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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 29 dicembre 2008

URGENTE APPELLO PACE IN TERRA SANTA


CITTA' DEL VATICANO, 28 DIC. 2008 (VIS). Dopo l'Angelus, il Papa ha lanciato un appello per la cessazione della violenza in Terra Santo e si è rivolto alla comunità internazionale perché faccia tutto il possibile per aiutare israeliani e palestinesi a risolvere l'attuale conflitto.

  "Cari fratelli e sorelle, la Terrasanta, che nei giorni natalizi è al centro dei pensieri e degli affetti dei fedeli di ogni parte del mondo" - ha detto il Santo Padre - "è nuovamente sconvolta da uno scoppio di inaudita violenza".

  "Sono profondamente addolorato per i morti, i feriti, i danni materiali, le sofferenze e le lacrime delle popolazioni vittime di questo tragico susseguirsi di attacchi e di rappresaglie".

  "La patria terrena di Gesù non può continuare ad essere testimone di tanto spargimento di sangue, che si ripete senza fine!" - ha esclamato il Pontefice - "Imploro la fine di quella violenza, che è da condannare in ogni sua manifestazione, e il ripristino della tregua nella striscia di Gaza; chiedo un sussulto di umanità e di saggezza in tutti quelli che hanno responsabilità nella situazione, domando alla comunità internazionale di non lasciare nulla di intentato per aiutare israeliani e palestinesi ad uscire da questo vicolo cieco e a non rassegnarsi - come dicevo due giorni fa nel messaggio 'Urbi et Orbi' - alla logica perversa dello scontro e della violenza, ma a privilegiare invece la via del dialogo e del negoziato".

  "Affidiamo a Gesù, Principe della Pace" - ha concluso il Santo Padre - "la nostra fervida preghiera per queste intenzioni e a Lui, a Maria e Giuseppe, diciamo: 'O famiglia di Nazareth, esperta del soffrire, dona al mondo la pace'. Donala oggi soprattutto alla Terrasanta!".
ANG/APPELLO PACE/TERRA SANTA                       VIS 20081229 (280)


TESTIMONIARE IMPORTANZA FAMIGLIA


CITTA' DEL VATICANO, 28 DIC. 2008 (VIS). Alle ore 12:00 di oggi, Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  "La famiglia di Gesù merita davvero il titolo di 'santa'" - ha detto il Papa - "perché è tutta presa dal desiderio di adempiere la volontà di Dio, incarnata nell'adorabile presenza di Gesù. Da una parte, è una famiglia come tutte e, in quanto tale, è modello di amore coniugale, di collaborazione, di sacrificio, di affidamento alla divina Provvidenza, di laboriosità e di solidarietà, insomma, di tutti quei valori che la famiglia custodisce e promuove, contribuendo in modo primario a formare il tessuto di ogni società".

  "Al tempo stesso, però, la Famiglia di Nazaret è unica, diversa da tutte, per la sua singolare vocazione legata alla missione del Figlio di Dio. Proprio con questa sua unicità essa addita ad ogni famiglia, e in primo luogo alle famiglie cristiane, l'orizzonte di Dio, il primato dolce ed esigente della sua volontà, la prospettiva del Cielo al quale siamo destinati".

  Successivamente Papa Benedetto XVI si è rivolto alle migliaia di persone riunite nella Plaza de Colón di Madrid per partecipare alla "festa per pregare per la famiglia e impegnarsi a lavorare in favore di essa con forza e speranza"

  "La famiglia è certamente una grazia di Dio, che lascia trasparire ciò che Egli stesso è: Amore. Un amore pienamente gratuito, che sostiene la fedeltà senza limiti, persino nei momenti di difficoltà o di abbattimento. Queste qualità si riscontrano in modo eminente nella Santa Famiglia, nella quale Gesù è venuto al mondo ed è cresciuto ricolmo di sapienza, con le cure premurose di Maria e la custodia fedele di San Giuseppe"

  "Care famiglie" - ha proseguito il Pontefice - "non lasciate che l'amore, l'apertura alla vita e i vincoli incomparabili che uniscono il vostro focolare si indeboliscano. Domandatelo costantemente al Signore, pregate uniti, affinché i vostri propositi siano illuminati dalla fede e corroborati dalla grazia divina sulla via verso la santità. In tal modo, con la gioia del vostro condividere tutto nell'amore, darete al mondo una bella testimonianza di quanto sia importante la famiglia per la persona umana e per la società. Il Papa sta al vostro fianco, pregando specialmente il Signore per quanti in ogni famiglia hanno maggiori necessità di salute, lavoro, conforto e compagnia".

  "Cari fratelli e sorelle, parlando della famiglia" - ha concluso il Pontefice - "non posso poi non ricordare che, dal 14 al 18 gennaio 2009, avrà luogo a Città del Messico il VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Preghiamo sin d'ora per questo importante evento ecclesiale, e affidiamo al Signore ogni famiglia, specialmente quelle più provate dalle difficoltà della vita e dalle piaghe dell'incomprensione e della divisione. Il Redentore, nato a Betlemme, doni a tutte la serenità e la forza di camminare unite nella via del bene.
ANG/FAMIGLIE/...                                   VIS 20081229 (500)


ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 27 DIC. 2008 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Roznava (Slovacchia), presentata dal Vescovo Eduard Kojnok, per raggiunti limiti d'età. Gli succede il Vescovo Vladimir Filo, finora Vescovo Coadiutore della medesima Diocesi.

- Ha nominato il Vescovo José Luis Escobar Alas, finora Vescovo di San Vicente (El Salvador) Arcivescovo Metropolita di San Salvador (superficie: 3.295; popolazione: 2.868.000; cattolici: 2.008.000; sacerdoti: 333: religiosi: 1.437; diaconi permanenti: 1), El Salvador. L'Arcivescovo eletto è nato a Suchitoto, (El Salvador), nel 1959, è stato ordinato sacerdote nel 1982 ed ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 2002. Succede  all'Arcivescovo Fernando Sáenz Lacalle, del quale il Santo Padre  ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Sebelio Peralta Álvarez, finora Vescovo di Villarrica del Espíritu Santo (Paraguay), Vescovo di San Lorenzo (superficie: 1.944; popolazione: 831.000; cattolici: 738.000; sacerdoti: 44; religiosi: 109; diaconi permanenti: 23), Paraguay.
 
  Mercoledì 24 dicembre è stato resto noto che il Santo Padre:

- Ha nominato il Reverendo Francisco Javier Del Valle Paredes, Vescovo della Diocesi di Campo Mourão (superficie: 12.544; popolazione: 361.000; cattolici: 296.000; sacerdoti: 61; religiosi: 106; diaconi permanenti: 5), Brasile. Il Vescovo eletto, finora Amministratore diocesano della medesima Diocesi, è nato nel 1942, a Isla Pocú, Cordilheiras, (Paraguay) ed è stato ordinato sacerdote nel 1976 per la Congregazione dei Missionari Saveriani.

- Ha nominato il Reverendo Derek John Christopher Byrne, S.P.S., Vescovo di Guiratinga (superficie: 38.666; popolazione: 155.900; cattolici: 103.400; sacerdoti: 16, religiosi: 53), Brasile. Il Vescovo eletto, finora Parroco della Parrocchia di "Santo Antônio", nella Diocesi di Juína (Brasile), è nato a Dublino (Irlanda) nel 1948, ha emesso la professione religiosa nella Società San Patrizio per le Missioni Estere nel 1969 ed è stato ordinato sacerdote nel 1973.

- Ha nominato il Reverendo Marek Mendyk, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Legnica (superficie: 7.080; popolazione: 842.633; cattolici: 780.000; sacerdoti: 485; religiosi: 295), Polonia. Il Vescovo eletto, finora Direttore della Sezione Catechetica della Curia della medesima diocesi, è nato nel 1961 a G?uszyca (Polonia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1987.
RE:NER:NEA/.../...                                                                          VIS 20081229 (370)


RICORDO SANTO STEFANO E APPELLO LIBERAZIONE SEQUESTRATI


CITTA' DEL VATICANO, 26 DIC. 2008 (VIS). Alle ore 12:00 di oggi, festa di Santo Stefano, Papa Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

  C'è un particolare, nel racconto del martirio di Santo Stefano - ha detto il Papa - "che durante questo Anno Paolino chiede di essere posto in risalto, ed è l'annotazione che 'i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo" (At 7,58)'".

  "Qui" - ha ricordato il Papa  "compare per la prima volta San Paolo, col suo nome ebraico di Saulo, nella veste di zelante persecutore della Chiesa (cfr Fil 3,6), ciò che allora era sentito da lui come un dovere e un motivo di vanto. (...) Poco tempo dopo il martirio di Stefano, Saulo, sempre spinto dallo zelo contro i cristiani, si recò a Damasco per arrestare quelli che là avrebbe trovato. E mentre si avvicinava alla città avvenne la sua folgorazione, quella singolare esperienza in cui Gesù risorto gli apparve, gli parlò e gli cambiò la vita (cfr At 9,1-9)".

  "Saulo perseguitava la Chiesa ed aveva collaborato pure alla lapidazione di Stefano; lo aveva visto morire sotto i colpi delle pietre e soprattutto aveva visto il 'modo' in cui Stefano era morto: in tutto come Cristo, cioè pregando e perdonando i suoi uccisori (cfr At 7,59-60). Sulla via di Damasco Saulo capì che perseguitando la Chiesa stava perseguitando Gesù morto e veramente risorto; Gesù vivente nella sua Chiesa, vivente anche in Stefano, che lui aveva sì visto morire, ma che certamente ora viveva insieme con il suo Signore risorto. Potremmo quasi dire che nella voce di Cristo avvertì quella di Stefano e, anche per sua intercessione, la grazia divina gli toccò il cuore".

  "Cari fratelli e sorelle, in Santo Stefano" - ha concluso il Pontefice - "vediamo realizzarsi i primi frutti della salvezza che il Natale di Cristo ha recato all'umanità: la vittoria della vita sulla morte, dell'amore sull'odio, della luce della verità sulle tenebre della menzogna. Lodiamo Dio perché questa vittoria permette anche oggi a tanti cristiani di non rispondere al male con il male, ma con la forza della verità e dell'amore".

  Al termine della recita dell'Angelus, il Papa ha pronunciato le seguenti parole:

  "Nell'atmosfera natalizia si avverte più forte la preoccupazione per quanti si trovano in situazioni di sofferenza e di grave difficoltà. Il mio pensiero va, tra gli altri, alle due consacrate italiane: Maria Teresa Oliviero e Caterina Giraudo, appartenenti al Movimento contemplativo missionario 'Padre de Foucauld', sequestrate, da più di un mese e mezzo, insieme a un gruppo di loro collaboratori locali, nel villaggio di El Waq, al nord del Kenya. Vorrei che in questo momento sentissero la solidarietà del Papa e di tutta la Chiesa. Il Signore, che nascendo è venuto a farci dono del suo amore, tocchi il cuore dei rapitori e conceda quanto prima a queste nostre sorelle di essere liberate per poter riprendere il loro disinteressato servizio ai fratelli più poveri. Per questo, cari fratelli e sorelle, vi invito tutti a pregare, senza dimenticare i numerosi sequestri di persone in altre parti del mondo di cui non sempre si ha chiara notizia: penso ai sequestrati sia per motivi politici che per altri motivi in America Latina, in Medio Oriente, in Africa. La nostra solidale preghiera sia in questo momento per tutti loro di intimo, spirituale aiuto".
ANG/STEFANO:SEQUESTRATI/...                       VIS 20081229 (590)


LUCE DIVINA DI BETLEMME SI DIFFONDA SU TUTTA LA TERRA


CITTA' DEL VATICANO, 25 DIC. 2008 (VIS). Alle ore 12:00 di oggi, Solennità del Natale del Signore, dalla Loggia della Benedizione il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto il tradizionale Messaggio natalizio ai fedeli presenti in Piazza San Pietro e a quanti lo ascoltavano tramite la radio e la televisione.

  Di seguito riportiamo estratti del Messaggio.
 
  "La grazia di Dio è apparsa: ecco perché il Natale è festa di luce. Non una luce totale, come quella che avvolge ogni cosa in pieno giorno, ma un chiarore che si accende nella notte e si diffonde a partire da un punto preciso dell'universo: dalla grotta di Betlemme, dove il divino Bambino è 'venuto alla luce'".

  "Ogni presepe è un invito semplice ed eloquente ad aprire il cuore e la mente al mistero della vita. E' un incontro con la Vita immortale, che si è fatta mortale nella mistica scena del Natale",

  "Fratelli e sorelle che mi ascoltate, a tutti gli uomini è destinato l'annuncio di speranza che costituisce il cuore del messaggio di Natale. Per tutti è nato Gesù e, come a Betlemme Maria lo offrì ai pastori, in questo giorno la Chiesa lo presenta all'intera umanità, perché ogni persona e ogni umana situazione possa sperimentare la potenza della grazia salvatrice di Dio, che sola può trasformare il male in bene, che sola può cambiare il cuore dell'uomo e renderlo un''oasi' di pace".

  "Possano sperimentare la potenza della grazia salvatrice di Dio le numerose popolazioni che ancora vivono nelle tenebre e nell'ombra di morte (cfr Lc 1,79). La Luce divina di Betlemme si diffonda in Terrasanta, dove l'orizzonte sembra tornare a farsi cupo per gli israeliani e i palestinesi; si diffonda in Libano, in Iraq e ovunque nel Medio Oriente. Fecondi gli sforzi di quanti non si rassegnano alla logica perversa dello scontro e della violenza e privilegiano invece la via del dialogo e del negoziato, per comporre le tensioni interne ai singoli Paesi e trovare soluzioni giuste e durature ai conflitti che travagliano la regione".

  "A questa Luce che trasforma e rinnova anelano gli abitanti dello Zimbabwe, in Africa, stretti da troppo tempo nella morsa di una crisi politica e sociale che, purtroppo, continua ad aggravarsi, come pure gli uomini e le donne della Repubblica Democratica del Congo, specialmente nella martoriata regione del Kivu, del Darfur, in Sudan, e della Somalia, le cui interminabili sofferenze sono tragica conseguenza dell'assenza di stabilità e di pace. Questa Luce attendono soprattutto i bambini di quei Paesi e di tutti i Paesi in difficoltà, affinché sia restituita speranza al loro avvenire".

  "Dove la dignità e i diritti della persona umana sono conculcati; dove gli egoismi personali o di gruppo prevalgono sul bene comune; dove si rischia di assuefarsi all'odio fratricida e allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo; dove lotte intestine dividono gruppi ed etnie e lacerano la convivenza; dove il terrorismo continua a colpire; dove manca il necessario per sopravvivere; dove si guarda con apprensione ad un futuro che sta diventando sempre più incerto, anche nelle Nazioni del benessere: là risplenda la Luce del Natale ed incoraggi tutti a fare la propria parte, in spirito di autentica solidarietà. Se ciascuno pensa solo ai propri interessi, il mondo non può che andare in rovina".

  "Cari fratelli e sorelle, oggi 'è apparsa la grazia di Dio Salvatore' (cfr Tt 2,11), in questo nostro mondo, con le sue potenzialità e le sue debolezze, i suoi progressi e le sue crisi, con le sue speranze e le sue angosce. Oggi, rifulge la luce di Gesù Cristo, Figlio dell'Altissimo e figlio della Vergine Maria, 'Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo'".

  "Dio ci è venuto incontro e ci ha mostrato il suo volto, ricco di grazia e di misericordia! Non sia vana per noi la sua venuta! Cerchiamo Gesù, lasciamoci attirare dalla sua luce, che dissipa dal cuore dell'uomo la tristezza e la paura; avviciniamoci con fiducia; con umiltà prostriamoci per adorarlo. Buon Natale a tutti!".

  Al termine del Messaggio per il Santo Natale, il Papa ha rivolto gli auguri di Buon Natala in 64 lingue ed ha impartito la Benedizione "Urbi et Orbi".
MESS/URBI ET ORBI/...                               VIS 20081229 (710)


BAMBINO DI BETLEMME APPELLO FINE TRIBOLAZIONE BAMBINI


CITTA' DEL VATICANO, 24 DIC. 2008 (VIS). A mezzanotte, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Santa Messa della Notte per la Solennità del Natale del Signore 2008.

  "'Dio si china'. Questa parola è una parola profetica" - ha detto il Pontefice - "Nella notte di Betlemme, essa ha acquistato un significato completamente nuovo. Il chinarsi di Dio ha assunto un realismo inaudito e prima inimmaginabile. (...) Dio scende realmente. Diventa un bambino e si mette nella condizione di dipendenza totale che è propria di un essere umano appena nato. Il Creatore che tutto tiene nelle sue mani, dal quale noi tutti dipendiamo, si fa piccolo e bisognoso dell'amore umano. (...) In che modo, infatti, la sua predilezione per l'uomo, la sua preoccupazione per lui potrebbe apparire più grande e più pura? (...) La gloria del vero Dio diventa visibile quando ci si aprono gli occhi del cuore davanti alla stalla di Betlemme".

  "Il racconto del Natale secondo San Luca" - ha ricordato il Santo Padre - "ci narra che Dio ha un po' sollevato il velo del suo nascondimento dapprima davanti a persone di condizione molto bassa, davanti a persone che nella grande società erano piuttosto disprezzate: davanti ai pastori che nei campi intorno a Betlemme facevano la guardia agli animali. Luca ci dice che queste persone 'vegliavano'. Possiamo così sentirci richiamati a un motivo centrale del messaggio di Gesù, in cui ripetutamente e con crescente urgenza fino all'Orto degli ulivi torna l'invito alla vigilanza - a restare svegli per accorgersi della venuta del Signore ed esservi preparati. Pertanto anche qui la parola significa forse più del semplice essere esternamente svegli durante l'ora notturna. Erano persone veramente vigilanti, nelle quali il senso di Dio e della sua vicinanza era vivo. Persone che erano in attesa di Dio e non si rassegnavano all'apparente lontananza di Lui nella vita di ogni giorno. (...) E chi sono questi uomini della sua benevolenza se non i piccoli, i vigilanti, quelli che sono in attesa, sperano nella bontà di Dio e lo cercano guardando verso di Lui da lontano?".


  "Nei Padri della Chiesa" - ha spiegato il Pontefice -  "si può trovare un commento sorprendente circa il canto con cui gli angeli salutano il Redentore. Fino a quel momento - dicono i Padri - gli angeli avevano conosciuto Dio nella grandezza dell'universo, nella logica e nella bellezza del cosmo che provengono da Lui e Lo rispecchiano. (...) Ma ora era accaduta una cosa nuova, addirittura sconvolgente per loro. Colui di cui parla l'universo, il Dio che sostiene il tutto e lo porta in mano - Egli stesso era entrato nella storia degli uomini, era diventato uno che agisce e soffre nella storia. Dal gioioso turbamento suscitato da questo evento inconcepibile, da questa seconda e nuova maniera in cui Dio si era manifestato - dicono i Padri - era nato un canto nuovo, una strofa del quale il Vangelo di Natale ha conservato per noi: 'Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini'. (...) La gloria di Dio è nel più alto dei cieli, ma questa altezza di Dio si trova ora nella stalla, ciò che era basso è diventato sublime. La sua gloria è sulla terra, è la gloria dell'umiltà e dell'amore. E ancora: la gloria di Dio è la pace. Dove c'è Lui, là c'è pace. Egli è là dove gli uomini non vogliono fare in modo autonomo della terra il paradiso, servendosi a tal fine della violenza. Egli è con le persone dal cuore vigilante; con gli umili e con coloro che corrispondono alla sua elevatezza, all'elevatezza dell'umiltà e dell'amore. A questi dona la sua pace, perché per loro mezzo la pace entri in questo mondo".

  "Il teologo medioevale Guglielmo di S. Thierry ha detto una volta: Dio - a partire da Adamo - ha visto che la sua grandezza provocava nell'uomo resistenza; che l'uomo si sente limitato nel suo essere se stesso e minacciato nella sua libertà. Pertanto Dio ha scelto una via nuova. È diventato un Bambino. Si è reso dipendente e debole, bisognoso del nostro amore. Ora - ci dice quel Dio che si è fatto Bambino - non potete più aver paura di me, ormai potete soltanto amarmi".

  "Su ogni bambino c'è il riverbero del bambino di Betlemme. Ogni bambino chiede il nostro amore. Pensiamo pertanto in questa notte in modo particolare anche a quei bambini ai quali è rifiutato l'amore dei genitori. Ai bambini di strada che non hanno il dono di un focolare domestico. Ai bambini che vengono brutalmente usati come soldati e resi strumenti della violenza, invece di poter essere portatori della riconciliazione e della pace. Ai bambini che mediante l'industria della pornografia e di tutte le altre forme abominevoli di abuso vengono feriti fin nel profondo della loro anima. Il Bambino di Betlemme è un nuovo appello rivolto a noi, di fare tutto il possibile affinché finisca la tribolazione di questi bambini; di fare tutto il possibile affinché la luce di Betlemme tocchi i cuori degli uomini. (...) Solo se cambiano gli uomini, cambia il mondo e, per cambiare, gli uomini hanno bisogno della luce proveniente da Dio, di quella luce che in modo così inaspettato è entrata nella nostra notte".

  "E parlando del Bambino di Betlemme" - ha concluso il Pontefice - "pensiamo anche alla località che risponde al nome di Betlemme; pensiamo a quel Paese in cui Gesù ha vissuto e che Egli ha amato profondamente. E preghiamo affinché lì si crei la pace. Che cessino l'odio e la violenza. Che si desti la comprensione reciproca, si realizzi un'apertura dei cuori che apra la frontiere. Che scenda la pace di cui hanno cantato gli angeli in quella notte"
HML/MESSA DI MEZZANOTTE/...                       VIS 20081229 (950)


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