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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 16 maggio 2011

CHIESA NON PUÒ VENIR MENO MISSIONE EVANGELIZZATRICE

CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina i partecipanti all’Assemblea Generale delle Pontificie Opere Missionarie, Dicastero che dipende dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

“La Chiesa” – ha detto il Papa nel suo discorso – “deve rinnovare costantemente il suo impegno di portare Cristo, di prolungare la sua missione messianica per l’avvento del Regno di Dio, Regno di giustizia, di pace, di libertà, di amore. (...) È necessario pertanto continuare con rinnovato entusiasmo l’opera di evangelizzazione (...) per condurre gli uomini alla vera libertà dei figli di Dio contro ogni forma di schiavitù. È necessario gettare le reti del Vangelo nel mare della storia per portare gli uomini verso la terra di Dio”.

“Ma perché vi sia un deciso impegno nell’evangelizzazione” – ha proseguito il Pontefice – “è necessario che i singoli cristiani come le comunità credano veramente che ‘la Parola di Dio è la verità salvifica di cui ogni uomo in ogni tempo ha bisogno’. Se questa convinzione di fede non è profondamente radicata nella nostra vita, non potremo sentire la passione e la bellezza di annunciarla”.

“Tutti devono essere coinvolti nella ‘missio ad gentes’: Vescovi, presbiteri, religiosi e religiose, laici” – ha ribadito il Santo Padre – “Occorre, pertanto, prestare particolare cura affinché tutti i settori della pastorale, della catechesi, della carità siano caratterizzati dalla dimensione missionaria: la Chiesa è missione”.

“Condizione fondamentale per l’annuncio” – ha affermato il Papa – “è lasciarsi afferrare completamente da Cristo, Parola di Dio incarnata (...) Solo radicati profondamente in Cristo e nella sua Parola si è capaci di non cedere alla tentazione di ridurre l’evangelizzazione ad un progetto solo umano, sociale, nascondendo o tacendo la dimensione trascendente della salvezza offerta da Dio in Cristo. È una Parola che deve essere testimoniata e proclamata esplicitamente, perché senza una testimonianza coerente essa risulta meno comprensibile e credibile”.

“Il ministero dell’evangelizzazione è affascinante ed esigente: richiede amore per l’annuncio e la testimonianza, un amore così totale che può essere segnato anche dal martirio. La Chiesa non può venire meno alla sua missione di portare la luce di Cristo, di proclamare il lieto annuncio del Vangelo, anche se ciò comporta la persecuzione. È parte della sua stessa vita, come lo è stato per Gesù. I cristiani non devono avere timore, anche se ‘sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede’”

“Cari amici” – ha concluso il Pontefice – “vi ringrazio per il lavoro di animazione e formazione missionaria che, come direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie, svolgete nelle vostre Chiese locali. Le Pontificia Opere Missionaria (...) restano uno strumento privilegiato per la cooperazione missionaria e per una proficua condivisione del personale e delle risorse finanziarie tra le Chiese”.
AC/ VIS 20110516 (430)

CALENDARIO ATTIVITÀ SANTO PADRE MAGGIO-SETTEMBRE

CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2011 (VIS). Di seguito riportiamo il calendario delle attività e dei viaggi del Santo Padre nei mesi da maggio a settembre:

MAGGIO:

- Giovedì 26: Nella Basilica di Santa Maria Maggiore, alle 17:30, Santo Rosario con i Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana e consacrazione dell’Italia alla Vergine Maria in occasione del 150° anniversario dell’unità politica del Paese.

GIUGNO

- Sabato 4 – Domenica 5: Viaggio Apostolico in Croazia.

- Domenica 12: Solennità di Pentecoste. Alle 9:30 nella Basilica Vaticana, Santa Messa.

- Domenica 19: Solennità della Santissima Trinità. Visita pastorale alla Repubblica di San Marino.

- Giovedì 23: Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Nella Basilica di San Giovanni in Laterano, alle 19:30, Santa Messa, Processione a Santa Maria Maggiore e Benedizione Eucaristica.

- Mercoledì 29: Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Alle ore 9:30 nella Basilica Vaticana, Santa Messa e imposizione del Pallio ai nuovi Metropoliti.

AGOSTO

- Lunedì 15: Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Alle 8:00, Santa Messa, nella Chiesa Parrocchiale di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo.

- Giovedì 18-Domenica 21: Viaggio Apostolico a Madrid (Spagna), in occasione della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù.
SETTEMBRE

Domenica 11: Visita Pastorale ad Ancona.

Giovedì 22-Domenica 25: Viaggio Apostolico in Germania.
OCL/ VIS 20110516 (220)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 14 MAG. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Professor Guzmán Carriquiry, Segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina, finora Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici.
NA/ VIS 20110516 (40)

PROMUOVERE VOCAZIONI SACERDOZIO E VITA CONSACRATA

CITTA' DEL VATICANO, 15 MAG. 2011 (VIS). Alle 12:00 di questa mattina il Santo Padre si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Cæli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Nel commentare la pagina evangelica di questa IV Domenica di Pasqua che “ci presenta una delle icone più belle che, sin dai primi secoli della Chiesa, hanno raffigurato il Signore Gesù: quella del Buon Pastore”, il Santo Padre ha detto: “L’atteggiamento del gregge verso il Buon Pastore, Cristo, è presentato dall’Evangelista con due verbi specifici: ascoltare e seguire. Questi termini designano le caratteristiche fondamentali di coloro che vivono la sequela del Signore. Innanzitutto l’ascolto della sua Parola, dal quale nasce e si alimenta la fede. Solo chi è attento alla voce del Signore è in grado di valutare nella propria coscienza le giuste decisioni per agire secondo Dio. Dall’ascolto deriva, quindi, il seguire Gesù: si agisce da discepoli dopo aver ascoltato e accolto interiormente gli insegnamenti del Maestro, per viverli quotidianamente”.

“In questa domenica” – ha proseguito il Santo Padre – “viene dunque spontaneo ricordare a Dio i Pastori della Chiesa, e coloro che si stanno formando per diventare Pastori. Vi invito pertanto a una speciale preghiera per i Vescovi – compreso il Vescovo di Roma! –, per i parroci, per tutti coloro che hanno responsabilità nella guida del gregge di Cristo, affinché siano fedeli e saggi nel compiere il loro ministero. In particolare, preghiamo per le vocazioni al sacerdozio in questa Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, affinché non manchino mai validi operai nella messe del Signore”.

“Settant’anni or sono” – ha ricordato Papa Benedetto XVI – “il Venerabile Pio XII istituì la Pontificia Opera per le vocazioni sacerdotali. La felice intuizione del mio Predecessore si fondava sulla convinzione che le vocazioni crescono e maturano nelle Chiese particolari, facilitate da contesti familiari sani e irrobustiti da spirito di fede, di carità e di pietà. Nel messaggio inviato per questa Giornata Mondiale ho sottolineato che una vocazione si compie quando si esce ‘dalla propria volontà chiusa e dalla propria idea di autorealizzazione, per immergersi in un’altra volontà, quella di Dio, lasciandosi guidare da essa’”.

“Anche in questo tempo, nel quale la voce del Signore rischia di essere sommersa in mezzo a tante altre voci, ogni comunità ecclesiale” – ha concluso Benedetto XVI - “è chiamata a promuovere e curare le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Gli uomini infatti hanno sempre bisogno di Dio, anche nel nostro mondo tecnologico, e ci sarà sempre bisogno di Pastori che annunciano la sua Parola e fanno incontrare il Signore nei Sacramenti”.
ANG/ VIS 20110516 (450)

APPELLO CESSAZIONE VIOLENZE LIBIA E SIRIA

CITTA' DEL VATICANO, 15 MAG. 2011 (VIS). Al termine della recita del Regina Coeli, il Santo Padre ha detto: “Continuo a seguire con grande apprensione il drammatico conflitto armato che, in Libia, ha causato un elevato numero di vittime e di sofferenze, soprattutto fra la popolazione civile. Rinnovo un pressante appello perché la via del negoziato e del dialogo prevalga su quella della violenza, con l’aiuto degli Organismi internazionali che si stanno adoperando nella ricerca di una soluzione alla crisi. Assicuro, inoltre, la mia orante e commossa partecipazione all’impegno con cui la Chiesa locale assiste la popolazione, in particolare tramite le persone consacrate presenti negli ospedali”.

Nel riferirsi alla Siria il Santo Padre ha detto: “Il mio pensiero va anche alla Siria, dove è urgente ripristinare una convivenza improntata alla concordia e all’unità. Chiedo a Dio che non ci siano ulteriori spargimenti di sangue in quella Patria di grandi religioni e civiltà, ed invito le Autorità e tutti i cittadini a non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca del bene comune e nell’accoglienza delle legittime aspirazioni a un futuro di pace e di stabilità”.

“Cari fratelli e sorelle, la beatificazione del Papa Giovanni Paolo II” – ha concluso il Papa – “ha avuto una risonanza mondiale. Vi sono altri testimoni esemplari di Cristo, molto meno noti, che la Chiesa addita con gioia alla venerazione dei fedeli. Oggi, a Würzburg, in Germania, è proclamato beato Georg Häfner, sacerdote diocesano, morto martire nel campo di concentramento di Dachau; e sabato 7 maggio scorso, a Pozzuoli, è stato beatificato un altro presbitero, Giustino Maria Russolillo, fondatore della Società delle Divine Vocazioni. Ringraziamo il Signore perché non fa mancare santi sacerdoti alla sua Chiesa!”.
ANG/ VIS 20110516 (290)

VESCOVI INDIA: LIBERTÀ DI RELIGIONE E DI CULTO

CITTA' DEL VATICANO, 16 MAG. 2011 (VIS). Questa mattina il Papa ha ricevuto i Presuli della Conferenza dei Vescovi Cattolici dell’India, al termine della Visita “ad Limina Apostolorum”

“Le rivelazione definitiva di Dio che viene a noi in Gesù Cristo” – ha detto il Papa nel suo discorso – “e che i credenti nel mondo gioiosamente proclamano, è espressa in modo particolare nelle Sacre Scritture e nella vita sacramentale della Chiesa. (...) La rivelazione cristiana, accettata liberamente e con l’azione della grazia di Dio, trasforma gli uomini e le donne nell’intimo e stabilisce una meravigliosa relazione redentrice con Dio, il nostro Padre celeste, attraverso Cristo, nello Spirito Santo. Questo è il cuore del messaggio che noi insegniamo, questo è il grande dono che noi offriamo nella carità al nostro prossimo: una condivisione della vita di Dio”.

“Nella Chiesa, i primi passi dei credenti sulla via di Cristo devono essere sempre accompagnati da una solida catechesi che permetta loro di fiorire nella fede, nell’amore e nel servizio. (...) Nel riconoscere che la catechesi è distinta dalla speculazione teologica, i sacerdoti, i religiosi e i catechisti laici devono sapere come comunicare con chiarezza e amorosa devozione la bellezza che trasforma la vita e l’insegnamento cristiano, che permette ed arricchisce l’incontro con Cristo stesso. Ciò è particolarmente vero nella preparazione dei fedeli all’incontro con Nostro Signore nei sacramenti”.

Nel riferirsi alla particolarità dell’India nella quale si trovano “alcune antiche religioni, incluso il Cristianesimo”, Benedetto XVI ha sottolineato che: “La vita cristiana in queste società esige onestà e sincerità sul proprio credo, e rispetto per il credo del proprio vicino. La presentazione del Vangelo in tali circostanze, comporta il delicato processo dell’inculturazione. (...) Tale processo esige che i sacerdoti, i religiosi e i catechisti laici impieghino attentamente i linguaggi ed i costumi più appropriati dei popoli, ai quali prestano il loro servizio, nel presentare la Buona Novella. (...) Miei cari fratelli Vescovi, siete chiamati a controllare questo processo con fedeltà al ‘depositum fidei’ che è stato a noi trasmesso, per conservarlo e trasmetterlo”.

Relativamente al dialogo interreligioso il Papa ha ricordato: “Sono al corrente delle difficili circostanze che dovete affrontare nello sviluppo del dialogo con chi appartiene ad altri credi religiosi, mentre cercate di incoraggiare una atmosfera di tollerante interazione. Il vostro dialogo deve essere caratterizzato da un costante sguardo a ciò che è vero, per promuovere il rispetto reciproco ed evitare sembianze di sincretismo”.

“Mentre i cristiani indiani cercano di vivere in pace ed armonia con i loro vicini di altre religioni, la vostra prudente guida è fondamentale nella missione di azione morale e civile per la salvaguardia dei diritti umani fondamentali, della libertà di religione e della libertà di culto. Come sapete questi diritti si fondano sulla comune dignità di tutti gli uomini e sono riconosciuti dal concerto delle Nazioni”.

“Vi incoraggio ad operare con pazienza per stabilire il terreno comune necessario per godere armoniosamente dei diritti fondamentali nelle vostre comunità. Anche se incontra opposizione, la carità e la pazienza del cristiano devono servire a convincere gli altri della giustezza della tolleranza religiosa, dalla quale traggono beneficio anche i seguaci di altre religioni”.
AL/ VIS 20110516 (520)

SINTESI CULTURALI UMANISTICHE APERTE ALLA TRASCENDENZA

CITTA' DEL VATICANO, 16 MAG. 2011 (VIS). Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina i partecipanti al Congresso mondiale promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace nel 50° anniversario dell’Enciclica ‘Mater et magistra’ del Beato Giovanni XXIII.

“La verità, l’amore, la giustizia, additati dalla ‘Mater et magistra’” – ha detto il Papa nel suo discorso – “assieme al principio della destinazione universale dei beni, quali criteri fondamentali per superare gli squilibri sociali e culturali, rimangono i pilastri per interpretare ed avviare a soluzione anche gli squilibri interni all’odierna globalizzazione. A fronte di questi squilibri c’è bisogno del ripristino di una ‘ragione integrale’ che faccia rinascere il pensiero e l’etica. (...) Occorre sviluppare sintesi culturali umanistiche aperte alla Trascendenza mediante una nuova evangelizzazione”.

“Dai vari squilibri globali, che caratterizzano la nostra epoca, vengono alimentate disparità, differenze di ricchezza, ineguaglianze, che creano problemi di giustizia e di equa distribuzione delle risorse e delle opportunità, specie nei confronti dei più poveri”.

“Non sono meno preoccupanti” – ha sottolineato il Pontefice – “i fenomeni legati ad una finanza che, dopo la fase più acuta della crisi, è tornata a praticare con frenesia dei contratti di credito che spesso consentono una speculazione senza limiti. (...) Analogamente, l’aumento dei prezzi delle risorse energetiche primarie, (...) finiscono per avere conseguenze negative sull’ambiente, nonché sull’uomo stesso”.

“La questione sociale odierna” – ha proseguito il Pontefice – “è senza dubbio questione di ‘giustizia sociale’ mondiale, (...) è, inoltre, questione di distribuzione equa delle risorse materiali ed immateriali, di globalizzazione della democrazia sostanziale, sociale e partecipativa. Per questo (...) è indispensabile che la nuova evangelizzazione del sociale evidenzi le implicanze di una giustizia che va realizzata a livello universale. Con riferimento alla fondazione di tale giustizia va sottolineato che non è possibile realizzarla poggiandosi sul mero consenso sociale, senza riconoscere che questo, per essere duraturo, deve essere radicato nel bene umano universale”.

Relativamente alla Dottrina Sociale della Chiesa, il Papa ha affermato che per la sua diffusione la Chiesa “conta anche sull’attività delle sue istituzioni culturali, sui programmi di istruzione religiosa e di catechesi sociale delle parrocchie, sui mass media e sull’opera di annuncio e di testimonianza dei ‘christifideles laici’. Questi debbono essere preparati spiritualmente, professionalmente ed eticamente”.

“Importanti istituzioni a servizio della nuova evangelizzazione del sociale sono” – ha concluso il Santo Padre – “oltre alle associazioni di volontariato e alle organizzazioni non governative cristiane o di ispirazione cristiana, le Commissioni Giustizia e Pace, gli Uffici per i problemi sociali e il lavoro, i Centri e gli Istituti di Dottrina sociale”.

AC/ VIS 20110516 (420)

CIRCOLARE LINEE GUIDA PER I CASI DI ABUSO SESSUALE SU MINORI

CITTA' DEL VATICANO, 16 MAG. 2011 (VIS). La Congregazione per la Dottrina della Fede ha reso pubblica oggi la Lettera Circolare alle Conferenze Episcopali sulle linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici.

Il Documento, che porta la firma del Cardinale William J. Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e dell’Arcivescovo Luis F. Ladaira, S.I., Segretario della medesima Congregazione, è datata 3 maggio 2011.

“Tra le importanti responsabilità del Vescovo diocesano al fine di assicurare il bene comune dei fedeli e, specialmente, la protezione dei bambini e dei giovani, c’è il dovere di dare una risposta adeguata ai casi eventuali di abuso sessuale su minori commesso da chierici nella sua diocesi. Tale risposta comporta l’istituzione di procedure adatte ad assistere le vittime di tali abusi, nonché la formazione della comunità ecclesiale in vista della protezione dei minori. Detta risposta dovrà provvedere all’applicazione del diritto canonico in materia, e, allo stesso tempo, tener conto delle disposizioni delle leggi civili.

I. Aspetti generali:

a) Le vittime dell’abuso sessuale:

La Chiesa, nella persona del Vescovo o di un suo delegato, deve mostrarsi pronta ad ascoltare le vittime ed i loro familiari e ad impegnarsi per la loro assistenza spirituale e psicologica. Nel corso dei suoi viaggi apostolici, il Santo Padre Benedetto XVI ha dato un esempio particolarmente importante con la sua disponibilità ad incontrare ed ascoltare le vittime di abuso sessuale. In occasione di questi incontri, il Santo Padre ha voluto rivolgersi alle vittime con parole di compassione e di sostegno, come quelle contenute nella sua Lettera Pastorale ai Cattolici d’Irlanda (n.6): “Avete sofferto tremendamente e io ne sono veramente dispiaciuto. So che nulla può cancellare il male che avete sopportato. È stata tradita la vostra fiducia, e la vostra dignità è stata violata.”

b) La protezione dei minori

In alcune nazioni sono stati iniziati in ambito ecclesiale programmi educativi di prevenzione, per assicurare “ambienti sicuri” per i minori. Tali programmi cercano di aiutare i genitori, nonché gli operatori pastorali o scolastici, a riconoscere i segni dell’abuso sessuale e ad adottare le misure adeguate. I suddetti programmi spesso hanno meritato un riconoscimento come modelli nell’impegno per eliminare i casi di abuso sessuale nei confronti di minori nelle società odierne.

c) La formazione di futuri sacerdoti e religiosi:

Nel 2002, Papa Giovanni Paolo II disse: “Non c’è posto nel sacerdozio e nella vita religiosa per chi potrebbe far male ai giovani” (n. 3, Discorso ai Cardinali Americani, 23 aprile 2002). Queste parole richiamano alla specifica responsabilità dei Vescovi, dei Superiori Maggiori e di coloro che sono responsabili della formazione dei futuri sacerdoti e religiosi. Le indicazioni fornite nell’Esortazione Apostolica Pastores dabo vobis, nonché le istruzioni dei Dicasteri competenti della Santa Sede, acquistano una crescente importanza in vista di un corretto discernimento vocazionale e di una sana formazione umana e spirituale dei candidati. In particolare si farà in modo che essi apprezzino la castità e il celibato e le responsabilità della paternità spirituale da parte del chierico e possano approfondire la conoscenza della disciplina della Chiesa sull’argomento. Indicazioni più specifiche possono essere integrate nei programmi formativi dei seminari e delle case di formazione previste nella rispettiva Ratio institutionis sacerdotalis di ciascun nazione e Istituto di vita consacrata e Società di vita apostolica.
Inoltre, una diligenza particolare dev’essere riservata al doveroso scambio d’informazioni in merito a quei candidati al sacerdozio o alla vita religiosa che si trasferiscono da un seminario all’altro, tra diocesi diverse o tra Istituti religiosi e diocesi.
d) L’accompagnamento dei sacerdoti:

1. Il Vescovo ha il dovere di trattare tutti i suoi sacerdoti come padre e fratello. Il vescovo curi, inoltre, con speciale attenzione la formazione permanente del clero, soprattutto nei primi anni dopo la sacra Ordinazione, valorizzando l’importanza della preghiera e del mutuo sostegno nella fraternità sacerdotale. Siano edotti i sacerdoti sul danno recato da un chierico alla vittima di abuso sessuale e sulla propria responsabilità di fronte alla normativa canonica e civile, come anche a riconoscere quelli che potrebbero essere i segni di eventuali abusi da chiunque compiuti nei confronti dei minori;

2. I vescovi assicurino ogni impegno nel trattare gli eventuali casi di abuso che fossero loro denunciati secondo la disciplina canonica e civile, nel rispetto dei diritti di tutte le parti;

3. Il chierico accusato gode della presunzione di innocenza, fino a prova contraria, anche se il vescovo può cautelativamente limitarne l’esercizio del ministero, in attesa che le accuse siano chiarite. Se del caso, si faccia di tutto per riabilitare la buona fama del chierico che sia stato accusato ingiustamente.

e) La cooperazione con le autorità civili:

L’abuso sessuale di minori non è solo un delitto canonico, ma anche un crimine perseguito dall’autorità civile. Sebbene i rapporti con le autorità civili differiscano nei diversi paesi, tuttavia è importante cooperare con esse nell’ambito delle rispettive competenze. In particolare, va sempre dato seguito alle prescrizioni delle leggi civili per quanto riguarda il deferimento dei crimini alle autorità preposte, senza pregiudicare il foro interno sacramentale. Naturalmente, questa collaborazione non riguarda solo i casi di abusi commessi dai chierici, ma riguarda anche quei casi di abuso che coinvolgono il personale religioso o laico che opera nelle strutture ecclesiastiche.

II. Breve resoconto della legislazione canonica in vigore concernente il delitto di abuso sessuale di minori compiuto da un chierico:

Il 30 aprile 2001, Papa Giovanni Paolo II promulgò il motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela [SST], con il quale l’abuso sessuale di un minore di 18 anni commesso da un chierico venne inserito nell'elenco dei delicta graviora riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede [CDF]. La prescrizione per questo delitto venne fissata in 10 anni a partire dal compimento del 18 anno di età della vittima. La normativa del motu proprio vale sia per i chierici Latini che per i chierici Orientali, sia per il clero diocesano che per il clero religioso.

Nel 2003, l’allora Prefetto della CDF, il Card. Ratzinger, ottenne da Giovanni Paolo II la concessione di alcune facoltà speciali per offrire maggiore flessibilità nelle procedure penali per i delicta graviora, fra cui l’uso del processo penale amministrativo e la richiesta della dimissione ex officio nei casi più gravi. Queste facoltà vennero integrate nella revisione del motu proprio approvata dal Santo Padre Benedetto XVI il 21 maggio 2010. Nelle nuove norme, la prescrizione è di 20 anni, che nel caso di abuso su minore, si calcolano a partire dal compimento del 18 anno di età della vittima. La CDF può eventualmente derogare alla prescrizione in casi particolari. Venne anche specificato il delitto canonico dell’acquisto, detenzione o divulgazione di materiale pedopornografico.

La responsabilità nel trattare i casi di abuso sessuale nei confronti di minori spetta in un primo momento ai Vescovi o ai Superiori Maggiori. Se l’accusa appare verosimile, il Vescovo, il Superiore Maggiore o il loro delegato devono condurre un’indagine preliminare secondo il can. 1717 CIC, il can. 1468 CCEO e l’art. 16 SST.

Se l’accusa è ritenuta credibile, si richiede che il caso venga deferito alla CDF. Una volta studiato il caso, la CDF indicherà al Vescovo o al Superiore Maggiore i passi ulteriori da compiere. Al contempo, la CDF offrirà una guida per assicurare le misure appropriate, sia garantendo una procedura giusta nei confronti dei chierici accusati, nel rispetto del loro diritto fondamentale per la difesa, sia tutelando il bene della Chiesa, incluso il bene delle vittime. E’ utile ricordare che normalmente l’imposizione di una pena perpetua, come la dimissio dallo stato clericale, richiede un processo penale giudiziale. Secondo il diritto canonico (cf. can. 1342 CIC) gli Ordinari non possono decretare pene perpetue per mezzo di decreti extragiudiziali; a questo scopo devono rivolgersi alla CDF, alla quale spetterà il giudizio definitivo circa la colpevolezza e l’eventuale inidoneità del chierico per il ministero, nonché la conseguente imposizione della pena perpetua (SST Art. 21, §2).

Le misure canoniche applicate nei confronti di un chierico riconosciuto colpevole dell’abuso sessuale di un minorenne sono generalmente di due tipi:
1) misure che restringono il ministero pubblico in modo completo o almeno escludendo i contatti con minori. Tali misure possono essere accompagnate da un precetto penale;
2) le pene ecclesiastiche, fra cui la più grave è la dimissio dallo stato clericale.

In taluni casi, dietro richiesta dello stesso chierico, può essere concessa pro bono Ecclesiae la dispensa dagli obblighi inerenti allo stato clericale, incluso il celibato.

L’indagine preliminare e l’intero processo debbono essere svolti con il dovuto rispetto nel proteggere la riservatezza delle persone coinvolte e con la debita attenzione alla loro reputazione.
A meno che ci siano gravi ragioni in contrario, il chierico accusato deve essere informato dell’accusa presentata, per dargli la possibilità di rispondere ad essa, prima di deferire un caso alla CDF. La prudenza del Vescovo o del Superiore Maggiore deciderà quale informazione debba essere comunicata all’accusato durante l’indagine preliminare.

Compete al Vescovo o al Superiore Maggiore il dovere di provvedere al bene comune determinando quali misure precauzionali previste dal can. 1722 CIC e dal can. 1473 CCEO debbano essere imposte. Secondo l’art. 19 SST, ciò deve essere fatto una volta iniziata l’indagine preliminare.

Va infine ricordato che, qualora una Conferenza Episcopale, salva l’approvazione della Santa Sede, intenda darsi norme specifiche, tale normativa particolare deve essere intesa come complemento alla legislazione universale e non come sostituzione di quest’ultima. La normativa particolare deve perciò essere in armonia con il CIC / CCEO nonché con il motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela (30 aprile 2001) così come aggiornato il 21 maggio 2010. Nel caso in cui la Conferenza decidesse di stabilire norme vincolanti sarà necessario richiedere la recognitio ai competenti Dicasteri della Curia Romana.

III. Indicazioni agli Ordinari sul modo di procedere:

Le Linee guida preparate dalla Conferenza Episcopale dovrebbero fornire orientamenti ai Vescovi diocesani e ai Superiori Maggiori nel caso fossero informati di presunti abusi sessuali nei confronti di minori, compiuti da chierici presenti sul territorio di loro giurisdizione. Tali Linee guida tengano comunque conto delle seguenti osservazioni:

a.) il concetto di “abuso sessuale su minori” deve coincidere con la definizione del motu proprio SST art. 6 (“il delitto contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore di diciotto anni”) , nonché con la prassi interpretativa e la giurisprudenza della Congregazione per la Dottrina della Fede, tenendo conto delle leggi civili del Paese;

b.) la persona che denuncia il delitto deve essere trattata con rispetto. Nei casi in cui l’abuso sessuale sia collegato con un altro delitto contro la dignità del sacramento della Penitenza (SST, art. 4), il denunciante ha diritto di esigere che il suo nome non sia comunicato al sacerdote denunciato (SST, art 24);

c.) le autorità ecclesiastiche si impegnino ad offrire assistenza spirituale e psicologica alle vittime;

d.) l’indagine sulle accuse sia fatta con il dovuto rispetto al principio della privacy e della buona fama delle persone;

e.) a meno che ci siano gravi ragioni in contrario, già in fase di indagine previa, il chierico accusato sia informato delle accuse con l’opportunità di rispondere alle medesime;

f.) gli organi consultivi di sorveglianza e di discernimento dei singoli casi, previsti in qualche luogo, non devono sostituire il discernimento e la potestas regiminis dei singoli vescovi;

g.) le Linee guida devono tener conto della legislazione del Paese della Conferenza, in particolare per quanto attiene all’eventuale obbligo di avvisare le autorità civili;

h.) in ogni momento delle procedure disciplinari o penali sia assicurato al chierico accusato un sostentamento giusto e degno;

i.) si escluda il ritorno del chierico al ministero pubblico se detto ministero è di pericolo per i minori o di scandalo per la comunità.

Conclusione:

Le Linee guida preparate dalle Conferenze Episcopali mirano a proteggere i minori e ad aiutare le vittime nel trovare assistenza e riconciliazione. Esse dovranno indicare che la responsabilità nel trattare i delitti di abuso sessuale di minori da parte dei chierici appartiene in primo luogo al Vescovo diocesano. Infine, le Linee guida dovranno portare ad un orientamento comune all’interno di una Conferenza Episcopale aiutando ad armonizzare al meglio gli sforzi dei singoli Vescovi nel salvaguardare i minori .
CDF/ VIS 20110516 (2020)

NOTA SU LETTERA CIRCOLARE CONGREGAZIONE DOTTRINA FEDE

CITTA' DEL VATICANO, 16 MAG. 2011 (VIS). Di seguito riportiamo la Nota del Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, che presenta la Lettera circolare della Congregazione per la Dottrina della Fede alle Conferenze Episcopali sulle Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici:

“La Congregazione per la Dottrina della Fede chiede a tutte le Conferenze Episcopali del mondo di preparare entro il maggio 2012 “Linee guida” per trattare i casi di abuso sessuale di minori da parte di membri del clero, in modo adatto alle concrete situazioni nelle diverse regioni del mondo.

Con una ‘Lettera circolare’ la Congregazione offre un’ampia serie di principi e indicazioni, che non solo faciliteranno la formulazione delle Linee guida e quindi l’uniformità dei comportamenti delle autorità ecclesiastiche nelle varie nazioni, ma ne garantiranno anche la coerenza a livello di Chiesa universale, pur rispettando le competenze dei Vescovi e dei Superiori religiosi.

L’attenzione prioritaria alle vittime, i programmi di prevenzione, la formazione dei seminaristi e la formazione permanente del clero, la cooperazione con le autorità civili, l’attuazione attenta e rigorosa della normativa canonica più aggiornata in materia sono gli orientamenti principali che devono strutturare le Linee guida in ogni parte del mondo.

***

Nei giorni scorsi la Congregazione per la Dottrina della Fede ha inviato a tutte le Conferenze Episcopali una “Lettera circolare per aiutare le Conferenze Episcopali nel preparare Linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici”.

La preparazione del documento era stata annunciata nel luglio scorso, in occasione della pubblicazione delle nuove norme di attuazione del Motu proprio “Sacramentorum sanctitatis tutela” (cfr Nota P. F. Lombardi, in OR, 16.7.2010, 1, e www.vatican.va, Abuso sui minori, la risposta della Chiesa).

Il Cardinale William Levada, Prefetto del Dicastero, aveva poi informato sulla preparazione in occasione della riunione dei cardinali durante il Concistoro del novembre scorso (cfr Comunicato Sala Stampa sulla Sessione pomeridiana, 19.11.2010).

Il documento è accompagnato da una Lettera di presentazione, a firma del Card. Levada, che ne illustra la natura e le finalità.

In seguito all’aggiornamento delle norme sulla questione degli abusi sessuali da parte di membri del clero, approvato dal Papa lo scorso anno, si ritiene “opportuno che ciascuna Conferenza Episcopale prepari delle Linee guida”, allo scopo di “assistere i Vescovi nel seguire procedure chiare e coordinate quando si devono trattare i casi di abuso sessuale di minori”, tenendo conto delle situazioni concrete delle diverse regioni su cui si esercitano le giurisdizioni dei diversi episcopati.

A questo fine, la Lettera Circolare “presenta alcuni temi generali”, che andranno necessariamente adattati alle diverse realtà, ma che contribuiranno a garantire – appunto grazie alle Linee guida - un orientamento comune all’interno di una Conferenza episcopale e in certa misura anche da parte dei diversi episcopati.

Sul lavoro da compiere per la stesura delle nuove Linee guida o per la revisione di quelle già esistenti, la lettera di presentazione del Cardinale Levada dà anche due indicazioni operative: anzitutto di coinvolgere i Superiori Maggiori degli istituti religiosi clericali (in modo che si tenga conto non solo del clero diocesano, ma anche di quello religioso), e poi di inviare copia delle Linee guida alla Congregazione “entro la fine del mese di maggio del 2012”.

In conclusione, appaiono chiare due preoccupazioni:

1. Incoraggiare ad affrontare tempestivamente ed efficacemente il problema con indicazioni chiare, organiche, adatte alle situazioni locali, compresi i rapporti con le norme e le autorità civili. La indicazione di una data precisa e di un termine relativamente breve entro cui elaborare le Linee guida da parte di tutte le Conferenze Episcopali è evidentemente una indicazione molto forte ed eloquente.

2. Rispettare la competenza fondamentale dei Vescovi diocesani (e dei Superiori maggiori religiosi) nella materia (la formulazione della Circolare è molto attenta a ribadire questo aspetto: le Linee guida servono ad “aiutare i Vescovi diocesani e i Superiori maggiori”).

La Lettera Circolare in sé è breve, ma molto densa, e si articola in tre parti.

La Prima sviluppa una serie di indicazioni generali, fra cui in particolare:
L’attenzione prioritaria alle vittime dell’abuso sessuale: l’ascolto e l’assistenza
spirituale psicologica alle vittime e ai familiari.

Lo sviluppo di programmi di prevenzione per creare ambienti veramente sicuri per i minori.

La formazione dei futuri sacerdoti e religiosi e lo scambio di informazioni sui candidati al sacerdozio o alla vita religiosa che si trasferiscono.

L’accompagnamento dei sacerdoti, la loro formazione permanente e la formazione alle loro responsabilità nel campo degli abusi, il modo di seguirli quando siano accusati, di trattare secondo il diritto gli eventuali casi di abuso, la riabilitazione della buona fama di chi sia stato accusato ingiustamente.

La cooperazione con le autorità civili nell’ambito delle rispettive competenze e l’osservan¬za “delle prescrizioni delle leggi civili per quanto riguarda il deferimento dei crimini alle autorità preposte, senza pregiudicare il foro interno sacramentale”.
La cooperazione va attuata non solo per abusi da parte del clero, ma anche di personale che operi in strutture ecclesiastiche.

La Seconda richiama le prescrizioni oggi vigenti della legislazione canonica, dopo l’aggiornamento del 2010.

Si richiama la competenza dei Vescovi e Superiori maggiori per l’indagine preliminare e, in caso di accusa credibile, l’obbligo di deferimento del caso alla Congregazione per la Dottrina della Fede, che offre le indicazioni per la trattazione del caso.

Si parla delle misure precauzionali da imporre e delle informazioni da dare all’accusato nel corso delle indagini preliminari.

Si richiamano le misure canoniche e le pene ecclesiastiche che possono essere applicate ai colpevoli, compresa la dimissione dallo stato clericale.

Si precisa infine il rapporto fra la legislazione canonica valida per tutta la Chiesa e le eventuali norme specifiche particolari aggiuntive che le Conferenze Episcopali ritenessero opportune o necessarie, e la procedura da seguire in tali casi.

La Terza ed ultima parte enumera una serie di osservazioni utili per formulare i concreti orientamenti operativi per i Vescovi e Superiori maggiori.

Tra l’altro, si ribadisce la necessità di offrire assistenza alle vittime; di trattare con rispetto il denunciante e garantire la privacy e la buona fama delle persone; di tener nel dovuto conto le leggi civili del Paese, compreso l’eventuale obbligo di avvisare le autorità civili; di garantire all’accusato informazione sulle accuse e possibilità di rispondervi, e in ogni caso un sostentamento giusto e degno; di escludere il ritorno del chierico al ministero pubblico, in caso di pericolo per i minori o scandalo della comunità. Ancora una volta, si ribadisce la responsabilità primaria di Vescovi e Superiori maggiori, che non può essere sostituita da organi di sorveglianza o discernimento, per quanto utili o anche necessari in appoggio a tale responsabilità.

La Circolare rappresenta dunque un nuovo passo molto importante per promuovere in tutta la Chiesa la consapevolezza della necessità e dell’urgenza di rispondere nel modo più efficace e lungimirante alla piaga degli abusi sessuali da parte di membri del clero, rinnovando così la piena credibilità della testimonianza e della missione educativa della Chiesa, e contribuendo a creare nella società in generale quegli ambienti educativi sicuri di cui vi è urgente bisogno.
OP/ VIS 20110516 (1190)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 16 MAG. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Sabato 14 maggio il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate cinque Presuli della Conferenza Episcopale dell’India, in Visita “ad Limina Apostolorum”:

- Il Vescovo Salvatore Lobo, di Baruipur.

- Il Vescovo Stephen Lepcha, di Darjeeling.

- Il Vescovo Clement Tirkey, di Jalpaiguri.

- Il Vescovo Joseph Suren Gomes, S.D.B., di Krishnagar.

- Il Vescovo Alphonsus Flavian D’Souza, S.I., di Raiganj.
AL/ VIS 20110516 (100)
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