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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 30 marzo 2007

UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 30 MAR. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate sette Presuli della Conferenza Episcopale Italiana (Regione Sicilia), in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Giuseppe Costanzo, di Siracusa.

    - Il Vescovo Vincenzo Manzella, di Caltagirone.

    - Il Vescovo Francesco Miccichè, di Trapani.

    - Il Vescovo Francesco Sgalambro, di Cefalù.

    - Il Vescovo Ignazio Zambito, di Patti.

    - Il Vescovo Domenico Mogavero, di Mazara del Vallo con l'Amministratore Diocesano Monsignor Mariano Crociata.

  Nel pomeriggio è in programma che il Santo Padre riceva il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
AL:AP/.../...                                       VIS 20070330 (110)


RISPETTO DELLE RELIGIONI E DIRITTO ALLA LIBERTÀ RELIGIOSA


CITTA' DEL VATICANO, 30 MAR. 2007 (VIS). Il 22 marzo scorso, l'Arcivescovo Silvano Tomasi, C.S., Nunzio Apostolico ed Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni Specializzate a Ginevra, è intervenuto alla IV Sessione ordinaria del Consiglio dei Diritti dell'Uomo, in merito alla libertà religiosa.

  Nel suo discorso, il cui testo è stato reso pubblico questa mattina, l'Arcivescovo esprime la preoccupazione della Santa Sede, di fronte all'emerge di un "apparente dilemma fra il rispetto dovuto alle religioni ed il diritto alla libertà religiosa, come se fossero aspetti incompatibili che si escludono a vicenda. Al contrario, sono valori complementari che non possono sussistere l'uno senza l'altro".

  "Ogni religione che predica o tollera la violenza, l'intolleranza e l'odio è indegna di questo nome. (...) Rispettare la religione significa rispettare coloro che hanno scelto di seguirla e praticarla liberamente e pacificamente, in privato e in pubblico, individualmente e collettivamente".

  Il Nunzio Apostolico ha ribadito infine che "uno stato autenticamente democratico valuta la libertà religiosa elemento fondamentale del bene comune, degno di rispetto e di salvaguardia, e crea le condizioni che consentono ai cittadini di vivere e di agire liberamente".
DELSS/LIBERTÁ RELIGIOSA/GINEVRA:TOMASI               VIS 20070330 (210)


ESSERE TESTIMONI DI CRISTO NEL MONDO DEL LAVORO


CITTA' DEL VATICANO, 30 MAR. 2007 (VIS). Questa mattina, l'Arcivescovo Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha dato lettura di un Messaggio del Santo Padre, ai partecipanti al IX Forum Internazionale dei giovani, sul tema: "Testimoni di Cristo nel mondo del lavoro", in corso questa settimana a Rocca di Papa.

  "Il processo di globalizzazione in atto nel mondo" - scrive il Pontefice nel Messaggio - "ha recato con sé un'esigenza di mobilità che obbliga numerosi giovani a emigrare e a vivere lontano dal Paese d'origine e dalla propria famiglia. E questo ingenera in tanti un inquietante senso di insicurezza, con indubbie ripercussioni sulla capacità non solo di immaginare e di mettere in atto un progetto per il futuro, ma persino di impegnarsi concretamente nel matrimonio e nella formazione di una famiglia".

  "Un'approfondita analisi della situazione, infatti, conduce a constatare che il lavoro rientra nel progetto di Dio sull'uomo e che esso è partecipazione alla sua opera creatrice e redentrice. E, pertanto, ogni attività umana dovrebbe essere occasione e luogo di crescita degli individui e della società, sviluppo dei 'talenti' personali da valorizzare e porre al servizio ordinato del bene comune, in spirito di giustizia e di solidarietà. Per i credenti, poi, la finalità ultima del lavoro è la costruzione del Regno di Dio".

 "Oggi, più che mai, è necessario e urgente" - sottolinea infine il Pontefice - "proclamare 'il Vangelo del lavoro', vivere da cristiani nel mondo del lavoro e diventare apostoli fra i lavoratori. Ma per compiere questa missione occorre restare uniti a Cristo con la preghiera e un'intensa vita sacramentale, valorizzando a tale scopo in maniera speciale la Domenica, che è Giorno dedicato al Signore".
MESS/GIOVANI:LAVORO/RYLKO                       VIS 20070330 (290)


UCRAINA: CULTURE E RELIGIONI PER IL BENE COMUNE


CITTA' DEL VATICANO, 30 MAR. 2007 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano la Signora Tetiana Izhevska, nuovo Ambasciatore di Ucraina presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali ed ha ringraziato la Rappresentante diplomatica per l'invito del Presidente della Repubblica, Signor Victor Iouchtchenko, a recarsi in visita nel Paese.

  "L'Ucraina che ha sempre avuto una vocazione di porta fra l'Oriente e l'Occidente in ragione della sua situazione geografica ai confini orientali del Continente europeo" - ha detto il Papa - "ha intrapreso ed intensificato, nel corso degli anni, una politica di apertura e collaborazione con gli altri paesi del continente. La Santa Sede apprezza tale prospettiva che contribuisce a ridonare all'Europa la sua vera dimensione, garantendo le condizioni di uno scambio proficuo fra paesi dell'Occidente e dell'Oriente, fra i due polmoni culturali che hanno forgiato la storia dell'Europa ed hanno segnato in particolare la sua storia cristiana".

  "Sono certo che la Nazione ucraina" - ha detto ancora il Pontefice - "profondamente imbevuta del Vangelo nella sua vita, nella sua cultura e nelle sue istituzioni, (...) si adopererà per portare alle altre nazioni il dinamismo della sua identità, preservandone le caratteristiche originali. In effetti è importante nel nostro mondo sempre più dominato delle esigenze della globalizzazione, di favorire un dialogo esigente ed approfondito fra le culture come fra le religioni, non per livellarle tutte in un sincretismo che le impoverirebbe, ma per permettere di svilupparsi nel rispetto reciproco e di operare, ognuno secondo i propri carismi, per il bene comune. Questa prospettiva permetterà certamente di ridurre le fonti sempre possibili di tensioni e di confronto fra i gruppi e fra le nazioni, e garantirà anche a tutti, le condizioni di una pace e di uno sviluppo duraturi".

  Il Papa ha successivamente ricordato lo stato positivo "delle relazioni fra le Autorità pubbliche e le Chiese e Comunità ecclesiali che vivono in Ucraina" ed ha detto che: "I credenti godono nel Paese della libertà religiosa, dimensione essenziale della libertà dell'uomo ed espressione fondamentale della sua dignità. Secondo una giusta distinzione delle responsabilità proprie della sfera religiosa e della sfera civile, lo Stato riconosce infatti i diversi culti e le diverse confessioni religiose e assicura loro un diritto uguale davanti alla legge, permettendo così ad ognuno di trovare il suo posto nella società ucraina e di ricoprirvi un ruolo specifico, per il bene della Nazione nel suo complesso".

  Il Santo Padre ha parlato anche della partecipazione della Chiesa Cattolica all'educazione dei giovani ucraini ed ha avuto parole di elogio per "la collaborazione intrapresa e condotta a buon fine nell'ambito del Consiglio pan-ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni religiose, al fine di elaborare insieme un programma per l'insegnamento dell'etica cristiana nelle scuole pubbliche".

  Infine il Papa ha salutato la comunità cattolica dell'Ucraina, di rito bizantino e di rito latino che, ha detto, "nutre la preoccupazione del dialogo permanente fra le due tradizioni orientale ed occidentale" ed ha ringraziato il Presidente Iouchtchenko per l'attenzione riservata ai Vescovi della Conferenza Episcopale Ucraina dei Latini, dicendosi certo "dell'impegno di tutti i cattolici dell'Ucraina al servizio del bene comune del Paese".

  "So che essi desiderano testimoniare quotidianamente il Vangelo attraverso la solidarietà con i piccoli, la volontà di costruire la pace e il desiderio di consolidare sempre più i valori della famiglia fondata sull'istituzione matrimoniale" - ha concluso il Pontefice - "Conosco anche il loro desiderio di progredire nel cammino dell'unità con i fratelli ortodossi, e con i fratelli di altre confessioni cristiane. Li incoraggio a dimostrarsi sempre disponibili per consolidare il dialogo ecumenico, così necessario per superare le difficoltà".
CD/CREDENZIALI:UCRAINA/IZHEVSKA                   VIS 20070330 (610)


CONFESSIONE: INCONTRO CON LA MISERICORDIA DI DIO

CITTA' DEL VATICANO, 30 MAR. 2007 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nella Basilica di San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Liturgia Penitenziale con migliaia di giovani della Diocesi di Roma, in preparazione alla celebrazione della XXII Giornata Mondiale della Gioventù, il prossimo 1° aprile, Domenica della Palme, sul tema: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Gv 13,34).

  "Nel cuore di ogni uomo, mendicante di amore, c'è sete di amore" - ha detto il Papa nell'omelia - "Ancor più il cristiano non può vivere senza amore. Anzi, se non incontra l'amore vero non può dirsi nemmeno pienamente cristiano, perché, come ho rilevato nell'Enciclica 'Deus caritas est', 'all'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva' (n. 1)".

  "L'amore di Dio per noi, iniziato con la creazione, si è fatto  visibile nel mistero della Croce, in quella kenosi di Dio, in quello svuotamento ed umiliante abbassamento del Figlio di Dio che abbiamo sentito proclamare dall'apostolo Paolo nella prima Lettura, nel magnifico inno a Cristo della Lettera ai Filippesi. Sì, la Croce rivela la pienezza dell'amore di Dio per noi. Un amore crocifisso, che non si ferma allo scandalo del Venerdì Santo, ma culmina nella gioia della Risurrezione e Ascensione al cielo e nel dono dello Spirito Santo, Spirito dell'amore per mezzo del quale, anche questa sera, saranno rimessi i peccati e concessi il perdono e la pace".

  "L'amore di Dio per l'uomo" - ha proseguito il Pontefice - "che si esprime in pienezza sulla Croce, è descrivibile con il termine agape, ossia 'amore oblativo che cerca esclusivamente il bene dell'altro', ma pure con il termine eros. Infatti, mentre è amore che offre all'uomo tutto ciò che Dio è, (...),  è anche un amore dove il 'cuore stesso di Dio, l'Onnipotente, attende il 'sì' delle sue creature (...). Ma nel sacrificio della Croce Dio continua a riproporre il suo amore, la sua passione per l'uomo, quella forza che, come si esprime lo Pseudo Dionigi, 'non permette all'amante di rimanere in se stesso, ma lo spinge a unirsi all'amato', venendo a 'mendicare' l'amore della sua creatura".

  "Cari giovani della Diocesi di Roma, con il Battesimo voi siete già nati a vita nuova in virtù della grazia di Dio. Poiché però questa vita nuova non ha soppresso la debolezza della natura umana, né l'inclinazione al peccato, vi è data l'opportunità di accostarvi al Sacramento della confessione. (...) Sperimentate così il 'perdono dei peccati; la riconciliazione con la Chiesa; il ricupero, se perduto, dello stato di grazia; la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali e, almeno in parte, delle pene temporali che sono conseguenza del peccato; la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione dello spirito; l'accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano'".

  "Nella seconda parte del comandamento nuovo il Signore dice: 'Amatevi anche voi gli uni gli altri' (Gv 13,34). Certamente Egli attende che ci lasciamo attrarre dal suo amore e ne sperimentiamo tutta la grandezza e bellezza, ma non basta! Cristo ci attira a sé per unirsi a ciascuno di noi, affinché, a nostra volta, impariamo ad amare i fratelli con lo stesso suo amore".

  "Uscendo da questa celebrazione, con i cuori ricolmi dell'esperienza dell'amore di Dio, siate preparati ad 'osare' l'amore nelle vostre famiglie, nei rapporti con i vostri amici e anche con chi vi ha offeso. Siate preparati ad incidere con una testimonianza autenticamente cristiana negli ambienti di studio e di lavoro, ad impegnarvi nelle comunità parrocchiali, nei gruppi, nei movimenti, nelle associazioni e in ogni ambito della società".

  "Voi, giovani fidanzati, vivete il fidanzamento nell'amore vero, che comporta sempre il reciproco rispetto, casto e responsabile. Se il Signore chiama alcuni di voi, cari giovani amici di Roma, ad una vita di particolare consacrazione siate pronti a rispondere con un 'sì' generoso e senza compromessi".

  "Cari ragazzi e ragazze" - ha concluso il Pontefice - "il mondo aspetta questo vostro contributo per l'edificazione della 'civiltà dell'amore'. (...) Non perdetevi d'animo ed abbiate sempre fiducia in Cristo e nella Chiesa!".

  Al termine della Liturgia Papa Benedetto XVI, indossando una stola viola, è entrato nel confessionale per amministrare il Sacramento della Riconciliazione a sei giovani. C'erano anche cinquantacinque sacerdoti che hanno confessato i giovani nella Basilica di San Pietro.
HML/PENITENZA/...                                       VIS 20070330 (750)


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