di dedizione, risveglino nei giovani il desiderio di rispondere all'appello di Dio all'umile ministero sacerdotale nella sua Chiesa".

Infine riferendosi al contributo dei religiosi e delle religiose alla missione ecclesiale e alla preoccupazione dei Vescovi di fronte alla diminuzione delle vocazioni religiose in Canada, il Santo Padre ha posto in rilievo "la testimonianza fondamentale che essi offrono ponendosi senza riserve nelle mani di Cristo e della Chiesa, come una proclamazione forte e chiara della presenza di Dio in un modo comprensibile ai nostri contemporanei".
AL/.../CANADA VIS 20060522 (560)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 20 MAG. 2006 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Cardinale Crescenzio Sepe, finora Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Arcivescovo Metropolita di Napoli (superficie: 274; popolazione: 1.712.205; cattolici: 1.703.686; sacerdoti: 1.022; religiosi: 2.730; diaconi permanenti: 209), Italia. Il Cardinale Sepe succede al Cardinale Michele Giordano, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Cardinale Ivan Dias, finora Arcivescovo di Bombay (India), Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.

- Ha nominato il Padre Carlos Briseño Arch, O.A.R., Vescovo Ausiliare di México (superficie: 1.479; popolazione: 8.734.000; cattolici: 7.103.000; sacerdoti: 1.699; religiosi: 6.735; diaconi permanenti: 111), Messico. Il Vescovo eletto, finora Superiore della Casa di Formazione "San Pio X" di Querétaro (Messico), è nato nel 1960 a Città del Messico (Messico), ha emesso i voti perpetui nel 1985 ed è stato ordinato sacerdote nel 1986.
NER:RE:NA/.../... VIS 20060522 (160)

VI RIUNIONE CONSIGLIO SPECIALE PER L'EUROPA SINODO VESCOVI


CITTA' DEL VATICANO, 20 MAG. 2006 (VIS). Oggi è stato reso pubblico un Comunicato relativo alla VI Riunione del Consiglio Speciale per l'Europa della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, presieduta dall'Arcivescovo Nikola Eterovic, Segretario Generale.

Il documento ricorda la celebrazione, nell'autunno del 1999, della Seconda Assemblea Speciale per l'Europa del Sinodo dei Vescovi, ultima dei cosiddetti "sinodi continentali" e la promulgazione da parte di Giovanni Paolo II, il 28 giugno 2003, dell'Esortazione Apostolica Postsinodale "Ecclesia in Europa".

"Da allora le Chiese particolari, che sono in Europa" - si legge nel testo - "hanno considerato il documento pontificio come un prezioso punto di riferimento per l'analisi approfondita della complessa situazione attuale e per la ricerca di soluzioni valide in vista di un'appropriata attività pastorale. (...) La propagazione del documento ha avuto luogo attraverso un gran numero di conferenze, seminari, gruppi di lavoro, simposi e corsi di formazione permanente".

"I risultati della Seconda Assemblea Speciale per l'Europa del Sinodo dei Vescovi sono ben noti al Santo Padre Benedetto XVI, il quale ha presenti anche le difficoltà che la Chiesa Cattolica, come pure altre Chiese e comunità ecclesiali, devono affrontare nell'Europa caratterizzata da un clima di diffusa indifferenza religiosa; da uno spirito consumistico, che si espande anche ai Paesi dell'Europa Centrale ed Orientale; da una mentalità positivistica (...); da un relativismo morale ed etico (...); da una visione secolarizzata della società, che desidera organizzare la città umana senza alcun riferimento a Dio e ai valori trascendenti; dal rifiuto delle radici cristiane della propria tradizione bimillenaria".

"Inoltre" - si legge ancora nel Comunicato - "le condizioni della testimonianza cristiana in Europa diventano sempre più esigenti e non possono non richiamare l'attenzione dei pastori e delle comunità in certi particolari ambiti, quali la demografia, le migrazioni, le deviazioni legislative civili, l'istituto familiare, la bioetica, la disoccupazione, la cooperazione con gli Stati e con l'Unione Europea come tale ed altri ancora. Dal punto di vista ecclesiale rimane assai alta in vari Paesi l'attenzione per la pastorale delle vocazioni".

"Il dibattito in Consiglio si è sviluppato su questi argomenti, che rappresentano altrettanti punti di alto interesse per le sorti della Chiesa in Europa". Infine il Comunicato conclude precisando che i Membri del Consiglio Speciale per l'Europa della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, hanno concordato la data della settima riunione, che si terrà lunedì 23 aprile 2007.
SE/SINODO:CONSIGLIO EUROPA/ETEROVIC VIS 20060522 (410)

CONSACRATI: CORRISPONDERE FEDELTÀ RINNOVATA SPIRITO


CITTA' DEL VATICANO, 22 MAG. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i Superiori e le Superiore Generali degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica.

"Il servizio d'autorità" - ha affermato il Papa - "richiede una presenza costante, capace di animare e di proporre, di aiutare le persone a voi affidate a corrispondere con una fedeltà sempre rinnovata alla chiamata dello Spirito".

"Siete chiamati a sostenere e a guidare i vostri fratelli e le vostre sorelle in un'epoca non facile, segnata da molteplici insidie. I consacrati e le consacrate oggi hanno il compito di essere testimoni della trasfigurante presenza di Dio in un mondo sempre più disorientato e confuso".

Ribadendo che "la cultura secolarizzata è penetrata nella mente e nel cuore di non pochi consacrati, che la intendono come una forma di accesso alla modernità e una modalità di approccio al mondo contemporaneo", il Santo Padre ha affermato che: "La conseguenza è che accanto ad un indubbio slancio generoso, capace di testimonianza e di donazione totale, la vita consacrata conosce oggi l'insidia della mediocrità, dell'imborghesimento e della mentalità consumistica".

"C'è bisogno di scelte coraggiose" - ha sottolineato il Pontefice - "a livello personale e comunitario, che imprimano una nuova disciplina alla vita delle persone consacrate e le portino a riscoprire la dimensione totalizzante della 'sequela Christi'".

Benedetto XVI ha affermato ancora che essere totalmente di Cristo "significa mantenere sempre ardente nel cuore una viva fiamma d'amore, nutrita di continuo dalla ricchezza della fede, non soltanto quando porta con sé la gioia interiore, ma anche quando è unita alle difficoltà, all'aridità, alla sofferenza". In merito il Papa ha ricordato che nutrimento della vita interiore è la preghiera e "nutrimento ancor più ricco è la quotidiana partecipazione al mistero ineffabile della divina Eucaristia".

"Per appartenere totalmente al Signore" - ha continuato il Santo Padre - "le persone consacrate abbracciano uno stile di vita casto", che vuol dire "anche rinunciate al bisogno di apparire, assumere uno stile di vita sobrio e dimesso. I religiosi e le religiose sono chiamati a dimostrarlo anche nella scelta dell'abito, un abito semplice che sia segno della povertà vissuta in unione a Colui che da ricco che era si è fatto povero far farci ricchi con la sua povertà".

Il Santo Padre ha posto in evidenza che il "giogo" "di chi è chiamato ad assolvere il delicato compito di Superiore e di Superiora a tutti i livelli, sarà tanto più soave quanto più le persone consacrate sapranno riscoprire il valore dell'obbedienza professata".

"I consacrati e le consacrate" - ha concluso il Pontefice - "sono chiamati ad essere nel mondo segno credibile e luminoso del Vangelo e dei suoi paradossi, senza conformarsi alla mentalità di questo secolo, ma trasformandosi e rinnovando continuamente il proprio impegno, per poter discernere la volontà di Dio".
AC/.../SUPERIORI GENERALI VIS 20060522 (480)

INCONTRO DEL PAPA MOVIMENTI ECCLESIALI E NUOVE COMUNITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 21 MAG. 2006 (VIS). Al termine della recita del Regina Coeli, il Papa ha assicurato di aver presente nella preghiera "l'importante appuntamento di sabato 3 giugno prossimo, vigilia di Pentecoste, quando" - ha detto - "avrò la gioia di incontrarmi in Piazza San Pietro con numerosi aderenti a più di cento movimenti ecclesiali e nuove comunità, provenienti da tutto il mondo".

"So bene che cosa significhi per la Chiesa la loro ricchezza formativa, educativa e missionaria, tanto apprezzata, sostenuta e incoraggiata dall'amato Papa Giovanni Paolo II. Insieme celebreremo i Primi Vespri della solennità di Pentecoste invocando fiduciosi lo Spirito Santo, affinché riempia i cuori dei fedeli e a tutti sia annunciato il messaggio d'amore di Cristo, Salvatore del mondo".

L'incontro del Santo Padre con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità avrà per tema: "La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo", ispirato alla parole pronunciate da Benedetto XVI nell'omelia della Messa di inaugurazione del suo Ministero petrino, il 24 aprile 2005: "Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l'amicizia con lui".
ANG/MOVIMENTI ECCLESIALI/... VIS 20060522 (210)

ASCENSIONE: ALTISSIMA VOCAZIONE DI OGNI PERSONA UMANA


CITTA' DEL VATICANO, 21 MAG. 2006 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato, questa mattina, alla finestra del suo studio privato nel Palazzo Apostolico, per la recita del Regina Coeli con le migliaia di pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Parlando dell'Ascensione che si celebra giovedì prossimo 25 maggio, anche se in alcuni paesi è trasferita alla prossima domenica 28 maggio, il Papa ha detto: "Il significato di quest'ultimo gesto di Cristo è duplice. Anzitutto, salendo verso l''alto', Egli rivela in modo inequivocabile la sua divinità: ritorna là dove è venuto, cioè in Dio, dopo aver compiuto la sua missione sulla terra. Inoltre Cristo ascende al Cielo con l'umanità che ha assunto e che ha risuscitato dai morti: quell'umanità è la nostra, trasfigurata, divinizzata, divenuta eterna. L'Ascensione, pertanto, rivela l''altissima vocazione' di ogni persona umana: essa è chiamata alla vita eterna nel Regno di Dio, Regno di amore, di luce e di pace".

Nella festa dell'Ascensione si celebra la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che quest'anno ha per tema: I media: rete di comunicazione, comunione e cooperazione". Riferendosi a questo evento, Papa Benedetto XVI ha ricordato che: "La Chiesa guarda con attenzione ai media, perché rappresentano un veicolo importante per diffondere il Vangelo e per favorire la solidarietà tra i popoli, attirandone l'attenzione sui grandi problemi che ancora li segnano profondamente".

Al riguardo il Papa ha citato l'iniziativa "Walk the World" "Il mondo in marcia contro la fame", indetta dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM), con il fine di "sensibilizzare i Governi e l'opinione pubblica, sulla necessità di un'azione concreta e tempestiva per garantire a tutti, in particolare ai bambini, la 'libertà dalla fame'".

"Sono vicino con la preghiera a questa manifestazione" - ha detto il Santo Padre - "Auspico vivamente che, grazie al contributo di tutti, possa superarsi la piaga della fame che ancora affligge l'umanità, mettendo a serio rischio la speranza di vita di milioni di persone. Penso, in primo luogo, all'urgente e drammatica situazione del Darfur, nel Sudan, dove persistono forti difficoltà nel soddisfare perfino i primari bisogni alimentari della popolazione".

"Con la consueta recita del Regina Coeli affidiamo quest'oggi alla Vergine Maria particolarmente i nostri fratelli oppressi dal flagello della fame, quanti vengono in loro aiuto e coloro che attraverso i mezzi di comunicazione sociale contribuiscono a rinsaldare tra i popoli i vincoli della solidarietà e della pace. Chiediamo inoltre alla Madonna di rendere fruttuoso il viaggio apostolico in Polonia che, a Dio piacendo, compirò da giovedì a domenica prossimi nel ricordo dell'amato Giovanni Paolo II".
ANG/ASCENSIONE:COMUNICAZIONI:FAME/... VIS 20060522 (440)
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