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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 7 gennaio 2008

APPELLO PER LA PACE IN KENYA

CITTA' DEL VATICANO, 5 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha lanciato un appello in favore della pace e del dialogo in Kenya, a seguito degli atti di violenza e dei conflitti tribali esplosi al termine delle elezioni del Presidente del Paese.

  In una Lettera a firma del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, indirizzata al Cardinale John Njue, Arcivescovo di Nairobi e Presidente della Conferenza Episcopale del Kenya, il Santo Padre "assicura le sue preghiere affinché l'attuale tragedia abbia quanto prima fine".

  "Sua Santità auspica di tutto cuore" - si legge ancora nella Lettera - "che questa diletta Nazione, la cui esperienza della pace sociale e dello sviluppo rappresenta un elemento di stabilità in tutta la tribolata regione, bandisca quanto prima possibile la minaccia di conflitti etnici"

  Il Papa "invoca l'immediata cessazione degli atti di violenza e dei conflitti fratricidi" e "lancia un appello ai leader politici, responsabili del bene comune, invitandoli ad imboccare  risolutamente la via della pace e della giustizia, poiché il Paese ha bisogno della pace fondata sulla giustizia e sulla fratellanza, e li incoraggia a risolvere le presenti difficoltà, con il dialogo ed il dibattito democratico".
BXVI-LETTERA/PACE/KENYA:NJUE                       VIS 20080107 (200)


ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 5 GEN. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Monsignore Beniamino Pizziol, Vescovo Ausiliare del Patriarcato di Venezia (superficie: 871; popolazione: 370.726; cattolici: 355.897; sacerdoti: 396; religiosi: 899; diaconi permanenti: 30), Italia. Il Vescovo eletto, finora Vicario Generale del medesimo Patriarcato, è nato a Ca' Vio-Treporti (Venezia), nel 1947 ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1972.
NEA/.../PIZZIOL                                     VIS 20080107 (80)

VANGELO LUCE E GUIDA DI TUTTA L'UMANITÀ

CITTA' DEL VATICANO, 6 GEN. 2008 (VIS). Al termine della Santa Messa celebrata nella Basilica Vaticana in occasione della Solennità dell'Epifania del Signore, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per la recita dell'Angelus.

  Rivolgendosi alle migliaia di fedeli convenuti in Piazza San Pietro, il Santo Padre ha affermato che l'Epifania ricorda la manifestazione del Signore "ai popoli del mondo intero, rappresentati dai Magi che giunsero dall'Oriente per rendere omaggio al Re dei Giudei. Osservando i fenomeni celesti, questi misteriosi personaggi avevano visto sorgere una stella nuova e, istruiti anche dalle antiche profezie, avevano riconosciuto in essa il segno della nascita del Messia, discendente di Davide (cfr Mt 2,1-12)".

  "Fin dal suo primo apparire, dunque, la luce di Cristo incomincia ad attirare a sé gli uomini 'che Dio ama' (Lc 2,14), di ogni lingua, popolo e cultura. E' la forza dello Spirito Santo che muove i cuori e le menti alla ricerca della verità, della bellezza, della giustizia, della pace".

  "Gli uomini e le donne di ogni generazione, in questo loro peregrinare, hanno bisogno di essere orientati", ha proseguito Papa Benedetto XVI - "Quale stella possono dunque seguire? Dopo essersi posata 'sopra il luogo dove si trovava il bambino' (Mt 2,9), la stella che aveva guidato i Magi cessò la sua funzione, ma la sua luce spirituale è sempre presente nella parola del Vangelo, che è anche oggi in grado di guidare ogni uomo a Gesù. Quella stessa parola, che altro non è se non il riflesso di Cristo vero uomo e vero Dio, è autorevolmente echeggiata dalla Chiesa per ogni anima ben disposta".

  "Anche la Chiesa, pertanto, svolge per l'umanità la missione della stella. Ma qualcosa del genere si può dire di ogni cristiano, chiamato a rischiarare con la parola e la testimonianza della vita i passi dei fratelli. Quanto è importante allora che noi cristiani siamo fedeli alla nostra vocazione!" - ha esclamato il Pontefice - "Ogni autentico credente è sempre in cammino nel proprio personale itinerario di fede e, al tempo stesso, con la piccola luce che porta dentro di sé, può e deve essere di aiuto a chi si trova al suo fianco, e magari stenta a trovare la strada che conduce a Cristo".

  "Rivolgo i miei auguri più cordiali ai fratelli e alle sorelle delle Chiese Orientali" - ha detto infine il Papa - "che, seguendo il Calendario Giuliano, domani celebreranno il Santo Natale: è una grande gioia condividere la celebrazione dei misteri della fede, nella multiforme ricchezza dei Riti che attestano la bimillenaria storia della Chiesa".

  Al termine della recita della preghiera mariana il Papa ha ricordato che oggi si celebra la Giornata Missionaria Mondiale dell'Infanzia ed ha detto: "Migliaia di bambini vanno incontro alle necessità di altri bambini, spinti dall'amore che il Figlio di Dio, fattosi fanciullo, ha portato sulla terra. Dico grazie a questi piccoli e prego perché siano sempre missionari del Vangelo. Ringrazio anche i loro animatori, che li accompagnano sulla strada della generosità, della fraternità, della fede gioiosa che genera speranza".
ANG/EPIFANIA/...                                   VIS 20080107 (520)


SOLO DIO E' LA GRANDE SPERANZA DELL'UMANITÀ

CITTA' DEL VATICANO, 6 GEN. 2008 (VIS).  Alle ore 10:00 di oggi, Solennità dell'Epifania del Signore, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa nella Basilica Vaticana.

  "Celebriamo oggi Cristo, Luce del mondo, e la sua manifestazione alle genti" ha detto il Papa nell'omelia.

  "L'avvenimento evangelico che ricordiamo nell'Epifania - la visita dei Magi al Bambino Gesù a Betlemme - ci rimanda così alle origini della storia del popolo di Dio" - ha spiegato il Pontefice - "Tra i racconti iniziali della Bibbia, compare una prima 'alleanza', stabilita da Dio con Noè, dopo il diluvio. Si tratta di un'alleanza universale, che riguarda tutta l'umanità".

  "Con la chiamata di Abramo: incomincia il grande disegno di Dio per fare dell'umanità una famiglia, mediante l'alleanza con un popolo nuovo, da Lui scelto perché sia una benedizione in mezzo a tutte le genti (cfr Gn 12,1-3). Questo piano divino è tuttora in corso e ha avuto il suo momento culminante nel mistero di Cristo. Da allora (...) il disegno è stato pienamente rivelato e realizzato in Cristo, ma chiede di essere accolto dalla storia umana, che rimane sempre storia di fedeltà da parte di Dio e purtroppo anche di infedeltà da parte di noi uomini".

  "La stessa Chiesa, depositaria della benedizione, è santa e composta di peccatori, (...). Nella pienezza dei tempi Gesù Cristo è venuto a portare a compimento l'alleanza: Lui stesso, vero Dio e vero uomo, è il Sacramento della fedeltà di Dio al suo disegno di salvezza per l'intera umanità, per tutti noi".

  "L'arrivo dei Magi dall'Oriente a Betlemme, per adorare il neonato Messia, è il segno della manifestazione del Re universale ai popoli e a tutti gli uomini che cercano la verità".

  "L'amore fedele e tenace di Dio, che mai viene meno alla sua alleanza di generazione in generazione (...) costituisce la speranza della storia (...). La Chiesa è, nella storia, al servizio di questo 'mistero' di benedizione per l'intera umanità. In questo mistero della fedeltà di Dio, la Chiesa assolve appieno la sua missione solo quando riflette in se stessa la luce di Cristo Signore, e così è di aiuto ai popoli del mondo sulla via della pace e dell'autentico progresso".

  "Anche oggi, tuttavia" - ha detto ancora il Pontefice - "resta in molti sensi vero quanto diceva il profeta: 'nebbia fitta avvolge le nazioni' e la nostra storia. Non si può dire infatti che la globalizzazione sia sinonimo di ordine mondiale, tutt'altro. I conflitti per la supremazia economica e l'accaparramento delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime rendono difficile il lavoro di quanti, ad ogni livello, si sforzano di costruire un mondo giusto e solidale".

  "C'è bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti. 'Questa grande speranza può essere solo Dio … non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano' (n. 31): il Dio che si è manifestato nel Bambino di Betlemme e nel Crocifisso-Risorto".

  "Se c'è una grande speranza, si può perseverare nella sobrietà. Se manca la vera speranza, si cerca la felicità nell'ebbrezza, nel superfluo, negli eccessi, e si rovina se stessi e il mondo".

  "La moderazione non è allora solo una regola ascetica, ma anche una via di salvezza per l'umanità. È ormai evidente che soltanto adottando uno stile di vita sobrio, accompagnato dal serio impegno per un'equa distribuzione delle ricchezze, sarà possibile instaurare un ordine di sviluppo giusto e sostenibile. Per questo c'è bisogno di uomini che nutrano una grande speranza e possiedano perciò molto coraggio. Il coraggio dei Magi, che intrapresero un lungo viaggio seguendo una stella, e che seppero inginocchiarsi davanti ad un Bambino e offrirgli i loro doni preziosi. Abbiamo tutti bisogno di questo coraggio, ancorato a una salda speranza".
HML/EPIFANIA/...                                   VIS 20080107 (640)


DISCORSO AL CORPO DIPLOMATICO PRESSO LA SANTA SEDE


CITTA' DEL VATICANO, 7 GEN. 2008 (VIS). Questa mattina, nella Sala Regia del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza i Membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, per la presentazione degli auguri per il nuovo anno. Il Papa ha ricevuto l'indirizzo augurale, a nome di tutti gli ambasciatori, formulato dal Decano del Corpo Diplomatico, Professor Giovanni Galassi, Ambasciatore della Repubblica di San Marino presso la Santa Sede.

  Attualmente la Santa Sede intrattiene rapporti diplomatici con 176 Paesi, ai quali occorre aggiungere le Comunità Europee, il Sovrano Militare Ordine di Malta e le Missioni a carattere speciale: la Missione della Federazione Russa e dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina.

  All'inizio del suo discorso il Santo Padre ha ricordato le relazioni diplomatiche con gli Emirati Arabi Uniti che sono state allacciate lo scorso anno. e le diverse Visite compiute in alcuni Paesi, fra le quali quella del maggio scorso in Brasile. In merito al Continente americano, il Papa ha detto: "Come non augurarsi un'accresciuta cooperazione fra i popoli dell'America Latina e, in ciascuno dei Paesi che la compongono, l'abbandono delle tensioni interne, affinché possano convergere sui grandi valori ispirati dal Vangelo?".

  "Desidero ricordare Cuba, che si appresta a celebrare il decimo anniversario della visita del mio venerato Predecessore. Il Papa Giovanni Paolo II fu ricevuto con affetto dalle Autorità e della popolazione ed egli incoraggiò tutti i Cubani a collaborare per un avvenire migliore. Mi sia permesso di riprendere questo messaggio di speranza, che nulla ha perduto della sua attualità".

  "Il mio pensiero e la mia preghiera si sono rivolti soprattutto verso le popolazioni colpite da spaventose catastrofi naturali. Penso agli uragani e alle inondazioni che hanno devastato certe regioni del Messico e dell'America Centrale, come pure dei Paesi dell'Africa e dell'Asia, in particolare il Bangladesh, e una parte dell'Oceania".

  "La preoccupazione della comunità internazionale continua ad essere viva per il Medio Oriente. Sono lieto che la Conferenza di Annapolis abbia manifestato segni sulla via dell'abbandono del ricorso a soluzioni parziali o unilaterali a favore di un approccio globale, rispettoso dei diritti e degli interessi dei popoli della regione. Faccio appello, ancora una volta, ad Israeliani e Palestinesi, affinché concentrino le proprie energie per l'applicazione degli impegni presi in quella occasione e non fermino il processo felicemente rimesso in moto. Invito inoltre la comunità internazionale a sostenere questi due popoli con convinzione e comprensione per le sofferenze e i timori di entrambi".

  "Come non essere vicini al Libano, nelle prove e violenze che continuano a scuotere questo caro Paese? Formulo voti che i Libanesi possano decidere liberamente del loro futuro e chiedo al Signore di illuminarli, a cominciare dai responsabili della vita pubblica affinché, mettendo da parte gli interessi particolari, siano pronti ad impegnarsi sul cammino del dialogo e della riconciliazione. Solo in questa maniera il Paese potrà progredire nella stabilità ed essere nuovamente un esempio di convivialità fra le comunità".

  "Anche in Iraq la riconciliazione è una urgenza! Attualmente gli attentati terroristici, le minacce e le violenze continuano, in particolare contro la comunità cristiana, e le notizie giunte ieri confermano la nostra preoccupazione; è evidente che resta da tagliare il nodo di alcune questioni politiche. In tale quadro, una riforma costituzionale appropriata dovrà salvaguardare il diritti delle minoranze. Sono necessari importanti aiuti umanitari per le popolazioni toccate dalla guerra; penso particolarmente agli sfollati all'interno del Paese e ai rifugiati all'estero, fra i quali si trovano numerosi cristiani".

  "Desidero anche esprimere il mio incoraggiamento affinché si continui a perseguire senza sosta la via della diplomazia per risolvere la questione del programma nucleare iraniano, negoziando in buona fede, adottando misure destinate ad aumentare la trasparenza e la confidenza reciproca, e tenendo sempre conto degli autentici bisogni dei popoli e del bene comune della famiglia umana".

  "Allargando il nostro sguardo all'intero continente asiatico, vorrei attirare la vostra attenzione su qualche altra situazione di crisi. Sul Pakistan, in primo luogo, che è stato duramente colpito dalla violenza negli ultimi mesi. Mi auguro che tutte le forze politiche e sociali si impegnino nella costruzione di una società pacifica, che rispetti i diritti di tutti. In Afghanistan alla violenza si aggiungono altri gravi problemi sociali, come la produzione di droga".

  "Rivolgendomi ora all'Africa, vorrei in primo luogo manifestare nuovamente la mia profonda sofferenza nel constatare come la speranza appaia quasi vinta dal sinistro corteo di fame e di morte che continua nel Darfur. Auspico di vero cuore che l'operazione congiunta delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana, la cui missione è appena iniziata, porti aiuto e conforto alle popolazioni provate".

  "Il processo di pace nella Repubblica Democratica del Congo si scontra con forti resistenze presso i Grandi Laghi, soprattutto nelle regioni orientali, e la Somalia, in particolare a Mogadiscio, continua ad essere afflitta da violenze e dalla povertà. Faccio appello alle parti in conflitto perché cessino le operazioni militari, che sia facilitato il passaggio degli aiuti umanitari e che i civili siano rispettati".

  "Il Kenya in questi ultimi giorni ha conosciuto una brusca esplosione di violenza. Associandomi all'appello lanciato dai Vescovi il 2 gennaio, invito tutti gli abitanti, e in particolare i responsabili politici, a ricercare mediante il dialogo una soluzione pacifica, fondata sulla giustizia e sulla fraternità".

  "Terminando con l'Europa, mi compiaccio per i progressi compiuti nei diversi Paesi della regione dei Balcani ed esprimo ancora una volta l'augurio che lo statuto definitivo del Kosovo prenda in considerazione le legittime rivendicazioni delle parti in causa e garantisca sicurezza e rispetto dei loro diritti a quanti abitano questa terra, perché si allontani definitivamente lo spettro del confronto violento e sia rafforzata la stabilità europea".

  "E a proposito di Europa, vorrei assicurarvi che seguo con attenzione il periodo che si apre con la firma del 'Trattato di Lisbona'. Tale tappa rilancia il processo di costruzione della 'casa Europa', che 'sarà per tutti gradevolmente abitabile solo se verrà costruita su un solido fondamento culturale e morale di valori comuni che traiamo dalla nostra storia e dalle nostre tradizioni'" (Incontro con le Autorità e il Corpo Diplomatico, Vienna, 7 settembre 2007) e se essa non rinnegherà le proprie radici cristiane".

  "Da questo rapido giro d'orizzonte appare chiaramente che la sicurezza e la stabilità del mondo permangono fragili. I fattori di preoccupazione sono diversi, (...). il diritto può essere una forza di pace efficace solo se i suoi fondamenti sono solidamente ancorati nel diritto naturale, dato dal Creatore. È anche per tale ragione che non si può mai escludere Dio dall'orizzonte dell'uomo e della storia. Il nome di Dio è un nome di giustizia; esso rappresenta un appello pressante alla pace".

  "Questa presa di coscienza potrebbe aiutare, fra l'altro, a orientare le iniziative di dialogo interculturale e interreligioso. (...) Per esser vero, questo dialogo deve essere chiaro, evitando relativismi e sincretismi, ma animato da un sincero rispetto per gli altri e da uno spirito di riconciliazione e di fraternità".

  "In tutti i continenti la Chiesa cattolica si impegna affinché i diritti dell'uomo siano non solamente proclamati, ma applicati. Bisogna augurarsi che gli organismi, creati per la difesa e la promozione dei diritti dell'uomo, consacrino tutte le proprie energie a tale scopo e, in particolare, che il Consiglio dei Diritti dell'Uomo sappia rispondere alle attese suscitate per la sua creazione".

  "La Santa Sede, per parte sua, non si stancherà di riaffermare tali principi e tali diritti fondati su ciò che è permanente ed essenziale alla persona umana. È un servizio che la Chiesa desidera rendere alla vera dignità dell'uomo, creato ad immagine di Dio. E partendo precisamente da queste considerazioni non posso non deplorare ancora una volta gli attacchi continui perpetrati in tutti i Continenti contro la vita umana".

  "Mi rallegro che lo scorso 18 dicembre l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite abbia adottato una risoluzione chiamando gli Stati ad istituire una moratoria sull'applicazione della pena di morte ed io faccio voti che tale iniziativa stimoli il dibattito pubblico sul carattere sacro della vita umana".

  "Mi rammarico ancora una volta per i preoccupanti attacchi all'integrità della famiglia, fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. I responsabili della politica di qualsiasi parte essi siano dovrebbero difendere questa istituzione, cellula base della società".

  "Anche la libertà religiosa, esigenza inalienabile della dignità di ogni uomo e pietra angolare nell'edificio dei diritti umani" (Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 1988, preambolo), è spesso compromessa. Effettivamente, vi sono molti luoghi nei quali essa non può esercitarsi pienamente. La Santa Sede la difende e ne domanda il rispetto per tutti. Essa è preoccupata per le discriminazioni contro i cristiani e contro i seguaci di altre religioni".

  "La pace non può essere una semplice parola o un'aspirazione illusoria. La pace è un impegno e un modo di vita che esige che si soddisfino le legittime attese di tutti, come l'accesso al cibo, all'acqua e all'energia, alla medicina e alla tecnologia, come pure il controllo dei cambiamenti climatici. Solo così si può costruire l'avvenire dell'umanità; soltanto così si favorisce lo sviluppo integrale per oggi e per domani".

  "Infine, vorrei esortare la Comunità internazionale ad un impegno globale a favore della sicurezza. Uno sforzo congiunto da parte degli Stati per applicare tutti gli obblighi sottoscritti e per impedire l'accesso dei terroristi alle armi di distruzione di massa rinforzerebbe, senza alcun dubbio, il regime di non proliferazione nucleare e lo renderebbe più efficace".

  "La diplomazia è, in un certo modo, l'arte della speranza. Essa vive della speranza e cerca di discernerne persino i segni più tenui. La diplomazia deve dare speranza. La celebrazione del Natale viene ogni anno a ricordarci che, quando Dio si è fatto piccolo bambino, la Speranza è venuta ad abitare nel mondo, al cuore della famiglia umana. Questa certezza diventa oggi preghiera: che Dio apra il cuore di quanti governano la famiglia dei popoli alla Speranza che mai delude!".
AC/ANNO NUOVO/CORPO DIPLOMATICO                VIS 20080107 (1590)


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