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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 20 aprile 2006

VENERDÌ SANTO: PASSIONE DEL SIGNORE E VIA CRUCIS COLOSSEO


CITTA' DEL VATICANO, 14 APR. 2006 (VIS). Alle 17:00 di oggi, Venerdì Santo, il Papa ha presieduto nella Basilica Vaticana, la celebrazione della Passione del Signore. Dopo la lettura della Passione, il Padre Raniero Cantalamessa, O.F.M.Cap., Predicatore della Casa Pontificia, ha detto nell'omelia: "Mentre noi celebriamo qui il ricordo della Passione e Morte del Salvatore, milioni di persone sono indotte da abili rimaneggiatori di leggende antiche a credere che Gesù di Nazareth non è, in realtà, mai stato crocifisso".

Alle 21:15, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto al Colosseo il pio esercizio della 'Via Crucis'. La perdita del senso del peccato e le sue drammatiche conseguenze per l'umanità è stato il tema principale dei testi delle meditazioni proposte quest'anno per le stazioni della Via Crucis dall'Arcivescovo Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano.

Benedetto XVI ha portato la Croce nella prima e nell'ultima stazione. Nelle altre stazioni la Croce è stata portata dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale del Papa per la Diocesi di Roma, da una famiglia romana, da un seminarista statunitense, da due religiosi, da tre giovani donne provenienti dal Messico, dall'Angola e dalla Nigeria e da due frati della Custodia di Terra Santa.

Al termine il Santo Padre ha pronunciato alcune parole a braccio: "La Croce del Signore" - ha detto - "abbraccia il mondo; la sua 'Via Crucis' attraversa i continenti ed i tempi. Nella 'Via Crucis' non possiamo essere solo spettatori. Siamo coinvolti pure noi, perciò dobbiamo cercare il nostro posto".

"Nella Croce di Cristo" - ha detto ancora il Papa - "oggi abbiamo visto la sofferenza dei bambini abbandonati, abusati; le minacce contro la famiglia; la divisione del mondo nella superbia dei ricchi che non vedono Lazzaro davanti alla porta e la miseria di tanti che soffrono fame e sete".

"Abbiamo visto, infine, attraverso queste 'stazioni' di consolazione che, come non finisce la sofferenza, anche le consolazioni non finiscono. (...) Abbiamo visto la Madre, la cui bontà rimane fedele fino alla morte, e oltre la morte. Abbiamo visto la donna coraggiosa, che sta davanti al Signore e non ha paura di mostrare la solidarietà con questo Sofferente. Abbiamo visto Simone il Cireneo, un africano, che porta con Gesù la Croce".

"Abbiamo capito" - ha proseguito il Pontefice - "che la 'Via Crucis' non è semplicemente una collezione delle cose oscure e tristi del mondo. Non è neppure un moralismo alla fine inefficiente. Non è un grido di protesta che non cambia niente. La 'Via Crucis' è la via della misericordia, e della misericordia che pone il limite al male: così abbiamo imparato da Papa Giovanni Paolo II".

"È la via della misericordia" - ha concluso Papa Benedetto - "e così la via della salvezza. E così veniamo invitati a prendere la via della misericordia e a porre con Gesù il limite al male".
BXVI-SETTIMANA SANTA/VENERDÌ SANTO/... VIS 20060420 (490)

GIOVEDÌ SANTO: MESSA DEL CRISMA ED IN COENA DOMINI


CITTA' DEL VATICANO, 13 APR. 2006 (VIS). Alle 9:30 di oggi, Giovedì Santo, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica Vaticana la Santa Messa Crismale, Liturgia che si celebra in questo giorno in tutte le Chiese Cattedrali del mondo. La Messa del Crisma è stata concelebrata dal Santo Padre con i Cardinali, i Vescovi e i Presbiteri - diocesani e religiosi - presenti a Roma. Nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la rinnovazione delle promesse sacerdotali, sono stati benedetti l'olio dei catecumeni, l'olio degli infermi e il crisma.

Nell'omelia il Papa ha affermato che "il significato profondo dell'essere sacerdote" è "diventare amico di Gesù Cristo. (...) Ciò significa che dobbiamo conoscere Gesù in modo sempre più personale, ascoltandoLo, vivendo insieme con Lui, trattenendoci presso di Lui".

Benedetto XVI ha sottolineato che "Il sacerdote deve essere soprattutto un uomo di preghiera. (...) Il mondo ha bisogno di Dio - non di un qualsiasi dio, ma del Dio di Gesù Cristo, del Dio che si è fatto carne e sangue, che ci ha amati fino a morire per noi, che è risorto e ha creato in se stesso uno spazio per l'uomo. Questo Dio deve vivere in noi e noi in Lui. È questa la nostra chiamata sacerdotale: solo così il nostro agire da sacerdoti può portare frutti".

Il Santo Padre ha ricordato successivamente le parole di Don Andrea Santoro, il sacerdote della Diocesi di Roma assassinato in Turchia il 5 febbraio scorso mentre era raccolto in preghiera: "'Sono qui per abitare in mezzo a questa gente e permettere a Gesù di farlo prestandogli la mia carne... Si diventa capaci di salvezza solo offrendo la propria carne. Il male del mondo va portato e il dolore va condiviso, assorbendolo nella propria carne fino in fondo come ha fatto Gesù'".

Alle 17:30, Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica di San Giovanni in Laterano la Concelebrazione della Santa Messa "nella Cena del Signore". A imitazione del gesto del Signore con gli Apostoli, il Papa ha compiuto il rito della lavanda dei piedi a dodici uomini, tutti laici. Al momento della presentazione dei doni è stata affidata al Santo Padre un'offerta a sostegno del progetto di ricostruzione di case per le vittime delle devastanti frane che hanno colpito il territorio della Diocesi di Maasin (Filippine).

Nell'omelia il Papa ha sottolineato che "Dio scende e diventa schiavo, ci lava i piedi affinché noi possiamo stare alla sua tavola. In questo si esprime tutto il mistero di Gesù Cristo. In questo diventa visibile che cosa significa redenzione".

Ribadendo che "L'amore del Signore non conosce limite, ma l'uomo può porre ad esso un limite", il Papa ha presentato il seguente interrogativo: "Che cosa è che rende l'uomo immondo? È il rifiuto dell'amore, il non voler essere amato, il non amare. È la superbia che crede di non aver bisogno di alcuna purificazione, che si chiude alla bontà salvatrice di Dio. È la superbia che non vuole confessare e riconoscere che abbiamo bisogno di purificazione".

Il Signore ci invita oggi, ha proseguito il Pontefice, "ad imitare la sua umiltà, ad affidarci ad essa, a lasciarci 'contagiare', da essa. Ci invita - per quanto smarriti possiamo sentirci - a ritornare a casa e a permettere alla sua bontà purificatrice di tirarci su e di farci entrare nella comunione della mensa con Lui, con Dio stesso".

"Lavarci i piedi gli uni gli altri" - ha concluso Papa Benedetto - "significa soprattutto perdonarci instancabilmente gli uni gli altri, sempre di nuovo ricominciare insieme per quanto possa anche sembrare inutile. Significa purificarci gli uni gli altri sopportandoci a vicenda e accettando di essere sopportati dagli altri; purificarci gli uni gli altri donandoci a vicenda la forza santificante della Parola di Dio e introducendoci nel Sacramento dell'amore divino".
BXVI-SETTIMANA SANTA/GIOVEDÌ SANTO/... VIS 20060420 (640)

REGINA COELI: ESSERE "PIETRE VIVE" EDIFICAZIONE CHIESA


CITTA' DEL VATICANO, 17 APR. 2006 (VIS). Alle 12:00 di questa mattina, Lunedì dell'Angelo, il Santo Padre Benedetto XVI ha guidato la recita del Regina Coeli con i fedeli convenuti nel Cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo che, nel pomeriggio di ieri, ha raggiunto in elicottero per un breve periodo di riposo.

Ricordando che il Regina Coeli sostituisce nel tempo pasquale la preghiera dell'Angelus, il Papa ha detto: "Maria ha custodito nel suo cuore la 'buona notizia' della risurrezione, fonte e segreto della vera gioia e dell'autentica pace, che Cristo morto e risorto ci ha conquistato con il sacrificio della Croce".

"Chiediamo a Maria che, come ci ha accompagnato nei giorni della passione, continui a guidare i nostri passi in questo tempo di gioia spirituale, perché possiamo crescere sempre più nella conoscenza e nell'amore del Signore e diventare testimoni e apostoli della sua pace".

"Nel contesto pasquale" - ha continuato Papa Benedetto XVI - "mi piace quest'oggi condividere con voi anche la gioia di un anniversario molto significativo. 500 anni orsono, precisamente il 18 aprile 1506, il Papa Giulio II poneva la prima pietra della nuova Basilica di San Pietro che il mondo intero ammira nella possente armonia delle sue forme".

"Desidero ricordare con gratitudine i Sommi Pontefici che hanno voluto quest'opera straordinaria sulla tomba dell'Apostolo Pietro. Ricordo con ammirazione gli artisti che hanno contribuito con il loro genio a edificarla e decorarla, come pure sono grato al personale della Fabbrica di San Pietro che egregiamente provvede alla manutenzione e alla salvaguardia di un così singolare capolavoro d'arte e di fede".

"Possa la circostanza felice del cinquecentesimo anniversario" - ha concluso il Pontefice - "risvegliare in tutti cattolici il desiderio di essere 'pietre vive' per la costruzione della Chiesa santa, nella quale risplende la 'luce di Cristo', attraverso la carità vissuta e testimoniata davanti al mondo".
ANG/RISURREZIONE:BASILICA VATICANA/... VIS 20060420 (320)

PASQUA: CRISTO RISORTO RICOLMA LA SETE DI PACE E FELICITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 16 APR. 2006 (VIS). Alle 10:30 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la celebrazione della Domenica di Pasqua nella Risurrezione del Signore sul sagrato della Basilica Vaticana ornata, come di consueto, di piante e fiori provenienti dai Paesi Bassi. Alle 12:00, dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana il Papa ha pronunciato il Messaggio pasquale e ha salutato le migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo in 63 lingue ed, infine, ha impartito la Benedizione "Urbi et Orbi".

Nel giorno del suo 79° compleanno e nell'imminenza della ricorrenza del primo anniversario della Sua elezione al Pontificato, il 19 aprile, il Papa ha sottolineato che: "Oggi, anche in questa nostra epoca segnata da inquietudine e incertezza, riviviamo l'evento della risurrezione che ha cambiato il volto della nostra vita, ha cambiato la storia dell'umanità. Da Cristo risorto attendono speranza, talvolta anche inconsapevolmente, quanti sono tuttora oppressi da vincoli di sofferenza e di morte".

"Lo Spirito del Risorto porti, in particolare, sollievo e sicurezza in Africa alle popolazioni del Darfur, che versano in una drammatica situazione umanitaria non più sostenibile; a quelle della regione dei Grandi laghi, dove molte piaghe sono ancora non rimarginate; ai vari popoli del Corno d'Africa, della Costa d'Avorio, dell'Uganda, dello Zimbabwe e di altre nazioni che aspirano alla riconciliazione, alla giustizia e allo sviluppo".

"In Iraq" - ha detto ancora il Papa - "sulla tragica violenza, che senza pietà continua a mietere vittime, prevalga finalmente la pace. Pace auspico vivamente anche per coloro che sono coinvolti nel conflitto in Terrasanta, invitando tutti ad un dialogo paziente e perseverante che rimuova gli ostacoli antichi e nuovi, evitando le tentazioni della rappresaglia ed educando le nuove generazioni ad un rispetto reciproco. La comunità internazionale, che riafferma il giusto diritto di Israele di esistere in pace, aiuti il popolo palestinese a superare le precarie condizioni in cui vive e a costruire il suo futuro, andando verso la costituzione di un vero e proprio Stato".

"Lo Spirito del Risorto susciti un rinnovato dinamismo nell'impegno dei Paesi dell'America Latina, perché siano migliorate le condizioni di vita di milioni di cittadini, estirpata l'esecranda piaga dei sequestri di persona e consolidate le istituzioni democratiche, in spirito di concordia e di fattiva solidarietà".

"Per quanto riguarda le crisi internazionali legate al nucleare" - ha proseguito il Pontefice - "si giunga ad una composizione onorevole per tutti mediante negoziati seri e leali, e si rafforzi nei responsabili delle Nazioni e delle Organizzazioni Internazionali la volontà di realizzare una pacifica convivenza tra etnie, culture e religioni, che allontani la minaccia del terrorismo". Questo è il cammino di pace per il bene di tutta l'umanità.

Il Santo Padre ha concluso il Messaggio esortando l'umanità del terzo millennio a non aver paura di aprire il cuore a Cristo Risorto. "Il Suo Vangelo ricolma pienamente la sete di pace e di felicità che abita ogni cuore umano. Cristo ora è vivo e cammina con noi. Immenso mistero di amore! Christus resurrexit, quia Deus caritas est! Alleluia!".
BXVI-SETTIMANA SANTA/DOMENICA PASQUA/... VIS 20060420 (520)

SABATO SANTO: LA RISURREZIONE CONCERNE TUTTA LA STORIA


CITTA' DEL VATICANO, 15 APR. 2006 (VIS). Alle ore 22:00, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Veglia nella Notte Santa di Pasqua. Nel corso della Liturgia Battesimale il Papa ha amministrato i Sacramenti dell'iniziazione cristiana a sette catecumeni provenienti dall'Albania, dalla Bielorussia, dal Perù, dal Giappone, dalla Colombia e dal Camerun.

La Veglia ha avuto inizio nell'atrio della Basilica di San Pietro con la benedizione del fuoco e l'accensione del cero pasquale. Alla processione verso l'Altare con il cero pasquale e il canto dell'Exsultet, hanno fatto seguito la Liturgia della Parola, la Liturgia Battesimale e la Liturgia Eucaristica, concelebrata con i Cardinali.

Riferendosi al significato della Risurrezione di Cristo, Benedetto XVI ha detto che "Essa è - se possiamo una volta usare il linguaggio della teoria dell'evoluzione - la più grande 'mutazione', il salto assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo, che riguarda noi e concerne tutta la storia".

"È chiaro" - ha detto il Papa - "che questo avvenimento non è un qualche miracolo del passato il cui accadimento potrebbe essere per noi in fondo indifferente. È un salto di qualità nella storia della 'evoluzione' e della vita in genere verso una nuova vita futura, verso un mondo nuovo che, partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé".

Il Papa si è chiesto successivamente: "Come può questo avvenimento arrivare effettivamente a me e attrarre la mia vita verso di sé e verso l'alto? (...) Tale avvenimento viene a me mediante la fede e il Battesimo. Per questo il Battesimo fa parte della Veglia pasquale. (...) Il Battesimo è una cosa ben diversa da un atto di socializzazione ecclesiale, da un rito un po' fuori moda e complicato per accogliere le persone nella Chiesa. È anche più di una semplice lavanda, di una specie di purificazione e abbellimento dell'anima. È realmente morte e risurrezione, rinascita, trasformazione in una nuova vita".

"La grande esplosione della risurrezione ci ha afferrati nel Battesimo per attrarci. Così siamo associati ad una nuova dimensione della vita nella quale, in mezzo alle tribolazioni del nostro tempo, siamo già in qualche modo introdotti. Vivere la propria vita come un continuo entrare in questo spazio aperto: è questo il significato dell'essere battezzato, dell'essere cristiano. È questa la gioia della Veglia pasquale".

Il Santo Padre ha sottolineato poi che: "La Risurrezione non è passata, la risurrezione ci ha raggiunti ed afferrati. Ad essa, cioè al Signore Risorto, ci aggrappiamo e sappiamo che Lui ci tiene saldamente anche quando le nostre mani si indeboliscono. Ci aggrappiamo alla sua mano, e così teniamo le mani anche gli uni degli altri, diventiamo un unico soggetto, non soltanto una cosa sola".

"Io, ma non più io: se viviamo in questo modo, trasformiamo il mondo. È la formula di contrasto con tutte le ideologie della violenza e il programma che si oppone alla corruzione ed all'aspirazione al potere e al possesso. (...) Io, ma non più io: è questa la via della croce, la via che 'incrocia' un'esistenza rinchiusa solamente nell'io, aprendo proprio così la strada alla gioia vera e duratura".
BXVI-SETTIMANA SANTA/SABATO SANTO/... VIS 20060420 (560)

FEDE: SLANCIO DI CORAGGIO E LIBERTÀ INCONTRO CON CRISTO


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2006 (VIS). Il significato della Pasqua è stato il tema della catechesi del Santo Padre Benedetto XVI per l'Udienza Generale di oggi, che ha coinciso con il primo anniversario della sua elezione al Pontificato. L'Udienza, alla quale hanno partecipato 60.000 pellegrini, si è tenuta in Piazza San Pietro, che il Papa ha raggiunto in elicottero proveniente dalla Residenza di Castel Gandolfo.

"Come passa in fretta il tempo!" - ha esclamato il Pontefice rivolgendosi ai fedeli - "È già trascorso un anno da quando in maniera per me assolutamente inaspettata e sorprendente, i Cardinali riuniti in conclave hanno voluto scegliere la mia persona per succedere al compianto e amato Servo di Dio, il grande Papa, Giovanni Paolo II. Ricordo con emozione il primo impatto che dalla Loggia centrale della Basilica ho avuto (...) con i fedeli raccolti in questa stessa Piazza".

"Mi resta impresso nella mente e nel cuore quell'incontro al quale ne sono seguiti tanti altri, che mi hanno dato modo di sperimentare quanto sia vero ciò che ebbi a dire nel corso della solenne concelebrazione con la quale ho iniziato solennemente l'esercizio del ministero petrino: 'Sento viva la consapevolezza di non dover portare da solo ciò che in realtà non potrei mai portare da solo. (...) Mi è di insostituibile sostegno la celeste protezione di Dio e dei santi e mi conforta la vicinanza vostra, cari amici, che non mi fate mancare il dono della vostra indulgenza e del vostro amore. Grazie di vero cuore a tutti coloro che in vario modo mi affiancano da vicino o mi seguono da lontano spiritualmente con il loro affetto e la loro preghiera. A ciascuno chiedo di continuare a sostenermi pregando Iddio perché mi conceda di essere pastore mite e fermo della sua Chiesa".

"Gesù proprio dopo la sua resurrezione chiamò Pietro a prendersi cura del suo gregge" - ha proseguito Benedetto XVI - "Chi avrebbe potuto allora umanamente immaginare lo sviluppo che avrebbe contrassegnato nel corso dei secoli quel piccolo gruppo di discepoli del Signore? Pietro insieme agli apostoli e poi i loro successori (...) hanno diffuso con coraggio il messaggio evangelico il cui nucleo fondamentale e imprescindibile è costituito dal Mistero pasquale: la passione, la morte, la risurrezione di Cristo. Questo mistero la Chiesa celebra a Pasqua, (...); canta l'alleluja per il trionfo di Cristo sul male e sulla morte".

"I racconti evangelici, che riferiscono le apparizioni del Risorto, si concludono abitualmente con l'invito a superare ogni incertezza (...), ad annunciare che Gesù, al di là della morte, è l'eterno vivente, fonte di vita nuova per tutti coloro che credono. (...) La fede nasce dall'incontro personale con Cristo risorto, e diventa slancio di coraggio e di libertà che fa gridare al mondo: Gesù è risorto e vive per sempre. È questa la missione dei discepoli del Signore di ogni epoca e anche di questo nostro tempo".

Al termine dell'Udienza, il Papa è rientrato nella Residenza di Castel Gandolfo. Nel primo anno di Pontificato di Benedetto XVI, più di quattro milioni di persone hanno partecipato alle udienze generali e speciali, alla recita dell'Angelus domenicale e alle celebrazioni liturgiche da Lui presiedute.
AG/PASQUA:ANNIVERSARIO ELEZIONE/... VIS 20060420 (540)

INVIATO SPECIALE CENTENARIO SAN TORIBIO DI MOGROVEJO


CITTA' DEL VATICANO, 20 APR. 2006 (VIS). Oggi è stata resa pubblica un Lettera Pontificia, redatta in latino e datata 4 marzo, con la quale Benedetto XVI nomina il Cardinale Nicolás de Jesús López Rodríguez, Arcivescovo di Santo Domingo (Repubblica Dominicana), Suo Inviato Speciale alle celebrazioni del IV Centenario della morte di San Toribio di Mogrovejo, Patrono dell'Episcopato Latinoamericano, in programma dal 24 al 29 aprile a Lima (Perù).

La Missione che accompagnerà il Porporato è composta dal Monsignore Pedro Rufino Hidalgo Diaz, Rettore della Pontificia Facoltà di Teologia di Lima e Membro del Capitolo della Basilica Cattedrale; dal Monsignore Alberto Maraví Petrozzi, Rettore del Seminario Maggiore di 'Santo Toribio' e Membro del Capitolo della Basilica Cattedrale e dal Monsignore Angelo Accattino, Segretario della Nunziatura Apostolica in Perù.
BXVI-LETTERA/INVIATO SPECIALE/PERÙ:MOGROVEJO VIS 20060420 (140)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo José Mauro Pereira Bastos, C.P., finora Vescovo di Janaúba (Brasile), Vescovo di Guaxupé (superficie: 13.953; popolazione: 857.374; cattolici: 600.161; sacerdoti: 100; religiosi: 169), Brasile. Il Vescovo Pereira Bastos succede al Vescovo José Geraldo Oliveira do Valle, C.S.S., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

Giovedì 13 aprile è stato reso noto che il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Luigi Conti, Arcivescovo Metropolita di Fermo (superficie: 1.318; popolazione: 282.534; cattolici: 276.921; sacerdoti: 244; religiosi: 443; diaconi permanenti: 17), Italia. L'Arcivescovo eletto, finora Vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia (Italia), è nato nel 1941 ad Urbania (Italia), è stato ordinato sacerdote nel 1965 e ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 1996.

- Il Monsignore Leopoldo Girelli, Nunzio Apostolico in Indonesia, elevandolo in pari tempo alla dignità di Arcivescovo. L'Arcivescovo eletto, finora Consigliere della Nunziatura Apostolica negli Stati Uniti d'America, è nato nel 1953 a Predore (Bergamo) ed è stato ordinato sacerdote nel 1978.
NER:RE:NN/.../... VIS 20060419 (190)

IL PAPA CONDANNA ATTENTATO TERRORISTA DI TEL AVIV


CITTA' DEL VATICANO, 19 APR. 2006 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale di oggi, il Papa ha detto: "Con grande dolore ho appreso la notizia del terribile attentato avvenuto lunedì scorso a Tel Aviv, in Israele, e sento il dovere di esprimere la più ferma condanna per tale atto terroristico. Non è con simili esecrabili atti che si possono tutelare i pur legittimi diritti di un popolo".

"Il Signore, Principe della pace, sia vicino ad israeliani e palestinesi affinché non si lascino andare ad una tragica deriva, ma riprendano i passi che li portino a vivere in pace e sicurezza, l'uno accanto all'altro, come figli dello stesso Padre che sta nei cieli".
AG/ATTENTATO ISRAELE/... VIS 20060420 (120)

QUINTO CENTENARIO BASILICA DI SAN PIETRO


CITTA' DEL VATICANO, 20 APR. 2006 (VIS). Questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione delle celebrazioni del V Centenario della Patriarcale Basilica di San Pietro.

Alla Conferenza Stampa interverranno il Cardinale Francesco Marchisano, Arciprete della Basilica di San Pietro; il Cardinale Albert Vanhoye, S.I., Rettore emerito del Pontificio Istituto Biblico; l'Arcivescovo Angelo Comastri, Presidente della Fabbrica di San Pietro, il Vescovo Vittorio Lanzani, Delegato della Fabbrica di San Pietro; il Professor Antonio Paolucci, Soprintendente per il Polo Museale fiorentino e Presidente del Comitato Scientifico e Curatore della Mostra "Petros Eni" e la Dottoressa Maria Cristina Carlo-Stella, Capo Ufficio della Fabbrica di San Pietro e Coordinatrice del progetto Mostra "Petros Eni".

Nel suo intervento il Cardinale Marchisano ha tracciato brevemente la storia della Basilica partendo dalla primitiva chiesa costantiniana del IV secolo ed ha ricordato che, presentando l'antica costruzione basilicale segni evidenti di fragilità strutturale, "già dalla fine del 1300 i Sommi Pontefici pensarono di costruire una Chiesa nuova, progetto che fu poi realizzato con la posa della Prima Pietra posta esattamente 500 anni or sono da Giulio II" (18 aprile 1506). Ai lavori che si prolungarono per circa 130 anni contribuirono celebri architetti come il Bramante, Antonio da Sangallo, Baldassarre Peruzzi, Michelangelo Buonarroti, Raffaello, Giacomo Della Porta, Domenica Fontana, Carlo Maderno, Gian Lorenzo Bernini.

"La nuova Basilica" - ha precisato il Cardinale Marchisano - "ha un Archivio stupendo, composto da 3 milioni e 50 mila documenti, tutti riferentisi alla nuova Basilica, dall'inizio dei lavori sino ad oggi. (...) La Basilica è uno dei monumenti più visitati del mondo: ogni giorno abbiamo da 5 mila a 20 mila visitatori".

L'Arcivescovo Comastri ha ricordato che nel 1939 "per decisione del Papa Pio XII, vennero iniziati i lavori di scavo sotto la Basilica di San Pietro. Con grande stupore è stata ritrovata la necropoli interrata dagli architetti di Costantino nel 320 e risalendo il colle vaticano venne ritrovata una edicola identificata con l'edicola di Gaio; e poi venne scoperto il celebre muro rosso con il graffito 'Petros eni' e una serie di altri graffiti che testimoniano la devozione a Pietro in questo luogo".

Il Vescovo Lanzani ha illustrato le attività culturali promosse per il V centenario della Basilica, fra le quali due iniziative di commemorazione: una filatelica e una numismatica.

"Il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano" - ha detto - "emetterà una serie di francobolli celebrativi in due valori da Euro 0,45 e da Euro 0,60. In uno da Euro 0,45 è riprodotta la medaglia commemorativa di Bramante realizzata tra il 1505 e il 1506 da Cristoforo Foppa detto il Caradosso. (...) Nell'altro da Euro 0,60 è riprodotta la medaglia che fu collocata nelle fondamenta del nuovo San Pietro e appositamente realizzata, come la precedente, da Cristoforo Foppa, detto il Caradosso. (...) Sui due francobolli è riportata l'iscrizione commemorativa 'Templum Divi Petri in Vaticano' - '1506-1606'".

La Fabbrica di San Pietro farà coniare due medaglie, una in argento e l'altra bimetallica realizzate dall'artista Sergio Giandomenico. La medaglia in argento raffigura al dritto la consegna delle chiavi a San Pietro e sullo sfondo la Basilica Vaticana, mentre in esergo è riportato lo stemma della Fabbrica di San Pietro e sul bordo l'iscrizione latina "Patriarcalis Basilica Principis Apostolorum 1506-2006". Sul rovescio della stessa medaglia è raffigurata l'immagine del Santo Padre in abiti pontificali e sul bordo la legenda "Benedictus XVI Pontifex Maximus".
OP/CENTENARIO BASILICA VATICANA/... VIS 20060420 (580)
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