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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 30 novembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2006 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Padre Gerard Pettipas, C.Ss.R., Arcivescovo di Grouard-McLennan (superficie. 224.596; popolazione: 120.530; cattolici: 47.028; sacerdoti: 14; religiosi: 23; diaconi permanenti: 2), Canada. L'Arcivescovo eletto, finora Parroco di St. Joseph in Grand Praire (Canada), è nato ad Halifax (Canada), nel 1950, ha emesso la sua prima professione nella Congregazione dei Redentoristi nel 1973 ed è stato ordinato sacerdote nel 1977. Succede all'Arcivescovo Arthé Guimond, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Reverendo Joseph Chusak Sirisut, Vescovo di Nakhon Ratchasima (superficie: 41.148; popolazione: 5.220.430; cattolici: 5.429; sacerdoti: 27; religiosi: 35), Thailandia. Il Vescovo eletto, finora Professore al Seminario Maggiore Nazionale e Direttore del Centro di Ricerca Culturale e Religiosa a Sampran, è nato a Bang Nok Kwek (Thailandia), nel 1956 ed è stato ordinato sacerdote nel 1984. Succede al Vescovo Joachim Phayao Mansap, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Emmanuel Bushu, Vescovo di Buéa (superficie: 13.410; popolazione: 957.000; cattolici: 295.630; sacerdoti: 59; religiosi: 72), Camerun. Finora Vescovo di Yagoua (Camerun), il Vescovo Bushu succede al Vescovo Pius Suh Awa del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Reverendo Christophe Zoa, Vescovo Ausiliare dell'Arcidiocesi di Yaoundé (superficie: 4.964; popolazione: 1.591.960; cattolici: 700.700; sacerdoti: 307; religiosi:794), Camerun. Il Vescovo eletto, finora Cancelliere della medesima Arcidiocesi, è nato nel 1961 a Yaoundé (Camerun) ed è stato ordinato sacerdote nel 1991.
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DICHIARAZIONE CONGIUNTA BENEDETTO XVI E BARTOLOMEO I

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2006 (VIS). Al termine della Divina Liturgia, celebrata questa mattina nella Chiesa Patriarcale di San Giorgio, il Santo Padre Benedetto XVI e Sua Santità Bartolomeo I hanno proceduto alla firma di una Dichiarazione Congiunta nel Patriarcato Ecumenico ad Istanbul.

  Nella Dichiarazione il Papa e il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli ricordano gli incontri dei Predecessori che "hanno mostrato al mondo l'urgenza dell'unità e hanno tracciato sentieri sicuri per giungere ad essa, nel dialogo, nella preghiera e nella vita ecclesiale quotidiana".

  "Come Pastori" - scrivono nella Dichiarazione - "abbiamo innanzitutto riflettuto sulla missione di annunciare il Vangelo nel mondo di oggi. (...) Inoltre, non possiamo ignorare la crescita della secolarizzazione, del relativismo e perfino del nichilismo, soprattutto nel mondo occidentale. Tutto ciò esige un rinnovato e potente annuncio del Vangelo, adatto alle culture del nostro tempo. Le nostre tradizioni rappresentano un patrimonio che deve essere continuamente condiviso, proposto e attualizzato. Per questo motivo,  dobbiamo rafforzare le collaborazioni e la nostra testimonianza comune davanti a tutte le nazioni".

  "Abbiamo valutato positivamente il cammino verso la formazione dell'Unione Europea. Gli attori di questa grande iniziativa non mancheranno di prendere in considerazione tutti gli aspetti che riguardano la persona umana ed i suoi inalienabili diritti, soprattutto la libertà religiosa, testimone e garante del rispetto di ogni altra libertà. In ogni iniziativa di unificazione, le minoranze debbono essere protette, con le loro tradizioni culturali e le loro specificità religiose".

  Il Papa e il Patriarca ricordano anche le difficoltà che devono affrontare i cristiani in alcune parti del mondo "in particolare la povertà, le guerre e il terrorismo, ma anche le diverse forme di sfruttamento dei poveri, degli emigrati, delle donne e dei bambini. Siamo chiamati ad intraprendere insieme azioni a favore del rispetto dei diritti dell'uomo, di ogni essere umano, creato ad immagine e somiglianza di Dio, come pure per lo sviluppo economico, sociale e culturale".

  "Le nostre tradizioni teologiche ed etiche" - si legge ancora nel Documento - "possono offrire una solida base alla predicazione e all'azione comuni. Innanzitutto, vogliamo affermare che l'uccisione di innocenti nel nome di Dio è un'offesa a Lui e alla dignità umana. Tutti dobbiamo impegnarci per un rinnovato servizio all'uomo e per la difesa della vita umana, di ogni vita umana".

  Benedetto XVI e Bartolomeo I scrivono ancora: "Abbiamo profondamente a cuore la pace in Medio Oriente, dove nostro Signore ha vissuto, ha sofferto, è morto ed è risorto, e dove vive, da tanti secoli, una moltitudine di fratelli cristiani. Desideriamo ardentemente che la pace sia ristabilita su quella terra, che si rafforzi la coesistenza cordiale tra le sue diverse popolazioni, tra le Chiese e le diverse religioni che vi si trovano. A questo fine, incoraggiamo a stabilire rapporti più stretti tra i cristiani e un dialogo interreligioso autentico e leale, per combattere ogni forma di violenza e di discriminazione".

  "Nell'epoca attuale, davanti ai grandi pericoli per l'ambiente naturale, vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per le conseguenze negative che possono derivare per l'umanità e per tutta la creazione da un progresso economico e tecnologico che non riconosce i propri limiti. Come capi religiosi, consideriamo come uno dei nostri doveri incoraggiare e sostenere gli sforzi compiuti per proteggere la creazione di Dio e per lasciare alle generazioni future una terra sulla quale potranno vivere".

  Al termine il Papa e il Patriarca hanno consumato la seconda colazione nella sede del Patriarcato Ecumenico ad Istanbul.

  Nel pomeriggio il Santo Padre si recherà in visita al Museo di Santa Sofia ed alla Moschea Blu, la più grande di Istanbul. Successivamente, nella sede del Patriarcato Armeno Apostolico di Istanbul, il Papa incontrerà Sua Beatitudine il Patriarca Mesrob II Mutafian, e, nella Rappresentanza Pontificia di Istanbul, il Metropolita Siro-Ortodosso, Sua Eccellenza Filuksinos Yusuf Cetin, ed il Gran Rabbino di Turchia, Sua Eccellenza Isak Haleva. Infine è in programma un incontro e la cena con i Membri della Conferenza Episcopale cattolica turca, nella sede della Rappresentanza Pontificia di Istanbul.
PV-TURCHIA/DICHIARAZIONE/BARTOLOMEO I                  VIS 20061130 (670)


ROMA E COSTANTINOPOLI CONDIVIDONO CHIAMATA APOSTOLICA


CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha assistito alla Divina Liturgia celebrata nella Chiesa Patriarcale di San Giorgio nel Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, che festeggia oggi il Santo Patrono, Andrea Apostolo. Il Papa è stato accolto dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, che dopo le letture, ha tenuto un discorso al quale è seguito l'intervento del Santo Padre.

  "Oggi, in questa Chiesa Patriarcale di San Giorgio" - ha detto Papa Benedetto XVI - "siamo in grado di sperimentare ancora una volta la comunione e la chiamata dei due fratelli, Simon Pietro e Andrea, nell'incontro fra il Successore di Pietro e il suo Fratello nel ministero episcopale, il capo di questa Chiesa, fondata secondo la tradizione dall'Apostolo Andrea. Il nostro incontro fraterno sottolinea la relazione speciale che unisce le Chiese di Roma e di Costantinopoli quali Chiese Sorelle".

  "Con gioia cordiale ringraziamo Dio" - ha proseguito il Pontefice - "perché dà nuova vitalità alla relazione sviluppatasi sin dal memorabile incontro a Gerusalemme, nel dicembre del 1964, fra i nostri Predecessori, il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora", i quali, "alla vigila della sessione finale del Concilio Vaticano II, (...) intrapresero un passo unico e indimenticabile rispettivamente nella Chiesa Patriarcale di San Giorgio e nella Basilica di San Pietro in Vaticano: essi rimossero dalla memoria della Chiesa le tragiche scomuniche del 1054. In tal modo essi confermarono un cambiamento decisivo nei nostri rapporti".

  "In quello stesso spirito, la mia presenza qui oggi è destinata a rinnovare il comune impegno per proseguire sulla strada verso il ristabilimento - con la grazia di Dio - della piena comunione fra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli" - ha esclamato Benedetto XVI - "Posso assicurarvi che la Chiesa Cattolica è pronta a fare tutto il possibile per superare gli ostacoli e per ricercare, insieme con i nostri fratelli e sorelle ortodossi, mezzi sempre più efficaci di collaborazione pastorale a tale scopo".

  Gesù affidò agli Apostoli Pietro e Andrea "la missione di fare discepole tutte le nazioni, battezzandole e proclamando i suoi insegnamenti" - ha spiegato il Papa ricordando che tale incarico è oggi "ancora più urgente e necessario. Esso infatti riguarda  non soltanto le culture toccate marginalmente dal messaggio del Vangelo, ma anche le culture europee da lunga data profondamente radicate nella tradizione cristiana".

  "Il processo di secolarizzazione ha indebolito la tenuta di quella tradizione; essa anzi è posta in questione e persino rigettata. Di fronte a questa realtà, siamo chiamati, insieme con tutte le altre comunità cristiane, a rinnovare la consapevolezza dell'Europa circa le proprie radici, tradizioni e valori cristiani, ridando loro nuova vitalità. I nostri sforzi per edificare legami più stretti fra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse sono parte di questo compito missionario. Le divisioni esistenti fra i cristiani sono uno scandalo per il mondo ed un ostacolo per la proclamazione del Vangelo".

  Benedetto XVI ha ribadito che Simon Pietro e Andrea furono chiamati a diventare pescatori di uomini, ma "lo stesso impegno prese forme differenti per ciascuno dei due fratelli. Simone, nonostante la sua personale fragilità, fu chiamato 'Pietro', la 'roccia' sulla quale sarebbe stata edificata la Chiesa; a lui in maniera particolare furono affidate le chiavi del Regno dei Cieli. Il suo itinerario lo avrebbe condotto da Gerusalemme ad Antiochia, e da Antiochia a Roma, così che in quella città egli potesse esercitare una responsabilità universale".

  "Il tema del servizio universale di Pietro e dei suoi Successori" - ha spiegato ancora il Papa - "ha sfortunatamente dato origine alle nostre differenze di opinione, che speriamo di superare, grazie anche al dialogo teologico, ripreso di recente". Al riguardo Benedetto XVI ha ricordato le parole di Giovanni Paolo II sulla "misericordia che caratterizza il servizio all'unità di Pietro" invitando su questa base "ad entrare in dialogo fraterno, con lo scopo di identificare vie nelle quali il ministero petrino potrebbe essere oggi esercitato, pur rispettandone la natura e l'essenza, così da 'realizzare un servizio di amore riconosciuto dagli uni e dagli altri'".

   La missione che Andrea, in grado di parlare greco, ricevette dal Signore fu quella di divenire insieme a Filippo "l'Apostolo dell'incontro con i Greci". Andrea rappresenta così "l'incontro fra la cristianità primitiva e la cultura greca. Questo incontro, particolarmente nell'Asia Minore, divenne possibile grazie specialmente ai grandi Padri della Cappadocia, che arricchirono la liturgia, la teologia e la spiritualità sia delle Chiese Orientali sia di quelle Occidentali".

  "Il messaggio cristiano, come il chicco di grano, è caduto su questa terra e ha portato molto frutto" - ha affermato Benedetto XVI, ribadendo che: "Dobbiamo essere profondamente grati per l'eredità che è derivata dal fruttuoso incontro fra il messaggio cristiano e la cultura ellenica. Ciò ha avuto un impatto duraturo sulle Chiese dell'Oriente e dell'Occidente".

  "Nel corso della storia, entrambe le Chiese di Roma e di Costantinopoli hanno spesso sperimentato la lezione del chicco di grano. Insieme noi veneriamo molti dei medesimi martiri (...). Con loro, condividiamo la stessa speranza che obbliga la Chiesa a proseguire il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio'. Per parte sua, anche il secolo appena trascorso ha visto coraggiosi testimoni della fede, sia in Oriente sia in Occidente. Anche oggi vi sono molti di tali testimoni in diverse parti del mondo. Li ricordiamo nella nostra preghiera e, in ogni modo possibile, offriamo loro il nostro sostegno, mentre chiediamo con insistenza a tutti i leader del mondo di rispettare la libertà religiosa come diritto umano fondamentale".

  "La Divina Liturgia alla quale abbiamo partecipato è stata celebrata secondo il rito di San Giovanni Crisostomo. La croce e la risurrezione di Gesù Cristo sono state rese misticamente presenti. (...) Questa fede nella morte redentrice di Gesù sulla croce e questa speranza che Cristo risorto offre all'intera famiglia umana, sono da noi tutti condivise, Ortodossi e Cattolici. Che la nostra preghiera ed attività quotidiane" - ha concluso il Pontefice - "siano ispirate dal fervente desiderio non soltanto di essere presenti alla Divina Liturgia, ma di essere in grado di celebrarla insieme, per prendere parte all'unica mensa del Signore, condividendo il medesimo pane e lo stesso calice".

  Conclusa la Divina Liturgia, il Papa e il Patriarca Ecumenico hanno impartito insieme la Benedizione finale.
PV-TURCHIA/DIVINA LITURGIA/ISTANBUL                 VIS 20061130 (1040)


VISITA CHIESA PATRIARCALE DI SAN GIORGIO


CITTA' DEL VATICANO, 29 NOV. 2006 (VIS). Giunto nel pomeriggio ad Istanbul, proveniente da Izmir, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in automobile al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, centro dell'Ortodossia in tutto il mondo, dove era ad accoglierlo Sua Santità Bartolomeo I.

  Il Patriarca Ecumenico è "primus inter pares" rispetto agli altri Patriarchi dell'Ortodossia ed il primato di Costantinopoli incarna canonicamente l'unità dell'Ortodossia e ne coordina le attività. La sua giurisdizione ecclesiastica comprende, oltre a Istanbul, quattro diocesi turche, il Monte Athos, Creta, Patmos e le isole del Dodecanneso e, in seguito ad emigrazioni, Diocesi nell'Europa Centrale, Occidentale, nelle Americhe, in Pakistan e Giappone. Infine, fanno capo al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli gli ortodossi di tutto il mondo, in quei territori non soggetti alla diretta giurisdizione degli altri Patriarcati ortodossi.

  La sede del Patriarcato è stata per secoli accanto alla Cattedrale di Santa Sofia. Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, è stata trasferita in altri quartieri di Istanbul, e si trova dal 1601 nel quartiere di Fanar.

  La Chiesa Patriarcale di San Giorgio, del 1720, sorge accanto al Patriarcato. L'edificio sacro sprovvisto di cupola, secondo la regola stabilita dagli Ottomani dopo la conquista della Città, essendo la cupola ritenuta appannaggio esclusivo delle moschee e degli edifici legati alla tradizione islamica, custodisce le reliquie di alcune della più venerate sante dell'Antica Costantinopoli, come Eufemia di Calcedonia e parte delle reliquie dei Santi Gregorio il Teologo e Giovanni Crisostomo consegnate da Giovanni Paolo II al Patriarca Bartolomeo I nel novembre 2004.

  Alle 19:30, il Santo Padre Benedetto XVI e Sua Santità Bartolomeo I hanno partecipato ad un servizio di preghiera nella Chiesa patriarcale.

  Dopo un discorso del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Benedetto XVI ha detto alcune parole.

  "Mi è di grande gioia essere fra di voi, fratelli in Cristo, in questa Chiesa Cattedrale" - ha detto Papa Benedetto XVI - "mentre preghiamo insieme il Signore e ricordiamo gli importanti eventi che hanno sostenuto il nostro impegno per lavorare alla piena unità di cattolici e ortodossi. Desidero, anzitutto, ricordare la coraggiosa decisione di rimuovere la memoria degli anatemi del 1054".

  Sottolineando che "le nuove relazioni fra le Chiese di Roma e  Costantinopoli si sono sviluppate sul fondamento del reciproco amore", il Santo Padre ha affermato: "Segni di questo amore sono stati evidenti in numerose dichiarazioni di impegno condiviso e di molti gesti colmi di significato".

  "Mi rallegro, inoltre" - ha proseguito il Pontefice - "di essere in questa terra così strettamente collegata con la fede cristiana, dove molte Chiese fiorirono nei tempi antichi. Penso alle esortazioni di San Pietro alle primitive comunità cristiane 'nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia', e la ricca messe di martiri, di teologi, di pastori, di monaci, e di santi uomini e donne che queste Chiese hanno generato attraverso i secoli".

  San Gregorio di Nazianzo e San Giovanni Crisostomo, ha aggiunto il Papa, le cui reliquie riposano nella Basilica di San Pietro in Vaticano, e parte nella Cattedrale di San Giorgio, "sono degni intercessori per noi davanti al Signore".

  "In questa parte del mondo orientale si sono tenuti i sette Concili Ecumenici che Ortodossi e Cattolici riconoscono come autorevoli per la fede e la disciplina della Chiesa. Essi costituiscono permanenti pietre miliari e guide lungo il cammino verso la piena unità".

  Il Papa ha concluso il suo breve discorso con l'auspicio: "Che questo incontro rafforzi il nostro mutuo affetto e rinnovi il nostro comune impegno a perseverare nell'itinerario che porta alla riconciliazione e alla pace delle Chiese".

  Al termine della cerimonia, Benedetto XVI si è diretto alla "Casa Roncalli", residenza e sede della Delegazione Apostolica in Turchia, dove il Delegato Apostolico Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, soggiornò dal 1935 al 1944.
PV-TURCHIA/PATRIARCATO ECUMENICO/ISTANBUL      VIS 20061130 (630)


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