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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 1 dicembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 1 DIC. 2006 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Padre Manuel António Mendes dos Santos, C.M.F., Vescovo di São Tomé e Principe (superficie: 1.000; popolazione: 140.000; cattolici: 103.000; sacerdoti: 12; religiosi: 39), São Tomé e Principe. Il Vescovo eletto, finora Superiore Provinciale della Congregazione dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria, è nato nel 1960 a São Joanhinho (Portogallo), ha emesso la prima professione religiosa nel 1980, quella perpetua nel 1983 ed è stato ordinato sacerdote nel 1985. Il Vescovo Mendes dos Santos succede al Vescovo Abílio Rodas de Sousa Ribas, C.S.Sp., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Reverendo Emílio Sumbelelo, Vescovo Coadiutore della Diocesi di Uije (superficie: 63.467; popolazione: 1.295.555; cattolici: 572.500; sacerdoti: 49; religiosi: 92), Angola. Il Vescovo eletto, finora Vicario Giudiziale della Diocesi di Benguela (Angola), è nato nel 1964 a Cubal (Angola) ed è stato ordinato sacerdote nel 1991.
NER:RE:NEC/.../DOS SANTOS:RIBAS:SUMBELELO               VIS 20061201 (180)


INTENZIONI DI PREGHIERA DEL PAPA PER IL MESE DI DICEMBRE


CITTA' DEL VATICANO, 1 DIC. 2006 (VIS). L'intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI per il mese di dicembre è la seguente: "Perché Cristo, mite e umile di cuore, ispiri ai responsabili delle nazioni un uso saggio e responsabile del potere".

  L'intenzione Missionaria è la seguente: "Perchè in ogni parte del mondo i missionari vivano con gioia ed entusiasmo la loro vocazione nella fedele sequela di Cristo".
BXVI-INTENZIONI PREGHIERA/DICEMBRE/…                       VIS 20061201 (90)


TELEGRAMMA CORDOGLIO DEL PAPA VITTIME CICLONE FILIPPINE


CITTA' DEL VATICANO, 1 DIC. 2006 (VIS). Il Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B., Segretario di Stato, ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio, a nome del Santo Padre, al Nunzio Apostolico nelle Filippine, Arcivescovo Fernando Filoni, per le vittime del ciclone abbattutosi ieri sulle Isole Filippine, che ha causato numerose vittime.

 "Profondamente rattristato dall'apprendere della tragica perdita di vite umane nel ciclone che ha colpito le Filippine orientali, Sua Santità Papa Benedetto XVI" - scrive il Porporato - "assicura tutte le persone colpite della sua vicinanza nella preghiera. Il Santo Padre raccomanda i defunti all'amorevole misericordia di Dio Onnipotente ed invoca sulle famiglie in lutto e su tutti i feriti la forza e la consolazione divina. Sua Santità prega anche per quanti si adoperano nei soccorsi e per tutti coloro che offrono assistenza alle vittime del disastro, incoraggiandoli a perseverare nei loro sforzo di portare soccorso e sostegno".
TGR/CICLONE FILIPPINE/BERTONE                               VIS 20061201 (160)


DOMENICA NUCLEO PRIMORDIALE DELL'ANNO LITURGICO

CITTA' DEL VATICANO, 1 DIC. 2006 (VIS). È stato reso pubblico, questa mattina, il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI al Cardinale Francis Arinze, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, in occasione della Giornata di Studio che il Dicastero dedica oggi al tema: "La Messa domenicale per la santificazione del popolo cristiano".

  Nel testo, datato 27 novembre, il Papa ricorda che la Giornata odierna si celebra nell'anniversario della promulgazione della Costituzione "Sacrosanctum Concilium", dopo le Giornate precedenti dedicate al Martirologio Romano ed alla Musica Sacra.

  "La domenica" - scrive il Pontefice - "rimane il fondamento germinale e, insieme, il nucleo primordiale dell'anno liturgico, che attinge la sua origine dalla risurrezione di Cristo (...). La domenica è allora, per così dire, un frammento di tempo pervaso di eternità, perché la sua alba ha visto il Crocifisso risuscitato entrare vittorioso nella vita eterna".

  "Per i primi cristiani la partecipazione alle celebrazioni domenicali costituiva la naturale espressione della loro appartenenza a Cristo, della comunione al suo Corpo mistico, nella gioiosa attesa del suo ritorno glorioso".

  "Quanto più oggi va ribadita la sacralità del giorno del Signore e la necessità di partecipare alla Messa domenicale!" - esclama il Papa - "Il contesto culturale in cui viviamo, segnato spesso dall'indifferenza religiosa e dal secolarismo che offusca l'orizzonte del trascendente, non deve far dimenticare che il Popolo di Dio, nato dall'Evento pasquale, ad esso deve ritornare come ad inesauribile sorgente, per comprendere sempre meglio i tratti della propria identità e le ragioni della propria esistenza".

  "La domenica non è stata scelta dalla comunità cristiana, bensì dagli Apostoli, ed anzi da Cristo stesso" - spiega il Pontefice - "il quale in quel giorno 'il primo giorno della settimana', risorse ed apparve ai discepoli, rinnovando l'apparizione 'otto giorno dopo'. (...) In ogni Celebrazione eucaristica domenicale si attua la santificazione del popolo cristiano, fino alla domenica senza tramonto, giorno del definitivo incontro di Dio con le sue creature".

  Benedetto conclude il Messaggio auspicando che la Giornata "contribuisca al recupero del senso cristiano della domenica nell'ambito della pastorale e nella vita di ogni credente".
MESS/DOMENICA/ARINZE                           VIS 20061201 (360)


CHIESA CHIEDE VIVERE LIBERAMENTE PER ANNUNCIARE CRISTO

CITTA' DEL VATICANO, 1 DIC. 2006 (VIS). Alle 8:30 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa nella Cattedrale latina dello Spirito Santo di Istanbul, alla quale hanno partecipato fedeli delle varie comunità della città e di diversi riti della Chiesa cattolica. Erano presenti anche il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I, il Patriarca Armeno Apostolico, Sua Beatitudine Mesrob II, il Metropolita Siro-Ortodosso, Filuksinos Yusuf Cetin ed i Rappresentanti delle Chiese protestanti presenti in Turchia.

  La Cattedrale latina dello Spirito Santo fu aperta al culto nel luglio del 1846. Presso l'Altare sono custodite le reliquie di alcuni santi, fra cui quelle di San Lino, Papa e martire (67-69), successore dell'Apostolo Pietro. Nel 1884 Papa Leone XIII donò alla Cattedrale una reliquia di San Giovanni Crisostomo e, nel maggio 1989, la Cattedrale fu affiliata alla Basilica Vaticana.

  All'interno del cortile della Cattedrale vi è una statua di Benedetto XV (1914-1922), eretta dai turchi nel 1919, a ricordo del suo impegno in favore delle vittime turche della guerra del 1915-18, che reca la scritta: "Al grande Pontefice della tragedia mondiale, Benedetto XV, benefattore dei popoli, senza distinzione di nazionalità o religione, in segno di riconoscenza, l'Oriente".

  Hanno visitato la Cattedrale dello Spirito Santo Papa Paolo VI, nel 1967, con il Patriarca Ecumenico Athenagoras ed il Papa Giovanni Paolo II, nel 1979, con il Patriarca Ecumenico Dimitrios I.

  Prima dell'inizio della Santa Messa, il Santo Padre ha benedetto nel cortile della Cattedrale una statua del Beato Giovanni XXIII, che sarà custodita in una chiesa del luogo, ed ha liberato tre colombe bianche.

  Nella celebrazione della Santa Messa votiva dello Spirito Santo, sono state usate le lingue: latina, turca, francese, tedesca, siriaca, araba e spagnola. Agli Armeni sono stati riservati il canto d'ingresso e il "Sanctus", ai Caldei, il Salmo responsoriale e il canto di offertorio in lingua aramaica ed ai Siri la proclamazione del Vangelo.

  Nell'omelia, Papa Benedetto XVI ha ricordato con San Paolo che: "lo Spirito è la sorgente permanente della nostra fede e della nostra unità. Egli suscita in noi la vera conoscenza di Gesù e pone sulle nostre labbra le parole della fede affinché noi possiamo riconoscere il Signore".

  "Manifestare lo Spirito, vivere secondo lo Spirito" - ha proseguito il Pontefice - "non significa vivere soltanto per sé, ma vuol dire imparare a conformarsi costantemente allo stesso Cristo Gesù, divenendo alla sua sequela servitore dei propri fratelli. Ecco un insegnamento molto concreto per ciascuno di noi, Vescovi, chiamati dal Signore a condurre il suo popolo facendoci servitori sulle sue orme".

  Il Papa ha ribadito che la Chiesa "ha ricevuto il compito di annunciare il suo Vangelo fino ai confini della terra, vale a dire di trasmettere agli uomini e alle donne di questo tempo una buona novella che non solo illumina ma cambia la loro vita, fino a passare e vincere la morte stessa. Questa Buona Novella non è soltanto una Parola, ma è una Persona, Cristo stesso, risorto, vivo!".

  "La missione della Chiesa non consiste nel difendere poteri, né ottenere ricchezze; la sua missione è di donare Cristo, di partecipare la Vita di Cristo, il bene più prezioso dell'uomo che Dio stesso ci dà nel suo Figlio".

  "Sapete bene che la Chiesa non vuole imporre nulla a nessuno" - ha sottolineato il Papa - "e che chiede semplicemente di poter vivere liberamente per rivelare Colui che essa non può nascondere, Cristo Gesù che ci ha amati fino alla fine sulla Croce e che ci ha dato il suo Spirito (...). Siate sempre aperti allo Spirito di Cristo e, pertanto, siate attenti a quelli che hanno sete di giustizia, di pace, di dignità, di considerazione per essi stessi e per i loro fratelli".

  "Fratelli e Sorelle, affidiamo in questo momento il nostro desiderio di servire il Signore alla Vergine Maria, Madre di Dio e Serva del Signore. (...) Insieme con Lei preghiamo ora Cristo Signore: Invia il tuo Spirito Santo, Signore, su tutta la Chiesa; che Egli abiti ciascuno dei suoi membri e che faccia di loro messaggeri del tuo Vangelo!".

  Al termine della Santa Messa, il Papa ha pronunciato alcune parole di saluto e di ringraziamento "per la comprensione e la pazienza dimostrate" in questi giorni e "per l'accoglienza davvero calorosa che mi è stata riservata, anche perché so che la mia presenza ha creato non pochi disagi alla vita quotidiana delle persone e della città".

  Infine il Papa ha raggiunto l'aeroporto di Istanbul, dove ha preso congedo dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, dal Patriarca Armeno Apostolico, dal Metropolita Siro-Ortodosso, e dai Membri della Conferenza Episcopale Turca. Prima di salire a bordo dell'aereo, il Papa ha ricevuto il saluto del Governatore della Regione, del Comandante militare e del Sindaco di Istanbul.
PV-TURCHIA/MESSA:CONGEDO/ISTANBUL                   VIS 20061201 (770)


CURARE FERITE SEPARAZIONE E RICOSTRUIRE UNITÀ CRISTIANI

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2006 (VIS). Al termine della visita al Museo di Santa Sofia e alla Moschea Blu, dove ha condiviso con il Gran Mufti un momento di raccoglimento, il Papa Benedetto XVI è giunto al Patriarcato Armeno Apostolico di Istanbul, che è sotto la giurisdizione del Catholicos di Etchmiadzin, Sua Santità Karekin II, per assistere alla Celebrazione della Parola nella Cattedrale della Santa Madre di Dio. 

  Papa Benedetto XVI è stato accolto da Sua Beatitudine il Patriarca Mesrob II, il quale già a capo di una processione, ha accompagnato il Papa e il Seguito all'interno della Cattedrale di Santa Maria. Al termine della preghiera e del discorso del Patriarca, il Santo Padre ha rivolto ai presenti un breve discorso.

  "Con grande affetto saluto l'intera comunità armena apostolica" - ha detto Benedetto XVI - "a cui Ella presiede come pastore e padre spirituale. Estendo il mio saluto fraterno anche a Sua Santità Karekin II, Catholicos della Santa Etchmiadzin, e alla gerarchia della Chiesa Armena Apostolica. Rendo grazie a Dio per la fede e la testimonianza cristiana del popolo armeno, trasmesse da una generazione all'altra, spesso in circostanze davvero tragiche come quelle sperimentate durante il secolo passato".

  "Il nostro incontro è ben più che un semplice gesto di cortesia ecumenica e di amicizia." - ha sottolineato il Papa - "È un segno della nostra speranza condivisa nelle promesse di Dio e del nostro desiderio di vedere adempiuta la preghiera che Gesù elevò per i suoi discepoli alla vigilia della sua passione e morte: 'Perché tutti siano una cosa sola'. (...) Le tragiche divisioni che, lungo il tempo, sono sorte fra i seguaci di Cristo contraddicono apertamente alla volontà del Signore, sono di scandalo al mondo e danneggiano la santissima causa della predicazione del Vangelo a ogni creatura. Proprio mediante la testimonianza della propria fede e del proprio amore, i cristiani sono chiamati ad offrire un segno raggiante di speranza e di consolazione a questo mondo, così segnato da conflitti e da tensioni".

  "Dobbiamo perciò continuare a fare tutto il possibile per curare le ferite della separazione ed affrettare l'opera di ricostruzione dell'unità dei cristiani" - ha affermato Benedetto XVI elevando "un sentito grazie al Signore per la sempre più profonda relazione fraterna sviluppatasi fra la Chiesa Apostolica Armena e la Chiesa Cattolica".

  A conclusione del suo discorso il Papa ha citato le parole del Dottore della Chiesa Armena del XIII secolo Nerses di Lambron: "'Ora, poiché tutti abbiamo bisogno della pace con Dio, facciamo sì che l'armonia tra fratelli ne sia il fondamento'. Queste parole di Nerses non hanno perduto niente del loro potere" - ha concluso il Pontefice esortando a continuare "a pregare insieme per l'unità di tutti i cristiani, così che, ricevendo tale dono dall'alto con cuori disponibili, noi possiamo essere testimoni sempre più convincenti della verità del Vangelo e migliori servitori della missione della Chiesa".

  Al termine della cerimonia è stata svelata una lapide a forma di croce armena con iscrizioni in lingua latina ed armena a ricordo della visita alla Cattedrale dei tre Pontefici Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
PV-TURCHIA/PATRIARCATO ARMENO/MESROB               VIS 20061201 (510)


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