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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 15 maggio 2009

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 15 MAG. 2009 (VIS). Il Santo Padre ha nominato Consultori della Congregazione per le Chiese Orientali, Sua Eccellenza Monsignor Cristo Proykov, Esarca Apostolico di Sofia per i cattolici di rito bizantino-slavo residenti in Bulgaria e Presidente della Conferenza Episcopale di Bulgaria, e il Reverendo Arciprete Mitrato Vasyl Hovera, Delegato del suddetto Dicastero per i greco-cattolici in Asia Orientale.
NA/../... VIS 20090515 (70)

CONGEDO DALLA TERRA SANTA E APPELLO DEL PAPA PER LA PACE


CITTA' DEL VATICANO, 15 MAG. 2009 (VIS). Alle 13:30 ora locale, il Santo Padre è arrivato all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv dove lo attendevano il Presidente dello Stato di Israele, Signor Shimon Peres e il Primo Ministro, Signor Benjamin Netanyahu.

Nel suo discorso di congedo dalla Terra Santa il Papa ha rievocato le sue "fruttuose discussioni con le autorità civili in Israele e nei Territori Palestinesi, e di essere "stato testimone del grande impegno profuso da ambedue i governi per garantire il benessere delle popolazioni".

Rievocando gli incontri con i rappresentanti della Chiesa cattolica e con le diverse Chiese cristiane e comunità ecclesiali, e con i leader di altre religioni, il Santo Padre ha sottolineato che: "Questa terra è un terreno fertile per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso, e prego affinché la ricca varietà di testimonianza religiosa nella regione porti frutti nella crescente comprensione e rispetto reciproci".

Successivamente Benedetto XVI, nel ricordare che il giorno del suo arrivo in Terra Santa ha piantato un olivo nel giardino della residenza del Presidente dello Stato di Israele, Shimon Peres, ha detto: "L'ulivo è un immagine usata da San Paolo per descrivere gli stretti rapporti esistenti tra cristiani ed ebrei. Paolo descrive nella Lettera ai Romani come la Chiesa dei Gentili sia come un virgulto di olivo selvatico innestato in un albero di olivo coltivato che è il Popolo dell'Alleanza. Siamo nutriti dalle stesse radici spirituali. Ci incontriamo come fratelli, fratelli che alle volte nella nostra storia, hanno avuto rapporti tesi, ma ora sono fermamente impegnati a costruire ponti di amicizia duratura".

Benedetto XVI ha definito la sua visita al Memoriale di "Yad Vashem", che custodisce la memoria delle vittime dell'Olocausto "uno dei momenti più solenni" del suo soggiorno in Israele, ed ha affermato che l'incontro con alcuni sopravvissuti della Shoah ha richiamato alla memoria la visita di tre anni orsono "al campo di sterminio di Auschwitz, dove innumerevoli ebrei (...) furono brutalmente sterminati da un regime ateo che propagandava l'ideologia dell'antisemitismo e dell'odio. Quel terribile capitolo della storia non deve essere mai dimenticato e negato. Al contrario, quelle oscure memorie devono rafforzare la nostra determinazione a riavvicinarci gli uni agli altri come rami dello stesso albero di ulivo, nutriti dalle stesse radici ed uniti in un amore fraterno".

"Signor Presidente, (...) mi permetta di ricordare che sono venuto qui come amico degli Israeliani, così come sono amico del popolo Palestinese" - ha precisato il Papa - "Gli amici godono la reciproca compagnia, e trovano profondamente doloroso vedere l'altro soffrire. Nessun amico degli Israeliani e dei Palestinesi può fare a meno di rattristarsi nel notare la continua tensione fra i due popoli. Nessun amico può far a meno di piangere per la sofferenza e la perdita di vite che Palestinesi ed Israeliani hanno subito negli ultimi sei decenni".

"Mai più spargimento di sangue! Mai più combattimenti! Mai più terrorismo! Mai più guerre!" è stato l'appello lanciato dal Santo Padre alle popolazioni della Terra Santa -. "Al contrario, facciamo in modo di spezzare il circolo vizioso della violenza".

"Facciamo in modo che vi sia una pace durevole basata sulla giustizia, che vi sia autentica riconciliazione e risanamento sociale!" - ha esclamato il Papa - "Venga universalmente riconosciuto che lo Stato di Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il popolo Palestinese ha il diritto ad una patria indipendente e sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente. Fate in modo che la soluzione dei due-stati divenga realtà, non rimanga un sogno. Facciamo in modo che la pace si diffonda da questa terra, che essa sia 'luce delle nazioni', così da portare speranza alle molte altre regioni che sono colpite da conflitti".

"Una delle cose più tristi che ho visto nel corso della mia visita in queste terre" - ha detto il Papa - "è stato il muro. Nel passarvi davanti, ho pregato per un futuro nel quale i popoli della Terra Santa vivano insieme in pace ed armonia senza il bisogno di tali strumenti di sicurezza e separazione, ma piuttosto nel rispetto e nella fiducia reciproca, e rinunciando a tutte le forme di violenza e aggressione".

"So quanto difficile sia conseguire questo obiettivo. So quanto difficile sia il suo compito e quello dell'Autorità Palestinese. Ma vi assicuro che le mie preghiere e le preghiere dei cattolici nel mondo sono con voi mentre continuate ad adoperarvi per costruire una pace giusta e duratura nella regione".

Al termine del discorso, il Santo Padre si è imbarcato sull'aereo, un B777 della El Al, per intraprendere il viaggio di ritorno a Roma.
PV-ISRAELE/CONGEDO/TEL AVIS VIS 20090515 (780)

VISITA PATRIARCATO ARMENO APOSTOLICO


CITTA' DEL VATICANO, 15 MAG. 2009 (VIS). Alle 11:00 di questa mattina il Santo Padre ha compiuto una visita alla Chiesa Patriarcale Armena Apostolica di Gerusalemme, dove è stato accolto dall'attuale Patriarca Sua Beatitudine Torkom Manoukian.

I fedeli del Patriarcato Armeno Apostolico di Terra Santa sono circa diecimila, presenti nei Territori Palestinesi (Cisgiordania e Gaza), Giordania e Israele.

"Considero una grande benedizione" - ha detto il Papa nel suo discorso - "l'essermi incontrato l'anno scorso con il Catholicos e Supremo Patriarca di tutti gli Armeni Karekin II e con il Catholicos di Cilicia Aram I. La loro visita alla Santa Sede, ed i momenti di preghiera che abbiamo condiviso, ci hanno rafforzati nell'amicizia ed hanno confermato il nostro impegno per la sacra causa della promozione dell'unità dei Cristiani".

"Desidero anche esprimere il mio apprezzamento per il deciso impegno della Chiesa Apostolica Armena a proseguire nel dialogo teologico fra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali. Questo dialogo, sostenuto dalla preghiera, ha fatto progressi nel superare il fardello di malintesi passati ed offre molte promesse per il futuro. Un particolare segno di speranza è il recente documento sulla natura e la missione della Chiesa preparato dalla Commissione Mista e presentato alle Chiese per essere studiato e valutato. Affidiamo insieme il lavoro della Commissione Mista ancora una volta allo Spirito di sapienza e verità, perché possa portare frutti abbondanti per la crescita dell'unità dei Cristiani e far progredire l'espansione del Vangelo fra gli uomini e le donne del nostro tempo".

"Prego affinché la vostra comunità possa costantemente trarre nuova vita da queste ricche tradizioni ed essere confermata nella fedele testimonianza a Gesù Cristo e alla potenza della sua risurrezione in questa Città Santa".

"Cari amici" - ha concluso il Pontefice - "a mia volta chiedo a voi di pregare con me affinché tutti i Cristiani della Terra Santa lavorino assieme con generosità e zelo annunciando il Vangelo della nostra riconciliazione in Cristo, e l'avvento del suo Regno di santità, di giustizia e di pace".

Al termine dell'incontro, Benedetto XVI è ritornato alla Delegazione Apostolica di Gerusalemme ed, infine, in elicottero ha raggiunto Tel Aviv per la cerimonia di congedo da Israele all'aeroporto Ben Gurion.
PV-ISRAELE/ARMENO APOSTOLICO/GERUSALEMME VIS 20090515 (370)

SANTO SEPOLCRO: LA TOMBA VUOTA CI PARLA DI SPERANZA



CITTA' DEL VATICANO, 15 MAG. 2009 (VIS). Questa mattina, alle 10:15 (ora locale), il Santo Padre ha compiuto una visita alla Basilica del Santo Sepolcro dove è stato accolto dai sei rappresentanti della tre entità, Chiesa Greco-Ortodossa, Custodia di Terra Santa, Chiesa Armena Apostolica. La Basilica è regolata dallo "Statu quo" e ne sono comproprietarie le tre comunità: latina (rappresentata dai frati minori), greco ortodossa e armeno ortodossa. I copti ortodossi, i siro-ortodossi e gli etiopici possono officiare nella Basilica.

Il Santo Sepolcro è, secondo la tradizione, il luogo della Crocifissione, della Sepoltura e della Risurrezione di Gesù. Era chiamato Golgota (teschio, in aramaico), probabilmente per la particolare configurazione tondeggiante del terreno. All'ingresso, nell'atrio, si trova la Pietra dell'Unzione, una lunga pietra levigata in calcare rosa. Affiancata da candelieri e sovrastata da otto lampade, costituisce la XIII Stazione della Via Crucis; secondo la tradizione, indica il luogo dove Gesù, deposto dalla Croce, venne cosparso di unguenti. All'interno del santuario, nel centro della Rotonda, si trova il Santo Sepolcro, XIV Stazione, all'interno di un'edicola di forma rettangolare.

La facciata è carica di lampade pendenti con globi argentei. Sopra la porta sono appesi tre quadri della Risurrezione, rispettivamente dei latini, dei greci e degli armeni. La porticina di legno resta sempre aperta, ad eccezione del momento in cui il celebrante armeno o greco deve, nelle ore assegnate, restare solo secondo le prescrizioni liturgiche. All'interno dell'edicola, si trova un piccolo vestibolo chiamato Cappella dell'Angelo (Annuncio della Risurrezione alle Pie Donne). Attraverso una porta si trova la stanza mortuaria ossia il Santo Sepolcro, un banco di marmo ricopre la roccia originale sulla quale fu deposto il corpo di Cristo.

Nel 1971 sono iniziati i lavori di restauro a cura delle tre comunità comproprietarie e nel 1994, il Custode di Terra Santa, il Patriarca Greco Ortodosso di Gerusalemme e il Patriarca Armeno Apostolico di Gerusalemme hanno firmato uno storico accordo relativo al progetto congiunto per il restauro e la decorazione della cupola dell'Anàstasi. I lavori furono completati nel 1997.

Benedetto XVI si è raccolto in preghiera silenziosa alla Pietra dell'Unzione e alla tomba vuota della Risurrezione e, dopo i saluti del Custode di Terra Santa, Padre Pierbattista Pizzaballa e del Patriarca Latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Fouad Twal, ha tenuto un breve discorso.

"Qui Cristo morì e risuscitò, per non morire mai più" - ha detto il Papa - "Qui la storia dell'umanità fu definitivamente cambiata. Il lungo dominio del peccato e della morte venne distrutto dal trionfo dell'obbedienza e della vita; il legno della croce svela la verità circa il bene e il male; il giudizio di Dio fu pronunciato su questo mondo e la grazia dello Spirito Santo venne riversata sull'umanità intera. Qui Cristo, il nuovo Adamo, ci ha insegnato che mai il male ha l'ultima parola, che l'amore è più forte della morte, che il nostro futuro e quello dell'umanità sta nelle mani di un Dio provvido e fedele".

"La tomba vuota ci parla di speranza, quella stessa che non ci delude, poiché è dono dello Spirito della vita (cfr Rm 5,5). Questo è il messaggio che oggi desidero lasciarvi, a conclusione del mio pellegrinaggio nella Terra Santa. Possa la speranza levarsi sempre di nuovo, per la grazia di Dio, nel cuore di ogni persona che vive in queste terre!. Possa radicarsi nei vostri cuori, rimanere nelle vostre famiglie e comunità ed ispirare in ciascuno di voi una testimonianza sempre più fedele al Principe della Pace".

"La Chiesa in Terra Santa, che ben spesso ha sperimentato l'oscuro mistero del Golgota" - ha affermato il Pontefice - "non deve mai cessare di essere un intrepido araldo del luminoso messaggio di speranza che questa tomba vuota proclama. Il Vangelo ci dice che Dio può far nuove tutte le cose, che la storia non necessariamente si ripete, che le memorie possono essere purificate, che gli amari frutti della recriminazione e dell'ostilità possono essere superati, e che un futuro di giustizia, di pace, di prosperità e di collaborazione può sorgere per ogni uomo e donna, per l'intera famiglia umana, ed in maniera speciale per il popolo che vive in questa terra, così cara al cuore del Salvatore".

"Quest'antica chiesa dell''Anastasis' reca una sua muta testimonianza sia al peso del nostro passato, con tutte le sue mancanze, incomprensioni e conflitti, sia alla promessa gloriosa che continua ad irradiare dalla tomba vuota di Cristo. (...) Anche ora la grazia della risurrezione è all'opera in noi! Possa la contemplazione di questo mistero spronare i nostri sforzi, sia come individui che come membri della comunità ecclesiale, a crescere nella vita dello Spirito mediante la conversione, la penitenza e la preghiera. Possa inoltre aiutarci a superare, con la potenza di quello stesso Spirito, ogni conflitto e tensione nati dalla carne e rimuovere ogni ostacolo, sia dentro che fuori, che si frappone alla nostra comune testimonianza a Cristo ed al potere del suo amore che riconcilia".

"Con tali parole di incoraggiamento, cari amici" - ha detto infine il Santo Padre - "concludo il mio pellegrinaggio ai luoghi santi della nostra redenzione e rinascita in Cristo. Prego che la Chiesa in Terra Santa tragga sempre maggiore forza dalla contemplazione della tomba vuota del Redentore. In quella tomba essa è chiamata a seppellire tutte le sue ansie e paure, per risorgere nuovamente ogni giorno e continuare il suo viaggio per le vie di Gerusalemme, della Galilea ed oltre, proclamando il trionfo del perdono di Cristo e la promessa di una vita nuova".

Al termine del discorso il Papa si è recato alla Cappella delle Apparizioni per una breve adorazione del Santissimo e poi è salito al Golgota per raccogliersi in preghiera sul luogo del Calvario. Successivamente in automobile ha raggiunto il Patriarcato Armenio Apostolico di Gerusalemme.
PV-ISRAELE/SANTO SEPOLCRO/GERUSALEMME VIS 20090515 (960)

RADDOPPIARE NOSTRO IMPEGNO PER PERFEZIONARE COMUNIONE



CITTA' DEL VATICANO, 15 MAG. 2009 (VIS). Alle 9:00 di questa mattina, dopo la celebrazione della Santa Messa in privato nella Cappella della Delegazione Apostolica a Gerusalemme, il Santo Padre si è recato al Patriarcato Greco-Ortodosso di Gerusalemme per partecipare ad un Incontro Ecumenico.

Il Papa è stato accolto da Sua Beatitudine Teofilo III, Patriarca Greco Ortodosso di Gerusalemme, Patriarca della Città Santa di Gerusalemme e di tutta la Palestina.

Nel suo discorso ai rappresentanti delle comunità cristiane in Terra Santa, Benedetto XVI ha auspicato che "il nostro odierno incontro possa imprimere nuovo slancio ai lavori della Commissione Internazionale Congiunta per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse, aggiungendosi ai recenti frutti di documenti di studio e di altre iniziative congiunte".

"Nello stendere le braccia sulla croce, Gesù ha rivelato la pienezza del suo desiderio di attirare ogni persona a sé, raccogliendoli tutti insieme in unità" - ha sottolineato il Pontefice - "Alitando il suo Spirito su di noi, ha rivelato il suo potere di renderci capaci di partecipare alla sua missione di riconciliazione. In quell'alito, mediante la redenzione che unisce, sta la nostra missione! Non meraviglia, perciò, che sia precisamente in presenza del nostro ardente desiderio di portare Cristo agli altri, di render noto il suo messaggio di riconciliazione, che noi sperimentiamo la vergogna della nostra divisione".

"Tuttavia" - ha proseguito il Papa - "inviati nel mondo, resi saldi dalla forza unificante dello Spirito Santo (....) noi dobbiamo trovare la forza di raddoppiare il nostro impegno per perfezionare la nostra comunione, per renderla completa, per recare comune testimonianza all'amore del Padre, che invia il Figlio affinché il mondo conosca il suo amore per noi".

"È perciò imperativo" - ha ribadito il Pontefice - "che i Capi cristiani e le loro comunità rechino una testimonianza vigorosa a quanto proclama la nostra fede: la Parola eterna, che entrò nello spazio e nel tempo in questa terra, Gesù di Nazareth, che camminò su queste strade, chiama mediante le sue parole e i suoi atti persone di ogni età alla sua vita di verità e d'amore".

"Mi sembra che il servizio più grande che i Cristiani di Gerusalemme possano offrire ai propri concittadini sia di allevare ed educare una nuova generazione di Cristiani ben formati ed impegnati, solleciti nel desiderio di contribuire generosamente alla vita religiosa e civile di questa città unica e santa. La priorità fondamentale di ogni leader cristiano è di nutrire la fede degli individui e delle famiglie affidati alle sue premure pastorali. Questa comune preoccupazione pastorale farà sì che i vostri incontri regolari siano contrassegnati dalla sapienza e dalla carità fraterna necessarie per sostenervi l'un l'altro e per affrontare tanto le gioie quanto le difficoltà particolari che segnano la vita della vostra gente".

"Prego perché si comprenda che le aspirazioni dei Cristiani di Gerusalemme sono in sintonia con le aspirazioni di tutti i suoi abitanti, qualunque sia la loro religione: una vita contrassegnata da libertà religiosa e da coesistenza pacifica, e - in particolare per le giovani generazioni - il libero accesso all'educazione e all'impiego, la prospettiva di una conveniente ospitalità e residenza familiare e la possibilità di trarre vantaggio da una situazione di stabilità economica e di contribuirvi".

Concluso l'incontro, il Papa si è recato alla Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
PV-ISRAELE/INCONTRO ECUMENICO/GERUSALEMME VIS 20090515 (550)

INCARNAZIONE: APRIAMO INTELLIGENZA ILLIMITATO POTERE DIO


CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2009 (VIS). Alle 17:30 (ora locale), il Santo Padre ha presieduto nella Grotta dell'Annunciazione nel Santuario di Nazareth, la Celebrazione dei Vespri con i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, i Movimenti ecclesiali e gli operatori pastorali della Galilea. Papa Benedetto ha ricevuto il saluto di S.E. Monsignor Paul Nabil El Sayyah, Arcivescovo di Haifa e di Terra Santa per i Maroniti, incaricato della Pastorale della famiglia.

Il Santo Padre ha ringraziato per la loro presenza i fedeli maroniti, del Patriarcato Latino ed i membri della comunità Greco-Melkita ed ha reso lode ai Frati della Custodia di Terra Santa per la cura dimostrata nel provvedere ai Luoghi Santi.

"Ciò che accadde qui a Nazareth, lontano dagli sguardi del mondo" - ha detto il Papa nel suo discorso - "è stato un atto singolare di Dio, un potente intervento nella storia attraverso il quale un bambino fu concepito per portare la salvezza al mondo intero. Il prodigio dell'Incarnazione continua a sfidarci ad aprire la nostra intelligenza alle illimitate possibilità del potere trasformante di Dio, del suo amore per noi, del suo desiderio di essere in comunione con noi".

"Lo Spirito che 'discese su Maria'" - ha spiegato il Santo Padre è lo stesso Spirito che si librò sulle acque all'alba della Creazione. Questo ci ricorda che l'Incarnazione è stata un nuovo atto creativo. (...) Il racconto dell'Annunciazione illustra la straordinaria gentilezza di Dio. Egli non impone se stesso, non predetermina semplicemente la parte che Maria avrà nel suo piano per la nostra salvezza, egli cerca innanzitutto il suo assenso. Nella Creazione iniziale ovviamente non era questione che Dio chiedesse il consenso delle sue creature, ma in questa nuova Creazione egli lo chiede. Maria sta al posto di tutta l'umanità. Lei parla per tutti noi quando risponde all'invito dell'angelo".

"Il riflettere su questo gioioso mistero ci dà speranza" - ha affermato il Papa - "la sicura speranza che Dio continuerà a condurre la nostra storia, ad agire con potere creativo per realizzare gli obiettivi che al calcolo umano sembrano impossibili. (...) Ci invita (...) ad accogliere la Parola di Dio nei nostri cuori, rendendoci capaci di rispondere a Lui con amore ed andare con amore l'uno verso l'altro".

"Nello Stato di Israele e nei Territori Palestinesi i Cristiani formano una minoranza della popolazione. Forse a volte vi sembra che la vostra voce conti poco. Molti dei vostri amici cristiani sono emigrati, nella speranza di trovare altrove maggiore sicurezza e migliori prospettive. La vostra situazione richiama alla mente quella della giovane vergine Maria, che condusse una vita nascosta a Nazareth, con ben poco per il suo quotidiano quanto a ricchezza e ad influenza mondana".

"Per citare le parole di Maria nel suo grande inno di lode, il 'Magnificat'" - ha ricordato il Papa - "Dio ha guardato alla sua serva nella sua umiltà, ha ricolmato di beni l'affamato" ed ha esclamato: "Abbiate il coraggio di essere fedeli a Cristo e di rimanere qui nella terra che Egli ha santificato con la sua stessa presenza! Come Maria, voi avete un ruolo da svolgere nel piano divino della salvezza, portando Cristo nel mondo, rendendo a Lui testimonianza e diffondendo il suo messaggio di pace e di unità. Per questo, è essenziale che siate uniti fra voi, così che la Chiesa nella Terra Santa possa essere chiaramente riconosciuta come 'un segno ed uno strumento di comunione con Dio e di unità di tutto il genere umano'".

"La vostra unità nella fede, nella speranza e nell'amore è un frutto dello Spirito Santo che dimora in voi e vi rende capaci di essere strumenti efficaci della pace di Dio, aiutandovi a costruire una genuina riconciliazione tra i diversi popoli che riconoscono Abramo come loro padre nella fede".

Al termine della Celebrazione, il Papa è ritornato in elicottero alla Delegazione Apostolica di Gerusalemme per la cena in privato e il pernottamento.
PV-ISRAELE/VESPRI/NAZARETH VIS 20090515 (660)

CONFORMARE NOSTRE SCELTE LEGGI DEL CREATORE


CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2009 (VIS). Dopo l'incontro con il Primo Ministro di Israele, Signor Beniamin Netanyahu nel Convento dei Francescani di Nazareth, alle 16:20 il Papa ha raggiunto l'Auditorium del Santuario dell'Annunciazione, per un incontro con i Capi religiosi della Galilea.

L'incontro si è aperto con il saluto del Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario del Patriarca Latino di Gerusalemme per Israele. Successivamente il Santo Padre ha salutato i leader della comunità presenti, comprendenti Cristiani, Musulmani, Giudei, Drusi ed altre persone religiose.

"La convinzione che il mondo è un dono di Dio" - ha ribadito il Santo Padre - "e che Dio è entrato nelle svolte e nei tornanti della storia umana, è la prospettiva dalla quale i Cristiani vedono che la creazione ha una ragione ed uno scopo. Lungi dall'essere il risultato di un fato cieco, il mondo è stato voluto da Dio e rivela il suo splendore glorioso. Al cuore di ogni tradizione religiosa c'è la convinzione che la pace stessa è un dono di Dio, anche se non può essere raggiunta senza lo sforzo umano".

"Non possiamo fare con il mondo tutto quello che ci piace" - ha proseguito il Pontefice - "anzi, siamo chiamati a conformare le nostre scelte alle complesse e tuttavia percettibili leggi scritte dal Creatore nell'universo e a modellare le nostre azioni secondo la bontà divina che pervade il regno del creato".

"Le nostre diverse tradizioni religiose hanno in sé potenzialità notevoli in ordine alla promozione di una cultura della pace, specialmente attraverso l'insegnamento e la predicazione dei valori spirituali più profondi della nostra comune umanità. Plasmando i cuori dei giovani, noi plasmiamo il futuro della stessa umanità. I Cristiani volentieri si uniscono ad Ebrei, Musulmani, Drusi e persone di altre religioni nel desiderio di salvaguardare i bambini dal fanatismo e dalla violenza, mentre li preparano ad essere costruttori di un mondo migliore".

"Miei cari Amici" - ha detto il Papa ai leader religiosi - "so che voi accogliete gioiosamente e con il saluto della pace i molti pellegrini che giungono in Galilea" e li ha esortati con queste parole: "Vi incoraggio a continuare ad esercitare il vicendevole rispetto, mentre vi adoperate ad alleviare le tensioni concernenti i luoghi di culto, garantendo così un ambiente sereno per la preghiera e la meditazione, qui e in tutta la Galilea".

"Rappresentando diverse tradizioni religiose, condividete il comune desiderio di contribuire al miglioramento della società e di testimoniare così i valori religiosi e spirituali che aiutano a corroborare la vita pubblica. Vi assicuro" - ha concluso il Pontefice - "che la Chiesa Cattolica è impegnata a partecipare a questa nobile impresa".

Infine un Rappresentante ebraico ha invitato i presenti alla cerimonia ad unirsi a lui in un canto di invocazione a Dio per la pace. Il Papa e gli altri leader religiosi presenti sul palco si sono alzati in piedi e si sono uniti al canto tenendosi per mano.

Al termine dell'incontro il Santo Padre si è recato alla Grotta dell'Annunciazione nella Basilica Inferiore del Santuario di Nazareth.

La chiesa francescana del 1730 incorporava la grotta-casa della Sacra Famiglia in una cripta sotto l'Altare maggiore; eretta in parrocchia, fu ampliata nel 1877 e successivamente demolita nel 1959 per costruire la nuova chiesa. L'attuale Basilica fu visitata da Paolo VI prima della sua dedicazione nel 1969. La facciata principale porta in alto la statua di Cristo Redentore; sotto vi è la scena dell'Annunciazione, i quattro Evangelisti. La facciata sud è dedicata a Maria adolescente. L'interno presenta due chiese sovrapposte con un'apertura centrale dalla quale si vede la grotta-casa della Sacra Famiglia: l'inferiore custodisce la grotta e l'altare francescano del '600 con la scritta: "Verbum caro hic factum est"; la chiesa superiore è dedicata all'esaltazione della Vergine, Madre di Dio fatto uomo. Sulle pareti vari quadri illustrano la devozione mariana nei principali santuari del mondo. La cupola è alta 55 metri. Il pavimento che collega le due chiese è un tappeto di marmo policromo che riassume in otto quadri intarsiati il Magistero della Chiesa su Maria: Madre di Dio, Assunzione in Cielo, Verginità, Immacolata Concezione, Mediazione Universale, Santità Perfetta, Dignità Regale, Maternità Spirituale.
PV-ISRAELE/INCONTRO CAPI RELIGIOSI/NAZARETH VIS 20090515 (640)
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