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lunedì 18 giugno 2007

SAN FRANCESCO: INNAMORATO DI GESÙ ED OPERATORE DI PACE


CITTA' DEL VATICANO, 17 GIU. 2007 (VIS). Lasciata la Cattedrale di San Rufino, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in auto alla Basilica di Santa Maria degli Angeli e lungo il percorso, transitando davanti all'Istituto Serafico, ha salutato e benedetto i non vedenti e i sordomuti in attesa del Suo passaggio.

  Alle 17:45 il Papa è arrivato sul piazzale antistante la Basilica accolto dal Custode di Santa Maria degli Angeli, dal Rettore della Basilica e dal Parroco e quindi si è recato in visita alla Porziuncola ed alla Cappella del Transito di San Francesco. Alle 18:00 il Santo Padre si è rivolto ai giovani che gremivano il piazzale della Basilica di Santa Maria degli Angeli.

  Il Papa ha ricordato che fu proprio sul sito dove sorge la Basilica di Santa Maria degli Angeli che San Francesco "pose il 'quartier generale' dell'Ordine, dove i frati potessero raccogliersi quasi come nel grembo materno, per rigenerarsi e ripartire pieni di slancio apostolico". Tratteggiando la biografia del Santo, il Papa ha ricordato come Francesco rappresenti per i giovani "un'attrazione speciale".

  La conversine di Francesco, all'età di 25 anni, "avvenne quando era nel pieno della sua vitalità, delle sue esperienze, dei suoi sogni" - ha detto Benedetto XVI  e citando la "Leggenda dei tre compagni", ha ricordato come "'Francesco era tanto più allegro e generoso, dedito ai giochi e ai canti, girovagava per la città di Assisi giorno e notte con amici del suo stampo, tanto generoso nello spendere da dissipare in pranzi e altre cose tutto quello che poteva avere o guadagnare'".

  "Come negare che sono molti i ragazzi, e non ragazzi, tentati di seguire da vicino la vita del giovane Francesco, prima della sua conversione? Sotto quel modo di vivere c'era il desiderio di felicità che abita ogni cuore umano" - ha detto il Papa, aggiungendo: "Ma poteva quella vita dare la gioia vera? Francesco certo non la trovò. (...) La verità è che le cose finite possono dare barlumi di gioia, ma solo l'Infinito può riempire il cuore".

  "Un aspetto che impressionava i contemporanei di Francesco" - ha detto ancora il Pontefice - "era la sua ambizione, la sua sete di gloria e di avventura. (...) È interessante annotare come il Signore abbia preso Francesco per il suo verso, quello della voglia di affermarsi, per additargli la strada di un'ambizione santa, proiettata sull'infinito".

  "Come avvenne per Francesco, Cristo parla anche al nostro cuore. Noi rischiamo di passare una vita intera assordati da voci fragorose ma vuote, rischiamo di lasciarci sfuggire la sua voce, l'unica che conta, perché è l'unica che salva".

  "Non abbiate paura, carissimi, di imitare Francesco innanzitutto nella capacità di tornare a voi stessi. Egli seppe fare silenzio dentro di sé, ponendosi in ascolto della Parola di Dio. Passo dopo passo si lasciò guidare per mano verso l'incontro pieno con Gesù, fino a farne il tesoro e la luce della sua vita".

  "Francesco, insomma, era un vero innamorato di Gesù. Lo incontrava nella Parola di Dio, nei fratelli, nella natura, ma soprattutto nella sua presenza eucaristica. (...) Il Natale di Greccio esprime il bisogno di contemplarlo nella sua tenera umanità di bimbo. L'esperienza della Verna, dove riceve le stimmate, mostra a quale grado di intimità egli fosse arrivato nel rapporto con Cristo crocifisso".

  "Proprio perché di Cristo, Francesco è anche uomo della Chiesa. Dal Crocifisso di San Damiano aveva avuto l'indicazione di riparare la casa di Cristo, che è appunto la Chiesa. (...) Quel compito null'altro era, in fondo, che la responsabilità attribuita da Cristo ad ogni battezzato. La Chiesa cresce e si ripara innanzitutto nella misura in cui ciascuno di noi si converte e si santifica".

  "Come a cerchi concentrici, l'amore di Francesco per Gesù si dilata non solo sulla Chiesa ma su tutte le cose, viste in Cristo e per Cristo. Nasce di qui il Cantico delle Creature, in cui l'occhio riposa nello splendore del Creato. (...) Il Cantico di frate sole, prima di essere un'altissima pagina di poesia e un implicito invito al rispetto del creato, è una preghiera, una lode rivolta al Signore".

  "All'insegna della preghiera è da vedere anche l'impegno di Francesco per la pace. Questo aspetto della sua vita è di grande attualità, in un mondo che di pace ha tanto bisogno e non riesce a trovarne la via. Francesco fu un uomo di pace e un operatore di pace. Lo mostrò anche nella mitezza con cui si pose, senza tuttavia mai tacere la sua fede, di fronte ad uomini di altre fedi. (...) Se oggi il dialogo interreligioso, specialmente dopo il Concilio Vaticano II, è diventato patrimonio comune e irrinunciabile della sensibilità cristiana, Francesco può aiutarci a dialogare autenticamente, senza cadere in un atteggiamento di indifferenza nei confronti della verità e nell'attenuazione del nostro annuncio cristiano".

  Al termine dell'incontro il Papa ha raggiunto in auto il campo sportivo "Migaghelli" da dove è ripartito in elicottero alla volta di Roma.
PV-ITALIA/GIOVANI/ASSISI                           VIS 20070618 (840)


SAN FRANCESCO: INNAMORATO DI GESÙ ED OPERATORE DI PACE


CITTA' DEL VATICANO, 17 GIU. 2007 (VIS). Lasciata la Cattedrale di San Rufino, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in auto alla Basilica di Santa Maria degli Angeli e lungo il percorso, transitando davanti all'Istituto Serafico, ha salutato e benedetto i non vedenti e i sordomuti in attesa del Suo passaggio.

  Alle 17:45 il Papa è arrivato sul piazzale antistante la Basilica accolto dal Custode di Santa Maria degli Angeli, dal Rettore della Basilica e dal Parroco e quindi si è recato in visita alla Porziuncola ed alla Cappella del Transito di San Francesco. Alle 18:00 il Santo Padre si è rivolto ai giovani che gremivano il piazzale della Basilica di Santa Maria degli Angeli.

  Il Papa ha ricordato che fu proprio sul sito dove sorge la Basilica di Santa Maria degli Angeli che San Francesco "pose il 'quartier generale' dell'Ordine, dove i frati potessero raccogliersi quasi come nel grembo materno, per rigenerarsi e ripartire pieni di slancio apostolico". Tratteggiando la biografia del Santo, il Papa ha ricordato come Francesco rappresenti per i giovani "un'attrazione speciale".

  La conversine di Francesco, all'età di 25 anni, "avvenne quando era nel pieno della sua vitalità, delle sue esperienze, dei suoi sogni" - ha detto Benedetto XVI  e citando la "Leggenda dei tre compagni", ha ricordato come "'Francesco era tanto più allegro e generoso, dedito ai giochi e ai canti, girovagava per la città di Assisi giorno e notte con amici del suo stampo, tanto generoso nello spendere da dissipare in pranzi e altre cose tutto quello che poteva avere o guadagnare'".

  "Come negare che sono molti i ragazzi, e non ragazzi, tentati di seguire da vicino la vita del giovane Francesco, prima della sua conversione? Sotto quel modo di vivere c'era il desiderio di felicità che abita ogni cuore umano" - ha detto il Papa, aggiungendo: "Ma poteva quella vita dare la gioia vera? Francesco certo non la trovò. (...) La verità è che le cose finite possono dare barlumi di gioia, ma solo l'Infinito può riempire il cuore".

  "Un aspetto che impressionava i contemporanei di Francesco" - ha detto ancora il Pontefice - "era la sua ambizione, la sua sete di gloria e di avventura. (...) È interessante annotare come il Signore abbia preso Francesco per il suo verso, quello della voglia di affermarsi, per additargli la strada di un'ambizione santa, proiettata sull'infinito".

  "Come avvenne per Francesco, Cristo parla anche al nostro cuore. Noi rischiamo di passare una vita intera assordati da voci fragorose ma vuote, rischiamo di lasciarci sfuggire la sua voce, l'unica che conta, perché è l'unica che salva".

  "Non abbiate paura, carissimi, di imitare Francesco innanzitutto nella capacità di tornare a voi stessi. Egli seppe fare silenzio dentro di sé, ponendosi in ascolto della Parola di Dio. Passo dopo passo si lasciò guidare per mano verso l'incontro pieno con Gesù, fino a farne il tesoro e la luce della sua vita".

  "Francesco, insomma, era un vero innamorato di Gesù. Lo incontrava nella Parola di Dio, nei fratelli, nella natura, ma soprattutto nella sua presenza eucaristica. (...) Il Natale di Greccio esprime il bisogno di contemplarlo nella sua tenera umanità di bimbo. L'esperienza della Verna, dove riceve le stimmate, mostra a quale grado di intimità egli fosse arrivato nel rapporto con Cristo crocifisso".

  "Proprio perché di Cristo, Francesco è anche uomo della Chiesa. Dal Crocifisso di San Damiano aveva avuto l'indicazione di riparare la casa di Cristo, che è appunto la Chiesa. (...) Quel compito null'altro era, in fondo, che la responsabilità attribuita da Cristo ad ogni battezzato. La Chiesa cresce e si ripara innanzitutto nella misura in cui ciascuno di noi si converte e si santifica".

  "Come a cerchi concentrici, l'amore di Francesco per Gesù si dilata non solo sulla Chiesa ma su tutte le cose, viste in Cristo e per Cristo. Nasce di qui il Cantico delle Creature, in cui l'occhio riposa nello splendore del Creato. (...) Il Cantico di frate sole, prima di essere un'altissima pagina di poesia e un implicito invito al rispetto del creato, è una preghiera, una lode rivolta al Signore".

  "All'insegna della preghiera è da vedere anche l'impegno di Francesco per la pace. Questo aspetto della sua vita è di grande attualità, in un mondo che di pace ha tanto bisogno e non riesce a trovarne la via. Francesco fu un uomo di pace e un operatore di pace. Lo mostrò anche nella mitezza con cui si pose, senza tuttavia mai tacere la sua fede, di fronte ad uomini di altre fedi. (...) Se oggi il dialogo interreligioso, specialmente dopo il Concilio Vaticano II, è diventato patrimonio comune e irrinunciabile della sensibilità cristiana, Francesco può aiutarci a dialogare autenticamente, senza cadere in un atteggiamento di indifferenza nei confronti della verità e nell'attenuazione del nostro annuncio cristiano".

  Al termine dell'incontro il Papa ha raggiunto in auto il campo sportivo "Migaghelli" da dove è ripartito in elicottero alla volta di Roma.
PV-ITALIA/GIOVANI/ASSISI                           VIS 20070618 (840)


INCONTRO CON SACERDOTI, DIACONI E RELIGIOSI


CITTA' DEL VATICANO, 17 GIU. 2007 (VIS). Alle 16:30 il Santo Padre si è recato alla Cattedrale di Assisi, dedicata al Patrono San Rufino, per incontrare i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, le religiose, i superiori e gli alunni del Pontificio Seminario Umbro.

  Nel suo discorso il Santo Padre ha sottolineato che "non basta" che "i milioni di pellegrini che passano per queste strade (...) ammirino Francesco", ma essi "devono essere aiutati a cogliere il nucleo essenziale della vita cristiana ed a tendere alla sua 'misura alta', che è appunto la santità".

  "I cristiani del nostro tempo" - ha detto il Papa nel suo discorso - "si ritrovano sempre più spesso a fronteggiare la tendenza ad accettare un Cristo diminuito, ammirato nella sua umanità straordinaria, ma respinto nel mistero profondo della sua divinità. Lo stesso Francesco subisce una sorta di mutilazione, quando lo si tira in gioco come testimone di valori pur importanti, apprezzati dall'odierna cultura, ma dimenticando che la scelta profonda, potremmo dire il cuore della sua vita, è la scelta di Cristo".

  Ribadendo che: "Il nome di Francesco, accompagnato da quello di Chiara, chiede che questa Città si distingua per un particolare slancio missionario", Benedetto XVI ha affermato che "proprio per questo è anche necessario che questa Chiesa viva di una intensa esperienza di comunione".

  "Si pone in tale ottica" - ha ricordato il Pontefice - "il Motu Proprio 'Totius Orbis', con cui ho stabilito che le due grandi Basiliche papali di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, pur continuando a godere di un'attenzione speciale della Santa Sede attraverso il Legato Pontificio" - Cardinale Attilio Nicora - "sotto il profilo pastorale entrassero nella giurisdizione del Vescovo di questa Chiesa" - Monsignor Domenico Sorrentino - "Sono davvero lieto" - ha aggiunto il Papa - "di sapere che il nuovo cammino è iniziato all'insegna di una grande disponibilità e collaborazione, e sono certo che sarà ricco di frutti".

  "L'opportunità di un assetto unitario quale è stato assicurato dal Motu Proprio era anche consigliata dal bisogno di un'azione pastorale più coordinata ed efficace". Le comunità di vita consacrata "se hanno diritto di aspettarsi accoglienza e rispetto per il proprio carisma, devono tuttavia evitare di vivere come 'isole', ma integrarsi con convinzione e generosità nel servizio e nel piano pastorale adottato dal Vescovo per tutta la comunità diocesana".

  Rivolgendosi ai sacerdoti e ai diaconi, il Santo Padre ha affermato: "Il vostro entusiasmo, la vostra comunione, la vostra via di preghiera e il vostro ministero generoso, sono indispensabili. Può capitare di sperimentare qualche stanchezza o paura di fronte alle nuove esigenze e alla nuove difficoltà, ma dobbiamo aver fiducia che il Signore ci darà la forza necessaria per attuare quanto ci chiede. Egli non lascerà mancare le vocazioni, se le imploriamo con la preghiera e insieme ci preoccupiamo di cercarle e custodirle con una pastorale giovanile e vocazionale ricca di ardore e di inventiva, capace di mostrare la bellezza del ministero sacerdotale".

  Benedetto XVI ha concluso il suo discorso rivolgendosi alle persone consacrate e dicendo loro: "Per questa Chiesa costituite una ricchezza grande, sia nell'ambito della pastorale parrocchiale sia a vantaggio dei tanti pellegrini, che spesso vengono a chiedervi ospitalità, aspettandosi anche una testimonianza spirituale". Alle religiose di clausura il Papa ha detto: "Sappiate tenere alta la fiaccola della contemplazione. (...) Siate segni dell'amore di Cristo, a cui possano guardare tutti gli altri fratelli e sorelle esposti alle fatiche della vita apostolica e dell'impegno laicale nel mondo".
PV-ITALIA/SACERDOTI:RELIGIOSI/ASSISI                   VIS 20070618 (590)


MESSAGGIO CAPITOLO GENERALE FRATI MINORI CONVENTUALI


CITTA' DEL VATICANO, 17 GIU. 2007 (VIS). Alle ore 16:00, nella Sala Capitolare del Sacro Convento, il Santo Padre Benedetto XVI ha salutato le Suore Clarisse Cappuccine Tedesche del Monastero della Santa Croce in Assisi.

  Successivamente, nella Basilica Superiore di San Francesco, il Papa ha incontrato i partecipanti al Capitolo Generale dell'Ordine Francescano dei Frati Minori Conventuali, con il Ministro Generale Padre Marco Tasca e la Comunità del Sacro Convento.

  Nel Messaggio, consegnato ai partecipanti al Capitolo Generale, il Papa scrive: "Vi sono grato per la pronta obbedienza con cui, insieme con i Frati Minori, corrispondendo allo speciale legame di affetto che da sempre vi lega alla Sede Apostolica, avete accolto le disposizioni del Motu Proprio 'Totius Orbis' circa i nuovi rapporti delle due Basiliche Papali di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli con questa Chiesa particolare che al Poverello diede i natali e che tanta parte ebbe nella sua vita".

  Dopo aver ricordato che il tema centrale di riflessione di questa 199ma Assemblea Capitolare è la formazione per la missione, sottolineando che tale formazione non è data mai una volta per tutte, "ma è da considerare piuttosto come un cammino permanente", il Santo Padre sottolinea: "Alla base non può che esserci l'ascolto della Parola in un clima di intensa e continua preghiera".

  "Occorre" - prosegue il Pontefice - "che  ogni Frate sia un vero contemplativo, con gli occhi fissi negli occhi di Cristo. Occorre che sia capace, come Francesco di fronte al lebbroso, di vedere il volto di Cristo nei fratelli che soffrono, portando a tutti l'annuncio della pace".

 "Sia dunque per ogni figlio di San Francesco saldo principio quello che il Poverello esprimeva con le semplici parole: 'La Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo'".

  "La sua 'profezia'" - prosegue ancora il Pontefice riferendosi a San Francesco - "insegna a fare del Vangelo il criterio per affrontare le sfide di ogni tempo, anche del nostro, resistendo al fascino ingannevole di mode passeggere, per radicarsi nel disegno di Dio e discernere così i veri bisogni degli uomini. Il mio augurio è che i Frati sappiano accogliere con rinnovato slancio e coraggio questo 'programma', fidando nella forza che viene dall'Alto".
PV-ITALIA/MESSAGGIO FRATI MINORI/ASSISI               VIS 20070618 (390)


CHE CESSINO TUTTI I CONFLITTI ARMATI INSANGUINANO TERRA


CITTA' DEL VATICANO, 17 GIU. 2007 (VIS). Prima della recita dell'Angelus con i fedeli che avevano assistito alla Celebrazione Eucaristica nella Piazza Inferiore di San Francesco ad Assisi, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricordato la Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace, convocata dal Predecessore Giovanni Paolo II nel 1986 ad Assisi, alla quale parteciparono gli esponenti delle altre confessioni cristiane e delle altre religioni.

  "Considero mio dovere" - ha detto il Papa - "lanciare da qui un pressante e accorato appello affinché cessino tutti i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e dovunque l'odio ceda all'amore, l'offesa al perdono e la discordia all'unione!"

  "Sentiamo spiritualmente qui presenti tutti coloro che piangono, soffrono e muoiono a causa della guerra e delle sue tragiche conseguenze, in qualunque parte del mondo. Il nostro pensiero va particolarmente alla Terra Santa, tanto amata da San Francesco, all'Iraq, al Libano, all'intero Medio Oriente. Le popolazioni di quei Paesi conoscono, ormai da troppo tempo, gli orrori dei combattimenti, del terrorismo, della cieca violenza, l'illusione che la forza possa risolvere i conflitti, il rifiuto di ascoltare le ragioni dell'altro e di rendergli giustizia. Solo un dialogo responsabile e sincero, sostenuto dal generoso sostegno della Comunità internazionale, potrà mettere fine a tanto dolore e ridare vita e dignità a persone, istituzioni e popoli".

  "Voglia San Francesco, uomo di pace, ottenerci dal Signore che si moltiplichino coloro che accettano di farsi 'strumenti della sua pace', attraverso i mille piccoli atti della vita quotidiana; che quanti hanno ruoli di responsabilità siano animati da un amore appassionato per la pace e da una volontà indomita di raggiungerla, scegliendo mezzi adeguati per ottenerla".

  Conclusa la Santa Messa, il Papa ha salutato una Delegazione di Autorità nel Sacro Convento, e successivamente, accompagnato da Padre Vincenzo Coli, Custode del Sacro Convento, si è recato in visita alla Tomba di San Francesco nella Basilica Inferiore. Dopo la visita, il Santo Padre è rientrato in Convento per il pranzo.
PV-ITALIA/ANGELUS/ASSISI                           VIS 20070618 (340)


CONIUGARE ACCOGLIENZA, DIALOGO E RISPETTO PER TUTTI


CITTA' DEL VATICANO, 17 GIU. 2007 (VIS). Alle 7:30 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI è partito in elicottero alla volta di Assisi, dove è giunto alle 8:30, per una Visita pastorale in occasione dell'Ottavo Centenario della Conversione di San Francesco.

  Terminata la breve visita al Santuario di Rivotorto, luogo dove San Francesco visse con i primi frati per circa due anni, il Santo Padre Benedetto XVI ha raggiunto in auto il Santuario di San Damiano dove San Francesco udì le parole del Crocifisso che lo invitava a riparare la Casa in rovina. Alle 9:30, arrivato alla Basilica di Santa Chiara, si è recato nella Cappella delle Monache Clarisse per adorare il Santissimo Sacramento e venerare il Crocifisso di San Damiano.

  Alle 10:00 il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica nella Piazza Inferiore di San Francesco ad Assisi

  Nell'omelia il Santo Padre ha ricordato la figura del Santo di Assisi che nei primi venticinque anni di vita inseguiva "vani sogni di gloria terrena" e la cui conversione, ha affermato: "lo portò ad esercitare misericordia. (...) Servire i lebbrosi, fino a baciarli, non fu solo un gesto di filantropia, una conversione, per così dire, 'sociale', ma una vera esperienza religiosa, comandata dall'iniziativa della grazia e dall'amore di Dio".

  "Convertirci all'amore è passare dall'amarezza alla 'dolcezza', dalla tristezza alla gioia vera. L'uomo è veramente se stesso, e si realizza pienamente, nella misura in cui vive con Dio e di Dio, riconoscendolo e amandolo nei fratelli".

  "Che cosa è stata, miei cari fratelli e sorelle, la vita di Francesco convertito se non un grande atto d'amore? Lo rivelano le sue preghiere infuocate, ricche di contemplazione e di lode"- ha detto il Papa - "la sua scelta della povertà e il suo cercare Cristo nel volto dei poveri".

  Ponendo in rilievo che Francesco fu "un vero maestro" nella ricerca della pace, nella salvaguardia della natura, nella promozione del dialogo fra tutti gli uomini, il Santo Padre ha ricordato in proposito l'iniziativa del Predecessore Giovanni Paolo II di riunire ad Assisi nel 1986 "i rappresentanti delle confessioni cristiane e delle diverse religioni del mondo, per un incontro di preghiera per la pace. Fu un'intuizione profetica e un momento di grazia".

  "La luce del Poverello su quell'iniziativa" - ha proseguito Papa Benedetto - "era una garanzia di autenticità cristiana, giacché la sua vita e il suo messaggio poggiano così visibilmente sulla scelta di Cristo, da respingere a priori qualunque tentazione di indifferentismo religioso, che nulla avrebbe a che vedere con l'autentico dialogo interreligioso".

  "Lo 'spirito di Assisi' che da quell'evento continua a diffondersi nel mondo" - ha ribadito il Pontefice -  "si oppone allo spirito di violenza, all'abuso della religione come pretesto per la violenza. Assisi ci dice che la fedeltà alla propria convinzione religiosa, la fedeltà soprattutto a Cristo crocifisso e risorto non si esprime in violenza e intolleranza, ma nel sincero rispetto dell'altro, nel dialogo, in un annuncio che fa appello alla libertà e alla ragione, nell'impegno per la pace e per la riconciliazione".

  "Non potrebbe essere atteggiamento evangelico, né francescano" - ha concluso il Pontefice - "il non riuscire a coniugare l'accoglienza, il dialogo e il rispetto per tutti con la certezza di fede che ogni cristiano, al pari del Santo di Assisi, è tenuto a coltivare, annunciando Cristo come via, verità e vita dell'uomo, unico Salvatore del mondo".
PV-ITALIA/MESSA/ASSISI                                   VIS 20070618 (580)


UDIENZE


CITTA' DEL VATICANO, 18 GIU. 2007 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate sei Presuli della Conferenza Episcopale del Togo, in Visita "ad Limina Apostolorum":

    - L'Arcivescovo Philippe Fanoko Kossi Kpodzro, emerito di Lomé, con l'Arcivescovo eletto Denis Komivi Amuzu-Dzakpah.

    - Il Vescovo Jacques Nyimbusède Tukumbé Anyilunda, di Dapaong.

    - Il Vescovo Benoît Comlan Messan Alowonou, di Kpalimé ed Amministratore Apostolico di Atakpamé.

    - Il Vescovo Ambroise Kotamba Djoliba, di Sokodé.

    - Il Monsignor Isaac Jogues Kodjo Agbemenya Gaglo, Amministratore Diocesano di Aného.

  Sabato 16 giugno il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Javier Lozano Barragan, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute).

- Il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
AP/.../...                                       VIS 20070618 (130)


MUORE IL CARDINALE FELICI ALL'ETÀ DI 87 ANNI


CITTA' DEL VATICANO, 18 GIU. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI presiederà, martedì 19 giugno, alle ore 17.00, all'Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, la Liturgia Esequiale del Cardinale Angelo Felici, morto ieri domenica all'età di 87 anni. Il Porporato era Prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi e Presidente emerito della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei".
.../MORTE FELICI/...                         VIS 20070618 (70)


ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 16 GIU. 2007 (VIS).  Il Santo Padre ha nominato il Padre Domenico Cancian, F.A.M., Superiore Generale dei Figli dell'Amore Misericordioso, Vescovo di Città di Castello (superficie: 820; popolazione: 60.060; cattolici: 58.900; sacerdoti: 71; religiosi: 142; diaconi permanenti: 9), Italia. Il Vescovo eletto, è nato a Mareno di Piave (Treviso), nel 1947, ha emesso la professione perpetua nella Congregazione dei Figli dell'Amore Misericordioso nel 1971 ed è stato ordinato sacerdote nel 1972. Finora Superiore Generale dei "Figli dell'Amore Misericordioso", il Vescovo Cancian succede al Vescovo Pellegrino Tommaso Ronchi, O.F.M.Cap., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi presentata per raggiunti limiti d'età.
NER:RE/.../CANCIAN:RONCHI                           VIS 20070618 (130)


DICHIARAZIONE COMUNE BENEDETTO XVI E CHRYSOSTOMOS II


CITTA' DEL VATICANO, 16 GIU. 2007 (VIS). Al termine dell'incontro privato di questa mattina e dello scambio di discorsi, Papa Benedetto XVI e Sua Beatitudine Chrysostomos II hanno firmato una Dichiarazione Comune in presenza dei Membri della Delegazione Ortodossa Cipriota e della Delegazione Cattolica.

  Il Santo Padre e l'Arcivescovo di Nuova Giustiniana e tutta Cipro hanno dichiarato la loro "sincera e ferma disposizione, in obbedienza alla volontà di Nostro Signore Gesù Cristo, ad intensificare la ricerca della piena unità tra tutti i cristiani, attivando ogni sforzo a noi possibile e considerato utile alla vita delle nostre comunità. Desideriamo che i fedeli cattolici ed ortodossi di Cipro vivano fraternamente  e nella piena solidarietà fondata sulla comune fede nel Cristo Risorto. Vogliamo inoltre sostenere e promuovere il dialogo teologico, che attraverso la competente Commissione Internazionale si appresta ad affrontare le questioni più ardue che hanno segnato la vicenda storica della divisione. È necessario raggiungere un sostanziale accordo per la piena comunione nella fede, nella vita sacramentale e nell'esercizio del ministero pastorale".

  "Nel nostro incontro" - scrivono Papa Benedetto XVI e Sua Beatitudine Chrysostomos - "abbiamo considerato le contingenze storiche in cui vivono le nostre Chiese. In particolare, abbiamo esaminato la situazione di divisione e di tensioni che caratterizzano da oltre un trentennio l'Isola di Cipro, con i tragici problemi quotidiani che intaccano anche la vita delle nostre comunità e delle singole famiglie. Abbiamo considerato, più ampiamente, la situazione del Medio Oriente, dove la guerra e i contrasti tra i popoli rischiano di estendersi con disastrose conseguenze. Abbiamo invocato la pace 'che viene dall'alto'. Le nostre Chiese intendono svolgere un ruolo di pacificazione nella giustizia e nella solidarietà e, affinché tutto ciò si realizzi, è nostro desiderio promuovere le fraterne relazioni fra tutti i cristiani ed un leale dialogo tra le diverse religioni presenti e operanti nella Regione".

  "Rivolgiamo, pertanto, questo appello a tutti quelli che, ovunque, nel mondo, alzano la mano contro i propri fratelli, esortandoli con fermezza a deporre le armi e ad operare perché siano sanate le ferite causate dalla guerra. Li invitiamo, inoltre, ad adoperarsi affinché i diritti umani siano difesi sempre, in ogni Nazione (...). Così pure, fra i diritti umani da tutelare, va annoverato come primario quello della libertà di religione. Non rispettarlo" - scrivono il Pontefice e Sua Beatitudine Chrysostomos - "costituisce una gravissima offesa alla dignità dell'uomo, che viene colpito nell'intimo del cuore dove abita Dio. E così profanare, distruggere e saccheggiare i luoghi di culto di qualsiasi religione, rappresenta un atto contro l'umanità e la civiltà dei popoli".

  "In un tempo di crescente secolarizzazione e di relativismo, cattolici e ortodossi in Europa sono chiamati a offrire una rinnovata testimonianza comune sui valori etici pronti sempre a dare ragione della loro fede in Gesù Cristo Signore e Salvatore. L'Unione Europea, che non potrà limitarsi a una cooperazione meramente economica, necessita di solide basi culturali, di condivisi riferimenti etici e di apertura alla dimensione religiosa. Occorre vivificare le radici cristiane dell'Europa, che hanno reso grande la sua civiltà nei secoli, e riconoscere che la tradizione cristiana occidentale e quella orientale hanno, in questo senso, un compito comune importante da svolgere".

  Papa Benedetto XVI e Sua Beatitudine Chrysostomos sottolineano inoltre che: "Il ricco patrimonio di fede e la solida tradizione cristiana delle nostre terre, devono spingere cattolici ed ortodossi ad un rinnovato slancio nell'annunciare il Vangelo al nostro tempo, per essere fedeli alla nostra vocazione cristiana e nel rispondere alle esigenze del mondo d'oggi".

  "Seria preoccupazione suscita il modo in cui vengono affrontate le questioni concernenti la bioetica. (...).  Lo sfruttamento dell'essere umano, le sperimentazioni abusive, gli esperimenti di una genetica che non rispetta i valori etici arrecano offesa alla vita, attentano all'incolumità e alla dignità di ogni persona umana e non possono né devono essere giustificati o permessi in nessun momento della sua esistenza".

  Il Santo Padre e Sua Beatitudine invitano infine "i responsabili delle Nazioni a favorire e promuovere una giusta ripartizione delle risorse della terra, in spirito di solidarietà con i poveri e con tutti gli indigenti del mondo".

  Al termine della Dichiarazione, Papa Benedetto XVI e Sua Beatitudine Chrysostomos esprimono preoccupazione "per il rischio della distruzione del creato" e ribadiscono che: "L'uomo l'ha ricevuto perché con esso possa realizzare il disegno di Dio", per cui l'ambiente "esige rispetto e tutela da parte di tutti quelli che l'abitano".
AC/DICHIARAZIONE COMUNE/CRYSOSTOMOS II               VIS 20070618 (730)


PROSEGUIRE DIALOGO CATTOLICO-ORTODOSSO


CITTA' DEL VATICANO, 16 GIU. 2007 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto oggi in Vaticano Sua Beatitudine Chrysostomos, Arcivescovo di Nuova Giustiniana e tutta Cipro, che nel suo discorso ha affermato di essere venuto a Roma per dare al Pontefice "il bacio fraterno della pace e, dopo secoli di cammino non fraterno, costruire di nuovo ponti di riconciliazione, collaborazione e amore!".

  A sua volta, il Santo Padre ha affermato nel suo discorso che la visita dell'Arcivescovo Chrysostomos "è un dono del Dio della perseveranza e della consolazione, di cui San Paolo parla rivolgendosi a coloro che ascoltavano per la prima volta a Roma il Messaggio della salvezza".

  "Del dono della perseveranza facciamo oggi esperienza poiché, nonostante la presenza di secolari divisioni, di strade divergenti, e malgrado la fatica di ricucire dolorose ferite" - ha ribadito il Pontefice - "il Signore non ha cessato di guidare i nostri passi sulla via dell'unità e della riconciliazione. E questo è per tutti noi motivo di consolazione, poiché l'odierno nostro incontro si inserisce in un cammino di sempre più intensa ricerca di quella piena comunione tanto auspicata da Cristo".

  "Sappiamo bene come l'adesione a questo ardente desiderio del Signore non possa e non debba essere proclamata soltanto a parole né in maniera solo formale. Per questo Ella, Beatitudine" - ha sottolineato il Santo Padre - "non è venuto da Cipro a Roma semplicemente per uno 'scambio di cortesia ecumenica', ma per ribadire la ferma decisione di perseverare nell'orazione affinché il Signore ci indichi come giungere alle piena comunione".

  "Nella Sua persona saluto il Pastore di una Chiesa antica ed illustre" - ha detto il Papa all'Arcivescovo Chrysostomos - "splendente tessera di quel fulgido mosaico, l'Oriente che, (...), costituisce uno dei due polmoni con cui respira la Chiesa. (...) AccogliendoLa, caro Fratello nel Signore, vorrei rendere omaggio all'antica e veneranda Chiesa di Cipro, ricca di santi, tra i quali mi piace ricordare particolarmente Barnaba, compagno e collaboratore dell'apostolo Paolo, ed Epifanio, vescovo di Costanza, un tempo Salamina, oggi Famagosta (...) che svolse il suo ministero (...) in un periodo turbolento per la Chiesa".

  "Da buon pastore, Epifanio indica al gregge affidatogli da Cristo le verità da credere, il cammino da percorrere e gli scogli da evitare. Ecco un metodo valido anche oggi per l'annuncio del Vangelo, specialmente alle nuove generazioni, fortemente influenzate da correnti di pensiero contrarie allo spirito evangelico. La Chiesa si trova ad affrontare in questo inizio del terzo millennio sfide e problematiche non molto dissimili da quelle con cui ebbe a confrontarsi il pastore Epifanio".

  "Come allora, anche oggi occorre vigilare attentamente" - ha proseguito il Pontefice - "per mettere in guardia il Popolo di Dio dai falsi profeti, dagli errori e dalla superficialità di proposte non conformi all'insegnamento del divino Maestro, nostro unico Salvatore. Al tempo stesso, urge trovare un linguaggio nuovo per proclamare la fede che ci accomuna, un linguaggio condiviso, un linguaggio spirituale capace di trasmettere fedelmente le verità rivelate, aiutandoci così a ricostruire, nella verità e nella carità, la comunione tra tutti i membri dell'unico Corpo di Cristo".

  "Questa necessità, che tutti avvertiamo, ci spinge a proseguire senza scoraggiarci il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme; essa ci orienta ad utilizzare strumenti validi e stabili, perché la ricerca della comunione non sia discontinua ed occasionale nella vita e nella missione delle nostre Chiese".
 
  "Dinanzi all'opera immane che ci attende e che va al di là delle capacità umane, è necessario affidarsi innanzitutto alla preghiera. Questo non toglie che sia doveroso     mettere in atto anche oggi ogni valido mezzo umano, che possa giovare allo scopo".

  "In quest'ottica" - ha concluso Papa Benedetto XVI - "considero la Sua visita un'iniziativa quanto mai utile per farci progredire verso l'unità voluta da Cristo. Sappiamo che questa unità è dono e frutto dello Spirito Santo; ma sappiamo anche che essa domanda, allo stesso tempo, uno sforzo costante, animato da una volontà certa e da una speranza incrollabile nella potenza del Signore".
AC/CHIESA DI CIPRO/CHRYSOSTOMOS                   VIS 20070618 (660)


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