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lunedì 4 ottobre 2010

IL PAPA A PALERMO: VIVERE CON CORAGGIO VALORI VANGELO

CITTA' DEL VATICANO, 3 OTT. 2010 (VIS). Alle 8:15 di questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI è partito in aereo dall’aeroporto di Ciampino per la Visita Pastorale a Palermo, in occasione del Raduno ecclesiale regionale delle Famiglie e dei Giovani.

All’arrivo alle ore 9:15 - all’aeroporto ‘Falcone e Borsellino’ a Punta Raisi nel comune di Cinisi, il Papa è stato accolto dall’Arcivescovo Paolo Romeo, Metropolita di Palermo e dall’Arcivescovo Salvatore Di Cristina, di Monreale. Erano presenti anche l’Onorevole Angelino Alfano, Ministro della Giustizia, Rappresentante del Governo Italiano, ed altre Autorità politiche, civili ed ecclesiastiche.

Il Santo Padre ha raggiunto il Foro Italico Umberto I di Palermo dove ha presieduto la Celebrazione Eucaristica con la partecipazione di 200.000 persone.

Nell’omelia il Santo Padre ha ricordato il nome che gli antichi Greci approdati nella zona diedero alla città “Panormo” (tutto porto)”. “Un nome” – ha detto il Papa – “che voleva indicare sicurezza, pace e serenità. Venendo per la prima volta fra di voi, il mio augurio è che veramente questa Città, ispirandosi ai valori più autentici della sua storia e della sua tradizione, sappia sempre realizzare per i suoi abitanti, come pure per l’intera Nazione, l’auspicio di serenità e di pace sintetizzato nel suo nome”.

“So che a Palermo, come anche in tutta la Sicilia, non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni: penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarietà, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale e, come ha ricordato l’Arcivescovo, a causa della criminalità organizzata. Oggi sono in mezzo a voi per testimoniare la mia vicinanza ed il mio ricordo nella preghiera. Sono qui per darvi un forte incoraggiamento a non aver paura di testimoniare con chiarezza i valori umani e cristiani, così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione”.

“Tutti i testi della liturgia di questa domenica ci parlano della fede, che è il fondamento di tutta la vita cristiana” – ha proseguito il Pontefice – “Come una leva muove molto più del proprio peso, così la fede, anche un pizzico di fede, è in grado di compiere cose impensabili, straordinarie (...) La fede - fidarci di Cristo, accoglierlo, lasciare che ci trasformi, seguirlo fino in fondo - rende possibili le cose umanamente impossibili, in ogni realtà”.

“Nei secoli passati la Chiesa che è in Palermo è stata arricchita ed animata da una fede fervida, che ha trovato la sua più alta e riuscita espressione nei Santi e nelle Sante” – ha ricordato il Papa – “Né va dimenticato come il vostro senso religioso abbia sempre ispirato e orientato la vita familiare, alimentando valori, quali la capacità di donazione e di solidarietà verso gli altri, specialmente i sofferenti, e l’innato rispetto per la vita, che costituiscono una preziosa eredità da custodire gelosamente e da rilanciare ancor più ai nostri giorni. Cari amici, conservate questo prezioso tesoro di fede della vostra Chiesa; siano sempre i valori cristiani a guidare le vostre scelte e le vostre azioni!”.

“La seconda parte del Vangelo odierno” – ha proseguito il Pontefice – “presenta un altro insegnamento, un insegnamento di umiltà, che tuttavia è strettamente legato alla fede. (...) Davanti a Dio non dobbiamo mai presentarci come chi crede di aver reso un servizio e di meritare una grande ricompensa. Questa è un’illusione che può nascere in tutti, anche nelle persone che lavorano molto al servizio del Signore, nella Chiesa. Dobbiamo, invece, essere consapevoli che, in realtà, non facciamo mai abbastanza per Dio”.

“La Sicilia è stata ed è terra di santi, appartenenti ad ogni condizione di vita, che hanno vissuto il Vangelo con semplicità ed integralità. A voi, fedeli laici, ripeto: non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana, soprattutto in quelle difficili! La fede vi dona la forza di Dio per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre più bello alla vostra terra”.

“’Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro’” – ha esclamato il Santo Padre – “Ci si deve vergognare del male, di ciò che offende Dio, di ciò che offende l’uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce!”.

“La tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, viene a chi è debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare. Invece, chi è saldamente fondato sulla fede, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa, è capace di portare la forza dirompente del Vangelo”.

“Così si sono comportati i Santi e le Sante, fioriti, nel corso dei secoli, a Palermo e in tutta la Sicilia, come pure laici e sacerdoti di oggi a voi ben noti, come, ad esempio, Don Pino Puglisi (sacerdote assassinato dalla mafia n.d.r.). Siano essi a custodirvi sempre uniti e ad alimentare in ciascuno il desiderio di proclamare, con le parole e con le opere, la presenza e l’amore di Cristo. Popolo di Sicilia, guarda con speranza al tuo futuro! (...) Vivi con coraggio i valori del Vangelo per far risplendere la luce del bene! Con la forza di Dio tutto è possibile!” – ha concluso il Santo Padre .

Al termine della Celebrazione Eucaristica al Foro Italico a Palermo, il Papa ha recitato l’Angelus ed ha ricordato la figura di Anna Maria Adorni, proclamata Beata oggi a Parma, che si dedicò alla carità verso le donna carcerate e in difficoltà, per il cui servizio fondò due Istituti religiosi. “Madre Adorni” – ha detto il Papa – “veniva chiamata ‘Rosario vivente’. Mi piace rilevarlo all’inizio del mese dedicato al santo Rosario. La quotidiana meditazione dei misteri di Cristo in unione con Maria (...) ci fortifichi tutti nella fede, nella speranza e nella carità”.
PV-PALERMO/ VIS 20101004 (1000)

INCONTRO CON I SACERDOTI, I RELIGIOSI E I SEMINARISTI

CITTA' DEL VATICANO, 3 OTT. 2010 (VIS). Alle 17:00, nella Cattedrale di Palermo, ha avuto luogo l’incontro con i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose e i Seminaristi.

Il Papa si è raccolto qualche minuto in Adorazione del Santissimo Sacramento, e quindi ha rivolto ai presenti un discorso.

“Cari sacerdoti (...) siate sempre uomini di preghiera” – ha esortato il Pontefice – “per essere anche maestri di preghiera. (...) Non è facile mantenersi fedeli a questi quotidiani appuntamenti con il Signore, soprattutto oggi che il ritmo della vita si è fatto frenetico e le occupazioni assorbono in misura sempre maggiore. Dobbiamo tuttavia convincerci: il momento della preghiera è fondamentale: in essa, agisce con più efficacia la grazia divina, dando fecondità al ministero. Tante cose ci premono, ma se non siamo interiormente in comunione con Dio non possiamo dare niente neppure agli altri”

“L’Eucaristia è la sorgente e il culmine di tutta la vita cristiana” – ha sottolineato il Pontefice – “Quale cura poniamo nel prepararci alla santa Messa, nel celebrarla, nel rimanere in adorazione? Le nostre chiese sono veramente ‘casa di Dio’, dove la sua presenza attira la gente, che purtroppo oggi sente spesso l’assenza di Dio?”.

“Il Sacerdote trova sempre, ed in maniera immutabile” – ha proseguito il Papa – “la sorgente della propria identità in Cristo Sacerdote. Non è il mondo a fissare il nostro statuto, secondo i bisogni e le concezioni dei ruoli sociali. (...) Il sacerdote è per i fedeli: li anima e li sostiene nell’esercizio del sacerdozio comune dei battezzati, nel loro cammino di fede, nel coltivare la speranza, nel vivere la carità, l’amore di Cristo. Cari sacerdoti, abbiate sempre una particolare attenzione anche per il mondo giovanile. Come disse in questa terra il Venerabile Giovanni Paolo II, spalancate le porte delle vostre parrocchie ai giovani, perché possano aprire le porte del loro cuore a Cristo! Mai le trovino chiuse!”.
“Il Sacerdote” – ha proseguito il Pontefice – “non può restare lontano dalle preoccupazioni quotidiane del Popolo di Dio; anzi, deve essere vicinissimo, ma da sacerdote”. Nel ricordare l’anniversario dell’assassinio di Don Giuseppe Puglisi, sacerdote palermitano ucciso dalla mafia, il Papa ha detto: “Egli aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale; nel suo zelante ministero ha dato largo spazio all’educazione dei ragazzi e dei giovani, ed insieme si è adoperato perché ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli. Lo stesso popolo affidato alle sue cure pastorali ha potuto abbeverarsi alla ricchezza spirituale di questo buon pastore, del quale è in corso la causa di Beatificazione. Vi esorto a conservare viva memoria della sua feconda testimonianza sacerdotale imitandone l’eroico esempio”.

Nel rivolgersi ai membri degli Istituti di Vita Consacrata e ai monaci e monache di clausura, il Santo Padre ha avuto parole di esortazione dicendo: “continuate a seguire Gesù senza compromessi (...) dando così testimonianza della bellezza di essere cristiani in maniera radicale. (...) La vostra stessa presenza e il vostro stile infondono alla Comunità ecclesiale un prezioso impulso verso la ‘misura alta’ della vocazione cristiana; anzi potremmo dire che la vostra esistenza costituisce come una predicazione, assai eloquente, anche se spesso silenziosa”.

A conclusione del suo discorso il Papa ha salutato i seminaristi esortandoli: “a rispondere con generosità alla chiamata del Signore (...), crescendo nell’identificazione con Cristo, il Sommo Sacerdote, preparandovi alla missione con una solida formazione umana, spirituale, teologica e culturale. (...) Vivete con impegno questo tempo di grazia e conservate nel cuore la gioia e lo slancio del primo momento della chiamata e del vostro ‘sì’, quando, rispondendo alla voce misteriosa di Cristo, avete dato una svolta decisiva alla vostra vita”.
PV-PALERMO/ VIS 20101004 (610)

GIOVANI E FAMIGLIE SEGNO DI SPERANZA PER TUTTA L’ITALIA

CITTA' DEL VATICANO, 3 OTT. 2010 (VIS). Nel corso dell’ultimo incontro della sua Visita Pastorale a Palermo con le migliaia di giovani convenuti a Piazza Politeama, il Santo Padre ha ricordato la testimonianza di Chiara Badano, proclamata Beata il 25 settembre scorso a Roma.

“Vi invito a conoscerla: la sua vita è stata breve, ma è un messaggio stupendo. Chiara è nata nel 1971 ed è morta nel 1990, a causa di una malattia inguaribile. Diciannove anni pieni di vita, di amore, di fede. Due anni, gli ultimi, pieni anche di dolore, ma sempre nell’amore e nella luce, una luce che irradiava intorno a sé e che veniva da dentro: dal suo cuore pieno di Dio!”

“Il papà e la mamma hanno acceso nell’anima della figlia la fiammella della fede, e hanno aiutato Chiara a tenerla accesa sempre, anche nei momenti difficili della crescita e soprattutto nella grande e lunga prova della sofferenza. (...) Questo” – ha affermato Benedetto XVI – “è il primo messaggio che voglio lasciarvi: il rapporto tra i genitori e i figli (...) è la fiaccola della fede che si trasmette di generazione in generazione”.


“La famiglia” – ha sottolineato il Pontefice – “è fondamentale perché lì germoglia nell’anima umana la prima percezione del senso della vita. Germoglia nella relazione con la madre e con il padre, i quali non sono padroni della vita dei figli, ma sono i primi collaboratori di Dio per la trasmissione della vita e della fede”.

Nel ricordare che: “Anche in Sicilia ci sono splendide testimonianze di giovani cresciuti come piante belle, rigogliose” – il Santo Padre ha esortato i giovani con queste parole: “Non abbiate paura di contrastare il male! (...) Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo, come tante volte i vostri Vescovi hanno detto!” – ha esclamato.

Ritornando al tema della prossima Giornata Mondiale della Gioventù: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr Col 2,7), il Papa ha affermato: “L’immagine dell’albero dice che ognuno di noi ha bisogno di un terreno fertile in cui affondare le proprie radici, un terreno ricco di sostanze nutritive che fanno crescere la persona: sono i valori, ma sono soprattutto l’amore e la fede, la conoscenza del vero volto di Dio, la consapevolezza che Lui ci ama infinitamente, fedelmente, pazientemente, fino a dare la vita per noi”.

“In questo senso la famiglia è ‘piccola Chiesa’, perché trasmette Dio, trasmette l’amore di Cristo, in forza del sacramento del Matrimonio. (...) La famiglia, per essere ‘piccola Chiesa’, deve vivere ben inserita nella ‘grande Chiesa’, cioè nella famiglia di Dio che Cristo è venuto a formare”.

“Conosco le vostre difficoltà” – ha detto infine Papa Benedetto XVI - nell’attuale contesto sociale (...). E conosco anche l’impegno con cui voi cercate di reagire e di affrontare questi problemi (...). Dove ci sono giovani e famiglie che scelgono la via del Vangelo, c’è speranza. E voi” – ha detto ancora il Papa - “siete segno di speranza non solo per la Sicilia, ma per tutta l’Italia”.

“Io vi ho portato una testimonianza di santità, e voi mi offrite la vostra: i volti dei tanti giovani di questa terra che hanno amato Cristo con radicalità evangelica. (...) Ecco il dono più grande che abbiamo ricevuto: essere Chiesa, essere in Cristo segno e strumento di unità, di pace, di vera libertà. Nessuno può toglierci questa gioia! Nessuno può toglierci questa forza! Coraggio, cari giovani e famiglie di Sicilia! Siate santi!”.

“Durante il percorso da Palermo verso l’Aeroporto "Falcone e Borsellino" di Punta Raisi, il Papa ha voluto che il corteo si fermasse a Capaci, nel punto dove avvenne - nel maggio 1992 - il tragico attentato contro il giudice Giovanni Falcone e la sua scorta. È sceso dalla sua macchina per deporre un mazzo di fiori presso una delle stele erette in ricordo delle vittime, e ha sostato in preghiera silenziosa, ricordando tutte le vittime della mafia e delle altre forme di criminalità organizzata. Poi ha ripreso la strada verso l’Aeroporto per rientrare a Roma.
PV-PALERMO/ VIS 20101004 (680)

CAPOLAVORO ESSERE UMANO È OGNI ATTO DI AMORE AUTENTICO

CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2010 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nell’Aula Paolo VI, ha avuto luogo un concerto in onore del Santo Padre Benedetto XVI, offerto dall’ENI.

L’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia hanno eseguito la Sinfonia numero 94 in sol maggiore “La sorpresa” di Franz Joseph Haydn; Cecilia, Vergine romana, di Arvo Pärt e la Fantasia corale in do minore, op. 80, di Ludwig van Beethoven.

Al termine del concerto, il Papa ha rivolto i suoi ringraziamenti all’Eni e al suo Presidente, Professor Roberto Poli, che ha offerto il concerto in concomitanza con gli attuali lavori di restauro dei prospetti laterali della Basilica di San Pietro.

Riferendosi successivamente al programma del concerto, Benedetto XVI ha sottolineato che: “L’accostamento di questo lavoro su santa Cecilia alle opere di Haydn e Beethoven offre un contrasto ricco di significato, che invita a riflettere. Il testo del martirio della Santa e il particolare stile che lo interpreta in chiave musicale, sembrano rappresentare il posto e il compito della fede nell’universo: in mezzo alle forze vitali della natura, che sono intorno all’uomo e anche dentro di lui, la fede è una forza diversa, che risponde a una parola profonda, ‘uscita dal silenzio’, come direbbe Sant’Ignazio di Antiochia”.

“La parola della fede” – ha proseguito il Pontefice – “ha bisogno di un grande silenzio interiore, per ascoltare e obbedire ad una voce che è oltre il visibile e il tangibile. Questa voce parla anche attraverso i fenomeni della natura, perché è la potenza che ha creato e governa l’universo; ma per riconoscerla ci vuole un cuore umile e obbediente – come ci insegna anche la Santa di cui oggi facciamo memoria: santa Teresa di Gesù Bambino”.

“La fede” – ha detto ancora il Papa – “segue questa voce profonda là dove l’arte stessa da sola non può arrivare: la segue nella via della testimonianza, dell’offerta di se stessi per amore, come ha fatto Cecilia. Allora l’opera d’arte più bella, il capolavoro dell’essere umano è ogni suo atto di amore autentico, dal più piccolo – nel martirio quotidiano – fino all’estremo sacrificio. Qui la vita stessa si fa canto: un anticipo di quella sinfonia che canteremo insieme in Paradiso”.
BXVI-CONCERTO/ VIS 20101004 (370)

INVIATI SPECIALI A MINSK E SAINT-PIERRE DE SOLESMES

CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2010 (VIS). È stata resa pubblica oggi la Lettera Pontificia, redatta in latino e datata 8 giugno, con la quale il Santo Padre ha nominato il Cardinale Jozef Tomko, Prefetto emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, Suo Inviato Speciale alla celebrazione del III centenario della consacrazione della Cattedrale di Minsk (Bielorussia), che avrà luogo il 9 ottobre prossimo.

La Missione che accompagnerà il Cardinale Inviato Speciale è composta dal Monsignore Edmund Dowgilowicz-Nowicki, Parroco della Parrocchia di San Giuseppe a Maladzechna e dal Padre Bernard Radzik, O.C.D., Parroco della Parrocchia di Sant’Andrea a Narach.

È stata inoltre resa pubblica la Lettera Pontificia, datata 13 settembre, con la quale il Santo Padre ha nominato il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Suo Inviato Speciale alla celebrazione del millenario dell’Abbazia di Saint-Pierre de Solesmes (Francia), che avrà luogo il 12 ottobre 2010.

La Missione che accompagnerà il Cardinale Inviato Speciale è composta da Dom Michel Du Merle, monaco che si occupa del dialogo interreligioso e da Dom Bertrand Gamelin, monaco bibliotecario dell’Abbazia.
BXVI-LETTERA VIS 20101004 (190)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2010 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Quattro Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Nord I - Nord-Ovest), in Visita "ad Limina Apostolorum":

- L’Arcivescovo Moacyr Grechi, O.S.M., di Porto Velho.

- Il Vescovo Mosé João Pontelo, C.S.Sp., di Cruzeiro do Sul.

- Il Vescovo Geraldo Verdier, di Guajará-Mirim.

- Il Vescovo Franz Josef Meinrad Merkel, C.S.Sp., di Humaitá.
AP:AL/ VIS 20101004 (90)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 2 OTT. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia all’ufficio di Vescovo Ausiliare di Guatemala (Guatemala), presentata dal Vescovo José Ramiro Pellicer Samoya e dal Vescovo Mario Enrique Rios Mont, C.M., per raggiunti limiti d’età.

- Ha nominato l’Arcivescovo Oscar Julio Vian Morales, S.D.B., Arcivescovo Metropolita di Guatemala (superficie: 2.591; popolazione: 4.690.000; cattolici: 3.753.000; sacerdoti: 532; religiosi: 1.423; diaconi permanenti: 3), Guatemala. Finora Arcivescovo di Los Altos, Quetzaltenango-Totonicapán (Guatemala), l’Arcivescovo Vian Morales succede al Cardinale Rodolfo Ignacio Quezada Toruño, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d’età.

- Ha nominato il Monsignore Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca (superficie: 475; popolazione: 129.500; cattolici: 126.000; sacerdoti: 69; religiosi: 148; diaconi permanenti: 5), Italia. Il Vescovo eletto, finora Pro-Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto (Italia), è nato a Sannicandro di Bari (Italia) nel 1952, è stato ordinato sacerdote nel 1977.
RE:NER/ VIS 20101004 (160)

MISSIONE ELEMENTO ESSENZIALE VOCAZIONE BATTEZZATI

CITTA' DEL VATICANO, 4 OTT. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza i Presuli della Conferenza Episcopale del Brasile (Regione Nord 1 e Nord-Ovest), al termine della Visita “ad Limina Apostolorum”.

Nel suo discorso Benedetto XVI ha avuto parole di elogio per l’impegno dei Vescovi che “nonostante la scarsezza di mezzi adeguati” portano “la Buona Novella di Gesù nei luoghi più sperduti della selva amazzonica, consapevoli che Dio vuole che tutti gli uomini si salvino ed arrivino a conoscere la verità”.

“Dio può dare tale salvezza in forme straordinarie che solo Egli conosce” – ha affermato il Papa – “Tuttavia, se Suo Figlio è venuto sulla terra, è stato proprio per mostrarci, con la sua Parola e la sua Vita, i percorsi normali della salvezza, e ci ha inviato a trasmettere questa rivelazione agli altri con la sua propria autorità. Non possiamo evitare questo pensiero: gli uomini potrebbero salvarsi per altre vie, grazie alla misericordia di Dio, senza l’annuncio del Vangelo. Però posso salvarmi se per negligenza, timore, vergogna o idee erronee manco di annunciare il Vangelo?”.

“A volte ci viene fatta questa obiezione: imporre una verità, quale che sia la verità del Vangelo, della salvezza può essere una violenza alla libertà religiosa” – ha detto il Papa, citando in merito la risposta di Paolo VI: “Senza dubbio sarebbe un errore imporre qualunque cosa alla coscienza dei nostri fratelli, ma suggerire la conoscenza della verità del Vangelo e la salvezza in Gesù Cristo, con assoluta chiarezza e con tutto il rispetto delle opzioni libere della coscienza – e pertanto senza pressioni coercitive, senza persuasioni che manchino di onestà (...) – lontano dall’essere un attacco alla libertà religiosa, è un omaggio a tale libertà, che può scegliere una via che anche i non credenti considerano nobile ed edificante. (...) Presentare Cristo e il suo regno in forma rispettosa, più che un diritto, è un dovere dell’evangelizzazione”.

“La chiamata alla missione” – ha continuato il Pontefice – “non si rivolge ad un ristretto gruppo di membri della Chiesa, ma è un imperativo rivolto a tutti i battezzati, un elemento essenziale della loro vocazione”. Al riguardo il Papa ha citato la Quinta Conferenza dell’Episcopato dell’America Latina e del Caribe (Aparecida, Brasile, 2007) fra i cui obiettivi era quello di salvare la dimensione missionaria della Chiesa convocando una “Missione Continentale”.

“Le sfide del contesto attuale potrebbero portare ad una visione riduttiva del concetto di missione” – ha sottolineato il Santo Padre – “La missione non può limitarsi a una semplice ricerca di nuovi modi di rendere la Chiesa più attraente e capace di dimostrarsi più competente rispetto ad altri gruppi religiosi e ideologie relativiste. La Chiesa non opera per se stessa: è al servizio di Gesù Cristo, esiste per trasmettere a tutti gli uomini la Buona Novella. La Chiesa è cattolica precisamente perché invita tutti gli uomini a sperimentare la vita nuova in Cristo. La missione è pertanto la conseguenza naturale dell’essenza stessa della Chiesa, un servizio del ministero di unità che Cristo ha adempiuto nel suo corpo crocifisso”.
AL/ VIS 20101004 (510)
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