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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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mercoledì 11 giugno 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 11 GIU. 2008 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Luís Gonzaga Silva Pepeu, O.F.M.Cap., finora Vescovo di Afogados da Ingazeira (Brasile), Arcivescovo Metropolita di Vitória da Conquista (superficie: 25.089; popolazione: 751.000; cattolici: 563.000; sacerdoti: 47; religiosi: 58; diaconi permanenti: 4), Brasile. L'Arcivescovo eletto è nato a Caruaru nel 1957, è stato ordinato sacerdote nel 1982 ed ha ricevuto l'ordinazione episcopale nel 2001.

- Il Reverendo Antônio Carlos Rossi Keller, Vescovo di Frederico Westphalen (superficie: 11.473; popolazione: 405.000; cattolici: 314.000; sacerdoti: 57; religiosi: 140), Brasile. Il Vescovo eletto è nato nel 1953 a São Paulo (Brasile) ed ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1977. E' stato finora Parroco della Parrocchia "Santo Antônio" nell'Arcidiocesi di São Paulo.
NER/.../GONZAGA SILVA PEPEU:ROSSI KELLER               VIS 20080611 (130)

IL PAPA RICORDA INIZIATIVE FEDELI DI ASSISI

CITTA' DEL VATICANO, 11 GIU. 2008 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale il Santo Padre ha rivolto parole di saluto ai pellegrini della Diocesi italiana di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino ed ha ricordato la sua Visita Pastorale ad Assisi nel giugno dello scorso anno.

  "Cari amici" - ha detto il Papa - "vi ringrazio ancora una volta per la calorosa accoglienza che mi avete riservato in quella giornata ricca di fede e di spiritualità. Anche in virtù di quel nostro incontro, possa la vostra Comunità diocesana conoscere una rinnovata vitalità spirituale e operare con ogni energia nel programma pastorale che, ad ottocento anni dalla 'conversione' di San Francesco, vi vede impegnati a vivere ora l'anno della 'comunione', in preparazione all'anno della 'missione'".
AG/SALUTI/ASSISI                                   VIS 20080611 (130)


SAN COLOMBANO E RADICI CRISTIANE EUROPA

CITTA' DEL VATICANO, 11 GIU. 2008 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale di oggi al "santo abate Colombano, l'irlandese più noto del primo Medioevo", che "con buona ragione può essere chiamato un santo 'europeo', perché come monaco, missionario e scrittore ha lavorato in vari Paesi dell'Europa occidentale".

  "Era nato intorno all'anno 543 nella provincia di Leinster, nel sud-est dell'Irlanda" - ha detto il Santo Padre - "All'età di circa vent'anni entrò nel monastero di Bangor nel nord-est dell'isola, ove era abate Comgall, monaco ben noto per la sua virtù e il suo rigore ascetico. In piena sintonia col suo abate, Colombano praticò con zelo la severa disciplina del monastero, conducendo una vita di preghiera, di ascesi e di studio. (...). La vita a Bangor e l'esempio dell'abate influirono sulla concezione del monachesimo che Colombano maturò col tempo e diffuse poi nel corso della sua vita".

  "All'età di circa cinquant'anni" - ha ricordato il Pontefice - "Colombano lasciò l'isola per intraprendere con dodici compagni un'opera missionaria sul continente europeo, dove la migrazione di popoli dal nord e dall'est aveva fatto ricadere nel paganesimo intere regioni già cristianizzate".

  Sottolineando che la "rievangelizzazione" dei monaci missionari "iniziò a svolgersi innanzitutto mediante la testimonianza della vita", il Papa ha ricordato che: "Molti giovani chiedevano di essere accolti nella comunità monastica per vivere come" i monaci "e ben presto si rese necessaria la fondazione di un secondo monastero" edificato "sulle rovine di un'antica città termale, Luxeuil. Il monastero sarebbe poi diventato il centro dell'irradiazione monastica e missionaria di tradizione irlandese sul continente europeo. Un terzo monastero fu eretto a Fontane, un'ora di cammino più a nord".

  "A Luxeuil Colombano visse per quasi vent'anni. Qui il santo scrisse per i suoi seguaci la 'Regula monachorum', che disegna l'immagine ideale del monaco. È l'unica antica regola monastica irlandese che oggi possediamo" - ha precisato il Santo Padre - "Con un'altra opera famosa intitolata 'De poenitentiarum misura taxanda', (...), Colombano introdusse nel continente la confessione e la penitenza private e reiterate; fu detta penitenza 'tariffata' per la proporzione stabilita tra gravità del peccato e tipo di penitenza imposta dal confessore".

  "Intransigente come era in ogni questione morale, Colombano entrò poi in conflitto anche con la Casa reale, perché aveva rimproverato aspramente il re Teodorico per le sue relazioni adulterine. Ne nacque una rete di intrighi e manovre a livello personale, religioso e politico che, nell'anno 610, si tradusse in un decreto di espulsione da Luxeuil di Colombano e di tutti i monaci di origine irlandese, che furono condannati ad un definitivo esilio".

  "Furono scortati fino al mare ed imbarcati a spese della corte verso l'Irlanda. Ma la nave si incagliò a poca distanza dalla spiaggia e il capitano, vedendo in ciò un segno del cielo, rinunciò all'impresa e, (...), riportò i monaci sulla terra ferma. Essi, invece di tornare a Luxeuil, decisero di cominciare una nuova opera di evangelizzazione (...). Dopo una prima tappa a Tuggen presso il lago di Zurigo, andarono nella regione di Bregenz presso il lago di Costanza per evangelizzare gli Alemanni".

  "Giunto in Italia" - ha proseguito il Pontefice - "Colombano trovò un'accoglienza benevola presso la corte reale longobarda, ma dovette affrontare subito difficoltà notevoli: la vita della Chiesa era lacerata dall'eresia ariana ancora prevalente tra i longobardi e da uno scisma che aveva staccato la maggior parte delle Chiese dell'Italia settentrionale dalla comunione col Vescovo di Roma. Colombano si inserì con autorevolezza in questo contesto, scrivendo un libello contro l'arianesimo e una lettera a Bonifacio IV per convincerlo a fare alcuni passi decisi in vista di un ristabilimento dell'unità (cfr 'Epistula' V)".

  "Quando il re, nel 612 o 613, gli assegnò un terreno a Bobbio, nella valle della Trebbia, Colombano fondò un nuovo monastero che sarebbe poi diventato un centro di cultura paragonabile a quello famoso di Montecassino. Qui giunse al termine dei suoi giorni: morì il 23 novembre 615 e in tale data è commemorato nel rito romano fino ad oggi".

  "Il messaggio di san Colombano si concentra in un fermo richiamo alla conversione e al distacco dai beni terreni in vista dell'eredità eterna. Con la sua vita ascetica e il suo comportamento senza compromessi di fronte alla corruzione dei potenti, egli evoca la figura severa di Giovanni Battista. La sua austerità, tuttavia, non è mai fine a se stessa, ma è solo il mezzo per aprirsi liberamente all'amore di Dio e corrispondere con tutto l'essere ai doni da Lui ricevuti, ricostruendo così in sé l'immagine di Dio e al tempo stesso dissodando la terra e rinnovando la società umana".

  "Uomo di grande cultura - scrisse anche poesie in latino e un libro di grammatica - si rivelò ricco di doni di grazia" - ha concluso il Pontefice - "Fu un instancabile costruttore di monasteri come anche intransigente predicatore penitenziale, spendendo ogni sua energia per alimentare le radici cristiane dell'Europa che stava nascendo. Con la sua energia spirituale, con la sua fede, con il suo amore per Dio e per il prossimo divenne realmente uno dei Padri dell'Europa: egli mostra anche oggi a noi dove stanno le radici dalle quali può rinascere questa nostra Europa".
AG/SAN COLOMBANO/...                                       VIS 20080611 (840)


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