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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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martedì 20 febbraio 2007

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 20 FEB. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Cardinale Salvatore De Giorgi, Arcivescovo emerito di Palermo (Italia), Membro della Congregazione per i Vescovi.
NA/.../DE GIORGI                             VIS 20070220 (40)


INCONTRO CARDINALE POUPARD E SCEICCO SAYYED TANTAWI


CITTA' DEL VATICANO, 20 FEB. 2007 (VIS). Nella tarda mattinata di oggi la Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico il Comunicato che segue:

  "Sua Eminenza il Cardinale Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Presidente della Commissione per i Rapporti religiosi con i Musulmani e Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura è stato ricevuto oggi, 20 febbraio 2007, al Cairo, dallo Sceicco Mohamed Sayyed Tantawi, Grande Iman di Al-Azhar al-Sharif".

  "Accolto in un clima di grande cordialità, Sua Eminenza il Cardinale Paul Poupard ha trasmesso allo Sceicco Tantawi gli auguri di Sua Santità Benedetto XVI e l'invito del Papa ad incontrarlo a Roma, invito che è stato accettato con soddisfazione".

  "L'incontro tra le due personalità ha permesso di valutare il lavoro del 'Comitato misto per il Dialogo' stabilito tra il Comitato permanente di Al-Azhar per il Dialogo con le Religioni monoteiste e il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che tiene una riunione annuale, alternativamente al Cairo e a Roma, il 24 febbraio, in ricordo della visita di Papa Giovanni Paolo II ad Al-Azhar, il 24 febbraio 2000, così come i diversi aspetti dei rapporti tra cristiani e musulmani".

  "Il Cardinale Poupard incontrerà anche il Ministro della Religione, Dottor Hamdi Zaqzuq".
OP/DIALOGO INTERRELIGIOSO/POUPARD:TANTAWI        VIS 20070220 (220)


RISPOSTA ARTICOLO "THE TIMES" TESTO ANGLICANO-CATTOLICO


CITTA' DEL VATICANO, 20 FEB. 2007 (VIS). Oggi è stata resa pubblica una Nota a firma dell'Arcivescovo cattolico John Bathersby e del Vescovo anglicano David Beetge, entrambi Co-Presidenti della Commissione Internazionale Anglicano-Cattolica per l'Unità e la Missione (IARCCUM), in merito ad un articolo pubblicato ieri sul quotidiano londinese "The Times" relativo al Documento: "Crescere insieme nell'unità e nella missione", redatto dalla suddetta Commissione.

  "Il Documento 'Crescere insieme nell'unità e nella missione' non è stato ancora ufficialmente pubblicato" - si legge nella Nota - "Purtroppo il contenuto è stato prematuramente divulgato in un modo che ne fraintende le intenzioni e rende sensazionali le sue conclusioni. La prima parte del Documento, che tratta di questioni dottrinali, è un tentativo di sintetizzare il lavoro dell'ARCIC (Commissione Anglicana-Cattolica) negli ultimi 35 anni. Esso identifica il livello di accordo raggiunto dall'ARCIC, ma identifica anche molto chiaramente i punti tuttora di disaccordo, e solleva questioni ancora da affrontare nel dialogo. Tali questioni e punti di disaccordo sono sottolineati in sezioni evidenziate nel testo. È un Documento di grande onestà che offre una valutazione dello stato dei rapporti fra Anglicani e Cattolici nel momento attuale".

  "L'Articolo del 'The Times'" - si legge ancora nella Nota - "specula sulla risposta della Chiesa Cattolica ad un possibile scisma in seno alla Comunione Anglicana. È doveroso segnalare che il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani ha ricordato l'importanza che la Comunione Anglicana rimanga una comunione, radicata nella fede apostolica, come indicato nella Dichiarazione del 2004: 'È nostro sommo desiderio che la Comunione Anglicana rimanga unita, radicata nella fede storica che, come il dialogo e le nostre relazioni degli ultimi quaranta anni ci hanno dimostrato, noi condividiamo in numerosi aspetti".
.../IARCCUM/BATHERSBY:BEETGE                       VIS 20070220 (290)


COSCIENZA CRISTIANA E DIRITTO ALLA VITA


CITTA' DEL VATICANO, 20 FEB. 2007 (VIS). Alle ore 11:30 di questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Congresso Internazionale "La coscienza cristiana a sostegno del diritto alla vita", promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita, in programma in Vaticano, il 23 e 24 febbraio prossimo.

  Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Vescovo Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita; il Vescovo Anthony Fisher, Ausiliare dell'Arcidiocesi di Sydney (Australia) e Professore di Bioetica e Teologia Morale presso l'Istituto Giovanni Paolo II di Sydney; il Professor Monsignor Jean Laffitte, Vice-Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e Professore di Antropologia e di Spiritualità coniugale presso l'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia e la Professoressa Mónica López Barahona, Biologa, Professoressa di Bioetica e Direttore dell'Istituto di Bioetica presso l'Università Francisco de Vitoria di Madrid (Spagna).

  Il Vescovo Sgreccia ha precisato che nello scegliere il tema del Congresso di quest'anno la Pontificia Accademia per la Vita ha inteso "anzitutto sottolineare il ruolo della coscienza cristiana e l'urgenza della sua formazione nel contesto attuale" ed "indicare il fondamento, la specificità e i compiti di una 'coscienza' illuminata dalla fede, pur  nella necessità di un dialogo con il mondo laico e il pluralismo delle culture".

  Riguardo alla questione dell'obiezione di coscienza, tema che sarà affrontato nella seconda giornata di lavori del Congresso, il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita ha precisato che: "se accompagnata da amore di verità e ad ogni persona,  non è una fuga dalle responsabilità, ma al contrario un'assunzione di una testimonianza di aiuto. Oggi, in questo settore della vita e della sanità, si presenta tutta una serie di nuove fattispecie e situazioni dove i medici e altre figure collegate alla loro attività, sono chiamati a porre in atto l'istanza dell'obiezione".

  All'intervento del Vescovo Elio Sgreccia, ha fatto seguito l'intervento del domenicano Vescovo Anthony Fisher, che ha affrontato in primo luogo "la questione di cosa sia e non sia la coscienza, e quale autorità morale abbia la coscienza".

  "Il classico concetto cristiano di coscienza" - ha detto il Vescovo Fisher - "è quello della naturale percezione dei principi fondamentali della morale, delle loro applicazioni in particolari circostanze e il giudizio finale su ciò che si deve o si è dovuto fare. (...) La coscienza deve essere ben informata e ben formata".

  "Tratterò anche dell'autorità della Chiesa in quanto maestra della morale e formatrice/informatrice della coscienza, delle idee del 'Magistero', 'dell'assenso incondizionato della fede' e 'dell'assenso religioso' e del 'dissenso'. (...) Un conflitto fra la Chiesa in quanto maestra e la coscienza individuale è sempre possibile. Come risolverlo?".

  "Infine affronto la problematica di coloro che oppongono la coscienza al Magistero (...). Identifico due utili correnti del pensiero contemporaneo: la chiamata 'comunitaria' a pensare con la propria comunità morale e gli approcci della 'ragione pratica' verso la maturazione della coscienza. In questa prospettiva il Magistero 'non è una fonte esterna di pensiero morale al quale si oppone la coscienza privata: esso 'informa' la coscienza proprio come l'anima informa il corpo, conferendogli forma e direzione dal di dentro".

  Il Professor Monsignor Laffitte ha detto in merito al concetto di tolleranza che "Cessando di essere una espressione della classica virtù della prudenza e quindi di essere una virtù pratica, la tolleranza ideologica si è erta al rango di virtù teorica".

  La tolleranza ideologica - ha proseguito il Vice-Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, è "sempre legata ad una concezione individualistica della coscienza morale, vista come una monade autonoma nelle sue scelte: nel migliore dei casi, le norme recepite dall'autorità morale, dalla tradizione sociale, dalle istruzioni dell'autorità religiosa, saranno considerate come delle indicazioni, senza dubbio interessanti, o delle opinioni stimolanti per la riflessione; ma in ogni caso tali norme non coinvolgeranno il soggetto morale".

  La Professoressa Mónica López Barahona ha ricordato che: "L'uomo è un essere libero che definisce il suo comportamento e forgia la sua volontà in una serie di principi etici e religiosi. La lealtà a tali principi comporta il diritto e la necessità dell'obiezione di coscienza".

  "Siamo stati testimoni" - ha proseguito la Professoressa López Barahona - "di continue concessioni alla ricerca scientifica da parte del legislatore, concessioni che necessitano di solido ragionamento per presentare la consacrazione della bioetica mediante la legge, come protezione della persona, mentre tali concessioni rappresentano in realtà nuove esenzioni a favore della ricerca biomedica, senza considerare se essa tenga o meno in conto la piena dignità della vita umana".
OP/CONGRESSO ACCADEMIA VITA/SGRECCIA               VIS 20070220 (750)


CONCISTORO SU ALCUNE CAUSE DI CANONIZZAZIONE


CITTA' DEL VATICANO, 20 FEB. 2007 (VIS). Venerdì 23 febbraio 2007, alle ore 11:00, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, avrà luogo, durante la celebrazione dell'Ora Sesta, il Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione dei Beati:

- Giorgio Preca, maltese, Presbitero, Fondatore della "Societas Doctrinae Christianae" (M.U.S.E.U.M.).

- Simone da Lipnica, polacco, Presbitero dell'Ordine Francescano Frati Minori.

- Carlo di Sant'Andrea (Johannes Andreas Houben), olandese, Presbitero della Congregazione della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.

- Antonio de Santa Ana (Antonio Galvão de França), brasiliano, Presbitero dell'Ordine Frati Minori Alcantarini, Fondatore del Monastero delle Concezioniste "Recolhimento da luz".

- Marie-Eugènie de Jésus (Anna Eugenia Milleret de Brou), francese, Fondatrice dell'Istituto delle Suore dell'Assunzione della Beata Maria Vergine.
OCL/CAUSE CANONIZZAZIONE/...                       VIS 20070220 (120)


RISPOSTE DEL SANTO PADRE ALLE DOMANDE DEI SEMINARISTI


CITTA' DEL VATICANO, 20 FEB. 2007 (VIS). Alle 18:00 di sabato 17 febbraio, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita al Seminario Romano Maggiore in occasione della Festa della Madonna della Fiducia, Patrona del Seminario. Dopo l'indirizzo di omaggio del Rettore, il Papa ha risposto ad alcune domande rivolte da sei seminaristi presenti all'incontro, rese pubbliche nel pomeriggio di ieri.

  Gregorpaolo Stano, della Diocesi di Oria (Italia), ha chiesto al Papa come discernere la voce di Dio "tra le mille voci che risuonano dentro di noi".

  "Dio parla in diversissimi modi con noi. Parla per mezzo di altre persone, attraverso amici, i genitori, il parroco, i sacerdoti. Qui, i sacerdoti ai quali siete affidati, che vi guidano". Dio "parla, naturalmente e soprattutto, nella Sua Parola, nella Sacra Scrittura", che "è importante leggere (...) non come parola di un uomo o come un documento del passato, (...) ma come una Parola di Dio che è sempre attuale e parla con me".

  Papa Benedetto XVI ha sottolineato che: "Dio parla in molti modi con noi. È importante, da una parte, stare nel 'noi' della Chiesa, nel 'noi' vissuto nella Liturgia. È importante personalizzare questo 'noi' in me stesso, è importante essere attenti alle altre voci del Signore, lasciarci guidare anche da persone che hanno esperienza con Dio, per così dire, e ci aiutano in questo cammino, affinché questo 'noi' diventi il mio 'noi', e io, uno che realmente appartiene a questo 'noi'. Così cresce il discernimento e cresce l'amicizia personale con Dio, la capacità di percepire, nelle mille voci di oggi, la voce di Dio, che è presente sempre e parla sempre con noi".

  Claudio Fabbri, della Diocesi di Roma, ha chiesto come fosse articolata la vita del Santo Padre nel Seminario tedesco di Freising, nel periodo della formazione al sacerdozio e quali sono i punti cardine della formazione al sacerdozio.

  "Io penso che la nostra vita, nel nostro seminario di Freising, era articolata in modo molto simile al vostro (...). La Sacra Scrittura era l'anima del nostro studio teologico: abbiamo realmente vissuto con la Sacra Scrittura e imparato ad amarla, a parlare con essa. (...)  Un punto molto centrale era per noi la formazione liturgica (...), liturgia vissuta e celebrata e liturgia insegnata e pensata andavano insieme. Questi, insieme con la Sacra Scrittura, erano i punti scottanti della nostra formazione teologica. (...) Altro interesse era la letteratura (...). Un grande amore era anche la musica, come pure la bellezza della natura della nostra terra".

  Gianpiero Savino, della Diocesi di Taranto (Italia), ha domandato al Papa come fare a rispondere ad una vocazione così esigente come quella di pastori del popolo santo di Dio, avvertendo costantemente la nostra debolezza e incoerenza.

  "È bene riconoscere la propria debolezza" - ha risposto il Santo Padre - "perché così sappiamo che abbiamo bisogno della grazia del Signore. (...) Il Signore (...) ci fa sapere di essere venuto proprio per aiutarci nella nostra debolezza (...), di essere venuto a chiamare quelli che sanno di essere manchevoli (...). Questo mi sembra molto importante: riconoscere che abbiamo bisogno di una conversione permanente (...). Il cammino dopo la conversione rimane un cammino di conversione, (...) dove non mancano le grandi prospettive, le gioie, le luci del Signore, ma dove anche non mancano valli oscure, dove dobbiamo andare avanti con fiducia appoggiandoci alla bontà del Signore. E perciò è importante anche il sacramento della Riconciliazione. (...) Accettare la nostra fragilità, (...) e, mediante il sacramento della Riconciliazione, sempre di nuovo convertirci per un nuovo inizio e così crescere, maturare per il Signore, nella nostra comunione con Lui".

  "È importante, naturalmente" - ha sottolineato il Pontefice - "anche non isolarsi, non pensare di poter andare avanti da soli. Abbiamo proprio bisogno della compagnia di sacerdoti amici, anche di laici amici, che ci accompagnano, ci aiutano". Infine il Papa ha raccomandato di aver fiducia nel dono della perseveranza che "ci dà gioia, ci dà la certezza che siamo amati dal Signore e questo amore ci sostiene, ci aiuta e non ci lascia nelle nostre debolezze".

  Il bulgaro Dimov Koicio, della Diocesi di Nicopoli ad Istrum, ricordando che nel commento alla Via Crucis del 2005, l'allora Cardinale Ratzinger aveva parlato della "sporcizia che c'è nella Chiesa", del rischio "del carrierismo, del tentativo di arrivare in alto, di procurarsi una posizione mediante la Chiesa", ha domandato al Santo Padre come porsi davanti a queste problematiche nel modo più sereno e responsabile possibile.

  "Il Signore sa, sapeva fin dall'inizio" - ha risposto il Papa - "che nella Chiesa c'è anche il peccato e per la nostra umiltà è importante riconoscere questo e vedere il peccato non solo negli altri, nelle strutture, negli alti incarichi gerarchici, ma anche in noi stessi per essere così più umili ed imparare che non conta, davanti al Signore, la posizione ecclesiale, ma conta stare nel suo amore e far brillare il suo amore".

  Francesco Annesi, della Diocesi di Roma, ha chiesto al Pontefice come oggi il sacerdote, in un mondo che cerca ogni mezzo lecito o illecito per eliminare il dolore, può essere testimone del senso cristiano della sofferenza e come deve comportarsi dinanzi a chi soffre senza rischiare di essere retorico o patetico.

  "Dobbiamo riconoscere che è giusto fare il possibile per vincere le sofferenze dell'umanità e per aiutare le persone sofferenti - sono tante nel mondo - a trovare una vita buona e ad essere liberate dai mali che spesso causiamo noi stessi: la fame, le epidemie, ecc" - ha risposto Papa Benedetto XVI - "Ma, nello stesso tempo, riconoscendo questo dovere di lavorare contro le sofferenze causate da noi stessi, dobbiamo anche riconoscere e capire che la sofferenza è una parte essenziale per la nostra maturazione umana. (...) È vero che è sempre problematico se uno che sta più o meno in buona salute o in buone condizioni deve consolare un altro toccato da un grande male: sia malattia, sia perdita di amore. Davanti a questi mali che conosciamo tutti, quasi inevitabilmente tutto appare come solo retorico e patetico. Ma, direi, se queste persone possono sentire che noi siamo com-pazienti, che noi vogliamo portare con loro la Croce in comunione con Cristo, soprattutto pregando con loro, assistendo anche con un silenzio pieno di simpatia, di amore, aiutandoli in quanto possiamo, possiamo divenire credibili".

  Marco Ceccarelli, della Diocesi di Roma, prossimo all'ordinazione presbiterale, ha chiesto al Santo Padre quali consigli potesse dare per vivere al meglio l'inizio del ministero presbiterale.

  Il Papa ha sottolineato quanto importante sia "che sentiamo il bisogno di essere col Signore nell'Eucaristia, che non sia un dovere professionale ma sia realmente un dovere sentito interiormente, che non manchi mai l'Eucaristia. L'altro punto importante è prendersi il tempo per la Liturgia delle Ore e così per questa libertà interiore: con tutti i pesi che ci sono, essa ci libera e ci aiuta anche ad essere più aperti e a stare in un contatto profondo col Signore. (...) Poi è importante non perdere la comunione con gli altri sacerdoti, con i compagni di vita e non perdere il contatto personale con la Parola di Dio, la meditazione".

  "Penso che l'essenziale è proprio questo: Eucaristia, Ufficio delle Letture, preghiera e colloquio, anche se breve, ogni giorno, col Signore, sulle sue Parole che io devo annunciare. E non perdere mai, da una parte, l'amicizia con i sacerdoti, l'ascolto della voce della Chiesa viva e, naturalmente, la disponibilità per la gente affidatami, perché proprio da questa gente, con le sue sofferenze, le sue esperienze di fede, i suoi dubbi e difficoltà, possiamo anche noi imparare, cercare e trovare Dio. Trovare il nostro Signore Gesù Cristo".
BXVI-VISITA/SEMINARIO ROMANO MAGGIORE/...             VIS 20070220 (1340)


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