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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 23 maggio 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 23 MAG. 2008 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha creato la nuova Provincia Ecclesiastica di Kota Kinabalu (Malaysia), dividendola dalla Provincia Ecclesiastica di Kuching. La nuova Provincia Ecclesiastica comprenderà le diocesi suffraganee di Keningau e Sandakan.

- Ha nominato primo Arcivescovo Metropolita di Kota Kinabalu, il Vescovo John Lee Hiong Fun-Yit Yaw, finora Vescovo della medesima Diocesi.

  Ieri, 22 maggio, è stato reso noto che il Santo Padre ha dato il Suo assenso all'elezione canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina del Padre Taras Senkiv, O.M., dal 2000 Direttore spirituale del Seminario Maggiore di Ivano-Frankivsk, a Vescovo Ausiliare di Stryj degli Ucraini (superficie: 4.100; popolazione: 418.000; cattolici: 372.307; sacerdoti: 212; religiosi: 63; diaconi permanenti: 2), Ucraina. Il Vescovo eletto è nato a Bilobozhytsia (Ucraina), nel 1960. Ha frequentato il Seminario in clandestinità ed è stato ordinato sacerdote il 28 maggio 1982. Nel 2006 ha emesso i voti perpetui nell'Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola.
ECE:NER:NEA/.../FUN-YIT YAW:SENKIV                   VIS 20080523 (180)


UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 23 MAG. 2008 (VIS). Il Santo Padre riceverà nel pomeriggio di oggi il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
AP/.../...                                    VIS 20080523 (30)

RITI DI BEATIFICAZIONE APPROVATI DAL SANTO PADRE

CITTA' DEL VATICANO, 23 MAG. 2008 (VIS). L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice comunica che nei prossimi giorni avranno luogo i Riti di Beatificazione dei Servi di Dio:

- Marta Viecka, Vergine, delle Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli: sabato 24 maggio 2008, a Lviv (Ucraina), alle ore 11:00.

- Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso, (Giuseppina Catanea), Vergine, dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi: Domenica 1° giugno 2008, IX del Tempo "per annum", a Napoli (Italia), in Cattedrale, alle ore 17:00.

- Giacomo Da Ghazir Haddad (Khalil), Presbitero, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, Fondatore della Congregazione delle Suore francescane della Croce in Libano: Domenica 22 giugno 2008, XII del Tempo "per annum", a Beirut (Libano), nel "Centre Ville", alle ore 10:00.

- Jozefa Stenmanns (Hendrina), Vergine, Cofondatrice della Congregazione Missionaria delle Serve dello Spirito Santo: Domenica 29 giugno 2008, Solennità dei Santi Pietro e Paolo, a Steyl Telegen (Paesi Bassi), nel Toolhos, alle ore 10:30.
OCL/...                                       VIS 20080523 (170)


CARDINALE GANTIN: AMABILE DISPONIBILITÀ SERVIZIO DI DIO

CITTA' DEL VATICANO, 23 MAG. 2008 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricordato la figura del Cardinale Bernardin Gantin, Decano emerito del Collegio Cardinalizio, nell'omelia pronunciata questa mattina al termine della Santa Messa di suffragio per il defunto Porporato, mancato il 13 maggio scorso, all'età di 86 anni, celebrata dal Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, insieme con gli altri Cardinali..

  "La verità che la Parola di Dio ricorda con potenza è che nulla e nessuno, nemmeno la morte, può resistere all'onnipotenza del suo amore fedele e misericordioso. Questa è la nostra fede, fondata sulla risurrezione di Cristo; questa è la consolante assicurazione che il Signore ci ripete anche oggi"

  "E' in questa prospettiva di fede e di speranza nella risurrezione che facciamo memoria del venerato Cardinale Bernardin Gantin", che "sino alla fine ha voluto dedicarsi con amabile disponibilità al servizio di Dio e dei fratelli, mantenendo fede al motto che si era scelto in occasione dell'Ordinazione episcopale: 'In tuo sancto servitio'".

  "La sua personalità, umana e sacerdotale" - ha ricordato ancora il Pontefice - "costituiva una sintesi meravigliosa delle caratteristiche dell'animo africano con quelle proprie dello spirito cristiano, della cultura e dell'identità africana e dei valori evangelici. E' stato il primo ecclesiastico africano ad aver ricoperto ruoli di altissima responsabilità nella Curia Romana"

  "Non pochi ricordi personali mi legano a questo nostro Fratello (...)" - ha proseguito il Pontefice - "Insieme abbiamo collaborato qui, nella Curia Romana, avendo frequenti contatti, che mi hanno permesso di apprezzare sempre più la sua prudente saggezza, come pure la sua solida fede e il suo sincero attaccamento a Cristo e al suo Vicario in terra, il Papa. Cinquantasette anni di sacerdozio, cinquantuno anni di Episcopato e trentuno di porpora cardinalizia: ecco la sintesi di una vita spesa per la Chiesa".

  "Aveva solo 34 anni quando a Roma, (...), ricevette l'Ordinazione episcopale, il 3 febbraio del 1957. Tre anni dopo divenne Arcivescovo di Cotonou, Capitale della sua Patria, il Benin: fu il primo Metropolita africano di tutta l'Africa. (...) Nel 1971, Paolo VI lo volle a Roma come Segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Due anni dopo lo nominò Segretario del medesimo Dicastero e alla fine del 1975 lo scelse come vice Presidente della Pontificia Commissione della Giustizia e della Pace; di essa divenne in seguito Presidente, assumendo nel 1976 anche la responsabilità di Presidente del Pontificio Consiglio 'Cor unum'. Il Servo di Dio Giovanni Paolo II, l'8 aprile del 1984, lo chiamò ad essere Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina".

  "Questo nostro amico e fratello, al quale oggi rendiamo il nostro grato omaggio, fu permeato di amore a Cristo; amore che lo rendeva amabile e disponibile all'ascolto e al dialogo con tutti; amore che lo spingeva a guardare sempre, come era solito ripetere, all'essenziale della vita che dura, senza perdersi nel contingente che invece passa rapidamente; amore che gli faceva sentire il suo ruolo nei vari Uffici della Curia come un servizio scevro di umane ambizioni".

  "Nel ministero pastorale del Cardinale Gantin emerge un costante amore per l'Eucaristia, sorgente di santità personale e di solida comunione ecclesiale, che trova nel Successore di Pietro il suo visibile fondamento. E fu proprio in questa stessa Basilica che, celebrando l'ultima Santa Messa prima di lasciare Roma, egli ebbe a sottolineare l'unità che l'Eucaristia crea nella Chiesa. Nella sua omelia citò la celebre frase del Vescovo africano san Cipriano di Cartagine, incisa nella Cupola: 'Di qui l'unica fede rifulge per il mondo: di qui scaturisce l'unità del sacerdozio'. Potrebbe essere questo il messaggio che noi raccogliamo dal venerato Cardinale Gantin come suo testamento spirituale".
BXVI-HML/SUFFRAGIO/GANTIN                       VIS 20080523 (660)


PROMUOVERE PASSIONE VERITÀ NELLA COMUNICAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 23 MAG. 2008 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre ha ricevuto in Udienza i partecipanti all'Incontro promosso dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali sul tema: "L'identità e la missione di una Facoltà di Comunicazione nell'Università Cattolica. Uno sguardo al futuro delle comunicazioni insieme a tutta la Chiesa!'".

  "E' evidente che alla base di ogni seria riflessione sulla natura e sullo scopo della comunicazione umana" - ha detto il Papa nel suo discorso - "ci deve essere un impegno per la verità. (...) L'arte della comunicazione è per sua natura legata ad un valore etico, alle virtù che sono il fondamento della moralità. Alla luce di questa definizione, vi incoraggio, in quanto educatori, ad alimentare e premiare la passione per la verità e la bontà, sempre forte nei giovani".

  Benedetto XVI ha esortato inoltre "a promuovere la verità nell'informazione e a far riflettere i nostri contemporanei sugli avvenimenti, con l'obiettivo di essere educatori degli uomini di oggi e di edificare un mondo migliore. E' anche necessario promuovere la giustizia e la solidarietà e rispettare in ogni circostanza il valore e la dignità di ogni persona, che ha il diritto a non essere più ferita in ciò che riguarda la sua vita privata".

  "Sarebbe una tragedia per il futuro dell'umanità se i nuovi strumenti di comunicazione, che consentono di condividere conoscenze e informazioni in modo rapido ed efficace, non fossero accessibili a coloro che si trovano in condizioni di emarginazione economica e sociale, o soltanto essi contribuissero ad accrescere la distanza che separa queste persone dalle nuove reti che si stanno sviluppando al servizio della socializzazione umana, dell'informazione e dell'apprendimento".

  "Sarebbe ugualmente grave che la tendenza globalizzante nel mondo delle comunicazioni danneggiasse o eliminasse i costumi tradizionali e le culture locali, in particolare di coloro che si sono adoperati a favore dei valori familiari e sociali, dell'amore, la solidarietà e il rispetto per la vita". In merito il Papa ha espresso apprezzamento alle comunità religiose poiché "nonostante gli alti costi finanziari e l'elevato numero di personale necessario, si è proceduto a fondare Università Cattoliche nei paesi in via di sviluppo".

  "In questi giorni voi esaminate insieme la questione dell'identità di una Università o di una Scuola cattolica" - ha detto il Papa - "Al riguardo, vorrei ricordare che tale identità non è semplicemente una questione di numero di studenti cattolici; è soprattutto una questione di convinzione: si tratta cioè di credere veramente che solo nel mistero del Verbo fatto carne diventa chiaro il mistero dell'uomo".

  "Come esperti nella teoria e nella pratica della comunicazione e come educatori che stanno formando una nuova generazione di comunicatori, voi avete un ruolo privilegiato non solo nella vita dei vostri studenti, ma anche nella missione delle vostre Chiese locali e dei loro Pastori per far conoscere la Buona Novella dell'amore di Dio a tutte le genti".
AC/FACOLTÀ COMUNICAZIONE/...                           VIS 20080523 (480)


VESCOVI ALBANIA: FAR FRONTE UNITI DIFFICOLTÀ CHIESA

CITTA' DEL VATICANO, 23 MAG. 2008 (VIS). Questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto i Presuli della Conferenza Episcopale di Albania, al termine della Visita "ad Limina Apostolorum".

  "Dopo la notte oscura della dittatura comunista"  - ha detto il Papa nel suo discorso - "incapace di comprendere il popolo albanese nelle sue ataviche tradizioni, la Chiesa provvidenzialmente ha potuto rinascere, grazie anche alla forza apostolica del mio venerato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, che vi fece visita nel 1993, ricostituendo in modo stabile la Gerarchia cattolica, per il bene dei credenti e a vantaggio del Popolo albanese".

  "Spetta anzitutto a voi il compito di promuovere nei vostri atti e nelle vostre iniziative quell'unità che deve manifestare il mistero basilare e vivificante dell'unico Corpo di Cristo, in comunione col ministero del Successore di Pietro. Non si può non vedere, in questa prospettiva, quanto sia essenziale il comune sentire e la condivisa corresponsabilità dei Vescovi, proprio per far fronte in modo efficace ai problemi e alle difficoltà della Chiesa in Albania".

  "Esorto tutti ad evangelica prudenza, in atteggiamento di autentica carità, ricordando che i canoni ecclesiali sono mezzi per promuovere ordinatamente la comunione in Cristo e il bene superiore dell'unico gregge del Redentore. Ciò riguarda anche l'attività evangelizzatrice e quella catechetica, e si esprime pure nell'impegno in ambito sociale. Penso, in particolare, alla sanità, all'educazione, allo sforzo di pacificazione degli animi e a tutto ciò che favorisce la positiva collaborazione fra le diverse componenti della società e le rispettive tradizioni religiose".

  "Il fenomeno dell'emigrazione" - ha affermato il Pontefice - "sia all'interno che fuori del Paese, vi pone di fronte a gravi problemi pastorali, che interpellano il vostro cuore di Vescovi (...) Questo chiama in causa la vostra capacità di interloquire con i vostri Confratelli in altri Paesi, al fine di offrire un aiuto pastorale necessario e urgente. Conosco la difficoltà della mancanza di clero. So anche della generosità di non pochi vostri sacerdoti, che agiscono in situazioni precarie, impegnati a rendere il dovuto servizio ministeriale ai fedeli cattolici di origine albanese in terra straniera".

  "Quella pertanto della promozione delle vocazioni sia sempre una preoccupazione in cima alle vostre priorità: dipende da questo il futuro della Chiesa in Albania".

  "Desidero, infine" - ha concluso Papa Benedetto XVI - "esprimere le mie felicitazioni per gli accordi sottoscritti di recente con le Autorità della Repubblica: confido che tali provvedimenti possano giovare alla ricostruzione spirituale del Paese, dato il ruolo positivo che la Chiesa svolge nella società".
AL/.../ALBANIA                                   VIS 20080523 (410)


PARTECIPARE ATTIVAMENTE VITA POLITICA E SOCIALE PAESE

CITTA' DEL VATICANO, 22 MAG. 2008 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il Messaggio del Santo Padre in occasione della 97ma edizione del "Deutscher Katholikentag", inaugurato ieri nella città tedesca di Osnabrück, che si concluderà domenica prossima, al quale hanno partecipato 50.000 persone.

  Commentando il tema dell'Incontro: "Tu ci conduci fuori al largo" (Ps 18,20), il Papa scrive: "Non poche sono le persone che oggi, al contrario di quello che dice il salmo, hanno paura che la fede possa limitare la loro vita, che esse possano essere costrette nell'involucro dei comandamenti e degli insegnamenti della Chiesa e che non potranno più essere libere di muoversi nel 'largo' della vita e del pensiero di oggi".

  "Solo quando la nostra vita sarà riuscita a salire al cuore di Dio, avrà trovato quel 'largo' per il quale noi siamo stati creati. Una vita senza Dio non diventa più libera e più larga. L'uomo è destinato all'infinito".

  "Il cuore che si è aperto a Dio è diventato - per l'ampiezza di Dio - a sua volta generoso e ampio" - sottolinea Benedetto XVI - "Quest'uomo non ha più bisogno di cercare, timoroso, la sua felicità, il suo successo o di dare peso all'opinione degli altri. Egli è ora libero e generoso, aperto alla chiamata di Dio. Con fiducia può donare tutto se stesso perché egli sa - ovunque vada - di essere sicuro nelle mani di Dio".

  "Confidiamo che l'incontro con Dio, nella sua Parola e nella celebrazione dell'Eucaristia" - scrive ancora il Pontefice - "allarghi i nostri cuori e ci trasformi in sorgenti zampillanti di fede per il nostro prossimo".

  "Non lasciate che siano soltanto gli altri a plasmare il futuro" - esorta il Pontefice - "ma inseritevi con fantasia e capacità di persuasione nei dibattiti del presente! (...) Con il Vangelo come parametro, partecipate attivamente alla vita politica e sociale del vostro Paese. Come laici cattolici, osate partecipare alla formazione del futuro, in unione con i sacerdoti e con i vescovi!".

  Al termine del Messaggio il Papa si rivolge in particolare ai giovani presenti al Katholikentag ed esprime il desiderio di rincontrare non pochi di essi alla Giornata mondiale della Gioventù che proprio quest'anno si svolgerà a Sydney.
MESS/FIDUCIA DIO/KATHOLIKENTAG                   VIS 20080523 (380)


EUCARISTIA CI UNISCE PIÙ DI QUALUNQUE DIFFERENZA


CITTA' DEL VATICANO, 22 MAG. 2008 (VIS). Oggi, Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato, alle 19:00, la Santa Messa sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano ed ha presieduto la Processione Eucaristica che, percorrendo Via Merulana, raggiunge la Basilica di Santa Maria Maggiore.

  Nell'omelia, soffermandosi sul significato della solennità odierna, il Papa ha spiegato che: "Dopo il tempo forte dell'anno liturgico, (...) la liturgia ci fa celebrare tre feste che hanno invece un carattere 'sintetico': la Santissima Trinità, quindi il 'Corpus Domini', e infine il Sacro Cuore di Gesù. (...) Ci siamo radunati intorno all'altare del Signore, per stare insieme alla sua presenza; in secondo luogo ci sarà la processione, cioè il camminare con il Signore; e infine l'inginocchiarsi davanti al Signore, l'adorazione".

  "Il primo atto, dunque, è quello di radunarsi alla presenza del Signore. E' ciò che anticamente si chiamava 'statio'" - ha detto il Papa citando la Lettera di San Paolo ai Galati: 'Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù' (Gal 3,28). 'Tutti voi siete uno'! In queste parole si sente la verità e la forza della rivoluzione cristiana, la rivoluzione più profonda della storia umana, che si sperimenta proprio intorno all'Eucaristia: qui si radunano alla presenza del Signore persone diverse per età, sesso, condizione sociale, idee politiche. L'Eucaristia non può mai essere un fatto privato, riservato a persone che si sono scelte per affinità o amicizia. L'Eucaristia è un culto pubblico, che non ha nulla di esoterico, di esclusivo. (...) Siamo uniti al di là delle nostre differenze di nazionalità, di professione, di ceto sociale, di idee politiche: ci apriamo gli uni agli altri per diventare una cosa sola a partire da Lui".

  "Il secondo aspetto costitutivo è il camminare con il Signore. (...) Con il dono di Se stesso nell'Eucaristia, il Signore Gesù ci libera dalle nostre 'paralisi', ci fa rialzare e ci fa 'pro-cedere', ci fa fare cioè un passo avanti, e poi un altro passo, e così ci mette in cammino, con la forza di questo Pane della vita. (...) La processione del Corpus Domini ci insegna che l'Eucaristia ci vuole liberare da ogni abbattimento e sconforto, ci vuole far rialzare, perché possiamo riprendere il cammino con la forza che Dio ci dà mediante Gesù Cristo".

  "Senza il Dio-con-noi, il Dio vicino, come possiamo sostenere il pellegrinaggio dell'esistenza, sia singolarmente che in quanto società e famiglia dei popoli? L'Eucaristia è il Sacramento del Dio che non ci lascia soli nel cammino, ma si pone al nostro fianco e ci indica la direzione. In effetti, non basta andare avanti, bisogna vedere verso dove si va! Non basta il 'progresso', se non ci sono dei criteri di riferimento".

  "'Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dèi di fronte a me' (Es 20,2-3). Troviamo qui il senso del terzo elemento costitutivo del Corpus Domini: inginocchiarsi in adorazione di fronte al Signore. Adorare il Dio di Gesù Cristo, fattosi pane spezzato per amore, è il rimedio più valido e radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi. Inginocchiarsi davanti all'Eucaristia è professione di libertà: chi si inchina a Gesù non può e non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte".

  "Noi cristiani" - ha concluso il Pontefice - "ci prostriamo dinanzi a un Dio che per primo si è chinato verso l'uomo, come Buon Samaritano, per soccorrerlo e ridargli vita, e si è inginocchiato davanti a noi per lavare i nostri piedi sporchi. Adorare il Corpo di Cristo vuol dire credere che lì, in quel pezzo di pane, c'è realmente Cristo, che dà vero senso alla vita, all'immenso universo come alla più piccola creatura, all'intera storia umana come alla più breve esistenza".

  Terminata la Santa Messa, il Papa ha presieduto la processione eucaristica che percorrendo Via Merulana ha raggiunto la Basilica di Santa Maria Maggiore. Durante la Processione migliaia di fedeli hanno pregato e cantato accompagnando il Santissimo Sacramento. Un'auto scoperta ha trasportato il Santissimo, di fronte al quale era il Papa.
HML/CORPUS DOMINI/...                               VIS 20080523 (720)


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