Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

lunedì 14 maggio 2007

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha nominato l'Arcivescovo Terrence Thomas Prendergast, S.I., Arcivescovo Metropolita di Ottawa (superficie: 5.818; popolazione: 859.000; cattolici: 410.635; sacerdoti:  239; religiosi: 867; diaconi permanenti: 67), Canada. L'Arcivescovo Prendergast, finora Arcivescovo Metropolita di Halifax (Canada), succede all'Arcivescovo Marcel André Gervais, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.
NER:RE/.../PRENDERGAST:GERVAIS                         VIS 20070514 (80)


CONCLUSIONE VIAGGIO APOSTOLICO DI BENEDETTO XVI BRASILE


CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2007 (VIS).  Poco prima delle 20:00 di ieri sera, domenica 13 maggio, il Santo Padre Benedetto XVI è giunto all'aeroporto di São Paulo-Guarulhos dove erano ad accoglierlo il Vicepresidente della Repubblica, José Alencar Gomes da Silva, l'Arcivescovo Odilo Pedro Scherer, di São Paulo ed il Vescovo Luis Gonzaga Bergonzini, di Guarulhos ed altre Autorità civili e religiose.

  Il Papa ha pronunciato un breve discorso di congedo esprimendo soddisfazione per aver inaugurato ad Aparecida la V Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano e del Caribe ed ha detto: "Nella mia memoria rimarranno per sempre incise le manifestazioni di entusiasmo e di profonda pietà di questo popolo della Terra della Santa Croce che, insieme alla moltitudine di pellegrini venuti dall'intero Continente della Speranza, ha saputo dare una calorosa dimostrazione di fede in Cristo e d'amore verso il Successore di Pietro".

  "Chiedo a Dio" - ha continuato il Santo Padre - "che aiuti i responsabili sia nell'ambito religioso che in quello civile ad imprimere un passo deciso a quelle iniziative che tutti si attendono per il bene comune della grande Famiglia latinoamericana".

  Elogiando il lavoro della Autorità consolari e religiose nel corso della sua Visita Pastorale, il Santo Padre ha sottolineato che "Tutti hanno contribuito a rendere splendide queste giornate, lasciando quanti hanno preso parte ad esse ricolmi di gioia e di speranza - gaudium et spes! - nella famiglia cristiana e nella sua missione in seno alla società".

  Alle 20:55 il Papa è salito a bordo dell'aereo diretto a Roma dove è giunto all'aeroporto di Ciampino alle 12:30 per raggiungere il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, dove soggiornerà fino a venerdì 18 maggio.
PV-BRASILE/CONGEDO/SÃO PAULO                       VIS 20070514 (300)


INAUGURAZIONE V CONFERENZA EPISCOPATO LATINOAMERICANO


CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2007 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, nella Sala Conferenze di Nostra Signora Aparecida, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Sessione inaugurale dei Lavori della V Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, che proseguiranno fino al 31 maggio, sul tema: "Discepoli e missionari di Gesù Cristo perché in Lui i nostri popoli abbiano vita. 'Io sono la via, la verità e la vita' (Gv 14,6)".

  La Sessione inaugurale della Conferenza ha avuto luogo durante le celebrazione dei Vespri della VI domenica di Pasqua. Il saluto iniziale al Papa è stato del Cardinale Francisco Javier Errázuriz, Arcivescovo di Santiago del Cile e Presidente del Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano).
  Il Santo Padre ha cominciato il suo discorso rendendo grazie e lode a Dio "per il gran dono della fede cristiana alle genti di questo Continente".

  "La fede in Dio" - ha detto il Pontefice - "ha animato la vita e la cultura di questi Paesi durante più di cinque secoli. (...) Ma" - si è chiesto il Papa - "che cosa ha significato l'accettazione della fede cristiana per i Paesi dell'America Latina e dei Caraibi? Per essi ha significato conoscere ed accogliere Cristo, il Dio sconosciuto che i loro antenati, senza saperlo, cercavano nelle loro ricche tradizioni religiose. Cristo era il Salvatore a cui anelavano silenziosamente".

  "L'annuncio di Gesù e del suo Vangelo non comportò, in nessun momento, un'alienazione delle culture precolombiane" - ha rilevato il Santo Padre - "né fu un'imposizione di una cultura straniera. Le autentiche culture non sono chiuse in se stesse né pietrificate in un determinato momento della storia, ma sono aperte, più ancora, cercano l'incontro con altre culture, sperano di raggiungere l'universalità nell'incontro e nel dialogo con altre forme di vita e con gli elementi che possono portare ad una nuova sintesi nella quale si rispetti sempre la diversità delle espressioni e della loro realizzazione culturale concreta".

  "La saggezza dei popoli originari li portò fortunatamente a formare una sintesi tra le loro culture e la fede cristiana che i missionari offrivano loro. Di lì è nata la ricca e profonda religiosità popolare, nella quale appare l'anima dei popoli latinoamericani".

  Riferendosi al fenomeno della globalizzazione, Benedetto XVI ha affermato: "Benché sotto certi aspetti sia un guadagno per la grande famiglia umana e un segnale della sua profonda aspirazione all'unità, tuttavia comporta anche senza dubbio il rischio dei grandi monopoli e di trasformare il lucro in valore supremo. Come in tutti i campi dell'attività umana, anche la globalizzazione deve essere guidata dall'etica, mettendo tutto al servizio della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio".

  "In America Latina e nei Caraibi, come anche in altre regioni, si sono registrati avanzamenti verso la democrazia, benché ci siano motivi di preoccupazione davanti a forme di governo autoritarie o soggette a certe ideologie che si credevano superate, e che non corrispondono con la visione cristiana dell'uomo e della società, come c'insegna la Dottrina sociale della Chiesa. Per altro verso, l'economia liberale di alcuni Paesi latinoamericani deve tenere presente l'equità, perché continuano ad aumentare i settori sociali che si vedono oppressi sempre di più da un'enorme povertà o perfino depredati dei propri beni naturali".

  "Nelle Comunità ecclesiali dell'America Latina è notevole la maturità nella fede di molti laici e laiche attivi e dediti al Signore, insieme con la presenza di molti generosi catechisti, di tanti giovani, di nuovi movimenti ecclesiali e di recenti Istituti di vita consacrata. (...) Si percepisce, è vero, un certo indebolimento della vita cristiana nell'insieme della società e della partecipazione alla vita della Chiesa cattolica, dovuto al secolarismo, all'edonismo, all'indifferentismo e al proselitismo di numerose sette, di religioni animiste e di nuove espressioni pseudoreligiose. (...) Davanti alle nuove difficili scelte, i fedeli sperano da questa V Conferenza un rinnovamento e una rivitalizzazione della loro fede in Cristo (...). Da questa fonte potranno sorgere nuove strade e progetti pastorali creativi, capaci di infondere una ferma speranza per vivere in maniera responsabile e gioiosa la fede ed irradiarla così nel proprio ambiente".

  "Davanti alla priorità della fede in Cristo e della vita 'in Lui'" - ha affermato il Papa - "formulata nel titolo di questa V Conferenza, potrebbe sorgere anche un'altra questione: Questa priorità, non potrebbe essere per caso una fuga verso l'intimismo, verso l'individualismo religioso, un abbandono della realtà urgente dei grandi problemi economici, sociali e politici dell'America Latina e del mondo, ed una fuga dalla realtà verso un mondo spirituale?", si è chiesto il Pontefice.

  "La prima affermazione fondamentale è, dunque, la seguente" - ha ribadito il Pontefice - "Solo chi riconosce Dio, conosce la realtà e può rispondere ad essa in modo adeguato e realmente umano. La verità di questa tesi risulta evidente davanti al fallimento di tutti i sistemi che mettono Dio tra parentesi".

  "All'inizio della nuova tappa che la Chiesa missionaria dell'America Latina e dei Caraibi si dispone ad intraprendere, a partire da questa V Conferenza Generale in Aparecida, è condizione indispensabile la conoscenza profonda della Parola di Dio. Per questo, bisogna educare il popolo alla lettura e alla meditazione della Parola di Dio", mediante la catechesi, avvalendosi del Catechismo della Chiesa Cattolica e del Compendio.

  "In questo campo" - ha detto ancora Benedetto XVI - "non bisogna limitarsi solo alle omelie, conferenze, corsi di Bibbia o teologia, ma si deve ricorrere anche ai mezzi di comunicazione: stampa, radio e televisione, siti internet, fori e tanti altri sistemi per comunicare efficacemente il messaggio di Cristo ad un gran numero di persone".

  "Per lo stesso motivo, sarà anche necessaria una catechesi sociale ed un'adeguata formazione nella dottrina sociale della Chiesa, essendo molto utile per ciò il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. La vita cristiana non si esprime solamente nelle virtù personali, ma anche nelle virtù sociali e politiche".

  "I popoli latinoamericani e dei Caraibi hanno diritto ad una vita piena, propria dei figli di Dio, con alcune condizioni più umane: liberi dalle minacce della fame e da  ogni forma di violenza. (...) In questo contesto mi è gradito ricordare l'Enciclica 'Populorum progressio', il cui il XL anniversario ricordiamo quest'anno. Questo documento pontificio mette in evidenza che lo sviluppo autentico deve essere integrale, cioè, orientato alla promozione di tutto l'uomo e di tutti gli uomini (cfr n. 14), ed invita tutti a sopprimere le gravi disuguaglianze sociali e le enormi differenze nell'accesso ai beni".

  "Per formare il discepolo e sostenere il missionario nel suo grande compito" - ha assicurato il Papa - "la Chiesa offre loro, oltre al Pane della Parola, il Pane dell'Eucaristia. (...) Di qui la necessità di dare priorità, nei programmi pastorali, alla valorizzazione della Messa domenicale" che "deve essere il centro della vita cristiana".

  "È necessario" - ha sottolineato Benedetto XVI - "che i cristiani sperimentino che non seguono un personaggio della storia passata, bensì Cristo vivo, presente nell'oggi ed ora delle loro vite. (...) L'incontro con Cristo nell'Eucaristia suscita l'impegno dell'evangelizzazione e la spinta alla solidarietà; risveglia nel cristiano il forte desiderio di annunciare il Vangelo e testimoniarlo nella società per renderla più giusta ed umana. Dall'Eucaristia è germogliata nel corso dei secoli un'immensa ricchezza di carità, di partecipazione alle difficoltà degli altri, di amore e di giustizia. Solo dall'Eucaristia germoglierà la civiltà dell'amore che trasformerà l'America Latina ed i Caraibi così che, oltre ad essere il Continente della Speranza, sia anche il Continente dell'Amore!".

  Successivamente il Papa si è chiesto: "Come può la Chiesa contribuire alla soluzione degli urgenti problemi sociali e politici, e rispondere alla grande sfida della povertà e della miseria? (...) In questo contesto è inevitabile parlare del problema delle strutture, soprattutto di quelle che creano ingiustizia".

  "In realtà, le strutture giuste sono una condizione senza la quale non è possibile un ordine giusto nella società. Ma, come nascono?, come funzionano? Tanto il capitalismo quanto il marxismo promisero di trovare la strada per la creazione di strutture giuste ed affermarono che queste, una volta stabilite, avrebbero funzionato da sole; affermarono che non solo non avrebbero avuto bisogno di una precedente moralità individuale, ma che esse avrebbero promosso la moralità comune. E questa promessa ideologica si è dimostrata falsa".

  "I fatti lo hanno evidenziato" - ha spiegato il Papa - "Il sistema marxista, dove è andato al governo, non ha lasciato solo una triste eredità di distruzioni economiche ed ecologiche, ma anche una dolorosa distruzione degli spiriti. E la stessa cosa vediamo anche all'ovest, dove cresce costantemente la distanza tra poveri e ricchi e si produce un'inquietante degradazione della dignità personale con la droga, l'alcool e gli ingannevoli miraggi di felicità".

  "Le strutture giuste (...), non nascono né funzionano senza un consenso morale della società sui valori fondamentali e sulla necessità di vivere questi valori con le necessarie rinunce, perfino contro l'interesse personale. Dove Dio è assente - Dio dal volto umano di Gesù Cristo - questi valori non si mostrano con tutta la loro forza, né si produce un consenso su di essi. Non voglio dire che i non credenti non possano vivere una moralità elevata ed esemplare; dico solamente che una società nella quale Dio è assente non trova il consenso necessario sui valori morali e la forza per vivere secondo il modello di questi valori, anche contro i propri interessi".

  "D'altra parte, le strutture giuste devono cercarsi ed elaborarsi alla luce dei valori fondamentali, con tutto l'impegno della ragione politica, economica e sociale. (...) Questo lavoro politico non è competenza immediata della Chiesa. Il rispetto di una sana laicità - compresa la pluralità delle posizioni politiche - è essenziale nella tradizione cristiana autentica".

  "Se la Chiesa cominciasse a trasformarsi direttamente in soggetto politico" - ha ribadito il Pontefice - "non farebbe di più per i poveri e per la giustizia, ma farebbe di meno, perché perderebbe la sua indipendenza e la sua autorità morale, identificandosi con un'unica via politica e con posizioni parziali opinabili. (...). Solo essendo indipendente può insegnare i grandi criteri ed i valori inderogabili, orientare le coscienze ed offrire un'opzione di vita che va oltre l'ambito politico".

  "Trattandosi di un Continente di battezzati" - ha ricordato Papa Benedetto XVI - "converrà colmare la notevole assenza, nell'ambito politico, della comunicazione e della università, di voci e di iniziative di leader cattolici di forte personalità e di dedizione generosa, che siano coerenti con le loro convinzioni etiche e religiose. I movimenti ecclesiali hanno qui un ampio campo per ricordare ai laici la loro responsabilità e la loro missione di portare la luce del Vangelo nella vita pubblica, culturale, economica e politica".

  Successivamente, il Santo Padre ha fatto riferimento ad altre priorità per il rinnovamento della Chiesa in America Latina, a cominciare dalla famiglia, "'patrimonio dell'umanità'" che "costituisce uno dei tesori più importanti dei paesi latinoamericani. (...). Senza dubbio, attualmente essa soffre situazioni avverse provocate dal secolarismo e dal relativismo etico, dai diversi flussi migratori interni ed esterni, dalla povertà, dall'instabilità sociale e dalle legislazioni civili contrarie al matrimonio che, favorendo gli anticoncezionali e l'aborto, minacciano il futuro dei popoli".

  "In alcune famiglie dell'America Latina" - ha rilevato ancora il Papa - "persiste ancora sfortunatamente una mentalità maschilista, che ignora la novità del cristianesimo nel quale è riconosciuta e proclamata l'uguale dignità e responsabilità della donna rispetto all'uomo".

  "È necessaria, (...), una pastorale familiare intensa e vigorosa. È indispensabile anche promuovere politiche familiari autentiche che rispondano ai diritti della famiglia come soggetto sociale imprescindibile. La famiglia fa parte del bene dei popoli e dell'umanità intera".

  Successivamente il Papa ha esortato i sacerdoti dicendo: "Per compiere il suo alto compito, il sacerdote deve avere una solida struttura spirituale e vivere tutta la sua vita animato dalla fede, dalla speranza e dalla carità. Deve essere, come Gesù, un uomo che cerchi, attraverso la preghiera, il volto e la volontà di Dio, e che curi anche la sua preparazione culturale ed intellettuale".

  "La società latinoamericana e caraibica ha bisogno della vostra testimonianza" - ha detto il Papa ai religiosi, alle religiose ed alle laiche e laici consacrati  - "in un mondo che tante volte cerca innanzitutto il benessere, la ricchezza ed il piacere come obbiettivo della vita, e che esalta la libertà al posto della verità dell'uomo creato per Dio. Voi siete testimoni che c'è un'altra forma di vivere con senso".

  "Ricordo ai laici" - ha detto ancora il Pontefice - "che sono anche Chiesa, assemblea convocata da Cristo per portare la sua testimonianza al mondo intero, (...) devono sentirsi corresponsabili nella costruzione della società secondo i criteri del Vangelo, con entusiasmo ed audacia, in comunione con i loro Pastori".

  "In America Latina la maggioranza della popolazione è formata da giovani. (...) I giovani non temono il sacrificio, ma una vita senza senso" - ha detto il Papa esortandoli ad "impegnarsi anche per un continuo rinnovamento del mondo alla luce del Vangelo. Più ancora" i giovani "devono opporsi ai facili miraggi della felicità immediata ed ai paradisi ingannevoli della droga, del piacere, dell'alcool, così come ad ogni forma di violenza".

  "I lavori di questa V Conferenza Generale ci portano a fare nostra la supplica dei discepoli di Emmaus: 'Resta con noi, perché si fa sera e il giorno già volge al declino' (Lc 24,29)", ha detto il Papa al termine del suo discorso.

  "Resta con noi, Signore, accompagnaci benché non sempre abbiamo saputo riconoscerti. Resta con noi, perché intorno a noi stanno addensandosi le ombre, e tu sei la Luce; nei nostri cuori si insinua lo scoraggiamento, e li fai ardere con la certezza della Pasqua. (...) Resta con noi, Signore, quando intorno alla nostra fede cattolica sorgono le nebbie del dubbio, della stanchezza o delle difficoltà".

  "Tu che sei la Vita, resta nei nostri focolari, affinché continuino ad essere nidi dove la vita umana nasca generosamente, dove si accolga, si ami e si rispetti la vita dal concepimento fino al suo termine naturale".

  "Resta, Signore, con quelli che nelle nostre società sono più vulnerabili; resta con i poveri e gli umili, con gli indigeni e gli afroamericani, che non sempre hanno trovato spazio e appoggio per esprimere la ricchezza della loro cultura e la saggezza della loro identità. Resta, Signore, con i nostri bambini e con i nostri giovani, che sono la speranza e la ricchezza del nostro Continente, proteggili dalle tante insidie che attentano alla loro innocenza ed alle loro legittime speranze. Oh buon Pastore, resta con i nostri anziani e con i nostri malati. Fortifica tutti nella fede affinché siano i tuoi discepoli e missionari!".
PV-BRASILE/CONFERENZA CELAM/APARECIDA             VIS 20070514 (2320)


V CONFERENZA CELAM: SPERANZA FUTURO LATINOAMERICA


CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2007 (VIS). Al termine della Santa Messa, recitando il Regina Coeli con le centinaia di migliaia di pellegrini nel Santuario di Nostra Signora Aparecida, il Santo Padre Benedetto XVI ha detto: "Chiedo a tutti di pregare per i frutti di questa grande assemblea, che apre alla speranza il futuro della famiglia latinoamericana. Voi siete i protagonisti del destino delle vostre Nazioni".

  Salutando i Gruppi e le Comunità di lingua spagnola presenti "così come tutti coloro che in Spagna e nell'America Latina si uniscono spiritualmente a questo celebrazione", il Santo Padre ha detto: "Che la Vergine Maria vi aiuti a mantenere viva la fiamma della fede, dell'amore e della concordia, perché mediante la testimonianza della vostra vita e la fedeltà alla vostra vocazione di battezzati siate luce e speranza dell'umanità".

  "Le famiglie stanno al centro della missione di evangelizzazione della Chiesa" - ha detto il Papa ai pellegrini di lingua inglese - "poiché è nel focolare che la nostra vita di fede è in primo luogo manifestata e nutrita".

  Rivolgendosi alle famiglie ed ai gruppi di lingua francese, che vivono nel continente sudamericano, specialmente ad Haiti, nella Guyana francese e nelle Antille, il Papa ha detto: "Possiate edificare, insieme con tutti gli altri, una società più solidale e più fraterna, con la cura di far scoprire ai giovani la grandezza dei valori familiari".

  Ricordando che "Ricorre oggi il 90° anniversario delle Apparizioni di Nostra Signora di Fatima" - il Santo Padre ha affermato: "Con il suo forte appello alla conversione ed alla penitenza essa è, senza dubbio, la più profetica della apparizioni moderne".

  Il Papa ha affidato alla Vergine in modo speciale "quei popoli e nazioni che hanno particolari bisogni", in particolare, "quei fratelli e sorelle che soffrono la fame e, perciò, desidero ricordare la 'Marcia contro la fame', promossa dal Programma Alimentare Mondiale (...). Questa iniziativa ricorre oggi in numerose città del mondo, tra le quali qui in Brasile a Ribeirão Preto".

  Infine il Papa si è rivolto alla Comunità afro-brasiliana ricordando che in questa domenica essa commemora l'abolizione della schiavitù in Brasile ed ha detto: "Possa questo ricordo stimolare la coscienza evangelizzatrice di questa realtà socioculturale di grande importanza nella terra della Santa Croce".
PV-BRASILE/REGINA COELI/APARECIDA                   VIS 20070514 (380)


FEDE IN DIO AMORE: PATRIMONIO PIÙ PREZIOSO AMERICA LATINA


CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2007 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nel piazzale di fronte al Santuario dell'Aparecida, con la partecipazione di 300.000 fedeli, la Santa Messa di inaugurazione della V Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano e del Caribe.

  Con il Papa hanno concelebrato i Vescovi e i Presbiteri della Conferenze Episcopali dell'America Latina e del Caribe.

  "Questa celebrazione liturgica" - ha affermato Benedetto XVI nell'omelia - "costituisce il fondamento più solido della V Conferenza, perché pone alla sua base la preghiera e l'Eucaristia 'Sacramentum caritatis'. In effetti, solo la 'carità di Cristo', effusa dallo Spirito Santo, può fare di questa riunione un autentico evento ecclesiale, un momento di grazia per questo Continente e per il mondo intero".

  "Nel testo di oggi" - ha sottolineato il Pontefice - "Gesù dice: 'la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato'. In questo momento, cari amici, siamo invitati a fissare lo sguardo su di Lui, perché la missione della Chiesa sussiste solo in quanto prolungamento di quella di Cristo: 'Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi'. (...) La missione di Cristo si è compiuta nell'amore. Egli ha acceso nel mondo il fuoco della carità di Dio. È l'amore che dà la vita: per questo la Chiesa è inviata a diffondere nel mondo la carità di Cristo".

  "La Chiesa" - ha proseguito il Pontefice - "si sente discepola e missionaria di questo Amore: missionaria solo in quanto discepola, cioè capace di lasciarsi sempre attrarre con rinnovato stupore da Dio, che ci ha amati e ci ama per primo. La Chiesa non fa proselitismo. Essa si sviluppa piuttosto per 'attrazione': come Cristo 'attira tutti a sé' con la forza del suo amore, culminato nel sacrificio della croce, così la Chiesa compie la sua missione nella misura in cui, associata a Cristo, compie ogni sua opera in conformità spirituale e concreta alla carità del suo Signore".

  "Cari fratelli!" - ha esclamato il Pontefice - "Ecco il tesoro inestimabile di cui è ricco il Continente latinoamericano, ecco il suo patrimonio più prezioso: la fede in Dio Amore, che in Cristo Gesù ha rivelato il suo volto. Voi credete in Dio Amore: questa è la vostra forza, che vince il mondo, la gioia che nulla e nessuno potrà togliervi, la pace che Cristo vi ha conquistato con la sua Croce! È questa fede che ha fatto dell'America il 'Continente della speranza'. Non un'ideologia politica, non un movimento sociale, non un sistema economico, è la fede in Dio Amore, incarnato, morto e risorto in Gesù Cristo, l'autentico fondamento di questa speranza che tanti frutti magnifici ha portato, dall'epoca della prima evangelizzazione fino ad oggi, come attesta la schiera di Santi e Beati che lo Spirito ha suscitato in ogni parte del Continente".

  "Chi ama il Signore Gesù e osserva la sua parola sperimenta già in questo mondo la misteriosa presenza di Dio Uno e Trino, come abbiamo sentito nel Vangelo: 'Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui'. Ogni cristiano, perciò, è chiamato a diventare pietra viva di questa stupenda 'dimora di Dio con gli uomini'. Che magnifica vocazione!".

  "La Vergine Maria" - ha concluso il Pontefice - "ottenga alla Chiesa in America Latina e nei Caraibi di essere abbondantemente rivestita di potenza dell'alto per irradiare nel Continente e in tutto il mondo la santità di Cristo. A Lui sia gloria, con il Padre e lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen".
PV-BRASILE/MESSA/APARECIDA                       VIS 20070514 (590)


"LA CHIESA È LA NOSTRA CASA"

CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG. 2007 (VIS). Alle 18:00 di oggi (23:00 ora di Roma), il Santo Padre Benedetto XVI è giunto al Santuario dell'Aparecida per guidare la recita del Santo Rosario con i sacerdoti, i religiose e le religiose, i diaconi e seminaristi del Brasile e con i Rappresentanti della V Conferenza dell'Episcopato Latinoamericano e del Caribe e le decine di migliaia di fedeli presenti.

  Dopo la recita dei Misteri Gloriosi e del "Salve Regina", il Papa ha tenuto l'omelia, affermando che attraverso i cicli meditativi del Rosario "il divino Consolatore vuole introdurci nella conoscenza del Cristo che sgorga dalla fonte limpida del testo evangelico".

  "La Chiesa del terzo millennio" - ha proseguito il Pontefice - "si propone di offrire ai cristiani la capacità di 'conoscere (...) il mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza'. Maria Santissima, la Vergine pura e senza macchia, è per noi scuola di fede, destinata a guidarci e a darci forza sul sentiero che porta incontro al Creatore del Cielo e della Terra".

  Salutando i sacerdoti presenti, il Papa ha esclamato: "Quante sfide, quante situazioni difficili affrontate, quanta generosità, quanta abnegazione, sacrifici e rinunce! (...) La testimonianza di un sacerdozio vissuto bene nobilita la Chiesa, suscita ammirazione nei fedeli, è fonte di benedizioni per la Comunità, è la migliore promozione vocazionale, il più autentico invito perché anche altri giovani rispondano positivamente agli appelli del Signore. È la vera collaborazione in vista della costruzione del Regno di Dio!". Il Santo Padre ha avuto parole di affetto per i sacerdoti anziani ed infermi ed ha sottolineato che: "La vostra conformazione al Cristo Sofferente e Risorto costituisce l'apostolato più fecondo!".

  "La giovialità, l'entusiasmo, l'idealismo, l'incoraggiamento per affrontare con audacia le nuove sfide" - ha detto il Papa ai diaconi e ai seminaristi - "rinnovano la disponibilità del Popolo di Dio, rendono i fedeli più dinamici e portano la Comunità a crescere, a progredire, ad essere più fiduciosa, gioiosa ed ottimista. (...) Abbiate sempre di fronte agli occhi la figura di Gesù, il Buon Pastore, che 'non è venuto per essere servito, ma per servire' e dare la propria vita in riscatto di molti'. Siate come i primi diaconi della Chiesa: uomini di buona reputazione, colmi dello Spirito Santo, di saggezza e di fede".

  Rivolgendosi ai seminaristi il Santo Padre ha avuto parole di esortazione ricordando che "il Seminario è la culla della vostra vocazione e la palestra della prima esperienza di comunione".

  Ai Consacrati e Consacrate il Papa ha detto: "Voi, (...), siete un'offerta, un regalo, un dono divino che la Chiesa ha ricevuto dal suo Signore. Rendo grazie a Dio per la vostra vita e per la testimonianza che date al mondo di un amore fedele a Dio ed ai fratelli. Questo amore senza riserve, totale, definitivo, incondizionato ed appassionato si manifesta nel silenzio, nella contemplazione, nella preghiera e nelle attività più diversificate che svolgete nelle vostre famiglie religiose, a favore dell'umanità e principalmente dei più poveri ed abbandonati".

  "Tutto questo" - ha sottolineato il Papa - "suscita nel cuore dei giovani il desiderio di seguire più da vicino e radicalmente Cristo Signore ed offrire la vita per rendere testimonianza agli uomini e donne del nostro tempo del fatto che Dio è Amore e che vale la pena lasciarsi conquistare e affascinare per dedicarsi esclusivamente a Lui".

  Benedetto XVI ha ricordato inoltre che: "La vita religiosa in Brasile è stata sempre significativa ed ha avuto un ruolo importante nell'opera dell'evangelizzazione sin dagli inizi della colonizzazione. Soltanto ieri, ho avuto il grande piacere di presiedere la Concelebrazione Eucaristica nella quale è stato canonizzato Sant'Antonio di Sant'Anna Galvão, (...) primo Santo nato in Brasile. Accanto a lui, un'altra ammirevole testimonianza di persona consacrata è Santa Paulina, fondatrice delle Piccole Suore dell'Immacolata Concezione".

  "Com'è importante il senso della nostra appartenenza alla Chiesa, che porta i cristiani a crescere ed a maturare come fratelli, figli dello stesso Dio e Padre!" - ha esclamato il Santo Padre ed ha concluso dicendo: "Il Papa vuole perciò dire a tutti voi: 'La Chiesa è la nostra Casa!'. (...) Colui che accetta Cristo, (...) si assicura la pace e la felicità, in questa vita e nell'altra! (...) Vale la pena essere fedeli, vale la pena perseverare nella propria fede!".
PV-BRASILE/ROSARIO/APARECIDA                       VIS 20070514 (730)


COMUNITÀ TOSSICODIPENDENTI: AMBASCIATORI SPERANZA

CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG. 2007 (VIS). Alle 10.45 (15:45 ora di Roma), il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i membri della Comunità della "Fazenda da Esperança", a Guaratinguetá, centro di reinserimento dei tossicodipendenti.

  Dopo le parole di saluto di Fra Hans Stapel, O.F.M., Fondatore dell'Opera Sociale "Nossa Senhora da Glória", il Santo Padre ha salutato i volontari, i benefattori di tutte le "fazendas" di diversi paesi e i familiari dei tossicodipendenti.

  Mediante tale istituzione, ha commentato il Papa, il Signore "vi ha reso possibile questa esperienza di ricupero fisico e spirituale di importanza vitale per voi e per i vostri familiari. A seguito di ciò, la società si attende che sappiate divulgare questo bene prezioso della salute fra gli amici ed i membri di tutta la comunità".

  "Voi dovete essere gli ambasciatori della speranza! Il Brasile possiede una statistica delle più rilevanti per ciò che riguarda la dipendenza chimica delle droghe e degli stupefacenti. E l'America Latina non resta indietro. Perciò dico agli spacciatori che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto. La dignità umana non può essere calpestata in questo modo".

  "A mezzo di una terapia, che include l'assistenza medica, psicologica e pedagogica" - ha proseguito il Papa - "ma anche molta preghiera, lavoro manuale e disciplina, sono già numerose le persone, soprattutto giovani, che sono riuscite a liberarsi dalla dipendenza chimica e dall'alcool e a ricuperare il senso della vita".

  "Desidero manifestare il mio apprezzamento per quest'Opera, che ha come fondamento spirituale il carisma di San Francesco e la spiritualità del Movimento dei Focolari. Il reinserimento nella società costituisce, senza dubbio, una dimostrazione dell'efficacia della vostra iniziativa. Però, ciò che più desta l'attenzione, e conferma la validità del lavoro, sono le conversioni, il ritrovamento di Dio e la partecipazione attiva alla vita della Chiesa. Non basta curare il corpo, bisogna ornare l'anima con i più preziosi doni divini acquisiti col Battesimo".

  Benedetto XVI ha ringraziato tutti coloro che "collaborano materialmente e spiritualmente per dare continuità alla 'Opera Sociale Nossa Senhora da Glória'. (...) Il mio pensiero" - ha detto ancora il Papa - "va ora a molte altre istituzioni di tutto il mondo che lavorano per restituire la vita, e una vita nuova, a questi nostri fratelli presenti nella nostra società, e che Dio ama con un amore preferenziale. Penso pure ai molti gruppi degli Alcolisti Anonimi e dei Tossicodipendenti Anonimi, e alla Pastorale della Sobrietà che già lavora in molte comunità, fornendo i suoi generosi aiuti in favore della vita".

  Rientrato al Seminario "Bom Jesús", il Papa ha consumato la seconda colazione con i Membri della Presidenza della V Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano e del Caribe.
PV-BRASILE/TOSSICODIPENDENTI/GUARATINGUETÁ     VIS 20070514 (470)


"FAZENDA DA ESPERANÇA": ANNUNCIARE FORZA RISURREZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 12 MAG. 2007 (VIS). Questa mattina alle 10:30 (15:30 ora di Roma), il Santo Padre Benedetto XVI è giunto alla "Fazenda da Esperança" a Guaratinguetá. Fondata nel 1979 su iniziativa di Fra Hans Stapel, O.F.M., per il recupero di giovani tossicodipendenti ed alcolisti, l'istituzione ha come fondamento spirituale il carisma di San Francesco di Assisi e la spiritualità del Movimento dei Focolari e conta attualmente 32 comunità sparse nel Brasile ed in varie parti del mondo. La sua attività si estende anche alle ragazze madri, alle famiglie bisognose, ai senzatetto ed ai portatori di Hiv in fase terminale.

  Il Papa si è recato nella nuova Chiesa della Fazenda dove si trovavano riunite le Suore Clarisse, che il fondatore ha voluto presenti nell'Opera, ed ha ricordato loro che: "Dove la società non vede più alcun futuro o speranza, i cristiani sono chiamati ad annunziare la forza della Resurrezione".

  "Proprio qui, in questa 'Fazenda da Esperança', dove risiedono tante persone, specie giovani, che cercano di superare il problema della droga, dell'alcool e della dipendenza dalle sostanze chimiche, si testimonia il Vangelo di Cristo. (...) È il Cristo risuscitato che cura le ferite e salva i figli e le figlie di Dio, salva l'umanità dalla morte, dal peccato e dalla schiavitù delle passioni. La Pasqua di Cristo unisce cielo e terra. In questa 'Fazenda da Esperança' si uniscono le preci delle Clarisse e il lavoro arduo della medicina e dell'ergoterapia per vincere le prigioni e rompere le catene delle droghe che fanno soffrire i figli amati di Dio".

  "È in questo amore che Fra Hans" - ha proseguito il Pontefice - "le invitò ad essere le garanti di tutto il lavoro svolto nella 'Fazenda da Esperança'. Con la forza della preghiera silenziosa, con i digiuni e le penitenze, le figlie di Santa Chiara vivono il comandamento dell'amore per Dio e per il prossimo, nel gesto supremo di amare fino all'estremo. Ciò significa che non bisogna mai perdere la speranza! Da qui il nome di quest'opera di Fra Hans: 'Fazenda da Esperança'. Bisogna infatti edificare, costruire la speranza, tessendo la tela di una società che, nello stendere i fili della vita, perde il vero senso della speranza".

  "Carissime Sorelle" - ha concluso il Santo Padre - "siate coloro che proclamano che 'la speranza non delude'. Il dolore del Crocifisso, che pervase l'anima di Maria ai piedi della Croce, consoli tanti cuori materni e paterni che piangono di dolore per i loro figli ancora tossicodipendenti. Annunziate col silenzio oblativo della preghiera, silenzio eloquente, che il Padre ascolta; annunziate il messaggio dell'amore che vince il dolore, la droga e la morte. Annunziate Gesù Cristo, essere umano come noi, sofferente come noi, che prese su di sé i nostri peccati per liberarci da essi!".
PV-BRASILE/FAZENDA ESPERANÇA/CLARISSE               VIS 20070514 (460)


Copyright © VIS - Vatican Information Service