Inizio - VIS Vaticano - Ricevere VIS - Contattaci - Calendario VIS

Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

ultime 5 notizie

VISnews anche in Twitter Anche in YouTube

lunedì 31 gennaio 2011

150° MORTE SANTO PATRONO PONTIFICIO COLLEGIO ETIOPICO


CITTA' DEL VATICANO, 29 GEN. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto il Rettore, i sacerdoti e i seminaristi del Pontificio Collegio Etiopico, in occasione del 150° anniversario, celebrato il 31 luglio scorso, della morte di San Giustino De Jacobis (1800-1860), Patrono del Collegio.

“Degno figlio di San Vincenzo de’ Paoli” – ha detto il Papa – “San Giustino visse in modo esemplare il suo ‘farsi tutto a tutti’, specialmente al servizio del popolo abissino. Inviato a trentotto anni dall’allora Prefetto di ‘Propaganda Fide’, il Cardinale Franzoni, come missionario in Etiopia, (...) lavorò prima ad Adua e poi a Guala, dove pensò subito a formare preti etiopi, dando vita ad un seminario chiamato ‘Collegio dell’Immacolata’".

“Imparando la lingua locale e favorendo la plurisecolare tradizione liturgica del rito proprio di quelle comunità, egli si adoperò anche per un’efficace opera ecumenica. (...) Per la sua passione educativa, specialmente nella formazione dei sacerdoti, può essere giustamente considerato il patrono del vostro Collegio; infatti, ancora oggi questa benemerita Istituzione accoglie presbiteri e candidati al sacerdozio sostenendoli nel loro impegno di preparazione teologica, spirituale e pastorale”.

“Rientrando nelle comunità di origine, (...) sappiate suscitare in ciascuno” – ha esortato il Pontefice – “l’amore a Dio e alla Chiesa, sull’esempio di San Giustino De Jacobis. Egli coronò il suo fecondo contributo alla vita religiosa e civile dei popoli abissini con il dono della sua vita, silenziosamente riconsegnata a Dio dopo molte sofferenze e persecuzioni. Fu beatificato dal Venerabile Pio XII il 25 giugno 1939 e canonizzato dal Servo di Dio Paolo VI il 26 ottobre 1975”.

“Anche per voi, cari sacerdoti e seminaristi” – ha esclamato il Pontefice – “è tracciata la via della santità! (...) La santità si colloca quindi nel cuore stesso del mistero ecclesiale ed è la vocazione a cui tutti siamo chiamati. I Santi non sono un ornamento che riveste la Chiesa dall’esterno, ma sono come i fiori di un albero che rivelano la inesauribile vitalità della linfa che lo percorre. È bello contemplare così la Chiesa, in modo ascensionale verso la pienezza del ‘Vir perfectus’; in continua, faticosa, progressiva maturazione; dinamicamente sospinta verso il pieno compimento in Cristo”.

“Cari sacerdoti e seminaristi del Pontificio Collegio Etiopico” – ha esortato infine il Pontefice – “vivete con gioia e dedizione questo periodo importante della vostra formazione, all’ombra della cupola di San Pietro: camminate con decisione sulla strada della santità. Voi siete un segno di speranza, specialmente per la Chiesa nei vostri Paesi di origine. Sono certo che l’esperienza di comunione vissuta qui a Roma vi aiuterà anche a portare un prezioso contributo alla crescita e alla pacifica convivenza delle vostre amate Nazioni”.
AC/ VIS 20110131 (440)

IV CENTENARIO PONTIFICIA UNIVERSITÀ SANTO TOMÁS MANILA

CITTA' DEL VATICANO, 29 GEN. 2011 (VIS). Oggi è stato reso pubblico un videomessaggio del Santo Padre agli studenti, al personale e agli ex alunni dell’Università Pontificia di Santo Tomas di Manila (Filippine), in occasione del 400° anniversario di fondazione.

Il Papa ha ringraziato “i numerosi sacerdoti, religiosi e laici, che a Santo Tomás, hanno trasmesso a generazioni di filippini la fede, la conoscenza e la saggezza contenute nelle scienze religiose e secolari”.

“In particolare” – ha detto il Santo Padre – “ricordo il vostro Fondatore, Vescovo Miguel de Benavides, ed il grande impegno dei Domenicani che hanno guidato l’istituzione attraverso molte sfide nei secoli passati. L’Università di Santo Tomás è la più antica istituzione dell’istruzione superiore cattolica dell’Estremo Oriente e continua ad avere un ruolo molto importante nella Chiesa in tutta la regione”.

“Sono fiducioso” – ha detto infine il Santo Padre - “che tenendo in considerazione la fede e la ragione che sono sempre parte di un autentico approccio integrato all’educazione, la vostra Università continui a contribuire all’arricchimento intellettuale, spirituale e culturale delle Filippine e di tutto il continente”.
MESS/ VIS 20110131 (190)

MESSAGGIO GIORNATA MONDIALE DEI MALATI DI LEBBRA

CITTA' DEL VATICANO, 29 GEN. 2011 (VIS). In occasione della LVIII Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra (30 gennaio), l’Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute), ha redatto un Messaggio dal titolo: "Unire i nostri sforzi per esprimere meglio la Giustizia e l’Amore verso i malati di lebbra".

“La Giornata Mondiale di lotta alla Lebbra” – scrive l’Arcivescovo Zimowski – “è una ricorrenza che costituisce al contempo un momento di riflessione per sottolineare ed esprimere gratitudine nei confronti dell’impegno dei milioni fra operatori, professionali e volontari, del mondo della salute, della società, della politica e dell’informazione che hanno aiutato e aiutano i lebbrosi. (...) Tra le persone e gli organismi di buona volontà ai quali desideriamo rivolgere un particolare grazie, per l’impegno verso i malati di lebbra, vi è la Fondazione Raoul Follereau (...) che, tra due anni, celebrerà il 60mo della propria istituzione”.

“La lebbra, in effetti, dopo la messa a punto di efficaci terapie farmacologiche si è vista ridurre notevolmente la propria carica letale ma continua a provocare sofferenza, menomazioni ed esclusione sociale. Intorno ad essa prosperano l’ignoranza, la diseguaglianza e la discriminazione che, a loro volta, ne alimentano la diffusione. (...) Da un punto di vista sanitario e sociale permane drammatica la carenza di strutture sia per la diagnosi precoce dell’infezione sia per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone guarite ma oramai mutilate dal Bacillo di Hansen. Va inoltre promossa in modo ancor più diffuso e capillare l’educazione delle comunità e delle popolazioni affinché si comprenda che chi è guarito non presenta più alcuna minaccia d’infezione per gli altri e che va aiutato nel reinserimento”.

Citando il Messaggio di Benedetto XVI alla XXV Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, il Presidente del Dicastero segnala che "’anche nel campo della salute, parte integrante dell’esistenza di ciascuno e del bene comune, è importante instaurare una vera giustizia distributiva che garantisca a tutti, sulla base dei bisogni oggettivi, cure adeguate. Di conseguenza, il mondo della salute non può sottrarsi alle regole morali che devono governarlo affinché non diventi disumano’".

Infine, alla vigilia della Giornata dedicata alla lotta contro la lebbra, l’Arcivescovo Zimowski, ricorda “come nella Storia della Chiesa vi siano state persone che si sono molto impegnate fino, in molti casi, a sacrificare la propria vita in favore delle vittime del Morbo di Hansen”: il Cardinale canadese Paul-Émile Léger, il sacerdote belga San Damien de Veuster e il Beato polacco Jan Beyzym, S.I.
CON-AVA/ VIS 20110131 (430)

ANGELUS: MALATI LEBBRA E PREGHIERE MEDIO ORIENTE

CITTA' DEL VATICANO, 30 GEN. 2011 (VIS). Alle 12:00 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro, tra i quali i Ragazzi dell’Azione Cattolica della Diocesi di Roma che hanno concluso con la "Carovana della Pace" il mese di gennaio da loro tradizionalmente dedicato al tema della pace. Al termine della preghiera dell’Angelus due bambini, invitati nell’appartamento pontificio, hanno liberato dalla finestra due colombe, simbolo di pace.

Prima della recita della preghiera mariana il Papa ha commentato la pagina evangelica di questa quarta domenica del Tempo Ordinario nella quale San Matteo presenta il primo grande discorso che il Signore rivolge ad una moltitudine, sulle colline intorno al Lago di Galilea, conosciuto come il Discorso della Montagna o delle Beatitudini “e proclama ‘beati’ i poveri in spirito, gli afflitti, i misericordiosi, quanti hanno fame della giustizia, i puri di cuore, i perseguitati”.

“Le Beatitudini” – ha spiegato il Santo Padre – “sono un nuovo programma di vita, per liberarsi dai falsi valori del mondo e aprirsi ai veri beni, presenti e futuri. Quando, infatti, Dio consola, sazia la fame di giustizia, asciuga le lacrime degli afflitti, significa che, oltre a ricompensare ciascuno in modo sensibile, apre il Regno dei Cieli. ‘Le Beatitudini sono la trasposizione della croce e della risurrezione nell’esistenza dei discepoli’. Esse rispecchiano la vita del Figlio di Dio che si lascia perseguitare, disprezzare fino alla condanna a morte, affinché agli uomini sia donata la salvezza”.

“Per questo la Chiesa non teme la povertà, il disprezzo, la persecuzione in una società spesso attratta dal benessere materiale e dal potere mondano”.

Dopo l’Angelus il Santo Padre ha ricordato che questa domenica si celebra la “Giornata mondiale dei malati di lebbra”, promossa negli anni ‘50 del secolo scorso da Raoul Follereau e riconosciuta ufficialmente dall’ONU. La lebbra, pur essendo in regresso” – ha commentato il Papa – “purtroppo colpisce ancora molte persone in condizione di grave miseria. A tutti i malati assicuro una speciale preghiera, che estendo a quanti li assistono e, in diversi modi, si impegnano a sconfiggere il morbo di Hansen”.

“Nei prossimi giorni, in vari Paesi dell’Estremo Oriente” – ha ricordato il Pontefice – “si celebra, con gioia, specialmente nell’intimità delle famiglie, il capodanno lunare. A tutti quei grandi popoli auguro di cuore serenità e prosperità”.

Infine il Papa ha ricordato che oggi ricorre la “Giornata internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa” ed ha detto: “Mi associo al Patriarca Latino di Gerusalemme e al Custode di Terra Santa nell’invitare tutti a pregare il Signore affinché faccia convergere le menti e i cuori a concreti progetti di pace”.
ANG/ VIS 20110131 (460)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 31 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Il Vescovo Javier Echevarría Rodríguez, Prelato della Prelatura Personale dell’Opus Dei.
AP/ VIS 20110131 (40)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 31 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha nominato Don Mauro Maria Morfino, S.D.B., Vescovo di Alghero-Bosa (superficie: 2.012; popolazione: 106.300; cattolici: 105.650; sacerdoti: 87; religiosi: 176; diaconi permanenti: 7), Italia. Il Vescovo eletto è nato ad Arborea (Italia) nel 1958, ha emesso la professione perpetua nella Società di Don Bosco nel 1983 ed è stato ordinato sacerdote nel 1986. Attualmente è Ordinario di Scienze Bibliche e Direttore del Dipartimento di Scienze Bibliche e Patristiche presso la Facoltà Teologica di Cagliari.

Sabato 29 gennaio il Santo Padre ha nominato:

- Il Padre Eusebio Hernández Sola, O.A.R., Vescovo di Tarazona (superficie: 4.514; popolazione: 91.414; cattolici: 74.201; sacerdoti: 94; religiosi: 115), Spagna. Il Vescovo eletto è nato a Cárcar (Spagna), nel 1944. Ha emesso la professione solenne nell’Ordine degli Agostiniani Recolletti nel 1967 ed è stato ordinato sacerdote nel 1968. È stato finora Capo Ufficio della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

- Membri del Consiglio di Cardinali e Vescovi della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato: il Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria); il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi; il Cardinale Fortunato Baldelli, Penitenziere Maggiore; il Cardinale Raymond Leo Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.Giustifica
- Membri del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti: il Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia; l’Arcivescovo Cyril Vasil, S.I., Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali; il Vescovo Antoine Audo, S.I., di Alep dei Caldei (Siria); il Vescovo John Charles Wester, di Salt Lake City (Stati Uniti d’America); il Vescovo Luigi Negri, di San Marino-Montefeltro (Italia); il Vescovo Guerino Di Tora, Ausiliare di Roma.

- Consultori del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti: il Monsignor Jacques Harel, Consulente Nazionale per l'Apostolato del Mare (Mauritius); il Padre Maurizio Pettenà, C.S., Direttore dell'Ufficio Migranti della Conferenza Episcopale Australiana; il Professor Paolo Morozzo Della Rocca, Docente presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Urbino (Italia); il Dottor Christopher Hein, Direttore del "Consiglio Italiano per i Rifugiati", Roma; la Professoressa Laura Zanfrini, Docente presso la Facoltà di Sociologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano.

- Il Monsignore Robert Gołębiowski, Difensore del Vincolo Sostituto del Tribunale della Rota Romana, finora Notaio del medesimo Tribunale.
NER:NA/ VIS 20110131 (410)

venerdì 28 gennaio 2011

IL PAPA RICEVE LA COMMISSIONE PER IL DIALOGO TEOLOGICO TRA LA CHIESA CATTOLICA E LE CHIESE ORIENTALI ORTODOSSE

 CITTA' DEL VATICANO, 28 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto oggi in Vaticano 30 membri della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Orientali Ortodosse.

 La Commissione è stata istituita nel 2003, su iniziativa delle autorità ecclesiali della famiglia delle Chiese Orientali Ortodosse e del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.

 Il risultato della prima fase del dialogo, dal 2003 al 2009, è stato il documento "Naturalezza, Costituzione e Missione della Chiesa", che - ha detto il Papa - "descrive gli aspetti fondamentali dei principi ecclesiologici che condividiamo e segnala le questioni che richiedono una più profonda riflessione nelle successive fasi del dialogo. Non possiamo che essere grati che dopo circa 1500 anni di separazione, tuttavia siamo d'accordo sulla natura sacramentale della Chiesa, sulla successione apostolica e sulla urgente necessità di dare testimonianza nel mondo del Vangelo di Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo".

 Nella seconda fase la Commissione ha riflettuto "da una prospettiva storica, di come le Chiese hanno espresso la loro comunione attraverso i secoli" e questa settimana è stata dedicata "allo studio della comunione e della comunicazione che esisteva tra le Chiese fino alla metà del quinto secolo di storia cristiana e del ruolo svolto dal monachesimo nella vita della Chiesa primitiva".

 Benedetto XVI ha manifestato la speranza che la riflessione teologica "porterà le nostre chiese non solo a capirsi più profondamente tra di loro, ma a continuare con determinazione il nostro cammino verso la piena comunione a cui siamo chiamati per volontà di Cristo".

 "Molti di voi - ha concluso - provengono da paesi dove gli individui e le comunità cristiane affrontano prove e difficoltà che sono motivo di profonda preoccupazione per tutti noi. Tutti i cristiani devono sforzarsi di lavorare insieme in reciproca accettazione e fiducia per raggiungere la pace e la giustizia. Che l'intercessione e l'esempio di molti martiri e santi, che hanno reso coraggiosa testimonianza a Cristo in tutte le nostre Chiese, sostenga e fortifichi voi e tutte le vostre comunità cristiane".
AC/                                                     VIS 20110128 (350)

UDIENZE

 CITTA' DEL VATICANO, 28 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- L'Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

- L'Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (Pastorale della Salute).

- L'Arcivescovo Faustino Saint Munoz, Nunzio apostolico, con i familiari.

- Signor Francis Martin-Xavier Campbell, Ambasciatore di Gran Bretagna, in visita di congedo.

- Signor Suprapto Martosetomo, Ambasciatore di Indonesia, in visita di congedo.
AP/                                            VIS 20110128 (80)

giovedì 27 gennaio 2011

IN MARZO INIZIANO GLI INCONTRI TRA CREDENTI E NON CREDENTI

CITTA' DEL VATICANO, 27 GEN. 2011 (VIS). Il Pontificio Consiglio della Cultura, il cui presidente è il Cardinale Gianfranco Ravasi, dal 24 al 25 marzo, organizzerà il lancio del "Cortile di Gentili", nuova struttura vaticana permanente destinata a favorire lo scambio e l'incontro tra credenti e non credenti.

 Secondo un comunicato del Pontificio Consiglio della Cultura, ci saranno tre colloqui sul tema: "Religione, lume e ragione comune", che si svolgeranno nel pomeriggio di giovedì 24 marzo presso la sede dell'UNESCO; la mattina di venerdì 25 marzo presso l'Università la Sorbona e il pomeriggio dello stesso giorno all'Institut de France. A conclusione di questi tre colloqui, si terrà nel Collège des Bernardins una tavola rotonda.

 Inoltre, la sera di venerdì 25 marzo, è prevista una festa aperta a tutti, in particolare ai giovani, sul tema: "l'Atrio dello Sconosciuto", che sarà organizzata in Notre Dame de Parìs, con musica spettacoli e un incontro di riflessione. Dopo gli spettacoli, la Cattedrale parigina rimarrà aperta in via del tutto eccezionale per coloro che desiderano partecipare a una veglia di preghiera e a una meditazione.
CON-C/                                                                                                              VIS 20110127 (180)

PRESENTAZIONE MESSAGGIO PER LA XIX GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

CITTA' DEL VATICANO, 27 GEN. 2011 (VIS). Giovedì, 3 febbraio, alle ore 11.00, nella Sala Stampa della Santa Sede, si terrà la presentazione del Messaggio di Benedetto XVI per la XIX Giornata Mondiale del Malato, che si celebra l'11 febbraio.

 In tale occasione, verrà anche presentato il Seminario "Associazionismo sanitario cattolico e cultura della vita", che si terrà il 5 febbraio presso l'Auditorium San Pio X, per la chiusura del 25° anniversario della fondazione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (Pastorale della Salute).

 Interverranno all'evento l'Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio degli Operatori Sanitari (Pastorale della Salute), il Vescovo Josè Luis Redrado Marchite e il Monsignor Jean-Marie Mpendawatu Mate Musivi, rispettivamente Segretario e Sottosegretario del medesimo Consiglio e Rosa Merola, consultore dello stesso dicastero e psicologa presso l'Istituto Penitenziario di Rebibbia, Roma.
OP                                                                                                                       VIS 20110127 (130)

mercoledì 26 gennaio 2011

VINCERE LA TENTAZIONE DEL PESSIMISMO DAVANTI ALL'OBIETTIVO DELLA PIENA UNITA'

CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2011 (VIS). Ieri sera il Papa ha presieduto nella Basilica romana di San Paolo Fuori le Mura, la celebrazione dei vespri in occasione della chiusura della Settimana di Orazione per l'Unità dei Cristiani.

 All'inizio dell'omelia, il Santo Padre ha ricordato che quest'anno "il tema offerto alla nostra meditazione è stato proposto dalle Comunità cristiane di Gerusalemme". (...) I cristiani della Città Santa ci invitano a rinnovare e rafforzare il nostro impegno per il ristabilimento della piena unità meditando sul modello di vita dei primi discepoli di Cristo riuniti a Gerusalemme: "Essi - leggiamo negli Atti degli Apostoli - erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere".

 "L'insegnamento degli Apostoli, la comunione fraterna, lo spezzare il pane e la preghiera - ha detto - sono le forme concrete di vita della prima comunità cristiana di Gerusalemme riunita dall'azione dello Spirito Santo, ma al tempo stesso costituiscono i tratti essenziali di tutte le comunità cristiane, di ogni tempo e di ogni luogo. In altri termini, potremmo dire che essi rappresentano anche le dimensioni fondamentali dell'unità del Corpo visibile della Chiesa".

 Benedetto XVI ha aggiunto che "nel corso degli ultimi decenni, il movimento ecumenico, "sorto per impulso della grazia dello Spirito Santo", ha fatto significativi passi in avanti, tuttavia, "sappiamo bene che siamo ancora lontani da quella unità per la quale Cristo ha pregato. (...) L'unità alla quale Cristo, mediante il suo Spirito, chiama la Chiesa non si realizza solo sul piano delle strutture organizzative, ma si configura, ad un livello molto più profondo, come unità espressa "nella confessione di una sola fede, nella comune celebrazione del culto divino e nella fraterna concordia della famiglia di Dio".

 "La ricerca del ristabilimento dell'unità tra i cristiani divisi - ha continuato - non può pertanto ridursi ad un riconoscimento delle reciproche differenze ed al conseguimento di una pacifica convivenza: ciò a cui aneliamo è quell'unità per cui Cristo stesso ha pregato e che per sua natura si manifesta nella comunione della fede, dei sacramenti, del ministero. Il cammino verso questa unità deve essere avvertito come imperativo morale, risposta ad una precisa chiamata del Signore. Per questo occorre vincere la tentazione della rassegnazione e del pessimismo, che è mancanza di fiducia nella potenza dello Spirito Santo".

 Il Papa ha sottolineato che "il nostro dovere è proseguire con passione il cammino verso questa meta con un dialogo serio e rigoroso per approfondire il comune patrimonio teologico, liturgico e spirituale; con la reciproca conoscenza; con la formazione ecumenica delle nuove generazioni e, soprattutto, con la conversione del cuore e con la preghiera".

 Riferendosi alla festa di oggi, la Conversione di San Paolo, ha ricordato che "nei suoi lunghi viaggi missionari, l'Apostolo, peregrinando per città e regioni diverse, non dimenticò mai il legame di comunione con la Chiesa di Gerusalemme. La colletta in favore dei cristiani di quella comunità (...) occupò un posto importante nelle preoccupazioni di Paolo, che la considerava non solo un'opera di carità, ma il segno e la garanzia dell'unità e della comunione tra le Chiese da lui fondate e quella primitiva Comunità della Città Santa, un segno dell'unità dell'unica Chiesa di Cristo".

 Infine, il Santo Padre ha salutato in modo speciale i Fratelli e le Sorelle delle altre Chiese e Comunità ecclesiali, oltre "ai membri della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Antiche Chiese Orientali, la cui riunione si svolge qui a Roma in questi giorni. Affidiamo al Signore il buon successo del vostro incontro, perché possa rappresentare un passo in avanti verso la tanto auspicata unità". Il Papa ha rivolto anche un saluto particolare ai rappresentanti della Chiesa Evangelica Luterana Tedesca, "venuti a Roma con il Vescovo della Chiesa di Baviera".
HML/                                                                                                                     VIS 20110126 (670)

GIOVANNA D'ARCO: PORTARE LA LUCE DEL VANGELO NELLA STORIA

CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2011 (VIS). Questo mercoledì, la catechesi dell'Udienza Generale, tenutasi nell'Aula Paolo VI alla presenza di 3.000 persone, è stata dedicata alla figura della Santa Giovanna d'Arco (1412-1431) una  di "quelle donne forti che, alla fine del Medioevo, portarono senza paura la grande luce del Vangelo nelle complesse vicende della storia".

 Il Papa ha spiegato che Giovanna, figlia di contadini agiati, è vissuta nel periodo del conflitto bellico che si conosce come la "Guerra dei cent'anni" tra Francia e Inghilterra. Molto giovane, all'età di 13 anni, sentì "attraverso la "voce" dell'Arcangelo San Michele, la chiamata dal Signore ad intensificare la sua vita cristiana e anche ad impegnarsi in prima persona per la liberazione del suo popolo".

 Giovanna fa voto di verginità e intensifica la sua preghiera partecipando con un nuovo impegno alla vita sacramentale. "La compassione e l'impegno della giovane contadina francese di fronte alla sofferenza del suo popolo - ha detto il Pontefice - sono resi più intensi dal suo rapporto mistico con Dio. Uno degli aspetti più originali della santità di questa giovane è proprio questo legame tra esperienza mistica e missione politica".

 All'inizio del 1429, Giovanna comincia la sua azione e superando tutti gli ostacoli incontra il Delfino di Francia, il futuro re Carlo VII, che a Poitiers la sottopone ad un esame da parte di alcuni teologi dell'Università che esprimono un giudizio positivo: "in lei non vedono niente di male, solo una buona cristiana".

 Il 22 marzo dello stesso anno, Giovanna detta un'importante lettera al re d'Inghilterra e ai suoi uomini  che assediano la città di Orléans. "La sua è una proposta di vera pace nella giustizia tra i due popoli cristiani, alla luce dei nomi di Gesù e di Maria", ha osservato il Santo Padre. La proposta è respinta e Giovanna deve impegnarsi per la liberazione della città. L'altro momento culminante della sua impresa è l'incoronazione del re Carlo VII a Reims il 17 luglio 1429.

 La passione di Giovanna inizia il 23 maggio 1430 quando, a Compiegne, cade prigioniera dei suoi nemici e viene condotta nella città di Rouen dove si svolgerà il lungo e drammatico processo che si concluderà il 30 maggio 1431 con la condanna a morte.

 Il processo è presieduto da due grandi giudici ecclesiastici, il Vescovo Pierre Cauchon e l'inquisitore Jean le Maistre, ma in realtà è interamente guidato da un gruppo di teologi dell'Università di Parigi, "sono ecclesiastici francesi - ha detto il Papa - che avendo fatto la scelta politica opposta a quella di Giovanna, hanno a priori un giudizio negativo sulla sua persona e sulla sua missione. Questo processo è una pagina sconvolgente della storia della santità e anche una pagina illuminante sul mistero della Chiesa, che (...) allo stesso tempo è santa e sempre bisognosa di purificazione".

 "A differenza dei santi teologi che avevano illuminato l'Università di Parigi, come San Bonaventura, San Tommaso d'Aquino e il Beato Duns Scoto (...), questi giudici sono teologi ai quali mancano la carità e l'umiltà di vedere in questa giovane l'azione di Dio" e non vedono "che i misteri di Dio sono rivelati a chi ha il cuore dei piccoli, mentre rimangono nascosti ai dotti e sapienti (...) I giudici di Giovanna sono radicalmente incapaci di comprenderla, di vedere la bellezza della sua anima".

 Giovanna muore sul rogo il 30 maggio del 1431, con un crocifisso in mano e invocando il nome di Gesù. Dopo 25 anni il Processo di Nullità aperto da Callisto III "si conclude con una sentenza solenne che dichiara la nullità della condanna e (...) mette in luce l'innocenza di Giovanna e la sua perfetta fedeltà alla Chiesa. Giovanna d'Arco sarà canonizzata da Benedetto XV, nel 1920".

 "Il Nome di Gesù, invocato dalla nostra Santa fin negli ultimi istanti della sua vita terrena, era come il continuo respiro della sua anima (...) il centro della sua vita. Questa Santa aveva compreso che l'Amore abbraccia tutta la realtà di Dio e dell'uomo, del cielo e della terra, della Chiesa e del mondo. (...) La liberazione del suo popolo è un'opera di giustizia umana, che Giovanna compie nella carità, per amore di Gesù. Il suo è un bell'esempio di santità per i laici impegnati nella vita politica, soprattutto nelle situazioni più difficili".

 "In Gesù, Giovanna contempla anche tutta la realtà della Chiesa, la Chiesa trionfante del Cielo, come la Chiesa militante della terra. Secondo le sue parole, è un tutt'uno Nostro Signore e la Chiesa. Quest'affermazione, ha un carattere veramente eroico nel contesto del Processo di Condanna, di fronte ai suoi giudici, uomini di Chiesa, che la perseguitarono e la condannarono".

 "Con la sua luminosa testimonianza, - ha concluso Benedetto XVI - Santa Giovanna d'Arco ci invita ad una misura alta della vita cristiana: fare della preghiera il filo conduttore delle nostre giornate; avere piena fiducia nel compiere la volontà di Dio, qualunque essa sia; vivere la carità senza favoritismi, senza limiti e attingendo, come lei, nell'Amore di Gesù un profondo amore alla sua Chiesa".
AG/                                                                                                                      VIS 20110126 (800)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 26 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia all'ufficio di Ausiliare dell'Arcidiocesi di São Sebastião di Rio de Janeiro (Brasile), presentata dal Vescovo Assis Lopez, per raggiunti limiti d'età.
RE/                                                                                                                          VIS 20110126 (30)

martedì 25 gennaio 2011

CALENDARIO CELEBRAZIONI PRESIEDUTE DAL PAPA FEBBRAIO-APRILE

CITTA' DEL VATICANO, 25 GEN. 2011 (VIS).- Di seguito riportiamo il calendario della Celebrazioni presiedute dal Santo Padre nei mesi di febbraio, marzo ed aprile:

FEBBRAIO

-Mercoledì 2: Festa della Presentazione del Signore, Giornata della Vita Consacrata. Nella Basilica Vaticana, alle ore 17:30, Vespri con i membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica.

-Sabato, 5: Nella Basilica Vaticana, alle ore 10.00, Santa Messa e Rito di Ordinazione episcopale.

-Lunedì, 21: Sala del Concistoro, alle ore 12:00: Concistoro per alcune Cause di Canonizzazione.

MARZO

-Mercoledì, 9: Mercoledì delle Ceneri, nella Basilica di Sant'Anselmo, alle ore 16:30 Statio e Processione Penitenziale. Nella Basilica di Santa Sabina, alle ore 17:00, Santa Messa, benedizione ed imposizione delle Ceneri.

-Domenica, 13: I Domenica di Quaresima. Nel Palazzo Apostolico, Cappella "Redemptoris Mater", alle ore 18:00: inizio degli esercizi spirituali per la Curia Romana.

-Sabato, 19: Nella Cappella "Redemptoris Mater", alle ore 9:00: conclusione degli esercizi spirituali.

-Domenica, 20: Alle ore 9.00, Santa Messa e Rito di Dedicazione della nuova Parrocchia romana di San Corbinato all'Infernetto - Casal Palocco.

APRILE

-Domenica, 17: Domenica delle Palme e della Passione del Signore. In Piazza San Pietro, ore 9:30; Benedizione delle Palme, Processione e Santa Messa.

-Giovedì, 21: Giovedì Santo: Basilica Vaticana, alle ore 9:30: Santa Messa del Crisma. Nella Basilica di San Giovanni in Laterano, alle ore 17:30: inizio del Triduo Pasquale. Santa Messa nella Cena del Signore.

-Venerdì, 22: Venerdì Santo. Nella  Basilica Vaticana, alle ore 17:00: Celebrazione della Passione del Signore. Al Colosseo, alle ore 21:15, Via Crucis.

-Sabato, 23: Sabato Santo. Nella Basilica Vaticana, alle ore 21:00: Veglia Pasquale nella Notte Santa.

-Domenica, 24: Domenica di Pasqua. In Piazza San Pietro, alle ore 10:15: Santa Messa del giorno. Dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, alle ore 12:00: Benedizione "Urbi et Orbi".
OCL/                                    VIS 20110125 (300)

TUTTI I BATTEZZATI DEVONO COMUNICARE IL DONO DEL VANGELO

CITTA' DEL VATICANO, 25 GEN. 2011 (VIS).-E' stato reso pubblico il testo del messaggio del Santo Padre per la LXXXV Giornata Mondiale Missionaria che quest'anno si celebra il 23 ottobre sul tema: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" (Gv 20,21).

  Il Papa scrive che l'impegno di portare a tutti l'annuncio del Vangelo "con lo stesso slancio dei cristiani della prima ora", come ha ribadito il Venerabile Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 2000, "risuona ogni anno nella celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale".

  "Tutti i popoli - continua Benedetto XVI - sono destinatari dell'annuncio del Vangelo". La Chiesa "esiste per evangelizzare, (...) la sua azione, in adesione alla parola di Cristo e sotto l'influsso della sua grazia e della sua carità, si fa pienamente e attualmente presente a tutti gli uomini e a tutti i popoli per condurli alla fede in Cristo".

  Il Papa rileva che "questo compito non ha perso la sua urgenza. (...) Non possiamo rimanere tranquilli al pensiero che, dopo duemila anni, ci sono ancora popoli che non conoscono Cristo e non hanno ancora ascoltato il suo Messaggio di salvezza".

  "Non solo; ma si allarga la schiera di coloro che - scrive - pur avendo ricevuto l'annuncio del Vangelo, lo hanno dimenticato e abbandonato, non si riconoscono più nella Chiesa; e molti ambienti, anche in società tradizionalmente cristiane, sono oggi refrattari ad aprirsi alla parola della fede. È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall'imperante relativismo, un cambiamento che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali".

  Il Santo Padre ricorda che "la missione universale coinvolge tutti, tutto e sempre. Il Vangelo non è un bene esclusivo di chi lo ha ricevuto, ma è un dono da condividere, una bella notizia da comunicare. E questo dono-impegno è affidato non soltanto ad alcuni, bensì a tutti i battezzati".

  "L'evangelizzazione è un processo complesso e comprende vari elementi. Tra questi, un'attenzione peculiare da parte dell'animazione missionaria è stata sempre data alla solidarietà (...) Si tratta di sostenere istituzioni necessarie per stabilire e consolidare la Chiesa e anche di dare il proprio contributo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone in Paesi nei quali più gravi sono i fenomeni di povertà, malnutrizione soprattutto infantile, malattie, carenza di servizi sanitari e per l'istruzione. Anche questo rientra nella missione della Chiesa. Annunciando il Vangelo, essa si prende a cuore la vita umana in senso pieno".

  "Non è accettabile, ribadiva il Servo di Dio Paolo VI, che nell'evangelizzazione si trascurino i temi riguardanti la promozione umana, la giustizia, la liberazione da ogni forma di oppressione, ovviamente nel rispetto dell'autonomia della sfera politica. Disinteressarsi dei problemi temporali dell'umanità significherebbe "dimenticare la lezione che viene dal Vangelo sull'amore del prossimo sofferente e bisognoso"; non sarebbe in sintonia con il comportamento di Gesù, il quale "percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il Vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e infermità".

  "Così - conclude - attraverso la partecipazione corresponsabile alla missione della Chiesa, il cristiano diventa costruttore della comunione, della pace, della solidarietà che Cristo ci ha donato, e collabora alla realizzazione del piano salvifico di Dio per tutta l'umanità (...) Che la Giornata Missionaria ravvivi in ciascuno il desiderio e la gioia di "andare" incontro all'umanità portando a tutti Cristo!".
MESS/                                    VIS 20110125 (590)

CORDOGLIO PER LE VITTIME DELL'ATTENTATO ALL'AEROPORTO DI MOSCA

CITTA' DEL VATICANO, 25 GEN. 2011 (VIS).- Il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, S.D.B., ha inviato un telegramma di cordiglio a nome del Santo Padre al Presidente della Federazione Russa, S.E. l'On. Dmitrij Anatolevich Medvedev, per le numerose vittime dell'attentato avvenuto ieri pomeriggio all'aeroporto Domodedovo di Mosca.

  Benedetto XVI esprime "profondo dolore e ferma riprovazione per il grave atto di violenza, desiderando far giungere sentimenti di vicinanza spirituale e di vive condoglianze ai familiari delle vittime".
TGR/                                    VIS 20110125 (80)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 25 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha nominato Il Rev.do Augusto Dos Santos Lopes Fortes, Vescovo della Diocesi di Mindelo (superficie 2.230, popolazione 166.000, cattolici 149.230, sacerdoti 19, religiosi 58) in Capo Verde. Il Vescovo eletto è nato nel 1964 nell'isola di Sal (Capo Verde), è stato ordinato sacerdote nel 1992 e finora era cancelliere della Diocesi di Mindelo e parroco di "Sao Vincente".
NER/                                      VIS 20110125 (70)

lunedì 24 gennaio 2011

COLLOQUIO RAPPRESENTANTI SANTA SEDE E VESCOVI E TEOLOGI INDIA

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2011 (VIS). Nella tarda mattinata di oggi è stato reso pubblico il seguente Comunicato:

“Dal 16 al 22 gennaio, 2011, si è tenuto un colloquio fra l’Accademia Nazionale San Giovanni di Scienze della Salute a Bangalore (India), durante il quale una Delegazione della Santa Sede ha incontrato ventotto membri della Conferenza dei Vescovi Cattolici dell’India e ventisei teologi provenienti da diverse parti del Paese. La Delegazione della Santa Sede era guidata dal Cardinale William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, accompagnato dall’Arcivescovo Luis Ladaria, S.I., Segretario del medesimo Dicastero e dal Monsignor Charles Scicluna, Promotore di Giustizia e da tre Officiali”.

“I membri dell’Episcopato indiano che hanno partecipato all’incontro, guidato dal Cardinale Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay e Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici dell’India, rappresentavano i tre riti ‘sui iuris’ delle Chiese dell’India”.

“Nella prima parte dell’incontro, i teologi hanno esaminato argomenti quali il ruolo specifico dei teologi nella Chiesa, la metodologia teologica in Oriente e in Occidente, l’inculturazione, Gesù Cristo quale unico Salvatore di tutte le genti, il rapporto tra la Chiesa di Cristo e le altre religioni, il concetto cristiano di autentica librazione umana, il ruolo della comunità di fede, il ‘sensus fidelium’ e il carattere distintivo della preghiera e della spiritualità cristiana”.

“La seconda parte del colloquio è stata organizzata dai Vescovi e dai rappresentanti della Santa Sede. Sono state esaminate diverse questioni relative al ruolo specifico e alla responsabilità dei Vescovi nella Chiesa, al Vescovo quale maestro di fede, al funzionamento della Commissione Dottrinale della Conferenze Episcopali, alla formazione dei futuri sacerdoti e membri delle congregazioni religiose, e alla corretta valutazione dei delitti canonici più gravi.
OP/ VIS 20110124 (290)

ASPETTO GIURIDICO INTRINSECAMENTE LEGATO MATRIMONIO

CITTA' DEL VATICANO, 22 GEN. 2011 (VIS). Questa mattina Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il Decano, i Prelati Uditori, gli Officiali e i collaboratori del Tribunale della Rota Romana, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Nel suo discorso Benedetto XVI si è soffermato sulla dimensione giuridica del matrimonio “che è insita nell'attività pastorale di preparazione e ammissione al matrimonio”.

“Non esiste” – ha sottolineato il Pontefice – “un matrimonio della vita ed un altro del diritto: non vi è che un solo matrimonio, il quale è costitutivamente vincolo giuridico reale tra l'uomo e la donna, un vincolo su cui poggia l'autentica dinamica coniugale di vita e di amore. (...) L'aspetto giuridico è intrinsecamente legato all'essenza del matrimonio”.

“Il diritto a sposarsi, o ‘ius connubii’, va visto in tale prospettiva” – ha detto il Papa – “Non si tratta, cioè, di una pretesa soggettiva che debba essere soddisfatta dai pastori mediante un mero riconoscimento formale, indipendentemente dal contenuto effettivo dell'unione. Il diritto a contrarre matrimonio presuppone che si possa e si intenda celebrarlo davvero, dunque nella verità della sua essenza così come è insegnata dalla Chiesa. Nessuno può vantare il diritto a una cerimonia nuziale. Lo ‘ius connubii’, infatti, si riferisce al diritto di celebrare un autentico matrimonio”.

“Non bisogna mai dimenticare, tuttavia” – ha proseguito il Pontefice – “che l'obiettivo immediato di tale preparazione è quello di promuovere la libera celebrazione di un vero matrimonio, la costituzione cioè di un vincolo di giustizia ed amore tra i coniugi, con le caratteristiche dell’unità ed indissolubilità, ordinato al bene dei coniugi e alla procreazione ed educazione della prole, e che tra battezzati costituisce uno dei sacramenti della Nuova Alleanza. Con ciò non viene rivolto alla coppia un messaggio ideologico estrinseco, né tanto meno viene imposto un modello culturale; piuttosto, i fidanzati vengono posti in grado di scoprire la verità di un'inclinazione naturale e di una capacità di impegnarsi che essi portano inscritte nel loro essere relazionale uomo-donna. È da lì che scaturisce il diritto quale componente essenziale della relazione matrimoniale, radicato in una potenzialità naturale dei coniugi che la donazione consensuale attualizza”.

“Tra i mezzi per accertare che il progetto dei nubendi sia realmente coniugale spicca l'esame prematrimoniale.” – ha detto ancora il Santo Padre- “Tale esame ha uno scopo principalmente giuridico: accertare che nulla si opponga alla valida e lecita celebrazione delle nozze. Giuridico non vuol dire però formalistico, come se fosse un passaggio burocratico consistente nel compilare un modulo sulla base di domande rituali. Si tratta invece di un'occasione pastorale unica (...) il pastore cerca di aiutare la persona a porsi seriamente dinanzi alla verità su se stessa e sulla propria vocazione umana e cristiana al matrimonio. In questo senso il dialogo, sempre condotto separatamente con ciascuno dei due fidanzati - senza sminuire la convenienza di altri colloqui con la coppia - richiede un clima di piena sincerità, nel quale si dovrebbe far leva sul fatto che gli stessi contraenti sono i primi interessati e i primi obbligati in coscienza a celebrare un matrimonio valido”.

“In questo modo, con i vari mezzi a disposizione per un’accurata preparazione e verifica, si può sviluppare un’efficace azione pastorale volta alla prevenzione delle nullità matrimoniali. Bisogna adoperarsi affinché si interrompa, nella misura del possibile, il circolo vizioso che spesso si verifica tra un’ammissione scontata al matrimonio, senza un’adeguata preparazione e un esame serio dei requisiti previsti per la sua celebrazione, e una dichiarazione giudiziaria talvolta altrettanto facile, ma di segno inverso, in cui lo stesso matrimonio viene considerato nullo solamente in base alla constatazione del suo fallimento”.

“Il diritto canonico in generale, e in specie quello matrimoniale e processuale” – ha insistito Benedetto XVI – “richiedono certamente una preparazione particolare, ma la conoscenza degli aspetti basilari e di quelli immediatamente pratici del diritto canonico (...) costituisce un’esigenza formativa di primaria rilevanza per tutti gli operatori pastorali, in particolare per coloro che agiscono nella pastorale familiare”.

“Tutto ciò richiede, inoltre, che l'operato dei tribunali ecclesiastici trasmetta un messaggio univoco circa ciò che è essenziale nel matrimonio, in sintonia con il Magistero e la legge canonica, parlando ad una sola voce. (...) Di recente ho insistito sulla necessità di giudicare rettamente le cause relative all'incapacità consensuale. La questione continua ad essere molto attuale, e purtroppo permangono ancora posizioni non corrette, come quella di identificare la discrezione di giudizio richiesta per il matrimonio con l’auspicata prudenza nella decisione di sposarsi, confondendo così una questione di capacità con un'altra che non intacca la validità, poiché concerne il grado di saggezza pratica con cui si è presa una decisione che è, comunque, veramente matrimoniale. Più grave ancora sarebbe il fraintendimento se si volesse attribuire efficacia invalidante alle scelte imprudenti compiute durante la vita matrimoniale”.

“Nell'ambito delle nullità per l'esclusione dei beni essenziali del matrimonio occorre altresì un serio impegno perché le pronunce giudiziarie rispecchino la verità sul matrimonio, la stessa che deve illuminare il momento dell'ammissione alle nozze. Penso, in modo particolare, alla questione dell'esclusione del ‘bonum coniugum’. In relazione a tale esclusione sembra ripetersi lo stesso pericolo che minaccia la retta applicazione delle norme sull'incapacità, e cioè quello di cercare dei motivi di nullità nei comportamenti che non riguardano la costituzione del vincolo coniugale bensì la sua realizzazione nella vita”.

“Bisogna resistere” – ha detto infine il Santo Padre – “alla tentazione di trasformare le semplici mancanze degli sposi nella loro esistenza coniugale in difetti di consenso. La vera esclusione può verificarsi infatti solo quando viene intaccata l'ordinazione al bene dei coniugi (cfr ibid., can. 1055, § 1), esclusa con un atto positivo di volontà”.

Il Papa ha concluso il suo discorso riprendendo le sue riflessioni sul rapporto tra diritto e pastorale ed ha detto in merito che tale rapporto “è spesso oggetto di fraintendimenti, a scapito del diritto, ma anche della pastorale. Occorre invece favorire in tutti i settori, e in modo particolare nel campo del matrimonio e della famiglia, una dinamica di segno opposto, di armonia profonda tra pastoralità e giuridicità, che certamente si rivelerà feconda nel servizio reso a chi si avvicina al matrimonio”.
AC/ VIS 20110124 (980)

ANGELUS: CONSEGUIRE PIENA UNITÀ VISIBILE CRISTIANI

CITTA' DEL VATICANO, 23 GEN. 2011 (VIS). Alle ore 12:00 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

“In questi giorni, dal 18 al 25 gennaio” – ha detto il Papa – “si sta svolgendo la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani. Quest’anno essa ha per tema” – ha precisato il Papa – “un passo del libro degli Atti degli Apostoli, che riassume in poche parole la vita della prima comunità cristiana di Gerusalemme: ‘Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere’ (At 2,42). È molto significativo che questo tema sia stato proposto dalle Chiese e Comunità cristiane di Gerusalemme, riunite in spirito ecumenico. Sappiamo quante prove debbono affrontare i fratelli e le sorelle della Terra Santa e del Medio Oriente. Il loro servizio è dunque ancora più prezioso, avvalorato da una testimonianza che, in certi casi, è arrivata fino al sacrificio della vita. Perciò, mentre accogliamo con gioia gli spunti di riflessione offerti dalle Comunità che vivono a Gerusalemme, ci stringiamo intorno ad esse, e questo diventa per tutti un ulteriore fattore di comunione”.

“Anche oggi, per essere nel mondo segno e strumento di intima unione con Dio e di unità tra gli uomini, noi cristiani dobbiamo fondare la nostra vita su questi quattro ‘cardini’: la vita fondata sulla fede degli Apostoli trasmessa nella viva Tradizione della Chiesa, la comunione fraterna, l’Eucaristia e la preghiera. Solo in questo modo, rimanendo saldamente unita a Cristo, la Chiesa può compiere efficacemente la sua missione, malgrado i limiti e le mancanze dei suoi membri, malgrado le divisioni, che già l’apostolo Paolo dovette affrontare nella comunità di Corinto, come ricorda la seconda Lettura biblica di questa domenica, dove dice: ‘Vi esorto, fratelli ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire’ (1,10). L’Apostolo, infatti, aveva saputo che nella comunità cristiana di Corinto erano nate discordie e divisioni; perciò, con grande fermezza, aggiunge: ‘È forse diviso il Cristo?’ (1,13). Così dicendo, egli afferma che ogni divisione nella Chiesa è un’offesa a Cristo; e, al tempo stesso, che è sempre in Lui, unico Capo e Signore, che possiamo ritrovarci uniti, per la forza inesauribile della sua grazia”.

“Ecco allora il richiamo sempre attuale del Vangelo di oggi: ‘Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino’ (Mt 4,17). Il serio impegno di conversione a Cristo” – ha concluso il Pontefice – “è la via che conduce la Chiesa, con i tempi che Dio dispone, alla piena unità visibile. Ne sono un segno gli incontri ecumenici che in questi giorni si moltiplicano in tutto il mondo”.
ANG/ VIS 20110124 (460)
UDIENZA DELEGAZIONE CHIESA EVANGELICA LUTERANA TEDESCA

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2011 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico, Benedetto XVI ha ricevuto una Delegazione della Chiesa Evangelica Luterana Tedesca, a Roma per la chiusura della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani.

Nel discorso in lingua tedesca, il Santo Padre ha ricordato che il dialogo fra cattolici e luterani risale a cinquanta anni fa e che nonostante le differenze teologiche in alcuni ambiti fondamentali, sono stati compiuti grandi progressi verso l’unità e si sono poste le basi di una spiritualità e di una viva comunione nella fede.

Il Papa ha quindi affermato che in questi momenti alcuni sentono che l’obiettivo comune dell’unità piena e visibile dei cristiani sembra allontanarsi ed ha detto di condividere la preoccupazione di molti cristiani secondo i quali i risultati del lavoro ecumenico non sono sufficientemente visibili. Tuttavia il dialogo ecumenico, ha sottolineato il Pontefice, guidato dallo Spirito Santo, continua ad essere lo strumento fondamentale per superare le difficoltà, ed ha riaffermato l’importanza del dibattito teologico per contribuire alla comprensione delle questioni ancora sospese.
Benedetto XVI si è inoltre soffermato sulla necessità di una posizione comune relativa ai temi riguardanti la protezione e la dignità della persona umana e le grandi questioni relative alla famiglia, al matrimonio e alla sessualità.

Infine Benedetto XVI ha ricordato che nel 2017 ricorre il 500° anniversario della pubblicazione delle tesi di Martin Lutero, che diedero luogo alla divisione fra cattolici e luterani ed ha affermato che per gli uni e gli altri, tale commemorazione deve essere connotata dall’ecumenismo e non dal trionfalismo, e deve porre in risalto la fede comune nello stesso Dio, Uno e Trino. Tale data rappresenterà inoltre l’occasione per riflettere sui motivi della divisione e per sottoporsi ad una purificazione della coscienza. Nel contempo, ha aggiunto il Papa, sarà un’occasione per fare una valutazione dei 1500 anni che hanno preceduto la Riforma il cui patrimonio appartiene a cattolici e luterani.

Il Santo Padre ha concluso il suo discorso invitando tutti alla preghiera per chiedere allo Spirito Santo di aiutare a perseverare nel cammino intrapreso fino alla auspicata unità, senza indugiare sui risultati già conseguiti.
AC/ VIS 20110124 (360)

TELEGRAMMA CORDOGLIO MORTE TULLIA ZEVI

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre, tramite il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha fatto pervenire un telegramma di cordoglio al Presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane, Avvocato Renzo Gattegna, per la morte, all’età di 91 anni, della scrittrice e giornalista Tullia Zevi, ex Presidente dell’Unione.

“Appresa la mesta notizia della scomparsa della Signora Tullia Zevi, il Sommo Pontefice partecipa spiritualmente al lutto dei familiari e delle comunità ebraiche in Italia, assicurando preghiere e ricordandone l’alto profilo morale e l’autorevole contributo alla crescita, nella società italiana, dei valori di democrazia, pace e libertà e del sincero e fecondo dialogo tra ebrei e cristiani”.
TGR/ VIS 20110124 (120)

OPERATORI COMUNICAZIONE CATTOLICI: COERENZA VANGELO

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2011 (VIS). Questa mattina, nella Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la presentazione del Messaggio per la XLV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sul tema: “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”.
Giustifica
Alla Conferenza Stampa sono intervenuti l’Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, il Monsignor Paul Tighe, Segretario ed il Monsignor Giuseppe Antonio Scotti, Segretario Aggiunto del medesimo Pontificio Consiglio, con il Monsignor Angelo Scelzo, Sottosegretario del medesimo Dicastero.

“Il messaggio di quest’anno” – ha detto l’Arcivescovo Celli – “prende le mosse da un fatto oggi sempre più evidenze: è in atto una versa e vasta trasformazione culturale perché le nuove tecnologie non solo non stanno cambiando il modo di comunicare ma la comunicazione in se stessa”.

“Le nuove tecnologie” – ha proseguito l’Arcivescovo Celli – “offrono agli uomini grandi possibilità di incontro, superando i limiti dello spazio e della cultura di appartenenza, e creano la possibilità di dare adito a nuove amicizie nonostante gli inevitabili rischi”.

Il Presidente del Dicastero ha inoltre sottolineato che: “Le nuove possibilità relazioni offerte dalle moderne tecnologia mettono in risalto come oggi sia possibile non solo uno scambio di informazioni ma la stessa condivisione della visione del mondo, delle speranze e degli ideali”.

“Il Papa” – ha proseguito l’Arcivescovo Celli – “mette in collegamento tre aspetti umani importante della vita odierna: la comunicazione digitale, l’immagine di sé e la coerenza di vita. Le dinamiche comunicative nel mondo digitale suscitano nuovi modi di costruire la propria identità, ed è qui che avviene la chiamata del Santo Padre alla coerenza, all’autenticità”.

“Nel messaggio” – ha concluso l’Arcivescovo Celli – “si parla di uno ‘stile cristiano’ di presenza: è ciò che dà significato al titolo stesso del Messaggio, nel senso che la testimonianza di operatori cattolici non può esaurirsi nella semplice trattazione di temi religiosi, ma è chiamata a manifestarsi sul piano della concreta testimonianza personale. La coerenza di vita con il Vangelo è essa stessa una forma di annuncio; una comunicazione esplicita che rende credibile l’annuncio. Più che mai, l’esigenza di far conoscere il Vangelo nella sua integrità deve manifestarsi come un ’segno’ distintivo dell’era digitale”.
OP/ VIS 20110124 (360)

VERITÀ, ANNUNCIO E AUTENTICITÀ VITA ERA DIGITALE

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2011 (VIS). Oggi è stato reso pubblico il Messaggio del Santo Padre per la XLV Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali, in programma il 5 giugno prossimo, sul tema: “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”.

Di seguito riportiamo ampi estratti del testo:

“Le nuove tecnologie non stanno cambiando solo il modo di comunicare, ma la comunicazione in se stessa, per cui si può affermare che si è di fronte ad una vasta trasformazione culturale. Con tale modo di diffondere informazioni e conoscenze, sta nascendo un nuovo modo di apprendere e di pensare, con inedite opportunità di stabilire relazioni e di costruire comunione”.

“Si prospettano traguardi fino a qualche tempo fa impensabili, che suscitano stupore per le possibilità offerte dai nuovi mezzi e, al tempo stesso, impongono in modo sempre più pressante una seria riflessione sul senso della comunicazione nell’era digitale. Ciò è particolarmente evidente quando ci si confronta con le straordinarie potenzialità della rete ‘internet’ e con la complessità delle sue applicazioni. Come ogni altro frutto dell’ingegno umano, le nuove tecnologie della comunicazione chiedono di essere poste al servizio del bene integrale della persona e dell’umanità intera. Se usate saggiamente, esse possono contribuire a soddisfare il desiderio di senso, di verità e di unità che rimane l’aspirazione più profonda dell’essere umano”.

“Nel mondo digitale, trasmettere informazioni significa sempre più spesso immetterle in una rete sociale, dove la conoscenza viene condivisa nell’ambito di scambi personali. La chiara distinzione tra il produttore e il consumatore dell’informazione viene relativizzata e la comunicazione vorrebbe essere non solo uno scambio di dati, ma sempre più anche condivisione. (...) D’altro canto, ciò si scontra con alcuni limiti tipici della comunicazione digitale: la parzialità dell’interazione, la tendenza a comunicare solo alcune parti del proprio mondo interiore, il rischio di cadere in una sorta di costruzione dell’immagine di sé, che può indulgere all’autocompiacimento”.

“Il coinvolgimento sempre maggiore nella pubblica arena digitale, quella creata dai cosiddetti ‘social network’, conduce a stabilire nuove forme di relazione interpersonale, influisce sulla percezione di sé e pone quindi, inevitabilmente, la questione non solo della correttezza del proprio agire, ma anche dell’autenticità del proprio essere. (...) Nella ricerca di condivisione, di ‘amicizie’, ci si trova di fronte alla sfida dell’essere autentici, fedeli a se stessi, senza cedere all’illusione di costruire artificialmente il proprio ‘profilo’ pubblico”.

“Le nuove tecnologie permettono alle persone di incontrarsi oltre i confini dello spazio e delle stesse culture, inaugurando così un intero nuovo mondo di potenziali amicizie. Questa è una grande opportunità, ma comporta anche una maggiore attenzione e una presa di coscienza rispetto ai possibili rischi. Chi è il mio “prossimo” in questo nuovo mondo? Esiste il pericolo di essere meno presenti verso chi incontriamo nella nostra vita quotidiana ordinaria? Esiste il rischio di essere più distratti, perché la nostra attenzione è frammentata e assorta in un mondo “differente” rispetto a quello in cui viviamo? Abbiamo tempo di riflettere criticamente sulle nostre scelte e di alimentare rapporti umani che siano veramente profondi e duraturi? E’ importante ricordare sempre che il contatto virtuale non può e non deve sostituire il contatto umano diretto con le persone a tutti i livelli della nostra vita”.

“Comunicare il Vangelo attraverso i nuovi media significa non solo inserire contenuti dichiaratamente religiosi sulle piattaforme dei diversi mezzi, ma anche testimoniare con coerenza, nel proprio profilo digitale e nel modo di comunicare, scelte, preferenze, giudizi che siano profondamente coerenti con il Vangelo, anche quando di esso non si parla in forma esplicita. Del resto, anche nel mondo digitale non vi può essere annuncio di un messaggio senza una coerente testimonianza da parte di chi annuncia”.

“Anzitutto dobbiamo essere consapevoli che la verità che cerchiamo di condividere non trae il suo valore dalla sua ‘popolarità’ o dalla quantità di attenzione che riceve. Dobbiamo farla conoscere nella sua integrità, piuttosto che cercare di renderla accettabile, magari ‘annacquandola’. Deve diventare alimento quotidiano e non attrazione di un momento”.

“La verità del Vangelo non è qualcosa che possa essere oggetto di consumo, o di fruizione superficiale, ma è un dono che chiede una libera risposta. Essa, pur proclamata nello spazio virtuale della rete, esige sempre di incarnarsi nel mondo reale e in rapporto ai volti concreti dei fratelli e delle sorelle con cui condividiamo la vita quotidiana. Per questo rimangono sempre fondamentali le relazioni umane dirette nella trasmissione della fede!”.

“Vorrei invitare, comunque, i cristiani ad unirsi con fiducia e con consapevole e responsabile creatività nella rete di rapporti che l’era digitale ha reso possibile. Non semplicemente per soddisfare il desiderio di essere presenti, ma perché questa rete è parte integrante della vita umana. II ‘web’ sta contribuendo allo sviluppo di nuove e più complesse forme di coscienza intellettuale e spirituale, di consapevolezza condivisa. Anche in questo campo siamo chiamati ad annunciare la nostra fede che Cristo è Dio, il Salvatore dell’uomo e della storia, Colui nel quale tutte le cose raggiungono il loro compimento. La proclamazione del Vangelo richiede una forma rispettosa e discreta di comunicazione, che stimola il cuore e muove la coscienza; una forma che richiama lo stile di Gesù risorto quando si fece compagno nel cammino dei discepoli di Emmaus”.

“La verità che è Cristo, in ultima analisi, è la risposta piena e autentica a quel desiderio umano di relazione, di comunione e di senso che emerge anche nella partecipazione massiccia ai vari ‘social network’. I credenti, testimoniando le loro più profonde convinzioni, offrono un prezioso contributo affinché il web non diventi uno strumento che riduce le persone a categorie, che cerca di manipolarle emotivamente o che permette a chi è potente di monopolizzare le opinioni altrui. Al contrario, i credenti incoraggiano tutti a mantenere vive le eterne domande dell'uomo, che testimoniano il suo desiderio di trascendenza e la nostalgia per forme di vita autentica, degna di essere vissuta. È proprio questa tensione spirituale propriamente umana che sta dietro la nostra sete di verità e di comunione e che ci spinge a comunicare con integrità e onestà”.

“Invito soprattutto i giovani a fare buon uso della loro presenza nell’arena digitale. Rinnovo loro il mio appuntamento alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, la cui preparazione deve molto ai vantaggi delle nuove tecnologie”.
MESS/ VIS 20110124 (1050)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici.

- Il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

Sabato 22 gennaio il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova (Italia), Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

- Il Vescovo Antoni Stankiewicz, Decano del Tribunale della Rota Romana.
AP/ VIS 20110124 (100)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 24 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Reverendo Mate Uzinic, Vescovo di Dubrovnik (superficie: 1.368; popolazione: 87.300; cattolici: 76.800; sacerdoti: 85; religiosi: 247), Croazia. Il Vescovo eletto è nato nel 1967 a Durava (Croazia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1993. È stato finora Rettore del Seminario Maggiore nell’Arcidiocesi di Split-Makarska (Croazia).

- Il Vescovo Víctor Manuel Ochoa Cadavid, Vescovo di Málaga - Soatá (superficie: 7.466; popolazione: 177.600; cattolici: 167.500; sacerdoti: 63; religiosi: 87), Colombia. È stato finora Ausiliare di Medellín Colombia).

- Il Vescovo Robert Francis Vasa, Vescovo Coadiutore della Diocesi di Santa Rosa in California (superficie: 30.320; popolazione: 898.000; cattolici:167.945; sacerdoti: 101; religiosi: 87; diaconi permanenti: 35), Stati Uniti d’America. È stato finora Vescovo di Baker (Stati Uniti d’America).

Sabato 22 gennaio il Santo Padre ha nominato, per un triennio, Vice Camerlengo di Santa Romana Chiesa l’Arcivescovo Santos Abril y Castelló, Nunzio Apostolico.
NER:NEC:NA/ VIS 20110124 (160)

venerdì 21 gennaio 2011

BENEDIZIONE DEGLI AGNELLI NELLA FESTA DI SANT'AGNESE

CITTA' DEL VATICANO, 21 GEN. 2011 (VIS). Questa mattina, seguendo un'antica tradizione, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre  ha benedetto alcuni agnelli, la cui lana sarà utilizzata per tessere il Pallio imposto ogni anno - il 29 giugno, Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Apostoli - ai nuovi Arcivescovi Metropoliti, quale simbolo del loro ufficio.

In un Documento del 1978 "Inter Eximia Episcopalis", Papa Paolo VI limitò l'uso del Pallio al Papa e agli Arcivescovi Metropoliti. Nel 1984 il Santo Padre Giovanni Paolo II decretò che il Pallio fosse imposto agli Arcivescovi Metropoliti il 29 giugno.

La benedizione degli agnelli si svolge tutti gli anni attorno al 21 gennaio, memoria liturgica di Sant'Agnese, Vergine e Martire, morta nel 305, il cui simbolo tradizionale è l'agnello. La Santa è sepolta nella Basilica che porta il suo nome in Via Nomentana, dove dopo la Benedizione sono condotti gli agnelli.

Tradizionalmente i Padri Trappisti dell'Abbazia delle Tre Fontane si occupano di allevare gli agnelli, e dopo la rasatura, le Suore di Santa Cecilia fabbricano i Palli con la lana appena tosata.
BXVI-BENEDIZIONE/ VIS 20110121 (200)

SOCIETÀ E ISTITUZIONI PUBBLICHE RITROVINO RADICI SPIRITUALI

CITTA' DEL VATICANO, 21 GEN. 2011 (VIS). Questa mattina Benedetto XVI ha ricevuto i Dirigenti, i Funzionari e gli Agenti e Personale civile della Polizia di Stato in servizio a Roma.

“L’epoca in cui viviamo è percorsa da profondi cambiamenti” – ha detto il Papa all’inizio del suo discorso – “Questi mutamenti generano talvolta un senso di insicurezza, dovuto in primo luogo alla precarietà sociale ed economica, acuita però anche da un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza”.

“Il nostro mondo, con tutte le sue nuove speranze e possibilità” – ha affermato il Pontefice – “è attraversato, al tempo stesso, dall’impressione che il consenso morale venga meno e che, di conseguenza, le strutture alla base della convivenza non riescano più a funzionare in modo pieno. Si affaccia pertanto in molti la tentazione di pensare che le forze mobilitate per la difesa della società civile siano alla fine destinate all’insuccesso. Di fronte a questa tentazione, noi, in modo particolare, che siamo cristiani, abbiamo la responsabilità di ritrovare una nuova risolutezza nel professare la fede e nel compiere il bene”.

“Ai nostri giorni, grande importanza è data alla dimensione soggettiva dell’esistenza” – ha rilevato il Pontefice – “Ma qui troviamo un grave rischio, perché nel pensiero moderno si è sviluppata una visione riduttiva della coscienza, secondo la quale non vi sono riferimenti oggettivi nel determinare ciò che vale e ciò che è vero, ma è il singolo individuo, con le sue intuizioni e le sue esperienze, ad essere il metro di misura; ognuno, quindi, possiede la propria verità, la propria morale. La conseguenza più evidente è che la religione e la morale tendono ad essere confinate nell’ambito del soggetto, del privato: la fede con i suoi valori e i suoi comportamenti, cioè, non ha più diritto ad un posto nella vita pubblica e civile. Pertanto, se, da una parte, nella società si dà grande importanza al pluralismo e alla tolleranza, dall’altra, la religione tende ad essere progressivamente emarginata e considerata senza rilevanza e, in un certo senso, estranea al mondo civile, quasi si dovesse limitare la sua influenza sulla vita dell’uomo”.

“Al contrario, per noi cristiani, il vero significato della ‘coscienza’ è la capacità dell’uomo di riconoscere la verità” – ha ribadito il Papa – “e, prima ancora, la possibilità di sentirne il richiamo, di cercarla e di trovarla”.

“Le nuove sfide che si affacciano all’orizzonte esigono che Dio e uomo tornino ad incontrarsi, che la società e le Istituzioni pubbliche ritrovino la loro ‘anima’, le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica. (...) Lo stesso servizio religioso e di assistenza spirituale che, in forza delle vigenti disposizioni normative, Stato e Chiesa si impegnano a fornire anche al personale della Polizia di Stato, testimonia la perenne fecondità di questo incontro”.

“La singolare vocazione della città di Roma” – ha concluso il Papa – “richiede oggi a voi, che siete pubblici ufficiali, di offrire un buon esempio di positiva e proficua interazione fra sana laicità e fede cristiana. (...) Sappiate sempre considerare l’uomo come il fine, perché tutti possano vivere in maniera autenticamente umana. Come Vescovo di questa nostra città, vorrei invitarvi a leggere e meditare la Parola di Dio, per trovare in essa la fonte e il criterio di ispirazione per la vostra azione”.
AC/ VIS 20110121 (570)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 21 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
AP/ VIS 20110121 (30)

giovedì 20 gennaio 2011

CARDINALE GROCHOLEWSKI INVIATO SPECIALE MANILA


CITTA' DEL VATICANO, 20 GEN. 2011 (VIS). Questa mattina è stata resa pubblica la Lettera Pontificia, redatta in latino e datata 28 dicembre 2010, con la quale il Santo Padre Benedetto XVI nomina il Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, Suo Inviato Speciale alla celebrazione del IV centenario della fondazione della Pontificia Università “Santo Tomas” di Manila (Filippine), in programma il 28 gennaio 2011.

Il Cardinale Grocholewski sarà accompagnato da una Missione composta dal Padre Isidro C. Abaño, O.P., Direttore esecutivo del Comitato per il IV centenario dell’Università “Santo Tomas” di Manila e dal Sacerdote Lorenz Moises J. Festin, Prefetto degli Studi del Corso di Filosofia del Seminario “San Carlos" di Manila.
BXVI-LETTERA/ VIS 20110120 (120)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 20 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto, questa mattina, in udienze separate:

- Il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

- Il Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

- Il Cardinale Velasio De Polis, Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.

- L’Arcivescovo Adolfo Tito Yllana, Nunzio Apostolico nella Repubblica Democratica del Congo.
AP/... VIS 20110120 (70)

mercoledì 19 gennaio 2011

INVOCHIAMO DONO PIENA COMUNIONE

CITTA' DEL VATICANO, 19 GEN. 2011 (VIS). Nell’Udienza Generale di oggi, tenutasi nell’Aula Paolo VI, Papa Benedetto XVI si è soffermato sulla Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani (18-25 gennaio), “nella quale tutti i credenti in Cristo sono invitati” – ha detto – “ad unirsi in preghiera per testimoniare il profondo legame che esiste tra loro e per invocare il dono della piena comunione”.

“È provvidenziale il fatto che” – ha sottolineato il Pontefice – “nel cammino per costruire l’unità, venga posta al centro la preghiera: questo ci ricorda, ancora una volta, che l’unità non può essere semplice prodotto dell’operare umano; essa è anzitutto un dono di Dio. (...) L’unità non la ‘costruiamo’ noi, ma la ‘costruisce’ Dio, viene da Lui, dal Mistero trinitario”.

“Il tema scelto quest’anno per la Settimana di Preghiera” – ha ricordato il Papa – “fa riferimento all’esperienza della prima comunità cristiana di Gerusalemme, così come è descritta dagli Atti degli Apostoli: ‘Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere” (At 2,42).

“Nel brano citato degli Atti degli Apostoli, quattro caratteristiche definiscono la prima comunità cristiana di Gerusalemme come luogo di unità e di amore. (...) Questi quattro elementi rappresentano ancora oggi i pilastri della vita di ogni comunità cristiana e costituiscono anche l’unico solido fondamento sul quale progredire nella costruzione dell’unità visibile della Chiesa”.

Nel commentare la prima caratteristica, il Papa ha affermato che: “Ancora oggi, la comunità dei credenti riconosce nel riferimento all’insegnamento degli Apostoli la norma della propria fede: ogni sforzo per la costruzione dell’unità tra tutti i cristiani passa pertanto attraverso l’approfondimento della fedeltà al ‘depositum fidei’ trasmessoci dagli apostoli”.

“Il secondo elemento” – ha proseguito il Pontefice – “è la comunione fraterna (...) l’espressione più tangibile, soprattutto per il mondo esterno, dell’unità tra i discepoli del Signore. (...) La storia del movimento ecumenico è segnata da difficoltà e incertezze, ma è anche una storia di fraternità, di cooperazione e di condivisione umana e spirituale, che ha mutato in misura significativa le relazioni tra i credenti nel Signore Gesù: tutti siamo impegnati a continuare su questa strada”.
“Nella vita della prima comunità di Gerusalemme essenziale era poi il momento della frazione del pane (...). La comunione al sacrificio di Cristo è il culmine della nostra unione con Dio e rappresenta pertanto anche la pienezza dell’unità dei discepoli di Cristo, la piena comunione. Durante questa settimana è particolarmente vivo il rammarico per l’impossibilità di condividere la stessa mensa eucaristica (...)
Tale dolorosa esperienza, che conferisce anche una dimensione penitenziale alla nostra preghiera, deve diventare motivo di un impegno ancora più generoso da parte di tutti affinché, rimossi gli ostacoli alla piena comunione, giunga quel giorno in cui sarà possibile riunirsi intorno alla mensa del Signore, spezzare insieme il pane eucaristico e bere allo stesso calice”.

“Infine” – ha detto ancora il Papa – “la preghiera è la quarta caratteristica della Chiesa primitiva di Gerusalemme (...). Porsi in atteggiamento di preghiera significa pertanto anche aprirsi alla fraternità che deriva dall’essere figli dell’unico Padre celeste, ed essere disposti al perdono e alla riconciliazione”.

“Come la prima comunità cristiana di Gerusalemme” – ha detto Benedetto XVI – “partendo da ciò che già condividiamo, dobbiamo offrire una forte testimonianza, fondata spiritualmente e sostenuta dalla ragione, dell’unico Dio che si è rivelato e ci parla in Cristo, per essere portatori di un messaggio che orienti e illumini il cammino dell’uomo del nostro tempo, spesso privo di chiari e validi punti di riferimento. È importante allora,” – ha concluso il Pontefice – “crescere ogni giorno nell’amore reciproco, impegnandosi a superare quelle barriere che ancora esistono tra i cristiani; sentire che esiste una vera unità interiore tra tutti coloro che seguono il Signore; collaborare il più possibile, lavorando assieme sulle questioni ancora aperte; e soprattutto essere consapevoli che in questo itinerario il Signore deve assisterci, deve aiutarci ancora molto, perché senza di Lui, da soli, senza il ‘rimanere in Lui’ non possiamo fare nulla (cfr Gv 15,5)”.
AG/ VIS 20110119 (640)

GIOVANI AL VOLANTE: AGITE CON PRUDENZA E RESPONSABILITÀ

CITTA' DEL VATICANO, 19 GEN. 2011 (VIS). Al termine dell’Udienza Generale, nel salutare i membri dell’Associazione “Figli in paradiso: ali tra cielo e terra” della quale fanno parte i genitori colpiti dalla morte spesso tragica dei loro figli, il Santo Padre ha avuto per loro parole di esortazione ed ha detto: “Non lasciatevi vincere dalla disperazione o dall’abbattimento, ma trasformate la vostra sofferenza in speranza, come Maria ai piedi della Croce”.

Nell’esortare anche i giovani il Papa ha detto: “Non mancate di calcolare i rischi e agite in ogni momento con prudenza e senso di responsabilità, specialmente quando siete alla guida di un autoveicolo, a tutela della vostra vita e di quella altrui”. Benedetto XVI ha inoltre incoraggiato i sacerdoti che accompagnano spiritualmente le famiglie colpite dal lutto a proseguire generosamente in questo importante servizio. “Infine” – ha detto ancora il Papa – “assicuro una speciale preghiera di suffragio per i vostri figli e per tutti i giovani che hanno perso la vita. (...) Essi, come voi dite, sono ‘ali tra cielo e terra’”.
AG/ VIS 20110119 (180)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 19 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo della Diocesi di Pécs (Ungheria), presentata dal Vescovo Mihály Mayer, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico ed ha nominato Amministratore Apostolica della medesima circoscrizione il Vescovo András Veres, Vescovo di Szombathely (Ungheria).

- Ha nominato il Reverendo Canonico Luiz Gonzaga Féchio, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Belo Horizonte (superficie: 7.240; popolazione: 4.717.968; cattolici: 3.302.578; sacerdoti: 542; religiosi: 2.106), Brasile. Il Vescovo eletto è nato a Matão (Brasile), nel 1965, ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. È stato finora Parroco della Parrocchia dei “Santos Anjos” in São Carlos (Brasile).

- Ha nominato Cardinale Attilio Nicora, Presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria. (AIF). Il Cardinale è Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.

- Ha nominato Membri del Consiglio Direttivo della Autorità di Informazione Finanziaria: il Professor Claudio Bianchi, già Ordinario di Ragioneria nell’Università La Sapienza di Roma (Italia); il Professor Avvocato Marcello Condemi, Professore associato di Diritto dell’Economia nell’Università Guglielmo Marconi di Roma; il Professor Giuseppe Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, Magnifico Rettore della Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA) ed il Dottor Cesare Testa, ex Presidente dell’Istituto Centrale di sostentamento del Clero.
RE:NEA:NA/ VIS 20110119 (210)

martedì 18 gennaio 2011

INIZIO SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

CITTA' DEL VATICANO, 18 GEN. 2011 (VIS). Ha inizio oggi la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che tradizionalmente si celebra dal 18 al 25 gennaio.

Il tema prescelto per il 2011 è: "Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera" (At 2,42). I testi per la settimana di preghiera per l'anno 2011 sono stati preparati congiuntamente dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e dalla Commissione "Fede e Costituzione" del Consiglio Ecumenico delle Chiese.

Ogni giorno della Settimana sarà trattato un tema distinto:

18 gennaio: “La chiesa di Gerusalemme”.

19 gennaio: “Molte membra in un solo corpo”.

20 gennaio: “La fedeltà all’insegnamento degli apostoli ci unisce”.

21 gennaio: “La condivisione come espressione di unità”.

22 gennaio: “Spezzare il pane nella speranza”.

23 gennaio: “Fortificati dalla preghiera”

24: gennaio: “Vivere nella fede della resurrezione”.

25 gennaio: “Chiamati al servizio della riconciliazione”.

La data tradizionale per la celebrazione della Settimana per l'Unità di Cristiani è il mese di gennaio, ma nell'emisfero sud - essendo periodo di vacanza - le Chiese possono scegliere altre date, per esempio il periodo di Pentecoste, che è una data simbolica per l'unità della Chiesa suggerita dal movimento "Fede e Costituzione" nel 1926.

Martedì 25 gennaio, Festa della Conversione di San Paolo Apostolo, Papa Benedetto XVI presiederà, alle 17:30, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, la celebrazione dei Vespri che concluderanno la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani 2011.
.../ VIS 20110118 (260)

MESSAGGIO XLV GIORNATA COMUNICAZIONI SOCIALI

CITTA' DEL VATICANO, 18 GEN. 2011 (VIS). Alle 11:30 di lunedì prossimo 24 gennaio, presso la Sala Stampa della Santa Sede, avrà luogo la conferenza stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XLV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sul tema: “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”.

Alla Conferenza interverranno l’Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; il Monsignore Paul Tighe ed il Monsignor Giuseppe Antonio Scotti, rispettivamente Segretario e Segretario Aggiunto del medesimo Pontificio Consiglio, ed il Dottor Angelo Scelzo, Sotto-Segretario del medesimo Dicastero.
OP/ VIS 20110118 (110)

lunedì 17 gennaio 2011

BENEDETTO XVI RICEVE DELEGAZIONE ECUMENICA FINLANDIA

CITTA' DEL VATICANO, 15 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina una Delegazione Ecumenica della Finlandia in occasione del pellegrinaggio annuale a Roma per la Festa di Sant’Enrico, Patrono della Finlandia.

“Tutti gli anni” – ha detto il Papa nel suo discorso in lingua tedesca – “questo momento attesta i rapporti di amicizia e collaborazione fra luterani e cattolici e in generale fra tutti i cristiani nel Paese”.

Successivamente Benedetto XVI ha affermato: “Nonostante l’obiettivo del Movimento ecumenico, la piena unità nella fede, non sia stato ancora raggiunto”, dal dialogo sono scaturiti molti elementi di accordo fra i quali, ha sottolineato il Papa, il rapporto sul “tema della dottrina della giustificazione nella vita della Chiesa” assicurando che l’approfondimento di tale tema contribuirà a raggiungere, fra l’altro, “un punto di vista comune sulla natura dell’ufficio episcopale”.

“Nel contempo” – ha proseguito il Santo Padre – “tutti siamo consapevoli che il cammino ecumenico, in alcuni aspetti, si è fatto più difficile e presenta molte sfide. In tal senso, il vostro pellegrinaggio annuale a Roma per la festa di Sant’Enrico è un evento importante e uno stimolo per il nostro impegno. Ci aiuta a guardare a ritroso con gioia per i risultati conseguiti e al futuro con il desiderio di un impegno responsabile”.

“In vista della prossima Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani” – ha concluso Benedetto XVI – “preghiamo perché lo Spirito della verità ci muova ad un amore ed una fratellanza sempre più grandi”.
AC/ VIS 20110117 (260)

DARE TESTIMONIANZA FEDE CON CONDOTTA COERENTE

CITTA' DEL VATICANO, 15 GEN. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto i funzionari e gli agenti dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano per il tradizionale scambio di auguri per il nuovo anno.

Benedetto XVI ha espresso il suo apprezzamento “per l’impegno e la professionalità con cui i funzionari e gli agenti della Polizia di Stato, quasi come ‘angeli custodi’, vegliano giorno e notte sul Vaticano, garantendo la necessaria sicurezza e ponendosi al servizio dei pellegrini”.

“La vostra significativa presenza nel cuore della cristianità, dove folle di fedeli giungono senza sosta per incontrare il successore di Pietro e per visitare le tombe degli Apostoli, susciti sempre più in ciascuno di voi il proposito di ravvivare sempre più la dimensione spirituale della vita, come pure l’impegno ad approfondire la vostra fede cristiana, testimoniandola con gioia attraverso una condotta coerente”.
AC/ VIS 20110117 (150)

EREZIONE ORDINARIATO PERSONALE IN INGHILTERRA E GALLES

CITTA' DEL VATICANO, 15 GEN. 2011 (VIS). “In conformità con le disposizioni della Costituzione Apostolica ‘Anglicanorum coetibus’ di Papa Benedetto XVI del 4 novembre 2009 e dopo accurata consultazione con la Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles” – si legge in un Comunicato – “la Congregazione per la Dottrina della Fede ha eretto in data odierna un Ordinariato Personale nel territorio d'Inghilterra e Galles per quei gruppi di pastori e fedeli anglicani che hanno espresso il desiderio di entrare nella piena visibile comunione con la Chiesa Cattolica. Il Decreto che istituisce l’Ordinariato specifica che esso sarà denominato Ordinariato Personale di Nostra Signora di Walsingham e avrà come patrono il Beato John Henry Newman.

Un Ordinariato Personale è una struttura canonica che consente una riunione in forma corporativa, così da permettere a coloro che erano anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa Cattolica, conservando elementi del loro caratteristico patrimonio anglicano. Con tale struttura, la Costituzione Apostolica ‘Anglicanorum coetibus’ mira a comporre da un lato l’intento di salvaguardare, all'interno della Chiesa Cattolica, le venerande tradizioni liturgiche, spirituali e pastorali anglicane e, dall’altro, il fatto che questi nuovi gruppi ed i rispettivi pastori siano pienamente integrati nella Chiesa Cattolica.

Per ragioni dottrinali, la Chiesa non ammette in alcun caso l'ordinazione episcopale di uomini sposati. Nondimeno, la Costituzione Apostolica prevede, a certe condizioni, l'ordinazione come sacerdoti cattolici di ministri sposati già anglicani. Oggi, nella Cattedrale di Westminster a Londra, l’Arcivescovo Vincent Nichols, di Westminster, ha ordinato sacerdoti cattolici tre ex-vescovi anglicani: il Reverendo Andrew Burnham, il Reverendo Keith Newton e il Reverendo John Broadhurst.

Ancora, in data odierna, Papa Benedetto XVI ha nominato il Reverendo Keith Newton quale primo Ordinario dell'Ordinariato Personale di ‘Nostra Signora di Walsingham’. Il Reverendo Newton, unitamente al Reverendo Burnham e al Reverendo Broadhurst, curerà la preparazione catechetica dei primi gruppi di anglicani in Inghilterra e Galles, che a Pasqua saranno ricevuti nella Chiesa Cattolica insieme ai loro pastori, così come l'accompagnamento dei ministri che si stanno preparando ad essere ordinati al sacerdozio cattolico, attorno a Pentecoste.

La normativa di questa nuova struttura è coerente con l'impegno per il dialogo ecumenico, che continua ad essere una priorità per la Chiesa Cattolica. L'iniziativa che ha portato alla pubblicazione della Costituzione Apostolica e all'erezione del suddetto Ordinariato Personale è venuta da diversi gruppi di Anglicani, che hanno dichiarato di condividere la comune fede cattolica così come espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica e di riconoscere il ministero petrino come voluto da Cristo stesso per la Chiesa. Per essi è giunto il momento di esprimere tale unità implicita nella forma visibile della piena comunione”.
OP/ VIS 20110115 (440)

PRESE DI POSSESSO TITOLI E DIACONIE

CITTA' DEL VATICANO, 15 GEN. 2011 (VIS). L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha dato comunicazione delle Prese di Possesso che avranno luogo nei prossimi giorni:

- Sabato 22 gennaio, alle 18:30, il Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo, prenderà possesso del Titolo di Santa Maria Odigitria dei Siciliani, Via del Tritone, 82.

- Sabato 22 gennaio, alle ore 18:00, il Cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa, prenderà possesso del Titolo di Santa Maria “Regina Pacis” in Ostia mare, Piazza Regina Pacis, 13.

- Domenica 23 gennaio, alle 11:00, il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, prenderà possesso della Diaconia di San Giorgio in Velabro, Via del Velabro, 19.

- Domenica 30 gennaio, alle ore 11:30, il Cardinale Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, prenderà possesso della Diaconia di San Giovanni Bosco, in Via Tuscolana, Viale dei Salesiani, 9.
OCL/ VIS 20110117 (150)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 17 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Il Cardinale Agustín García-Gasco Vicente, Arcivescovo emerito di Valencia. (Spagna).
AP/ VIS 20110117 (50)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 15 GEN. 2011 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa (superficie: 361; popolazione: 566.680; cattolici: 549.070; sacerdoti: 210; religiosi: 458; diaconi permanenti: 24), Italia. Finora Vescovo di Teggiano-Policastro (Italia), il Vescovo Spinillo succede all’Arcivescovo Mario Milano, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Diocesi, presentata in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.
- Ha eretto la Diocesi di Bo, in Sierra Leone, per smembramento dell’Arcidiocesi di Freetown and Bo, rendendola suffraganea della medesima sede metropolitana.

- Ha nominato il Reverendo Charles Allieu Matthew Campbell, primo Vescovo di Bo (superficie: 16.208; popolazione: 1.092.657; cattolici: 50.000; sacerdoti: 34; religiosi: 49), Sierra Leone. Il Vescovo eletto è nato nel 1961 a Njata (Sierra Leone) ed è stato ordinato sacerdote nel 1986. Dal 2004 è stato Direttore spirituale del “St. Paul Major Seminary” di Freetown (Sierra Leone).

- Ha nominato il Reverendo Benjamin Phiri, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Chinata (superficie: 69.106; popolazione: 1.487.000; cattolici: 379.834; sacerdoti: 60; religiosi: 175), Zambia. Il Vescovo eletto è nato a Chongololo (Zambia) nel 1959 ed è stato ordinato sacerdote nel 1986. Dal 2004 è stato Rettore del Seminario Nazionale Maggiore Teologico “St. Dominic” di Lusaka (Zambia).

- Ha nominato l’Accademico Werner Arber, Professore emerito di Microbiologia all’Università di Basilea, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze.

- Ha nominato il Reverendo Keith Newton primo Ordinario dell’Ordinariato Personale di “Our Lady of Walsingham”. L’Ordinario eletto è nato nel 1952 a Liverpool (Regno Unito), ha sposato Gill Donnison nel 1973 ed ha tre figli. È stato ordinato diacono nel 1975 e presbitero nel 1976 per la Diocesi anglicana di Chelmsford. È stato ordinato vescovo anglicano nel 2002. Assieme alla moglie è stato accolto nella piena comunione con la Chiesa Cattolica nella Cattedrale di Westminster il 1° gennaio 2011.
NER:RE:ECE:NEA:NA/... VIS 20110117 (320)

ANGELUS: IL MESSIA, IL FIGLIO DI DIO È STATO UN RIFUGIATO

CITTA' DEL VATICANO, 16 GEN. 2011 (VIS). Nella giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che “ci invita a riflettere sull’esperienza di tanti uomini e donne, e tante famiglie, che lasciano il proprio Paese in cerca di migliori condizioni di vita”, Papa Benedetto XVI si è affacciato, alle dodici, alla finestra del suo studio per recitare l’Angelus con i fedeli convenuti in Piazza San Pietro.

“Questa migrazione” – ha ricordato il Papa – “a volte è volontaria, altre volte, purtroppo, è forzata da guerre o persecuzioni, e avviene spesso – come sappiamo – in condizioni drammatiche. Per questo fu istituito, 60 anni or sono, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Nella festa della Santa Famiglia, subito dopo il Natale, abbiamo ricordato che anche i genitori di Gesù dovettero fuggire dalla propria terra e rifugiarsi in Egitto, per salvare la vita del loro bambino: il Messia, il Figlio di Dio è stato un rifugiato”.

“La Chiesa, da sempre, vive al proprio interno l’esperienza della migrazione. Talvolta, purtroppo, i cristiani si sentono costretti a lasciare, con sofferenza, la loro terra, impoverendo così i Paesi in cui sono vissuti i loro avi. D’altra parte, gli spostamenti volontari dei cristiani, per diversi motivi, da una città all’altra, da un Paese all’altro, da un continente all’altro, sono occasione per incrementare il dinamismo missionario della Parola di Dio e fanno sì che la testimonianza della fede circoli maggiormente nel Corpo mistico di Cristo, attraversando i popoli e le culture, e raggiungendo nuove frontiere, nuovi ambienti”.

“’Una sola famiglia umana’: questo è il tema del Messaggio che ho inviato per l’odierna Giornata” – ha ricordato ancora il Papa – “Un tema che indica il fine, la meta del grande viaggio dell’umanità attraverso i secoli: formare un’unica famiglia, naturalmente con tutte le differenze che la arricchiscono, ma senza barriere, riconoscendoci tutti fratelli. (...) Per questo è fondamentale che i cristiani, pur essendo sparsi in tutto il mondo e, perciò, diversi per culture e tradizioni, siano una cosa sola, come vuole il Signore”.

“È questo lo scopo della ‘Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani’, che avrà luogo nei prossimi giorni, dal 18 al 25 gennaio. Quest’anno essa si ispira ad un passo degli ‘Atti degli Apostoli’: ‘Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera’” – ha precisato il Pontefice – “L’Ottavario per l’unità dei cristiani è preceduto, domani, dalla Giornata del dialogo ebraico-cristiano: un accostamento molto significativo, che richiama l’importanza delle radici comuni che uniscono ebrei e cristiani”.

“Cari fratelli e sorelle” – ha detto il Papa dopo l’Angelus – “come sapete, il 1° maggio prossimo avrò la gioia di proclamare Beato il Venerabile Papa Giovanni Paolo II, mio amato predecessore. La data scelta è molto significativa: sarà infatti la II Domenica di Pasqua, che egli stesso intitolò alla Divina Misericordia, e nella cui vigilia terminò la sua vita terrena. Quanti lo hanno conosciuto, quanti lo hanno stimato e amato, non potranno non gioire con la Chiesa per questo evento. Siamo felici!”.

“Desidero assicurare il mio particolare ricordo nella preghiera” – ha detto infine Papa Benedetto XVI – “per le popolazioni dell’Australia, del Brasile, delle Filippine e dello Sri Lanka, recentemente colpite da devastanti inondazioni. Il Signore accolga le anime dei defunti, dia forza agli sfollati e sostenga l’impegno di quanti si stanno prodigando per alleviare sofferenze e disagi”.
ANG/ VIS 20110117 (560)
Copyright © VIS - Vatican Information Service