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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 30 settembre 2011

CARDINALE KASPER 950° ANNIVESARIO CATTEDRALE SPEYER

CITTA' DEL VATICANO, 30 SET. 2011 (VIS). Questa mattina è stata resa pubblica la Lettera Pontificia, redatta in lingua latina e datata 21 settembre, da Castel Gandolfo, con la quale il Santo Padre Benedetto XVI nomina il Cardinale Walter Kasper, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni del 950° anniversario della dedicazione della Cattedrale di Speyer (Germania), in programma il 2 ottobre prossimo.

Il Papa ricorda l’importanza della Cattedrale, edificata fra il 1030 e il 1061, per la conferma della fede e l’unione al Successore di Pietro dei fedeli tedeschi, e la sua rilevanza nella storia del Paese. Nel salutare il Vescovo Speyer Karl-Heinz Wiesemann, il Santo Padre auspica che la commemorazione del 2 ottobre sia un tempo di grazia, ed invita quanti partecipano alle celebrazioni, a esercitare, come la Vergine Maria, alla quale è dedicata la Cattedrale, le grandi virtù cristiane della fede, della speranza e della carità.
BXVI-LETTERA/ VIS 20110930 (170)

FESTA DELLA RADIO VATICANA DI CUI RICORRE 80° ANNIVERSARIO

CITTA' DEL VATICANO, 30 SET. 2011 (VIS). Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha celebrato ieri la Santa Messa nella Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, nella ricorrenza della festa patronale della Radio Vaticana, di cui ricorre l’80° anniversario. La Messa è stata concelebrata da Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore Generale della Radio e da Padre Andrzej Koprowski, S.I., Direttore dei programmi.

Nell’omelia il Cardinale Bertone ha ripercorso brevemente la storia della Radio Vaticana ed ha auspicato che l’emittente “continui ad essere un mezzo di comunicazione tipicamente ecclesiale, legato cioè in modo vitale alla Chiesa, allo stesso modo in cui il tralcio è un tutt’uno con la vite che lo alimenta”.

Al termine della Messa il Cardinale Bertone ha conferito alcune onorificenze pontificie a sei dipendenti della Radio “per il servizio al Papa e alla Chiesa”. A sua volta, il Direttore Generale, Padre Lombardi, S.I., ha donato al Cardinale Bertone la prima copia dell’opera in due volumi: “Ottant’anni della Radio del Papa”, che sarà presentata il 4 ottobre.

Nell’introduzione all’opera, Padre Lombardi scrive che la sua finalità è quella di “aiutare a ricordare e a capire come la Radio Vaticana – come istituzione e come comunità di persone – ha accompagnato questi pontificati con la consapevolezza di avere una missione da compiere, cioè un messaggio da diffondere, e di dover cercare e trovare continuamente i nuovi strumenti più adatti per diffonderlo. Un intreccio continuo fra l’impegno di evangelizzazione e di inculturazione del messaggio per i più diversi popoli del mondo, e l’intelligenza tecnica per farlo arrivare efficacemente ‘fino agli estremi confini della terra’”.
RV/ VIS 20110930 (270)

MANCANZA DI ETICA STRUTTURE ECONOMICHE AGGRAVA CRISI

CITTA' DEL VATICANO, 30 SET. 2011 (VIS). Il 27 settembre scorso, a New York, l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, nell’intervenire alla LXVI Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, si è soffermato sulle principali questioni che la comunità internazionale deve attualmente affrontare: le emergenze umanitarie, la mancanza di libertà religiosa e la crisi economica.

Riferendosi alle emergenze umanitarie, l’Arcivescovo Mamberti ha ricordato che: “In alcune parti del mondo, come nel Corno d’Africa, siamo purtroppo in presenza di emergenze umanitarie gravi e drammatiche che provocano l’esodo di milioni di persone, in maggioranza donne e bambini, con un numero elevato di vittime della siccità, della fame e della malnutrizione. La Santa Sede rinnova il suo appello, espresso più volte da Papa Benedetto XVI alla comunità internazionale, di sviluppare e sostenere le politiche umanitarie in quelle parti del mondo”, intervenendo per rimuovere le cause che determinano tale crisi.

Cristiani, gruppo religioso che subisce il più gran numero di persecuzioni

Successivamente il Segretario per i Rapporti con gli Stati si è soffermato sulla questione del rispetto della libertà religiosa che “è la via fondamentale per l’edificazione della pace, il riconoscimento della dignità umana e la salvaguardia dei diritti umani”.

“Le situazioni in cui il diritto alla libertà religiosa viene leso o negato ai credenti di diverse religioni, sono purtroppo numerose; si constata un aumento dell’intolleranza per motivi religiosi e purtroppo i cristiani sono attualmente il gruppo religioso che subisce il più gran numero di persecuzioni a causa della fede. La mancanza di rispetto della libertà religiosa rappresenta una minaccia per la sicurezza e la pace”.

“È importante sviluppare un impegno comune nel riconoscere e promuovere la libertà religiosa di ogni persona e di ogni comunità con un sincero dialogo interreligioso, appoggiato e messo in pratica dai rappresentanti delle diverse confessioni religiose e sostenuto dai governi e dalle istanze internazionali”.

In merito alla terza questione relativa alla crisi economica e finanziaria mondiale l’Arcivescovo ha affermato: “Noi tutti sappiamo che un elemento fondamentale della crisi attuale è la mancanza di etica nelle strutture economiche. (...) L’economia non funziona soltanto mediante l’autoregolamentazione del mercato e ancor meno con accordi che si limitano a conciliare gli interessi dei più potenti, essa ha bisogno di una ragion d’essere etica al fine di funzionare per l’uomo. L’idea di produrre risorse e beni, (...) e di gestirli in modo strategico, (...) senza perseguire il bene con le medesime azioni, cioè, senza etica, si è rivelata una illusione ingenua o cinica, sempre fatale. Ogni decisione economica ha una conseguenza morale. L’economia ha dunque bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento; un’etica centrata sulla persona e in grado di offrire prospettive alle nuove generazioni”.

“La Santa Sede ha ribadito molte volte l’importanza di una nuova ed approfondita riflessione sul senso dell’economia e delle finalità, come pure una revisione lungimirante dell’architettura finanziaria e commerciale globale per correggerne disfunzioni e distorsioni. Tale revisione delle regole economiche internazionali deve inserirsi nel quadro dell’elaborazione di un nuovo modello globale di sviluppo”.

Il suddetto modello deve tener conto della “Famiglia di nazioni” in modo da prestare maggiore attenzione alle necessità dei popoli più svantaggiati. “Una famiglia è per sua natura una comunità fondata sull’interdipendenza, sulla fiducia reciproca (...). Il suo pieno sviluppo non si fonda sulla supremazia del più forte, ma sull’attenzione ai più deboli ed emarginati, e la sua responsabilità si estende alle generazioni future. (...) Si deve creare una strategia per uno sviluppo centrato sulla persona, che promuova la solidarietà e la responsabilità verso tutti, incluse le future generazioni”.

Infine segnaliamo che il 26 settembre scorso, la “Saint John University” di New York (Stati Uniti d’America), ha conferito all’Arcivescovo Dominique Mamberti un Dottorato Honoris Causa.
DELSS/ VIS 20110930 (600)

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE MESE DI OTTOBRE

CITTA' DEL VATICANO, 30 SET. (VIS). L'intenzione Generale per l'Apostolato della Preghiera del Santo Padre Benedetto XVI per il mese di ottobre è la seguente: “Per i malati terminali, perché nelle loro sofferenze siano sostenuti dalla fede in Dio e dall’amore dei fratelli”.

L'intenzione Missionaria è la seguente: “Perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale accresca nel Popolo di Dio la passione per l’evangelizzazione e il sostegno all’attività missionaria con la preghiera e l’aiuto economico alle Chiese più povere”.
BXVI-INTENZIONI/ VIS 20110930 (80)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 30 SET. 2011 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Dieci Presuli della Conferenza Episcopale dell’Indonesia, in Visita “ad Limina Apostolorum” :

- L’Arcivescovo Vincentius Sensi, di Ende.

- Il Vescovo Silvester San, di Depansar.

- Il Vescovo Franciscus Kopong Kung, di Larantuka.

- Il Vescovo Gerulfus Kherubim Pareira, S.V.D., di Maumere.

- Il Vescovo Hubertus Leteng, di Ruteni.

- L’Arcivescovo Ignatus Suharyo Hardjoatmodjo, di Jakarta, Ordinario Militare.

- Il Vescovo Cosmas Michael Angkur, O.F.M., di Bogor.

- L’Arcivescovo Peter Turang, di Kupang.

- Il Vescovo Dominikus Saku, di Atambua.

- Il Vescovo Edmund Woga, C.SS.R., di Weetebula.
AL/ VIS 20110930 (120)

giovedì 29 settembre 2011

BENEDETTO XVI SI CONGEDA DA CASTEL GANDOLFO

CITTA' DEL VATICANO, 29 SET. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha avuto un incontro con le Delegazioni del Comune di Castel Gandolfo, le Autorità civili e militari, le Comunità religiose e i dipendenti delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, località dove il Papa trascorre il periodo estivo.

“In questi mesi – ha detto il Santo Padre nel suo discorso - ho potuto ammirare, ancora una volta, la sollecitudine e la generosa opera di tante persone impegnate a garantire la necessaria assistenza a me e ai miei collaboratori, come anche agli ospiti e ai pellegrini che vengono a farmi visita. Per tutto questo desidero esprimere la mia profonda riconoscenza a ciascuno di voi, che avete reso possibile la mia serena permanenza”.

“Assicuro da parte mia che non mancherò di pregare per ciascuno di voi e per tutte le vostre intenzioni e vi domando di ricordarmi nella preghiera. Il Signore, ricco di bontà e di misericordia, che non fa mai mancare il suo aiuto a coloro che confidano in Lui sia sempre il vostro saldo sostegno”.

Nel pomeriggio di ieri Papa Benedetto XVI ha preso congedo dai dipendenti delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, ringraziandoli per il servizio che svolgono nella custodia di questa dimora.

“In questo luogo – ha detto il Papa – si vive in continuo contatto con la natura e in un clima di silenzio. Sono lieto di questa circostanza per ricordare che l’una e l’altro ci avvicinano a Dio: la natura, in quanto capolavoro uscito dalle mani del Creatore; il silenzio, che ci permette di pensare e meditare senza distrazioni l’essenziale della nostra esistenza. (...) In un ambiente come questo è più facile ritrovare se stessi, ascoltando la voce interiore, direi la presenza di Dio, che dà senso profondo alla nostra vita”.

“Vi ringrazio – ha detto il Papa ai dipendenti delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo – perché mi accompagnate col sostegno della vostra preghiera. (...) Il cristiano si distingue essenzialmente per la preghiera e la carità. (...) Tanto la preghiera quanto la carità ci consentono di tenere sempre fisso il nostro sguardo su Dio a vantaggio dei fratelli: il rapporto con il Signore, nella preghiera, alimenta il nostro spirito e ci permette di essere ancora più generosi e aperti nella carità verso i bisognosi”.
AC/ VIS 20110929 (390)

MOTU PROPRIO “QUAERIT SEMPER”

CITTA' DEL VATICANO, 29 SET. 2011 (VIS). Papa Benedetto XVI ha promulgato ieri la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio “Quaerit semper”, con la quale è modificata la Costituzione apostolica ‘Pastor bonus’ e si trasferiscono alcune competenze dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti al nuovo Ufficio per i procedimenti di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinazione costituito presso il Tribunale della Rota Romana.

Di seguito riportiamo alcuni estratti del Motu Proprio:

“La Santa Sede ha sempre cercato di adeguare la propria struttura di governo alle necessità pastorali che in ogni periodo storico emergevano nella vita della Chiesa, modificando perciò l’organizzazione e la competenza dei Dicasteri della Curia Romana”.
“Nelle presenti circostanze è parso conveniente che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si dedichi principalmente a dare nuovo impulso alla promozione della Sacra Liturgia nella Chiesa, secondo il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II a partire dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium”.

“Pertanto ho ritenuto opportuno trasferire ad un nuovo Ufficio costituito presso il Tribunale della Rota Romana la competenza di trattare i procedimenti per la concessione della dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinazione.

“Art. 1.

Sono aboliti gli articoli 67 e 68 della menzionata Costituzione apostolica Pastor bonus.

Art. 2.

L’articolo 126 della Costituzione apostolica Pastor bonus viene modificato secondo il testo seguente:

«Art. 126 § 1. Questo Tribunale funge ordinariamente da istanza superiore nel grado di appello presso la Sede Apostolica per tutelare i diritti nella Chiesa, provvede all’unità della giurisprudenza e, attraverso le proprie sentenze, è di aiuto ai Tribunali di grado inferiore.

§ 2. Presso questo Tribunale è costituito un Ufficio al quale compete giudicare circa il fatto della non consumazione del matrimonio e circa l’esistenza di una giusta causa per concedere la dispensa. Perciò esso riceve tutti gli atti insieme col voto del Vescovo e con le osservazioni del Difensore del Vincolo, pondera attentamente, secondo la speciale procedura, la supplica volta ad ottenere la dispensa e, se del caso, la sottopone al Sommo Pontefice.

§ 3. Tale Ufficio è anche competente a trattare le cause di nullità della sacra Ordinazione, a norma del diritto universale e proprio, congrua congruis referendo.

Art. 3.

L’Ufficio per i procedimenti di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinazione è moderato dal Decano della Rota Romana, assistito da Officiali, Commissari deputati e Consultori”.

Queste nuove disposizioni entrano in vigore dal giorno 1° ottobre 2011.
MP/ VIS 20110929 (440)

AUGURI DEL PAPA AL RABBINO CAPO DI ROMA PER ROSH HA-SHANAH

CITTA' DEL VATICANO, 29 SET. 2011 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire un telegramma al Rabbino Capo di Roma, Dottor Riccardo Di Segni, nella ricorrenza di Rosh Ha-Shanah 5772 (Anno Nuovo), Yom Kippur (Giorno dell’Espiazione) e Sukkot (Festa delle Capanne o Festa dei Tabernacoli), che cadono nel mese di settembre e ottobre.

Il Papa estende i più cordiali saluti al Rabbino e a tutta la Comunità ebraica di Roma ed auspica che “queste feste così significative possano essere occasione di tante benedizioni dall’Eterno e fonte di infinita grazia. Cresca in tutti noi la volontà di promuovere la giustizia e la pace in un mondo che ha tanto bisogno di autentici testimoni della verità. Dio, nella sua bontà, protegga la comunità ebraica e ci conceda di approfondire l’amicizia tra noi, in questa città di Roma e ovunque nel mondo”.
TGR/ VIS 20110929 (160)

VIAGGIO APOSTOLICO IN BENIN DAL 18 AL 20 NOVEMBRE

CITTA' DEL VATICANO, 29 SET. 2011 (VIS). Dal 18 al 20 novembre prossimo, il Santo Padre Benedetto XVI compirà un Viaggio Apostolico in Benin, in occasione della firma e della pubblicazione dell’Esortazione Apostolica Post-Sinodale della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi.

Alle 9:00 di venerdì 18 novembre, l’aereo papale partirà dall’aeroporto di Roma Fiumicino per Cotonou dove l’arrivo è previsto alle 15:00, ora locale. Dopo la cerimonia di benvenuto all’aeroporto, il Papa si recherà in visita alla Cattedrale di Cotonou.

Sabato 19 novembre, è in programma un incontro del Papa con i Membri del Governo, i Rappresentanti delle istituzioni della Repubblica, il Corpo Diplomatico e i Rappresentanti delle principali religioni nel Palazzo Presidenziale di Cotonou. Lo stesso giorno il Santo Padre si recherà alla tomba del Cardinale Bernardin Gantin nella Cappella del Seminario S. Gall a Ouidah. Nella tarda mattinata Benedetto XVI avrà un incontro con i sacerdoti, i seminaristi, i religiosi e fedeli laici nel Cortile del Seminario. La mattinata si concluderà con una visita alla Basilica dell’Immacolata Concezione di Maria di Ouidah e con la firma dell’Esortazione Apostolica Post-Sinodale.

Nel pomeriggio dello stesso giorno, il Papa compirà una visita al Foyer “Pace e Gioia” delle Missionarie della Carità presso la Parrocchia Santa Rita a Cotonou, a cui seguirà un incontro con i bambini della Parrocchia. Alle 18:45 il Papa incontrerà i Vescovi del Benin.

Domenica 20 novembre, dopo la celebrazione della Santa Messa, il Pontefice consegnerà l’Esortazione Apostolica Post-Sinodale ai Vescovi dell’Africa nello “Stade de l’amitié” di Cotonou. Dopo il pranzo con i Membri del Consiglio Speciale per l’Africa della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi e con il Seguito Papale, nella Nunziatura Apostolica di Cotonou, Benedetto XVI si recherà all’aeroporto “Cardinale Bernardin Gantin” di Cotonou e qui si imbarcherà, alle 16:30, sull’aereo per Roma.
PV-BENIN/ VIS 20110929 (320)

SILENZIO E PAROLA: CAMMINO DI EVANGELIZZAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 29 SET. 2011 (VIS). Di seguito riportiamo un Comunicato emesso questa mattina dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali in occasione della pubblicazione del tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2012.

“La straordinaria abbondanza di stimoli della società della comunicazione porta in primo piano un valore che, a prima vista, sembrerebbe addirittura in antitesi ad essa. È il silenzio, infatti, il tema al centro della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, ‘Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione’. Nel pensiero di Papa Benedetto XVI il silenzio non è presentato semplicemente come una forma di contrapposizione a una società caratterizzata dal flusso costante e inarrestabile della comunicazione, bensì un necessario elemento di integrazione. Il silenzio, infatti, proprio perché favorisce la dimensione del discernimento e dell’approfondimento, può esser visto come un primo grado di accoglienza della parola. Nessun dualismo, quindi, ma la complementarietà di due funzioni che, nel loro giusto equilibrio, arricchiscono il valore della comunicazione e la rendono un elemento irrinunciabile al servizio della nuova evangelizzazione. Emerge, poi, con una certa evidenza il desiderio del Santo Padre di sintonizzare il tema della prossima Giornata Mondiale, con la celebrazione del Sinodo dei Vescovi che avrà come tema, appunto, ‘La nuova evangelizzazione per la trasmissione della Fede cristiana’”.

“La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica giornata mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II (“Inter Mirifica”, 1963), viene celebrata in molti paesi, su raccomandazione dei vescovi del mondo, la Domenica che precede la Pentecoste (nel 2012, il 20 maggio)”.

“Il Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali viene tradizionalmente pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti (24 gennaio)”.
PCCS/ VIS 20110929 (290)

FESTA DEL CORPO DELLA GENDARMERIA CITTÀ DEL VATICANO

CITTA' DEL VATICANO, 29 SET. 2011 (VIS). Oggi, Festa di San Michele Arcangelo, patrono del Corpo della Gendarmeria, si svolgerà, alle 17:30, sul piazzale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, la cerimonia commemorativa, alla quale presenzieranno il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, e il Cardinale Giovanni Lajolo, Presidente del Governatorato. Saranno presenti inoltre altre Autorità dello Stato della Città del Vaticano e numerose personalità civili e militari della Repubblica Italiana.

“Il Corpo della Gendarmeria – si legge in un Comunicato - vigila, in coordinamento con la Guardia Svizzera Pontificia, sulla sicurezza del Sommo Pontefice. Inoltre, ad esso sono demandate sul territorio dello Stato le funzioni di polizia giudiziaria, controllo del territorio e ordine pubblico, con un servizio costante che copre le 24 ore, tutti i giorni dell’anno, ora confortato anche da avanzate tecnologie nel campo della sicurezza. Nel 2008 lo Stato della Città del Vaticano ha aderito all’INTERPOL, l’Organizzazione Internazionale di Polizia Criminale”.

“Durante la cerimonia di oggi pomeriggio, il Principe Sforza Ruspoli consegnerà ad un Ufficiale della Gendarmeria la bandiera che la Famiglia Ruspoli custodisce ininterrottamente dal 1870 e che il Principe ha voluto donare al Santo Padre Benedetto XVI nell’Udienza privata di questa mattina, in memoria dei caduti delle truppe pontificie del 1870 e a speciale ricordo della famiglia Ruspoli. La bandiera verrà esposta all’interno del Museo Storico, nell’Appartamento Nobile del Palazzo Apostolico Lateranense”.
OP/ VIS 20110929 (240)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 29 SET. 2011 (VIS). Questa mattina, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- Sua Eminenza Hilarion, Metropolita di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca, e Seguito.

- Il Vescovo Martinus Dogma Situmorang, O.F.M.Cap., Vescovo di Padang (Indonesia); Presidente della Conferenza Episcopale di Indonesia in Visita “ad Limina Apostolorum”
AP:AL/ VIS 20110929 (70)

mercoledì 28 settembre 2011

BENEDETTO XVI RIEVOCA VIAGGIO IN GERMANIA

CITTA' DEL VATICANO, 28 SET. 2011 (VIS). Papa Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell’Udienza Generale del Mercoledì, tenutasi in Piazza San Pietro, al recente Viaggio Apostolico in Germania, che ha definito: “una grande festa della fede” e “un prezioso dono che ci ha fatto percepire di nuovo come sia Dio a dare alla nostra vita il senso più profondo, la vera pienezza”.

Nel rievocare i vari momenti e luoghi del Viaggio, il Papa ha cominciato dalla capitale federale Berlino, dove davanti al Bundestag, il Parlamento Federale, ha voluto esporre “il fondamento del diritto e del libero Stato di diritto, cioè la misura di ogni diritto, inscritto dal Creatore nell’essere stesso della sua creazione”. A questa visita è seguito l’incontro con alcuni Rappresentanti della Comunità ebraica in Germania nel corso del quale, ha detto Benedetto XVI - “Ricordando le nostre comuni radici nella fede nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, abbiamo evidenziato i frutti ottenuti finora nel dialogo tra la Chiesa cattolica e l’Ebraismo in Germania”. Nel colloquio con i membri della Comunità musulmana si è convenuto “con essi circa l’importanza della libertà religiosa per uno sviluppo pacifico dell’umanità”.

“Mi sono molto rallegrato” – ha proseguito il Pontefice – “della numerosa partecipazione della gente” alla Santa Messa nello stadio olimpico a Berlino, dove, durante l’omelia “abbiamo meditato (...) sull’importanza di essere uniti a Cristo per la nostra vita personale di credenti e per il nostro essere Chiesa, suo corpo mistico”.

Nella seconda tappa del suo Viaggio il Papa ha visitato la Turingia, terra della riforma protestante. “Fin dall’inizio ho voluto ardentemente dare particolare rilievo all’ecumenismo nel quadro di questo viaggio”. Ad Erfurt, dove Martin Lutero entrò nella comunità degli Agostiniani e fu ordinato sacerdote, Benedetto XVI ha incontrato i membri del Consiglio della Chiesa Evangelica in Germania. Nell’ex-Convento Agostiniano “abbiamo visto di nuovo quanto sia importante – ha detto il Santo Padre - la nostra comune testimonianza della fede in Gesù Cristo nel mondo di oggi. (...) Occorre il nostro comune sforzo nel cammino verso la piena unità”, ma “solo Cristo può donarci quest’unità, e saremo sempre più uniti nella misura in cui torniamo a Lui e ci lasciamo trasformare da Lui”.

“Un momento particolarmente emozionante è stata per me la celebrazione dei Vespri mariani davanti al Santuario di Etzelsbach”, nella regione dell’“Eichsfeld”, “striscia di terra rimasta sempre cattolica nelle varie vicissitudini della storia e dei suoi abitanti che si sono opposti coraggiosamente alle dittature del nazismo e del comunismo”. Durante la Santa Messa celebrata nella Domplatz di Erfurt il Pontefice ha ricordato i santi patroni della Turingia, Santa Elisabetta, San Bonifacio e San Kilian, e, nel richiamare l’attenzione sullo “esempio luminoso dei fedeli che hanno testimoniato il Vangelo durante i sistemi totalitari”, ha invitato “i fedeli ad essere i santi di oggi, validi testimoni di Cristo, e a contribuire a costruire la nostra società”.

“Commovente è stato anche il breve incontro con Mons. Hermann Scheipers, l’ultimo sacerdote vivente sopravissuto al campo di concentramento di Dachau. Ad Erfurt ho avuto anche occasione di incontrare alcune vittime di abuso sessuale da parte di religiosi, alle quali ho voluto assicurare il mio rammarico e la mia vicinanza alla loro sofferenza”.

L’Arcidiocesi di Freiburg im Bresgau è stata l’ultima tappa del Viaggio Apostolico, dove si è svolta la veglia di preghiera con migliaia di giovani. “Sono stato felice di vedere che la fede nella mia patria tedesca ha un volto giovane, che è viva e ha un futuro – ha ricordato Benedetto XVI – Ho ripetuto loro che il Papa confida nella collaborazione attiva dei giovani: con la grazia di Cristo, essi sono in grado di portare al mondo il fuoco dell’amore di Dio”.

Nel Seminario di Freiburg, ha ricordato ancora il Papa, “ho voluto mostrare a quei giovani la bellezza e grandezza della loro chiamata da parte del Signore e offrire loro qualche aiuto per proseguire il cammino della sequela con gioia e in profonda comunione con Cristo”. Nel corso dell’incontro con alcuni Rappresentanti delle Chiese Ortodosse e Ortodosse orientali il Papa ha ribadito “il compito comune di essere lievito per il rinnovamento della nostra società”.

“La grande celebrazione eucaristica domenicale all’aeroporto turistico di Freiburg è stata un altro momento culminante della Visita pastorale, e l’occasione per ringraziare quanti si impegnano nei vari ambiti della vita ecclesiale, soprattutto i numerosi volontari e i collaboratori delle iniziative caritative. Sono essi che rendono possibili i molteplici aiuti che la Chiesa tedesca offre alla Chiesa universale, specie nelle terre di missione” – ha affermato il Santo Padre – “Ho ricordato anche che il loro prezioso servizio sarà sempre fecondo, quando deriva da una fede autentica e viva, in unione con i Vescovi e il Papa, in unione con la Chiesa. Infine, prima del mio ritorno, ho parlato ad un migliaio di cattolici impegnati nella Chiesa e nella società, suggerendo alcune riflessioni sull’azione della Chiesa in una società secolarizzata, sull’invito ad essere libera da fardelli materiali e politici per essere più trasparenza di Dio”.

“Cari fratelli e sorelle, questo Viaggio Apostolico in Germania” – ha concluso il Papa – “mi ha offerto un’occasione propizia per incontrare i fedeli della mia patria tedesca, per confermarli nella fede, nella speranza e nell’amore, e condividere con loro la gioia di essere cattolici. Ma il mio messaggio era rivolto a tutto il popolo tedesco, per invitare tutti a guardare con fiducia al futuro. È vero, ‘Dov’è Dio, là c’è futuro’”.
AG/ VIS 20110928 (920)

ITALIA, MODELLO DI COLLABORAZIONE CHIESA-STATO

CITTA' DEL VATICANO, 28 SET. 2011 (VIS). Ieri, presso la sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, Monsignor Giovanni Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato per gli Affari Generali, è intervenuto ieri alle celebrazioni per il CL anniversario dell’Unità d’Italia. Erano presenti, fra le altre autorità, il Presidente del Senato Italiano, il Presidente della Corte Costituzionale ed alcuni ministri.

Monsignor Becciu ha ricordato che Papa Benedetto XVI ha inviato un Messaggio al Presidente della Repubblica Italiana, Senatore Giorgio Napolitano, per l’anniversario dell’unità italiana ed ha presieduto la Preghiera per l’Italia nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore a Roma. “La stessa Chiesa in Italia” – ha detto Monsignor Becciu – “ha messo a disposizione le proprie energie con convinzione per confermare, sia collegialmente, sia nelle singole diocesi, la vitalità di quello spirito di leale collaborazione per la promozione dell’uomo e per il bene di tutto il Paese che caratterizza la relazione Chiesa – comunità politica in Italia”.

In merito Monsignor Becciu ha fatto riferimento al Concordato lateranense del 1929 e all’Accordo di revisione del 1984 che, come ha scritto il Papa nel suo Messaggio, costituiscono “manifesta espressione del dialogo tra Santa Sede e Italia, (...) della collaborazione tra Chiesa e comunità politica, nella concordia e nella cooperazione a favore della persona e del bene comune”.

“L’esperienza italiana” – ha affermato Monsignor Becciu – “può condividere con altri Paesi e con grande profitto le acquisizioni maturate a proposito della relazione Chiesa-Stato, nella distinzione degli ambiti e nella proficua collaborazione reciproca”.
SS/ VIS 20110928 (250)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 28 SET. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Vescovo Wilson Tadeu Jönck, S.C.I., Arcivescovo Metropolita di Florianópolis (superficie: 7.862; popolazione: 1.478.000; cattolici: 1.153.000; sacerdoti: 191; religiosi: 575; diaconi permanenti: 112), Brasile. L’Arcivescovo eletto è nato nel 1951 a Vidal Ramos (Brasile), ha emesso la professione religiosa nella Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (Dehoniani) nel 1972 e nel 1977 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale. È stato Direttore del Seminario “São José” a Rio Negrinho; Formatore nel Convento “Sagrato Coração de Jesus” di Brusque (1990-2000); Vicario parrocchiale e Parroco nella città di Varginha (1978-1981) e Parroco del Santuario “Sagrado Coraçao de Jesus” di Joinville (2000-2001). È stato Membro del Consiglio Regionale dei Dehoniani per la “Região Brasileira Meridional”; Professore nel Seminario di Brusque ed Assistente del Maestro dei novizi nel Noviziato Dehoniano “Nossa Senhora de Fátima” a Jaraguá do Sul. Nel 2003 ha ricevuto la consacrazione episcopale ed è stato nominato Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile). È stato finora Vescovo di Tubarão (Brasile). Attualmente è Presidente della Conferenza Episcopale Regionale “Sul 4”.

- Il Vescovo Sergio Alfredo Gualberti Calandrina, Arcivescovo Coadiutore di Santa Cruz de la Sierra (superficie: 50.000; popolazione: 2.291.000; cattolici: 1.805.000; sacerdoti: 194; religiosi: 789; diaconi permanenti: 6), Bolivia. L’Arcivescovo eletto è nato nel 1945 a Clusone (Italia) ed ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1971. Dal 1971-1979 ha prestato servizio come cappellano dei migranti italiani in Svizzera; nel 1979 è stato Vicario parrocchiale e Parroco nella Parrocchia “El Salvador” di La Paz. Nel 1985 è stato nominato Assessore del Consiglio Nazionale di Laici; nel 1987 è stato Assessore Nazionale delle Comunità Ecclesiali di Base. Nel 1990 è stato nominato dalla Conferenza Episcopale Boliviana Segretario per la Pastorale. Nel 1996 è stato eletto Segretario Generale Aggiunto della Conferenza Episcopale Boliviana. Nel 1999 ha ricevuto l’ordinazione episcopale ed è stato nominato Vescovo Ausiliare di Santa Cruz de la Sierra. Attualmente è primo Assessore dell’Area di Evangelizzazione della Commissione di Missioni della Conferenza Episcopale Boliviana.
NER:NEC/ VIS 20110928 (340)

martedì 27 settembre 2011

VISITA PASTORALE A LAMEZIA TERME E A SERRA SAN BRUNO

CITTA' DEL VATICANO, 27 SET. 2011 (VIS). Questa mattina è stato reso pubblico il programma della Visita Pastorale che il Santo Padre Benedetto XVI compirà domenica 9 ottobre a Lamezia Terme e a Serra San Bruno (Italia).

La partenza dall’aeroporto romano di Ciampino è prevista alle 8:30 e l’atterraggio dell’aereo papale alle 9.15 all’aeroporto di Lamezia Terme (Catanzaro). Alle 10:00 Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa e reciterà l’Angelus nella Zona Ex-Sir, alla periferia industriale di Lamezia Terme.

Alle 13:30 è previsto il pranzo con i Vescovi nell’Episcopio di Lamezia Terme ed alle 16:30, sempre nella residenza episcopale, il Papa rivolgerà il suo saluto agli organizzatori della Visita Pastorale. Alle 16:45 è in programma la partenza in elicottero dallo Stadio “Guido D’Ippolito” di Lamezia Terme per Serra San Bruno (Vibo Valentia), dove, alle 17:30, il Papa incontrerà la popolazione nel campo sportivo “La Quercia”.

Alle 18:00 il Papa celebrerà i Vespri nella chiesa della Certosa di Serra San Bruno e terrà l’omelia. Infine alle 18:45 il Papa incontrerà la Comunità dei Certosini e visiterà una Cella e l’infermeria della Certosa.

Alle 19:30 il Papa ripartirà in elicottero da Lamezia Terme. Alle 20:00 è prevista la partenza in aereo dall’aeroporto di Lamezia Terme per Roma.
PV-LAMEZIA TERMIE/ VIS 20110927 (220)

CELEBRAZIONI PRESIEDUTE SANTO PADRE OTTOBRE-NOVEMBRE

CITTA' DEL VATICANO, 27 SET. 2011 (VIS). Di seguito riportiamo il calendario della Celebrazioni presiedute dal Santo Padre nei mesi di ottobre e novembre:

OTTOBRE

-Domenica 9: Visita Pastorale a Lamezia Terme e Serra San Bruno (Italia).

-Domenica 16: alle 9:30, nella Basilica Vaticana, Santa Messa per la Nuova Evangelizzazione.

-Domenica 23: Alle ore 10:00, in Piazza San Pietro, Canonizzazione dei Beati Guido Maria Conforti; Luigi Guanella e Bonifacia Rodríguez De Castro.

-Mercoledì, 26: Alle 10:30, in Piazza San Pietro, Preghiera in preparazione all’Incontro di Assisi.

NOVEMBRE

-Mercoledì 2: Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Alle 18:00, nella Grotte Vaticane, Momento di preghiera per i Sommi Pontefici defunti.

-Giovedì 3: Alle 11:30, all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, Santa Messa in suffragio dei Cardinali e Vescovi defunti nel corso dell’anno.

-Venerdì 4: Alle 17:30, nella Basilica Vaticana: Vespri per l’inizio dell’Anno Accademico delle Università Pontificie.

-Venerdì 18 - Domenica 20: Viaggio Apostolico nel Benin (Africa).
OCL/ VIS 20110927 (000)

SEMINARIO: TEMPO DI DISCERNIMENTO E APPRENDIMENTO

CITTA' DEL VATICANO, 27 SET. 2011 (VIS). Sabato 24 settembre, nel corso del suo Viaggio Apostolico in Germania, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i seminaristi di Freiburg ed ha rivolto loro un discorso a braccio, in lingua tedesca, del quale riportiamo alcuni estratti.

Il Papa si è interrogato, con i futuri sacerdoti, sul significato del tempo trascorso in Seminario, e partendo dal brano del Vangelo di San Marco che descrive la costituzione della comunità degli Apostoli, ha detto: “Il Signore fece i Dodici. Egli creò qualcosa. (...). Ed Egli li fece, ‘perché stessero con Lui per mandarli (...). Devono stare con Lui per arrivare a conoscerLo (...), ma allo stesso tempo devono essere inviati, che trasmettono ciò che hanno imparato, che portano agli altri uomini in cammino – verso la periferia, nel vasto mondo e verso coloro che sono molto lontani da Lui. (...) Imparare ciò, l’andare insieme, l’essere mandati, e l’essere con Lui, il rimanere presso di Lui, è – credo – proprio ciò che dobbiamo imparare in seminario”.

“Il seminario è dunque tempo di esercitazione; certamente anche di discernimento e apprendimento. (...) La vocazione deve essere verificata, e di questo fa poi parte la vita comunitaria e il dialogo con le vostre guide spirituali (...). Apprendere la fiducia: se Dio lo vuole, allora posso affidarmi a Lui. Nel mondo di oggi (...) in cui tutto cambia continuamente, in cui i legami umani si allentano (...) diventa sempre più difficile credere: resisterò per tutta la vita. (...) Se Dio mi vuole, mi darà anche fiducia, mi sorreggerà (...) nell’ora del pericolo sarà presente, porrà persone sulla mia strada, mi mostrerà vie, mi sosterrà. E la fedeltà è possibile, perché il Signore è sempre presente, e perché Egli esiste ieri, oggi e domani”.

Non soltanto tempo di discernimento, di apprendimento, di chiamata, il Seminario è anche, ha sottolineato il Papa, “tempo di preghiera (...). Un apprendere ad ascoltare veramente il Signore – nella Parola della Sacra Scrittura, nella fede della Chiesa, nella liturgia della Chiesa – ed apprendere l’attualità della sua Parola. Nell’esegesi impariamo tante cose sull’ieri: tutto ciò che c’era ieri, le fonti, quali comunità esistevano e così via. Anche questo è importante. Ma più importante è che in questo ieri noi apprendiamo l’oggi; che il Signore con queste parole parla adesso, esse portano tutte in sé il loro oggi, e, al di là del loro inizio storico, recano in sé una pienezza che parla a tutte le epoche”.

“’La fede viene dall’ascolto’ – ha detto Santo Padre citando le parole di San Paolo ed ha spiegato che la fede ha bisogno “della parola vivente (...) delle parole della Chiesa in tutte le epoche, della parola attuale che la Chiesa rivolge attraverso i sacerdoti, i Vescovi e i fratelli e le sorelle. Fa parte della fede il ‘tu’ del prossimo e fa parte della fede il ‘noi”.

Il Papa ha in merito sottolineato l’importanza di accogliere l’altro con le sue peculiarità e di essere consapevoli della sopportazione vicendevole. Solo così si può diventare un “noi” che sia una vera comunità per “essere insieme in cammino verso il Dio vivente. (...) Il ‘noi’ è l’intera comunità dei fedeli, di oggi, di tutti i luoghi e di tutti i tempi. (....) Noi siamo Chiesa. Lo siamo proprio nell’aprirci e nell’andare al di là di noi stessi e nell’esserlo insieme con gli altri!”.

Infine, nel ricordare ai seminaristi l’importanza dello studio nella preparazione al sacerdozio, Benedetto XVI ha detto: “Sappiamo tutti che San Pietro ha detto: ‘Siate sempre pronti ad offrire a chiunque vi domandi, come risposta, la ragione, il ‘logos’ della vostra fede’. Il nostro mondo oggi è un mondo razionalistico e condizionato dalla scientificità, anche se molto spesso si tratta di una scientificità solo apparente. (...) La fede non è un mondo parallelo del sentimento, che poi ci permettiamo come un di più, ma è ciò che abbraccia il tutto, gli dà senso, lo interpreta e gli dà anche le direttive etiche interiori, affinché sia compreso e vissuto in vista di Dio e a partire da Dio. Per questo è importante essere informati, comprendere, avere la mente aperta, imparare. (...) Studiare è essenziale: soltanto così possiamo far fronte al nostro tempo ed annunciare ad esso il ‘logos’ della nostra fede”.
PV-GERMANIA VIS 20110927 (750)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 27 SET. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Cardinale Walter Kasper, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, Suo Inviato Speciale alla celebrazione del 950° anniversario della dedicazione della Cattedrale di Speyer (Germania), in programma il 2 ottobre 2011.
NA/ VIS 20110927 (50)

lunedì 26 settembre 2011

ELIMINARE CIÒ CHE VI È DI MONDANO NELLA CHIESA

CITTA' DEL VATICANO, 25 SET. 2011 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, alle 17:00, presso la Konzerthaus di Freiburg, il Santo Padre ha avuto un incontro con i rappresentanti delle associazioni cattoliche impegnate nella Chiesa e nella società.

Nel ringraziare i presenti per il servizio e la testimonianza cristiana, missione “non sempre facile nel tempo attuale”, Benedetto XVI ha affermato: “Da decenni assistiamo ad una diminuzione della pratica religiosa, constatiamo un crescente distanziarsi di una parte notevole di battezzati dalla vita della Chiesa. Emerge la domanda: la Chiesa non deve forse cambiare?”.

La ‘Chiesa’, ha ricordato il Santo Padre, non è sinonimo di gerarchia, il Papa i Vescovi: “Chiesa siamo tutti noi, i battezzati. (...) Sì, c’è motivo per un cambiamento. Esiste un bisogno di cambiamento. Ogni cristiano e la comunità dei credenti sono chiamati ad una continua conversione. (...) Per quanto riguarda la Chiesa, il motivo fondamentale del cambiamento è la missione apostolica dei discepoli e della Chiesa stessa”.

“Infatti, la Chiesa” – ha proseguito il Pontefice – “deve sempre di nuovo verificare la sua fedeltà a questa missione”, il cui mandato comprende tre aspetti: testimonianza, fare discepoli tutti i popoli e proclamare il Vangelo. “La missione della Chiesa, infatti, deriva dal mistero del Dio uno e trino, dal mistero del suo amore creatore”. La Chiesa “non possiede niente di autonomo di fronte a Colui che l’ha fondata. Essa trova il suo senso esclusivamente nell’impegno di essere strumento della redenzione, di pervadere il mondo con la parola di Dio e di trasformare il mondo introducendolo nell’unione d’amore con Dio”.

“Nello sviluppo storico della Chiesa si manifesta, però, anche una tendenza contraria: quella cioè di una Chiesa che si accomoda in questo mondo, diventa autosufficiente e si adatta ai criteri del mondo. Essa dà così all’organizzazione e all’istituzionalizzazione un’importanza maggiore che non alla sua chiamata all’apertura”.

“Per corrispondere al suo vero compito, la Chiesa” – ha ribadito il Pontefice – “deve sempre di nuovo fare lo sforzo di distaccarsi dalla mondanità del mondo. (...) In un certo senso, la storia viene in aiuto alla Chiesa attraverso le diverse epoche di secolarizzazione, che hanno contribuito in modo essenziale alla sua purificazione e riforma interiore”.

“Le secolarizzazioni infatti – fossero esse l’espropriazione di beni della Chiesa o la cancellazione di privilegi o cose simili – significarono ogni volta una profonda liberazione della Chiesa da forme di mondanità: essa si spogliava, per così dire, della sua ricchezza terrena e tornava ad abbracciare pienamente la sua povertà terrena”. Distaccandosi dai suoi legami materiali “il suo agire missionario tornava ad essere credibile”.

“Gli esempi storici mostrano che la testimonianza missionaria di una Chiesa distaccata dal mondo emerge in modo più chiaro. Liberata dal suo fardello materiale e politico, la Chiesa può dedicarsi meglio e in modo veramente cristiano al mondo intero, può essere veramente aperta al mondo”.

“Non si tratta qui di trovare una nuova tattica per rilanciare la Chiesa.” – ha sottolineato il Pontefice. Si tratta piuttosto di deporre tutto ciò che è soltanto tattica e di cercare la piena sincerità, che non trascura né reprime alcunché della verità del nostro oggi, ma realizza la fede pienamente (...) togliendo da essa ciò che solo apparentemente è fede, ma in verità sono convenzioni ed abitudini”.

“Diciamolo ancora con altre parole: la fede cristiana è per l’uomo uno scandalo sempre e non soltanto nel nostro tempo. (...) Questo scandalo, che non può essere abolito se non si vuole abolire il cristianesimo, purtroppo, è stato messo in ombra proprio recentemente dagli altri scandali dolorosi degli annunciatori della fede. Si crea una situazione pericolosa, quando questi scandali (...) nascondono la vera esigenza cristiana dietro l’inadeguatezza dei suoi messaggeri”.

“Vi è una ragione in più per ritenere che sia nuovamente l’ora di togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa. (...) Una Chiesa alleggerita degli elementi mondani è capace di comunicare agli uomini (...) la particolare forza vitale della fede cristiana. (...) Essere aperti alle vicende del mondo significa quindi per la Chiesa distaccata dal mondo testimoniare, secondo il Vangelo, con parole ed opere qui ed oggi la signoria dell’amore di Dio”.
PV-GERMANIA/ VIS 20110926 (690)

BENEDETTO XVI FIDUCIOSO FUTURO CRISTIANESIMO GERMANIA

CITTA' DEL VATICANO, 26 SET. 2011 (VIS). Alle 18:00 di ieri, domenica 25 settembre, il Papa si è diretto all’aeroporto di Lahr, a 50 km da Freiburg, per intraprendere il viaggio di ritorno in Italia. Nella cerimonia di congedo, presieduta dal Presidente Federale, Signor Christian Wulff, che il Papa ha ringraziato per l’accoglienza, erano presenti diversi rappresentanti dell’episcopato tedesco, delle autorità civili e numerosi fedeli.

“Prima di lasciare la Germania, mi preme ringraziare per i giorni trascorsi, così commoventi e ricchi di avvenimenti, nella mia patria”, ha detto il Santo Padre ricordando i momenti più importanti del suo Viaggio Apostolico.

“Nella capitale federale Berlino ho avuto l’occasione particolare di parlare davanti ai parlamentari al ‘Deutscher Bundestag’ ed esporre loro alcune riflessioni sui fondamenti intellettuali dello stato. Volentieri ripenso anche ai colloqui fruttuosi con il Presidente Federale e la Signora Cancelliere sulla situazione attuale del popolo tedesco e della comunità internazionale. Mi ha particolarmente toccato l’accoglienza cordiale e l’entusiasmo di così tante persone a Berlino”.

“Nel Paese della Riforma – ha proseguito il Pontefice – l’ecumene ha costituito naturalmente uno dei punti centrali del viaggio. Qui vorrei rilevare l’incontro con i rappresentanti della ‘Chiesa Evangelica in Germania’ nell’ex-Convento agostiniano a Erfurt. Sono profondamente grato per lo scambio fraterno e la preghiera comune. Molto particolare è stato anche l’incontro con i cristiani ortodossi e ortodossi orientali, come pure con gli ebrei e i musulmani”.

“Ovviamente, questa visita era rivolta in particolare ai cattolici a Berlino, a Erfurt, nell’Eichsfeld e a Friburgo. Ricordo con piacere (...) l’ascoltare insieme la Parola di Dio e il pregare uniti – soprattutto anche nelle parti del Paese in cui si è tentato per decenni di rimuovere la religione dalla vita delle persone. Questo mi rende fiducioso per il futuro del cristianesimo in Germania. Come già durante le visite precedenti, si è potuto sperimentare quante persone qui testimoniano la propria fede e rendono presente la sua forza trasformante nel mondo di oggi”.

“Non da ultimo, sono stato molto lieto, dopo l’impressionante Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid, di stare anche a Friburgo, di nuovo insieme con tanti giovani, ieri, alla veglia di preghiera con i giovani. Incoraggio la Chiesa in Germania a proseguire con forza e fiducia il cammino della fede, che fa ritornare le persone alle radici, al nucleo essenziale della Buona Novella di Cristo. Ci saranno comunità piccole di credenti – e già esistono – che con il proprio entusiasmo diffondono raggi di luce nella società pluralistica, rendendo altri curiosi di cercare la luce che dà vita in abbondanza. (...) ‘Dove c’è Dio, là c’è futuro’. Dove Dio è presente, là c’è speranza e là si aprono prospettive nuove e spesso insospettate che vanno oltre l’oggi e le cose effimere. In questo senso accompagno, nei pensieri e nelle preghiere, il cammino della Chiesa in Germania”.

Al termine della cerimonia di congedo il Santo Padre alle 19:15 è salito a bordo dell’aereo papale ed alle 20:45 è giunto all’aeroporto di Fiumicino da dove in automobile ha raggiunto il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.
PV-GERMANIA/ VIS 20110926 (520)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 26 SET. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Stanislaw Budzik, Arcivescovo di Lublin (superficie: 9.108; popolazione: 1.154.267; cattolici: 1.128.233; sacerdoti: 1.328; religiosi: 1.043), Polonia. L’Arcivescovo eletto è nato nel 1952 a Lekawica (Polonia), è stato ordinato sacerdote nel 1977. Ha ottenuto il dottorato in Teologia Dogmatica nel 1989, nel 1998 ha conseguito l’abilitazione presso la Pontificia Accademia Teologica a Cracovia, oggi Pontificia Università “Giovanni Paolo II”. Dal 1999 per 5 anni è stato Rettore del Seminario Maggiore di Tarnów. Ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 2004. È stato finora Ausiliare di Tarnów (Polonia) e dal 2007 ha ricoperto le funzioni di Segretario Generale della Conferenza Episcopale Polacca.
NER/ VIS 20110926 (120)

domenica 25 settembre 2011

SALUTO CITTADINANZA FREIBURG IM BREISGAU

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Al termine della Santa Messa di questa mattina nella Domplatz di Erfurt, Benedetto XVI è salito a bordo dell’aereo papale diretto a Lahr e da qui ha raggiunto in automobile Freiburg im Breisgau dove si è recato in visita alla Cattedrale “Unserer Lieben Frau”.

Nel salutare la cittadinanza riunita nella Münsterplatz e ringraziando della cordiale accoglienza, il Santo Padre ha detto: “Sono venuto volentieri anche da voi per pregare insieme con voi, per proclamare la parola di Dio e per celebrare l’Eucaristia. Chiedo la vostra preghiera affinché questi giorni siano fruttuosi, affinché Dio confermi la nostra fede, rafforzi la nostra speranza e accresca il nostro amore. Che in questi giorni diventiamo di nuovo consapevoli di quanto Dio ci ami e di quanto Egli sia buono, così da mettere, con piena fiducia, noi stessi e tutto ciò che muove il nostro cuore ed è importante per noi nella sue mani. In Lui il nostro futuro è assicurato: Egli dona senso alla nostra vita e può condurla alla pienezza. Il Signore vi accompagni nella pace e vi rende messaggeri della gioia!.

Al termine, dopo la Benedizione Apostolica, Benedetto XVI si è diretto al Seminario arcidiocesano di Freiburg im Breisgau ed alle 16:50 ha avuto un incontro con l’ex-Cancelliere Federale Helmut Kohl. Infine alle 17:15 ha incontrato i Rappresentanti delle Chiese Ortodosse.
PV-GERMANIA/ VIS 20110925 (230)

CATTOLICI E ORTODOSSI: PROSEGUIRE IMPEGNO DIALOGO QUESTIONE PRIMATO

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Nel pomeriggio di oggi, alle 17:15, nell’Aula del Seminario di Freiburg, il Santo Padre ha avuto un Incontro con 15 Rappresentanti delle Chiese Ortodosse della Germania. Il Paese conta 467 Comunità Ortodosse Bizantine e circa 1.300.000 fedeli ripartiti tra le varie Chiese Ortodosse autocefale. I fedeli appartenenti alla Chiese Ortodosse Orientali, arrivati in Germania soprattutto in seguito alle persecuzioni subite dalle loro chiese nei paesi d’origine, sono circa 157.000.

Nel ringraziare il Metropolita Augustinos, Presidente della Conferenza Episcopale Ortodossa in Germania, per le sue parole “piene di fiducia”, il Papa ha ripetuto che fra le Chiese e le comunità cristiane “l’Ortodossia, teologicamente, è la più vicina a noi; cattolici ed ortodossi hanno entrambi la medesima struttura della Chiesa delle origini. Così possiamo sperare che non sia troppo lontano il giorno in cui potremo di nuovo celebrare insieme l’Eucaristia”.

“Con interesse e simpatia la Chiesa cattolica segue lo sviluppo delle comunità ortodosse in Europa occidentale che hanno registrato una notevole crescita”, ha proseguito il Santo Padre esprimendo soddisfazione per l’intensificazione “della collaborazione panortodossa, che negli ultimi anni ha fatto progressi essenziali” ed ha auspicato che: “Le esperienze che si vivono in queste Conferenze Episcopali rafforzino l’unione tra le Chiese ortodosse e facciano progredire gli sforzi per un concilio panortodosso”.

Nel riferirsi al progresso del dialogo fra cattolici e ortodossi Benedetto XVI ha detto: “Rimane altrettanto importante la continuazione del lavoro per chiarire le differenze teologiche, perché il loro superamento è indispensabile per il ristabilimento della piena unità, che auspichiamo e per la quale preghiamo. È soprattutto sulla questione del primato che dobbiamo continuare gli sforzi nel confronto per la sua giusta comprensione. Qui le riflessioni circa il discernimento tra la natura e la forma dell’esercizio del primato come le ha fatte Papa Giovanni Paolo II nell’Enciclica ‘Ut unum sint’ (n. 95), possono ancora darci fruttuosi impulsi”.

“Guardo con gratitudine” – ha proseguito il Pontefice – “anche al lavoro della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali. (...) I risultati ottenuti fanno crescere la comprensione gli uni degli altri e l’avvicinarsi gli uni agli altri”.

“Nell’attuale tendenza del nostro tempo, in cui non poche persone vogliono, per così dire, ‘liberare’ la vita pubblica da Dio, le Chiese cristiane in Germania – tra le quali anche i cristiani ortodossi ed ortodossi orientali –, sulla base della fede nell’unico Dio e Padre di tutti gli uomini, camminano insieme sulla via di una testimonianza pacifica per la comprensione e la comunione tra i popoli. Facendo questo, non tralasciano di mettere il miracolo dell’incarnazione di Dio al centro dell’annuncio. Consapevoli che su questo miracolo si fonda ogni dignità della persona, si impegnano insieme per la protezione della vita umana dal suo concepimento fino alla sua morte naturale”.

“La fede in Dio, il Creatore della vita” – ha ribadito infine il Pontefice – “e il restare assolutamente fedeli alla dignità di ogni persona rafforzano i cristiani nell’opporsi con forza ad ogni intervento manipolatore e selettivo nei confronti della vita umana. Inoltre, conoscendo il valore del matrimonio e della famiglia, in quanto cristiani ci sta molto a cuore, come cosa importante, proteggere l’integrità e la singolarità del matrimonio tra un uomo e una donna da ogni interpretazione sbagliata. Qui l’impegno comune dei cristiani, tra cui tanti fedeli ortodossi ed ortodossi orientali, dà un contributo prezioso per l’edificazione di una società che può avere un futuro, nella quale si porta il dovuto rispetto alla persona umana”.
PV-GERMANIA/ VIS 20110925 (600)

INCONTRO DI BENEDETTO XVI CON I SEMINARISTI

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Alle 17:45 di oggi pomeriggio, nella Cappella di San Carlo Borromeo del Seminario arcidiocesano di Freiburg, Benedetto XVI ha incontrato 60 seminaristi di questa Arcidiocesi.

Dopo l’Adorazione del Santissimo Sacramento e al termine della presentazione dell’Arcivescovo Robert Zollitsch, il Papa ha rivolto ai seminaristi un discorso a braccio invitandoli a “studiare perché nel nostro tempo c’è il problema del rapporto tra fede e ragione e quindi occorre imparare bene l’uso della ragione ai fini anche della trasmissione della fede”.

Benedetto XVI ha parlato anche dell’importanza del discernimento, della fedeltà e della preghiera e ha posto l’accento sull’importanza dell’esperienza comunitaria, della vita in comunità e dell’ascolto degli altri, per vivere nella fede. Padre Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha spiegato che le parole del Papa sono state una esortazione ai seminaristi per il tempo della formazione e per come viverlo.
BXVI-GERMANIA/ VIS 20110925 (160)

NUOVE VIE DI EVANGELIZZAZIONE PER TESTIMONIARE VICINANZA CHIESA ALLA SOCIETÀ

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Questo pomeriggio alle 18:15, nell’Aula del Seminario di Freiburg, il Papa ha incontrato i membri del Consiglio del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi, istituito nel 1952 per promuovere l’opera apostolica della Chiesa e dei cattolici nella società.

Citando quale esempio i programmi di aiuto ai paesi in via di sviluppo denominati “Exposure”, nei quali persone responsabili della politica, dell’economia e della Chiesa vivono, per un certo tempo, con i destinatari dei programmi di aiuto e analizzano questa esperienza per trarre insegnamento per il proprio agire solidale, il Papa ha detto: “Immaginiamo che un tale programma ‘exposure’ abbia luogo qui in Germania. Qui ammirerebbero tante cose, ad esempio il benessere, l’ordine e l’efficienza. Ma, con uno sguardo non prevenuto, constaterebbero anche tanta povertà: povertà per quanto riguarda le relazioni umane e povertà nell’ambito religioso”.

“Viviamo in un tempo caratterizzato in gran parte” – ha affermato il Pontefice – “da un relativismo subliminale che penetra tutti gli ambiti della vita. A volte, questo relativismo diventa battagliero, rivolgendosi contro persone che affermano di sapere dove si trova la verità o il senso della vita. E notiamo come questo relativismo eserciti sempre di più un influsso sulle relazioni umane e sulla società. (...) Qualcuno non sembra affatto capace di rinunciare a qualcosa o di fare un sacrifico per altri. Anche l’impegno altruistico per il bene comune, nei campi sociali e culturali, oppure per i bisognosi, sta diminuendo. Altri non sono più in grado di legarsi in modo incondizionato ad un partner”.

“Vediamo che nel nostro mondo ricco occidentale c’è carenza: tante persone sono carenti dell’esperienza della bontà di Dio. Non trovano alcun punto di contatto con le Chiese istituzionali e le loro strutture tradizionali. Ma perché? Penso che questa sia una domanda sulla quale dobbiamo riflettere molto seriamente. Occuparsi di questa domanda è il compito principale del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Ma essa, ovviamente, riguarda tutti noi”, ha detto il Santo Padre illustrando l’esempio della situazione specifica tedesca in cui “La Chiesa è organizzata in modo ottimo”.

“Ma, dietro le strutture – ha detto ancora il Pontefice - si trova anche la relativa forza spirituale, la forza della fede in un Dio vivente? Sinceramente dobbiamo però dire che c’è un’eccedenza delle strutture rispetto allo Spirito. Aggiungo: la vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo ad un vero rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace”.

“Qui siamo chiamati a cercare nuove vie dell’evangelizzazione. Une di queste vie potrebbe essere costituita dalle piccole comunità, dove si vivono amicizie, che sono approfondite nella frequente adorazione comunitaria di Dio. Qui ci sono persone che raccontano le loro piccole esperienza di fede nel posto di lavoro e nell’ambito della famiglia e dei conoscenti, testimoniando, in tal modo, una nuova vicinanza della Chiesa alla società”.

Concluso l’incontro con il Consiglio del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi, il Santo Padre si è diretto alla Fiera di Freiburg im Breisgau per presiedere la Veglia di preghiera con i giovani.
PV-GERMANIA/ VIS 20110925 (520)

IL PAPA AI GIOVANI: SAPPIATE OSARE ED ESSERE SANTI ARDENTI

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Questa sera alle 19:00 il Santo Padre ha presieduto la Veglia di preghiera con i giovani alla Fiera di Freiburg. Di seguito riportiamo alcuni estratti del suo discorso.

Il Papa ha commentato dapprima il rito della Luce durante la quale ha acceso le candele portate da alcuni rappresentanti dei giovani che a loro volta hanno acceso le candele di altri giovani presenti, rievocando così la Veglia pasquale. “In tale meraviglioso rito liturgico – ha detto il Pontefice – si svela a noi, attraverso segni più eloquenti delle parole, il mistero della nostra fede cristiana. Gesù che dice di se stesso: ‘Io sono la luce del mondo’ fa brillare la nostra vita, perché sia vero ciò che abbiamo appena ascoltato nel Vangelo: ‘Voi siete la luce del mondo’”.

“Non sono i nostri sforzi umani o il progresso tecnico del nostro tempo a portare luce in questo mondo. Sempre di nuovo dobbiamo fare l’esperienza che il nostro impegno per un ordine migliore e più giusto incontra i suoi limiti. La sofferenza degli innocenti e, infine, la morte di ogni uomo costituiscono un buio impenetrabile che può forse essere rischiarato per un momento da nuove esperienze, come da un fulmine nella notte. Alla fine, però, rimane un’oscurità angosciante. Intorno a noi può esserci il buio e l’oscurità, e tuttavia vediamo una luce: (...) Cristo, che è risorto dai morti, brilla in questo mondo, e lo fa nel modo più chiaro proprio là dove secondo il giudizio umano tutto sembra cupo e privo di speranza”. (...)

“Chi crede in Gesù, certamente non vede sempre soltanto il sole nella vita, quasi che gli possano essere risparmiate sofferenze e difficoltà, ma c’è sempre una luce chiara che gli indica una via che conduce alla vita in abbondanza. Gli occhi di chi crede in Cristo scorgono anche nella notte più buia una luce e vedono già il chiarore di un nuovo giorno”.

“La luce non rimane sola. Tutt’intorno si accendono altre luci. Sotto i loro raggi si delineano i contorni dell’ambiente così che ci si può orientare. Non viviamo da soli nel mondo. Proprio nelle cose importanti della vita abbiamo bisogno di altre persone. Così, in modo particolare, nella fede non siamo soli, siamo anelli nella grande catena dei credenti. Nessuno arriva a credere se non è sostenuto dalla fede degli altri e, d’altra parte, con la mia fede contribuisco a confermare gli altri nella loro fede”. (...)

Immagine dei santi presentata in modo distorto

“Noi (...) sperimentiamo sempre di nuovo il fallimento dei nostri sforzi e l’errore personale nonostante le migliori intenzioni. A quanto appare il mondo in cui viviamo, nonostante il progresso tecnico, in ultima analisi non diventa più buono. Esistono tuttora guerre, terrore, fame e malattia, povertà estrema e repressione senza pietà. E anche quelli che nella storia si sono ritenuti ‘portatori di luce’, senza però essere stati illuminati da Cristo, l’unica vera luce, non hanno realmente creato alcun paradiso terrestre, bensì hanno instaurato dittature e sistemi totalitari, in cui anche la più piccola scintilla di umanesimo è stata soffocata”.

“A questo punto non dobbiamo tacere il fatto che il male esiste. Lo vediamo, in tanti luoghi di questo mondo; ma lo vediamo anche – e questo ci spaventa – nella nostra stessa vita. Sì, nel nostro stesso cuore esistono l’inclinazione al male, l’egoismo, l’invidia, l’aggressività. Con una certa autodisciplina ciò forse è, in qualche misura, controllabile. È più difficile, invece, con forme di male piuttosto nascosto, che possono avvolgerci come una nebbia indistinta, e sono la pigrizia, la lentezza nel volere e nel fare il bene. Ripetutamente nella storia, persone attente hanno fatto notare che il danno per la Chiesa non viene dai suoi avversari, ma dai cristiani tiepidi”. (...)

“Cari amici, ripetutamente l’immagine dei santi è stata sottoposta a caricatura e presentata in modo distorto, come se essere santi significasse essere fuori dalla realtà, ingenui e senza gioia. Non di rado si pensa che un santo sia soltanto colui che compie azioni ascetiche e morali di altissimo livello e che perciò certamente si può venerare, ma mai imitare nella propria vita. Quanto è errata e scoraggiante questa opinione! Non esiste alcun santo, fuorché la beata Vergine Maria, che non abbia conosciuto anche il peccato e che non sia mai caduto. Cari amici, Cristo non si interessa tanto a quante volte nella vita vacillate e cadete, bensì a quante volte vi rialzate. Non esige azioni straordinarie, ma vuole che la sua luce splenda in voi. Non vi chiama perché siete buoni e perfetti, ma perché Egli è buono e vuole rendervi suoi amici. Sì, voi siete la luce del mondo, perché Gesù è la vostra luce. Voi siete cristiani – non perché realizzate cose particolari e straordinarie – bensì perché Egli, Cristo, è la vostra vita. Siete santi perché la sua grazia opera in voi”.

(...) “Questa assemblea brilla nei vari significati della parola – nel chiarore di innumerevoli lumi, nello splendore di tanti giovani che credono in Cristo. Una candela può dar luce soltanto se si lascia consumare dalla fiamma. Essa resterebbe inutile se la sua cera non nutrisse il fuoco. Permettete che Cristo arda in voi, anche se questo può a volte significare sacrificio e rinuncia. Non temete di poter perdere qualcosa e restare, per così dire, alla fine a mani vuote. Abbiate il coraggio di impegnare i vostri talenti e le vostre doti per il Regno di Dio e di donare voi stessi – come la cera della candela – affinché per vostro mezzo il Signore illumini il buio. Sappiate osare di essere santi ardenti, nei cui occhi e cuori brilla l’amore di Cristo e che, in questo modo, portano luce al mondo. Io confido che voi e tanti altri giovani qui in Germania siate fiaccole di speranza, che non restano nascoste. ‘Voi siete la luce del mondo’”.
PV-GERMANIA/ VIS 20110925 (990)

ESISTENZA CRISTIANA: IMPIEGO UMILE PROSSIMO E BENE COMUNE

CITTA' DEL VATICANO, 25 SET. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha celebrato l’Eucaristia sulla Spianata dell’Aeroporto turistico di Freiburg im Breisgau, con i Vescovi delle 27 Diocesi della Repubblica Federale di Germania e le migliaia di fedeli giunti da tutto il Paese e dagli Stati vicini. Di seguito riportiamo alcuni estratti dell’omelia tenuta da Benedetto XVI.

“‘O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono…’, abbiamo detto nella colletta del giorno. (...) Ci sono teologi che, di fronte a tutte le cose terribili che avvengono oggi nel mondo, dicono che Dio non può essere onnipotente. Di fronte a questo, noi professiamo Dio, l’Onnipotente, il Creatore del cielo e della terra. (...) Ma dobbiamo, al contempo, renderci conto che Egli esercita il suo potere in maniera diversa da come gli uomini sogliono fare. Egli stesso ha posto un limite al suo potere, riconoscendo la libertà delle sue creature. Noi siamo lieti e riconoscenti per il dono della libertà”.

“Tuttavia, quando vediamo le cose tremende, che a causa di essa avvengono, ci spaventiamo. Fidiamoci di Dio, il cui potere si manifesta soprattutto nella misericordia e nel perdono. E siamo certi, cari fedeli: Dio desidera la salvezza del suo popolo. Desidera la nostra salvezza. Sempre, e soprattutto in tempi di pericolo e di cambiamento radicale, Egli ci è vicino, il suo cuore si commuove per noi, si china su di noi. Affinché il potere della sua misericordia possa toccare i nostri cuori, ci vuole l’apertura a Lui, occorre la disponibilità di abbandonare il male, di alzarsi dall’indifferenza e di dare spazio alla sua Parola. Dio rispetta la nostra libertà. Egli non ci costringe”.

“Gesù nel Vangelo riprende questo tema fondamentale della predicazione profetica. Racconta la parabola dei due figli che sono invitati dal padre a lavorare nella vigna. Il primo figlio rispose: ‘Non ne ho voglia’; ma poi, pentitosi, ci andò’ L’altro, invece, disse al padre: ‘Sì, Signore’, ma non andò’”. Solo il primo compie la libertà del Padre. “Tradotta nel linguaggio del nostro tempo, l’affermazione potrebbe suonare più o meno così: agnostici, che a motivo della questione su Dio non trovano pace; persone che soffrono a causa dei nostri peccati e hanno desiderio di un cuore puro, sono più vicini al Regno di Dio di quanto lo siano i fedeli ‘di routine’, che nella Chiesa vedono ormai soltanto l’apparato, senza che il loro cuore sia toccato dalla fede”.

“Così, la parola di Gesù deve far riflettere, anzi, deve scuotere tutti noi. (...) Allora interroghiamoci: come è il mio rapporto personale con Dio, nella preghiera, nella partecipazione alla Messa domenicale, nell’approfondimento della fede mediante la meditazione della Sacra Scrittura e lo studio del Catechismo della Chiesa Cattolica? Cari amici, il rinnovamento della Chiesa, in ultima analisi, può realizzarsi soltanto attraverso la disponibilità alla conversione e attraverso una fede rinnovata”. (...)

“La vita cristiana deve misurarsi continuamente su Cristo (...) Come Cristo era totalmente unito al Padre ed obbediente a Lui, così i suoi discepoli devono obbedire a Dio ed avere un medesimo sentire tra loro. (...) La Chiesa in Germania supererà le grandi sfide del presente e del futuro e rimarrà lievito nella società, se i sacerdoti, le persone consacrate e i laici credenti in Cristo, in fedeltà alla propria vocazione specifica, collaborano in unità (...). La Chiesa in Germania continuerà ad essere una benedizione per la comunità cattolica mondiale, se rimane fedelmente unita con i Successori di san Pietro e degli Apostoli, se cura in molteplici modi la collaborazione con i Paesi di missione e si lascia anche ‘contagiare’ in questo dalla gioia nella fede delle giovani Chiese”.

“L’esistenza cristiana è una pro-esistenza: un esserci per l’altro, un impegno umile per il prossimo e per il bene comune. (...) Chiediamo a Dio il coraggio e l’umiltà di camminare sulla via della fede, di attingere alla ricchezza della sua misericordia e di tenere fisso lo sguardo su Cristo (...) che (...) è il nostro futuro”.
PV-GERMANIA VIS 20110925 (670)

ANGELUS: FIDUCIA NELLA BELLEZZA DEL DISEGNO DI DIO

CITTA' DEL VATICANO, 25 SET. 2011 (VIS). Al termine della Messa Benedetto XVI ha recitato l’Angelus, preghiera che “ci fa ricordare sempre di nuovo l’inizio storico della nostra salvezza”.

Il sì di Maria, ha detto il Papa, “è l’affermazione fiduciosa al piano di Dio e alla nostra salvezza. E, infine, Maria dice questo ‘sì’ a tutti noi, che sotto la croce le siamo affidati come figli. Non revoca mai questa promessa”.

“Recitando ora l’Angelus, possiamo unirci al ‘sì’ di Maria e aderire fiduciosamente alla bellezza del piano di Dio e della provvidenza che Egli, nella sua grazia, ha riservato per noi. Allora, anche nella nostra vita l’amore di Dio diventerà quasi carne, prenderà sempre più forma. Non dobbiamo avere paura in mezzo a tutte le nostre preoccupazioni. Dio è buono. Allo stesso tempo, possiamo sentirci sostenuti dalla comunità dei tanti fedeli che in quest’ora pregano l’Angelus con noi, in tutto il mondo, attraverso la televisione e la radio”.

Al termine della recita della preghiera mariana, il Pontefice si è recato al Seminario di Freiburg per il pranzo con i membri della Conferenza Episcopale Tedesca.
PV-GERMANIA/ VIS 20110925 (200)

sabato 24 settembre 2011

DIO NON VUOLE NIENT’ALTRO CHE LA NOSTRA VERA FELICITÀ

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, Benedetto XVI, proveniente dall’aeroporto di Erfurt, ha raggiunto in elicottero Etzelsbach e alle 17:30 si è diretto alla Wallfahrtskapelle (Cappella del Pellegrinaggio). La Spianata antistante il Santuario mariano era gremita di migliaia di fedeli che hanno recitato con il Pontefice i Vespri Mariani della Liturgia delle Ore.

Nel ricordare all’inizio dell’omelia il ruolo di questo Santuario mariano nella storia della Germania, Benedetto XVI ha detto: “In due dittature empie, che hanno mirato a togliere agli uomini la loro fede tradizionale, la gente dell’Eichsfeld era sicura di trovare qui, nel Santuario di Etzelsbach, una porta aperta e un luogo di pace interiore”.

Nel descrivere l’immagine della Pietà custodita nel Santuario, il Papa ha sottolineato la particolarità della posizione del Crocifisso che giace con il capo verso destra, così che la ferita del costato è nascosta. “A me sembra che in tale rappresentazione si nasconda un profondo significato” – ha detto il Papa – “Nell’immagine miracolosa di Etzelsbach i cuori di Gesù e di sua Madre sono rivolti l’uno verso l’altro; s’avvicinano l’uno all’altro. Si scambiano a vicenda il loro amore (...). Nel cuore di Maria c’è lo spazio per l’amore che il suo Figlio divino vuole donare al mondo”.

“Non è l’autorealizzazione a compiere il vero sviluppo della persona” – ha affermato il Pontefice – “cosa che oggi viene proposta come modello della vita moderna, ma che può facilmente mutarsi in una forma di egoismo raffinato. È piuttosto l’atteggiamento del dono di sé, che si orienta verso il cuore di Maria e con ciò anche verso il cuore del Redentore”.

“In Maria, Dio ha fatto concorrere tutto al bene e non cessa di far sì che, attraverso Maria, il bene si diffonda ulteriormente nel mondo. Dalla Croce, dal trono della grazia e della redenzione, Gesù ha dato agli uomini come Madre la propria Madre Maria. (...) Sotto la Croce, Maria diventa compagna e protettrice degli uomini nel loro cammino di vita. (...) Sì, nella vita noi attraversiamo alterne vicende, ma Maria intercede per noi presso il Figlio suo e ci comunica la forza dell’amore divino”.
Quando la Vergine ci salva dal pericolo, ha spiegato il Santo Padre, “con delicatezza materna vuole farci capire che tutta la nostra vita deve essere una risposta all’amore ricco di misericordia del nostro Dio. Come se dicesse a noi: comprendi che Dio, il quale è la fonte di ogni bene e non vuole nient’altro che la tua vera felicità, ha il diritto di esigere da te una vita che si abbandoni senza riserve e con gioia alla sua volontà e si adoperi perché anche gli altri facciano altrettanto. ‘Dove c’è Dio, là c’è futuro’. In effetti: dove lasciamo che l’amore di Dio agisca totalmente sulla nostra vita, là è aperto il cielo. (...) Là le piccole cose della vita quotidiana hanno il loro senso e là i grandi problemi trovano la loro soluzione”.

La celebrazione si è conclusa con l’Adorazione Eucaristica, la Benedizione finale e la recita del Salve Regina. Prima di ripartire per Erfurt in elicottero, il Papa si è recato all’immagine miracolosa del Santuario e in segno di profonda venerazione, ha fatto dono di un rosario in oro.
PV-GERMANIA/ VIS 20110924 (540)

COMUNICATO SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, la Sala Stampa della Santa Sede ha emesso il Comunicato che segue, relativo all’incontro del Santo Padre con un gruppo di vittime di abusi sessuali.

“Questa sera, nel Seminario di Erfurt, Benedetto XVI si è incontrato con un gruppo di vittime di abusi sessuali commessi da sacerdoti e impiegati ecclesiali. Successivamente ha salutato alcuni uomini e donne che si prendono cura di persone colpite da tali crimini”.

“Commosso e fortemente scosso dalla sofferenza delle vittime il Santo Padre ha espresso la sua profonda compassione e il suo profondo rammarico per tutto ciò che è stato commesso nei loro confronti e delle loro famiglie. Ha assicurato i presenti che a quanti hanno responsabilità nella Chiesa sta molto a cuore affrontare accuratamente tutti i crimini di abuso ed essi si impegnano a promuovere misure efficaci per la tutela di bambini e giovani. Papa Benedetto XVI è vicino alle vittime e manifesta la propria speranza che Dio misericordioso, Creatore e Redentore di tutti gli uomini, voglia sanare le ferite delle persone abusate e donare loro pace interiore”.
OP/ VIS 20110924 (200)

ORIZZONTI PIÙ AMPI CHIESA CATTOLICA IN GERMANIA

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). La Domplatz (Piazza del Duomo), di Erfurt, è stata lo scenario della Messa celebrata da Benedetto XVI questa mattina alle 9:00. Più di 50.000 persone hanno partecipato alla liturgia i cui testi liturgici sono stati ricavati dai testi propri della Diocesi di Erfurt per la venerazione di Santa Elisabetta di Turingia

“Se in questa città torniamo indietro col pensiero al 1981, l’anno giubilare di sant’Elisabetta, trent’anni fa, ai tempi della DDR – chi avrebbe immaginato che il muro e il filo spinato alle frontiere sarebbero caduti pochi anni dopo? – si è chiesto il Papa al principio dell’omelia - E se andiamo ancora più indietro, di circa settant’anni fino al 1941, ai tempi del nazionalsocialismo – chi avrebbe potuto predire che il cosiddetto ‘Reich millenario’ sarebbe stato ridotto in cenere già quattro anni dopo?”.

“Cari fratelli e sorelle, qui in Turingia e nell’allora DDR - ha aggiunto il Pontefice - avete dovuto sopportare una dittatura ‘bruna’ [nazista] e una ‘rossa’ [comunista], che per la fede cristiana avevano l’effetto che ha la pioggia acida. Tante conseguenze tardive di quel tempo sono ancora da smaltire, soprattutto nell’ambito intellettuale e religioso. La maggioranza della gente in questa terra vive ormai lontana dalla fede in Cristo e dalla comunione della Chiesa. Gli ultimi due decenni, però, presentano anche esperienze positive: un orizzonte più ampio, uno scambio al di là delle frontiere, una fiduciosa certezza che Dio non ci abbandona e ci conduce per vie nuove”.

“Noi tutti siamo convinti che la nuova libertà abbia aiutato a conferire alla vita degli uomini una dignità più grande e ad aprire molteplici nuove possibilità (...) per le attività parrocchiali, la ristrutturazione e l’ampliamento di chiese e di centri parrocchiali, iniziative diocesane di carattere pastorale o culturale. Ma queste possibilità ci hanno portato anche la crescita nella fede? Non bisogna forse cercare le radici profonde della fede e della vita cristiana in ben altro che non nella libertà sociale? Molti cattolici risoluti sono rimasti fedeli a Cristo e alla Chiesa proprio nella difficile situazione di un’oppressione esteriore”.

“Vorrei qui ringraziare i sacerdoti e i loro collaboratori e collaboratrici di quei tempi. In particolare, vorrei ricordare la pastorale dei rifugiati immediatamente dopo la seconda guerra mondiale: allora molti ecclesiastici e laici hanno compiuto grandi cose per attenuare la situazione penosa dei profughi e donare loro una nuova Patria. Non da ultimo, un ringraziamento sincero va ai genitori che, in mezzo alla diaspora e in un ambiente politico ostile alla Chiesa, hanno educato i loro figli nella fede cattolica”.

Citando i Patroni della Diocesi di Erfurt, Elisabetta di Turiginia, Bonifacio e Kilian e San Severo, Patrono della “Severikirche” nella Domplatz, il Santo Padre ha sottolineato che: “La presenza di Dio si manifesta in modo particolarmente chiaro nei suoi santi. La loro testimonianza di fede può darci anche oggi il coraggio per un nuovo risveglio (...). I santi ci mostrano che è possibile (...) mettere Dio al primo posto e non come una realtà tra le altre. I santi ci rendono evidente il fatto che Dio per primo si è rivolto verso di noi, in Gesù Cristo si è manifestato (...) ci viene incontro, parla ad ognuno e lo invita a seguirLo”.

“La fede è sempre anche essenzialmente un credere insieme con gli altri. (...) Questo ‘con’, senza il quale non può esserci alcuna fede personale, è la Chiesa. E questa Chiesa non si ferma davanti alle frontiere dei Paesi, lo dimostrano le nazionalità dei santi da me menzionati poc’anzi: Ungheria, Inghilterra, Irlanda e Italia. (...) Se noi ci apriamo a tutta la fede in tutta la storia e nelle sue testimonianze in tutta la Chiesa, allora la fede cattolica ha un futuro anche come forza pubblica in Germania. (...) I santi, anche se sono soltanto pochi, cambiano il mondo”.

“Così i cambiamenti politici dell’anno 1989 nel vostro Paese non erano motivati soltanto dal desiderio di benessere e di libertà di movimento, ma, in modo decisivo, anche dal desiderio di verità. – ha concluso il Papa – Questo desiderio venne tenuto desto, fra l’altro, da persone che stavano totalmente al servizio di Dio e del prossimo ed erano disposte a sacrificare la propria vita. Essi e i santi ricordati ci danno il coraggio di trarre profitto dalla nuova situazione. Non vogliamo nasconderci in una fede solamente privata, ma vogliamo gestire in modo responsabile la libertà raggiunta”.

Al termine della Messa Benedetto XVI ha raggiunto l’aeroporto di Erfurt e alle 11:50 è salito a bordo dell’aereo diretto a Lahr dove è giunto poco prima delle 13:00. Da qui in autovettura ha raggiunto Freiburg im Brisgau.
PV-GERMANIA/ VIS 20110924 (770)

AVVISO

CITTA' DEL VATICANO, 24 SET. 2011 (VIS). Informiamo i nostri lettori che domani, domenica 25 settembre, in occasione del Viaggio Apostolico di Benedetto XVI in Germania, è in programma la trasmissione del servizio del Vatican Information Service.
.../ VIS 20110924 (40)

venerdì 23 settembre 2011

INTERVISTA AL PAPA IN VOLO PER GERMANIA

CITTA' DEL VATICANO, 22 SET. 2011 (VIS). Come di consueto nel corso dei Viaggi Apostolici internazionali, il Santo Padre ha concesso una breve intervista ai giornalisti presenti nell’aereo papale diretto in Germania.

Prima domanda: “Quanto Papa Benedetto XVI si sente ancora tedesco? E quali sono gli aspetti dai quali egli si accorge quanto ancora – o quanto sempre meno – la sua origine tedesca influisca?”

Santo Padre: “Sono nato in Germania e la radice non può essere, né deve essere tagliata. Ho ricevuto la mia formazione culturale in Germania, la mia lingua è il tedesco e la lingua è il modo in cui lo spirito vive ed opera. (...) Nella struttura culturale della mia vita, questo essere tedesco è molto forte. L’appartenenza alla sua storia, con la sua grandezza e le sue debolezze, non può e non deve essere cancellata. Per un cristiano, però, si aggiunge ancora qualcos’altro. Con il Battesimo egli nasce di nuovo, nasce in un nuovo popolo che è da tutti i popoli (...) Quando poi si assume una responsabilità grande - come me, che ho assunto la responsabilità suprema - in questo nuovo popolo, è evidente che ci si immedesima in modo sempre più profondo in esso. La radice diventa un albero che si estende in vario modo, e il fatto di essere a casa in questa grande comunità di un popolo da tutti i popoli, della Chiesa cattolica, diventa sempre più vivo e profondo, forgia tutta l’esistenza senza cancellare ciò che precede”.

Seconda Domanda: Santo Padre, negli ultimi anni vi è stato in Germania un aumento delle uscite dalla Chiesa, in parte anche a causa degli abusi commessi su minori da membri del clero. Quale è il suo sentimento su questo fenomeno? E che cosa direbbe a quelli che vogliono lasciare la Chiesa?

Santo Padre: “Distinguiamo forse anzitutto la motivazione specifica di quelli che si sentono scandalizzati da questi crimini che sono stati rivelati in questi ultimi tempi. Io posso capire che, alla luce di tali informazioni, soprattutto se si tratta di persone vicine, uno dice: ‘Questa non è più la mia Chiesa. La Chiesa era per me forza di umanizzazione e di moralizzazione. Se rappresentanti della Chiesa fanno il contrario, non posso più vivere con questa Chiesa’. Questa è una situazione specifica. Generalmente le motivazioni sono molteplici, nel contesto della secolarizzazione della nostra società. E queste uscite, di solito, sono l’ultimo passo di una lunga catena di allontanamento dalla Chiesa. In questo contesto, mi sembra importante domandarsi, riflettere: ‘Perché sono nella Chiesa?’ (...) Direi, sarebbe importante sapere che essere nella Chiesa non è essere in qualche associazione, ma essere nella rete del Signore, nella quale Egli tira fuori pesci buoni e cattivi dalle acque della morte alla terra della vita. Può darsi che in questa rete sono proprio accanto a pesci cattivi e sento questo, ma rimane vero che io non ci sono per questi o per questi altri, ma perché è la rete del Signore; è una cosa diversa da tutte le associazioni umane, una realtà che tocca il fondamento del mio essere. Parlando con queste persone, io penso che dobbiamo andare fino in fondo a questa questione: che cosa è la Chiesa? (...) Perché sono nella Chiesa, anche se ci sono scandali e povertà umane terribili? E così rinnovare la consapevolezza della specificità di questo essere Chiesa, del popolo da tutti i popoli, che è Popolo di Dio, e così imparare, sopportare anche scandali, e lavorare contro questi scandali proprio essendo all’interno, in questa grande rete del Signore”.

Unità fondamentale con gli evangelici

Alla domanda relativa ai gruppi di persone che, in diversi paesi, si sono manifestati contrari alle visite del Papa in un Paese, la risposta di Benedetto XVI è stata: “Anzitutto, direi che è una cosa normale che in una società libera e in un tempo secolarizzato ci siano opposizioni contro una visita del Papa. È anche giusto rispetto a tutti coloro che esprimano questa loro contrarietà: fa parte della nostra libertà e dobbiamo prendere atto che il secolarismo e anche l’opposizione proprio al cattolicesimo nelle nostre società è forte. E quando si manifestano queste opposizioni in modo civile, non c’è nulla da dire contro. Dall’altra parte è anche vero che c’è tanta aspettativa e tanto amore per il Papa. (...) C’è anche un grande consenso alla fede cattolica, una crescente convinzione che abbiamo bisogno (...) di una forza morale nel nostro tempo, di una presenza di Dio in questo nostro tempo. Così so che insieme all’opposizione - che trovo naturale e da aspettarsi - c’è tanta gente che mi aspetta con gioia, che aspetta una festa della fede (...). Per questo vado con gioia nella mia Germania e sono felice di portare il messaggio di Cristo nella mia terra”.

L’ultima domanda al Santo Padre ha riguardato l’incontro con i Rappresentanti della Chiesa Evangelica nel quinto centenario della Riforma.

Santo Padre: “Quando ho accettato l’invito a questo viaggio era per me evidente che l’ecumenismo con i nostri amici evangelici dovesse essere un punto forte, un punto centrale di questo viaggio. Noi viviamo in un tempo di secolarismo, come già detto, dove i cristiani insieme hanno la missione di rendere presente il messaggio di Dio (...). E perciò il mettersi insieme, tra cattolici ed evangelici, è un elemento fondamentale per il nostro tempo, anche se istituzionalmente non siamo perfettamente uniti, anche se rimangono problemi, anche grandi problemi, nel fondamento della fede in Cristo, in Dio trinitario e nell’uomo come immagine di Dio, siamo uniti, e questo mostrare al mondo e approfondire questa unità è essenziale in questo momento storico. Perciò sono molto grato ai nostri amici, fratelli e sorelle protestanti, che hanno reso possibile un segno molto significativo: l’incontro nel monastero dove Lutero ha iniziato il suo cammino teologico, la preghiera nella chiesa dove è stato ordinato sacerdote e il parlare insieme sulla nostra responsabilità di cristiani in questo tempo. Sono molto felice di poter mostrare così questa unità fondamentale, che siamo fratelli e sorelle e lavoriamo insieme per il bene dell’umanità, annunciando il lieto messaggio di Cristo, del Dio che ha un volto umano e che parla con noi”.
PV-GERMANIA/ VIS 20110923 (1030)

RESPONSABILITÀ DAVANTI A DIO E RICONOSCIMENTO DIGNITÀ UMANA, FONDAMENTI COMUNI DEL DIRITTO

CITTA' DEL VATICANO, 23 SET. 2011 (VIS). Alle 16:16 di ieri, 22 settembre, il Santo Padre, lasciata la Nunziatura Apostolica, si è recato in autovettura al Reichstag, dove era ad accoglierlo il Presidente del Parlamento Federale e dove ha avuto un breve incontro con le cinque più alte Autorità Federali: il Presidente Federale, la Cancelliera Federale, il Presidente del Bundestag, il Presidente del Bundesrat, il Presidente del Tribunale Costituzionale Federale. Il Papa ha salutato anche i presidenti dei Gruppi parlamentari ed infine è stato accompagnato nell’Aula del Parlamento Federale dove ha ascoltato il discorso del Presidente del Bundestag, Signor Norbert Lammert.

“La politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace” – ha detto il Papa nel suo discorso al Parlamento tedesco – “Naturalmente un politico cercherà il successo che di per sé gli apre la possibilità dell’azione politica effettiva. Ma il successo è subordinato al criterio della giustizia, alla volontà di attuare il diritto e all’intelligenza del diritto. Il successo può essere anche una seduzione e così può aprire la strada alla contraffazione del diritto, alla distruzione della giustizia”.

Il Papa ha ricordato in merito che i tedeschi hanno sperimentato la separazione del potere dal diritto. “Lo Stato era diventato lo strumento per la distruzione del diritto, era diventato una banda di briganti molto ben organizzata, che poteva minacciare il mondo intero e spingerlo sull’orlo del precipizio”.

“Servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia è e rimane il compito fondamentale del politico”, particolarmente nel momento attuale. Il problema è, allora, come riconoscere ciò che è giusto. Per Benedetto XVI “nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio maggioritario non basta (...). In base a questa convinzione” – ha detto il Papa – “i combattenti della resistenza hanno agito contro il regime nazista e contro altri regimi totalitari, rendendo così un servizio al diritto e all’intera umanità. Per queste persone era evidente in modo incontestabile che il diritto vigente, in realtà, era ingiustizia”.

Recuperare il patrimonio culturale dell’Europa

“Ciò che in riferimento alle fondamentali questioni antropologiche sia la cosa giusta e possa diventare diritto vigente, oggi non è affatto evidente di per sé. (...) Nella storia – ha ricordato il Papa - gli ordinamenti giuridici sono stati quasi sempre motivati in modo religioso (...). Il cristianesimo non ha mai imposto allo Stato e alla società un diritto rivelato, un ordinamento giuridico derivante da una rivelazione. Ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto (...). Per lo sviluppo del diritto e per lo sviluppo dell’umanità è stato decisivo che i teologi cristiani abbiano preso posizione contro il diritto religioso, richiesto dalla fede nelle divinità, e si siano messi dalla parte della filosofia, riconoscendo come fonte giuridica valida per tutti la ragione e la natura nella loro correlazione”.

La questione circa i fondamenti della legislazione sembrava essere stata chiarita all’epoca della Dichiarazione dei Diritti umani, dopo la seconda guerra mondiale. “Nell’ultimo mezzo secolo – ha affermato il Pontefice – è avvenuto un drammatico cambiamento della situazione. L’idea del diritto naturale è considerata oggi una dottrina cattolica piuttosto singolare”, a causa del predominio della concezione positivista di natura e ragione.

“Una concezione positivista di natura, che comprende la natura in modo puramente funzionale (...) non può creare alcun ponte verso l’ethos e il diritto (...). La stessa cosa, però, vale anche per la ragione in una visione positivista” nella quale “ciò che non è verificabile o falsificabile non rientra nell’ambito della ragione (...). Per questo l’ethos e la religione devono essere assegnati all’ambito del soggettivo (...). Questa è una situazione drammatica che interessa tutti e su cui è necessaria una discussione pubblica; invitare urgentemente ad essa è un’intenzione essenziale di questo discorso”.

“La visione positivista del mondo è nel suo insieme una parte grandiosa della conoscenza umana e della capacità umana, alla quale non dobbiamo assolutamente rinunciare. (...) Dove la ragione positivista si ritiene come la sola cultura sufficiente, relegando tutte le altre realtà culturali allo stato di sottoculture, essa riduce l’uomo, anzi, minaccia la sua umanità. Lo dico proprio in vista dell’Europa, in cui vasti ambienti cercano di riconoscere solo il positivismo come cultura comune e come fondamento comune per la formazione del diritto, mentre tutte le altre convinzioni e gli altri valori della nostra cultura vengono ridotti allo stato di una sottocultura. Con ciò si pone l’Europa, di fronte alle altre culture del mondo, in una condizione di mancanza di cultura e vengono suscitate, al contempo, correnti estremiste e radicali”.

Da qui l’urgenza che ragione e natura ritrovino la propria grandezza e la natura appaia nuovamente nella sua vera profondità, nelle sua esigenze e con le sue indicazioni. “Dobbiamo ascoltare il linguaggio della natura” – ha ribadito il Papa – “e rispondervi coerentemente” tenendo conto che “anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. (...) L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli ascolta la natura, la rispetta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana”.

Il patrimonio culturale dell’Europa può essere di fondamentale aiuto giacché “Sulla base della convinzione circa l’esistenza di un Dio creatore sono state sviluppate l’idea dei diritti umani, l’idea dell’uguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge, la conoscenza dell’inviolabilità della dignità umana in ogni singola persona e la consapevolezza della responsabilità degli uomini per il loro agire”.

“Queste conoscenze della ragione costituiscono la nostra memoria culturale. (...) La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma – dall’incontro tra la fede in Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma. (...). Nella consapevolezza della responsabilità dell’uomo davanti a Dio e nel riconoscimento della dignità inviolabile dell’uomo, di ogni uomo, questo incontro ha fissato dei criteri del diritto, difendere i quali è nostro compito in questo momento storico”.

Al termine del discorso Benedetto XVI si è ritirato per alcuni minuti privatamente in attesa del successivo incontro con i Rappresentanti della Comunità Ebraica.
PV-GERMANIA/ VIS 20110923 (1050)

BENEDETTO XVI RIEVOCA SHOAH E RIBADISCE VICINANZA DI TUTTA LA CHIESA AL POPOLO EBRAICO

CITTA' DEL VATICANO, 23 SET. 2011 (VIS). Alle 17:15 di ieri, giovedì 22 settembre, Benedetto XVI ha avuto un incontro con i 15 Rappresentanti della Comunità Ebraica della Germania, presieduta da Dieter Graumann nel Reichstag di Berlino. Nel suo discorso il Papa ha ricordato la sua visita del 19 agosto 2005 alla Sinagoga di Köln, durante la quale il Rabbino Teitelbaum parlò della memoria come di una “delle colonne, di cui si ha bisogno per fondare su di esse un futuro pacifico”

“E oggi” – ha detto il Papa – “mi trovo in un luogo centrale della memoria, di una memoria spaventosa: da qui fu progettata ed organizzata la ‘Shoah’, l’eliminazione dei concittadini ebrei in Europa. Prima del terrore nazista in Germania viveva circa mezzo milione di ebrei, che costituivano una componente stabile della società tedesca. Dopo la seconda guerra mondiale, la Germania fu considerata come il ‘Paese della Shoah’ in cui, in fondo, non si poteva più vivere. All’inizio quasi non c’era più alcun sforzo per rifondare le antiche comunità ebraiche (...). Molti di loro volevano emigrare e costruirsi una nuova esistenza, soprattutto negli Stati Uniti o in Israele”.

“In questo luogo bisogna anche richiamare alla memoria il pogrom della ‘notte dei cristalli’ dal 9 al 10 novembre 1938. Pochi percepirono tutta la portata di tale atto di umano disprezzo come lo percepì il prevosto del Duomo di Berlino, Bernhard Lichtenberg, che, dal pulpito della cattedrale di Sant’Edvige, gridò: ‘Fuori il Tempio è in fiamme – è anch’esso una casa di Dio’. Il regime di terrore del nazionalsocialismo si fondava su un mito razzista, di cui faceva parte il rifiuto del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, del Dio di Gesù Cristo e delle persone credenti in Lui. L’’onnipotente’ Adolf Hitler era un idolo pagano, che voleva porsi come sostituto del Dio biblico, Creatore e Padre di tutti gli uomini. Con il rifiuto del rispetto per questo Dio unico si perde sempre anche il rispetto per la dignità dell’uomo. Di che cosa sia capace l’uomo che rifiuta Dio e quale volto possa assumere un popolo nel ‘no’ a tale Dio, l’hanno rivelato le orribili immagini provenienti dai campi di concentramento alla fine della guerra”.

Il Santo Padre ha constatato con gratitudine che di fronte a questa memoria da qualche decennio si è manifestata una rifioritura della vita ebraica in Germania ed ha sottolineato che la comunità ebraica è stata molto attiva nell’opera di integrazione degli immigrati dell’Europa dell’Est.

“La Chiesa sente una grande vicinanza al Popolo ebraico” – ha affermato il Santo Padre citando la Dichiarazione ‘Nostra aetate’ del Concilio Vaticano II con la quale “si è cominciato a ‘percorrere un cammino irrevocabile di dialogo, di fraternità e di amicizia’. (...) Ciò vale ovviamente anche per la Chiesa cattolica in Germania che è ben consapevole della sua responsabilità particolare in questa materia”. Successivamente il Papa ha enumerato le diverse iniziative di collaborazione cristiano-ebraica, come la “Settimana della fraternità” e il forum “Ebrei e Cristiani” e lo storico incontro per il dialogo ebraico-cristiano del 2006 presieduto dal Cardinale Walter Kasper.

“Noi cristiani dobbiamo anche renderci sempre più conto della nostra affinità interiore con l’Ebraismo” – ha affermato il Pontefice – “Per i cristiani non può esservi una frattura nell’evento salvifico. La salvezza viene, appunto, dai Giudei (cfr Gv 4,22). Laddove il conflitto di Gesù con il Giudaismo del suo tempo è visto in modo superficiale, come un distacco dall’Antica Alleanza, si finisce per ridurlo a un’idea di liberazione che considera la Torà soltanto come l’osservanza servile di riti e prescrizioni esteriori. Di fatto, però, il Discorso della montagna non abolisce la Legge mosaica, ma svela le sue possibilità nascoste e fa emergere nuove esigenze; ci rimanda al fondamento più profondo dell’agire umano, al cuore, dove l’uomo sceglie tra il puro e l’impuro, dove si sviluppano fede, speranza e amore”.

“Il messaggio di speranza, che i libri della Bibbia ebraica e dell’Antico Testamento cristiano trasmettono, è stato assimilato e sviluppato da giudei e da cristiani in modo diverso. ‘Dopo secoli di contrapposizione, riconosciamo come nostro compito il far sì che questi due modi della nuova lettura degli scritti biblici – quella cristiana e quella giudaica – entrino in dialogo tra loro, per comprendere rettamente la volontà e la parola di Dio’. In una società sempre più secolarizzata, questo dialogo deve rinforzare la comune speranza in Dio. Senza tale speranza la società perde la sua umanità”, ha concluso il Pontefice.

Al termine dell’incontro con i Rappresentanti della Comunità ebraica, il Papa si è diretto in autovettura all’Olympiastadion di Berlin per la celebrazione della Santa Messa.
BXVI-GERMANIA/ VIS 20110923 (770)
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