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lunedì 15 settembre 2008

PROCESSIONE EUCARISTICA: PROCLAMARE MERAVIGLIE DI DIO


CITTA' DEL VATICANO, 14 SET. 2008 (VIS). Alle 18:30 di oggi pomeriggio, il Santo Padre, vestito dei paramenti liturgici, ha partecipato dal podio alla parte finale della Processione Eucaristica nella Prairie di Lourdes.

   Dopo l'Adorazione del Santissimo Sacramento, il Papa ha recitato una preghiera.

  "Signore Gesù, Tu sei qui! E voi, miei fratelli, mie sorelle, miei amici, voi pure siete qui, con me, davanti a Lui!"

  "Noi Lo contempliamo. Noi L'adoriamo. Noi L'amiamo. E cerchiamo di amarLo di più".

  "Noi adoriamo Colui che è all'inizio e alla fine della nostra fede, Colui senza il quale noi non saremmo qui stasera. Colui senza il quale noi non ci saremmo per nulla. Colui senza il quale nulla vi sarebbe, nulla, assolutamente nulla!  Lui, per mezzo del quale 'tutto è stato fatto' (Gv 1,3),  Lui nel quale noi siamo stati creati, per l'eternità, Lui che ci ha donato il suo Corpo e il suo Sangue, Lui è qui, questa sera, davanti a noi, offerto ai nostri sguardi".

  "Sia che camminiamo o siamo inchiodati su di un letto di dolore - che camminiamo nella gioia o siamo nel deserto dell'anima  (cfr Num 21,5), Signore, prendici tutti nel tuo Amore: nell'amore infinito, che è eternamente quello del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre, quello del Padre e del Figlio per lo Spirito e dello Spirito per il Padre e per il Figlio".

  "L'Ostia Santa, esposta ai nostri occhi, dice questa potenza infinita dell'Amore manifestata sulla Croce gloriosa. L'Ostia Santa ci dice l'incredibile abbassamento di Colui che si è fatto povero per farci ricchi di Sé, Colui che ha accettato di perdere tutto per guadagnarci al Padre suo. L'Ostia Santa è il Sacramento vivo ed efficace della presenza eterna del Salvatore degli uomini alla sua Chiesa".

  "Maria, la Vergine santa, Maria, l'Immacolata Concezione, ha accettato, duemila anni or sono, di donare tutto, di offrire il suo corpo per accogliere il Corpo del Creatore. Tutto è venuto da Cristo, anche Maria; tutto è venuto mediante Maria, lo stesso Cristo".

  "Maria, la Vergine santa, è con noi questa sera, davanti al Corpo del Figlio suo, centocinquant'anni dopo essersi rivelata alla piccola Bernadette".

  "Vergine santa, aiutaci a contemplare, aiutaci ad adorare, aiutaci ad amare, ad amare di più Colui che ci ha tanto amato, per vivere eternamente con Lui".

  "Una folla immensa di testimoni è invisibilmente presente accanto a noi, vicino a questa grotta benedetta e davanti a questa chiesa voluta dalla Vergine Maria; la folla di tutti gli uomini e di tutte le donne che hanno contemplato, venerato, adorato la presenza reale di Colui che si è donato a noi fino all'ultima goccia di sangue; la folla degli uomini e delle donne che hanno passato ore ad adorarLo nel Santissimo Sacramento dell'altare".

  "Questa sera, noi non li vediamo, ma li sentiamo dire a ciascuno e a ciascuna di noi: 'Vieni, lasciati attrarre dal Maestro! Egli è qui e ti chiama! (cfr Gv 11,28). Egli vuol prendere la tua vita e unirla alla sua. Lasciati afferrare da Lui! Non guardare più alle tue ferite, guarda alle sue. Non guardare ciò che ti separa ancora da Lui e dagli altri; guarda l'infinita distanza che Egli ha cancellato nell'assumere la tua carne, nel salire sulla Croce che gli hanno preparato gli uomini e nel lasciarsi mandare a morte per mostrarti il suo amore. Nelle sue ferite Egli ti accoglie; nelle sue ferite Egli ti nasconde. Non rifiutarti al suo amore!".

  "La folla immensa di testimoni che si è lasciata afferrare dal suo amore è la folla dei santi del cielo che non cessano di intercedere per noi. Erano peccatori e lo sapevano, ma hanno accettato di non guardare le loro ferite, di non guardare ormai che le ferite del loro Signore, per scoprirvi la gloria della Croce, per scoprirvi la vittoria della Vita sulla morte".

  "Gesù Cristo passato, nella verità storica della sera nel cenacolo, ove ci conduce ogni celebrazione della santa Messa".

  "Gesù Cristo presente, perché Egli ci dice: 'Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo, questo è il mio sangue'. 'Questo è', al presente, qui e ora, come in tutti i 'qui e ora' della storia umana".

  "L'Eucaristia è anche Gesù Cristo futuro, il Gesù Cristo che verrà. Quando contempliamo l'Ostia Santa, il suo Corpo di gloria trasfigurato e risorto, contempliamo ciò che contempleremo nell'eternità, scoprendovi il mondo intero sostenuto dal suo Creatore in ogni istante della sua storia. Ogni volta che ce ne cibiamo, ma anche ogni volta che lo contempliamo, noi l'annunciamo fino a che Egli ritorni: 'donec veniat'. Proprio per questo noi lo riceviamo con infinito rispetto".

  "Alcuni tra noi non possono o non possono ancora riceverLo nel Sacramento, ma possono contemplarLo con fede e amore, ed esprimere il desiderio di potersi finalmente unire a Lui. ? un desiderio che ha grande valore davanti a Dio: essi attendono con maggior ardore il suo ritorno; attendono Gesù Cristo che deve venire".

  "Diletti fratelli e sorelle, pellegrini di un giorno e abitanti di queste vallate, fratelli Vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, voi tutti che vedete davanti ai vostri occhi l'infinito abbassamento del Figlio di Dio e la gloria infinita della risurrezione, restate in silenzio e adorate il vostro Signore, il nostro Maestro e Signore Gesù Cristo. Restate in silenzio, poi parlate e dite al mondo: non possiamo più tacere ciò che sappiamo. Andate a dire al mondo intero le meraviglie di Dio, presente in ogni momento delle nostre vite, in ogni luogo della terra. Che Dio ci benedica e ci protegga, ci conduca sul cammino della vita eterna, Lui che è la Vita, per i secoli dei secoli. Amen".

  Al termine della preghiera il Santo Padre ha raggiunto l'Ermitage St. Joseph per la cena in privato.
PV-FRANCIA/PREGHIERA:EUCARISTIA/LOURDES               VIS 20080915 (970)


INCONTRO CONFERENZA EPISCOPALE FRANCESE


CITTA' DEL VATICANO, 14 SET. 2008 (VIS). Alle 17:15 di oggi pomeriggio ha avuto luogo l'incontro del Santo Padre Benedetto XVI con i Vescovi francesi presso l'Hémicycle Ste Bernadette di Lourdes.

  "È la prima volta dall'inizio del mio Pontificato" - ha detto il Santo Padre all'inizio del suo discorso - "che ho la gioia di incontrarvi tutti insieme".

  "Vi esprimo tutto il mio apprezzamento per questo dono delle vostre persone: nonostante l'ampiezza del compito, che ne sottolinea l'onore - honor, onus! - voi adempite con fedeltà e umiltà il triplice vostro compito, nei confronti del gregge che vi è affidato, di insegnare, governare, santificare".

  "Voi siete giustamente convinti che per far crescere in ogni battezzato il gusto di Dio e la comprensione del senso della vita, la catechesi riveste un'importanza fondamentale. I due strumenti principali di cui disponete, il Catechismo della Chiesa Cattolica e il Catechismo dei Vescovi di Francia, costituiscono strumenti preziosi. Offrono infatti una sintesi armoniosa della fede cattolica e consentono di annunciare il Vangelo con fedeltà reale alla sua ricchezza. La catechesi non è innanzitutto una questione di metodo, ma di contenuto"-

  "Una accurata preparazione dei catechisti" - ha proseguito il Pontefice - "consentirà la trasmissione integrale della fede, secondo l'esempio di San Paolo, il più grande catechista di tutti i tempi, al quale guardiamo con un'ammirazione particolare in questo bimillenario della sua nascita".

  "Per realizzare efficacemente questo compito, voi avete bisogno di collaboratori. Per questo motivo le vocazioni sacerdotali e religiose meritano più che mai di essere incoraggiate. (...) Vorrei ringraziare calorosamente e incoraggiare tutte le famiglie, tutte le parrocchie, tutte le comunità cristiane e tutti i Movimenti di Chiesa, che sono il terreno fertile capace di dare il buon frutto (cfr Mt 13, 8) delle vocazioni".

  "Non si ripeterà mai abbastanza" - ha ribadito il Pontefice - "che il sacerdozio è indispensabile alla Chiesa, nell'interesse dello stesso laicato. I sacerdoti sono un dono di Dio per la Chiesa. I sacerdoti non possono delegare le loro funzioni ai fedeli in ciò che concerne i loro propri compiti. (...). La loro vita spirituale è il fondamento della loro vita apostolica. Li esorterete pertanto con dolcezza alla preghiera quotidiana e alla degna celebrazione dei Sacramenti, soprattutto dell'Eucaristia e della Riconciliazione".

  "Ogni sacerdote deve potersi sentire felice di servire la Chiesa. Alla scuola del Curato d'Ars, figlio della vostra Terra e patrono di tutti i parroci del mondo, non cessate di ridire che un uomo non può far nulla di più grande che donare ai fedeli il Corpo e il Sangue di Cristo e perdonare i peccati. Cercate di essere attenti alla loro formazione umana, intellettuale e spirituale, come anche ai loro mezzi di sussistenza".

  "Il culto liturgico è l'espressione più alta della vita sacerdotale ed episcopale, come anche dell'insegnamento catechetico. (...) Nel 'Motu proprio' Summorum Pontificum sono stato portato a precisare le condizioni di esercizio di tale compito, in ciò che concerne la possibilità di usare tanto il Messale del Beato Giovanni XXIII (1962) quanto quello del Papa Paolo VI (1970). Alcuni frutti di queste nuove disposizioni si sono già manifestati, e io spero che l'indispensabile pacificazione degli spiriti sia, per grazia di Dio, in via di realizzarsi. Misuro le difficoltà che voi incontrate, ma non dubito che potrete giungere, in tempi ragionevoli, a soluzioni soddisfacenti per tutti, così che la tunica senza cuciture del Cristo non si strappi ulteriormente. Nessuno è di troppo nella Chiesa. Ciascuno, senza eccezioni, in essa deve potersi sentire 'a casa sua', e mai rifiutato".

  "Vi è un problema che appare dappertutto di una particolare urgenza: è la situazione della famiglia" - ha sottolineato il Papa - Sappiamo che la coppia e la famiglia affrontano oggi delle vere burrasche. (...) Da vari decenni le leggi hanno relativizzato in molti Paesi la sua natura di cellula primordiale della società. Spesso le leggi cercano più di adattarsi ai costumi e alle rivendicazioni di particolari individui o gruppi, che non di promuovere il bene comune della società".

  "L'unione stabile di un uomo e di una donna, ordinata alla edificazione di un benessere terreno, grazie alla nascita di bambini donati da Dio, non è più, nella mente di certuni, il modello a cui l'impegno coniugale mira. Tuttavia l'esperienza insegna che la famiglia è lo zoccolo solido sul quale poggia l'intera società. Di più, il cristiano sa che la famiglia è anche la cellula viva della Chiesa. Più la famiglia sarà imbevuta dello spirito e dei valori del Vangelo, più la Chiesa stessa ne sarà arricchita e risponderà meglio alla sua vocazione".

  "Una questione particolarmente dolorosa" - ha ricordato il Pontefice - " è quella dei divorziati risposati. La Chiesa, che non può opporsi alla volontà di Cristo, conserva con fedeltà il principio dell'indissolubilità del matrimonio, pur circondando del più grande affetto gli uomini e le donne che, per ragioni diverse, non giungono a rispettarlo. Non si possono dunque ammettere le iniziative che mirano a benedire le unioni illegittime".

  "I giovani, lo so bene cari Fratelli, sono al centro delle vostre preoccupazioni. Voi dedicate loro molto tempo, e avete ragione. (...) Nel corso del suo primo viaggio in Francia, il mio venerato Predecessore rivolse ai giovani del vostro Paese un discorso che non ha perduto nulla della sua attualità e che ricevette allora un'accoglienza di indimenticabile calore. 'La permissività morale non rende l'uomo felice", proclamò Giovanni Paolo II nel Parco dei Principi sotto un uragano d'applausi'. Prego lo Spirito Santo di voler parlare al cuore di tutti i fedeli e, più generalmente, di tutti i vostri compatrioti, per dare loro - o per loro restituire - il gusto di una vita condotta secondo i criteri di una vera felicità".

  "Porre in evidenza le radici cristiane della Francia" - ha sottolineato Benedetto XVI - "permetterà ad ogni abitante di questo Paese di meglio comprendere da dove egli venga e dove egli vada. Di conseguenza, nel quadro istituzionale esistente e nel massimo rispetto delle Leggi in vigore, occorrerebbe trovare una strada nuova per interpretare e vivere nel quotidiano i valori fondamentali sui quali si è costruita l'identità della Nazione.  Il vostro Presidente" - ha ricordato ai Presuli - "ne ha evocato la possibilità".

  "La Chiesa non rivendica per sé il posto dello Stato. Essa non vuole sostituirglisi. ? infatti una società basata su convinzioni, che si sente responsabile dell'insieme e non può limitarsi a se stessa. Essa parla con libertà e dialoga con altrettanta libertà nel desiderio di giungere alla edificazione della libertà comune. Grazie ad una sana collaborazione tra la Comunità politica e la Chiesa, realizzata nella consapevolezza e nel rispetto dell'indipendenza e dell'autonomia di ciascuna nel proprio campo, si rende all'uomo un servizio che mira al suo pieno sviluppo personale e sociale".

  "L'obiettivo dei dialoghi ecumenico e interreligioso, (...), è la ricerca e l'approfondimento della Verità.  (...) La costruzione di ponti tra le grandi tradizioni ecclesiali cristiane e il dialogo con le altre tradizioni religiose esigono un reale impegno di conoscenza reciproca, perché l'ignoranza distrugge più che costruire. (...). Certo, è necessario seguire con attenzione le diverse iniziative intraprese e discernere quelle che favoriscono la conoscenza e il rispetto reciproci, così come la promozione del dialogo, ed evitare quelle che conducono in vicoli ciechi. La buona volontà non basta. Sono convinto  che convenga cominciare con l'ascolto, per poi passare alla discussione teologica ed arrivare infine alla testimonianza e all'annuncio della fede stessa ".

  "Ora, è soprattutto per una vera liberazione spirituale che conviene lavorare. L'uomo ha sempre bisogno di essere liberato dalle sue paure e dai suoi peccati. L'uomo deve senza sosta imparare o re-imparare che Dio non è suo nemico, ma suo Creatore pieno di bontà. L'uomo ha bisogno di sapere che la sua vita ha un senso e che egli è atteso, al termine della sua permanenza sulla terra, a prendere parte senza fine alla gloria di Cristo nei cieli. Vostra missione è di condurre la porzione di Popolo di Dio affidata alle vostre cure a riconoscere questo termine glorioso".
PV-FRANCIA/VESCOVI/LOURDES                        VIS 20080915 (1310)


CHIESA SIA COME LIEVITO NELLA PASTA PER INDICARE CHI E' DIO!


CITTA' DEL VATICANO, 15 SET. 2008 (VIS). Al termine della Celebrazione Eucaristica con i malati, il Papa si è diretto all'aeroporto di Tarbes-Lourdes-Pyrénèes per la cerimonia di congedo.

  Il Papa è stato accolto dal Primo Ministro francese, Signor François Fillon. Erano anche presenti Autorità politiche e civili, i Vescovi della Regione Midi-Pyrénées, il Presidente, il Vicepresidente e il Segretario Generale della Conferenza Episcopale francese.

  "Vi sono molto grato per essere venuti a salutarmi" - ha detto Benedetto XVI - rivolgendosi alle Autorità civili e militari, ai Vescovi, alle Forze dell'Ordine e agli "innumerevoli volontari che hanno messo a disposizione il loro tempo e la loro competenza. Tutti hanno lavorato con dedizione e slancio per la buona riuscita dei miei quattro giorni nel vostro Paese. Grazie di cuore".

  "Il mio viaggio" - ha proseguito il Pontefice - "è stato come un dittico, il cui primo pannello è stata Parigi, città che io conosco bene e luogo di molteplici incontri importanti. Ho avuto l'opportunità di celebrare l'Eucaristia nel contesto prestigioso della Esplanade des Invalides. Vi ho incontrato un popolo vivo di fedeli, fieri e forti della loro fede, che sono venuto ad incoraggiare perché perseverino decisamente nel vivere gli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa".

  "Ho potuto anche celebrare i Vespri con i sacerdoti, con i religiosi e le religiose e con i seminaristi" - ha ricordato il Pontefice - "Ho voluto confermarli nella loro vocazione al servizio di Dio e del prossimo".

  "Come non ricordare" - ha aggiunto il Papa - "anche il prestigioso incontro con il mondo della cultura presso l'Institut de France e il Collège des Bernardins? Come sapete, io ritengo che la cultura e i suoi interpreti siano un tramite privilegiato nel dialogo tra la fede e la ragione, tra Dio e l'uomo".

  "Il secondo pannello del dittico è stato un luogo emblematico" - ha detto ancora il Pontefice - "che attira ed affascina ogni credente: Lourdes è come una luce nell'oscurità del nostro brancolare verso Dio. Maria vi ha aperto una porta verso un al-di-là che ci interroga e ci seduce".

  "Il Papa aveva il dovere di venire a Lourdes per celebrarvi il 150  anniversario delle Apparizioni. Davanti alla Grotta di Massabielle ho pregato per tutti voi. Ho pregato per la Chiesa. Ho pregato per la Francia e per il mondo".

  "Le due Eucaristie celebrate a Lourdes mi hanno permesso di unirmi ai fedeli pellegrini. Divenuto uno di loro, ho seguito l'insieme delle quattro tappe del cammino del Giubileo, visitando la chiesa parrocchiale, poi il 'Cachot' e la Grotta, e infine la cappella all''Oratoire de l'Hôpital'. Ho anche pregato con e per i malati che vengono a cercare sollievo fisico e speranza spirituale. Dio non li dimentica, e la Chiesa neppure. Come ogni fedele in pellegrinaggio, ho voluto partecipare alla processione 'aux flambeaux' e alla processione eucaristica. Esse fanno salire verso Dio suppliche e lodi".

  "Ho voluto" - ha detto il Papa - "condividere" con i Vescovi della Francia "la mia convinzione che i tempi siano favorevoli a un ritorno a Dio".

  "Che Dio benedica la Francia! Che sul suo suolo regni l'armonia e il progresso umano e che la Chiesa vi sia come lievito nella pasta per indicare con saggezza e senza timore, secondo il suo dovere, chi è Dio!".

  "È giunto il momento di lasciarvi" - ha detto infine il Papa - "Potrò tornare ancora nel vostro bel Paese? Ne ho il desiderio, un desiderio tuttavia che affido a Dio. Da Roma vi resterò vicino e quando sosterò davanti alla riproduzione della Grotta di Lourdes, che da oltre un secolo si trova nei Giardini Vaticani,  penserò a voi.  Che Dio vi benedica!".

  L'aereo papale è partito alle 13:00 e alle 15:15 è previsto l'atterraggio all'aeroporto di Roma-Ciampino, da dove il Papa raggiungerà la Residenza estiva di Castel Gandolfo.
PV-FRANCIA/CERIMONIA CONGEDO/LOURDES               VIS 20080915 (840)


PRESENZA CRISTO ROMPE ISOLAMENTO PROVOCATO DOLORE


CITTA' DEL VATICANO, 15 SET. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha preso congedo dall'Ermitage St. Joseph a Lourdes per dirigersi all'Oratoire de L'Hôpital, quarta tappa del "Cammino del Giubileo", dove il 3 giugno 1858 Bernadette ricevette la Prima Comunione. Nell'antica cappella dell'attuale ospedale Benedetto XVI si è raccolto in preghiera davanti al Santissimo Sacramento e ha concluso il percorso di preghiera del pellegrino leggendo la preghiera della IV ed ultima tappa del "Cammino del Giubileo".

  Alle 9:30 Benedetto XVI ha celebrato sul sagrato della Basilica "Notre Dame du Rosaire" di Lourdes la Santa Messa con i malati nella ricorrenza liturgica della Beata Vergine Maria Addolorata.

  Nella festività di oggi, ha detto il Papa "contempliamo Maria che condivide la compassione del Figlio per i peccatori. (...) Come per il suo Figlio Gesù, è possibile affermare che questa sofferenza ha portato anche lei alla perfezione (cfr Eb 2, 10), così da renderla capace di accogliere la nuova missione spirituale che il Figlio le affida immediatamente prima di 'mettere lo spirito' (cfr Gv 19,30): divenire la Madre di Cristo nelle sue membra".

  "Maria" - ha proseguito il Pontefice - "è oggi nella gioia e nella gloria della Risurrezione" e "ama ciascuno dei suoi figli, concentrando in particolare la sua attenzione su coloro che, come il Figlio suo nell'ora della Passione, sono in preda alla sofferenza; li ama semplicemente perché sono suoi figli, secondo la volontà di Cristo sulla Croce".

  "Sollecitati dalla Parola ispirata della Scrittura, i cristiani da sempre hanno cercato il sorriso di Nostra Signora, quel sorriso che gli artisti, nel Medioevo, hanno saputo così prodigiosamente rappresentare e valorizzare. Questo sorriso di Maria è per tutti: esso tuttavia si indirizza in modo speciale verso coloro che soffrono, affinché in esso possano trovare conforto e sollievo".

  "Qui a Lourdes, nel corso dell'apparizione del 3 marzo 1858, Bernadette contemplò in maniera del tutto speciale questo sorriso di Maria. Fu questa la prima risposta che la Bella Signora diede alla giovane veggente che voleva conoscere la sua identità. Prima di presentarsi a lei, qualche giorno dopo, come 'l'Immacolata Concezione', Maria le fece conoscere innanzitutto il suo sorriso, quasi fosse questa la porta d'accesso più appropriata alla rivelazione del suo mistero".

  "Nel sorriso della più eminente fra tutte le creature" - ha detto ancora il Papa - "a noi rivolta, si riflette la nostra dignità di figli di Dio, una dignità che non abbandona mai chi è malato. Quel sorriso, vero riflesso della tenerezza di Dio, è la sorgente di una speranza invincibile".

  "Lo sappiamo purtroppo: la sofferenza prolungata rompe gli equilibri meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e giunge a volte a far addirittura disperare del senso e del valore della vita. Vi sono combattimenti che l'uomo non può sostenere da solo, senza l'aiuto della grazia divina".

  "Quando la parola non sa più trovare espressioni adeguate, si afferma il bisogno di una presenza amorevole: cerchiamo allora la vicinanza non soltanto di coloro che condividono il nostro stesso sangue o che ci sono legati con i vincoli dell'amicizia, ma la vicinanza anche di coloro che ci sono intimi per il legame della fede. Chi potrebbe esserci più intimo di Cristo e della sua santa Madre, l'Immacolata? Più di chiunque altro, essi sono capaci di comprenderci e di cogliere la durezza del combattimento ingaggiato contro il male e la sofferenza".

  "Vorrei dire, umilmente, a coloro che soffrono e a coloro che lottano e sono tentati di voltare le spalle alla vita: volgetevi a Maria! Nel sorriso della Vergine si trova misteriosamente nascosta la forza per proseguire il combattimento contro la malattia e in favore della vita. Presso di lei si trova ugualmente la grazia di accettare senza paura né amarezza il congedo da questo mondo, nell'ora voluta da Dio".

  "Sì, cercare il sorriso della Vergine Maria non è un pio infantilismo; è l'ispirazione, dice il Salmo 44, di coloro che sono 'i più ricchi del popolo' (v. 13). 'I più ricchi', s'intende, nell'ordine della fede, coloro che hanno la maturità spirituale più elevata e sanno per questo riconoscere la loro debolezza e la loro povertà davanti a Dio".

  "Il sorriso di Maria è una sorgente di acqua viva. 'Chi crede in me, ha detto Gesù, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno' (Gv 7,38). Maria è colei che ha creduto e, dal suo seno, sono sgorgati fiumi d'acqua viva che vengono ad irrigare la storia degli uomini. (...) Dal suo cuore di credente e di madre sgorga un'acqua viva che purifica e guarisce. (...) Immergendosi nelle piscine di Lourdes, quanti sono coloro che hanno scoperto e sperimentato la dolce maternità della Vergine Maria, attaccandosi a lei per meglio attaccarsi al Signore!".

  "Cristo dispensa la sua salvezza attraverso i Sacramenti e, in modo speciale, alle persone che soffrono di malattie o che sono portatrici di un handicap, attraverso la grazia dell'Unzione degli infermi. Per ciascuno la sofferenza è sempre una straniera. La sua presenza non è mai addomesticabile. Per questo è difficile sopportarla, e più difficile ancora - come hanno fatto certi grandi testimoni della santità di Cristo - accoglierla come parte integrante della propria vocazione, o accettare, secondo l'espressione di Bernadette, di 'tutto soffrire in silenzio per piacere a Gesù'".

  "Senza l'aiuto del Signore, il giogo della malattia e della sofferenza è crudelmente pesante" - ha sottolineato il Pontefice - "Nel ricevere il Sacramento dei malati, noi non desideriamo portare altro giogo che quello di Cristo, forti della promessa che Egli ci ha fatto, che cioè il suo giogo sarà facile da portare e il suo peso leggero".

  "Il Concilio Vaticano II ha presentato Maria come la figura nella quale è riassunto tutto il mistero della Chiesa (cfr LG, 63-65). La sua vicenda personale ripropone il profilo della Chiesa, che è invitata ad essere attenta quanto lei alle persone che soffrono".

  "Rivolgo un saluto affettuoso ai componenti del Servizio sanitario e infermieristico, come pure a tutte le persone che, a titoli diversi, negli ospedali e in altre istituzioni, contribuiscono alla cura dei malati con competenza e generosità. Ugualmente al personale di accoglienza, ai barellieri e agli accompagnatori che, provenendo da tutte le diocesi di Francia ed anche da più lontano, si prodigano lungo tutto l'anno intorno ai malati che vengono in pellegrinaggio a Lourdes, vorrei dire quanto il loro servizio è prezioso. Essi sono le braccia della Chiesa, umile serva".

  "Concludendo, desidero unirmi alla preghiera dei pellegrini e dei malati e riprendere insieme con voi uno stralcio della preghiera a Maria per la celebrazione di questo Giubileo:

  "Poiché tu sei il sorriso di Dio, il riflesso della luce di Cristo, la dimora dello Spirito Santo, poiché tu hai scelto Bernadette nella sua miseria, tu che sei la stella del mattino, la porta del cielo e la prima creatura risorta, Nostra Signora di Lourdes, con i nostri fratelli e le nostre sorelle i cui cuori e i cui corpi sono dolenti, noi ti preghiamo!".

  Conclusa la Celebrazione Eucaristica, alle 11:45 il Papa si è recato allo Stadio Antoine Béguère e in elicottero si è diretto all'aeroporto di Tarbes-Lourdes-Pyrénées, giungendovi alle 12:30.
PV-FRANCIA/MESSA MALATI/LOURDES                 VIS 20080915 (1180)


PROCESSIONE EUCARISTICA: PROCLAMARE MERAVIGLIE DI DIO


CITTA' DEL VATICANO, 14 SET. 2008 (VIS). Alle 18:30 di oggi pomeriggio, il Santo Padre, vestito dei paramenti liturgici, ha partecipato dal podio alla parte finale della Processione Eucaristica nella Prairie di Lourdes.

   Dopo l'Adorazione del Santissimo Sacramento, il Papa ha recitato una preghiera.

  "Signore Gesù, Tu sei qui! E voi, miei fratelli, mie sorelle, miei amici, voi pure siete qui, con me, davanti a Lui!"

  "Noi Lo contempliamo. Noi L'adoriamo. Noi L'amiamo. E cerchiamo di amarLo di più".

  "Noi adoriamo Colui che è all'inizio e alla fine della nostra fede, Colui senza il quale noi non saremmo qui stasera. Colui senza il quale noi non ci saremmo per nulla. Colui senza il quale nulla vi sarebbe, nulla, assolutamente nulla!  Lui, per mezzo del quale 'tutto è stato fatto' (Gv 1,3),  Lui nel quale noi siamo stati creati, per l'eternità, Lui che ci ha donato il suo Corpo e il suo Sangue, Lui è qui, questa sera, davanti a noi, offerto ai nostri sguardi".

  "Sia che camminiamo o siamo inchiodati su di un letto di dolore - che camminiamo nella gioia o siamo nel deserto dell'anima  (cfr Num 21,5), Signore, prendici tutti nel tuo Amore: nell'amore infinito, che è eternamente quello del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre, quello del Padre e del Figlio per lo Spirito e dello Spirito per il Padre e per il Figlio".

  "L'Ostia Santa, esposta ai nostri occhi, dice questa potenza infinita dell'Amore manifestata sulla Croce gloriosa. L'Ostia Santa ci dice l'incredibile abbassamento di Colui che si è fatto povero per farci ricchi di Sé, Colui che ha accettato di perdere tutto per guadagnarci al Padre suo. L'Ostia Santa è il Sacramento vivo ed efficace della presenza eterna del Salvatore degli uomini alla sua Chiesa".

  "Maria, la Vergine santa, Maria, l'Immacolata Concezione, ha accettato, duemila anni or sono, di donare tutto, di offrire il suo corpo per accogliere il Corpo del Creatore. Tutto è venuto da Cristo, anche Maria; tutto è venuto mediante Maria, lo stesso Cristo".

  "Maria, la Vergine santa, è con noi questa sera, davanti al Corpo del Figlio suo, centocinquant'anni dopo essersi rivelata alla piccola Bernadette".

  "Vergine santa, aiutaci a contemplare, aiutaci ad adorare, aiutaci ad amare, ad amare di più Colui che ci ha tanto amato, per vivere eternamente con Lui".

  "Una folla immensa di testimoni è invisibilmente presente accanto a noi, vicino a questa grotta benedetta e davanti a questa chiesa voluta dalla Vergine Maria; la folla di tutti gli uomini e di tutte le donne che hanno contemplato, venerato, adorato la presenza reale di Colui che si è donato a noi fino all'ultima goccia di sangue; la folla degli uomini e delle donne che hanno passato ore ad adorarLo nel Santissimo Sacramento dell'altare".

  "Questa sera, noi non li vediamo, ma li sentiamo dire a ciascuno e a ciascuna di noi: 'Vieni, lasciati attrarre dal Maestro! Egli è qui e ti chiama! (cfr Gv 11,28). Egli vuol prendere la tua vita e unirla alla sua. Lasciati afferrare da Lui! Non guardare più alle tue ferite, guarda alle sue. Non guardare ciò che ti separa ancora da Lui e dagli altri; guarda l'infinita distanza che Egli ha cancellato nell'assumere la tua carne, nel salire sulla Croce che gli hanno preparato gli uomini e nel lasciarsi mandare a morte per mostrarti il suo amore. Nelle sue ferite Egli ti accoglie; nelle sue ferite Egli ti nasconde. Non rifiutarti al suo amore!".

  "La folla immensa di testimoni che si è lasciata afferrare dal suo amore è la folla dei santi del cielo che non cessano di intercedere per noi. Erano peccatori e lo sapevano, ma hanno accettato di non guardare le loro ferite, di non guardare ormai che le ferite del loro Signore, per scoprirvi la gloria della Croce, per scoprirvi la vittoria della Vita sulla morte".

  "Gesù Cristo passato, nella verità storica della sera nel cenacolo, ove ci conduce ogni celebrazione della santa Messa".

  "Gesù Cristo presente, perché Egli ci dice: 'Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo, questo è il mio sangue'. 'Questo è', al presente, qui e ora, come in tutti i 'qui e ora' della storia umana".

  "L'Eucaristia è anche Gesù Cristo futuro, il Gesù Cristo che verrà. Quando contempliamo l'Ostia Santa, il suo Corpo di gloria trasfigurato e risorto, contempliamo ciò che contempleremo nell'eternità, scoprendovi il mondo intero sostenuto dal suo Creatore in ogni istante della sua storia. Ogni volta che ce ne cibiamo, ma anche ogni volta che lo contempliamo, noi l'annunciamo fino a che Egli ritorni: 'donec veniat'. Proprio per questo noi lo riceviamo con infinito rispetto".

  "Alcuni tra noi non possono o non possono ancora riceverLo nel Sacramento, ma possono contemplarLo con fede e amore, ed esprimere il desiderio di potersi finalmente unire a Lui. ? un desiderio che ha grande valore davanti a Dio: essi attendono con maggior ardore il suo ritorno; attendono Gesù Cristo che deve venire".

  "Diletti fratelli e sorelle, pellegrini di un giorno e abitanti di queste vallate, fratelli Vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, voi tutti che vedete davanti ai vostri occhi l'infinito abbassamento del Figlio di Dio e la gloria infinita della risurrezione, restate in silenzio e adorate il vostro Signore, il nostro Maestro e Signore Gesù Cristo. Restate in silenzio, poi parlate e dite al mondo: non possiamo più tacere ciò che sappiamo. Andate a dire al mondo intero le meraviglie di Dio, presente in ogni momento delle nostre vite, in ogni luogo della terra. Che Dio ci benedica e ci protegga, ci conduca sul cammino della vita eterna, Lui che è la Vita, per i secoli dei secoli. Amen".

  Al termine della preghiera il Santo Padre ha raggiunto l'Ermitage St. Joseph per la cena in privato.
PV-FRANCIA/PREGHIERA:EUCARISTIA/LOURDES               VIS 20080915 (970)


INCONTRO CONFERENZA EPISCOPALE FRANCESE


CITTA' DEL VATICANO, 14 SET. 2008 (VIS). Alle 17:15 di oggi pomeriggio ha avuto luogo l'incontro del Santo Padre Benedetto XVI con i Vescovi francesi presso l'Hémicycle Ste Bernadette di Lourdes.

  "È la prima volta dall'inizio del mio Pontificato" - ha detto il Santo Padre all'inizio del suo discorso - "che ho la gioia di incontrarvi tutti insieme".

  "Vi esprimo tutto il mio apprezzamento per questo dono delle vostre persone: nonostante l'ampiezza del compito, che ne sottolinea l'onore - honor, onus! - voi adempite con fedeltà e umiltà il triplice vostro compito, nei confronti del gregge che vi è affidato, di insegnare, governare, santificare".

  "Voi siete giustamente convinti che per far crescere in ogni battezzato il gusto di Dio e la comprensione del senso della vita, la catechesi riveste un'importanza fondamentale. I due strumenti principali di cui disponete, il Catechismo della Chiesa Cattolica e il Catechismo dei Vescovi di Francia, costituiscono strumenti preziosi. Offrono infatti una sintesi armoniosa della fede cattolica e consentono di annunciare il Vangelo con fedeltà reale alla sua ricchezza. La catechesi non è innanzitutto una questione di metodo, ma di contenuto"-

  "Una accurata preparazione dei catechisti" - ha proseguito il Pontefice - "consentirà la trasmissione integrale della fede, secondo l'esempio di San Paolo, il più grande catechista di tutti i tempi, al quale guardiamo con un'ammirazione particolare in questo bimillenario della sua nascita".

  "Per realizzare efficacemente questo compito, voi avete bisogno di collaboratori. Per questo motivo le vocazioni sacerdotali e religiose meritano più che mai di essere incoraggiate. (...) Vorrei ringraziare calorosamente e incoraggiare tutte le famiglie, tutte le parrocchie, tutte le comunità cristiane e tutti i Movimenti di Chiesa, che sono il terreno fertile capace di dare il buon frutto (cfr Mt 13, 8) delle vocazioni".

  "Non si ripeterà mai abbastanza" - ha ribadito il Pontefice - "che il sacerdozio è indispensabile alla Chiesa, nell'interesse dello stesso laicato. I sacerdoti sono un dono di Dio per la Chiesa. I sacerdoti non possono delegare le loro funzioni ai fedeli in ciò che concerne i loro propri compiti. (...). La loro vita spirituale è il fondamento della loro vita apostolica. Li esorterete pertanto con dolcezza alla preghiera quotidiana e alla degna celebrazione dei Sacramenti, soprattutto dell'Eucaristia e della Riconciliazione".

  "Ogni sacerdote deve potersi sentire felice di servire la Chiesa. Alla scuola del Curato d'Ars, figlio della vostra Terra e patrono di tutti i parroci del mondo, non cessate di ridire che un uomo non può far nulla di più grande che donare ai fedeli il Corpo e il Sangue di Cristo e perdonare i peccati. Cercate di essere attenti alla loro formazione umana, intellettuale e spirituale, come anche ai loro mezzi di sussistenza".

  "Il culto liturgico è l'espressione più alta della vita sacerdotale ed episcopale, come anche dell'insegnamento catechetico. (...) Nel 'Motu proprio' Summorum Pontificum sono stato portato a precisare le condizioni di esercizio di tale compito, in ciò che concerne la possibilità di usare tanto il Messale del Beato Giovanni XXIII (1962) quanto quello del Papa Paolo VI (1970). Alcuni frutti di queste nuove disposizioni si sono già manifestati, e io spero che l'indispensabile pacificazione degli spiriti sia, per grazia di Dio, in via di realizzarsi. Misuro le difficoltà che voi incontrate, ma non dubito che potrete giungere, in tempi ragionevoli, a soluzioni soddisfacenti per tutti, così che la tunica senza cuciture del Cristo non si strappi ulteriormente. Nessuno è di troppo nella Chiesa. Ciascuno, senza eccezioni, in essa deve potersi sentire 'a casa sua', e mai rifiutato".

  "Vi è un problema che appare dappertutto di una particolare urgenza: è la situazione della famiglia" - ha sottolineato il Papa - Sappiamo che la coppia e la famiglia affrontano oggi delle vere burrasche. (...) Da vari decenni le leggi hanno relativizzato in molti Paesi la sua natura di cellula primordiale della società. Spesso le leggi cercano più di adattarsi ai costumi e alle rivendicazioni di particolari individui o gruppi, che non di promuovere il bene comune della società".

  "L'unione stabile di un uomo e di una donna, ordinata alla edificazione di un benessere terreno, grazie alla nascita di bambini donati da Dio, non è più, nella mente di certuni, il modello a cui l'impegno coniugale mira. Tuttavia l'esperienza insegna che la famiglia è lo zoccolo solido sul quale poggia l'intera società. Di più, il cristiano sa che la famiglia è anche la cellula viva della Chiesa. Più la famiglia sarà imbevuta dello spirito e dei valori del Vangelo, più la Chiesa stessa ne sarà arricchita e risponderà meglio alla sua vocazione".

  "Una questione particolarmente dolorosa" - ha ricordato il Pontefice - " è quella dei divorziati risposati. La Chiesa, che non può opporsi alla volontà di Cristo, conserva con fedeltà il principio dell'indissolubilità del matrimonio, pur circondando del più grande affetto gli uomini e le donne che, per ragioni diverse, non giungono a rispettarlo. Non si possono dunque ammettere le iniziative che mirano a benedire le unioni illegittime".

  "I giovani, lo so bene cari Fratelli, sono al centro delle vostre preoccupazioni. Voi dedicate loro molto tempo, e avete ragione. (...) Nel corso del suo primo viaggio in Francia, il mio venerato Predecessore rivolse ai giovani del vostro Paese un discorso che non ha perduto nulla della sua attualità e che ricevette allora un'accoglienza di indimenticabile calore. 'La permissività morale non rende l'uomo felice", proclamò Giovanni Paolo II nel Parco dei Principi sotto un uragano d'applausi'. Prego lo Spirito Santo di voler parlare al cuore di tutti i fedeli e, più generalmente, di tutti i vostri compatrioti, per dare loro - o per loro restituire - il gusto di una vita condotta secondo i criteri di una vera felicità".

  "Porre in evidenza le radici cristiane della Francia" - ha sottolineato Benedetto XVI - "permetterà ad ogni abitante di questo Paese di meglio comprendere da dove egli venga e dove egli vada. Di conseguenza, nel quadro istituzionale esistente e nel massimo rispetto delle Leggi in vigore, occorrerebbe trovare una strada nuova per interpretare e vivere nel quotidiano i valori fondamentali sui quali si è costruita l'identità della Nazione.  Il vostro Presidente" - ha ricordato ai Presuli - "ne ha evocato la possibilità".

  "La Chiesa non rivendica per sé il posto dello Stato. Essa non vuole sostituirglisi. ? infatti una società basata su convinzioni, che si sente responsabile dell'insieme e non può limitarsi a se stessa. Essa parla con libertà e dialoga con altrettanta libertà nel desiderio di giungere alla edificazione della libertà comune. Grazie ad una sana collaborazione tra la Comunità politica e la Chiesa, realizzata nella consapevolezza e nel rispetto dell'indipendenza e dell'autonomia di ciascuna nel proprio campo, si rende all'uomo un servizio che mira al suo pieno sviluppo personale e sociale".

  "L'obiettivo dei dialoghi ecumenico e interreligioso, (...), è la ricerca e l'approfondimento della Verità.  (...) La costruzione di ponti tra le grandi tradizioni ecclesiali cristiane e il dialogo con le altre tradizioni religiose esigono un reale impegno di conoscenza reciproca, perché l'ignoranza distrugge più che costruire. (...). Certo, è necessario seguire con attenzione le diverse iniziative intraprese e discernere quelle che favoriscono la conoscenza e il rispetto reciproci, così come la promozione del dialogo, ed evitare quelle che conducono in vicoli ciechi. La buona volontà non basta. Sono convinto  che convenga cominciare con l'ascolto, per poi passare alla discussione teologica ed arrivare infine alla testimonianza e all'annuncio della fede stessa ".

  "Ora, è soprattutto per una vera liberazione spirituale che conviene lavorare. L'uomo ha sempre bisogno di essere liberato dalle sue paure e dai suoi peccati. L'uomo deve senza sosta imparare o re-imparare che Dio non è suo nemico, ma suo Creatore pieno di bontà. L'uomo ha bisogno di sapere che la sua vita ha un senso e che egli è atteso, al termine della sua permanenza sulla terra, a prendere parte senza fine alla gloria di Cristo nei cieli. Vostra missione è di condurre la porzione di Popolo di Dio affidata alle vostre cure a riconoscere questo termine glorioso".
PV-FRANCIA/VESCOVI/LOURDES                        VIS 20080915 (1310)


CHIESA SIA COME LIEVITO NELLA PASTA PER INDICARE CHI E' DIO!


CITTA' DEL VATICANO, 15 SET. 2008 (VIS). Al termine della Celebrazione Eucaristica con i malati, il Papa si è diretto all'aeroporto di Tarbes-Lourdes-Pyrénèes per la cerimonia di congedo.

  Il Papa è stato accolto dal Primo Ministro francese, Signor François Fillon. Erano anche presenti Autorità politiche e civili, i Vescovi della Regione Midi-Pyrénées, il Presidente, il Vicepresidente e il Segretario Generale della Conferenza Episcopale francese.

  "Vi sono molto grato per essere venuti a salutarmi" - ha detto Benedetto XVI - rivolgendosi alle Autorità civili e militari, ai Vescovi, alle Forze dell'Ordine e agli "innumerevoli volontari che hanno messo a disposizione il loro tempo e la loro competenza. Tutti hanno lavorato con dedizione e slancio per la buona riuscita dei miei quattro giorni nel vostro Paese. Grazie di cuore".

  "Il mio viaggio" - ha proseguito il Pontefice - "è stato come un dittico, il cui primo pannello è stata Parigi, città che io conosco bene e luogo di molteplici incontri importanti. Ho avuto l'opportunità di celebrare l'Eucaristia nel contesto prestigioso della Esplanade des Invalides. Vi ho incontrato un popolo vivo di fedeli, fieri e forti della loro fede, che sono venuto ad incoraggiare perché perseverino decisamente nel vivere gli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa".

  "Ho potuto anche celebrare i Vespri con i sacerdoti, con i religiosi e le religiose e con i seminaristi" - ha ricordato il Pontefice - "Ho voluto confermarli nella loro vocazione al servizio di Dio e del prossimo".

  "Come non ricordare" - ha aggiunto il Papa - "anche il prestigioso incontro con il mondo della cultura presso l'Institut de France e il Collège des Bernardins? Come sapete, io ritengo che la cultura e i suoi interpreti siano un tramite privilegiato nel dialogo tra la fede e la ragione, tra Dio e l'uomo".

  "Il secondo pannello del dittico è stato un luogo emblematico" - ha detto ancora il Pontefice - "che attira ed affascina ogni credente: Lourdes è come una luce nell'oscurità del nostro brancolare verso Dio. Maria vi ha aperto una porta verso un al-di-là che ci interroga e ci seduce".

  "Il Papa aveva il dovere di venire a Lourdes per celebrarvi il 150  anniversario delle Apparizioni. Davanti alla Grotta di Massabielle ho pregato per tutti voi. Ho pregato per la Chiesa. Ho pregato per la Francia e per il mondo".

  "Le due Eucaristie celebrate a Lourdes mi hanno permesso di unirmi ai fedeli pellegrini. Divenuto uno di loro, ho seguito l'insieme delle quattro tappe del cammino del Giubileo, visitando la chiesa parrocchiale, poi il 'Cachot' e la Grotta, e infine la cappella all''Oratoire de l'Hôpital'. Ho anche pregato con e per i malati che vengono a cercare sollievo fisico e speranza spirituale. Dio non li dimentica, e la Chiesa neppure. Come ogni fedele in pellegrinaggio, ho voluto partecipare alla processione 'aux flambeaux' e alla processione eucaristica. Esse fanno salire verso Dio suppliche e lodi".

  "Ho voluto" - ha detto il Papa - "condividere" con i Vescovi della Francia "la mia convinzione che i tempi siano favorevoli a un ritorno a Dio".

  "Che Dio benedica la Francia! Che sul suo suolo regni l'armonia e il progresso umano e che la Chiesa vi sia come lievito nella pasta per indicare con saggezza e senza timore, secondo il suo dovere, chi è Dio!".

  "È giunto il momento di lasciarvi" - ha detto infine il Papa - "Potrò tornare ancora nel vostro bel Paese? Ne ho il desiderio, un desiderio tuttavia che affido a Dio. Da Roma vi resterò vicino e quando sosterò davanti alla riproduzione della Grotta di Lourdes, che da oltre un secolo si trova nei Giardini Vaticani,  penserò a voi.  Che Dio vi benedica!".

  L'aereo papale è partito alle 13:00 e alle 15:15 è previsto l'atterraggio all'aeroporto di Roma-Ciampino, da dove il Papa raggiungerà la Residenza estiva di Castel Gandolfo.
PV-FRANCIA/CERIMONIA CONGEDO/LOURDES               VIS 20080915 (840)


PRESENZA CRISTO ROMPE ISOLAMENTO PROVOCATO DOLORE


CITTA' DEL VATICANO, 15 SET. 2008 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha preso congedo dall'Ermitage St. Joseph a Lourdes per dirigersi all'Oratoire de L'Hôpital, quarta tappa del "Cammino del Giubileo", dove il 3 giugno 1858 Bernadette ricevette la Prima Comunione. Nell'antica cappella dell'attuale ospedale Benedetto XVI si è raccolto in preghiera davanti al Santissimo Sacramento e ha concluso il percorso di preghiera del pellegrino leggendo la preghiera della IV ed ultima tappa del "Cammino del Giubileo".

  Alle 9:30 Benedetto XVI ha celebrato sul sagrato della Basilica "Notre Dame du Rosaire" di Lourdes la Santa Messa con i malati nella ricorrenza liturgica della Beata Vergine Maria Addolorata.

  Nella festività di oggi, ha detto il Papa "contempliamo Maria che condivide la compassione del Figlio per i peccatori. (...) Come per il suo Figlio Gesù, è possibile affermare che questa sofferenza ha portato anche lei alla perfezione (cfr Eb 2, 10), così da renderla capace di accogliere la nuova missione spirituale che il Figlio le affida immediatamente prima di 'mettere lo spirito' (cfr Gv 19,30): divenire la Madre di Cristo nelle sue membra".

  "Maria" - ha proseguito il Pontefice - "è oggi nella gioia e nella gloria della Risurrezione" e "ama ciascuno dei suoi figli, concentrando in particolare la sua attenzione su coloro che, come il Figlio suo nell'ora della Passione, sono in preda alla sofferenza; li ama semplicemente perché sono suoi figli, secondo la volontà di Cristo sulla Croce".

  "Sollecitati dalla Parola ispirata della Scrittura, i cristiani da sempre hanno cercato il sorriso di Nostra Signora, quel sorriso che gli artisti, nel Medioevo, hanno saputo così prodigiosamente rappresentare e valorizzare. Questo sorriso di Maria è per tutti: esso tuttavia si indirizza in modo speciale verso coloro che soffrono, affinché in esso possano trovare conforto e sollievo".

  "Qui a Lourdes, nel corso dell'apparizione del 3 marzo 1858, Bernadette contemplò in maniera del tutto speciale questo sorriso di Maria. Fu questa la prima risposta che la Bella Signora diede alla giovane veggente che voleva conoscere la sua identità. Prima di presentarsi a lei, qualche giorno dopo, come 'l'Immacolata Concezione', Maria le fece conoscere innanzitutto il suo sorriso, quasi fosse questa la porta d'accesso più appropriata alla rivelazione del suo mistero".

  "Nel sorriso della più eminente fra tutte le creature" - ha detto ancora il Papa - "a noi rivolta, si riflette la nostra dignità di figli di Dio, una dignità che non abbandona mai chi è malato. Quel sorriso, vero riflesso della tenerezza di Dio, è la sorgente di una speranza invincibile".

  "Lo sappiamo purtroppo: la sofferenza prolungata rompe gli equilibri meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e giunge a volte a far addirittura disperare del senso e del valore della vita. Vi sono combattimenti che l'uomo non può sostenere da solo, senza l'aiuto della grazia divina".

  "Quando la parola non sa più trovare espressioni adeguate, si afferma il bisogno di una presenza amorevole: cerchiamo allora la vicinanza non soltanto di coloro che condividono il nostro stesso sangue o che ci sono legati con i vincoli dell'amicizia, ma la vicinanza anche di coloro che ci sono intimi per il legame della fede. Chi potrebbe esserci più intimo di Cristo e della sua santa Madre, l'Immacolata? Più di chiunque altro, essi sono capaci di comprenderci e di cogliere la durezza del combattimento ingaggiato contro il male e la sofferenza".

  "Vorrei dire, umilmente, a coloro che soffrono e a coloro che lottano e sono tentati di voltare le spalle alla vita: volgetevi a Maria! Nel sorriso della Vergine si trova misteriosamente nascosta la forza per proseguire il combattimento contro la malattia e in favore della vita. Presso di lei si trova ugualmente la grazia di accettare senza paura né amarezza il congedo da questo mondo, nell'ora voluta da Dio".

  "Sì, cercare il sorriso della Vergine Maria non è un pio infantilismo; è l'ispirazione, dice il Salmo 44, di coloro che sono 'i più ricchi del popolo' (v. 13). 'I più ricchi', s'intende, nell'ordine della fede, coloro che hanno la maturità spirituale più elevata e sanno per questo riconoscere la loro debolezza e la loro povertà davanti a Dio".

  "Il sorriso di Maria è una sorgente di acqua viva. 'Chi crede in me, ha detto Gesù, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno' (Gv 7,38). Maria è colei che ha creduto e, dal suo seno, sono sgorgati fiumi d'acqua viva che vengono ad irrigare la storia degli uomini. (...) Dal suo cuore di credente e di madre sgorga un'acqua viva che purifica e guarisce. (...) Immergendosi nelle piscine di Lourdes, quanti sono coloro che hanno scoperto e sperimentato la dolce maternità della Vergine Maria, attaccandosi a lei per meglio attaccarsi al Signore!".

  "Cristo dispensa la sua salvezza attraverso i Sacramenti e, in modo speciale, alle persone che soffrono di malattie o che sono portatrici di un handicap, attraverso la grazia dell'Unzione degli infermi. Per ciascuno la sofferenza è sempre una straniera. La sua presenza non è mai addomesticabile. Per questo è difficile sopportarla, e più difficile ancora - come hanno fatto certi grandi testimoni della santità di Cristo - accoglierla come parte integrante della propria vocazione, o accettare, secondo l'espressione di Bernadette, di 'tutto soffrire in silenzio per piacere a Gesù'".

  "Senza l'aiuto del Signore, il giogo della malattia e della sofferenza è crudelmente pesante" - ha sottolineato il Pontefice - "Nel ricevere il Sacramento dei malati, noi non desideriamo portare altro giogo che quello di Cristo, forti della promessa che Egli ci ha fatto, che cioè il suo giogo sarà facile da portare e il suo peso leggero".

  "Il Concilio Vaticano II ha presentato Maria come la figura nella quale è riassunto tutto il mistero della Chiesa (cfr LG, 63-65). La sua vicenda personale ripropone il profilo della Chiesa, che è invitata ad essere attenta quanto lei alle persone che soffrono".

  "Rivolgo un saluto affettuoso ai componenti del Servizio sanitario e infermieristico, come pure a tutte le persone che, a titoli diversi, negli ospedali e in altre istituzioni, contribuiscono alla cura dei malati con competenza e generosità. Ugualmente al personale di accoglienza, ai barellieri e agli accompagnatori che, provenendo da tutte le diocesi di Francia ed anche da più lontano, si prodigano lungo tutto l'anno intorno ai malati che vengono in pellegrinaggio a Lourdes, vorrei dire quanto il loro servizio è prezioso. Essi sono le braccia della Chiesa, umile serva".

  "Concludendo, desidero unirmi alla preghiera dei pellegrini e dei malati e riprendere insieme con voi uno stralcio della preghiera a Maria per la celebrazione di questo Giubileo:

  "Poiché tu sei il sorriso di Dio, il riflesso della luce di Cristo, la dimora dello Spirito Santo, poiché tu hai scelto Bernadette nella sua miseria, tu che sei la stella del mattino, la porta del cielo e la prima creatura risorta, Nostra Signora di Lourdes, con i nostri fratelli e le nostre sorelle i cui cuori e i cui corpi sono dolenti, noi ti preghiamo!".

  Conclusa la Celebrazione Eucaristica, alle 11:45 il Papa si è recato allo Stadio Antoine Béguère e in elicottero si è diretto all'aeroporto di Tarbes-Lourdes-Pyrénées, giungendovi alle 12:30.
PV-FRANCIA/MESSA MALATI/LOURDES                 VIS 20080915 (1180)


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