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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 17 ottobre 2011

DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA VALIDA CRISI ATTUALE

CITTA' DEL VATICANO, 15 OTT. 2011 (VIS). “In questi 120 anni di sviluppo della dottrina sociale della Chiesa sono avvenuti nel mondo grandi mutamenti, che non erano neppure immaginabili all’epoca della storica Enciclica del Papa Leone XIII. Tuttavia, al mutare delle condizioni esterne non è cambiato il patrimonio interno del Magistero sociale, che promuove sempre la persona umana e la famiglia, nel loro contesto di vita, anche dell’impresa”.

Queste le parole che il Papa ha rivolto ai partecipanti al Convegno annuale della Fondazione “Centesimus Annus-Pro Pontifice”, dedicato, quest’anno, al rapporto tra famiglia e impresa, in coincidenza con il 20° anniversario dell’Enciclica “Centesimus Annus” del Beato Giovanni Paolo II, pubblicata a cento anni dalla “Rerum Novarum” di Leone XIII e nella ricorrenza del 30° anniversario dell’Esortazione Apostolica “Familiaris consortio”.

“Il Concilio Vaticano II ha parlato della famiglia in termini di ‘Chiesa domestica’, di ‘santuario intoccabile’ (...). Anche l’economia con le sue leggi deve sempre considerare l’interesse e la salvaguardia di tale cellula primaria della società (...)”, ha affermato il Pontefice, ricordando che il Beato Giovanni Paolo II, nella “Familiaris consortio’ indicò quattro compiti per l’istituzione familiare: la formazione di una comunità di persone; il servizio alla vita; la partecipazione sociale e la partecipazione ecclesiale. “Sono tutte funzioni alla cui base è l’amore, ed è a questo che educa e forma la famiglia. (...) Ed è primariamente nella famiglia che si apprende come il giusto atteggiamento da vivere nell’ambito della società, anche nel mondo del lavoro, dell’economia, dell’impresa, deve essere guidato dalla ‘caritas’, nella logica della gratuità, della solidarietà e della responsabilità gli uni per gli altri”, ha affermato il Pontefice.

“Nella difficile situazione che stiamo vivendo, assistiamo, purtroppo, ad una crisi del lavoro e dell’economia che si accompagna ad una crisi della famiglia (...) Occorre perciò una nuova sintesi armonica tra famiglia e lavoro, a cui la dottrina sociale della Chiesa può offrire il suo prezioso contributo”. In proposito Benedetto XVI ha citato l’Enciclica “Caritas in veritate” nella quale sottolinea che: “La giustizia commutativa – ‘dare per avere’ - e quella distributiva – ‘dare per dovere’ - non sono sufficienti nel vivere sociale. Perché vi sia vera giustizia è necessario aggiungere la gratuità e la solidarietà. ‘La solidarietà è anzitutto sentirsi tutti responsabili di tutti, quindi non può essere delegata solo allo Stato’”.

“Carità nella verità” – ha affermato Benedetto XVI – “in questo caso, significa che bisogna dare forma e organizzazione a quelle iniziative economiche che, pur senza negare il profitto, intendono andare oltre la logica dello scambio degli equivalenti e del profitto fine a se stesso’”.

“Non è compito della Chiesa definire le vie per affrontare la crisi in atto. Tuttavia i cristiani hanno il dovere di denunciare i mali, di testimoniare e tenere vivi i valori su cui si fonda la dignità della persona, e di promuovere quelle forme di solidarietà che favoriscono il bene comune, affinché l’umanità diventi sempre più famiglia di Dio”.
AC/ VIS 20111017 (490)

BENEDETTO XVI FARÀ USO DOMANI PEDANA MOBILE

CITTA' DEL VATICANO, 15 OTT. 2011 (VIS). Domani mattina, domenica 16 ottobre, in occasione della celebrazione della Messa nella Basilica di San Pietro, il Santo Padre, nel corso della processione d’ingresso dalla sagrestia all’altare centrale, farà uso della pedana mobile, già usata da Giovanni Paolo II.

“Lo scopo è esclusivamente di alleviare l’impegno del Santo Padre, analogamente a quanto già avviene con l’uso del Papamobile nelle processioni introitali in ambienti esterni e in Piazza San Pietro”, ha spiegato nella tarda mattinata, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, S.I.
OP/ VIS 20111017 (100)

IL PAPA INDICE “ANNO DELLA FEDE”

CITTA' DEL VATICANO, 16 OTT. 2011 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha annunciato l’indizione di un “Anno della Fede”, nel corso della Celebrazione Eucaristica a conclusione del primo Incontro Internazionale dei Nuovi Evangelizzatori promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.

L’”Anno della Fede” inizierà l’11 ottobre 2012, nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Cristo Re dell’Universo, con la finalità di “rafforzare la nostra fede in Lui e per annunciarLo con gioia all’uomo del nostro tempo”.

Nel commentare le letture della liturgia domenicale, il Papa ha ricordato che bisogna comprendere la missione della Chiesa alla luce del “senso teologico della storia: i rivolgimenti epocali, il succedersi delle grandi potenze stanno sotto il supremo dominio di Dio; nessun potere terreno può mettersi al suo posto. La teologia della storia è un aspetto importante, essenziale della nuova evangelizzazione, perché gli uomini del nostro tempo, dopo la nefasta stagione degli imperi totalitari del XX secolo, hanno bisogno di ritrovare uno sguardo complessivo sul mondo e sul tempo, uno sguardo veramente libero, pacifico, quello sguardo che il Concilio Vaticano II ha trasmesso nei suoi Documenti, e che i miei Predecessori, il Servo di Dio Paolo VI e il Beato Giovanni Paolo II, hanno illustrato con il loro Magistero”.

“L’evangelizzazione, per essere efficace – ha proseguito il Pontefice – ha bisogno della forza dello Spirito, che animi l’annuncio e infonda in chi lo porta quella ‘piena certezza’ di cui parla San Paolo. (...) I nuovi evangelizzatori sono chiamati a camminare per primi in questa Via che è Cristo, per far conoscere agli altri la bellezza del Vangelo che dona la vita. E su questa Via non si cammina mai soli, ma in compagnia: un’esperienza di comunione e di fraternità che viene offerta a quanti incontriamo, per partecipare loro la nostra esperienza di Cristo e della sua Chiesa. Così, la testimonianza unita all’annuncio può aprire il cuore di quanti sono in ricerca della verità, affinché possano approdare al senso della propria vita”.

Infine il Santo Padre ha presentato una breve riflessione sul brano evangelico che tratta della questione centrale del tributo a Cesare ed ha sottolineato che la parola di Gesù “Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio”, “è ricca di contenuto antropologico, e non la si può ridurre al solo ambito politico. La Chiesa, pertanto, non si limita a ricordare agli uomini la giusta distinzione tra la sfera di autorità di Cesare e quella di Dio, tra l’ambito politico e quello religioso. La missione della Chiesa, come quella di Cristo, è essenzialmente parlare di Dio, fare memoria della sua sovranità, richiamare a tutti, specialmente ai cristiani che hanno smarrito la propria identità, il diritto di Dio su ciò che gli appartiene, cioè la nostra vita”.
HML/ VIS 20111017 (480)

SFIDE CHIESA: MISSIONE AD GENTES E NUOVA EVANGELIZZAZIONE

CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2011 (VIS). All’Angelus, che il Santo Padre ha recitato con i fedeli convenuti in Piazza San Pietro, al termine della Santa Messa celebrata a conclusione del primo Incontro Internazionale dei Nuovi Evangelizzatori, Benedetto XVI ha ricordato che il Beato Giovanni Paolo II è stato “uno strenuo sostenitore della missione ‘ad gentes’, cioè ai popoli e ai territori dove il Vangelo non ha ancora posto radici, sia un araldo della nuova evangelizzazione. Sono, questi, aspetti dell’unica missione della Chiesa, ed è pertanto significativo considerarli insieme in questo mese di ottobre, caratterizzato dalla celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale, proprio domenica prossima”.

Successivamente il Papa si è riferito alla convocazione, già annunciata nell’omelia, dell’”Anno della Fede”, le cui motivazioni, finalità e linee direttrici saranno esposte nella Lettera Apostolica che verrà pubblicata nei prossimi giorni.

“Il Servo di Dio Paolo VI indisse un analogo ‘Anno della fede’ nel 1967” – ha ricordato Benedetto XVI – “in occasione del diciannovesimo centenario del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo, e in un periodo di grandi rivolgimenti culturali. Ritengo che, trascorso mezzo secolo dall’apertura del Concilio, legata alla felice memoria del Beato Papa Giovanni XXIII, sia opportuno richiamare la bellezza e la centralità della fede, l’esigenza di rafforzarla e approfondirla a livello personale e comunitario, e farlo in prospettiva non tanto celebrativa, ma piuttosto missionaria, nella prospettiva, appunto, della missione ‘ad gentes’ e della nuova evangelizzazione”.
ANG/ VIS 20111017 (240)

LETTERA APOSTLICA IN FORMA DI MOTU PROPRIO “PORTA FIDEI”

CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2011 (VIS). Oggi è stata resa pubblica una Lettera Apostolica in forma di Motu proprio con la quale Papa Benedetto XVI indice un “Anno della Fede”, che avrà inizio l’11 ottobre 2011 – nel 59° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II – e si concluderà nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo, il 24 novembre 2013. Di seguito riportiamo alcuni estratti della Lettera Apostolica “Porta fidei”.

“La ‘porta della fede’ che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. È possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma”. (...)

“Fin dall’inizio del mio ministero come Successore di Pietro ho ricordato l’esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo. (...)
Mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone”.

“Alla luce di tutto questo ho deciso di indire un Anno della fede. Esso avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il 24 novembre 2013. Nella data dell’11 ottobre 2012, ricorreranno anche i vent’anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, testo promulgato dal mio Predecessore, il Beato Papa Giovanni Paolo II , allo scopo di illustrare a tutti i fedeli la forza e la bellezza della fede”. (...)

“Proprio l’Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi è stata da me convocata, nel mese di ottobre del 2012, sul tema de La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Sarà quella un’occasione propizia per introdurre l’intera compagine ecclesiale ad un tempo di particolare riflessione e riscoperta della fede. Non è la prima volta che la Chiesa è chiamata a celebrare un Anno della fede. Il mio venerato Predecessore il Servo di Dio Paolo VI ne indisse uno simile nel 1967. (...) Essa si concluse con la Professione di fede del Popolo di Dio, per attestare quanto i contenuti essenziali che da secoli costituiscono il patrimonio di tutti i credenti hanno bisogno di essere confermati, compresi e approfonditi in maniera sempre nuova al fine di dare testimonianza coerente in condizioni storiche diverse dal passato”.

“Ho ritenuto che far iniziare l’Anno della fede in coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II possa essere un’occasione propizia per comprendere che i testi lasciati in eredità dai Padri conciliari (...). Io pure intendo ribadire con forza quanto ebbi ad affermare a proposito del Concilio pochi mesi dopo la mia elezione a Successore di Pietro: “se lo leggiamo e recepiamo guidati da una giusta ermeneutica, esso può essere e diventare sempre di più una grande forza per il sempre necessario rinnovamento della Chiesa”.

“Il rinnovamento della Chiesa passa anche attraverso la testimonianza offerta dalla vita dei credenti: con la loro stessa esistenza nel mondo i cristiani sono infatti chiamati a far risplendere la Parola di verità che il Signore Gesù ci ha lasciato. Proprio il Concilio, nella Costituzione dogmatica Lumen gentium, affermava: (...) la Chiesa, che comprende nel suo seno peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento”. (...)

“L’Anno della fede, in questa prospettiva, è un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo. Nel mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza l’Amore che salva e chiama gli uomini alla conversione di vita mediante la remissione dei peccati. Per l’apostolo Paolo, questo Amore introduce l’uomo ad una nuova vita (...). Grazie alla fede, questa vita nuova plasma tutta l’esistenza umana sulla radicale novità della risurrezione. (...) La ‘fede che si rende operosa per mezzo della carità’ diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell’uomo”. (...)

“Con il suo amore, Gesù Cristo attira a sé gli uomini di ogni generazione: in ogni tempo Egli convoca la Chiesa affidandole l’annuncio del Vangelo, con un mandato che è sempre nuovo. Per questo anche oggi è necessario un più convinto impegno ecclesiale a favore di una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede. Nella quotidiana riscoperta del suo amore attinge forza e vigore l’impegno missionario dei credenti che non può mai venire meno. La fede, infatti, cresce quando è vissuta come esperienza di un amore ricevuto e quando viene comunicata come esperienza di grazia e di gioia”. (...)

“Solo credendo, quindi, la fede cresce e si rafforza; non c’è altra possibilità per possedere certezza sulla propria vita se non abbandonarsi, in un crescendo continuo, nelle mani di un amore che si sperimenta sempre più grande perché ha la sua origine in Dio”.

“Vorremmo celebrare questo Anno in maniera degna e feconda. Dovrà intensificarsi la riflessione sulla fede per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole ed a rinvigorire la loro adesione al Vangelo, soprattutto in un momento di profondo cambiamento come quello che l’umanità sta vivendo. Avremo l’opportunità di confessare la fede nel Signore Risorto nelle nostre Cattedrali e nelle chiese di tutto il mondo; nelle nostre case e presso le nostre famiglie, perché ognuno senta forte l’esigenza di conoscere meglio e di trasmettere alle generazioni future la fede di sempre. Le comunità religiose come quelle parrocchiali, e tutte le realtà ecclesiali antiche e nuove, troveranno il modo, in questo Anno, per rendere pubblica professione del Credo”.

“Desideriamo che questo Anno susciti in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza. Sarà un'occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia, che è “il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua energia”. Nel contempo, auspichiamo che la testimonianza di vita dei credenti cresca nella sua credibilità. Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio, soprattutto in questo Anno”.

“Il cristiano non può mai pensare che credere sia un fatto privato. La fede è decidere di stare con il Signore per vivere con Lui. E questo ‘stare con Lui’ introduce alla comprensione delle ragioni per cui si crede. La fede, proprio perché è atto della libertà, esige anche la responsabilità sociale di ciò che si crede. (...) La stessa professione della fede è un atto personale ed insieme comunitario. È la Chiesa, infatti, il primo soggetto della fede. Nella fede della Comunità cristiana ognuno riceve il Battesimo, segno efficace dell’ingresso nel popolo dei credenti per ottenere la salvezza”.

“Come si può osservare, la conoscenza dei contenuti di fede è essenziale per dare il proprio assenso, cioè per aderire pienamente con l’intelligenza e la volontà a quanto viene proposto dalla Chiesa. La conoscenza della fede introduce alla totalità del mistero salvifico rivelato da Dio. L’assenso che viene prestato implica quindi che, quando si crede, si accetta liberamente tutto il mistero della fede, perché garante della sua verità è Dio stesso che si rivela e permette di conoscere il suo mistero di amore”.

“D’altra parte, non possiamo dimenticare che nel nostro contesto culturale tante persone, pur non riconoscendo in sé il dono della fede, sono comunque in una sincera ricerca del senso ultimo e della verità definitiva sulla loro esistenza e sul mondo. Questa ricerca è un autentico ‘preambolo’ alla fede, perché muove le persone sulla strada che conduce al mistero di Dio. La stessa ragione dell’uomo, infatti, porta insita l’esigenza di ‘ciò che vale e permane sempre’. Tale esigenza costituisce un invito permanente, inscritto indelebilmente nel cuore umano, a mettersi in cammino per trovare Colui che non cercheremmo se non ci fosse già venuto incontro. Proprio a questo incontro la fede ci invita e ci apre in pienezza”.

“Per accedere a una conoscenza sistematica dei contenuti della fede, tutti possono trovare nel Catechismo della Chiesa Cattolica un sussidio prezioso ed indispensabile. Esso costituisce uno dei frutti più importanti del Concilio Vaticano II. (...) È proprio in questo orizzonte che l’Anno della fede dovrà esprimere un corale impegno per la riscoperta e lo studio dei contenuti fondamentali della fede che trovano nel Catechismo della Chiesa Cattolica la loro sintesi sistematica e organica. (...) Il Catechismo offre una memoria permanente dei tanti modi in cui la Chiesa ha meditato sulla fede e prodotto progresso nella dottrina per dare certezza ai credenti nella loro vita di fede”.

“In questo Anno, pertanto, il Catechismo della Chiesa Cattolica potrà essere un vero strumento a sostegno della fede, soprattutto per quanti hanno a cuore la formazione dei cristiani, così determinante nel nostro contesto culturale. A tale scopo, ho invitato la Congregazione per la Dottrina della Fede, in accordo con i competenti Dicasteri della Santa Sede, a redigere una Nota, con cui offrire alla Chiesa ed ai credenti alcune indicazioni per vivere quest’Anno della fede nei modi più efficaci ed appropriati, al servizio del credere e dell’evangelizzare”.

“La fede, infatti, si trova ad essere sottoposta più che nel passato a una serie di interrogativi che provengono da una mutata mentalità che, particolarmente oggi, riduce l’ambito delle certezze razionali a quello delle conquiste scientifiche e tecnologiche. La Chiesa tuttavia non ha mai avuto timore di mostrare come tra fede e autentica scienza non vi possa essere alcun conflitto perché ambedue, anche se per vie diverse, tendono alla verità”.

“Sarà decisivo nel corso di questo Anno ripercorrere la storia della nostra fede, la quale vede il mistero insondabile dell’intreccio tra santità e peccato. Mentre la prima evidenzia il grande apporto che uomini e donne hanno offerto alla crescita ed allo sviluppo della comunità con la testimonianza della loro vita, il secondo deve provocare in ognuno una sincera e permanente opera di conversione per sperimentare la misericordia del Padre che a tutti va incontro”.

“L’Anno della fede sarà anche un’occasione propizia per intensificare la testimonianza della carità. (...) La fede senza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio. Fede e carità si esigono a vicenda, così che l’una permette all’altra di attuare il suo cammino. Non pochi cristiani, infatti, dedicano la loro vita con amore a chi è solo, emarginato o escluso come a colui che è il primo verso cui andare e il più importante da sostenere, perché proprio in lui si riflette il volto stesso di Cristo. Grazie alla fede possiamo riconoscere in quanti chiedono il nostro amore il volto del Signore risorto”.

“Giunto ormai al termine della sua vita, l’apostolo Paolo chiede al discepolo Timoteo di ‘cercare la fede’ con la stessa costanza di quando era ragazzo. Sentiamo questo invito rivolto a ciascuno di noi, perché nessuno diventi pigro nella fede. Essa è compagna di vita che permette di percepire con sguardo sempre nuovo le meraviglie che Dio compie per noi. Intenta a cogliere i segni dei tempi nell’oggi della storia, la fede impegna ognuno di noi a diventare segno vivo della presenza del Risorto nel mondo. Ciò di cui il mondo oggi ha particolarmente bisogno è la testimonianza credibile di quanti, illuminati nella mente e nel cuore dalla Parola del Signore, sono capaci di aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio di Dio e della vita vera, quella che non ha fine”.
LIT/ VIS 20111017 (1960)

MONGOLIA: INTESA E COOPERAZIONE FRA CHIESA E STATO

CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza il Presidente della Repubblica di Mongolia, Signor Tsakhiagiin Elbegdorj, il quale ha successivamente incontrato il Segretario di Stato, Cardinale Tarcisio Bertone, accompagnato dall’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

“Nel corso dei cordiali colloqui sono stati evocati i buoni rapporti esistenti tra la Mongolia e la Santa Sede, nonché l’intesa e la cooperazione tra la Chiesa e lo Stato in campo educativo e sociale”, si legge in un Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede.

“Inoltre, si è passata in rassegna la situazione politica nel Continente asiatico, con particolare riferimento all’importanza del dialogo interculturale e interreligioso per la promozione della pace e della giustizia”.
OP/ VIS 20111017 (140)

IN BREVE

IL SANTO PADRE ha fatto pervenire un Messaggio al Direttore Generale della F.A.O., Jacques Diouf, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2011. Benedetto XVI ricorda la drammatica situazione in cui vivono i popoli del Corno d’Africa ed afferma che: “è essenziale l’aiuto immediato, ma occorre anche approntare interventi a medio e lungo termine perché l’attività internazionale non sia ridotta a dare risposte solo alle emergenze. (...) Il sentimento di compassione e di umanità verso gli altri, accompagnati al dovere di solidarietà e alla realizzazione della giustizia, debbono tornare ad essere la base di ogni attività, anche di quelle realizzate dalla Comunità internazionale”.

I MEMBRI DEL SINODO PERMANENTE DELLA CHIESA SIRO-MALABARESE dell’India, guidata dall’Arcivescovo Maggiore George Alencherry, di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi, sono stati ricevuti in udienza dal Santo Padre lunedì 17 ottobre. Il Pontefice ha affermato che la Chiesa Siro-Malabarese gode nel Paese del “rispetto della comunità locale per la sua opera in ambito educativo e per le istituzioni sociali e caritative al servizio di tutta la comunità. Sono consapevole che la vita per i cristiani è stata resa più difficile da sfiducia settaria e violenza, ma vorrei esortarvi a continuare la vostra opera con persone di buona volontà di tutte le religioni nell’area, per mantenere la pace e l’armonia della regione, per il bene della Chiesa e di tutti i cittadini”.

IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE ha tenuto sabato e domenica scorso, un Incontro sul tema: “La Parola di Dio cresce e si diffonde”. Nel pomeriggio di sabato i partecipanti sono stati ricevuti in udienza da Papa Benedetto XVI il quale ha affermato: “Il mondo di oggi ha bisogno di persone che annuncino e testimonino che è Cristo ad insegnarci l’arte di vivere, la strada della vera felicità, perché è Lui stesso la strada della vita; persone che tengano prima di tutto esse stesse lo sguardo fisso su Gesù il Figlio di Dio: la parola dell’annuncio deve essere sempre immersa (...) in un’intensa vita di preghiera. Il mondo di oggi ha bisogno di persone che parlino a Dio, per poter parlare di Dio”.

BENEDETTO XVI ha indirizzato un Messaggio al Presidente dell’Azione Episcopale “Adveniat”, Vescovo Franz-Josef Overbeck, di Essen (Germania), in occasione della celebrazione del 50° anniversario di fondazione di tale iniziativa. “Con le loro donazioni generose e l’impegno disinteressato sul posto – scrive il Pontefice – i cattolici tedeschi hanno potuto attuare molti progetti ecclesiali di aiuto nei Paesi dell’America Latina. Questa espressione generosa di carità cristiana merita un riconoscimento sincero”. Il Papa invita “Adveniat” a rivolgersi “sempre all’uomo nel suo insieme, guardando alle sue necessità naturali e soprannaturali. Allora veramente il Regno di Dio crescerà tra di noi”.

I MUSEI VATICANI hanno partecipato alla Fiera del Libro di Francoforte che dal 12 al 16 ottobre ha ospitato 7.500 espositori provenienti da 111 paesi. Le Edizioni Musei Vaticani hanno esposto alla Fiera le ultime novità, fra le quali spicca in anteprima l’opera in quattro volumi “Cappella Sistina. La parola di Dio in immagini umane”, curata da Timothy Verdon, un progetto editoriale dall’alto profilo storico-artistico. Il ricco catalogo delle Edizioni Musei Vaticani comprende pubblicazioni scientifiche, pubblicazioni didattiche e divulgative, collane e monografie, tutte rilevanti per l’alta qualità dei testi ed il notevole apparato iconografico, molte disponibili in più lingue.
IN BREVE/ VIS 20111017 (430)

UDIENZE

CITTA' DEL VATICANO, 15 OTT. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- L’Arcivescovo Joseph Chennoth, Nunzio Apostolico in Giappone.

Sabato 15 ottobre il Santo Padre ha ricevuto in udienze separate:

- L’Arcivescovo Juliusz Janusz, Nunzio Apostolico in Slovenia, con incarico di Delegato Apostolico in Kosovo.

- Dieci Presuli della Conferenza Episcopale di Australia, in Visita “ad Limina Apostolorum”:

- Il Vescovo Brian Heenan, di Rockhampton.

- Il Vescovo Brian Vincent Finnigan, Amminiastratore Apostolico “ad nutum Sanctae Sedis” di Toowoomba.

- Il Vescovo Michael Ernest Putney, di Townsville.

- L’Arcivescovo Denis James Hart, di Melbourne con gli Ausiliari:
- Vescovo Leslie Rogers Tomlinson;
- Vescovo Timothy Costelloe, S.D.B.;
- Vescovo Peter John Elliott;
- Vescovo Christopher Charles Prowse;

- Il Vescovo ‘Ad Abikaram, di Saint Maron of Sydney dei Maroniti;

- Monsignor Francis Marriott, Amministratore Diocesano di Sandhurst.
AP:AL/ VIS 20111017 (150)

ALTRI ATTI PONTIFICI

CITTA' DEL VATICANO, 17 OTT. 2011 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Monsignore Drazen Kutlesa, Vescovo Coadiutore della Diocesi di Porec i Pula (superficie: 2.839; popolazione: 218.125; cattolici: 185.472; sacerdoti: 116; religiosi: 83; diaconi permanenti: 1), Croazia. Il Vescovo eletto è nato nel 1968 a Tomislavgrad (Bosnia ed Erzegovina) ed è stato ordinato sacerdote nel 1993. Dal 1993 al 1995 è stato Vicario parrocchiale della Cattedrale di Mostar; dal 1998 al 2006 è stato Amministratore Parrocchiale di Grude; Docente di Diritto canonico presso l’Istituto Teologico di Mostar; Vice-cancelliere della Curia diocesana; membro del collegio dei Consultori e del Consiglio presbiterale; membro del Consiglio di “Iustitia et Pax” della Conferenza Episcopale di Bosnia ed Erzegovina. Dal 2006 è stato officiale della Congregazione per i Vescovi; dal 2011 è Collaboratore della Congregazione e per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

Sabato 15 ottobre il Santo Padre ha nominato l’Arcivescovo James Patrick Green, Nunzio Apostolico in Perù, attualmente Nunzio Apostolico in Sud Africa, in Namibia, in Lesotho, in Swaziland e in Botswana.
NEC:NN/ VIS 20111017 (180)
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