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lunedì 25 ottobre 2010

MESSAGGIO FINALE DEL SINODO

CIUDAD DEL VATICANO, 23 OCT 2010 (VIS). Nel corso della tredicesima Congregazione Generale, tenutasi nel pomriggio di ieri, i Padri Sinodali hanno approvato il Messaggio finale della Assemblea Speciale per il Medio Oriente.

Di seguito riportiamo estratti del Messaggio:

I. LA CHIESA NEL MEDIO ORIENTE: COMUNIONE E TESTIMONIANZA ATTRAVERSO LA STORIA. CAMMINO DELLA FEDE IN ORIENTE

“In Oriente è nata la prima comunità cristiana. Dall’Oriente partirono gli Apostoli dopo la Pentecoste per evangelizzare il mondo intero. (…) Ci troviamo oggi davanti a una svolta storica: Dio che ci ha donato la fede nel nostro Oriente da 2000 anni, ci chiama a perseverare con coraggio, assiduità e forza, a portare il messaggio di Cristo e la testimonianza al suo Vangelo che è un Vangelo di amore e di pace”.

“Oggi siamo di fronte a numerose sfide. (…) Ciò che Cristo domanda alle nostre Chiese è di rafforzare la comunione all’interno di ciascuna Chiesa ‘sui iuris’ e tra le Chiese cattoliche di diversa tradizione, inoltre di fare tutto il possibile nella preghiera e nella carità per raggiungere l’unità di tutti i cristiani”.

“Abbiamo analizzato quanto concerne la situazione sociale e la sicurezza nei nostri paesi del Medio Oriente. Abbiamo avuto coscienza dell’impatto del conflitto israelo-palestinese su tutta la regione, soprattutto sul popolo palestinese che soffre le conseguenze dell’occupazione israeliana: la mancanza di libertà di movimento, il muro di separazione e le barriere militari, i prigionieri politici, la demolizione delle case, la perturbazione della vita economica e sociale e le migliaia di rifugiati. Abbiamo riflettuto sulla sofferenza e l’insicurezza nelle quali vivono gli Israeliani. Abbiamo meditato sulla situazione di Gerusalemme, la Città Santa. Siamo preoccupati delle iniziative unilaterali che rischiano di mutare la sua demografia e il suo statuto. Di fronte a tutto questo, vediamo che una pace giusta e definitiva è l’unico mezzo di salvezza per tutti, per il bene della regione e dei suoi popoli”.

“Nelle nostre riunioni e nelle nostre preghiere abbiamo riflettuto sulle sofferenze cruente del popolo iracheno. Abbiamo fatto memoria dei cristiani assassinati in Iraq, delle sofferenze permanenti della Chiesa in Iraq, dei suoi figli espulsi e dispersi per il mondo, portando noi insieme con loro le preoccupazioni della loro terra e della loro patria”.

“I padri sinodali hanno espresso la loro solidarietà con il popolo e che Chiese in Iraq e hanno espresso il voto che gli emigrati, forzati a lasciare i loro paesi, possano trovare i soccorsi necessari là dove arrivano, affinché possano tornare nei loro paesi e vivervi in sicurezza”.

“La nostra missione basata sulla nostra fede e il nostro dovere verso le nostre patrie ci obbligano a contribuire alla costruzione dei nostri paesi insieme con tutti i cittadini musulmani, ebrei e cristiani”.

II. COMUNIONE E TESTIMONIANZA ALL’INTERNO DELLE CHIESE CATTOLICHE DEL MEDIO ORIENTE. AI FEDELI DELLE NOSTRE CHIESE

“Vi salutiamo, cristiani del Medio Oriente, e vi ringraziamo per tutto ciò che voi avete realizzato nelle vostre famiglie e nelle vostre società, nelle vostre Chiese e nelle vostre nazioni. Salutiamo la vostra perseveranza nelle difficoltà, pene e angosce”.

“Portiamo nelle nostre preghiere voi, sofferenti nel corpo, nell’anima e nello spirito, voi oppressi, espatriati, perseguitati, prigionieri e detenuti. Unite le vostre sofferenze a quelle di Cristo Redentore e cercate nella sua croce la pazienza e la forza. Con il merito delle vostre sofferenze, voi ottenete per il mondo l’amore misericordioso di Dio”.

“Ci rivolgiamo ora in modo speciale alle donne. Esprimiamo la nostra stima per quanto voi siete nei diversi stati di vita: come ragazze, educatrici, madri, consacrate e operatrici nella vita pubblica. Vi elogiamo perché proteggete la vita umana fin dall’inizio, offrendole cura e affetto. Dio vi ha donato una sensibilità particolare per tutto ciò che riguarda l’educazione, il lavoro umanitario e la vita apostolica. Rendiamo grazie a Dio per le vostre attività e auspichiamo che voi esercitiate una più grande responsabilità nella vita pubblica”.

“(…) Ragazzi e ragazze: (…) Progettate la vostra vita sotto lo sguardo amorevole di Cristo. Siate cittadini responsabili e credenti sinceri. La Chiesa si unisce a voi nelle vostre preoccupazioni di trovare un lavoro in funzione delle vostre competenze. (…) Superate la tentazione del materialismo e del consumismo. Siate saldi nei vostri valori cristiani”.

“Apprezziamo il ruolo dei mezzi di comunicazione scritta e audio-visiva. (…) Per il Medio Oriente merita una menzione particolare il canale ‘Télé Lumière-Noursat’. Speriamo che possa continuare il suo servizio di informazione e di formazione alla fede, il suo lavoro per l’unità dei cristiani, il consolidamento della presenza cristiana in Oriente, il rafforzamento del dialogo inter-religioso e la comunione tra gli orientali sparsi in tutti i continenti”.

“Ai nostri fedeli nella diaspora: (…) Vi accompagniamo con le nostre preghiere, voi figli delle nostre Chiese e dei nostri Paesi, forzati a emigrare. (…) Guardate all’avvenire con fiducia e gioia, restate sempre attaccati ai vostri valori spirituali, alle vostre tradizioni culturali e al vostro patrimonio nazionale per offrire ai paesi che vi hanno accolto il meglio di voi stessi e il meglio di ciò che avete. Ringraziamo le Chiese dei paesi della diaspora che hanno accolto i nostri fedeli e che non cessano di collaborare con noi per assicurare loro il servizio pastorale necessario”.

“Salutiamo tutti gli immigrati delle diverse nazionalità, venuti nei nostri paesi per ragione di lavoro. (…) Noi domandiamo alle nostre Chiese di prestare un’attenzione speciale a questi fratelli e sorelle e alle loro difficoltà, qualunque sia la loro religione, soprattutto quando sono esposti ad attentati ai loro diritti e alla loro dignità. (…) È per questo che invitiamo i governi dei paesi di accoglienza a rispettare e difendere i loro diritti”.

III. COMUNIONE E TESTIMONIANZA CON LE CHIESE ORTODOSSE E LE COMUNITÀ EVANGELICHE NEL MEDIO ORIENTE

“(...) Siamo sulla stessa strada. Le nostre sfide sono le stesse e il nostro avvenire è lo stesso. Vogliamo portare insieme la testimonianza di discepoli di Cristo. Soltanto con la nostra unità possiamo compiere la missione che Dio ha affidato a tutti, malgrado la diversità delle nostre Chiese (...) Salutiamo e incoraggiamo tutte le istanze di dialogo ecumenico in ciascuno dei nostri paesi”.

IV. COOPERAZIONE E DIALOGO CON I NOSTRI CONCITTADINI EBREI

“La stessa Scrittura santa ci unisce, l’Antico Testamento che è la Parola di Dio per voi e per noi (...)Il Concilio Vaticano II ha pubblicato il documento ‘Nostra aetate’, riguardante il dialogo con le religioni, con l’ebraismo, l’islam e le altre religioni. C’è inoltre un dialogo continuo tra la Chiesa e i rappresentanti dell’ebraismo. Noi speriamo che questo dialogo possa condurci ad agire presso i responsabili per mettere fine al conflitto politico che non cessa di separarci e di perturbare la vita dei nostri paesi. (...) Non è permesso di ricorrere a posizioni teologiche bibliche per farne uno strumento a giustificazione delle ingiustizie. Al contrario, il ricorso alla religione deve portare ogni persona a vedere il volto di Dio nell’altro e a trattarlo secondo gli attributi di Dio e i suoi comandamenti”.

V. COOPERAZIONE E DIALOGO CON I NOSTRI CONCITTADINI MUSULMANI

“Siamo uniti dalla fede in un Dio unico e dal comandamento che dice: fa il bene ed evita il male. (...) Insieme noi costruiremo le nostre società civili sulla cittadinanza, sulla libertà religiosa e sulla libertà di coscienza. Insieme noi lavoreremo per promuovere la giustizia, la pace, i diritti dell’uomo, i valori della vita e della famiglia. La nostra responsabilità è comune nella costruzione delle nostre patrie. (...) È nostro dovere, dunque, educare i credenti al dialogo inter-religioso, all’accettazione del pluralismo, al rispetto e alla stima reciproca”.
VI. LA NOSTRA PARTECIPAZIONE ALLA VITA PUBBLICA: APPELLI AI GOVERNI E AI RESPONSABILI PUBBLICI DEI NOSTRI PAESI

“(...) Ci rivolgiamo a voi a riguardo dell’importanza dell’uguaglianza tra i cittadini. I cristiani sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali. È naturale che essi possano godere di tutti i diritti di cittadinanza, di libertà di coscienza e di culto, di libertà nel campo dell’insegnamento e dell’educazione e nell’uso dei mezzi di comunicazione. (...) Vi chiediamo di raddoppiare gli sforzi che dispiegate per stabilire una pace giusta e duratura in tutta la regione e per arrestare la corsa agli armamenti. È questo che condurrà alla sicurezza e alla prosperità economica, arresterà l’emorragia dell’emigrazione che svuota i nostri paesi delle loro forze vive”.

VII. APPELLO ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

“I cittadini dei paesi del Medio Oriente interpellano la comunità internazionale, in particolare l’O.N.U., perché essa lavori sinceramente ad una soluzione di pace giusta e definitiva nella regione, e questo attraverso l’applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, e attraverso l’adozione delle misure giuridiche necessarie per mettere fine all’Occupazione dei differenti territori arabi.

“Il popolo palestinese potrà così avere una patria indipendente e sovrana e vivervi nella dignità e nella stabilità. Lo Stato d’Israele potrà godere della pace e della sicurezza all’interno delle frontiere internazionalmente riconosciute. La Città Santa di Gerusalemme potrà trovare lo statuto giusto che rispetterà il suo carattere particolare, la sua santità, il suo patrimonio religioso per ciascuna delle tre religioni ebraica, cristiana e musulmana. Noi speriamo che la soluzione dei due Stati diventi realtà e non resti un semplice sogno”.

“L’Iraq potrà mettere fine alle conseguenze della guerra assassina e ristabilire la sicurezza che proteggerà tutti i suoi cittadini con tutte le loro componenti sociali, religiose e nazionali”.

“Il Libano potrà godere della sua sovranità su tutto il territorio, fortificare l’unità nazionale e continuare la vocazione a essere il modello della convivenza tra cristiani e musulmani, attraverso il dialogo delle culture e delle religioni e la promozione delle libertà pubbliche”.

“Noi condanniamo la violenza e il terrorismo, di qualunque origine, e qualsiasi estremismo religioso. Condanniamo ogni forma di razzismo, l’antisemitismo, lìanticristianesimo e l'islamofobia e chiamiamo le religioni ad assumere le loro responsabilità nella promozione del dialogo delle culture e delle civiltà nella nostra regione e nel mondo intero”.

CONCLUSIONE. CONTINUARE A TESTIMONIARE LA VITA DIVINA CHE CI È APPARSA NELLA PERSONA DI GESÙ

“In conclusione, fratelli e sorelle, noi vi diciamo con l’apostolo san Giovanni nella sua prima lettera: (...) La vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi”. Questa Vita divina (...) rimarrà sempre la vita delle nostre Chiese nel Medio Oriente e l’oggetto della nostra testimonianza.(...) Sostenuti dalla promessa del Signore: ‘Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’ proseguiamo insieme il nostro cammino nella speranza”.

“Confessiamo che non abbiamo fatto fino ad ora tutto ciò che era in nostra possibilità per vivere meglio la comunione tra le nostre comunità. Non abbiamo operato a sufficienza per confermarvi nella fede e darvi il nutrimento spirituale di cui avete bisogno nelle vostre difficoltà. Il Signore ci invita ad una conversione personale e collettiva. Oggi torniamo a voi pieni di speranza, di forza e di risolutezza, portando con noi il messaggio del Sinodo e le sue raccomandazioni per studiarle insieme e metterci ad applicarle nelle nostre Chiese, ciascuno secondo il suo stato. Speriamo anche che questo sforzo nuovo sia ecumenico”.
SE/ VIS 20101025 (1860)

QUATTORDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE

CITTA' DEL VATICANO, 23 OTT. 2010 (VIS). Nel corso della quattordicesima Congregazione Generale che ha avuto luogo questa mattina, in presenza del Papa e di 162 Padri Sinodali, è stato presentato e votato l’elenco finale delle Proposizioni.

Successivamente è stata data lettura dei nominativi dei Membri del Consiglio Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi.

- Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (Città del Vaticano).
- Cardinale Leonardo SANDRI, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali (Città del Vaticano).
- Sua Beatitudine Antonios Naguib, Patriarca di Alessandria dei Copti (Repubblica Araba di Egitto).
- Sua Beatitudine Ignace Youssif III Younan, Patriarca di Antiochia dei Siri (Libano)
- Sua Beatitudine Michel Sabbah, Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini (Gerusalemme).
- Arcivescovo Cyrille Salim Bustros, S.M.S.P., di Newton dei Greco-Melkiti (Stati Uniti d’America).
- Arcivescovo Boutros Marayati, di Alep degli Armeni (Siria).
- Arcivescovo Joseph Soueif, di Cipro dei Maroniti (Cipro).
- Vescovo Béchara Raï, O.M.M., di Jbeil dei Maroniti (Libano).
- Vescovo Antoine Audo, S.I., di Alep dei Caldei (Siria).
- Vescovo Shlemon Warduni, Ausiliare di Babilonia dei Caldei (Iraq)
SE/ VIS 20101025 (190)

PADRI SINODALI PRESENTANO 44 PROPOSIZIONI AL SANTO PADRE

CITTA' DEL VATICANO, 23 OTT. 2010 (VIS). Oggi si sono concluse le sessioni di lavoro dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi con l’approvazione di 44 Proposizioni che i Padri Sinodali hanno presentato al Santo Padre Benedetto XVI.

Seguendo il desiderio del Papa la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi ha reso nota una versione provvisoria ed ufficiosa delle Proposizioni. Le Proposizioni sono consegnate al Papa perché ne faccia uso se lo ritiene opportuno nella preparazione dell’Esortazione Apostolica Post-Sinodale, Documento che ufficialmente chiude il Sinodo.

Le Proposizioni si dividono in tre sezioni: “La presenza cristiana in Medio Oriente”; “La comunione ecclesiale” e “La testimonianza cristiana: testimoni della risurrezione dell’amore”.

I Padri ricordano che: “In un mondo segnato da divisioni e da posizioni estreme, noi siamo chiamati a vivere come Chiesa di comunione, restando aperti a tutti, senza cadere nel confessionalismo. (...) Occorrerà attirare l'attenzione del mondo intero sulla situazione drammatica di certe comunità cristiane nel Medio Oriente, le quali soffrono ogni tipo di difficoltà, giungendo talvolta fino al martirio”.

Riferendosi all’emigrazione i Padri propongono che: “Le nostre chiese devono creare un ufficio o una commissione che si occupi dello studio del fenomeno migratorio e delle sue motivazioni per trovare i mezzi di contrastarlo. Esse faranno tutto il possibile e con tutti i mezzi per consolidare la presenza dei cristiani nelle loro patrie”

“Per una migliore accoglienza e accompagnamento degli immigrati in Medio Oriente, le Chiese di provenienza sono chiamate a stabilire contatti regolari con le Chiese d'accoglienza, le quali le aiuteranno a dotarsi delle strutture necessarie”.

Nella Proposizione riguardante “la comunione ecclesiale”, si parla di comunione ecclesiale “ad intra”, all’interno della Chiesa e si chiede un maggior impegno nella pastorale vocazionale. Inoltre “Si propone di intensificare l'uso della lingua araba nel quadro delle istituzioni della Santa Sede e delle sue riunioni ufficiali, affinché i cristiani di cultura araba abbiamo accesso alle informazioni provenienti dalla Santa Sede nella loro lingua materna”.

“Per assicurare un servizio pastorale in favore dei nostri fedeli, dovunque essi vadano, e per rispettare le tradizioni orientali, sarebbe auspicabile studiare la possibilità di avere preti sposati fuori dai territori patriarcali”.

Nella Proposizione dedicata all’ecumenismo, i Padri Sinodali chiedono di: “Operare per l'unificazione della data di Natale e di Pasqua” ed auspicano di: “Istituire una festa comune annuale dei martiri per le Chiese d'Oriente”.

Nella Proposizione relativa alla “testimonianza cristiana”, i Padri Sinodali propongono “la creazione di Centri di catechesi dove non esistenti” ed affermano che: “È necessario insistere sulla formazione permanente e sulla collaborazione tra le diverse Chiese a livello di laici, seminari e università. (...)

Rilevando l’importanza capitale dei nuovi mezzi di comunicazione “per la formazione cristiana in Medio Oriente come pure per l’annuncio della fede”, i Padri Sinodali “raccomandano d’aiutare e sostenere con tutti i mezzi le strutture già esistenti in questo ambito”.
Relativamente alla famiglia, si insiste sulla necessità di: “Rafforzare i centri di preparazione al matrimonio, i centri d'ascolto e di orientamento, l'accompagnamento spirituale e umano delle giovani coppie, l'attenzione pastorale alle famiglie” e si raccomanda di “ravvivare la visita dei Pastori alle famiglie, come pure l'incoraggiamento alla natalità e alla buona educazione dei figli”.

I Padri Sinodali si impegnano ad assicurare ai giovani “la formazione spirituale e teologica necessaria a costruire con loro i ponti di dialogo per abbattere i muri di divisione e di separazione nelle società”.

Relativamente al dialogo interreligioso si legge in una delle Proposizioni che: “I cristiani del Medio Oriente sono chiamati (...) al rafforzamento del dialogo interreligioso, alla purificazione della memoria, al perdono reciproco del passato e alla ricerca di un avvenire comune migliore”.

Facendo riferimento al giudaismo i Padri Sinodali auspicano che: “Le iniziative di dialogo e di cooperazione con gli ebrei sono da incoraggiarsi per approfondire i valori umani e religiosi, la libertà, la giustizia, la pace e la fraternità. La lettura dell'Antico testamento e l'approfondimento delle tradizioni del giudaismo aiutano a conoscere meglio la religione ebraica. Noi rifiutiamo l'antisemitismo e l'antigiudaismo, distinguendo tra religione e politica”.

Nelle relazioni con i musulmani si sottolinea che: ”È importante promuovere la nozione di cittadinanza, la dignità della persona umana, l'uguaglianza dei diritti e dei doveri e la libertà religiosa comprensiva della libertà di culto e della libertà di coscienza” e si ricorda che: “I cristiani del Medio Oriente sono chiamati a continuare il fecondo dialogo di vita con i musulmani. Essi (...) metteranno da parte ogni pregiudizio negativo, (...) opponendosi insieme a ogni genere di fondamentalismo e di violenza in nome della religione”
SE/ VIS 20101025 (760)

SINODO MEDIO ORIENTE: MAI RASSEGNARSI MANCANZA PACE

CITTA' DEL VATICANO, 24 OTT. 2010 (VIS). Alle ore 9:30 di questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la concelebrazione dell’Eucaristia con i Padri Sinodali, in occasione della Conclusione dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, tenutasi dal 10 al 24 ottobre, sul tema: “La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza: ‘La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola". (At 4,32).

Con il Papa hanno concelebrato 177 Padri Sinodali (fra i quali 19 Cardinali, 9 Patriarchi, 72 Arcivescovi, 67 Vescovi e 10 sacerdoti) e 60 collaboratori.

Sono saliti sull’altare per la Preghiera Eucaristica i Presidenti Delegati: Sua Beatitudine Cardinale Nasrallah Pierre Sfier, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, Vescovo di Joubbé, Sarba e Jounieh dei Maroniti (Libano), ad honorem, Sua Beatitudine Cardinale Emmaneul III Delly, Patriarca di Babilonia dei Caldei (Irak), ad honorem, il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali (Città del Vaticano), Sua Beatitudine Ignace Youssif III Younan, Patriarca di Antiochia dei Siri (Libano); il Relatore Generale Sua Beatitudine Antonios Naguib, Patriarca di Alessandra dei Copti (Repubblica Araba di Egitto); il Segretario Generale Arcivescovo Nikola Eterovic, (Città del Vaticano) e il Segretario Speciale Arcivescovo Joseph Soueifm, di Cipro dei Maroniti (Cipro).

“La prima lettura e il Salmo responsoriale” – ha ricordato il Papa nell’omelia –“insistono sul tema della preghiera, sottolineando che essa è tanto più potente presso il cuore di Dio quanto più chi prega è in condizione di bisogno e di afflizione” ed ha aggiunto che: “Il pensiero va a tanti fratelli e sorelle che vivono nella regione mediorientale e che si trovano in situazioni difficili, a volte molto pesanti, sia per i disagi materiali, sia per lo scoraggiamento, lo stato di tensione e talvolta di paura”.

“La Parola di Dio” – ha sottolineato il Pontefice – “oggi ci offre anche una luce di speranza consolante, là dove presenta la preghiera, personificata, che ‘non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità’. Anche questo legame tra preghiera e giustizia ci fa pensare a tante situazioni nel mondo, in particolare nel Medio Oriente. Il grido del povero e dell’oppresso trova un’eco immediata in Dio, che vuole intervenire per aprire una via di uscita, per restituire un futuro di libertà, un orizzonte di speranza”.

“L’Assemblea sinodale che oggi si chiude ha tenuto sempre presente l’icona della prima comunità cristiana, descritta negli ‘Atti degli Apostoli’: ‘La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola’. È una realtà sperimentata nei giorni scorsi, in cui abbiamo condiviso le gioie e i dolori, le preoccupazioni e le speranze dei cristiani del Medio Oriente. Abbiamo vissuto l’unità della Chiesa nella varietà delle Chiese presenti in quella Regione. (...) Abbiamo (...) valorizzato la ricchezza liturgica, spirituale e teologica delle Chiese Orientali Cattoliche, oltre che della Chiesa Latina. (...) È auspicabile che tale esperienza positiva si ripeta anche nelle rispettive comunità del Medio Oriente, favorendo la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche degli altri Riti cattolici e quindi ad aprirsi alle dimensioni della Chiesa universale”.

“La preghiera comune ci ha aiutato anche ad affrontare le sfide della Chiesa Cattolica nel Medio Oriente. Una di esse è la comunione all’interno di ogni Chiesa ‘sui iuris’, come pure nei rapporti tra le varie Chiese Cattoliche di diverse tradizioni. Come ci ha ricordato l’odierna pagina del Vangelo, abbiamo bisogno di umiltà, per riconoscere i nostri limiti, i nostri errori ed omissioni, per poter veramente formare ‘un cuore solo e un’anima sola’. Una più piena comunione all’interno della Chiesa Cattolica favorisce anche il dialogo ecumenico con le altre Chiese e Comunità ecclesiali. La Chiesa Cattolica ha ribadito anche in quest’Assise sinodale la sua profonda convinzione di proseguire tale dialogo, affinché si realizzi compiutamente la preghiera del Signore Gesù ‘perché tutti siano una sola cosa’ (Gv 17,21)”.

“Ai cristiani nel Medio Oriente” – ha detto ancora il Pontefice – “si possono applicare le parole del Signore Gesù: ‘Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno’. Infatti, anche se poco numerosi, essi sono portatori della Buona Notizia dell’amore di Dio per l’uomo, amore che si è rivelato proprio in Terra Santa nella persona di Gesù Cristo. Questa Parola di salvezza, rafforzata con la grazia dei Sacramenti, risuona con particolare efficacia nei luoghi in cui, per divina Provvidenza, è stata scritta, ed è l’unica Parola in grado di rompere il circolo vizioso della vendetta, dell’odio, della violenza. Da un cuore purificato, in pace con Dio e con il prossimo, possono nascere propositi ed iniziative di pace a livello locale, nazionale ed internazionale. In tale opera, alla cui realizzazione è chiamata tutta la comunità internazionale, i cristiani, cittadini a pieno titolo, possono e debbono dare il loro contributo con lo spirito delle beatitudini, diventando costruttori di pace ed apostoli di riconciliazione a beneficio di tutta la società”.

“Da troppo tempo nel Medio Oriente perdurano i conflitti, le guerre, la violenza, il terrorismo. La pace, che è dono di Dio, è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle istituzioni nazionali ed internazionali, in particolare degli Stati più coinvolti nella ricerca della soluzione dei conflitti. Non bisogna mai rassegnarsi alla mancanza della pace. La pace è possibile. La pace è urgente. La pace è la condizione indispensabile per una vita degna della persona umana e della società. La pace è anche il miglior rimedio per evitare l’emigrazione dal Medio Oriente”.

“Un altro contributo che i cristiani possono apportare alla società è la promozione di un’autentica libertà religiosa e di coscienza, uno dei diritti fondamentali della persona umana che ogni Stato dovrebbe sempre rispettare. In numerosi Paesi del Medio Oriente esiste la libertà di culto, mentre lo spazio della libertà religiosa non poche volte è assai limitato. Allargare questo spazio di libertà diventa un’esigenza per garantire a tutti gli appartenenti alle varie comunità religiose la vera libertà di vivere e professare la propria fede. Tale argomento potrebbe diventare oggetto di dialogo tra i cristiani e i musulmani, dialogo la cui urgenza ed utilità è stata ribadita dai Padri sinodali”.

“Durante i lavori dell’Assemblea” – ha ricordato infine il Papa – “è stata spesso sottolineata la necessità di riproporre il Vangelo alle persone che lo conoscono poco, o che addirittura si sono allontanate dalla Chiesa. Spesso è stato evocato l’urgente bisogno di una nuova evangelizzazione anche per il Medio Oriente. (...) Per questo, dopo aver consultato l’episcopato del mondo e dopo aver sentito il Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, ho deciso di dedicare la prossima Assemblea Generale Ordinaria, nel 2012, al seguente tema: ‘Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam’ - La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana".

“Cari fratelli e sorelle del Medio Oriente!” – ha concluso Benedetto XVI – “L’esperienza di questi giorni vi assicuri che non siete mai soli, che vi accompagnano sempre la Santa Sede e tutta la Chiesa, la quale, nata a Gerusalemme, si è diffusa nel Medio Oriente e in seguito nel mondo intero”.
HML/ VIS 20101025 (1180)

COMPITO MISSIONARIO È TRASFIGURARE MONDO

CITTA' DEL VATICANO, 24 OTT. 2010 (VIS). Al termine della Santa Messa celebrata questa mattina nella Basilica Vaticana per la conclusione dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Nel riferirsi al tema dell’Assemblea Sinodale "La Chiesa Cattolica in Medio Oriente: comunione e testimonianza", il Papa ha anche ricordato che: “In questa domenica, inoltre, ricorre la Giornata Missionaria Mondiale, che ha per motto: "La costruzione della comunione ecclesiale è la chiave della missione".

“Colpisce la somiglianza tra i temi di questi due eventi ecclesiali” – ha proseguito il Papa – “Entrambi invitano a guardare alla Chiesa come mistero di comunione che, per sua natura, è destinato a tutto l’uomo e a tutti gli uomini. (...) Per questo la prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, nel 2012, sarà dedicata al tema ‘La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana’. In ogni tempo e in ogni luogo – anche oggi nel Medio Oriente – la Chiesa è presente e opera per accogliere ogni uomo e offrirgli in Cristo la pienezza della vita”.

“Nella Liturgia odierna si legge la testimonianza di san Paolo riguardo al premio finale che il Signore consegnerà ‘a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione’. Non si tratta di un’attesa inoperosa o solitaria, al contrario! L’Apostolo ha vissuto in comunione con Cristo risorto per ‘portare a compimento l’annuncio del Vangelo’ così che ‘tutte le genti lo ascoltassero’. Il compito missionario non è rivoluzionare il mondo, ma trasfigurarlo, attingendo la forza da Gesù Cristo”.

“Anche i cristiani di oggi – come è scritto nella lettera ‘A Diogneto’ – "’mostrano come sia meravigliosa e … straordinaria la loro vita associata. Trascorrono l’esistenza sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma con il loro modo di vivere oltrepassano le leggi … Sono condannati a morte, e da essa traggono vita. Pur facendo il bene, sono … perseguitati e crescono di numero ogni giorno’”.

“Alla Vergine Maria” – ha detto infine il Papa – “che da Gesù Crocifisso ha ricevuto la nuova missione di essere Madre di tutti coloro che vogliono credere in Lui e seguirlo, affidiamo le comunità cristiane del Medio Oriente e tutti i missionari del Vangelo”.
ANG/ VIS 20101025 (410)

ALTRI ATTI PONTIFICI


CITTA' DEL VATICANO, 23 OTT. 2010 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato Membri del Consiglio di Cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede il Cardinale Norberto Rivera Carrera, Arcivescovo di México (Messico) ed il Cardinale Francis Eugene George, O.M.I., Arcivescovo di Chicago (Stati Uniti d’America).

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni (Italia), presentata dall’Abate Dom Benedetto Maria Chiavetta, O.S.B., in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

- Ha nominato il Vescovo John G. Noonan, finora Ausiliare dell’Arcidiocesi di Miami (Stati Uniti d’America), Vescovo di Orlando (superficie: 28.814; popolazione: 4.002.000; cattolici: 400.923; sacerdoti: 253; religiosi: 181; diaconi permanenti: 172), Stati Uniti d’America.
NA:RE:NER/ VIS 20101025 (130)

BENEDETTO XVI RICEVE PRESIDENTE SEYCHELLES

CITTA' DEL VATICANO, 25 OTT. 2010 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico nella tarda mattinata di oggi il seguente Comunicato:

“Oggi, 25 ottobre 2010, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza Sua Eccellenza il Signor James Alix Michel, Presidente della Repubblica di Seychelles, che successivamente ha incontrato Sua Eminenza il Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il quale era accompagnato dall’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati”.

“Dopo aver manifestato vivo compiacimento per le cordiali relazioni bilaterali, le due Parti hanno avuto uno scambio di opinioni su temi di comune interesse. Al riguardo, ci si è soffermati in modo particolare sull’impegno e sulla collaborazione per la promozione della dignità umana, soprattutto in ambiti di grande rilievo sociale come la famiglia, l’educazione della gioventù e la protezione dell’ambiente”.
OP/ VIS 20101025 (150)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 25 OTT. 2010 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- L’Arcivescovo Robert Zollitsch, di Freiburg im Breisgau (Repubblica Federale di Germania), Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca.

- I partecipanti al Simposio Internazionale su Erik Peterson.
AP/... VIS 20101025 (70)

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