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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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martedì 30 novembre 2010

NELLA FESTA DI SANT’ANDREA MESSAGGIO A BARTOLOMEO I

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2010 (VIS). Come di consueto nella festa di Sant’Andrea, Patrono del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha guidato quest’anno la Delegazione della Santa Sede ad Istanbul per la festa di Sant’Andrea. A sua volta, il Patriarcato Ecumenico, il 29 giugno di ogni anno, invia una Delegazione a Roma, solennità dei Santi Piretro e Paolo, Apostoli Patroni dell’Alma Città di Roma.

La Delegazione della Santa Sede ha preso parte, questa mattina, alla solenne divina liturgia, presieduta da Bartolomeo I, nella Chiesa patriarcale del Fanar. Al termine della cerimonia, il Cardinale Koch ha consegnato al Patriarca Ecumenico un Messaggio speciale di Benedetto XVI.

“In un mondo segnato da una crescente interdipendenza e solidarietà” – scrive il Santo Padre nel Messaggio – “siamo chiamati a proclamare con rinnovata convinzione la verità del Vangelo e a presentare il Signore Risorto come la risposta alle più profonde domande e aspirazioni spirituali degli uomini e delle donne di oggi”.

“Per poter riuscire in questo grande compito” – prosegue il Pontefice – “dobbiamo continuare a progredire sul cammino verso la piena comunione, mostrando di avere già unito i nostri sforzi per una comune testimonianza al Vangelo di fronte agli uomini del nostro tempo. Per questa ragione vorrei esprimere la mia sincera gratitudine a Vostra Santità e al Patriarcato Ecumenico per la generosa ospitalità offerta lo scorso ottobre sull’isola di Rodi ai Delegati delle Conferenze Episcopali d’Europa, che si sono riuniti con rappresentati delle Chiese Ortodosse d’Europa per il II Forum cattolico-ortodosso sul tema ‘Rapporti Chiesa – Stato: prospettive teologiche e storiche’”.

“Santità, seguo con attenzione i Suoi saggi sforzi” – conclude Benedetto XVI – “per il bene dell’Ortodossia e per la promozione dei valori cristiani in molti contesti internazionali”.
MESS/ VIS 20101130 (300)

MESSAGGIO PAPA MORTE “MEMORES DOMINI” MANUELA CAMAGNI

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha inviato un Messaggio ai partecipanti alle Esequie di Manuela Camagni, une delle “Memores Domini” che prestava servizio nell’appartamento pontificio, travolta da un’automobile il 23 novembre scorso. I funerali si sono celebrati, nella giornata di ieri, a San Piero in Bagno (Italia), paese natale della defunta.

“Il distacco da lei, così improvviso, e anche il modo in cui ci è stata tolta” – scrive il Papa – “ci hanno dato un grande dolore, che solo la fede può consolare. Molto sostegno trovo nel pensare alle parole che sono il nome della sua comunità: ‘Memores Domini’. Meditando su queste parole, sul loro significato, trovo un senso di pace, perché esse richiamano ad una relazione profonda che è più forte della morte. ‘Memores Domini’ vuol dire: ‘che ricordano il Signore’, cioè persone che vivono nella memoria di Dio e di Gesù, e in questa memoria quotidiana, piena di fede e d’amore, trovano il senso di ogni cosa, delle piccole azioni come delle grandi scelte, del lavoro, dello studio, della fraternità. (...) Ecco, per questo mi dà pace pensare che Manuela è una ‘Memor Domini’, una persona che vive nella memoria del Signore. Questa relazione con Lui è più profonda dell’abisso della morte. È un legame che nulla e nessuno può spezzare, come dice san Paolo: ‘[Nulla] potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore’ (Rm 8,39)”.
MESS/ VIS 20101130 (250)

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE MESE DI DICEMBRE

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. (VIS). L'intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI per il mese di dicembre è la seguente: “Perché l’esperienza della sofferenza sia occasione per comprendere le situazioni di disagio e di dolore in cui versano le persone sole, gli ammalati e gli anziani, e stimoli tutti ad andare loro incontro con generosità”.

L'intenzione Missionaria è la seguente: “Perché i popoli della terra aprano le porte a Cristo e al suo Vangelo di pace, fraternità e giustizia”.
BXVI-INTENZIONI PREGHIERA/ VIS 101130 (100)

VISITA DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE IN KAZAKHSTAN

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2010 (VIS). Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, guiderà la Delegazione della Santa Sede che partecipa al Vertice dei Capi di Stato e di Governo dei 56 Stati membri dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), in programma ad Astana (Kazakhstan), nei giorni 1 e 2 dicembre prossimo. Accompagneranno il Cardinale Segretario di Stato, l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, l’Arcivescovo Miguel Maury Buendia, Nunzio Apostolico in Kazakhstan ed il Monsignor Michael W. Banach, Rappresentante Permanente della Santa Sede presso l’OSCE.

Nei giorni 3 e 4 dicembre, il Cardinale Bertone, accompagnato dall’Arcivescovo Dominique Mamberti, effettuerà una Visita Pastorale in Kazakhstan, nel corso della quale incontrerà le Autorità politiche e religiose del Paese.

Questa mattina nel corso della celebrazione liturgica per la festa di Sant’Andrea, nella Cattedrale ortodossa dell’Assunzione di Astana, il Cardinale Segretario di Stato ha tenuto l’omelia ed ha detto: “Ho la speciale gioia di adempiere l’alto incarico affidatomi dal Santo Padre Benedetto XVI, di consegnarvi un frammento delle insigni Reliquie dell’apostolo Sant’Andrea, che sono venerate in Italia, nella città di Amalfi”.

“Questa consegna, che sono onorato di effettuare nelle mani di Sua Eminenza il Metropolita Alexander, avviene in risposta alla devota richiesta che il suo predecessore, Metropolita Mefodji, e l’Arcivescovo Tomash Peta, Metropolita cattolico, hanno congiuntamente rivolto al Papa Benedetto XVI. Il Pontefice, volendo venire incontro volentieri all’ardente desiderio, ha deciso di destinare alle rispettive Chiese due frammenti delle preziose Reliquie. Tale scelta riveste profondo significato, in quanto sottolinea la comune venerazione degli Apostoli”.
SS/ VIS 20101130 (270)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 30 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Stephen Reichert, O.F.M.Cap., Arcivescovo di Madang (superficie: 27.792; popolazione: 412.000; cattolici: 153.000; sacerdoti: 39; religiosi: 81), Papua Nuova Guinea. Finora Vescovo di Mendi (Papua Nuova Guinea), l’Arcivescovo Reichert succede all’Arcivescovo William Joseph Kurtz, S.V.D., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.

- Il Cardinale Paolo Sardi, Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, finora Pro-Patrono dello stesso Ordine.
NER:RE/ VIS 20101130 (80)

lunedì 29 novembre 2010

GIAPPONE: RICERCA SOLUZIONI PER EVITARE ARMI NUCLEARI

CITTA' DEL VATICANO, 27 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina, il nuovo Ambasciatore del Giappone, Signor Hidekazu Yamaguchi, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

Nel suo discorso al diplomatico il Papa ha sottolineato l’importante contributo del Giappone “alla diffusione della pace, della democrazia e dei diritti dell’uomo in Estremo Oriente e ben al di là, in particolare nei paesi del mondo in via di sviluppo. La Santa Sede (...) ha notato con soddisfazione il finanziamento accordato dal Giappone a favore dello sviluppo e di altre forme di assistenza”.

“Operando all’edificazione dell’unità della famiglia umana, insieme con la cooperazione internazionale, voi aiuterete a costruire una economia mondiale dove ciascuno occuperà il posto che gli spetta e potrà usufruire, come mai prima, delle risorse mondiali. Mi permetta di incoraggiare il Governo a continuare la sua politica di cooperazione allo sviluppo, in particolare negli ambiti che interessano i più poveri e i più deboli”.

Nel ricordare che quest’anno ricorre il sessantacinquesimo anniversario “del tragico bombardamento atomico sulle popolazioni di Hiroshima e Nagasaki”, Benedetto XVI ha detto: “Questa tragedia ci ricorda con insistenza quanto sia necessario perseverare negli sforzi in favore della non-proliferazione delle armi nucleari e per il disarmo. Le armi nucleari restano una fonte di maggiore preoccupazione. Il possesso e il rischio dell’eventuale uso sollevano tensioni e diffidenza in numerose regioni del mondo. Il vostro Paese, Signor Ambasciatore, deve essere citato come esempio per il suo costante sostegno alla ricerca di soluzioni politiche che permettano non soltanto di impedire la proliferazione delle armi nucleari, ma di evitare che la guerra sia considerata come un mezzo di risoluzione dei conflitti fra le nazioni e fra i popoli”.

“La Santa Sede” – ha proseguito il Pontefice – “incoraggia tutte le nazioni a tessere pazientemente i legami economici e politici della pace che si elevano, come un baluardo contro ogni pretesto di ricorso alle armi e che permettono di promuovere lo sviluppo umano integrale di tutti i popoli. Una parte delle somme stanziate per le armi potrebbe essere destinata a progetti di sviluppo economico e sociale, educativo e sanitario. Ciò contribuirebbe indubbiamente alla stabilità interna dei paesi e alla stabilità fra i popoli. In questi tempi di instabilità dei mercati e del lavoro, la necessità di trovare finanziamenti sicuri di sviluppo rimane una preoccupazione costante”.

Il Papa ha sottolineato il ruolo importante del Giappone nell’economia internazionale ed ha affermato che: “Le decisioni prese dal vostro Governo continueranno ad avere un impatto ben al di là delle vostre frontiere”.

“Che tutti i popoli di buona volontà” – ha auspicato il Papa – “possano vedere nell’attuale crisi economica mondiale un‘occasione di discernimento e di elaborazione di nuovi progetti, contrassegnati dalla carità nella verità, dalla solidarietà e dall’impegno a favore di una economica orientata in modo etico”.

Successivamente il Santo Padre ha fatto riferimento alla libertà di coscienza e di culto di cui gode il Giappone e alla possibilità della Chiesa cattolica “di vivere in pace e in fraternità con tutti”.

“I membri della Chiesa cattolica in Giappone” – ha sottolineato il Pontefice – “sono da lungo tempo impegnati in un dialogo aperto e rispettoso con le altre religioni (...). La Chiesa ha sempre promosso il rispetto della persona umana nella sua integrità e nella sua dimensione spirituale, come elemento essenziale comune a tutte le culture, che si esprime nella ricerca personale del sacro e nella pratica religiosa. (...) Vorrei assicurare il popolo giapponese dell’alta considerazione che la Chiesa cattolica riserva al dialogo interreligioso, impegnandolo risolutamente al fine di incoraggiare la fiducia reciproca, la comprensione e l’amicizia, nell’interesse di tutta la famiglia umana”.
CD/ VIS 20101129 (600)

PROMUOVERE CULTURA RISPETTOSA DELLA VITA

CITTA' DEL VATICANO, 27 NOV. 2010 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre ha presieduto la celebrazione dei Primi Vespri della I Domenica di Avvento, che quest’anno è stata preceduta da una “Veglia di Preghiera per la vita nascente” promossa dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e celebrata oggi in tutte le Diocesi del mondo.

“Con questa celebrazione vespertina” – ha detto il Papa nell’omelia – “il Signore ci dona la grazia e la gioia di aprire il nuovo Anno Liturgico (...) Durante il tempo di Avvento sentiremo la Chiesa che ci prende per mano e, ad immagine di Maria Santissima, esprime la sua maternità facendoci sperimentare l’attesa gioiosa della venuta del Signore, che tutti ci abbraccia nel suo amore che salva e consola”.

“Cari fratelli e sorelle, il nostro radunarci questa sera per iniziare il cammino di Avvento si arricchisce di un altro importante motivo: con tutta la Chiesa, vogliamo celebrare solennemente una veglia di preghiera per la vita nascente. Desidero esprimere il mio ringraziamento a tutti coloro che hanno aderito a questo invito e a quanti si dedicano in modo specifico ad accogliere e custodire la vita umana nelle diverse situazioni di fragilità, in particolare ai suoi inizi e nei suoi primi passi”.

“L’Incarnazione” – ha spiegato il Pontefice – “ci rivela con intensa luce e in modo sorprendente che ogni vita umana ha una dignità altissima, incomparabile. L’uomo presenta un’originalità inconfondibile rispetto a tutti gli altri esseri viventi che popolano la terra. Si presenta come soggetto unico e singolare, dotato di intelligenza e volontà libera, oltre che composto di realtà materiale. Vive simultaneamente e inscindibilmente nella dimensione spirituale e nella dimensione corporea”.

“Dio ci ama in modo profondo, totale, senza distinzioni” – ha proseguito il Pontefice – “ci chiama all’amicizia con Lui; ci rende partecipi di una realtà al di sopra di ogni immaginazione e di ogni pensiero e parola: la sua stessa vita divina. Con commozione e gratitudine prendiamo coscienza del valore, della dignità incomparabile di ogni persona umana e della grande responsabilità che abbiamo verso tutti”.

L’essere umano, ha sottolineato il Papa, “ha il diritto di non essere trattato come un oggetto da possedere o come una cosa che si può manipolare a piacimento, di non essere ridotto a puro strumento a vantaggio di altri e dei loro interessi. La persona è un bene in se stessa e occorre cercare sempre il suo sviluppo integrale. L’amore verso tutti, poi, se è sincero, tende spontaneamente a diventare attenzione preferenziale per i più deboli e i più poveri. Su questa linea si colloca la sollecitudine della Chiesa per la vita nascente, la più fragile, la più minacciata dall’egoismo degli adulti e dall’oscuramento delle coscienze. La Chiesa continuamente ribadisce quanto ha dichiarato il Concilio Vaticano II contro l’aborto e ogni violazione della vita nascente: ‘La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura’"

“Ci sono tendenze culturali” – ha affermato il Santo Padre – “che cercano di anestetizzare le coscienze con motivazioni pretestuose. Riguardo all’embrione nel grembo materno, la scienza stessa ne mette in evidenza l’autonomia capace d’interazione con la madre, il coordinamento dei processi biologici, la continuità dello sviluppo, la crescente complessità dell’organismo. Non si tratta di un cumulo di materiale biologico, ma di un nuovo essere vivente, dinamico e meravigliosamente ordinato, un nuovo individuo della specie umana. Così è stato Gesù nel grembo di Maria; così è stato per ognuno di noi, nel grembo della madre”.

“Purtroppo” – ha lamentato Benedetto XVI – “anche dopo la nascita, la vita dei bambini continua ad essere esposta all’abbandono, alla fame, alla miseria, alla malattia, agli abusi, alla violenza, allo sfruttamento. Le molteplici violazioni dei loro diritti che si commettono nel mondo feriscono dolorosamente la coscienza di ogni uomo di buona volontà. Davanti al triste panorama delle ingiustizie commesse contro la vita dell’uomo, prima e dopo la nascita, faccio mio l’appassionato appello del Papa Giovanni Paolo II alla responsabilità di tutti e di ciascuno: ‘Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà vera, pace e felicità’"

“Esorto i protagonisti della politica, dell’economia e della comunicazione sociale a fare quanto è nelle loro possibilità, per promuovere una cultura sempre rispettosa della vita umana, per procurare condizioni favorevoli e reti di sostegno all’accoglienza e allo sviluppo di essa”.

Al termine della celebrazione dei Vespri, il Santo Padre ha recitato una “Preghiera per la Vita” composta proprio per questa occasione.
HML/ VIS 20101129 (750)

SPERANZE E PREOCCUPAZIONI DEL CONTINENTE AMERICANO

CITTA' DEL VATICANO, 27 NOV. 2010 (VIS). Il Consiglio Speciale per l’America della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi ha tenuto la XV Riunione il 16 e 17 novembre scorso, sul tema: “Nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, argomento chiave dell’Esortazione Apostolica postsinodale “Ecclesia in America”.

Nel corso della Riunione, presieduta dall’Arcivescovo Nikola Eterovic, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, sono state esaminate alcune questioni relative alla situazione sociale ed ecclesiale nei diversi paesi del continente.

Nel Comunicato emesso alla fine della Riunione si anuncia che in America “si notano molti segni di speranza ma anche alcuni di preoccupazione. Si registra con soddisfazione uno sviluppo economico positivo in alcuni Paesi, anche se bisognerebbe favorire una distribuzione più equa delle ricchezze e delle risorse naturali. In questo senso, cresce la coscienza ecologica presso le popolazioni, (...) vi sono tentativi di una maggiore integrazione continentale (...) che cerca di ricuperare l’unità di tutto il Continente (...) Tra i segni di preoccupazione è da segnalare l’allarmante situazione sociale di Haiti (...). La solidarietà manifestata concretamente da governi stranieri e da organismi ecclesiali produrrebbe migliori frutti se gli enti locali fossero più capaci di predisporre organicamente gli aiuti ricevuti”.

“Il movimento migratorio rappresenta uno degli aspetti di maggiore preoccupazione. (...) Gravi difficoltà incontrano gli immigrati in situazione irregolare e spesso rimpratriati con la forza nei Paesi di origine. La Chiesa è impegnata nella promozione di programmi sociali e di assistenza religiosa agli immigrati, allo scopo di aiutare l’integrazione culturale e la pace sociale”.

“Ulteriori preoccupazioni provengono dalla produzione e dal traffico della droga, dal traffico delle armi, dalla violenza e dalla corruzione politica. (...) Particolare attenzione merita la promozione di una serie di leggi contrarie alle norme etiche (leggi sull’aborto, sull’eutanasia e sui matrimoni tra persone dello stesso sesso), e l’infiltrarsi di uno spirito non conforme ai valori cristiani nel campo dell’educazione dei giovani e della comunicazione”.

“Dal punto di vista sociale, occorre prendere nota, con soddisfazione, che in vari Paesi si svolge regolarmente il processo elettorale (...). Tuttavia, non mancano tentativi ideologici di rivedere gli ordinamenti costituzionali e legislativi, provocando tensioni interne, anche con le Chiese locali (...). In questo contesto si tenta di ignorare la Chiesa Cattolica, escludendola come partner nel dialogo sociale, nonostante l’alta credibilità di cui essa gode a livello popolare”.

“Nel campo ecclesiale, motivo di consolazione è l’aumento delle vocazioni al sacerdozio, anche se assai diversificato sia nei Paesi sia nelle diocesi. (...) Di particolare importanza è la coscienza che tutta la Chiesa nel Continente deve essere in stato di missione. I risultati di tale opera di evangelizzazione sono assai positivi.

“È stata valutata molto positiva la ripercussione della XII Assemblea Generale Ordinaria sulla ‘Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa’, e la rispettiva Esortazione Apostolica postsinodale ‘Verbum Domini’”.

“L’altro punto dell’ordine del giorno, che è stato oggetto di riflessione, riguardava le aspettative della Chiesa in America circa la XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: ‘La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana’, che avrà luogo dal 7 al 28 ottobre 2012”.

“Ulteriori sviluppi della vita della Chiesa nel Continente saranno oggetto della prossima riunione del Consiglio Speciale per l’America della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, che si terrà dal 27 al 28 ottobre 2011”.
SE/ VIS 20101129 (560)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTÀ DEL VATICANO, 27 NOV 2010 (VIS).- Il Santo Padre:

- Ha eretto la Diocesi di Bunda (Tanzania) con territorio dismembrato dalla Arcidiocesi di Mwanza e dalla Diocesi di Musoma, rendendola suffraganea della Sede Metropolitana de Mwanza.

- Ha nominato il Reverendo Renatus Leonard Nkawande, Primo Vescovo di Bunda (superficie: 5.530; popolazione: 1.023.390; cattolici: 335.000; sacerdoti: 2; religiosi: 2) Tanzania. Il Vescovo eletto è nato nel 1965 a Mantare (Tanzania), è stato ordinato sacerdote nel 1995. È stato finora Amministratore Diocesano dell’Arcidiocesi di Mwanza.

- Ha nominato il Reverendo Do Santo Loku Pio Doggale Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Juba (superficie: 25.137; popolazione: 875.199; cattolici: 679.916; sacerdoti: 45; religiosi: 56) Sudan. Il Vescovo eletto è nato nel 1969 a Katiré (Sudán), è stato ordinato sacerdote nel 2001 e finora è stato Vice Parroco della Cattedrale di Juba.

- Ha nominato il Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Católica, Suo Inviato Speciale alla celebrazione del IV centenario della fondazione della Pontificia Università di Santo Tomás a Manila (Filipinas), che avrà luogo il 28 gennaio 2011.
ECE:NER:NEA:NA/ VIS 20101129 (190)

AVVENTO TEMPO DI SPERANZA

CITTA' DEL VATICANO, 28 NOV. 2010 (VIS). Oggi, Prima Domenica di Avvento, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

“Oggi” – ha detto il Papa – “ la Chiesa inizia un nuovo Anno Liturgico, un nuovo cammino di fede che, da una parte, fa memoria dell’evento di Gesù Cristo e, dall’altra, si apre al suo compimento finale. E proprio di questa duplice prospettiva vive il Tempo di Avvento, guardando sia alla prima venuta del Figlio di Dio, quando nacque dalla Vergine Maria, sia al suo ritorno glorioso, quando verrà a giudicare i vivi e i morti (...). Su questo suggestivo tema dell’’attesa’ vorrei ora brevemente soffermarmi, perché si tratta di un aspetto profondamente umano, in cui la fede diventa, per così dire, un tutt’uno con la nostra carne e il nostro cuore”.

“L’attesa, l’attendere è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale” – ha proseguito il Santo Padre – “L’attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più importanti, che ci coinvolgono totalmente e nel profondo. Pensiamo, tra queste, all’attesa di un figlio da parte di due sposi; a quella di un parente o di un amico che viene a visitarci da lontano; pensiamo, per un giovane, all’attesa dell’esito di un esame decisivo, o di un colloquio di lavoro; nelle relazioni affettive, all’attesa dell’incontro con la persona amata, della risposta ad una lettera, o dell’accoglimento di un perdono… Si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra ‘statura’ morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo”.

“Ognuno di noi, dunque, specialmente in questo Tempo che ci prepara al Natale, può domandarsi: io, che cosa attendo? A che cosa, in questo momento della mia vita, è proteso il mio cuore? E questa stessa domanda si può porre a livello di famiglia, di comunità, di nazione. Che cosa attendiamo, insieme? Che cosa unisce le nostre aspirazioni, che cosa le accomuna?” – ha detto Benedetto XVI – “Nel tempo precedente la nascita di Gesù, era fortissima in Israele l’attesa del Messia (...) che avrebbe finalmente liberato il popolo da ogni schiavitù morale e politica e instaurato il Regno di Dio”.

“Ma nessuno avrebbe mai immaginato che il Messia potesse nascere da un’umile ragazza come era Maria, promessa sposa del giusto Giuseppe. Neppure lei lo avrebbe mai pensato, eppure nel suo cuore l’attesa del Salvatore era così grande, la sua fede e la sua speranza erano così ardenti, che Egli poté trovare in lei una madre degna. (...) C’è una misteriosa corrispondenza tra l’attesa di Dio e quella di Maria, la creatura ‘piena di grazia’, totalmente trasparente al disegno d’amore dell’Altissimo. Impariamo da Lei, Donna dell’Avvento, a vivere i gesti quotidiani con uno spirito nuovo, con il sentimento di un’attesa profonda, che solo la venuta di Dio può colmare”.

Dopo la recita dell’Angelus Benedetto XVI ha fatto riferimento più volte nei saluti ai pellegrini nelle diverse lingue, alla vita nascente e, rivolgendosi ai pellegrini polacchi, ha detto: “Insieme a Maria, che ha atteso con amore la nascita del Divino Bambino, perseveriamo nella preghiera, ringraziando Dio per il dono della vita, chiedendoGli protezione su ogni esistenza umana. Possa il futuro del mondo diventare la civiltà dell’amore e della vita”.
ANG/ VIS 20101129 (550)

CHIESA FILIPPINE CONTINUI A ESSERE LIEVITO SOCIETÀ

CITTA' DEL VATICANO, 29 NOV. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza i Presuli della Conferenza Episcopale delle Filippine al termine della Visita “ad Limina Apostolorum”. Nel suo discorso il Papa ha ricordato gli stretti legami che da secoli uniscono la Nazione alla Sede di Pietro e il lievito che la fede ha rappresentato per il popolo e la cultura delle Filippine.

“Per continuare ad essere lievito” - ha detto il Santo Padre - “la Chiesa deve sempre impegnarsi a trovare la sua propria voce, perché è con la proclamazione che il Vangelo porta i frutti che cambiano la vita. (...) Grazie alla chiara presentazione del Vangelo della verità su Dio e sull’uomo, generazioni di zelanti sacerdoti filippini, religiosi e laici, hanno promosso un ordine sociale più giusto. Alle volte, la missione di proclamazione tocca questioni che riguardano la sfera politica. Non c’è motivo di sorprendersi, poiché la comunità politica e la Chiesa, mentre giustamente distinte, sono ciononostante entrambe al servizio dello sviluppo integrale di ogni essere umano e della società nel suo complesso”.

“Nel contempo, l’ufficio profetico della Chiesa esige che essa sia libera ‘per predicare la fede, per insegnare la sua dottrina sociale... ed anche per trasmettere giudizi morali in quelle questioni che riguardano l’ordine pubblico ogniqualvolta i diritti fondamentali di una persona o la salvezza della anime lo richieda’. Alla luce di questo compito profetico” – ha detto il Santo Padre – “raccomando alla Chiesa nelle Filippine di impegnarsi nel suo ruolo di difesa della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, e in difesa dell’integrità del matrimonio e della famiglia. In questi ambiti voi promuovete verità sulla persona umana e sulla società che sorgono non soltanto dalla rivelazione divina ma anche dalla legge naturale, un ordine che è accessibile alla ragione umana e che fornisce una base per il dialogo e un più profondo discernimento da parte di tutte le persone di buona volontà. Noto con apprezzamento l’impegno della Chiesa di abolire la pena di morte nel vostro Paese”.

“Un ambito specifico nel quale la Chiesa deve sempre trovare la sua propria voce è il settore della comunicazioni sociali e dei media. (...) È importante che il laicato cattolico esperto nelle comunicazioni sociali abbia il proprio posto nel proporre il messaggio cristiano in modo convincente e attrattivo. Se il Vangelo di Cristo deve essere un lievito della società filippina, allora l’intera comunità cattolica deve essere attenta alla forza della verità proclamata con amore”.

Infine Benedetto XVI si è soffermato sul terzo aspetto della missione della Chiesa che “proclama la parola di Dio nel suo impegno in ambiti economici e sociali, in particolare rispetto ai più poveri e ai più deboli della società. (...) È incoraggiante vedere che questa impresa ha portato frutto, con istituzioni caritative cattoliche attivamente impegnate in tutto il Paese. Molti vostri concittadini, tuttavia, rimangono senza lavoro, senza un’educazione adeguata e senza servizi fondamentali (...). Inoltre vi impegnate giustamente nella lotta contro la corruzione, poiché la crescita di una economia giusta e sostenibile si realizzerà quando ci sarà una applicazione chiara e coerente dello Stato di Diritto nel Paese”.
AL/ VIS 20101129 (540)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 29 NOV. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Otto Presuli della Conferenza Episcopale delle Filippine, in Visita “ad Limina Apostolorum”:

- Il Vescovo Leopoldo C. Jaucian, S.V.D., di Bangued.

- Il Vescovo Sergio L. Utleg, di Laoag.

- Il Vescovo Camino D. Gregorio, Prelato di Batanes.

- Il Vescovo Ramon B. Villena, di Bayombong.

- Il Vescovo Joseph A. Nacua, O.F.M.Cap., di Ilagan.

- Il Vescovo Rodolfo F. Beltran, Vicario Apostolico di Bontoc-Lagawe.

- Il Vescovo Mario M. Peralta, di Alaminos.

- Il Vescovo Sofronio A. Bancud., S.S.S., di Cabanatuan.

Sabato 27 novembre il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Otto Presuli della Conferenza Episcopale delle Filippine, in Visita "ad Limina Apostolorum":

- L’Arcivescovo Ernesto A. Salgado, di Nueva Segovia.

- L’Arcivescovo Diosdado A. Talamayan, di Tuguegarao con l’Ausiliare Vescovo Ricardo L. Baccay.

- L’Arcivescovo Socrates B. Villegas, di Lingayen-Dagupan, con l’Ausiliare Vescovo Renato P. Mayugba.

- L’Arcivescovo Paciano B. Aniceto, di San Fernando, con gli Ausiliari Vescovo
Roberto C. Mallari e Vescovo Pablo Virgilio S. David.

- Il Signor Justino Maria Aparício Guterres, Ambasciatore della Repubblica Democratica di Timer Orientale, in visita di congedo.
AL:AP/ VIS 20101129 (210)

venerdì 26 novembre 2010

SETTIMANALI CATTOLICI: LEGGERE REALTÀ PUNTO DI VISTA EVANGELICO

CITTA' DEL VATICANO, 26 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina trecento membri della Federazione Italiana Settimanali Cattolici che dal 1966 riunisce i settimanali diocesani e i vari organi di stampa di ispirazione cattolica di tutta la penisola italiana.

Con la creazione di canali di comunicazione tra i diversi organi di stampa locali, sparsi in tutta Italia, ha detto il Papa nel suo discorso, “si è voluto rispondere all’esigenza di promuovere la collaborazione (...) proprio per aumentare l’efficacia e l’incisività dell’annuncio del messaggio evangelico. Questa è la funzione peculiare dei giornali di ispirazione cattolica: annunciare la Buona Novella attraverso il racconto dei fatti concreti che vivono le comunità cristiane e delle situazioni reali in cui sono inserite”.

“Ben sapete come, nel contesto della post-modernità in cui viviamo, una delle sfide culturali più importanti coinvolga il modo di intendere la verità. La cultura dominante, quella più diffusa nell’areopago mediatico, si pone, nei confronti della verità, con un atteggiamento scettico e relativista, considerandola alla stregua delle semplici opinioni e ritenendo, di conseguenza, compossibili e legittime molte ‘verità’. Ma il desiderio che c’è nel cuore dell’uomo testimonia l’impossibilità di accontentarsi di verità parziali. (...) La verità, di cui l’uomo è assetato, è una persona: il Signore Gesù. Nell’incontro con questa Verità, nel conoscerla ed amarla, noi troviamo la vera pace e la vera felicità. La missione della Chiesa consiste nel creare le condizioni perché si realizzi questo incontro dell’uomo con Cristo”.

“Collaborando a questo compito, gli organi di informazione sono chiamati a servire con coraggio la verità, per aiutare l’opinione pubblica a guardare e a leggere la realtà da un punto di vista evangelico. Si tratta di presentare le ragioni della fede, che, in quanto tali, vanno al di là di qualsiasi visione ideologica e hanno pieno diritto di cittadinanza nel dibattito pubblico. Da questa esigenza nasce il vostro impegno costante a dare voce ad un punto di vista che rispecchi il pensiero cattolico in tutte le questioni etiche e sociali”.

“Continuate ad essere giornali della gente, che cercano di favorire un dialogo autentico tra le varie componenti sociali, palestre di confronto e di dibattito leale fra opinioni diverse. Così facendo, i giornali cattolici, mentre adempiono l’importante compito di informare, svolgono, al tempo stesso, una insostituibile funzione formativa, promuovendo un’intelligenza evangelica della realtà complessa, come pure l’educazione di coscienze critiche e cristiane”.
AC/ VIS 20101126 (410)

CONSACRATI CENTRALITÀ VANGELO, FRATERNITÀ, MISSIONE

CITTA' DEL VATICANO, 26 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina i partecipanti all’Assemblea Generale dell’Unione dei Superiori Generali (USG) e dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG).

“Il rinnovamento profondo della vita consacrata parte dalla centralità della Parola di Dio, e più concretamente del Vangelo, regola suprema per tutti voi” – ha detto il Santo Padre – “È il Vangelo vissuto quotidianamente l’elemento che dà fascino e bellezza alla vita consacrata e vi presenta davanti al mondo come un’alternativa affidabile. Di questo ha bisogno la società attuale, questo attende da voi la Chiesa: essere Vangelo vivente”.

“Un altro aspetto fondamentale della vita consacrata che vorrei sottolineare è la fraternità (...) La vita fraterna” – ha sottolineato Benedetto XVI – “è uno degli aspetti che maggiormente cercano i giovani quando si avvicinano alla vostra vita; è un elemento profetico importante che offrite in una società fortemente individualistica. (...) C’è bisogno di un serio e costante discernimento per ascoltare quello che lo Spirito dice alla comunità, per riconoscere quello che viene dal Signore e quello che gli è contrario. Senza il discernimento, accompagnato dalla preghiera e dalla riflessione, la vita consacrata corre il pericolo di accomodarsi sui criteri di questo mondo: l’individualismo, il consumismo, il materialismo; criteri che fanno venir meno la fraternità e fanno perdere fascino e mordente alla stessa vita consacrata”.

“Un ultimo elemento che voglio evidenziare è la missione” – ha detto ancora il Pontefice – “La missione è il modo di essere della Chiesa e, in essa, della vita consacrata; fa parte della vostra identità; vi spinge a portare il Vangelo a tutti, senza confini. La missione, sostenuta da una forte esperienza di Dio, da una robusta formazione e dalla vita fraterna in comunità, è una chiave per comprendere e rivitalizzare la vita consacrata. (...) Rinnovate la vostra presenza negli areopaghi di oggi per annunciare, come fece san Paolo ad Atene, il Dio ‘ignoto’”.

Nel ricordare il problema della riduzione del numero dei consacrati, specialmente in Europa, il Santo Padre ha detto: “Le difficoltà, però, non devono farci dimenticare che la vita consacrata ha la sua origine nel Signore: è voluta da Lui per l’edificazione e la santità della sua Chiesa, e perciò la Chiesa stessa non ne sarà mai privata”.

“Mentre vi incoraggio a camminare nella fede e nella speranza” – ha concluso il Santo padre – “vi chiedo un rinnovato impegno nella pastorale vocazionale e nella formazione iniziale e permanente”.
AC/ VIS 20101126 (370)

ESERCIZI SPIRITUALI DI “COR UNUM” A JASNA GORA

CITTA' DEL VATICANO, 26 NOV. 2010 (VIS). Il Pontificio Consiglio “Cor Unum” “istanza della Santa Sede responsabile per l’orientamento e il coordinamento tra le organizzazioni e le attività caritative promosse dalla Chiesa cattolica” ha organizzato degli Esercizi Spirituali per i responsabili delle Caritas diocesane e altre agenzie ecclesiali del continente europeo. Gli Esercizi si svolgeranno presso il santuario mariano di Jasna Gora, Czestochowa, in Polonia, dal lunedì 29 novembre al venerdì 2 dicembre 2010.

È il terzo incontro di questo genere. Nel giugno 2008, 500 responsabili della missione caritativa della Chiesa cattolica nel Nord America, nell’America Latina e nei Carabi si sono riuniti a Guadalajara, in Messico. Per l’Asia, l’incontro ha avuto luogo nel settembre 2009 a Taipei, Taiwan, e hanno partecipato 450 persone.
CON-CU/ VIS 20101126 (140)

“FONDAZIONE VATICANA JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI”

CITTA' DEL VATICANO, 26 NOV. 2010 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione della “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI”. Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Cardinale Camillo Ruini, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione; il Monsignor Giuseppe Antonio Scotti, Presidente della Fondazione; il Padre Dr. Stephan Otto Horn, S.D.S., Presidente del "Ratzinger Schülerkreis" e Presidente della "Joseph Ratzinger Papst Benedict XVI. - Stiftung" (Monaco di Baviera).

Monsignor Scotti ha spiegato che il Santo Padre ha disposto, dal 1° marzo di quest’anno, l’istituzione di questa Fondazione “rispondendo così al desiderio manifestato da molti studiosi nel corso degli anni”. Relativamente ai finanziamenti ha precisato che “il primo, consistente contributo alla neonata Fondazione, è stato dato dallo stesso Pontefice che ha voluto mettere a disposizione buona parte dei proventi economici derivanti dai suoi diritti d’autore”.

Il Cardinale Ruini ha precisato che “il Comitato è composto dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, dal Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, dall’Arcivescovo Jean-Louis Bruguès, O.P., Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica e dall’Arcivescovo Luis Francisco Ladaria, S.I., Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, oltre che da me”.

“Le competenze del Comitato Scientifico si articolano in tre punti: elaborare i criteri e gli obiettivi della programmazione annuale e pluriennale delle attività della Fondazione. In secondo luogo stabilire criteri di eccellenza per l’istituzione e l’assegnazione di premi agli studiosi che si sono distinti nelle attività di pubblicazione e/o ricerca scientifica. Organizzare, infine, iniziative di alto valore culturale e scientifico”.

“Quella di Ratzinger” – ha proseguito il Cardinale Ruini – “è una teologia che si muove in avanti, guarda al presente e al futuro, a partire da una straordinaria conoscenza delle origini e della storia della fede cristiana. La capacità, e vorrei dire il gusto, di tenere insieme questi due aspetti, (...) accomuna Joseph Ratzinger ai grandi maestri delle diverse epoche cristiane. Non per caso la Fondazione a lui dedicata dovrà avere particolare attenzione da una parte agli studi biblici e patristici, dall’altra alla Teologia Fondamentale, il cui scopo è far emergere la verità, il significato e la bellezza del cristianesimo in rapporto alla cultura e alla società del proprio tempo”.

Padre Horn ha spiegato che: “Già anni prima dell’elezione del Cardinale Ratzinger al Pontificato, i suoi ex-allievi hanno avuto il pensiero di creare una Fondazione Joseph Ratzinger. Non sentivano solamente una profonda gratitudine verso il loro maestro ma anche una grande convinzione dell’importanza della sua teologia per la Chiesa. (...) All’incontro del Schülerkreis col Santo Padre a Castel Gandolfo nel 2007 abbiamo ricevuto la sua approvazione di creare una fondazione autonoma”.

“La nostra fondazione” – ha aggiunto Padre Horn – “ha una direzione chiara e progetti di ampio respiro. La fondazione ha lo scopo di promuovere lo studio della teologia e spiritualità di Ratzinger, di diffondere e far assimilare il suo pensiero dalla Chiesa e dalla società. In questa maniera, la sua memoria sarà preservata per il futuro”.

“Con l’Università di Regensburg abbiamo fatto un accordo di istituire e di sostenere una cattedra per un ‘visiting professor’ nella facoltà di Teologia, durante il semestre estivo. (...) A Salzburg abbiamo realizzato già nel settembre di quest’anno una ‘Accademia Benedetto’ (Benediktakademie) per giovani scienziati. (...) A Roma vogliamo creare un centro-studi della sua teologia e spiritualità e abbiamo fatti i primi passi in collaborazione con la Casa Balthasar – un’istituzione per il discernimento della vocazione di giovani uomini cattolici. Abbiamo raccolto anche le memorie di più di quaranta ex-allievi di Ratzinger per archiviarle”.
OP/ VIS 20101126 (590)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 26 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Gaudencio B. Rosales, Arcivescovo di Manila (Filippine), in Visita “ad Limina Apostolorum”, con gli Ausiliari Vescovo Bernardino C. Cortez e Vescovo Broderick S. Pabillo.

- Il Vescovo Anglicano Geoffrey Rowell, per l’Europa con sede a Gibilterra.

Nel pomeriggio il Santo Padre riceverà il Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
AL:AP/ VIS 20101126 (80)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 26 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia all’ufficio di Ausiliare dell’Arcidiocesi di Esztergom-Budapest (Ungheria), presentata dall’Arcivescovo Gáspár Ladosci, in conformità ai canoni 411 e 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Ondo (Nigeria), presentata dal Vescovo Francis Florunsho Clement Alonge, per raggiunti limiti d’età. Gli succede il Vescovo Jude Ayodeji Arogundade Coadiutore della medesima Diocesi .
RE/ VIS 20101126 (80)

giovedì 25 novembre 2010

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 25 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia all’ufficio di Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Medellín (Colombia), presentata dal Vescovo Jorge Iván Castaño Rubio, C.M.F., per raggiunti limiti d’età.

- Ha nominato il Monsignore Luigi Marrucci, Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia (superficie: 876; popolazione: 89.295; cattolici: 87.295; sacerdoti: 78; religiosi: 177; diaconi permanenti: 14), Italia. Il Vescovo eletto è nato a Montescudaio (Italia), nel 1945 ed ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1970. È stato finora Vice Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’U.N.I.T.A.L.S.I.

- Ha nominato il Vescovo Patrick D’Rozario, C.S.C., finora Vescovo di Chittagong (Bangladesh), Arcivescovo Coadiutore dell’Arcidiocesi di Dhaka (superficie: 26.788; popolazione: 31.289.807; cattolici: 79.816; sacerdoti: 120; religiosi: 709), Bangladesh.
RE:NER:NEC/ VIS 20101125 (120)

mercoledì 24 novembre 2010

CATERINA DA SIENA CONSIGLIERE SPIRITUALE E DOTTORE CHIESA

CITTA' DEL VATICANO, 24 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell’Udienza Generale del Mercoledì, tenutasi nell’Aula Paolo VI, con la partecipazione di 7.000 persone, a Santa Caterina da Siena (1347-1380), proclamata Dottore della Chiesa da Papa Paolo VI e Compatrona d’Europa da Papa Giovanni Paolo II.

Nata a Siena, nel 1347, all’età di 16 anni, Caterina entrò nel Terz’Ordine Domenicano, nel ramo femminile detto delle Mantellate, dedicandosi alla preghiera, alla penitenza, alle opere di carità, soprattutto a beneficio degli ammalati. “Quando la fama della sua santità si diffuse” – ha ricordato il Papa – “fu protagonista di un’intensa attività di consiglio spirituale nei confronti di ogni categoria di persone: nobili e uomini politici, artisti e gente del popolo, persone consacrate, ecclesiastici, compreso il Papa Gregorio XI che in quel periodo risiedeva ad Avignone e che Caterina esortò energicamente ed efficacemente a fare ritorno a Roma. Viaggiò molto per sollecitare la riforma interiore della Chiesa e per favorire la pace tra gli Stati (...). La dottrina di Caterina, (...) è contenuta ne ‘Il Dialogo della Divina Provvidenza ovvero Libro della Divina Dottrina’, (...) nel suo ‘Epistolario’ e nella raccolta delle ‘Preghiere’”.

“In una visione che mai più si cancellò dal cuore e dalla mente di Caterina, la Madonna la presentò a Gesù che le donò uno splendido anello (...) In questo episodio straordinario cogliamo il centro vitale della religiosità di Caterina e di ogni autentica spiritualità: il cristocentrismo” – ha spiegato il Santo Padre – “Cristo è per lei come lo sposo, con cui vi è un rapporto di intimità, di comunione e di fedeltà. (...) Questa unione profonda con il Signore è illustrata da un altro episodio (...): lo scambio del cuore. (...) Il Signore Gesù le apparve con in mano un cuore umano” che donò a Caterina che aveva offerto al Signore il suo cuore. “Come la santa senese, ogni credente sente il bisogno di uniformarsi ai sentimenti del Cuore di Cristo per amare Dio e il prossimo come Cristo stesso ama. E noi tutti possiamo lasciarci trasformare il cuore ed imparare ad amare come Cristo, in una familiarità con Lui nutrita dalla preghiera, dalla meditazione sulla Parola di Dio e dai Sacramenti, soprattutto ricevendo frequentemente e con devozione la santa Comunione”.

“Attorno ad una personalità così forte e autentica si andò costituendo una vera e propria famiglia spirituale. Si trattava di persone affascinate dall’autorevolezza morale di questa giovane donna (...). Molti si misero al suo servizio e soprattutto considerarono un privilegio essere guidati spiritualmente da Caterina. La chiamavano ‘mamma’, poiché come figli spirituali da lei attingevano il nutrimento dello spirito. Anche oggi la Chiesa” – ha sottolineato il Santo Padre – “riceve un grande beneficio dall’esercizio della maternità spirituale di tante donne, consacrate e laiche, che alimentano nelle anime il pensiero per Dio, rafforzano la fede della gente e orientano la vita cristiana verso vette sempre più elevate”.

“Un altro tratto della spiritualità di Caterina è legato al dono delle lacrime. Esse esprimono una sensibilità squisita e profonda, capace di commozione e di tenerezza. Non pochi Santi hanno avuto il dono delle lacrime, rinnovando l’emozione di Gesù stesso, che non ha trattenuto e nascosto il suo pianto dinanzi al sepolcro dell’amico Lazzaro e al dolore di Marta e Maria, e alla vista di Gerusalemme, nei suoi ultimi giorni terreni. (...) Nel ‘Dialogo della Divina Provvidenza’, Dio Padre parla a Caterina e spiega che nelle lacrime che ci rigano il volto, quando sentiamo fremiti di compassione e quando ci commuoviamo dinanzi al bene che manca e che vorremmo per tutti, si nasconde un’ispirazione divina”.

“Secondo Caterina, le lacrime dei Santi si mescolano al Sangue di Cristo (...). Qui possiamo comprendere perché Caterina - ha ricordato infine il Pontefice – “pur consapevole delle manchevolezze umane dei sacerdoti, abbia sempre avuto una grandissima riverenza per essi: essi dispensano, attraverso i Sacramenti e la Parola, la forza salvifica del Sangue di Cristo. La Santa senese ha invitato sempre i sacri ministri, anche il Papa, che chiamava ‘dolce Cristo in terra’, ad essere fedeli alle loro responsabilità, mossa sempre e solo dal suo amore profondo e costante per la Chiesa. (...) Da santa Caterina, dunque, noi apprendiamo la scienza più sublime: conoscere ed amare Gesù Cristo e la sua Chiesa”.
AG/ VIS 20101124 (700)

CARDINALE NAVARRETE EDUCÒ ALLA VERA GIUSTIZIA

CITTA' DEL VATICANO, 24 NOV. 2010 (VIS). Al termine dell’Udienza Generale di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, il rito della “Ultima Commendatio” e della “Valedictio” al termine della Liturgia Esequiale del Cardinale Navarrete, S.I., mancato il 22 novembre scorso all’età di 90 anni. La Santa Messa è stata celebrata dal Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, e concelebrata dai Membri del Collegio Cardinalizio.

Nell’omelia il Papa ha ricordato il Porporato “come maestro di giustizia” ed ha aggiunto: “Lo studio scrupoloso e l’insegnamento appassionato del diritto canonico hanno rappresentato un elemento centrale della sua vita. Educare specialmente le giovani generazioni alla vera giustizia, quella di Cristo, quella del Vangelo: ecco il ministero che il Cardinale Navarrete ha svolto lungo tutto l’arco della sua vita”.

“A questo egli si è generosamente dedicato, (...): dalle aule universitarie, in particolare come esperto di diritto matrimoniale” – ha ricordato il Santo Padre – “all’ufficio di Decano della Facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Gregoriana, all’alta responsabilità di Rettore del medesimo Ateneo”.
“Mi è caro sottolineare, altresì, la sua attenzione a importanti eventi ecclesiali quali il Sinodo diocesano di Roma, il Concilio Vaticano II; come pure il suo competente contributo scientifico alla revisione del Codice di Diritto Canonico e la proficua collaborazione con vari Dicasteri della Cutina Romana, in qualità di apprezzato consultore”.

“Con l’equilibrio che lo caratterizzava” – ha proseguito il Pontefice – “soleva dire che tre erano i principi fondamentali che lo guidavano nello studio: molto amore al passato, alla tradizione (...), la sensibilità verso i problemi, le esigenze, le sfide del presente, dove Dio ci ha collocati; infine, la capacità di guardare e di aprirsi al futuro senza timore, ma con speranza, quella che viene dalla fede. Una visione profondamente cristiana, che ha guidato il suo impegno per Dio, per la Chiesa, per l’uomo nell’insegnamento e nelle opere”.

“La luminosa verità di fede della vita eterna ci conforta ogni volta che rendiamo l’estremo saluto ad un fratello defunto. Il Cardinale Urbano Navarrete, figlio spirituale di Sant’Ignazio di Loyola (...) è stato ‘con Gesù’ nel corso della sua lunga esistenza, ha conosciuto il suo nome. Lo ha amato vivendo in intima unione con Lui, specialmente nelle prolungate soste di preghiera, dove attingeva alla sorgente della salvezza la forza per essere fedeli alla volontà di Dio (...). Questo aveva imparato (...) grazie al luminoso esempio dei genitori, (...), i quali hanno saputo creare in famiglia un clima di profonda fede cristiana, favorendo nei sei figli di cui tre Gesuiti e due Religiose, il coraggio di testimoniare la propria fede, nulla anteponendo all’amore di Cristo e facendo tutto per la maggior gloria di Dio”.
HML/ VIS 20101124 (450)

ORDINAZIONE EPISCOPALE A CHENGDE, CINA CONTINENTALE

CITTA' DEL VATICANO, 24 NOV. 2010 (VIS). Questa mattina, la Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico il Comunicato che segue relativo all’Ordinazione episcopale a Chengde, Provincia di Hebei, Cina Continentale.

“Riguardo all’ordinazione episcopale del Reverendo Giuseppe Guo Jincai, avvenuta sabato 20 novembre corrente, sono state raccolte informazioni su quanto è accaduto e si è ora in grado di precisare quanto segue:

“1. Il Santo Padre ha appreso la notizia con profondo rammarico, poiché la suddetta ordinazione episcopale è stata conferita senza il mandato apostolico e, perciò, rappresenta una dolorosa ferita alla comunione ecclesiale e una grave violazione della disciplina cattolica (cfr Lettera di Benedetto XVI alla Chiesa in Cina, 2007, n. 9)”.

“2. È noto che, negli ultimi giorni, diversi Vescovi sono stati sottoposti a pressioni e a restrizioni della propria libertà di movimento, allo scopo di forzarli a partecipare e a conferire l’ordinazione episcopale. Tali costrizioni, compiute da Autorità governative e di sicurezza cinesi, costituiscono una grave violazione della libertà di religione e di coscienza. La Santa Sede si riserva di valutare approfonditamente l’accaduto, tra l’altro sotto il profilo della validità e per quanto riguarda la posizione canonica dei Vescovi coinvolti”.

“3. In ogni caso, ciò si ripercuote dolorosamente, in primo luogo, sul Reverendo Giuseppe Guo Jincai che, in forza di tale ordinazione episcopale, si trova in una gravissima condizione canonica di fronte alla Chiesa in Cina e alla Chiesa universale, esponendosi anche alle pesanti sanzioni previste, in particolare, dal canone 1382 del Codice di Diritto Canonico”.

“4. Tale ordinazione non soltanto non aiuta il bene dei Cattolici a Chengde, ma li mette in una condizione assai delicata e difficile, anche sotto il profilo canonico, e li umilia, perché le Autorità civili cinesi vogliono imporre loro un Pastore che non è in piena comunione, né con il Santo Padre né con gli altri Vescovi sparsi nel mondo”.

“5. Più volte, durante l’anno corrente, la Santa Sede ha comunicato con chiarezza alle Autorità cinesi la propria opposizione all’ordinazione episcopale del Reverendo Giuseppe Guo Jincai. Nonostante ciò, dette Autorità hanno deciso di procedere unilateralmente, a scapito dell’atmosfera di rispetto, faticosamente creata con la Santa Sede e con la Chiesa cattolica attraverso le recenti ordinazioni episcopali. Tale pretesa di mettersi al di sopra dei Vescovi e di guidare la vita della comunità ecclesiale non corrisponde alla dottrina cattolica, offende il Santo Padre, la Chiesa in Cina e la Chiesa universale, e rende più intricate le difficoltà pastorali esistenti”.

“6. Papa Benedetto XVI, nella summenzionata Lettera del 2007, ha espresso la disponibilità della Santa Sede a un dialogo rispettoso e costruttivo con le Autorità della Repubblica Popolare Cinese, al fine di superare le difficoltà e normalizzare i rapporti (n. 4). Nel riaffermare tale disponibilità, la Santa Sede constata con rammarico che le Autorità lasciano alla dirigenza dell’Associazione Patriottica Cattolica Cinese, sotto l’influenza del Signor Liu Bainian, assumere atteggiamenti che danneggiano gravemente la Chiesa cattolica e ostacolano detto dialogo.

“7. I Cattolici di tutto il mondo seguono con particolare attenzione il travagliato cammino della Chiesa in Cina: la solidarietà spirituale, con cui accompagnano le vicende dei fratelli e delle sorelle cinesi, diventa fervida preghiera al Signore della storia, affinché sia loro vicino, accresca la loro speranza e fortezza, e doni loro consolazione nei momenti della prova”.
OP/ VIS 20101124 (560)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 24 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Caçador (Brasile), presentata dal Vescovo Luiz Carlos Eccel, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

- Ha nominato il Vescovo João Mamede Filho, O.F.M.Conv., finora Ausiliare di São Paulo (Brasile), Vescovo di Umuarama (superficie: 13.200; popolazione: 413.000; cattolici: 316.000; sacerdoti: 65; religiosi: 76; diaconi permanenti: 6), Brasile.

- Ha nominato il Sacerdote Pedro Cunha Cruz, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di São Sebastião do Rio de Janeiro (superficie: 1.261; popolazione: 6.095.000; cattolici: 3.699.000; sacerdoti: 619; religiosi: 1.366; diaconi permanenti: 104), Brasile. Il Vescovo eletto è nato a Rio de Janeiro (Brasile) nel 1964 ed ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1990. È stato finora Parroco della Parrocchia “Santa Rita” e Direttore della Facoltà Ecclesiastica di Filosofia “João Paulo II”, nella città di Rio de Janeiro (Brasile).

- Ha nominato il Sacerdote Nelson Francolino Ferriera, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile). Il Vescovo eletto è nato nel 1965 a Sapé (Brasile) ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. È stato finora Parroco della Parrocchia ”Nossa Senhora da Glória” nella città di Rio de Janeiro (Brasile).

- Ha nominato il Sacerdote Paulo César Costa, Vescovo Ausiliare dell’ Arcidiocesi di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile). Il Vescovo eletto è nato a Valença (Brasile) nel 1967 ed ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1992. È stato finora Rettore del Seminario “Paulo VI” a Nova Iguaçu e Direttore del Dipartimento di Teologia della Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro (Brasile).
RE:NER:NEA/ VIS 20101124 (270)

martedì 23 novembre 2010

LUCE DEL MONDO, IL PAPA, LA CHIESA E I SEGNI DEI TEMPI

CITTA' DEL VATICANO, 23 NOV. 2010 (VIS). Questa mattina ha avuto luogo presso la Sala Stampa della Santa Sede, la Conferenza Stampa di presentazione del libro: "Luce del Mondo. Il Papa, la Chiesa, i segni dei tempi. Una conversazione del Santo Padre Benedetto XVI con Peter Seewald." (Libreria Editrice Vaticana).

Alla Conferenza Stampa sono intervenuti: l’Arcivescovo Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione e il Dottor Luigi Accattoli, giornalista. Erano presenti anche il Dottor Peter Seewald, Autore dell’intervista e Don Giuseppe Costa, S.D.B., Direttore della Libreria Editrice Vaticana.

L’Arcivescovo Fisichella ha spiegato che il Dottor Seewald ha intervistato il Papa sulle “grandi questioni che segnano la teologia del momento, le diverse vicende politiche che accompagnano da sempre le relazioni tra diversi Paesi e, infine, gli interrogativi che spesso occupano gran parte del dibattito pubblico. Siamo dinanzi a un Papa che non si sottrae a nessun domanda, che tutto desidera chiarificare con un linguaggio semplice, ma non per questo meno profondo, e che accetta con benevolenza quelle provocazioni che tante questioni possiedono”.

“Ridurre, tuttavia” – ha proseguito l’Arcivescovo Fisichella – “l’intera intervista a una frase estrapolata dal suo contesto e dall’insieme del pensiero di Benedetto XVI sarebbe un’offesa all’intelligenza del Papa e una gratuita strumentalizzazione delle sue parole. Ciò che emerge dal quadro complessivo di queste pagine, invece, è la visione di una Chiesa chiamata ad essere ‘Luce del mondo’, segno di unità di tutto il genere umano”.

Il Presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione ha precisato che “Licht der Welt” “non è un volume scritto da Benedetto XVI; eppure qui si condensa il suo pensiero, le sue preoccupazioni e sofferenze di questi anni, il suo programma pastorale e le aspettative per il futuro. L’impressione che si ricava è quella di un Papa ottimista sulla vita della Chiesa, nonostante le difficoltà che l’accompagnano da sempre”.

Il volume che si presenta oggi, ha detto l’Arcivescovo, è “un’intervista che per molti versi diventa una provocazione a compiere un serio esame di coscienza dentro e fuori della Chiesa per giungere a una vera conversione del cuore e della mente. Le condizioni di vita della società, l’ecologia, la sessualità, l’economia e la finanza, la stessa Chiesa... sono tutti temi che richiedono un impegno particolare per verificare la direzione culturale del mondo di oggi e le prospettive che si aprono per il futuro. Benedetto XVI non si lascia impaurire dalle cifre dei sondaggi, perché la verità possiede ben altri criteri: ‘la statistica non è il metro della morale’”.

“Benedetto XVI ritorna spesso in queste pagine al rapporto tra modernità e cristianesimo. Una relazione che non può né deve essere vissuta parallelamente, ma coniugando in modo corretto fede e ragione, diritti individuali e responsabilità sociale. In una parola, ‘Rimettere Dio al primo posto’. (...) Questa è la conversione che Benedetto XVI chiede ai cristiani e a quanti vorranno ascoltare la sua voce. (...) È questo il compito che il Papa si prefigge per il suo pontificato e, onestamente, non si può negare quanto esso appaia arduo”.

L’Arcivescovo Fisichella ha concluso la sua presentazione ponendo in rilievo che: “Semplicità e verità sono i tratti caratteristici di questo colloquio scelto da Benedetto XVI per rendere partecipe il grande pubblico del suo pensiero, del suo modo di essere e del suo modo di concepire la stessa missione che gli è stata affidata. Un’impresa non facile nel periodo della comunicazione che tende spesso a sottolineare solo alcuni frammenti e lascia in ombra la globalità. Un volume da leggere e su cui meditare per comprendere ancora una volta in che modo la Chiesa può essere nel mondo annuncio di una bella notizia che reca gioia e serenità”.

Luigi Accatoli suggerisce ai colleghi giornalisti di leggere questo volume “come una visita guidata al laboratorio papale di Benedetto XVI e al mondo vitale di Joseph Ratzinger. (...) Coglieremo per lo più quest’uomo chiamato a fare il Papa nell’atteggiamento con cui viene pubblicando i due volumi su Gesù di Nazaret, che propone non come documenti di magistero ma come attestazioni della propria ricerca del volto del Signore”.

“Ci avverte fin dall’inizio che “’il Papa può avere opinioni personali sbagliate’ e certo dispone della ‘facoltà della decisione ultima’ in materia di fede ma ciò ‘non significa che possa di continuo produrre infallibilità’. È forse in questa riflessione” – sottolinea il giornalista – “che va cercata la prima radice del libro-intervista che affronta temi anche ardui in un’attitudine di libertà e di azzardo: azzardo nella testimonianza della fede, si intende”.

A più riprese Benedetto XVI “si interroga sui suoi 83 anni e su quanti altri gliene darà il Signore e in nostra presenza – si direbbe – ragiona dell’opportunità delle dimissioni qualora venga a trovarsi nell’impossibilità di adempiere alla sua missione. Nella stessa pagina nega di aver pensato a dimettersi per lo scandalo pedofilia: ‘Non si può scappare proprio nel momento del pericolo’. Sappiamo che tutti i Papi contemporanei – da Pio XII in poi – si sono posti il problema delle dimissioni, ma prima di questa intervista nessuno l’aveva fatto in pubblico”.

Il libro-intervista del Papa “tratta ampiamente del conflitto della fede cristiana con il nostro tempo, ma in almeno due passi riconosce con parole impegnative ‘la moralità della modernità’ e l’esistenza di una ‘modernità buona e giusta’. A queste affermazioni in positivo andrebbero uniti i passaggi in cui riconosce le prevaricazioni religiose del passato: dalle ‘atrocità’ commesse ‘in nome della verità’ alle ‘guerre di religione’ e ai ‘rigorismi’ nei confronti della corporeità, con i quali ‘si giunse a impaurire l’uomo’. Nel conflitto con il mondo moderno occorrerà dunque chiedersi a ogni passo ‘in che cosa il secolarismo ha ragione’ e dove gli si dovrà invece ‘opporre resistenza’”.

Il Papa “non teme di usare espressioni come ‘peccaminosità della Chiesa’ e ‘quanto misera sia la Chiesa’. Il termine ‘sporcizia’ per indicare il peccato che è nella Chiesa – tipico già del teologo e del Cardinale Ratzinger, da ‘Introduzione al cristianesimo’ (1968) alla ‘Via Crucis’ del 2005 – ricorre nel volume almeno tre volte a proposito della pedofilia del clero e dello ‘shock enorme’ che ha provocato. Sempre per la sporcizia vi è un ripetuto riconoscimento del ruolo positivo dei media, che aveva già espresso in diverse occasioni ma mai così esplicitamente: ‘Sin tanto che si tratta di portare alla luce la verità, dobbiamo essere riconoscenti’. Su questo tema ci regala uno degli aforismi più efficaci del volume: ‘Solo perché il male era dentro la Chiesa, gli altri hanno potuto rivolgerlo contro di lei’”.

Il Santo Padre “assicura che non avrebbe tolto la scomunica al Vescovo Williamson senza condurre un’ulteriore istruttoria se avesse saputo delle sue posizioni negazioniste della Shoah”.

Benedetto XVI “cerca con cautela e coraggio una via pragmatica attraverso cui i missionari e altri operatori ecclesiali possano aiutare a vincere la pandemia dell’aids senza approvare ma anche senza escludere – in casi particolari – l’uso del profilattico. Riafferma il carattere ‘profetico’ dell’’Humanae Vitae’ di Paolo VI ma non si nasconde l’esistenza di una vera difficoltà a ‘trovare strade umanamente percorribili’ per dare seguito a quella profezia e riconosce che ‘in questo campo molte cose debbono essere ripensate ed espresse in modo nuovo”.

Il Papa “si dichiara ‘molto ottimista rispetto al fatto che il Cristianesimo si trovi di fronte a una dinamica nuova’ che forse lo porterà ad assumere ‘un aspetto culturale diverso’; ma anche ‘deluso’ perché ‘la tendenza generale del nostro tempo è di ostilità alla Chiesa”.

Infine Benedetto XVI “sogna il ritrovamento della ‘semplicità’ e ‘radicalità’ del Vangelo e del cristianesimo”. Si tratta di “comprendere la drammaticità del nostro tempo, di rimanere saldi nella Parola di Dio come la parola decisiva e al tempo stesso di dare al Cristianesimo quella semplicità e quella profondità senza le quali non può operare”.
OP/ VIS 20101123 (1300)

SESSIONE PLENARIA COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE

CITTA' DEL VATICANO, 23 NOV. 2010 (VIS). Un Comunicato reso pubblico questa mattina annuncia che la Commissione Teologica Internazionale, presieduta dal Cardinale William Joseph Levada, terrà la sua Sessione Plenaria dal 29 novembre al 3 dicembre presso la “Domus Sanctae Marthae” in Vaticano, sotto la direzione del Padre Charles Morerod, O.P., Segretario Generale.

La Commissione studierà tre temi di notevole importanza. Il primo è la questione dei principi della teologia, il suo senso e il suo metodo. Il secondo tema è la questione dell’unico Dio in rapporto alle tre religioni monoteistiche. Il terzo tema è quello dell’integrazione della Dottrina sociale della Chiesa nel contesto più ampio della Dottrina Cristiana.

Al termine dei lavori della Sessione Plenaria, i membri della Commissione Teologica Internazionale saranno ricevuti in Udienza dal Santo Padre nel Palazzo Apostolico.
OP/ VIS 20101123 (140)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 23 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Reverendo Felix Gmür, Vescovo di Basel (superficie: 12.585; popolazione: 3.045.000; cattolici: 1.080.000; sacerdoti: 715; religiosi: 2.554; diaconi permanenti: 104), Svizzera. Il Vescovo eletto, finora Segretario della Conferenza dei Vescovi Svizzeri, è nato nel 1966 a Lucerna (Svizzera) ed è stato ordinato sacerdote nel 1999.
NER/ VIS 20101123 (60)

lunedì 22 novembre 2010

RIFLESSIONI CARDINALI “DOMINUS IESUS”, ”ANGLICANORUM COETIBUS” E NORME CANONICHE SU ABUSI MINORI

CITTA' DEL VATICANO, 20 NOV. 2010 (VIS). La sessione pomeridiana dell’Incontro di preghiera e di riflessione del Santo Padre con i Membri del Collegio Cardinalizio in occasione del Concistoro, è iniziata alle ore 17:00 di ieri, con la celebrazione del Vespro ed è poi continuata con le tre comunicazioni in programma.

“L’Arcivescovo Angelo Amato ha parlato su ‘La Dichiarazione ‘Dominus Iesus’ della Congregazione per la Dottrina della Fede a dieci anni dalla pubblicazione. Ha osservato che essa ha fatto chiarezza su alcune fondamentali verità cristologiche ed ecclesiologiche e ha rilanciato i dialoghi ecumenici ed interreligiosi a partire da una precisa identità cattolica; allo stesso tempo non ha chiuso le vie di ricerca positive indicate dal Concilio sulla grande questione della salvezza dei non cristiani. La ‘Dominus Iesus’, mettendo in guardia da un malinteso pluralismo, resta un valido richiamo di chiarezza dottrinale e pastorale, come base della catechesi, della nuova evangelizzazione e della ‘missio ad gentes’”.

“Il Cardinale William Levada ha poi svolto le due comunicazioni a lui affidate, rispettivamente su ‘Risposta della Chiesa ai casi di abuso sessuale: verso un orientamento comune’, e su ‘La Costituzione apostolica ‘Anglicanorum coetibus’’. Nella prima il Cardinale ha offerto un aggiornamento circa la legislazione canonica riguardante il delitto di abuso sessuale sui minori, e ha quindi svolto alcune osservazioni circa la più ampia responsabilità dei Vescovi per la tutela dei fedeli loro affidati. In ciò si è ispirato alle parole del Santo Padre, al suo esempio di ascolto e di accoglienza per le vittime, e ha parlato della collaborazione con le autorità civili e della necessità di un efficace impegno di protezione dei bambini e dei giovani e di un’attenta selezione e formazione dei futuri sacerdoti e religiosi. Infine ha informato sul lavoro di preparazione di una Lettera circolare della Congregazione alle Conferenze episcopali sulle linee guida da offrire per un programma coordinato ed efficace nella direzione sopra descritta”.

“Nella seconda comunicazione, il Cardinale Levada ha illustrato la natura e l’origine della Costituzione Apostolica sulla istituzione degli ordinariati per i fedeli anglicani che desiderano entrare ‘corporativamente’ nella piena comunione con la Chiesa cattolica. Ha spiegato il contesto ecumenico e la situazione attuale circa la costituzione di Ordinariati, il primo dei quali sarà eretto in Gran Bretagna, come è stato comunicato oggi stesso in uno ‘Statement’ della Conferenza Episcopale d’Inghilterra e Galles”.

“Nella successiva discussione sono intervenuti 12 cardinali (quindi il numero totale di interventi nella giornata è stato di 30). Alcuni si sono riferiti ancora, con ulteriori approfondimenti, ai temi presentati nella mattinata, cioè la libertà religiosa e la liturgia, mentre altri si sono riferiti ai nuovi temi del pomeriggio, in particolare quello della risposta della Chiesa ai casi di abuso sessuale. È stato suggerito, tra l’altro, di incoraggiare le Conferenze Episcopali a sviluppare piani efficaci, tempestivi, articolati, completi e decisi di protezione dei minori, che tengano conto dei molteplici aspetti del problema e delle necessarie linee di intervento, sia per il ristabilimento della giustizia, sia per l’assistenza delle vittime, sia per la prevenzione e la formazione, anche nei paesi dove il problema non si è manifestato in modo drammatico come in altri”.

“Nel corso del dibattito si è anche deciso di manifestare la solidarietà del Collegio cardinalizio – unito con il Santo Padre - con i popoli dell’Iraq e di Haiti, oggi particolarmente provati, e di avviare una iniziativa concreta di raccolta di offerte caritative da inviare tramite ‘Cor Unum’”.
OP/ VIS 20101122 (560)

ASSUMERE STILE FIGLIO DI DIO: SERVIZIO E OFFERTA ALLA CHIESA

CITTA' DEL VATICANO, 20 NOV. 2010 (VIS). Questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha tenuto il terzo Concistoro Ordinario Pubblico del suo Pontificato, per la creazione di 24 nuovi Cardinali.

Dopo il saluto liturgico, il Santo Padre ha letto la formula di creazione e ha solennemente proclamato i nomi dei nuovi Cardinali. Il primo, Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha rivolto al Papa, a nome di tutti, un indirizzo di omaggio e gratitudine.

Dopo la proclamazione del Santo Vangelo il Santo Padre ha tenuto l’omelia.

Il Papa ha detto che i nuovi Membri del Collegio Cardinalizio, da oggi, “entrano a far parte di quel ‘coetus peculiaris’, che presta al Successore di Pietro una collaborazione più immediata e assidua, sostenendolo nell’esercizio del suo ministero universale”.

Nel commentare il brano del Vangelo appena proclamato, il Papa ha spiegato che in esso “viene posta davanti ai nostri occhi l’icona di Gesù come il Messia - preannunziato da Isaia - che non è venuto per farsi servire, ma per servire: il suo stile di vita diventa la base dei nuovi rapporti all’interno della comunità cristiana e di un modo nuovo di esercitare l’autorità”.

“Qual è allora” – si è chiesto il Pontefice – “la via che deve percorrere chi vuole essere discepolo? È la via del Maestro, è la via della totale obbedienza a Dio”.

“Nella Chiesa nessuno è padrone” – ha sottolineato il Papa – “ma tutti sono chiamati, tutti sono inviati, tutti sono raggiunti e guidati dalla grazia divina. E questa è anche la nostra sicurezza! Solo riascoltando la parola di Gesù, che chiede ‘vieni e seguimi’, solo ritornando alla vocazione originaria è possibile intendere la propria presenza e la propria missione nella Chiesa come autentici discepoli”.

“Il criterio della grandezza e del primato secondo Dio non è il dominio, ma il servizio; la diaconia è la legge fondamentale del discepolo e della comunità cristiana (...). Il Figlio dell’uomo, che è venuto per servire; sintetizza cioè la sua missione sotto la categoria del servizio, inteso non in senso generico, ma in quello concreto della Croce, del dono totale della vita come ‘riscatto’, come redenzione per molti, e lo indica come condizione per la sequela. È un messaggio che vale per gli Apostoli, vale per tutta la Chiesa, vale soprattutto per coloro che hanno compiti di guida nel Popolo di Dio. Non è la logica del dominio, del potere secondo i criteri umani, ma la logica del chinarsi per lavare i piedi, la logica del servizio, la logica della Croce che è alla base di ogni esercizio dell’autorità. In ogni tempo la Chiesa è impegnata a conformarsi a questa logica e a testimoniarla per far trasparire la vera ‘Signoria di Dio’, quella dell’amore”.

“Venerati Fratelli eletti alla dignità cardinalizia, la missione, a cui Dio vi chiama quest’oggi e che vi abilita ad un servizio ecclesiale (...) richiede una volontà sempre maggiore di assumere lo stile del Figlio di Dio, (...). Si tratta di seguirlo nella sua donazione d’amore umile e totale alla Chiesa sua sposa, sulla Croce. (...) Per questo occorre un radicamento ancora più profondo e saldo in Cristo. Il rapporto intimo con Lui (...) costituisce l’esigenza primaria perché il nostro servizio sia sereno e gioioso e possa dare il frutto che si attende da noi il Signore”.

Successivamente ha avuto luogo la professione di fede dei nuovi Cardinali davanti al popolo di Dio e il giuramento di fedeltà e obbedienza al Papa e ai suoi successori.

I nuovi Cardinali, secondo l’ordine di creazione, si sono inginocchiati davanti al Papa che ha imposto loro la berretta rossa e ha assegnato ad ognuno una chiesa di Roma (Titolo o Diaconia), in segno di partecipazione alla sollecitudine pastorale del Papa per la città.

Il Santo Padre ha poi consegnato la Bolla di creazione dei Cardinali e ha scambiato un abbraccio di pace con ognuno dei nuovi Membri del Collegio Cardinalizio, il quale a sua volta ha scambiato un abbraccio con gli altri nuovi Membri.

La celebrazione si è conclusa con la preghiera dei fedeli, la recita del Padre Nostro e la benedizione finale.
BXVI-CONCISTORO/ VIS 20101122 (700)

CHIESE TITOLARI E DIACONIE DEI NUOVI CARDINALI

CITTA' DEL VATICANO, 20 NOV. 2010 (VIS). Durante il Concistoro di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha assegnato ai nuovi Cardinali nel momento della creazione, i seguenti Titoli e Diaconie:

1. Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Diaconia di Santa Maria in Aquiro.

2. Cardinale Antonios S.B. Naguib.

3. Cardinale Robert Sarah, Diaconia di San Giovanni Bosco in via Tuscolana.

4. Cardinale Francesco Monterisi, Diaconia di San Paolo alla Regola.

5. Cardinale Fortunato Baldelli, Diaconia di Sant’Anselmo all’Aventino.

6. Cardinale Raymond Leo Burke, Diaconia di Sant’Agata de’ Goti.

7. Cardinale Kurt Koch, Diaconia di Nostra Signora del Sacro Cuore.

8. Cardinale Paolo Sardi, Diaconia di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana.

9. Cardinale Mauro Piacenza, Diaconia di San Paolo alle Tre Fontane.

10. Cardinale Velasio De Paolis, C.S., Diaconia di Gesù Buon Pastore alla Montagnola.

11. Cardinale Gianfranco Ravasi, Diaconia di San Giorgio in Velabro.

12. Cardinale Medardo Joseph Mazombwe, Titolo di Santa Emerenziana a Tor Fiorenza.

13. Cardinale Raúl Eduardo Vela Chiriboga, Titolo di Santa Maria in Via.

14. Cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, Titolo di Santa Maria “Regina Pacis” in Ostia mare.

15. Cardinale Paolo Romeo, Titolo di Santa Maria Odigitria dei Siciliani.

16. Cardinale Donald William Wuerl, Titolo di San Pietro in Vincoli.

17. Cardinale Raymundo Damasceno Assis, Titolo dell’Immacolata al Tiburtino.

18. Cardinale Kazimierz Nycz, Titolo dei Santi Silvestro e Martino ai Monti.

19. Cardinale Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, Titolo di San Lorenzo in Lucina.

20. Cardinale Reinhard Marx, Titolo di San Corbiniano.

21. Cardinale José Manuel Estepa Llaurens, Titolo di San Gabriele Arcangelo all’Acqua Traversa.

22. Cardinale Elio Sgreccia, Diaconia di Sant’Angelo in Pescheria.

23. Cardinale Walter Brandmüller, Diaconia di San Giuliano dei Fiamminghi.

24. Cardinale Domenico Bartolucci, Diaconia dei Santissimi Nomi di Gesù e Maria in via Lata.
.../ VIS 20101122 (310)

MINISTERO PETRINO: LOGICA DELL’UMILTÀ E DEL SERVIZIO

CITTA' DEL VATICANO, 21 NOV. 2010 (VIS). Alle ore 9:30 di oggi, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, nella Basilica Vaticana il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la concelebrazione eucaristica con i nuovi 24 Cardinali creati nel Concistoro di ieri ed ha consegnato loro l’Anello cardinalizio.

“Il primo servizio del Successore di Pietro è quello della fede” – ha detto il Papa nell’omelia – “Il dramma che si svolge sotto la croce di Gesù è un dramma universale; riguarda tutti gli uomini di fronte a Dio che si rivela per quello che è, cioè Amore. In Gesù crocifisso la divinità è sfigurata, spogliata di ogni gloria visibile, ma è presente e reale. Solo la fede sa riconoscerla: la fede di Maria, che unisce nel suo cuore anche questa ultima tessera del mosaico della vita del suo Figlio; Ella non vede ancora il tutto, ma continua a confidare in Dio, ripetendo ancora una volta con lo stesso abbandono Ecco la serva del Signore’".

“Il ministero di Pietro” – ha sottolineato il Pontefice – “consiste tutto nella sua fede, una fede che Gesù riconosce subito, fin dall’inizio, come genuina, come dono del Padre celeste; ma una fede che deve passare attraverso lo scandalo della croce, per diventare autentica, davvero ‘cristiana’, per diventare ‘roccia’ su cui Gesù possa costruire la sua Chiesa”.

“È difficile questo ministero, perché non si allinea al modo di pensare degli uomini – a quella logica naturale che peraltro rimane sempre attiva anche in noi stessi. (...) E questa regalità paradossale, dobbiamo testimoniarla e annunciarla come ha fatto Lui, il Re, cioè seguendo la sua stessa via e sforzandoci di adottare la sua stessa logica, la logica dell’umiltà e del servizio, del chicco di grano che muore per portare frutto”.

“L’efficacia del nostro servizio alla Chiesa, la Sposa di Cristo, dipende essenzialmente da questo, dalla nostra fedeltà alla regalità divina dell’Amore crocifisso. Per questo, sull’anello che oggi vi consegno, sigillo del vostro patto nuziale con la Chiesa, è raffigurata l’immagine della Crocifissione. E per lo stesso motivo il colore del vostro abito allude al sangue, simbolo della vita e dell’amore. Il Sangue di Cristo che, secondo un’antica iconografia, Maria raccoglie dal costato trafitto del Figlio morto sulla croce; e che l’apostolo Giovanni contempla mentre sgorga insieme con l’acqua, secondo le Scritture profetiche”.

“Il primato di Pietro e dei suoi Successori” – ha concluso il Pontefice – “è totalmente al servizio di questo primato di Gesù Cristo, unico Signore; al servizio del suo Regno, cioè della sua Signoria d’amore, affinché essa venga e si diffonda, rinnovi gli uomini e le cose, trasformi la terra e faccia germogliare in essa la pace e la giustizia”.
HML/ VIS 20101122 (450)

GESÙ DAL TRONO CROCE ACCOGLIE UOMO CON MISERICORDIA

CITTA' DEL VATICANO, 21 NOV. 2010 (VIS). Al termine della Concelebrazione eucaristica con i nuovi Cardinali creati nel Concistoro di ieri, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio per recitare l’Angelus con i fedeli convenuti in Piazza San Pietro.

Il Papa ha ricordato la Solennità di Cristo Re dell’Universo che si celebra oggi, istituita da Papa Pio XI nel 1925, e, che, dopo il Concilio Vaticano II, fu collocata a conclusione dell’anno liturgico.

“Il Vangelo di san Luca presenta, come in un grande quadro” – ha detto il Pontefice – “la regalità di Gesù nel momento della crocifissione. I capi del popolo e i soldati deridono ‘il primogenito di tutta la creazione’ e lo mettono alla prova per vedere se Egli ha il potere di salvare se stesso dalla morte. Eppure, proprio ‘sulla croce Gesù è all’’altezza’ di Dio, che è Amore. Lì si può ‘conoscerlo’. […] Gesù ci dà la ‘vita’ perché ci dà Dio”.

“Infatti, mentre il Signore sembra confondersi tra due malfattori, uno di essi, consapevole dei propri peccati, si apre alla verità, giunge alla fede e prega ‘il re dei Giudei’: ‘Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno’. Da Colui che ‘è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono’ il cosiddetto ‘buon ladrone’ riceve immediatamente il perdono e la gioia di entrare nel Regno dei Cieli. ‘In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso’. Con queste parole, Gesù, dal trono della croce, accoglie ogni uomo con infinita misericordia”.

“Cari amici, la via dell’amore, che il Signore ci rivela e che ci invita a percorrere, la possiamo contemplare anche nell’arte cristiana” – ha spiegato il Santo Padre – “Infatti, anticamente, ‘nella conformazione degli edifici sacri […] diventò abituale rappresentare sul lato orientale il Signore che ritorna come re - l’immagine della speranza - [e …] sul lato occidentale […] il Giudizio finale come immagine della responsabilità per la nostra vita’: speranza nell’amore infinito di Dio e impegno di ordinare la nostra vita secondo l’amore di Dio”.

“Quando contempliamo le raffigurazioni di Gesù ispirate al Nuovo Testamento” – ha concluso il Papa – “come insegna un antico Concilio – siamo condotti a ‘comprendere […] la sublimità dell’umiliazione del Verbo di Dio e […] a ricordare la sua vita nella carne, la sua passione e morte salvifica, e la redenzione che di lì è derivata al mondo’”.
ANG/ VIS 20101122 (410)

VICINANZA DEL PAPA CRISTIANI CHE SOFFRONO DISCRIMINAZIONI

CITTA' DEL VATICANO, 21 NOV. 2010 (VIS). Dopo la recita dell’Angelus il Papa ha ricordato che: “Oggi, in Italia, su invito dei Vescovi, le comunità ecclesiali pregano per i cristiani che soffrono persecuzioni e discriminazioni, specialmente in Iraq. Mi unisco a questa corale invocazione al Dio della vita e della pace, affinché in ogni parte del mondo sia assicurata a tutti la libertà religiosa. Sono vicino a questi fratelli e sorelle per l’alta testimonianza di fede che rendono a Dio”.

“Nell’odierna memoria della Presentazione al Tempio della Beata Vergine Maria” – ha proseguito il Santo Padre – “la Chiesa si stringe con particolare affetto alle monache e ai monaci di clausura: è la ‘Giornata pro Orantibus’, che rinnova anche l’invito a sostenere concretamente queste comunità. Ad esse imparto di cuore la mia benedizione”.

“Oggi ricorre anche la ‘Giornata delle vittime della strada’. Mentre assicuro il mio ricordo nella preghiera, incoraggio a proseguire nell’impegno della prevenzione, che sta dando buoni risultati, ricordando sempre che la prudenza e il rispetto delle norme sono la prima forma di tutela di sé e degli altri”.

Benedetto XVI ha espresso la sua vicinanza “a tutte le persone colpite dalle alluvioni che negli ultimi giorni hanno devastato gran parte della Colombia. Auspicando che gli appelli alla solidarietà siano ascoltati, mi unisco a quanti elevano preghiere al Signore per le vittime e per quanti vivono ore di angoscia e tribolazione”.
ANG/ VIS 20101122 (240)

NOTA DIRETTORE SALA STAMPA PAROLE SANTO PADRE NEL LIBRO “LUCE DEL MONDO” SULL’USO DEL PROFILATTICO

CITTA' DEL VATICANO, 21 NOV. 2010 (VIS). Di seguito riportiamo la Nota di Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, sulle parole del Santo Padre nel libro “Luce del mondo”, sull’uso del profilattico.

“Alla fine del capitolo 11 del libro ‘Luce del mondo’, il Papa risponde a due domande circa la lotta contro l’AIDS e l’uso del profilattico, domande che si ricollegano alla discussione seguita ad alcune parole pronunciate dal Papa sul tema nel corso del suo viaggio in Africa nel 2009”.

“Il Papa ribadisce chiaramente che egli allora non aveva voluto prendere posizione sul problema dei profilattici in generale, ma aveva voluto affermare con forza che il problema dell’AIDS non si può risolvere con la sola distribuzione di profilattici, perché bisogna fare molto di più: prevenire, educare, aiutare, consigliare, stare vicini alle persone, sia affinché non si ammalino sia nel caso che siano ammalate”.

“Il Papa osserva che anche nell’ambito non ecclesiale si è sviluppata una analoga consapevolezza, come appare dalla cosiddetta teoria ABC (Abstinence – Be Faithful – Condom), in cui i primi due elementi (astinenza e fedeltà) sono molto più determinanti e fondamentali per la lotta all’AIDS, mentre il profilattico appare in ultimo luogo come scappatoia, quando mancano gli altri due. Deve essere quindi chiaro che il profilattico non è la soluzione del problema”.

“Il Papa allarga poi lo sguardo e insiste sul fatto che concentrarsi solo sul profilattico equivale a banalizzare la sessualità, che perde il suo significato come espressione di amore fra persone e diventa come una ‘droga’. Lottare contro la banalizzazione della sessualità è ‘parte del grande sforzo perché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull’essere umano nella sua totalità’".

“Alla luce di questa visione ampia e profonda della sessualità umana e della sua problematica odierna, il Papa riafferma che ‘naturalmente la Chiesa non considera i profilattici come la soluzione autentica e morale’ del problema dell’AIDS”.

“Con ciò il Papa non riforma o cambia l’insegnamento della Chiesa, ma lo riafferma mettendosi nella prospettiva del valore e della dignità della sessualità umana come espressione di amore e responsabilità”.

“Allo stesso tempo il Papa considera una situazione eccezionale in cui l’esercizio della sessualità rappresenti un vero rischio per la vita dell’altro. In tal caso, il Papa non giustifica moralmente l’esercizio disordinato della sessualità, ma ritiene che l’uso del profilattico per diminuire il pericolo di contagio sia ‘un primo atto di responsabilità’, ‘un primo passo sulla strada verso una sessualità più umana’, piuttosto che il non farne uso esponendo l’altro al rischio della vita”.

“In ciò, il ragionamento del Papa non può essere certo definito una svolta rivoluzionaria”.

“Numerosi teologi morali e autorevoli personalità ecclesiastiche hanno sostenuto e sostengono posizioni analoghe; è vero tuttavia che non le avevamo ancora ascoltate con tanta chiarezza dalla bocca di un Papa, anche se in una forma colloquiale e non magisteriale”.

“Benedetto XVI ci dà quindi con coraggio un contributo importante di chiarificazione e approfondimento su una questione lungamente dibattuta. È un contributo originale, perché da una parte tiene alla fedeltà ai principi morali e dimostra lucidità nel rifiutare una via illusoria come la ‘fiducia nel profilattico’; dall’altra manifesta però una visione comprensiva e lungimirante, attenta a scoprire i piccoli passi – anche se solo iniziali e ancora confusi - di una umanità spiritualmente e culturalmente spesso poverissima, verso un esercizio più umano e responsabile della sessualità”.
OP/ VIS 20101122 (580)

ESSERE NELLA CHIESA ATTENTI ASCOLTATORI VARIE VOCI

CITTA' DEL VATICANO, 22 NOV. 2010 (VIS). Questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre ha ricevuto in udienza i 24 nuovi Cardinali, creati sabato 20 novembre, accompagnati dai familiari e dai fedeli delle loro diocesi, convenuti a Roma per il Concistoro.

Il Papa ha rivolto parole di saluto in italiano, inglese, francese, tedesco, portoghese e polacco ai nuovi porporati, e ha esortato quanti li accompagnavano “ad assicurare il sostegno della loro preghiera, perché possiate perseverare fedelmente nei rispettivi compiti a vantaggio del Vangelo e dell'intero popolo cristiano”.

“Il vostro ministero” – ha detto il Papa ai Cardinali – “si arricchisce di un ulteriore impegno nel sostenere il Successore di Pietro, nel suo universale servizio alla Chiesa. Confido tanto in voi, nella vostra preghiera e nel vostro prezioso aiuto. Con fraterna stima, vi incoraggio a proseguire nella vostra missione spirituale e apostolica, che ha conosciuto una tappa molto importante. Mantenete fisso lo sguardo su Cristo, attingendo da Lui ogni grazia e spirituale conforto, sull'esempio luminoso dei Santi Cardinali, intrepidi servitori della Chiesa che nel corso dei secoli hanno reso gloria a Dio con esercizio eroico delle virtù e tenace fedeltà al Vangelo”.

“Invoco su di voi e sui presenti la materna protezione della Vergine Maria, Madre della Chiesa, e della martire santa Cecilia, di cui oggi celebriamo la memoria. La patrona della musica e del bel canto” – ha auspicato il Pontefice – “accompagni e sostenga il vostro impegno di essere nella Chiesa attenti ascoltatori delle varie voci, per rendere più profonda l’unità dei cuori”.
AC/ VIS 20101122 (260)

MESSAGGIO PAPALE IN OCCASIONE SIMPOSIO CARDINALE NEWMAN

CITTA' DEL VATICANO, 22 NOV. 2010 (VIS). Benedetto XVI ha indirizzato un Messaggio al Padre Hermann Geissler, F.S.O. Direttore dell’”International Centre of Newman Friends”, in occasione del Simposio che il Centro ha organizzato a Roma sul tema: “Il primato di Dio nella vita e negli scritti del beato John Henry Newman”.

Il Papa ricorda che Newman, dopo aver attraversato nella sua gioventù un periodo di difficoltà e di dubbi, ricevette la grazia della conversione e si lasciò guidare da due criteri fondamentali che “manifestano appieno il primato di Dio nella sua vita. Il primo: ‘la santità piuttosto che la pace’ , documenta la sua ferma volontà di aderire al Maestro interiore con la propria coscienza, di abbandonarsi fiduciosamente al Padre e di vivere nella fedeltà alla verità riconosciuta. (...) Il secondo motto scelto da Newman: ‘la crescita è la sola espressione di vita’, esprime compiutamente la sua disposizione ad una continua conversione, trasformazione e crescita interiore, sempre fiduciosamente appoggiato a Dio”.

“Scoprì così” – scrive ancora il Papa – “la sua vocazione al servizio della Parola di Dio e, rivolgendosi ai Padri della Chiesa per trovare maggiore luce, propose una vera riforma dell’anglicanesimo, aderendo infine alla Chiesa cattolica”.

“Il primato di Dio si traduce dunque, per Newman” – sottolinea Benedetto XVI – “nel primato della verità, una verità che va cercata anzitutto disponendo la propria interiorità all’accoglienza, in un confronto aperto e sincero con tutti, e che trova il suo culmine nell’incontro con Cristo, ‘via, verità e vita’”.

“Presentando e difendendo la Verità, Newman fu sempre attento anche a trovare il linguaggio appropriato, la forma giusta ed i1 tono adeguato. Cercò di non offendere mai e di rendere testimonianza alla gentile luce interiore (“kindly light”), sforzandosi di convincere con l’umiltà, l’allegria e la pazienza”.

“Al beato John Henry Newman, maestro nell’insegnarci che il primato di Dio è il primato della verità e dell’amore, affido le riflessioni e il lavoro del presente Simposio, mentre, per intercessione della Vergine Maria, Madre della Chiesa, sono lieto di impartire a Lei e a tutti i partecipanti l’implorata Benedizione Apostolica, pegno di abbondanti favori celesti”.
MESS/ VIS 20101122 (360)

CORDOGLIO MORTE DEL CARDINALE URBANO NAVARRETE

CITTA' DEL VATICANO, 22 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio al Padre Adolfo Nicolás Pachón, Preposito Generale della Compagnia di Gesù, per la morte, avvenuta quest’oggi, all’età di 90 anni, del Cardinale Urbano Navarrete, S.I., Diacono di San Ponziano.

Il Papa esprime il suo “profondo cordoglio” al Preposito, “all’intera Compagnia di Gesù ed ai familiari del caro Porporato” e ricorda “il lungo e competente servizio prestato dall’insigne giurista alla Pontificia Università Gregoriana come pure alla Santa Sede”.

La Liturgia Esequiale del Cardinale Urbano Navarrete, S.I., sarà concelebrata dal Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, e dai Membri del Collegio Cardinalizio, il 24 novembre, alle 11:30, all’Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro.

Al termine della celebrazione eucaristica, il Santo Padre rivolgerà alcune parole ai presenti e presiederà il rito della Ultima Commendatio e della Valedictio.
TGR/ VIS 20101122 (150)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 22 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Il Cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, Arcivescovo di San Cristobal de la Habana (Cuba).

- Il Cardinale José T. Sanchez, Prefetto emerito della Congregazione per il Clero.

- Il Cardinale Ricardo J. Vidal, Arcivescovo emerito di Cebu (Filippine).
AP/... VIS 20101122 (60)

ALTRI ATTI PONTIFICI



CITTA' DEL VATICANO, 22 NOV. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Padre José Bonello, O.F.M., Vescovo Coadiutore di Juticalpa (superficie: 24.341; popolazione: 578.000; cattolici: 530.000; sacerdoti: 23; religiosi: 49), Honduras. Il Vescovo eletto è nato a Xaghra (Malta), nel 1961, ha emesso la professione solenne nel 1983 ed ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1985. È stato finora Vicario Generale della Diocesi di Comayagua (Honduras) e Parroco di “Santa Ana” in La Libertad.

- Il Vescovo Vincenzo Di Mauro, Vescovo Coadiutore di Vigevano (superficie: 1.509; popolazione: 184.356; cattolici: 174.869; sacerdoti: 118; religiosi: 198; diaconi permanenti: 10), Italia, con il titolo di Arcivescovo “ad personam”. L’Arcivescovo eletto è nato a Monza (Italia), nel 1951, è stato ordinato sacerdote nel 1976 ed ha ricevuto l’ordinazione episcopale nel 2007. È stato finora Segretario della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.

Sabato 20 novembre il Santo Padre ha nominato l’Arcivescovo Adolfo Tito Yllana, Nunzio Apostolico nella Repubblica Democratica del Congo. È stato finora Nunzio Apostolico in Pakistan.
NEC:NN/ VIS 20101122 (170)

venerdì 19 novembre 2010

CONCISTORO SI APRE CON GIORNATA DI PREGHIERA E RIFLESSIONE

CITTA' DEL VATICANO, 19 NOV. 2010 (VIS). In occasione del Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di 24 nuovi Cardinali, questa mattina si è tenuta una giornata di preghiera e di riflessione dei Membri del Collegio Cardinalizio nell’Aula Nuova del Sinodo, in Vaticano.

L’incontro ha avuto inizio alle 9:30 con il saluto del Santo Padre Benedetto XVI ai Membri del Collegio Cardinalizio. Quindi sono stati affrontati due temi di discussione: la situazione della libertà religiosa nel mondo e le nuove sfide con relazione introduttiva del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, e la Liturgia nella vita della Chiesa oggi, con introduzione del Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Cardinale Antonio Cañizares Llovera.

Successivamente ha preso la parola il Santo Padre il quale ha introdotto, in particolare, i due temi proposti per la mattinata. Quanto al primo, ha ricordato che nel mandato del Signore di annunciare il Vangelo è implicita l’esigenza della libertà di farlo e tuttavia ciò incontra, nella storia, diverse opposizioni. Il rapporto fra verità e libertà è essenziale, ma oggi si trova di fronte alla grande sfida del relativismo, che sembra completare il concetto di libertà ma in realtà rischia di distruggerla proponendosi come una vera “dittatura”. Ci troviamo dunque in un tempo di difficile impegno per affermare la libertà di annunciare la verità del Vangelo e delle grandi acquisizioni della cultura cristiana. Quanto al secondo tema, il Papa ha richiamato l’importanza essenziale della liturgia nella vita della Chiesa, perché è il luogo della presenza di Dio con noi.

Il Cardinale Bertone ha tracciato una visione panoramica dei tentativi odierni di limitare la libertà dei cristiani nelle varie regioni del mondo. Il Cardinale ha dapprima invitato a riflettere sulla situazione della libertà religiosa nei Paesi occidentali, dove si assiste oggi ad un processo di secolarizzazione, con tentativi di emarginazione dei valori spirituali dalla vita sociale. In secondo luogo il Cardinale Segretario di Stato ha esposto quale sia la situazione della libertà religiosa nei Paesi islamici, ricordando le conclusioni a cui è giunta la recente assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente. Il Cardinale Tarcisio Bertone ha infine esposto l’attività della Santa Sede e degli Episcopati locali in difesa dei cattolici, sia in Occidente che in Oriente. In proposito ha anche ricordato il grande impegno della Santa Sede in campo internazionale, per promuovere di fronte agli Stati ed alle Organizzazioni delle Nazioni Unite il rispetto della libertà religiosa dei credenti.

Il Cardinale Antonio Cañizares ha ricordato poi l’importanza della preghiera liturgica nella vita della Chiesa.

Nel corso dell’ampio dibattito sono intervenuti 18 Cardinali che hanno approfondito principalmente la problematica della libertà religiosa e delle difficoltà incontrate dall’attività della Chiesa nelle diverse parti del mondo. Si è parlato anche delle gravi difficoltà che oggi la Chiesa incontra nella difesa di valori fondati nello stesso diritto naturale, come il rispetto della vita e della famiglia. Altro argomento sviluppato è stato quello del dialogo interreligioso, in particolare con l’Islam.

Nel pomeriggio sono previste due comunicazioni. La prima sarà del Cardinale William Joseph Levada sulle Norme date dalla Santa Sede per accogliere nella Chiesa cattolica i sacerdoti ed i fedeli anglicani che ne facciano richiesta e in difesa di minori vittime di abusi da parte di membri del clero. Il secondo intervento sarà tenuto dall’Arcivescovo Angelo Amato, il quale ricorderà l’attualità dell’Istruzione “Dominus Iesus”, di dieci anni fa, circa Gesù Cristo nostro unico Salvatore.
OP/ VIS 20101119 (590)

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