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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 30 ottobre 2008

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 30 OTT. 2008 (VIS).- Il Santo Padre ha accettato la rinuncia del Vescovo Stanislas Lukumwena, O.F.M., al governo pastorale della Diocesi di Kole (Repubblica Democratica del Congo), in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.
RE/.../LUKUMWENA                                                                      VIS 20081030 (40)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 30 OTT. 2008 (VIS).- Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienze separate:

- Il Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

- L'Arcivescovo Geraldo Lydio Rocha, di Mariana (Brasile), Presidente della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, con l'Arcivescovo Luiz Soares Vieira, di Manaus e con il Vescovo Dimas Lara Barbosa, ausiliare di Sao Sebastiao do Rio de Janeiro, rispettivamente vicepresidente e segretario generale dello stesso organismo.

- Monsignor Walter Brandmüller, Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche.
AP/.../...                                                               VIS 20081030 (90)

ORIENTAMENTI USO PSICOLOGIA NEI FUTURI SACERDOTI


CITTA' DEL VATICANO, 30 OTT. 2008 (VIS).- Questa mattina, presso l'Ufficio Stampa della Santa Sede, è stato presentato il documento della Congregazione per l'Educazione Cattolica "Orientamenti per l'utilizzo delle competenze psicologiche nell'ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio". Il testo è di 15 pagine ed è stato pubblicato in inglese, francese, italiano, spagnolo, tedesco e portoghese.

 Sono intervenuti nella conferenza stampa il Cardinale Zenon Grocholewski, l'Arcivescovo Jean-Louis Bruguès, O.P., e don Carlo Bresciani, rispettivamente prefetto, segretario ed consultore e psicologo della Congregazione per l'Educazione Cattolica.

 Il Cardinale Grocholewski ha affermato che il documento richiama "il contesto socio-culturale attuale che influisce, più o meno, sulla mentalità dei candidati che si presentano al Seminario, creando, in certi casi, delle ferite non ancora guarite o particolari difficoltà che possono condizionare la capacità di progredire nel cammino formativo verso il sacerdozio".

 "Questi problemi - ha detto - si presentano non soltanto al momento dell'ingresso in Seminario, ma talvolta appaiono in modo accentuato anche nel momento previo all'ordinazione sacerdotale".

 Il porporato ha sottolineato che "tanto l'influsso dell'odierno contesto socio-culturale quanto la necessità di una formazione anche umana del futuro sacerdote pongono la questione dell'eventuale uso delle scienze psicologiche nei Seminari".

 "Il documento - ha continuato - sottolinea il ruolo fondamentale dei formatori e, quindi, la necessità della loro adeguata preparazione in materia di pedagogia vocazionale". D'altro canto, ha detto, "Nella formazione umana, che non può essere separata da quella spirituale, il ruolo del tutto particolare ha da svolgere il padre spirituale". In tal senso ha citato il documento quando dice che "la direzione spirituale non può in alcun modo essere scambiata o sostituita da forme di analisi o di aiuto psicologico e che la vita spirituale di per sé favorisce una crescita nelle virtù umane, se non ci sono blocchi di natura psicologica".

Dopo aver evidenziato, in un altro aspetto che riprende il documento, "l'importanza della grazia divina  nella formazione dei candidati al sacerdozio", il cardinale ha segnalato che "il ricorso agli esperti nelle scienze psicologiche non può che essere soltanto ausiliare, ossia utile solo in alcuni casi per dare il parere circa la diagnosi, o circa l'eventuale terapia, o il sostegno psicologico allo sviluppo delle qualità umane richieste all'esercizio del ministero. In altre parole, si deve ricorrere a loro - ha sottolineato - solo "si casus ferat", ossia nei casi eccezionali che presentano particolari difficoltà.

 "L'ausilio delle scienze psicologiche - ha continuato -  deve integrarsi nel quadro della globale formazione del candidato, così da non ostacolare, ma da assicurare in modo particolare la salvaguardia del valore irrinunciabile dell'accompagnamento spirituale. Per questo, ha detto, "gli psicologi non posso far parte della squadra dei formatori".

 "Il Cardinale Grocholewski ha concluso ricordando che il documento "per ben tre volte cita il can. 1052, secondo il quale il Vescovo, per poter procedere all'ordinazione, deve avere la certezza morale sulla idoneità del candidato, provata con argomenti positivi e che, nel caso di un dubbio fondato, non deve procedere all'ordinazione".

 L'arcivescovo Bruguès ha affermato che "a nessuno, neppure ai Superiori Religiosi o Diocesani, è lecito entrare nella intimità psicologica o morale di una persona senza averne avuto il previo, esplicito, informato ed assolutamente libero consenso. (...) Lo psicologo non dovrà manifestare a terze persone, qualunque sia l'autorità di cui sono investite, sia religiosa che politica, senza il libero consenso dell'interessato, le conoscenze concernenti la vita intima alle quali fosse pervenuto".

 Infine, don Carlo Bresciani ha messo in risalto il fatto che "con questi Orientamenti la Chiesa, lungi dal voler affidare allo psicologo la formazione al sacerdozio, che è e resta essenzialmente di natura spirituale, intende valorizzare quanto le scienze umane, e psicologiche in particolare, possono dare come contributo alla preparazione di sacerdoti con personalità umanamente equilibrate. La Chiesa manifesta stima nelle discipline psicologiche, ma nello stesso tempo intende disciplinarne l'utilizzo in modo che risulti veramente proficuo".
OP/PSICOLOGIA:CANDIDATI SACERDOZIO/...                     VIS 20081030 (640)


CATTOLICESIMO, PIETRA ANGOLARE DELLA SOCIETÀ CANADESE


CITTA' DEL VATICANO, 30 OTT. 2008 (VIS).- La nuova ambasciatrice del Canada presso la Santa Sede, Anne Leahy, ha presentato questa mattina in Vaticano le sue lettere credenziali a Benedetto XVI.

 Nel discorso che ha rivolto alla diplomatica, il Santo Padre ha citato in primo luogo le parole di Giovanni Paolo durante il suo viaggio in Canada nel 2002, quando ha affermato che i canadesi erano "eredi di un umanesimo straordinariamente ricco, grazie alla fusione di molti elementi culturali diversi. Ma il nucleo del vostro patrimonio è la visione spirituale e trascendente della vita, basata sulla rivelazione cristiana, che ha dato un impulso vitale al vostro sviluppo come società libera, democratica e solidale, riconosciuta in tutto il mondo come emblema dei diritti umani e della dignità umana".

 " Il Papa ha poi ricordato che fra non molto ricorreranno i 40 anni delle relazioni diplomatiche fra il Canada e la Santa Sede e ha elogiato la vocazione di questo Paese per "incentivare la collaborazione multilaterale a favore della soluzione di numerosi problemi che presuppongono una sfida per l'umanità di oggi". Il Santo Padre ha citato a questo proposito "l'impegno del Canada e della Santa Sede, insieme ad altri Paesi, ad appoggiare l'applicazione del Trattato per abolire le mine anti-uomo e promuoverne la diffusione in tutto il mondo (...). Allo stesso tempo Canada e Santa Sede, insieme ad altre nazioni, si sforzano di contribuire alla stabilità, alla pace e allo sviluppo nella regione dei Grandi Laghi in Africa".

 Citando le parole della nuova ambasciatrice Benedetto XVI ha riaffermato che "il Cattolicesimo, grazie alle sue istituzioni e alla cultura che ha promosso, rappresenta una pietra angolare nella costruzione della società canadese. Tuttavia, oggi, si notano profondi cambiamenti visibili nei diversi ambiti e a volte preoccupano al punto da domandarsi se non significhino una regressione nella concezione dell'essere umano. Questi cambiamenti riguardano soprattutto i settori della difesa e della promozione della vita e della famiglia fondata sul matrimonio naturale".

 In questo contesto, "una cultura della vita potrebbe alimentare nuovamente l'unione dell'esistenza personale e sociale del Canada". "Per questo - ha detto il Papa - credo sia necessario definire di nuovo il senso dell'esercizio della libertà (...) percepito sempre più come un valore assoluto, un diritto intangibile dell'individuo, ignorando l'importanza delle origini divine della libertà e della sua dimensione comunitaria. (...) Seconda questa interpretazione soltanto l'individuo può decidere e scegliere la fisionomia, caratteristiche e scopi della vita, della morte e del matrimonio".

 "La vera libertà - ha osservato - si basa e si sviluppa, infine, in Dio. È un dono che è possibile accogliere come seme che possa maturare in maniera responsabile ed arricchisca la persona e la società. L'esercizio di questa libertà implica il riferimento a una legge morale naturale, di carattere universale, che precede ed unifica tutti i diritti e i doveri. In questa prospettiva, desidero manifestare il mio appoggio a tutte le iniziative dei vescovi del Canada a favore della vita familiare e pertanto della dignità dell'essere umano".

 Infine, Benedetto XVI ha parlato delle scuole cattoliche in questo Paese che "grazie al proprio contributo nella trasmissione della fede alle nuove generazioni, preparandole al dialogo fra le diverse componenti della nazione, soddisfano un'esigenza costante della missione della Chiesa, per il bene di tutti, ed arricchiscono l'insieme della società canadese".
CD/CREDENZIALI:CANADA/LEAHY                                       VIS 20081030 (540)


DIALOGO TRA CULTURE E RELIGIONI RIGUARDA TUTTI


CITTA' DEL VATICANO, 30 OTT. 2008 (VIS).- Benedetto XVI ha ricevuto oggi in Vaticano una delegazione dell' International Jewish Committee on Interreligious Consultation, con il quale la Santa Sede "ha avuto per più di 30 anni contatti proficui e regolari che hanno contribuito a una maggiore comprensione ed accettazione tra cattolici ed ebrei".

 "Approfitto di questa occasione - ha detto il Papa - per riaffermare l'impegno della Chiesa a mettere in pratica i principi stabiliti nella dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II. Questa dichiarazione che condannava fermamente ogni forma di antisemitismo rappresenta una pietra angolare nella lunga storia dei rapporti fra cattolici ed ebrei e un avvertimento per una rinnovata comprensione teologica dei rapporti fra la Chiesa e il popolo ebraico".

 "Ai nostri giorni - ha continuato il Santo Padre - i cristiani sono ogni volta più coscienti del patrimonio spirituale che condividono con il popolo della Torah, il popolo eletto da Dio nella sua misericordia, un patrimonio che merita un rispetto, un apprezzamento e un amore reciproco più grande. Anche gli Ebrei sono chiamati a scoprire tutto ciò che hanno in comune con coloro che credono nel Signore, il Dio di Israele, che si è rivelato per la prima volta mediante la sua parola potente e piena di vita".

 "Nel nostro mondo tormentato, caratterizzato spesso dalla povertà, la violenza e lo sfruttamento, il dialogo fra le culture e le religioni si deve considerare sempre più come un dovere sacro che riguarda tutti coloro che sono impegnati nella costruzione di un mondo degno dell'essere umano. La capacità di accettarsi e rispettarsi reciprocamente, e di proclamare la verità nell'amore, è essenziale per superare le differenze, prevenire i fraintendimenti ed evitare gli scontri inutili (...). Un dialogo sincero richiede apertura e senso fermo dell'identità da entrambe le parti per arricchirsi a vicenda dei doni degli altri".
AC/DIALOGO/INTERNATIONAL JEWISH COMMITTEE      VIS 20081030 (300)


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