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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 14 maggio 2009

ALTRI ATTI PONTIFICI



CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2009 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Harold Anthony Perera, Vescovo di Kurunegala (superficie: 4.763; popolazione: 1.508.851; cattolici: 51.952; sacerdoti: 46; religiosi: 63), Sri Lanka.. Il Vescovo Perera, finora Vescovo di Galle (Sri Lanka), succede al Vescovo Anthony Leopold Ramond Peiris, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, Arcivescovo di Bangkok (superficie: 18.831; popolazione: 12.860.320; cattolici: 110.694; sacerdoti: 219; religiosi: 722), Tailandia. Finora Vescovo di Nakhon Sawan (Tailandia), succede al Cardinale Michael Michai Kitbunchu, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.
NER:RE/.../... VIS 20'090514 (130)

FAMIGLIA FONDAMENTALE EDIFICAZIONE CIVILTÀ DELL'AMORE


CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2009 (VIS). Alle 8:30 di questa mattina, il Santo Padre è partito in elicottero alla volta di Nazareth, luogo dell'Annunciazione e della Sacra Famiglia, a 110 chilometri da Gerusalemme. Giunto all'eliporto di Nazareth il Papa si è recato in autovettura al Monte del Precipizio per la celebrazione della Santa Messa che conclude l'Anno della Famiglia indetto dalla Chiesa Cattolica in Terra Santa.

Ad accogliere il Pontefice al Monte del Precipizio erano il Sindaco di Nazareth e di Nazareth Illit (alta), il Vicario Patriarcale Latino per Israele, Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo e S.E. Monsignor Paul Nabil Sayyah, Arcivescovo di Haifa e di Terra Santa per i Maroniti. Il Papa a bordo della papamobile ha salutato i fedeli che gremivano l'anfiteatro naturale scelto per la celebrazione, nei pressi del Boschetto Giovanni XXIII e dopo il saluto dell'Arcivescovo Elias Chacour, Ordinario Greco-Melkita per la Galilea, ha presieduto la Santa Messa, presente anche il Presidente dello Stato di Israele, Shimon Peres.

"Qui, sull'esempio di Maria, di Giuseppe e di Gesù" - ha detto il Papa nell'omelia - possiamo giungere ad apprezzare ancor di più la santità della famiglia, che, nel piano di Dio, si basa sulla fedeltà per la vita intera di un uomo e di una donna, consacrata dal patto coniugale ed aperta al dono di Dio di nuove vite".

"Quanto hanno bisogno gli uomini e le donne del nostro tempo" - ha esclamato il Pontefice - "di riappropriarsi di questa verità fondamentale, che è alla base della società, e quanto importante è la testimonianza di coppie sposate in ordine alla formazione di coscienze mature e alla costruzione della civiltà dell'amore!".

"Nella famiglia" - ha proseguito il Pontefice - "ogni persona, sia che si tratti del bambino più piccolo o del genitore più anziano, viene considerata per ciò che è in se stessa e non semplicemente come un mezzo per altri fini. Qui iniziamo a vedere qualcosa del ruolo essenziale della famiglia come primo mattone di costruzione di una società ben ordinata e accogliente. Possiamo inoltre giungere ad apprezzare, all'interno della società più ampia, il ruolo dello Stato chiamato a sostenere le famiglie nella loro missione educatrice, a proteggere l'istituto della famiglia e i suoi diritti nativi, come pure a far sì che tutte le famiglie possano vivere e fiorire in condizioni di dignità".

"Mentre riflettiamo su tali realtà in questa che è la città dell'Annunciazione, il nostro pensiero si volge naturalmente a Maria, 'piena di grazia'" - ha detto ancora il Papa - "la Madre della Santa Famiglia e nostra Madre. Nazareth ci ricorda il dovere di riconoscere e rispettare dignità e missione concesse da Dio alle donne, come pure i loro particolari carismi e talenti. Sia come madri di famiglia, come una vitale presenza nella forza lavoro e nelle istituzioni della società, sia nella particolare chiamata a seguire il Signore mediante i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza, le donne hanno un ruolo indispensabile nel creare quella 'ecologia umana' di cui il mondo, e anche questa terra, hanno così urgente bisogno: un ambiente in cui i bambini imparino ad amare e ad apprezzare gli altri, ad essere onesti e rispettosi verso tutti, a praticare le virtù della misericordia e del perdono".

"Qui pensiamo pure a san Giuseppe, l'uomo giusto che Dio pose a capo della sua casa. Dall'esempio forte e paterno di Giuseppe, Gesù imparò le virtù della pietà virile, della fedeltà alla parola data, dell'integrità e del duro lavoro. Nel falegname di Nazareth poté vedere come l'autorità posta al servizio dell'amore sia infinitamente più feconda del potere che cerca di dominare. Quanto bisogno ha il nostro mondo dell'esempio, della guida e della calma forza di uomini come Giuseppe!".

"Qui vorrei lasciare un pensiero particolare ai giovani presenti" - ha detto ancora il Santo Padre ai giovani esortandoli ad aiutare i genitori "a scoprire più pienamente l'amore che dà alla nostra vita il senso più completo. Nella Sacra Famiglia di Nazareth fu Gesù ad insegnare a Maria e Giuseppe qualcosa della grandezza dell'amore di Dio, suo celeste Padre, la sorgente ultima di ogni amore, il Padre da cui ogni paternità in cielo e in terra prende nome".

"Cari amici, (...) rinnoviamo qui il nostro impegno ad essere lievito di rispetto e di amore nel mondo che ci attornia. Questo Monte del Precipizio ci ricorda (...) che il messaggio del Signore fu talvolta sorgente di contraddizione e di conflitto con i propri ascoltatori. Purtroppo, come il mondo sa, Nazareth ha sperimentato tensioni negli anni recenti che hanno danneggiato i rapporti fra le comunità cristiana e musulmana. Invito le persone di buona volontà di entrambe le comunità a riparare il danno che è stato fatto, e in fedeltà al comune credo in un unico Dio, Padre dell'umana famiglia, ad operare per edificare ponti e trovare modi per una pacifica coesistenza. Ognuno respinga il potere distruttivo dell'odio e del pregiudizio, che uccidono l'anima umana prima ancora che il corpo!".

"Permettetemi di concludere" - ha detto infine Benedetto XVI - "con una parola di gratitudine e di lode per quanti si adoperano per portare l'amore di Dio ai bambini di questa città e per educare le generazioni future nelle vie della pace. Penso in modo speciale agli sforzi delle Chiese locali, particolarmente nelle loro scuole e nelle istituzioni caritative, per abbattere i muri e per essere fertile terreno d'incontro, di dialogo, di riconciliazione e di solidarietà".

"Incoraggio i sacerdoti, i religiosi, i catechisti e gli insegnanti che sono impegnati, insieme con i genitori e quanti si dedicano al bene dei nostri ragazzi, a perseverare nel dare testimonianza al Vangelo, ad aver fiducia nel trionfo del bene e della verità e a confidare che Dio farà crescere ogni iniziativa destinata a diffondere il suo Regno di santità, solidarietà, giustizia e pace".

Al termine della Celebrazione, il Santo Padre ha benedetto la Prime pietre per il Centro Internazionale della Famiglia, il Parco Memoriale Giovanni Paolo II e la University of Pope Benedict XVI.

Infine il Papa si è diretto al Convento dei Francescani di Nazareth per il pranzo con gli Ordinari locali, la Comunità dei Francescani e il Seguito papale. Dopo il pranzo il Santo Padre ha avuto un incontro con il Primo Ministro di Israele Signor Beniamin Netanyahu in una sala del Convento. Successivamente si recherà alla Basilica dell'Annunciazione di Nazareth.
PV-ISRAELE/MESSA/MONTE PRECIPIZIO:NAZARETH/ VIS 20090514 (1050)

CHE VOI FINALMENTE POSSIATE GODERE PACE LIBERTÀ STABILITÀ


CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2009 (VIS). Alle 18:00 di questo pomeriggio, il Santo Padre Benedetto XVI ha reso una visita di cortesia al Presidente dell'Autorità Palestinese, Signor Mahmoud Abbas, nel Palazzo Presidenziale di Betlemme dove ha incontrato anche alcune comunità palestinesi di Gaza e della Cisgiordania.

"Vi ringrazio per la grande gentilezza" - ha detto il Papa - "che mi avete dimostrato in questo giorno che ho trascorso in vostra compagnia qui nei Territori Palestinesi" e, esprimendo al Presidente Abbas la sua gratitudine per la sua ospitalità, il Papa ha sottolineato che la giornata trascorsa nei Territori Palestinesi: "E' stato davvero uno dei giorni più memorabili", durante il quale "ho avuto la gioia di celebrare la Messa con una grande moltitudine di fedeli nel luogo dove nacque Gesù Cristo".

Ricordando il muro che introduce nei territori, che circondando il vicino campo nasconde molta parte di Betlemme, Benedetto XVI ha detto: "Anche se i muri possono essere facilmente costruiti, noi tutti sappiamo che non durano per sempre. Essi possono essere abbattuti. Innanzitutto però è necessario rimuovere i muri che noi costruiamo attorno ai nostri cuori, le barriere che innalziamo contro il nostro prossimo".

"Ecco perché, nelle mie conclusive parole, voglio fare un rinnovato appello all'apertura e alla generosità di spirito, perché sia posta fine all'intolleranza ed all'esclusione. Non importa quanto intrattabile e profondamente radicato possa apparire un conflitto, ci sono sempre dei motivi per sperare che esso possa essere risolto, che gli sforzi pazienti e perseveranti di quelli che operano per la pace e la riconciliazione, alla fine portino frutto. Il mio vivo augurio per voi, popolo della Palestina, è che ciò accada presto, e che voi finalmente possiate godere la pace, la libertà e la stabilità che vi sono mancate per così tanto tempo".

"Vi assicuro che coglierò ogni opportunità" - ha ribadito infine il Papa - "per esortare coloro che sono coinvolti nei negoziati di pace a lavorare per una soluzione giusta che rispetti le legittime aspirazioni di entrambi, Israeliani e Palestinesi. Come importante passo in questa direzione, la Santa Sede" - ha annunciato - "desidera stabilire presto, in accordo con l'Autorità Palestinese, la Commissione Bilaterale di Lavoro Permanente che è stata delineata nell'Accordo di base, firmato in Vaticano il 15 febbraio 2000".
PV-TERRITORI PAL0ESTINESI/CONGEDO/BETLEMME VIS 20090514 (450)

CESSINO OSTILITÀ CHE HANNO CAUSATO EREZIONE MURO


CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha percorso in "papamobile" i due chilometri che separano il "Caritas Bay Hospital" dal Campo Profughi di Aida a Betlemme, dove era ad accoglierlo il Responsabile del Campo.

Il Campo Profughi di Aida è uno dei campi profughi nei Territori Palestinesi che ospitano in totale 1.300.000 sfollati palestinesi giunti in due ondate principali: nel 1948, alla nascita dello Stato di Israele, e poi nel 1967, dopo la "Guerra dei Sei Giorni". Nel campo a nord di Betlemme, esempio di convivenza tra musulmani e cristiani, risiedono circa cinquemila persone tra cui alcune famiglie cristiane. Nei Territori Palestinesi, vivono, secondo le varie stime, tra 3 e 4 milioni di persone. Secondo i dati dell'UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East), l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Profughi di Palestina in Medio Oriente, i profughi erano nel 2008 circa 4.600.000. In Giordania 1.700.000, di cui 329.000 in 10 campi; in Cisgiordania 500.000 in 19 campi; nella Striscia di Gaza, 1 milione in 8 campi su una popolazione totale di 1.500.000 abitanti; in Libano 409.000 in 12 campi, e in Siria 120.000 in 9 campi.

All'arrivo il Papa ha detto: "La mia visita al Campo Profughi di Aida questo pomeriggio mi offre la gradita opportunità di esprimere la mia solidarietà a tutti i Palestinesi senza casa, che anelano di poter tornare ai luoghi natii, o di vivere permanentemente in una patria propria. (...) A tutti gli ufficiali della 'United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East' che si prendono cura dei profughi, manifesto l'apprezzamento che provano innumerevoli uomini e donne di tutto il mondo per l'opera svolta qui ed in altri campi nella regione".

Ancora una volta Papa Benedetto XVI ha ribadito l'importanza dell'istruzione scolastica ed ha esortato tutti i giovani presenti con queste parole: "Rinnovate i vostri sforzi per prepararvi al tempo in cui sarete responsabili degli affari del popolo Palestinese negli anni a venire. (...) A tutte le famiglie presenti in questo campo dico: non mancate di sostenere i vostri figli nei loro studi e nel coltivare i loro doni, così che non vi sia scarsità di personale ben formato per occupare nel futuro posizioni di responsabilità nella comunità Palestinese".

"So che molte vostre famiglie sono divise - a causa di imprigionamento di membri della famiglia o di restrizioni alla libertà di movimento - e che molti tra voi hanno sperimentato perdite nel corso delle ostilità. Il mio cuore si unisce a quello di coloro che, per tale ragione, soffrono. Siate certi" - ha sottolineato il Papa - "che tutti i profughi Palestinesi nel mondo, specie quelli che hanno perso casa e persone care durante il recente conflitto di Gaza, sono costantemente ricordati nelle mie preghiere".

"Desidero dare atto del buon lavoro svolto da molte agenzie della Chiesa" - ha proseguito il Pontefice - "nel prendersi cura dei profughi qui e in altre parti dei Territori Palestinesi", come la Missione Pontificia per la Palestina, la presenza delle Suore Missionarie Francescane del Cuore Immacolato di Maria che "richiama alla mente la figura carismatica di San Francesco, grande apostolo di pace e di riconciliazione" e i diversi membri della Famiglia francescana che nel prendersi cura della gente di queste terre, fanno di se stessi degli 'strumenti di pace'".

"Strumenti di pace" - ha esclamato il Papa - "Quanto le persone di questo campo, di questi Territori e dell'intera regione anelano alla pace! In questi giorni tale desiderio assume una particolare intensità mentre ricordate gli eventi del maggio del 1948 (l'esodo della popolazione araba, che si intensificò a partire dal 15 maggio 1948 quando il Regno Unito si ritirò dalla Palestina e da Israele, come prevedeva un Piano di spartizione della Palestina approvato dalla risoluzione 181 dell'O.N.U., nel novembre 1947 n.d.r.) e gli anni di un conflitto tuttora irrisolto, che seguirono a quegli eventi. Voi ora vivete in condizioni precarie e difficili, con limitate opportunità di occupazione".

"È comprensibile che vi sentiate spesso frustrati. Le vostre legittime aspirazioni ad una patria permanente, ad uno Stato Palestinese indipendente, restano incompiute. E voi, al contrario, vi sentite intrappolati, come molti in questa regione e nel mondo, in una spirale di violenza, di attacchi e contrattacchi, di vendette e di distruzioni continue. Tutto il mondo desidera fortemente che sia spezzata questa spirale, anela a che la pace metta fine alle perenni ostilità. Incombente su di noi, mentre siamo qui riuniti questo pomeriggio, è la dura consapevolezza del punto morto a cui sembrano essere giunti i contatti tra Israeliani e Palestinesi - il muro".

"In un mondo in cui le frontiere vengono sempre più aperte - al commercio, ai viaggi, alla mobilità della gente, agli scambi culturali - è tragico vedere che vengono tuttora eretti dei muri. Quanto aspiriamo a vedere i frutti del ben più difficile compito di edificare la pace! Quanto ardentemente preghiamo perché finiscano le ostilità che hanno causato l'erezione di questo muro!".

"Da entrambe le parti del muro è necessario grande coraggio per superare la paura e la sfiducia, se si vuole contrastare il bisogno di vendetta per perdite o ferimenti. Occorre magnanimità per ricercare la riconciliazione dopo anni di scontri armati. E tuttavia la storia ci insegna che la pace viene soltanto quando le parti in conflitto sono disposte ad andare oltre le recriminazioni e a lavorare insieme a fini comuni, prendendo sul serio gli interessi e le preoccupazioni degli altri e cercando decisamente di costruire un'atmosfera di fiducia. Deve esserci una determinazione ad intraprendere iniziative forti e creative per la riconciliazione: se ciascuno insiste su concessioni preliminari da parte dell'altro, il risultato sarà soltanto lo stallo delle trattative".

"L'aiuto umanitario" - ha ricordato Benedetto XVI - "come quello che viene offerto in questo campo, ha un ruolo essenziale da svolgere, ma la soluzione a lungo termine ad un conflitto come questo non può essere che politica. Nessuno s'attende che i popoli Palestinese e Israeliano vi arrivino da soli. È vitale il sostegno della comunità internazionale. Rinnovo perciò il mio appello a tutte le parti coinvolte perché esercitino la propria influenza in favore di una soluzione giusta e duratura, nel rispetto delle legittime esigenze di tutte le parti e riconoscendo il loro diritto di vivere in pace e con dignità, secondo il diritto internazionale. Allo stesso tempo, tuttavia, gli sforzi diplomatici potranno avere successo soltanto se gli stessi Palestinesi e Israeliani saranno disposti a rompere con il ciclo delle aggressioni".

"A ciascuno di voi rinnovo l'invito ad un profondo impegno nel coltivare la pace e la non violenza" - ha concluso il Papa - "seguendo l'esempio di San Francesco e di altri grandi costruttori di pace. La pace deve aver inizio nel proprio ambiente, nella propria famiglia, nel proprio cuore. Continuo a pregare perché tutte le parti in conflitto in questa terra abbiano il coraggio e l'immaginazione di perseguire l'esigente ma indispensabile via della riconciliazione. Possa la pace fiorire ancora una volta in queste terre! Dio benedica il suo popolo con la pace!".

Al termine del suo discorso il Santo Padre si è recato al Palazzo Presidenziale di Betlemme ed ha reso una visita di cortesia al Presidente dell'Autorità Palestinese.
PV-TERRITORI PALESTINESI/RIFUGIATI/BETLEMME VIS 20090514 (1190)

VISITA BASILICA DELLA NATIVITÀ E "CARITAS BABY HOSPITAL"


CITTA' DEL VATICANO, 13 MAG. 2009 (VIS). Alle 15:15 di oggi pomeriggio, il Papa ha compiuto una visita alla Basilica e alla Grotta della Natività a Betlemme.

La presente situazione di comproprietà e di amministrazione della Basilica della Natività da parte della Chiesa Greco-ortodossa, della Chiesa Armeno Ortodossa e dei cattolici latini deriva dallo Status Quo, un decreto ottomano risalente al 1862 che regola la vita religiosa al Santo Sepolcro ed a Betlemme.

Ai greci appartiene la Basilica, eccetto la parte nord del transetto che appartiene agli armeni. La Grotta della Natività di proprietà dei Francescani, è divisa in due parti: l'Altare della Natività, dei greci, e l'Altare della Mangiatoia nella Grotta dei Magi di diritto esclusivo dei latini. Accanto alla Basilica, i francescani hanno costruito la Chiesa di Santa Caterina dove si celebra secondo il rito romano.

Ai fianchi del coro greco della Basilica, si trovano le due entrate della Grotta della Natività, di forma rettangolare, lunga 12 metri, larga 3 e alta 3. Le porte in bronzo e i portali in marmo risalgono all'epoca delle Crociate. L'abside ricopre, come in una nicchia, l'Altare della Natività, sotto, su di una lastra di marmo, vi è la stella d'argento con un'iscrizione latina: "Hic de Virgine Maria Jesus Christus natus est". A destra guardando l'Altare della Natività, c'è la Grotta dei Magi, dove si può celebrare la Santa Messa cattolica.

Dopo la visita, Benedetto XVI ha raggiunto il "Caritas Baby Hospital", un ospedale pediatrico fondato nel 1952 e sostenuto dall'Associazione svizzera "Kinderhilfe Bethlehem", nata per iniziativa di Padre Ernst Schnydrig, morto nel 1978. Le Conferenze Episcopali svizzera e tedesca offrono il loro sostegno all'ospedale che assicura circa 30.000 prestazioni ambulatoriali e 4.000 degenze all'anno.

Prima di salutare il personale medico, amministrativo e le Suore Francescane Elisabettiane di Padova (Italia), che assistono i malati, il Papa ha visitato la Cappella e il reparto di neonatologia.

Rivolgendosi ai giovani pazienti ed ai loro familiari, Benedetto XVI ha detto: "Il Papa è con voi'! Oggi egli è con voi in persona, ma ogni giorno egli accompagna spiritualmente ciascuno di voi nei suoi pensieri e nelle sue preghiere, chiedendo all'Onnipotente di vegliare su di voi con la sua premurosa attenzione".

"Padre Schnydrig descrisse questo luogo come 'uno dei più piccoli ponti costruiti per la pace'. Ora, essendo cresciuto da quattordici brande ad ottanta letti, e curandosi delle necessità di migliaia di bambini ogni anno, questo non è più un ponte piccolo! Esso accoglie insieme persone di origini, lingue e religioni diverse, nel nome del Regno di Dio, il Regno della Pace. Di cuore vi incoraggio a perseverare nella vostra missione di manifestare amore per tutti gli ammalati, i poveri e i deboli".

Nella Festa di Nostra Signora di Fatima, il Papa ha concluso invocando l'intercessione di Maria "Che l'amore trionfi sull'odio, la solidarietà sulla divisione e la pace su ogni forma di violenza! (...) Noi chiediamo al tuo Figlio Gesù di benedire questi bambini e tutti i bambini che soffrono in tutto il mondo".
PV-TERRITORI PALESTINESI/OSPEDALE/BETLEMME VIS 20090514 (510)
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