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lunedì 23 marzo 2009

GIOVANI NON ABBIATE PAURA PRENDERE DECISIONI DEFINITIVE


CITTA' DEL VATICANO, 21 MAR. 2009 (VIS). Alle 16:20 di oggi pomeriggio il Santo Padre, giunto allo Stadio dos Coqueiros di Luanda, che può contenere trentamila persone, ne ha percorso in autovettura panoramica l'interno, salutando i giovani lì convenuti.

Commentando il tema dell'Incontro "Ecco io faccio nuove tutte le cose" (Ap 21, 5), il Papa ha assicurato i giovani che: "Dio fa la differenza... Di più! Dio ci fa differenti, ci fa nuovi".

"Il futuro dell'umanità nuova è Dio;" - ha detto il Papa - "proprio un iniziale anticipo di ciò è la sua Chiesa. Quando ne avrete la possibilità, leggetene con attenzione la storia: potrete rendervi conto che la Chiesa, nello scorrere degli anni, non invecchia; anzi diventa sempre più giovane, perché cammina incontro al Signore, avvicinandosi ogni giorno di più alla sola e vera sorgente da dove scaturisce la gioventù, la rigenerazione, la forza della vita".

"Nel frattempo, vedo qui presenti alcune delle migliaia di giovani angolani mutilati in conseguenza della guerra e delle mine, penso alle innumerevoli lacrime che tanti di voi hanno versato per la perdita dei familiari, e non è difficile immaginare le nubi grigie che coprono ancora il cielo dei vostri sogni migliori…".

"Guardate che Gesù non ci lascia senza risposta; ci dice chiaramente una cosa: il rinnovamento inizia dentro; riceverete una forza dall'Alto. La forza dinamica del futuro si trova dentro di voi".

"Si trova dentro… ma come? Come la vita è dentro un seme: così ha spiegato Gesù, in un'ora critica del suo ministero. (...) Gesù parlò di un seminatore che semina nel campo del mondo, e spiegò poi che il seme è la sua Parola (cfr Mc 4, 3-20), sono le guarigioni operate: davvero poca cosa se paragonate con le enormi carenze e 'macas' [difficoltà] della realtà di ogni giorno. Eppure nel seme è presente il futuro, perché il seme porta dentro di sé il pane di domani, la vita di domani. Il seme sembra quasi niente, ma è la presenza del futuro, è promessa presente già oggi; quando cade in terra buona fruttifica trenta, sessanta ed anche cento volte tanto".

"E in mezzo a voi si trova il nuovo Pane" - ha detto il Papa ai giovani - "il Pane della vita futura, la Santissima Eucaristia che ci alimenta e fa sbocciare la vita trinitaria nel cuore degli uomini".

"Lui si dona a noi" - ha sottolineato il Papa - "e noi rispondiamo donandoci agli altri per amore suo. Questa è la via della vita; ma sarà possibile percorrerla alla sola condizione di un dialogo costante con il Signore e di un dialogo vero tra voi. La cultura sociale dominante non vi aiuta a vivere la Parola di Gesù e neppure il dono di voi stessi a cui Egli vi invita secondo il disegno del Padre".

"Non abbiate paura di prendere decisioni definitive" - ha esortato il Santo Padre - "Generosità non vi manca - lo so! Ma di fronte al rischio di impegnarsi per tutta la vita, sia nel matrimonio che in una vita di speciale consacrazione, provate paura (...) Potrò io disporre in questo momento della mia vita intera ignorando gli imprevisti che essa mi riserva? Non sarà che io, con una decisione definitiva, mi gioco la mia libertà e mi lego con le mie stesse mani?'. Tali sono i dubbi che vi assalgono e l'attuale cultura individualistica e edonista li esaspera. Ma quando il giovane non si decide, corre il rischio di restare un eterno bambino!".

"Io vi dico: Coraggio!" -ha esclamato il Papa - "Osate decisioni definitive, perché in verità queste sono le sole che non distruggono la libertà, ma ne creano la giusta direzione, consentendo di andare avanti e di raggiungere qualcosa di grande nella vita. Non c'è dubbio che la vita ha valore soltanto se avete il coraggio dell'avventura, la fiducia che il Signore non vi lascerà mai soli. Gioventù angolana, libera dentro di te lo Spirito Santo, la forza dall'Alto!"

"Con fiducia in questa forza, come Gesù, rischia questo salto per così dire nel definitivo e, con ciò, offri una possibilità alla vita! (...) Questa è la vita che merita di essere vissuta e che di cuore vi auguro. Viva la gioventù di Angola!".

Al termine dell'Incontro con i giovani, il Santo Padre è rientrato nella Nunziatura Apostolica di Luanda per la cena in privato.
PV-ANGOLA/INCONTRO GIOVANI/LUANDA VIS 20090323 (720)

VANGELO RIAFFERMA E NOBILITA VALORI CULTURALI NATIVI


CITTA' DEL VATICANO, 22 MAR. 2009 (VIS). Alle 9.30 di questa mattina, il Santo Padre ha raggiunto la spianata di Cimangola a 14 chilometri da Luanda. Dopo un giro in autovettura panoramica per salutare le migliaia di persone che erano ad attenderlo, alle 10:00, il Papa ha presieduto la Santa Messa con i Vescovi dell'IMBISA (Inter-regional Meeting of Bishops of Southern Africa; Associazione Interregionale dei Vescovi dell'Africa Australe), cui appartengono le Conferenza Episcopali di Angola e São Tomé, Botswana, Sud Africa e Swaziland, Lesotho, Mozambico, Namibia e Zimbabwe.

All'inizio della Celebrazione Eucaristica il Papa ha espresso il suo profondo dolore per la morte di due giovani, travolte ieri nella calca all'ingresso dello stadio do Coqueiros della capitale per l'incontro dei giovani.

"Affidiamo le due giovani a Gesù" - ha detto il Papa - "perché le accolga nel suo Regno. Esprimo la mia solidarietà e il mio vivo cordoglio alle famiglie e agli amici venuti per incontrarmi". Il Santo Padre ha assicurato le sue preghiere alle 89 persone rimaste ferite nella calca e ha formulato "l'augurio che si ristabiliscano presto".

"La prima lettura di oggi ha una particolare risonanza per il Popolo di Dio in Angola" - ha commentato il Santo Padre - "E' un messaggio di speranza rivolto al Popolo eletto nella lontana regione del loro esilio, un invito a ritornare in Gerusalemme per ricostruire il Tempio del Signore. La vivace descrizione della distruzione e della rovina causata dalla guerra rispecchia l'esperienza personale di tante persone in questo Paese durante le terribili devastazioni della guerra civile. Com'è vero che la guerra può 'distruggere tutto ciò che ha valore'".

"La chiamata a ritornare e a ricostruire il tempio di Dio ha un significato particolare per ciascuno di noi. (...) Dio ci chiama a riconoscere il potere della sua presenza in noi, a riappropriarci del dono del suo amore e del suo perdono e a diventare messaggeri di questo amore misericordioso entro le nostre famiglie e comunità, a scuola e al posto di lavoro, in ogni settore della vita sociale e politica".

"Qui in Angola, questa Domenica è stata riservata come giorno di preghiera e di sacrificio per la riconciliazione nazionale" - ha ricordato il Pontefice - "Il Vangelo ci insegna che la riconciliazione - una vera riconciliazione - può essere soltanto frutto di una conversione, di un cambiamento del cuore, di un nuovo modo di pensare. Ci insegna che solo il potere dell'amore di Dio può cambiare i nostri cuori e farci trionfare sul potere del peccato e della divisione".

"Sono venuto in Africa proprio per predicare questo messaggio di perdono, di speranza e di una nuova vita in Cristo" - ha affermato il Papa e, riferendosi alla Seconda Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, dedicata al tema: 'La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace'", ha detto: "Vi chiedo oggi di pregare, in unione con tutti i nostri fratelli e sorelle in tutta l'Africa, per questa intenzione: che ogni cristiano in questo grande Continente sperimenti il tocco risanante dell'amore misericordioso di Dio e che la Chiesa in Africa diventi 'per tutti, grazie alla testimonianza resa dai suoi figli e dalle sue figlie, luogo di autentica riconciliazione'".

"Cari amici, è questo il messaggio che il Papa porta a voi e ai vostri figli. Dallo Spirito Santo avete ricevuto la forza di essere i costruttori di un domani migliore per il vostro amato Paese. Nel Battesimo vi è stato dato lo Spirito per essere araldi del Regno di Dio, Regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace. (...) Siate fedeli a questo dono, certi che il Vangelo può confermare, purificare e nobilitare i profondi valori umani presenti nella vostra cultura nativa e nelle vostre tradizioni: famiglie unite, profondo senso religioso, gioiosa celebrazione del dono della vita, apprezzamento della saggezza degli anziani e delle aspirazioni dei giovani. E poi siate riconoscenti per la luce di Cristo! Mostratevi riconoscenti verso coloro che ve l'hanno portata: generazioni e generazioni di missionari che tanto hanno contribuito e continuano a contribuire allo sviluppo umano e spirituale di questo Paese".

"Quanto grandi sono le tenebre in tante parti del mondo! Tragicamente, le nuvole del male hanno ottenebrato anche l'Africa, compresa questa amata Nazione di Angola. Pensiamo al flagello della guerra, ai frutti feroci del tribalismo e delle rivalità etniche, alla cupidigia che corrompe il cuore dell'uomo, riduce in schiavitù i poveri e priva le generazioni future delle risorse di cui hanno bisogno per creare una società più solidale e più giusta - una società veramente ed autenticamente africana nel suo genio e nei suoi valori".

"E che dire di quell'insidioso spirito di egoismo che chiude gli individui in se stessi, divide le famiglie e, soppiantando i grandi ideali di generosità e di abnegazione, conduce inevitabilmente all'edonismo, all'evasione in false utopie attraverso l'uso della droga, all'irresponsabilità sessuale, all'indebolimento del legame matrimoniale, alla distruzione delle famiglie e all'eliminazione di vite umane innocenti mediante l'aborto?".

"La parola di Dio, però, è una parola di speranza senza limiti. 'Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito … perché il mondo si salvi per mezzo di lui'. Dio non ci dà mai per spacciati! Egli continua ad invitarci ad alzare gli occhi verso un futuro di speranza e ci promette la forza per realizzarlo. (...) Ci ha donati i suoi comandamenti, non come un fardello, ma come una fonte di libertà: della libertà di diventare uomini e donne pieni di saggezza, maestri di giustizia e di pace, gente che ha fiducia negli altri e cerca il loro vero bene. Dio ci ha creati per vivere nella luce e per essere luce per il mondo intorno a noi!".

"Irraggiate la luce della fede, della speranza e dell'amore nelle vostre famiglie e comunità!" - ha esclamato il Papa - "Siate testimoni della santa verità che rende liberi uomini e donne! Voi sapete in base ad un'amara esperienza che, rispetto alla repentina furia distruttrice del male, il lavoro di ricostruzione è penosamente lento e duro. Richiede tempo, fatica e perseveranza: deve iniziare nei nostri cuori, nei piccoli sacrifici quotidiani necessari per essere fedeli alla legge di Dio, nei piccoli gesti mediante i quali dimostriamo di amare i nostri vicini - tutti i nostri vicini senza riguardo alla razza, all'etnia o alla lingua - nella disponibilità a collaborare con loro per costruire insieme su basi durevoli".

"Permettetemi di concludere con una parola rivolta in particolare ai giovani dell'Angola e a tutti i giovani dell'Africa. Cari giovani amici, voi siete la speranza del futuro del vostro Paese, la promessa di un domani migliore! (...) La Chiesa ha bisogno della vostra testimonianza! Non abbiate paura di rispondere generosamente alla chiamata di Dio a servirlo sia come sacerdoti, religiose o religiosi, sia come genitori cristiani o in tante altre forme di servizio che la Chiesa vi propone".

"Guardate al futuro con speranza, confidate nelle promesse di Dio e vivete nella sua verità" - ha detto infine il Papa - "In questo modo costruirete qualcosa destinato a perdurare e lascerete alla generazioni future un'eredità durevole di riconciliazione, di giustizia e di pace".
PV-ANGOLA/SANTA MESSA/LUANDA VIS 20090323 (1200)

CATTOLICI LIEVITO DI EVANGELICA SPERANZA PER L'AFRICA


CITTA' DEL VATICANO, 22 MAR. 2009 (VIS). Al termine della Santa Messa, Benedetto XVI ha recitato l'Angelus con le migliaia di fedeli riuniti della spianata di Cimangola.

"La nostra preghiera sale oggi dall'Angola, dall'Africa, ed abbraccia il mondo intero" - ha detto il Papa - "A loro volta gli uomini e le donne di ogni parte del mondo che si uniscono alla nostra preghiera, volgano i loro occhi all'Africa, a questo grande Continente così colmo di speranza, ma ancora così assetato di giustizia, di pace, di un sano e integrale sviluppo che possa assicurare al suo popolo un futuro di progresso e di pace".

"Possano i cattolici di questo Continente diventare sempre più pienamente lievito di evangelica speranza per tutte le persone di buona volontà che amano l'Africa, sono dedite al progresso materiale e spirituale dei suoi figli, e alla diffusione della pace, della prosperità, della giustizia e della solidarietà in vista del bene comune".

"La Vergine Maria, Regina della Pace, continui a guidare il popolo dell'Angola nel compito della riconciliazione nazionale dopo la devastante e disumana esperienza della guerra civile. Le sue preghiere ottengano per tutti gli Angolani la grazia di un autentico perdono, del rispetto per gli altri, della cooperazione che sola può portare avanti l'immensa opera della ricostruzione. (...) Qui, nell'Africa del Sud, vogliamo pregare Nostra Signora in modo particolare di intercedere per la pace, la conversione dei cuori e per la fine del conflitto nella vicina regione dei Grandi Laghi. Il Figlio suo, Principe della Pace, porti guarigione a chi soffre, conforto a coloro che piangono e forza a tutti coloro che portano avanti il difficile processo del dialogo, del negoziato e della cessazione della violenza".

Al termine della recita dell'Angelus, il Santo Padre ha fatto ritorno alla Nunziatura Apostolica per il pranzo con il Seguito Papale.
PV-ANGOLA/ANGELUS/LUANDA VIS 20090323 (310)

DIFENDERE UGUALE DIGNITÀ DI UOMO E DONNA


CITTA' DEL VATICANO, 22 MAR. 2009 (VIS). Alle 16:45 di oggi, nella Parrocchia di Santo António della comunità di Frati minori Cappuccini, in un'area intensamente popolata alla periferia di Luanda, il Papa ha incontrato alcune Rappresentanze dei Movimenti cattolici per la promozione della donna.

Due donne, in rappresentanza dei movimenti presenti, hanno illustrato al Santo Padre problemi e speranze.

"Tutti esorto" - ha detto il Papa nel suo discorso - "ad un'effettiva consapevolezza delle condizioni sfavorevoli a cui sono state - e continuano ad essere - sottoposte tante donne, esaminando in quale misura la condotta e gli atteggiamenti degli uomini, a volte la loro mancanza di sensibilità o di responsabilità, possano esserne la causa".

"Bisogna riconoscere, affermare e difendere l'uguale dignità dell'uomo e della donna" - ha ribadito il Pontefice - "sono ambedue persone, differentemente da ogni altro essere vivente del mondo attorno a loro. Ambedue sono chiamati a vivere in profonda comunione, in un vicendevole riconoscimento e dono di se stessi, lavorando insieme per il bene comune con le caratteristiche complementari di ciò che è maschile e di ciò che è femminile".

"Chi non avverte, oggi, il bisogno di dare più spazio alle 'ragioni del cuore'? In un mondo come l'attuale dominato dalla tecnica, si sente bisogno di questa complementarietà della donna, affinché l'essere umano vi possa vivere senza disumanizzarsi del tutto. Si pensi alle terre dove abbonda la povertà, alle regioni devastate dalla guerra, a tante situazioni tragiche risultanti da migrazioni forzate e non… Sono quasi sempre le donne che vi mantengono intatta la dignità umana, difendono la famiglia e tutelano i valori culturali e religiosi".

"Carissimi fratelli e sorelle, la storia registra quasi esclusivamente le conquiste dei maschi, quando in realtà una parte importantissima si deve ad azioni determinanti, perseveranti e benefiche poste da donne".

"Carissimi angolani, oggi nessuno dovrebbe più dubitare del fatto che le donne, sulla base della loro dignità pari a quella degli uomini, hanno 'pieno diritto di inserirsi attivamente in ogni ambito della vita pubblica, e il loro diritto deve essere affermato e protetto anche mediante strumenti legali, là dove questi appaiano necessari. Tuttavia il riconoscimento del ruolo pubblico delle donne non deve sminuire l'insostituibile funzione che esse hanno all'interno della famiglia: qui, infatti, il loro contributo per il bene e lo sviluppo sociale, anche se poco considerato, è di un valore realmente inestimabile'".

"Peraltro, a livello personale, la donna sente la propria dignità non tanto quale risultato dell'affermazione di diritti sul piano giuridico, quanto piuttosto come diretta conseguenza delle attenzioni materiali e spirituali ricevute nel cuore della famiglia".

"La presenza materna all'interno della famiglia è così importante per la stabilità e la crescita di questa cellula fondamentale della società, che dovrebbe essere riconosciuta, lodata e sostenuta in ogni modo possibile. E, per lo stesso motivo, la società deve richiamare i mariti e i padri alle loro responsabilità riguardo alla propria famiglia".

"L'edificazione di ogni famiglia cristiana" - ha concluso il Pontefice - "avviene all'interno di quella famiglia più grande che è la Chiesa, la quale la sostiene e la stringe al suo petto garantendo che sopra di essa si posa, ora e nel futuro, il 'sì' del Creatore".

Al termine del discorso il Papa è rientrato alla Nunziatura Apostolica per la cena in privato.
PV-ANGOLA/MOVIMENTI CATTOLICI DONNA/LUANDA VIS 20090323 (540)

BENEDETTO XVI SI CONGEDA DAL CONTINENTE AFRICANO

23
CITTA' DEL VATICANO, 23 MAR. 2009 (VIS). Questa mattina alle 9:30, il Santo Padre Benedetto XVI ha lasciato la Nunziatura Apostolica diretto all'aeroporto 4 de Fevereiro di Luanda ed alle 10:30 è salito a bordo dell'aereo per Roma. All'aeroporto il Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica dell'Angola, Signor José Eduardo dos Santos e dalle Autorità civili, militari e religiose del Paese.

Nel ringraziare tutti per l'impegno profuso durante la sua visita, il Papa ha pronunciato un breve discorso.

"Ringrazio Iddio" - ha detto il Papa - "di aver trovato una Chiesa viva e, nonostante le difficoltà, piena di entusiasmo, che ha saputo prendere sulle spalle la sua croce e quella altrui, rendendo testimonianza davanti a tutti della forza salvifica del messaggio evangelico. Essa continua ad annunziare che è arrivato il tempo della speranza, impegnandosi nella pacificazione degli animi e invitando all'esercizio di una carità fraterna che sappia aprirsi alla accoglienza di tutti, nel rispetto delle idee e sentimenti di ciascuno. È ora di congedarmi e di ripartire alla volta di Roma, rattristato per dovervi lasciare, ma contento di aver conosciuto un popolo coraggioso e deciso a rinascere. Nonostante le resistenze e gli ostacoli, questo popolo intende edificare il suo futuro camminando per sentieri di perdono, giustizia e solidarietà".

"Se mi è permesso rivolgere qui un appello finale, vorrei chiedere che la giusta realizzazione delle fondamentali aspirazioni delle popolazioni più bisognose costituisca la preoccupazione principale di coloro che ricoprono le cariche pubbliche, poiché la loro intenzione - sono certo - è quella di svolgere la missione ricevuta non per se stessi ma in vista del bene comune. Il nostro cuore non può darsi pace finché ci sono fratelli che soffrono per mancanza di cibo, di lavoro, di una casa o di altri beni fondamentali. Per arrivare a dare una risposta concreta a questi nostri fratelli in umanità, la prima sfida da vincere è quella della solidarietà: solidarietà fra le generazioni, solidarietà fra le Nazioni e tra i Continenti che generi una sempre più equa condivisione delle risorse della terra fra tutti gli uomini".

Dal "Continente, dove il Verbo incarnato in persona ha trovato rifugio" - ha detto Benedetto XVI - "Prego ora Iddio di fare sentire la sua protezione ed aiuto ai rifugiati ed espatriati senza numero che vagano nella attesa di un ritorno alla propria casa. (...) È come figli e figlie che Dio vi ama; Egli veglia sui vostri giorni e sulle vostre notti, sulle vostre fatiche e aspirazioni".

"Fratelli e amici di Africa, carissimi angolani, coraggio!" - ha salutato il Pontefice - "Non vi stancate di far progredire la pace, compiendo gesti di perdono e lavorando per la riconciliazione nazionale, affinché mai la violenza prevalga sul dialogo, la paura e lo scoraggiamento sulla fiducia, il rancore sull'amore fraterno. E ciò sarà possibile se vi riconoscerete a vicenda quali figli dello stesso e unico Padre del Cielo".

Al termine del suo discorso il Papa è salito a bordo dell'aereo diretto a Roma dove l'arrivo è previsto nel pomeriggio di oggi alle 18:00.
PV-ANGOLA/CONGEDO/LUANDA VIS 20090323 (510)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 23 MAR. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Salvatore Cordileone, Vescovo di Oakland (superficie: 3.798; popolazione: 2.466.692; cattolici: 406.947; sacerdoti: 433; religiosi: 843; diaconi permanenti: 112), Stati Uniti d'America. E' stato finora Vescovo Ausiliare di San Diego (Stati Uniti d'America),
NER/.../CORDILEONE VIS 20090323 (50)
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