Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

mercoledì 10 marzo 2010

SAN BONAVENTURA: UNICITÀ E CONTINUITÀ DELLA CHIESA


CITTA' DEL VATICANO, 10 MAR. 2010 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell'Udienza Generale di oggi, tenutasi nell'Aula Paolo VI, all'opera letteraria e dottrinale di San Bonaventura da Bagnoregio.

  "San Bonaventura, tra i vari meriti" - ha detto Papa Benedetto XVI - "ha avuto quello di interpretare autenticamente e fedelmente la figura di San Francesco d'Assisi". Infatti reagì di fronte alla corrente spiritualistica dell'Ordine Francescano, nata dalle idee dell'Abate Gioacchino da Fiore, che "sosteneva che con San Francesco era stata inaugurata la fase finale della storia (...) per iniziare la nuova Chiesa dello Spirito, non più legata alle vecchie strutture della Chiesa gerarchica. Vi era dunque il rischio di un gravissimo fraintendimento del messaggio di San Francesco, della sua umile fedeltà al Vangelo e alla Chiesa, e tale equivoco comportava una visione erronea del Cristianesimo nel suo insieme".

  "San Bonaventura affrontò il problema proprio nell'ultima sua opera (...)  intitolata 'Hexaëmeron'" nella quale afferma che: "Dio è uno per tutta la storia (...). La storia è una, anche se è un cammino e (...) un cammino di progresso. (...) Gesù Cristo è l'ultima parola di Dio (...) Non c'è un altro Vangelo, non c'è un'altra Chiesa da aspettare. Perciò anche l'Ordine di San Francesco deve inserirsi in questa Chiesa, nella sua fede, nel suo ordinamento gerarchico"

  "Questo non significa" - ha proseguito Benedetto XVI - "che la Chiesa sia immobile, fissa nel passato e non possa esserci novità in essa". Con l'espressione "Le opere di Cristo non vengono meno, ma progrediscono" "San Bonaventura formula esplicitamente l'idea del progresso (...) Anche san Bonaventura riconosce i Padri come maestri per sempre, ma il fenomeno di San Francesco gli dà la certezza che la ricchezza della parola di Cristo è inesauribile e che anche nelle nuove generazioni possono apparire nuove luci. L'unicità di Cristo garantisce anche novità e rinnovamento nel futuro".

  "Anche oggi" - ha affermato il Pontefice - "esistono visioni secondo le quali tutta la storia della Chiesa nel secondo millennio sarebbe stata un declino permanente; alcuni vedono il declino già subito dopo il Nuovo Testamento. (...) Che cosa sarebbe la Chiesa senza la nuova spiritualità dei Cistercensi, dei Francescani e Domenicani, della spiritualità di Santa Teresa d'Avila e di San Giovanni della Croce, e così via? (...). San Bonaventura ci insegna l'insieme del necessario discernimento, anche severo, del realismo sobrio e dell'apertura a nuovi carismi donati da Cristo, nello Spirito Santo, alla sua Chiesa".

  "Dopo il Concilio Vaticano II alcuni erano convinti che tutto è nuovo, che c'è un'altra Chiesa, che la Chiesa pre-conciliare è finita, e avremmo un'altra, totalmente altra, un utopismo anarchico. Grazie a Dio, i timonieri saggi della barca di Pietro, Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II, hanno da una parte difeso la novità del Concilio e nello stesso tempo l'unicità e la continuità della Chiesa, che è sempre Chiesa di peccatori e sempre luogo di grazia".
 
  Commentando alcuni scritti teologico-mistici di San Bonaventura "che sono l'anima del suo governo", il Papa ha fatto rilevare l'importanza del suo capolavoro l''Itinerarium mentis in Deum', nel quale l'Autore indica che la conoscenza di Dio è un percorso in diverse tappe che culmina nella "unione appagante con la Trinità per mezzo di Cristo, a imitazione di Francesco d'Assisi".

  Prima dell'Udienza, nella Basilica di San Pietro, il Papa ha salutato il pellegrinaggio promosso dalla Fondazione Don Carlo Gnocchi, "luminosa figura del clero milanese" dopo la recente Beatificazione, nell'ottobre 2009.

  Riferendosi alla "straordinaria attività" dispiegata "in favore dei bambini in difficoltà, dei disabili, degli anziani, dei malati terminali e nel vasto ambito assistenziale e sanitario", il Santo Padre ha affermato: "Mediante i vostri progetti di solidarietà, vi sforzate di proseguire la benemerita opera iniziata dal Beato Carlo Gnocchi, apostolo dei tempi moderni e genio della carità cristiana".

  "In questo Anno sacerdotale, ancora una volta la Chiesa guarda a lui come a un modello da imitare. Il suo fulgido esempio sostenga l'impegno di quanti si dedicano al servizio dei più deboli e susciti nei sacerdoti il vivo desiderio di riscoprire e rinvigorire la consapevolezza dello straordinario dono di Grazia che il ministero ordinato rappresenta per chi lo ha ricevuto, per la Chiesa intera e per il mondo".
AG/SAN BONAVENTURA/...                           VIS 20100310 (740)



APPELLO IN FAVORE TURCHIA E NIGERIA


CITTA' DEL VATICANO, 10 MAR. 2010 (VIS). Al termine dell'Udienza Generale, il Santo Padre Benedetto XVI ha manifestato la sua profonda vicinanza "alle persone colpite dal recente sisma in Turchia ed alle loro famiglie. A ciascuno assicuro la mia preghiera, mentre chiedo alla comunità internazionale di contribuire con prontezza e generosità ai soccorsi".

  Successivamente, nel ricordare i fatti di violenti degli ultimi giorni in Nigeria ha detto: "Il mio sentito cordoglio va anche alle vittime dell'atroce violenza, che insanguina la Nigeria e che non ha risparmiato nemmeno i bambini indifesi. Ancora una volta ripeto con animo accorato che la violenza non risolve i conflitti, ma soltanto ne accresce le tragiche conseguenze. Faccio appello a quanti nel Paese hanno responsabilità civili e religiose, affinché si adoperino per la sicurezza e la pacifica convivenza di tutta la popolazione. Esprimo, infine, la mia vicinanza ai Pastori e ai fedeli nigeriani e prego perché, forti e saldi nella speranza, siano autentici testimoni di riconciliazione".
AG/APPELLO/TURCHIA:NIGERIA                       VIS 20100310 (170)


CRISI FINANZIARIA E DIRITTI UMANI


CITTA' DEL VATICANO, 10 MAR. 2010 (VIS). L'Arcivescovo Silvano Tomasi, C.S., Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni Specializzate a Ginevra, è intervenuto il 3 marzo scorso alla XIII Sessione Ordinaria del Consiglio dei Diritti dell'Uomo sulla crisi economica e finanziaria mondiale.

  All'inizio del suo discorso l'Arcivescovo Tomasi ha espresso anche a nome della Delegazione della Santa Sede "le condoglianze e la solidarietà al popolo cileno per le vittime del recente terremoto".

  "La Delegazione delle Santa Sede" - ha proseguito l'Arcivescovo "intende riaffermare la sua convinzione che la prospettiva dei diritti umani offre un contributo positivo per una soluzione della corrente crisi finanziaria. (...) Questa situazione richiede nuove regole ed un sano sistema globale di governo che assicuri una via sostenibile e di vasta portata per lo sviluppo di tutti".

  L'Arcivescovo ha citato fra le conseguenze negative della crisi finanziaria "lo scandalo della fame, la crescente disuguaglianza nel mondo, milioni di persone disoccupate e milioni di altre ridotte in estrema povertà, (...) la mancanza di protezione sociale per i più vulnerabili. Questi squilibri, il Santo Padre ci ricorda nella recente enciclica 'Caritas in Veritate' 'sono prodotti quando l'azione economica, concepita meramente come motore per la creazione di ricchezza, è distaccata dall'azione politica, concepita come mezzo per perseguire la giustizia mediante la ridistribuzione'. Equità e giustizia sono criteri essenziali nella gestione dell'economia mondiale".

  "Obiettivo comune è la protezione e il rispetto della dignità umana che accomuna l'intera famiglia umana, una unità radicata nei quattro principi fondamentali della centralità della persona umana, la solidarietà, la sussidiarietà e il bene comune. In tale contesto la revisione del Consiglio dei Diritti Umani deve tendere anche a operare cambiamenti sulla base di una realtà e di una concreta applicazione dei diritti umani, che deve essere prioritaria".

  "La dottrina sociale della Chiesa da sempre ha perseguito tale obiettivo con particolare attenzione ai membri più vulnerabili della società. Infatti dando priorità agli esseri umani e all'ordine creato che li sostiene nel loro viaggio terreno, noi possiamo modificare le regole che governano il sistema finanziario per servire un cambiamento concreto, e allontanarci dalle antiche abitudini di cupidigia che hanno portato alla crisi attuale, e promuovere uno sviluppo integrale e l'applicazione effettiva dei diritti umani poiché 'il capitale primario che deve essere salvaguardato e tenuto in considerazione è la persona umana nella sua integrità".
DELSS/DIRITTI UMANI/TOMASI                                   VIS 20100310 (390)


Copyright © VIS - Vatican Information Service