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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 11 dicembre 2006

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 11 DIC. 2006 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Gabriel Mbilingi, C.S.Sp., finora Vescovo di Lwena (Angola), Arcivescovo Coadiutore dell'Arcidiocesi di Lubango (superficie: 118.000; popolazione: 3.085.651; cattolici: 1.604.539; sacerdoti: 83; religiosi: 255), Angola.

- Ha accettato la rinuncia all'ufficio di Ausiliare dell'arcidiocesi di Melbourne(Australia), presentata dal Vescovo Joseph Peter O'Connell, per raggiunti limiti d'età.

  Sabato 9 dicembre è stato reso noto che il Santo Padre ha nominato il Vescovo Marcel Madila Basanguka, Arcivescovo di Kananga (superficie: 33.000; popolazione: 2.264.000; cattolici: 1.363.000; sacerdoti: 123; religiosi: 345), Repubblica Democratica del Congo. L'Arcivescovo eletto è stato finora Ausiliare della medesima Arcidiocesi.
NEC:RE:NER/.../MBILINGI:O'CONNELL:BASANGUKA         VIS 20061211 (110)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 11 DIC. 2006 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate sette Presuli della Conferenza Episcopale Italiana, Regione Calabria, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Vittorio Luigi Mondello, di Reggio Calabria-Bova.

    - L'Arcivescovo Antonio Ciliberti, di Catanzaro-Squillace.

    - L'Arcivescovo Salvatore Nunnari, di Cosenza-Bisignano.

    - Il Vescovo Domenico Tarcisio Cortese, O.F.M., di Mileto-Nicotera-Tropea.

    - Il Vescovo Luciano Bux, di Oppido Mamertina-Palmi.

    - L'Arcivescovo Santo Marcianò, di Rossano-Cariati.

    - Il Monsignore Francesco Frandina,  Amministratore Apostolico di Crotone-Santa Severina.

  Sabato 9 dicembre il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Sei Presuli della Conferenza Episcopale Italiana, Regione Lazio, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - Il Vescovo Delio Lucarelli, di Rieti.

    - Il Vescovo Luca Brandolini, C.M., di Sora-Aquino-Pontecorvo.

    - Il Vescovo Giovanni Paolo Benotto, di Tivoli.

    - Il Vescovo Lorenzo Chiarinelli, di Viterbo.

    - Il Vescovo Fabio Bernardo D'Onorio, O.S.B., Abate Ordinario di Montecassino.

    - Il Padre Emiliano Fabbricatore, O.S.B.I., Archimandrita dell'Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata.

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AL:AP/.../...                                       VIS 20061211 (180)

CONCLUSIONE SCAVI BASILICA SAN PAOLO FUORI LE MURA

CITTA' DEL VATICANO, 11 DIC. 2006 (VIS). Questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione di lavori che hanno portato alla luce il sarcofago di San Paolo nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura.

  Alla Conferenza Stampa hanno partecipato il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Arciprete della Basilica di San Paolo, l'Archeologo Dottor Giorgio Filippi e l'Ingegner Pier Carlo Visconti, Delegato per l'amministrazione della Basilica di San Paolo fuori le Mura.

  Il Cardinale Cordero Lanza di Montezemolo si è soffermato sui seguenti punti: la nuova denominazione delle quattro Basiliche Maggiori Romane, che si chiameranno "Papali" e non più "Patriarcali"; del programma di riordinamento del complesso di San Paolo fuori le Mura, comprendente il progetto di stabilire un percorso pedonale per pellegrini e visitatori che permetta di definire un'area museale col chiostro e alcune parti all'intorno; i lavori intorno alla tomba di San Paolo e la collocazione di una lastra trasparente a pavimento per vedere i resti dell'abside costantiniana.

  Il Dottor Giorgio Filippi ha affermato a sua volta che "è un dato incontrovertibile nella tradizione storica" che "la Basilica di San Paolo fosse sorte sulla tomba dell'Apostolo", mentre "l'identificazione del sepolcro originario è una questione rimasta aperta".

  "La Cronaca del Monastero" - ha proseguito l'Archeologo Filippi - "parla di un grande sarcofago marmoreo rinvenuto durante i lavori di ricostruzione della Basilica dopo l'incendio del 1823, nell'area della Confessione, sotto due lastre iscritte PAVLO APOSTOLO MART(YRI), di cui però non esiste traccia nella documentazione di scavo, a differenza degli altri sarcofagi che furono scoperti e rilevati nella stessa occasione".

  "Le indagini archeologiche nell'area tradizionalmente considerata il luogo di sepoltura dell'Apostolo, iniziate nel 2002 e terminate il 22 settembre 2006, hanno permesso di riportare alla luce un importante contesto stratificato, formato dall'abside della basilica costantiniana, inglobata nel transetto dell'edificio dei Tre Imperatori: sul pavimento di quest'ultimo, sotto l'altare papale, è stato riscoperto quel grande sarcofago del quale si erano perse le tracce e che veniva considerato fin dall'epoca teodosiana la Tomba di San Paolo".
OP/SAN PAOLO FUORI LE MURA/...                       VIS 20061211 (360)


TELEGRAMMA CORDOGLIO SCOMPARSA CARDINALE PAPPALARDO


CITTA' DEL VATICANO, 11 DIC. 2006 (VIS). Di seguito riportiamo il testo del telegramma di cordoglio che il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire al Cardinale Salvatore De Giorgi, Arcivescovo di Palermo (Italia), per la morte, avvenuta ieri, all'età di 88 anni, del suo predecessore alla medesima sede, Cardinale Salvatore Pappalardo.

  "Ho appreso con dolore la mesta notizia della scomparsa del Signor Cardinale Salvatore Pappalardo, Arcivescovo emerito di Palermo, e nell'elevare fervide preghiere a Dio perché conceda il riposo eterno a questo zelante e generoso Pastore, mi unisco spiritualmente al cordoglio di codesta comunità diocesana dove egli esercitò con sollecitudine il ministero episcopale. Ricordo con ammirazione la sua feconda e molteplice attività apostolica animata dal desiderio di annunciare Cristo e di accompagnare con il suo illuminato magistero il cammino di crescita morale e culturale della società palermitana. Nell'esprimere le mie sentite condoglianze ai familiari del compianto Porporato, a Lei, al presbiterio, alle comunità religiose ed a tutti i fedeli di codesta cara Arcidiocesi, di cuore imparto la confortatrice Benedizione Apostolica, quale segno di fede e di speranza cristiana nel Signore Risorto".
TGR/MORTE PAPPALARDO/DE GIORGI                   VIS 20061211 (200)


PARROCCHIA FARO CHE IRRADIA LUCE DELLA FEDE

CITTA' DEL VATICANO, 10 DIC. 2006 (VIS). Alle 9:00 di questa mattina, Seconda Domenica di Avvento, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita pastorale alla Parrocchia di Santa Maria Stella dell'Evangelizzazione al Torrino (Nord), nel settore Sud della Diocesi di Roma, per la Celebrazione della Santa Messa e la Dedicazione della nuova Chiesa.

   "Questa parrocchia viene inaugurata durante il periodo di Avvento" - ha ricordato Benedetto XVI nell'omelia - "che ormai da sedici anni, la Diocesi di Roma dedica alla sensibilizzazione e alla raccolta di fondi per la realizzazione delle nuove chiese nelle periferie della città. Essa si va ad aggiungere agli oltre cinquanta complessi parrocchiali già realizzati in questi anni grazie allo sforzo economico del Vicariato, al contributo di tanti fedeli e all'attenzione delle autorità civili".

  "Chiedo a tutti i fedeli e cittadini di buona volontà di proseguire in questo impegno con generosità, affinché i quartieri che ancora ne sono privi possano avere al più presto la sede della loro parrocchia".

  "Soprattutto nel nostro contesto sociale largamente secolarizzato, la parrocchia è un faro che irradia la luce della fede" - ha sottolineato il Pontefice - "e viene incontro così ai desideri più profondi e veri del cuore dell'uomo, dando significato e speranza alla vita delle persone e delle famiglie".

  "La vostra comunità è viva e giovane!" - ha esclamato il Papa - "Giovane per la sua fondazione, avvenuta nel 1989, e ancor più per l'effettivo inizio delle sue attività. Giovane perché in questo quartiere del Torrino Nord è giovane la grande maggioranza delle famiglie e sono quindi numerosi i bambini e i ragazzi. Alla vostra comunità, pertanto, compete l'arduo e affascinante compito di educare i propri figli alla vita e alla gioia della fede. Confido che insieme, in spirito di sincera comunione, vi impegnerete nella preparazione ai sacramenti dell'iniziazione cristiana e aiuterete i vostri ragazzi, (...), a crescere nell'amore e nella fedeltà al Signore".

  Spiegando il significato dell'edificio sacro, Benedetto XVI ha affermato che: "L'edificio della chiesa esiste perché la Parola di Dio possa essere ascoltata, spiegata e compresa in mezzo a noi; esiste, perché la Parola di Dio operi fra noi come forza che crea giustizia ed amore".

  "La chiesa esiste" - ha detto ancora il Pontefice - "perchè in essa incontriamo Cristo, il Figlio del Dio vivente. Dio ha un volto. Dio ha un nome. In Cristo, Dio si è fatto carne e si dona a noi nel mistero della santissima Eucaristia".

  "La Parola è carne. Si dona a noi sotto le apparenze del pane e diventa così veramente il Pane di cui viviamo. Noi uomini viviamo della Verità. Questa Verità è Persona: essa ci parla e noi parliamo ad essa. La chiesa è il luogo d'incontro con il Figlio del Dio vivente e così è il luogo d'incontro tra di noi. È questa la gioia che Dio ci dà: che Egli si è fatto uno di noi, che noi possiamo quasi toccarlo e che Egli vive con noi. La gioia di Dio realmente è la nostra forza".

  "Così il Vangelo finalmente ci introduce nell'ora che stiamo oggi vivendo. Ci conduce verso Maria, che qui onoriamo come Stella dell'Evangelizzazione. (...) Maria ci dice, per quale scopo esistono gli edifici delle chiese: esistono perché dentro di noi si faccia spazio alla Parola di Dio; perché dentro di noi e per mezzo di noi la Parola possa anche oggi farsi carne".

  Papa Benedetto XVI ha compiuto finora due visite pastorali alla parrocchie di Roma: il 18 dicembre dello scorso anno, alla Parrocchia di Santa Maria Consolatrice a Casalbertone, sua chiesa titolare dal 1977 al 1993, e alla Parrocchia di Dio Padre Misericordioso nel settore Est della Diocesi di Roma, il 26 marzo 2006.
HML/MARIA STELLA EVANGELIZZAZIONE/...               VIS 20061211 (550)


RICONOSCERE PRESENZA COMUNITARIA PUBBLICA RELIGIONE

CITTA' DEL VATICANO, 9 DIC. 2006 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti al 56° Congresso nazionale di studio, dedicato al tema: "La laicità e le laicità", promosso dall'Unione dei Giuristi Cattolici Italiani, in corso in questi giorni a Roma.

  L'origine del concetto di laicità, ha detto il Papa, indicava la "condizione del semplice fedele cristiano, non appartenente né al clero né allo stato religioso" e "durante il Medioevo ha rivestito il significato di opposizione tra i poteri civili e le gerarchie ecclesiastiche, e nei tempi moderni ha assunto quello di esclusione della religione e dei suoi simboli dalla vita pubblica mediante il loro confinamento nell'ambito del privato e della coscienza individuale. È avvenuto così che al termine di laicità sia stata attribuita un'accezione ideologica opposta a quella che aveva all'origine".

  Ponendo l'accento sul fatto che la laicità viene oggi comunemente intesa come "totale separazione tra lo Stato e la Chiesa, non avendo quest'ultima titolo alcuno ad intervenire su tematiche relative alla vita e al comportamento dei cittadini"; anzi "la laicità comporterebbe addirittura l'esclusione dei simboli religiosi dai luoghi pubblici destinati allo svolgimento delle funzioni proprie della comunità politica", Benedetto XVI ha rilevato che oggi in tale contesto si parla di "pensiero laico, di morale laica, di scienza laica, di politica laica. In  effetti,  alla base di tale concezione c'è una visione a-religiosa della vita, del pensiero e della morale: una visione, cioè, in cui non c'è posto per Dio, per un Mistero che trascenda la pura ragione, per una legge morale di valore assoluto, vigente in ogni tempo e in ogni situazione".

  "È compito, allora, di tutti i credenti, in particolare dei credenti in Cristo, contribuire ad elaborare un concetto di laicità che, da una parte, riconosca a Dio e alla sua legge morale, a Cristo e alla sua Chiesa il posto che ad essi spetta nella vita umana, individuale e sociale, e, dall'altra, affermi e rispetti la 'legittima autonomia delle realtà terrene'".

  Ricordando che ogni intervento diretto della Chiesa nella vita politica "sarebbe un'indebita ingerenza" - il Papa ha ribadito anche che "la 'sana laicità' comporta che lo Stato non consideri la religione come un semplice sentimento individuale, che si potrebbe confinare al solo ambito privato. Al contrario, la religione, (...) va riconosciuta come presenza comunitaria pubblica. Questo comporta inoltre che a ogni Confessione religiosa (purché non in contrasto con l'ordine morale e non pericolosa per l'ordine pubblico) sia garantito il libero esercizio delle attività di culto - spirituali, culturali, educative e caritative - della comunità dei credenti".

  "Alla luce di queste considerazioni" - ha proseguito il Pontefice - "non è certo espressione di laicità, ma sua degenerazione in laicismo, l'ostilità a ogni forma di rilevanza politica e culturale della religione; alla presenza, in particolare, di ogni simbolo religioso nelle istituzioni pubbliche. Come pure non è segno di sana laicità il rifiuto alla comunità cristiana, e a coloro che legittimamente la rappresentano, del diritto di pronunziarsi sui problemi morali che oggi interpellano la coscienza di tutti gli esseri umani, in particolare dei legislatori e dei giuristi".

  "Non si tratta, infatti," - ha spiegato il Pontefice - "di indebita ingerenza della Chiesa nell'attività legislativa, propria ed esclusiva dello Stato, ma dell'affermazione e della difesa dei grandi valori che danno senso alla vita della persona e ne salvaguardano la dignità. Questi valori, prima di essere cristiani, sono umani, tali perciò da non lasciare indifferente e silenziosa la Chiesa, la quale ha il dovere di proclamare con fermezza la verità sull'uomo e sul suo destino".

  Il Papa ha concluso il suo discorso sottolineando che è compito dei cristiani "far comprendere che la legge morale dataci da Dio, e che si manifesta a noi con la voce della coscienza, ha lo scopo, non di opprimerci, ma di liberarci dal male e di renderci felici. Si tratta di mostrare che senza Dio l'uomo è perduto e che l'esclusione della religione dalla vita sociale, in particolare la marginalizzazione del cristianesimo, mina le basi stesse della convivenza umana. Prima di essere di ordine sociale e politico, queste basi infatti sono di ordine morale".
AC/LAICITÀ/...                                   VIS 20061211 (700)


EUROPA TRAGGA NUOVA LINFA ANTICHE RADICI CRISTIANE

CITTA' DEL VATICANO, 8 DIC. 2006 (VIS). Nel primo pomeriggio di oggi, Solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, il Papa si è recato in autovettura panoramica a Piazza di Spagna, per il tradizionale omaggio alla statua dell'Immacolata. Lungo il percorso che ha compiuto in piedi nell'autovettura panoramica, Papa Benedetto XVI ha salutato le migliaia di persone che affollavano le strade adiacenti.

  All'arrivo al monumento dell'Immacolata, una colonna sulla cui cima è collocata la statua della Vergine, di fronte alla sede dell'Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, il Papa ha benedetto un cesto di rose che è stato poi deposto ai piedi della colonna dell'Immacolata.

  "'Piena di grazia' Tu sei, Maria" - ha detto il Papa - "colma dell'amore divino dal primo istante della tua esistenza, provvidenzialmente predestinata ad essere la Madre del Redentore, ed intimamente associata a Lui nel mistero della salvezza (...). In Te brilla la dignità di ogni essere umano, che è sempre prezioso agli occhi del Creatore. Chi a Te volge lo sguardo, o Madre Tutta Santa, non perde la serenità, per quanto dure possano essere le prove della vita. Anche se triste è l'esperienza del peccato, che deturpa la dignità di figli di Dio, chi a Te ricorre riscopre la bellezza della verità e dell'amore, e ritrova il cammino che conduce alla casa del Padre".

  "'Piena di grazia' Tu sei, Maria, che accogliendo con il tuo 'sì' i progetti del Creatore ci hai aperto la strada della salvezza. Alla tua scuola, insegnaci a pronunciare anche noi il nostro 'sì' alla volontà del Signore. (...) Dacci il coraggio di dire 'no' agli inganni del potere, del denaro, del piacere; ai guadagni disonesti, alla corruzione e all'ipocrisia, all'egoismo e alla violenza. 'No' al Maligno, principe ingannatore di questo mondo. 'Sì' a Cristo, che distrugge la potenza del male con l'onnipotenza dell'amore. Noi sappiamo che solo cuori convertiti all'Amore, che è Dio, possono costruire un futuro migliore per tutti".

  "'Piena di grazia' Tu sei, Maria! Il tuo nome è per tutte le generazioni pegno di sicura speranza. Sì! Perché, come scrive il sommo poeta Dante, per noi mortali Tu 'sei di speranza fontana vivace' (Par., XXXIII, 12). A questa fonte, alla sorgente del tuo Cuore immacolato, ancora una volta veniamo pellegrini fiduciosi ad attingere fede e consolazione, gioia e amore, sicurezza e pace".

  "Vergine 'piena di grazia', mostraTi Madre tenera e premurosa per gli abitanti di questa tua città, perché l'autentico spirito evangelico ne animi ed orienti i comportamenti; mostraTi Madre e vigile custode per l'Italia e per l'Europa, affinché dalle antiche radici cristiane sappiano i popoli trarre nuova linfa per costruire il loro presente e il loro futuro; mostraTi Madre provvida e misericordiosa per il mondo intero, perché, nel rispetto dell'umana dignità e nel ripudio di ogni forma di violenza e di sfruttamento, vengano poste basi salde per la civiltà dell'amore".

  "MostraTi Madre specialmente per quanti ne hanno maggiormente bisogno: per gli indifesi, per gli emarginati e gli esclusi, per le vittime di una società che troppo spesso sacrifica l'uomo ad altri scopi e interessi. MostraTi Madre di tutti, o Maria, e donaci Cristo, la speranza del mondo! 'Monstra Te esse Matrem', o Vergine Immacolata, piena di grazia! Amen!".

  Lasciata Piazza di Spagna, il Santo Padre ha raggiunto la Basilica di Santa Maria Maggiore ove ha reso omaggio alla "Salus Populi Romani" e quindi è rientrato in Vaticano.
BXVI-OMAGGIO/IMMACOLATA/...                       VIS 20061211 (570)


ACCOGLIERE CON FEDE GESÙ NELLA NOSTRA VITA, COME MARIA


CITTA' DEL VATICANO, 8 DIC. 2006 (VIS). Alle ore 12.00 di oggi, Solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  L'Immacolata Concezione, ha detto il Papa, è "una delle feste della Beata Vergine più belle e popolari" ed ha ricordato che: "Maria non solo non ha commesso alcun peccato, ma è stata preservata persino da quella comune eredità del genere umano che è la colpa originale. E ciò a motivo della missione alla quale da sempre Dio l'ha destinata: essere la Madre del Redentore".

  Benedetto XVI ha spiegato che il fondamento biblico del dogma dell'Immacolata Concezione "si trova nelle parole che l'Angelo rivolse alla fanciulla di Nazareth: 'Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te'. "Piena di grazia" - nell'originale greco 'kecharitoméne' - è il nome più bello di Maria, nome che Le ha dato Dio stesso, per indicare che è da sempre e per sempre l'amata, l'eletta, la prescelta per accogliere il dono più prezioso, Gesù, 'l'amore incarnato di Dio'".

  "Possiamo domandarci: perché, tra tutte le donne, Dio ha scelto proprio Maria di Nazaret? La risposta è nascosta nel mistero insondabile della divina volontà. Tuttavia c'è una ragione che il Vangelo pone in evidenza: la sua umiltà. (...) Sì, Dio è stato attratto dall'umiltà di Maria, che ha trovato grazia ai suoi occhi. È diventata così la Madre di Dio, immagine e modello della Chiesa, eletta tra i popoli per ricevere la benedizione del Signore e diffonderla sull'intera famiglia umana".

  "Questa 'benedizione' non è altro che Gesù Cristo stesso. È Lui la Fonte della grazia, di cui Maria è stata colmata fin dal primo istante della sua esistenza. Ha accolto con fede Gesù e con amore l'ha donato al mondo. Questa è anche la nostra vocazione e la nostra missione, la vocazione e la missione della Chiesa: accogliere Cristo nella nostra vita e donarlo al mondo, 'perché il mondo si salvi per mezzo di Lui'".
ANG/IMMACOLATA CONCEZIONE/...                       VIS 20061211 (360)


ESPOSIZIONE "HABEMUS PAPAM" PALAZZO LATERANENSE


CITTA' DEL VATICANO, 7 DIC. 2006 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, nel Palazzo Apostolico Lateranense, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha inaugurato l'esposizione: "Habemus Papam. Le elezioni pontificie da San Pietro a Benedetto XVI".

  L'esposizione presenta una vasta selezione di opere d'arte provenienti da collezioni vaticane e romane, che, come ha sottolineato il Porporato, "è stata concepita in maniera che, se da una parte offre una visione il più possibile completa dell'evoluzione storica del conclave, dall'altra non manca di far risaltare la misteriosa azione di Dio che, con la sua provvidenza, guida il cammino della Chiesa, fondata su Pietro e sui suoi legittimi Successori".

  "Il valore eminente di questa mostra, che cade nel 500° anniversario della Basilica di San Pietro e dell'inizio dei Musei Vaticani" - ha proseguito il Cardinale Bertone - "sta nell'aiutare a comprendere che, pur attraverso circostanze talora segnate da umane fragilità e da interessi politici, a guidare la scelta dei Sommi Pontefici è sempre Lui, il Signore. Cristo, con la forza del suo Spirito, conduce la Chiesa affidandola al suo Vicario in terra, il Papa, 'Servo dei servi'. E il Papa, pure quando sembrano prevalere intrighi, sotterfugi e scontri, non è mai venuto meno alla sua missione".

  Il Segretario di Stato ha ricordato ancora che: "Pur con le sue ombre, la storia della Chiesa è dunque storia di fede, di amore e di zelo" e citando "le fasi e le procedure legate alla morte e alle esequie del Pontefice, al conclave, alla proclamazione del nuovo Papa e alle cerimonie della sua presa di 'possesso'", il Cardinale Bertone ha osservato che: "ci si rende conto di quanto sia grande il contributo dato da tanti ecclesiastici alla vita della Chiesa. Si riesce anche a percepire la partecipazione, carica di forte emozione spirituale, del popolo cristiano".

  Successivamente, riferendosi alle riforme che hanno portato all'attuale struttura del conclave nei secoli, il Cardinale Bertone ha riaffermato che: "Dalla Costituzione 'Ubi periculum' del 1274 ad oggi la preoccupazione è stata sempre quella di tener lontana da influenze esterne l'elezione di colui che Dio sceglie per guidare il suo popolo. Flabelli, tiare, troni, sedie gestatorie, cerimoniali e usi rispondenti a culture e abitudini di ieri, oggi, sono scomparsi. Resta però immutato ciò che è essenziale al ministero del Successore di Pietro e il conclave costituisce, al riguardo, un momento di eloquente importanza".
SS/ESPOSIZIONE PONTEFICI/BERTONE                   VIS 20061211 (400)


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