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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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venerdì 30 novembre 2012

IL PAPA AI VESCOVI FRANCESI:L'IGNORANZA RELIGIOSA È UNO DEI GRANDI PROBLEMI DEL NOSTRO TEMPO

Città del Vaticano, 30 novembre 2012 (VIS).- “La Chiesa, in Francia, ha una lunga lista di santi, dottori, martiri e confessori della fede. Voi siete gli eredi di una grande esperienza umana e di una ricchezza spirituale immensa (…). Queste origini e questo passato glorioso, sempre presente nel nostro pensiero e tanto radicato nel nostro spirito, ci permettono di nutrire una grande speranza, allo stesso tempo forte ed audace, con riguardo alle sfide del terzo millennio, e di ascoltare le aspettative dell'umanità del nostro tempo, a cui solo Dio può dare una risposta soddisfacente”.

Con queste parole Benedetto XVI ha ricevuto il terzo gruppo di vescovi della Conferenza Episcopale di Francia al termine della loro visita “ad limina”. In questo contesto il Papa ha osservato che la Buona Novella che sono “responsabili di annunciare agli uomini di tutti i tempi, di tutte le lingue e culture, si può riassumere in poche parole: Dio è il creatore dell'uomo e suo figlio Gesù ci mostra il suo amore all'umanità: "Dio è amore", desidera la felicità delle sue creature, di tutti suoi figli. La Costituzione pastorale “Gaudium et spes” poneva le domande fondamentali dell'esistenza umana sul senso della vita e della morte, del male, della malattia e della sofferenza tanto presenti nel nostro mondo. Inoltre ricordava che, nella sua bontà paterna, Dio aveva voluto rispondere a tutte queste queste questioni e che Cristo ha fondato la sua Chiesa affinché tutti gli uomini potessero conoscerle. Per questo uno dei problemi più gravi del nostro tempo è quello dell'ignoranza religiosa in cui vivono molti uomini e donne, compresi i cattolici”.

Per questo motivo -ha proseguito- la nuova evangelizzazione in cui la Chiesa è fermamente impegnata (...) assume un'urgenza speciale. (...) Uno degli ostacoli più forti alla nostra missione pastorale è l'ignoranza del contenuto della fede. In realtà, si tratta di una doppia ignoranza: l'ignoranza della persona di Gesù Cristo e l'ignoranza della sublimità dei suoi insegnamenti, del loro valore universale e permanente nella ricerca del senso della vita e della felicità. Questa ignoranza, inoltre, porta le nuove generazioni all'incapacità di comprendere la storia e di sentirsi eredi di questa tradizione che ha modellato la vita, la società, l'arte e la cultura europea”.

La nuova evangelizzazione sarà efficace “se coinvolge in profondità le comunità e le parrocchie. I segni di vitalità e l'impegno dei laici nella società francese sono già una realtà incoraggiante (…). I laici sono il volto del mondo nella Chiesa e allo stesso tempo il volto della Chiesa nel mondo”. Benedetto XVI ha sottolineato, d'altra parte, che “la Chiesa in Europa e in Francia non può rimanere indifferente davanti alla diminuzione delle vocazioni e ordinazioni, e ad altri tipi di chiamata che Dio suscita nella Chiesa . Urge mobilitare tutte le energie disponibli, affinché i giovani possano ascoltare la voce del Signore. Dio chiama chi vuole e quando vuole. Tuttavia, le famiglie e le comunità cristiane continuano ad essere terreno particolarmente fertile”.

I giovani sono la speranza e il futuro della Chiesa e del mondo”, ha sottolineato il pontefice, passando, poi, a ricordare “l'importanza dell'educazione cattolica”. “Gli istituti cattolici - ha detto- occupano evidentemente il primo posto nel grande dialogo tra la fede e la cultura. L'amore per la verità che brilla in loro è, di per sè, evangelizzatore. Sono luoghi di apprendimento e di dialogo, come anche centri di ricerca che devono svilupparsi sempre di più ed essere sempre più ambiziosi”. Il Papa ha elogiato in questo senso le iniziative di alcune diocesi francesi che promuovono la conoscenza della teologia tra i giovani che studiano altre discipline. “La teologia -ha segnalato- è una fonte di saggezza, di allegria e di meraviglia che non si può limitare ai seminaristi, ai sacerdoti e alle persone consacrate”.

Benedetto XVI ha concluso il suo discorso parlando delle scuole cattoliche che “hanno dato forma alla vita cristiana e culturale” della Francia, e che oggi hanno “una responsabilità storica”. “È necessario trovare i cammini affinché la trasmissione della fede continui ad essere centrale nel loro progetto educativo (...) L'educazione nei valori cristiani dà le chiavi della cultura del vostro Paese. Aprendosi alla speranza e alla libertà genuina, continuerà a dare dinamismo e creatività. Il calore che apportiamo alla nuova evangelizzazione sarà il nostro migliore contributo al fiorire di una società umanitaria, e la migliore risposta alle sfide che pone a tutti il terzo millennio”.




CATTOLICI E ORTODOSSI: NON PERDERE LA MESSE A CAUSA DI DEBOLEZZE E DIVISIONI

Città del Vaticano, 30 novembre 2012 (VIS).-Nell'ambito del tradizionale scambio di Delegazioni per le rispettive feste dei Santi Patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei Santi apostoli Pietro e Paolo e il 30 novembre a Istanbul per la celebrazione di Sant’Andrea apostolo, il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha guidato quest’anno la delegazione della Santa Sede, che si è recata nella capitale turca per celebrare questa festività con il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.

La delegazione della Santa Sede, formata dal cardinal Koch, il vescovo Brian Farrell, monsignor Andrea Palmieri e il nunzio apostolico in Turchia, l'arcivescovo Antonio Lucibello, ha partecipato alla solenne Divina Liturgia, presidiata dal Patriarca di Constantinopoli, Bartolomeo I, nella chiesa patriarcale del Fanar. Poi, ha avuto luogo un incontro con il Patriarca e con la commissione sinodale incaricata delle relazioni con la Chiesa Cattolica.

Il cardinale Koch ha consegnato a Bartolomeo I un regalo e un messaggio del Santo Padre Benedetto XVI, che è stato letto alla conclusione della Divina Liturgia, e, successivamente, ha incontrato i rappresentanti della comunità cattolica locale e il comitato ecumenico del vicariato apostolico della Chiesa Cattolica di Istanbul.

Nel suo messaggio, il Papa ricorda che questo scambio annuale di delegazioni “testimonia concretamente il legame di vicinanza fraterna che ci unisce. È una comunione profonda e reale, anche se tuttavia imperfetta, che non ha radici umane di cortesia o di convenienza, ma radica nelle fede comune nel Signore Gesù Cristo (…). Posto questo fondamento così solido, possiamo andare avanti, insieme e con fiducia, sul cammino che porta al ristabilimento della piena comunione”.

Ai nostri giorni, la sfida più urgente, sulla quale siamo perfettamente d'accordo (…), è come far arrivare l'annuncio dell'amore misericordioso di Dio all'uomo della nostra epoca, tanto spesso distratto, e più o meno incapace di una riflessione profonda sul senso stesso dell'esistenza, occupato da progetti e utopie che non possono far altro che illuderlo. La Chiesa non ha altro messaggio che il “Vangelo di Dio” e nessun metodo al di fuori dell'annuncio apostolico, sostenuto e garantito dalla testimonianza della santità di vita dei pastori e del popolo di Dio. Il Signore Gesù ci ha detto che “la messe è molta” e “non possiamo accettare che si perda a causa delle nostre debolezze e divisioni”, afferma il Santo Padre.

SODDISFAZIONE DELLA SANTA SEDE PER LA RISOLUZIONE DELL'ONU RIGUARDO ALLA PALESTINA

Città del Vaticano, 30 novembre 2012 (VIS).-Offriamo di seguito la dichiarazione della Santa Sede sull'approvazione a maggioranza da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite della risoluzione, con cui la Palestina è diventata Stato osservatore non membro dell'ONU.

La Santa Sede ha seguito direttamente e con partecipazione i passi che hanno condotto a questa importante decisione, sforzandosi di rimanere al di sopra delle parti e di agire in linea con la propria natura religiosa e la missione universale che la caratterizza, nonché in considerazione della sua attenzione specifica alla dimensione etica delle problematiche internazionali”.

La Santa Sede ritiene inoltre che la votazione odierna debba essere inquadrata nei tentativi di dare una soluzione definitiva, con il sostegno della comunità internazionale, alla questione già affrontata con la Risoluzione 181 del 29 novembre 1947 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Tale documento pose la base giuridica per l’esistenza di due Stati, uno dei quali non è stato costituito nei successivi sessantacinque anni, mentre l’altro ha già visto la luce”.

Il 15 maggio 2009, partendo dall’aeroporto internazionale di Tel Aviv, al termine del Suo pellegrinaggio in Terra Santa, il Sommo Pontefice Benedetto XVI si espresse come segue: Non più spargimento di sangue! Non più scontri! Non più terrorismo! Non più guerra! Rompiamo invece il circolo vizioso della violenza. Possa instaurarsi una pace duratura basata sulla giustizia, vi sia vera riconciliazione e risanamento. Sia universalmente riconosciuto che lo Stato di Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il Popolo palestinese ha il diritto a una patria indipendente sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente. Che la “two-state solution” (la soluzione di due Stati) divenga realtà e non rimanga un sogno!”.

Sulla scia di tale appello, l’Ecc.mo Segretario per i Rapporti con gli Stati, Mons. Dominique Mamberti, intervenendo davanti all’Assemblea Generale del 2011, ha auspicato che gli Organi competenti delle Nazioni Unite adottassero una decisione che aiutasse a dare concreta attuazione a detto obiettivo”.

La votazione odierna manifesta il sentire della maggioranza della comunità internazionale e riconosce una presenza più significativa ai Palestinesi in seno alle Nazioni Unite. In pari tempo, è convinzione della Santa Sede che tale risultato non costituisca, di per sé, una soluzione sufficiente ai problemi esistenti nella Regione: ad essi, infatti, si potrà rispondere adeguatamente solo impegnandosi effettivamente a costruire la pace e la stabilità nella giustizia e nel rispetto delle legittime aspirazioni, tanto degli Israeliani quanto dei Palestinesi”.

Perciò la Santa Sede, a più riprese, ha invitato i responsabili dei due Popoli a riprendere i negoziati in buona fede e ad evitare di compiere azioni o di porre condizioni che contraddicano le dichiarazioni di buona volontà e la sincera ricerca di soluzioni che divengano fondamenta sicure di una pace duratura. Inoltre, la Santa Sede ha rivolto un pressante appello alla Comunità internazionale ad accrescere il proprio impegno e ad incentivare la propria creatività, per adottare adeguate iniziative che aiutino a raggiungere una pace duratura, nel rispetto dei diritti degli Israeliani e dei Palestinesi. La pace ha bisogno di decisioni coraggiose!”.

Considerato l’esito della votazione odierna all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e per incoraggiare la comunità internazionale, ed in particolare le Parti più direttamente interessate, ad un’azione incisiva in vista dei succitati obiettivi - la Santa Sede accoglie con favore la decisione dell’Assemblea Generale, con la quale la Palestina è diventata Stato Osservatore non membro delle Nazioni Unite. L’occasione è propizia per ricordare anche la posizione comune che la Santa Sede e l’OLP hanno espresso nel loro Basic Agreement del 15 febbraio 2000, volta a sostenere il riconoscimento di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la città di Gerusalemme, ai fini in particolare di preservare la libertà di religione e di coscienza, l’identità e il carattere di Gerusalemme quale Città Santa, e il rispetto e l’accesso ai Luoghi Santi situati in essa”.

RIUNIONE DELLA SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO

Città del Vaticano, 30 novembre 2012 (VIS).- Dal 7 al 28 ottobre ha avuto luogo la XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Per dare seguito alle riflessioni del Sinodo, il tema della nuova evangelizzazione per la transmissione della fede cristiana ha ispirato i lavori della seconda riunione del XIII Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, celebrata il 26 novembre 2012.

All'inizio della riunione, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, l'arcivescovo Nikola Eterovic ha fatto riferimento al mandato missionario di Gesù: "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura", come momento originario della predicazione del Vangelo, che conserva il suo perenne richiamo per tutta l’azione evangelizzatrice della Chiesa in ogni tempo.

"Secondo l’ordine del giorno il Segretario Generale ha presentato un’accurata e particolareggiata analisi degli argomenti emergenti dalle Proposizioni della recente XIII Assemblea sinodale., raggruppando in tre grandi sezioni i temi relativi alla trasmissione della fede nella nuova evangelizzazione.È poi seguita una discussione, dalla quale sono scaturiti utili elementi da sottoporre al Santo Padre Benedetto XVI in vista dell’Esortazione Postsinodale che l’Assemblea ha chiesto al Papa di promulgare."

"Il mandato missionario che il Signore rivolge agli apostoli tocca oggi l’impegno della Chiesa nella nuova evangelizzazione, con la quale si rivolge alla comunità umana universale, protagonista di mutamenti costanti nel processo di globalizzazione in un clima culturale e morale di secolarizzazione e agnosticismo. Tale situazione rappresenta anche una sfida e una possibilità per l’annuncio del Vangelo."

"La Chiesa svolge oggi questa opera di novità nell’annuncio attraverso tutti i soggetti responsabili, pastori e fedeli laici. E il Vangelo che annuncia coinvolge tutto l’uomo ed è destinato a ogni uomo: battezzati, credenti allontanatisi dalla pratica ecclesiale della fede, non credenti, indifferenti, credenti di altre confessioni cristiane, credenti di altre confessioni religiose, secondo il mandato del Signore Risorto”. La prossima riunione avrà luogo il 23-24 gennaio del 2013.

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL PAPA PER IL MESE DI DICEMBRE

Città del Vaticano, 30 novembre 2012 (VIS).-L'intenzione generale dell'apostolato della preghiera del Papa per il mese di dicembre è : “Perché in tutto il mondo i migranti siano accolti, specialmente dalle comunità cristiane, con generosità ed autentica carità”.

La sua intenzione missionaria è: “Perché Cristo si riveli a tutta l'umanità con la luce che emana da Betlemme e che si riflette sul volto della sua Chiesa”.

UDIENZA

Città del Vaticano, 30 novembre 2012 (VIS).-Il Santo Padre rivecerà questo pomeriggio in udienza l'arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 30 novembre 2012 (VIS).-Il Santo Padre ha nominato:

-Vescovo Anil Joseph Thomas Couto, fino ad oggi di Jullundur (India), come arcivescovo di Delhi (superficie 15.420; popolazione 19.633.000; cattolici 110.300; sacerdoti 362; religiosi 332) in India. Succede all'arcivescovo Vincent Michael Concessao, la cui rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi è stata accettata per limite di età.

- Vescovo Binay Kandulna, fino ad oggi ausiliare e amministratore apostolico di Ranchi (India) come vescovo di Khunti (superficie 3.765; popolazione 911.000; cattolici 90.672; sacerdoti 75; religiosi 196).

-Reverendo Francisco Caraballo Fermín come vescovo ausiliare di Maracaibo (superficie 11.365; popolazione 2.259.000; cattolici 2.096.000; sacerdoti 135; religiosi 303; diaconi permanenti 16) in Venezuela. Il vescovo eletto è nato nel 1965 a Puerto Ordaz (Venezuela) ed è stato ordinato sacerdote nel 1991. Ha ottenuto la licenza in Diritto Canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce (Roma) e si è specializzato in Diritto Cattolico e di Famiglia nella stessa università. È stato parroco di “Nuestra Señora de Fátima” e in “Nuestra Señora del Valle” a Puerto Ordaz; professore di Diritto Canonico nel Seminario Maggiore “El Buen Pastor de Ciudad Bolívar”, vicario generale e vicario giudiziale. Attualmente era parroco dei “Santissimi Pietro e Paolo” a Puerto Ordaz.

giovedì 29 novembre 2012

IL PAPA SU TWITTER

Città del Vaticano, 29 novembre 2012 (VIS).-Benedetto XVI entra in Twitter. Tutte le informazioni a riguardo saranno comunicate il prossimo lunedì, 3 dicembre, in una conferenza che avrà luogo nella Sala Stampa della Santa Sede e a cui parteciperanno l'arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, monsignor Paul Tighe, segretario dello stesso dicastero, padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il direttore de “L'Osservatore Romano”, Gian Maria Vian e il “Media advisor” della Segreteria di Stato, Greg Burke.

Si deve ricordare che il Papa ha utilizzato già una volta i 140 caratteri di Twitter, quando a giugno del 2011, ha lanciato il portale informativo del Vaticano www.news.va , con le parole: “Cari amici, ho appena dato l’avvio a www.news.va. Sia lodato Gesù Cristo! Con le mie preghiere e la mia benedizione, Benedictus XVI”.

ROAD MAP PER LA PASTORALE DELLA MIGRAZIONE IN EUROPA

Città del Vaticano, 29 novembre 2012 (VIS).-Con una “road map” della sezione per la pastorale dei migranti in Europa, si conclude, oggi, a Roma, la riunione della Commissione “Caritas in Veritate” del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE), di cui il tema è stato “Una pastorale di comunione per un'evangelizzazione rinnovata”.

Per tre giorni, dal 27 al 29 novembre, circa 40 vescovi e direttori nazionali della pastorale dei migranti della CCEE hanno discusso sull'impegno della Chiesa in Europa in questo ambito. “La crisi economica -ha spiegato padre Duarte da Cunha, segretario generale del CCEE- va a colpire soprattutto i più deboli e i migranti. Soprattutto quelli che sono dovuti migrare per povertà, sono i primi a soffrire delle conseguenze della crisi e a diventare sempre più fragili. La pastorale delle Chiese - ha detto ancora Duarte - che ha lo scopo di evangelizzare ma anche di creare comunità, si sente in qualche modo interpellata ad aiutare all’integrazione, a rafforzare i legami, ad accompagnare e sostenere le persone. Quelle che rimangono come i bambini lasciati dai genitori che sono emigrati in cerca di un lavoro. E quelle che partono.”

I lavori della commissione sono stati inaugurati dal cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti, dal presidente della sezione migrazioni di “Caritas in Veritate”, il cardinale Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria (Croazia), il presidente di affari sociali di questa stessa commissione, Monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste (Italia) e monsignor Paolo Schiavon, vescovo ausiliare di Roma (Italia) e presidente della Fondazione “Migrantes”.

Alcuni tra i temi trattati sono stati “La testimonianza della comunione ecclesiale per una nuova evangelizzazione”, presentato dall'arcivescovo Salvatore Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione; “Comunione e Pastorale: una visione della Chiesa Cattolica dell'Est”, a carico dell'arcivescovo Cyril Vasil, S.I. segretario della Congregazione per le Chiese Orientali; “Direttrici per una pastorale di comunione per le migrazioni”, esposto da padre Fabio Baggio, direttore del “Scalabrini International Migration Institute” e “Nuova evangelizzazione e mobilità umana”, di monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes.

In questo momento di crisi economica, -ha precisato Duarte da Cunha- non si possono separare l’aiuto sociale, la pastorale, l’evangelizzazione. La carità, l’advocacy politica, l’annuncio e la celebrazione della fede sono un unico impegno ed un’unica via di azione soprattutto per chi aiuta e sostiene l’accoglienza e il processo di integrazione dei migranti in Europa”.

ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 29 novembre 2012 (VIS).-Il Santo Padre ha nominato padre Radoslaw Zmitrowicz, O.M.I, come vescovo ausiliare di Kamyanets-Podilskyi (superficie 47.100, popolazione 2.982.200, cattolici 250.000, sacerdoti 158, religiosi 306) in Ucraina. Il vescovo eletto è nato nel 1962 a Gdansk (Polonia), ha pronunciato i voti perpetui come Missionario Oblato di Maria Immacolata nel 1987 ed è stato ordinato sacerdote nel 1989. Ha esercitato il suo ministero sacerdotale a Poznan e successivamente è stato educatore nel seminario minore della Congregazione dei Missionari Oblati a Markowice. Tra il 1997 e il 2000 è stato inviato in missione pastorale nel Turkmenistán. Nel 2000 è stato trasferito nella delegazione dei missionari oblati in Ucraina, dove è stato parroco di diverse parrocchie. Nel 2006 è stato designato Superiore della stessa delegazione, incarico che ha svolto fino ad oggi.

mercoledì 28 novembre 2012

PARLARE DI DIO NEL NOSTRO TEMPO

Città del Vaticano, 28 novembre 2012 (VIS).-“Come parlare di Dio agli uomini e alle donne del nostro tempo?Come comunicare il Vangelo, per aprire strade alla sua verità salvifica?”. Questi sono stati gli interrogativi a cui il Santo Padre ha voluto rispondere con la catechesi dell'udienza generale del mercoledì, che ha avuto luogo nell'Aula Paolo VI.

In Gesù di Nazaret -ha detto il Papa- noi incontriamo il volto di Dio, che è sceso dal suo Cielo per immergersi nel mondo degli uomini ed insegnare l’«arte di vivere», la strada della felicità; per liberarci dal peccato e renderci pienamente figli di Dio”.

Parlare di Dio -ha proseguito- vuol dire anzitutto avere ben chiaro ciò che dobbiamo portare agli uomini e alle donne del nostro tempo: Dio ha parlato con noi (...) non un Dio astratto, una ipotesi, ma un Dio concreto, un Dio che esiste, che è entrato nella storia ed è presente nella storia;il Dio di Gesù Cristo (...) come risposta alla domanda fondamentale del perché e del come vivere. Per questo, parlare di Dio richiede una continua crescita nella fede, una familiarità con Gesù e il suo Vangelo, una profonda conoscenza di Dio e una forte passione per il suo progetto di salvezza, senza cedere alla tentazione del successo (…). Occorre non temere l’umiltà dei piccoli passi e confidare nel lievito che penetra nella pasta e la fa crescere lentamente. Nel parlare di Dio, nell’opera di evangelizzazione, sotto la guida dello Spirito Santo, è necessario un recupero di semplicità, un ritornare all’essenziale dell’annuncio: la Buona Notizia del Dio concreto, che si interessa a noi,del Dio-Amore che si fa vicino a noi in Gesù Cristo fino alla Croce e che nella Risurrezione ci dona speranza e ci apre ad una vita che non ha fine, la vita eterna”.

Il Papa ha ricordato che “comunicare la fede, per san Paolo, quindi, non significa portare se stesso, ma dire apertamente e pubblicamente quello che ha visto e sentito nell’incontro con Cristo, quanto ha sperimentato nella sua esistenza ormai trasformata da quell’incontro. (...) L’Apostolo non si accontenta di proclamare delle parole, ma coinvolge tutta la propria esistenza nella grande opera della fede. Per parlare di Dio, bisogna fargli spazio, nella fiducia che è Lui che agisce nella nostra debolezza: fargli spazio senza paura, con semplicità e gioia, nella convinzione profonda che quanto più mettiamo al centro Lui e non noi, tanto più la nostra comunicazione sarà fruttuosa. E questo vale anche per le comunitá cristiane: esse sono chiamate a mostrare l'azione trasformante della grazia di Dio, superando individualismi, chiusure, egoismi, indifferenza e vivendo nei rapporti quotidiani l'amore di Dio (...) Dobbiamo metterci in motto per divenire sempre e realmente cosí, annunciatori di Cristo e non di noi stessi”.

A questo punto, ha proseguito, dobbiamo chiederci “come comunicava Gesù stesso. Gesù parla del Padre suo - lo chiama Abbà - e del Regno di Dio, con lo sguardo pieno di compassione per i disagi e le difficoltà dell’esistenza umana. La sua comunicazione è stata una continua educazione a chinarsi sull’uomo per condurlo a Dio. Dai Vangeli noi vediamo come Gesù si interessa di ogni situazione umana che incontra, si immerge nella realtà degli uomini e delle donne del suo tempo, con una fiducia piena nell’aiuto del Padre.(...) In Lui annuncio e vita si intrecciano: Gesù agisce e insegna, partendo sempre da un intimo rapporto con Dio Padre. Questo stile diventa un’indicazione essenziale per i cristiani: il nostro modo di vivere nella fede e nella carità diventa un parlare di Dio nell’oggi, perché mostra con un’esistenza vissuta in Cristo la credibilità di quello che diciamo con le parole. E in questo dobbiamo essere attenti a cogliere i segni dei tempi nella nostra epoca, ad individuare cioè le potenzialità, i desideri, gli ostacoli che si incontrano nella cultura attuale, in particolare il desiderio di autenticità, l’anelito alla trascendenza, la sensibilità per la salvaguardia del creato, e comunicare senza timore la risposta che offre la fede in Dio”.

Parlare di Dio, quindi, vuol dire far comprendere con la parola e con la vita che Dio non è il concorrente della nostra esistenza, ma piuttosto ne è il vero garante, il garante della grandezza della persona umana. Così ritorniamo all’inizio: parlare di Dio è comunicare, con forza e semplicità, con la parola e con la vita, ciò che è essenziale: il Dio di Gesù Cristo, quel Dio che ci ha mostrato un amore così grande da incarnarsi, morire e risorgere per noi; quel Dio che chiede di seguirlo e lasciarsi trasformare dal suo immenso amore per rinnovare la nostra vita e le nostre relazioni; quel Dio che ci ha donato la Chiesa, per camminare insieme e, attraverso la Parola e i Sacramenti, rinnovare l’intera Città degli uomini, affinché possa diventare Città di Dio”, ha concluso il Santo Padre.

APPELLO IN FAVORE DELLE TERAPIE CONTRO L'AIDS

Città del Vaticano, 28 novembre 2012 (VIS).-“Il prossimo 1 dicembre -ha detto il Papa dopo la catechesi dell'udienza generale- ricorre la Giornata Mondiale contro l’AIDS, iniziativa delle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione su una malattia che ha causato milioni di morti e tragiche sofferenze umane, accentuate nelle regioni più povere del mondo, che con grande difficoltà possono accedere a farmaci efficaci. In particolare, il mio pensiero va al grande numero di bambini che ogni anno contraggono il virus dalle proprie madri, nonostante vi siano terapie per impedirlo. Incoraggio le numerose iniziative che, nell’ambito della missione ecclesiale, sono promosse per debellare questo flagello.”

martedì 27 novembre 2012

IL CARDINAL TAURAN ALL'INAUGURAZIONE DEL KAICIID

Città del Vaticano, 27 novembre 2012 (VIS).-Il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso è intervenuto ieri, a Vienna, alla cerimonia inaugurale del Centro per il Dialogo Interreligioso e Interculturale Re Abdullah bin Abdulaziz (KAICIID). Il centro è una organizzazione indipendente, riconosciuta dall' ONU e fondata dall'Arabia Saudita, dall'Austria e dalla Spagna, a cui la Santa Sede aderisce in qualità di Osservatore Fondatore.

È mio onore portare a questa assemblea -ha detto il cardinale- i saluti di Sua Santità Papa Benedetto XVI, come i suoi più fervidi auguri per il successo dell'attività di questo Centro per il Dialogo”.

Siamo osservati -ha proseguito- Ognuno si aspetta dall'iniziativa di Sua Maestà Re Abdullah, supportata dai governi di Austria e Spagna, con l'assistenza della Santa Sede come Osservatore Fondatore, onestà apertura e credibilità”.

Il Centro presenta un'altra opportunità per aprire un dialogo su molti temi, tra cui quelli relativi ai diritti umani fondamentali, in particolare, alla libertà religiosa in tutte le sue forme, per ogni uomo, per ogni comunità, ovunque. A questo riguardo, voi capirete che la Santa Sede è particolarmente attenta alla sorte delle comunità cristiane nei Paesi, dove una tale libertà non è adeguatamente garantita. Informazione, nuove iniziative, aspirazioni e forse anche difetti, saranno portati alla nostra attenzione. Sarà, poi, compito del Centro -e, dove possibile con la cooperazione di altre organizzazioni- verificare la loro autenticità e agire di conseguenza, affinché i nostri contemporanei non siano privati della luce e delle proposte che la religione offre per la felicità di ogni essere umano”.

I credenti devono lavorare e sostenere tutto ciò che favorisce la persona umana nelle sue aspirazioni materiali, morali e religiose. Così sono richiesti tre atteggiamenti: Rispetto dell'altro nella sua specificità; conoscenza oggettiva reciproca della tradizioni religiosa di ognuno, specialmente attraverso l'educazione; collaborazione affinché il nostro pellegrinaggio verso la Verità sia realizzato nella libertà e nella serenità”.

Concludendo e citando Papa Benedetto XVI, vorrei assicurarvi la cooperazione della Chiesa Cattolica: Con la sua presenza, la sua preghiera e le sue diverse opere di misericordia, specialmente nel campo educativo e sanitario, desidera offrire ciò che ha di meglio. Vuole manifestarsi vicina a colui che si trova nel bisogno, a colui che cerca Dio» (Benedetto XVI, Viaggio Apostolico nel Benin, Cerimonia di benvenuto, 18 novembre 2011)”.

Credo -ha concluso il porporato- che dobbiamo lavorare in quello spirito di fratellanza e di amicizia”.

IN MEMORIAM

Città del Vaticano, 27 novembre 2012 (VIS).-Recentemente sono deceduti i seguenti prelati:

-Il Vescovo Patrick Ronald Cooney, emerito di Gaylord (Stati Uniti) il 15 ottobre a 78 anni.

-Il Vescovo René-Marie Ehouzou, C.I.M., di Porto Novo (Benin) il 17 ottobre a 68 anni.

- Vescovo Eduardo Herrera Riera, emerito di Carora (Venezuela) il 27 ottobre a 85 anni.

-Il Vescovo Henry Ernest Karlen C.M.M., emerito di Bulawayo (Zimbabwwe) il 28 ottobre a 90 anni.

-Il Vescovo Felix Eugenio Mkhori, emerito di Lilongwe (Malawi) il 27 ottobre a 81 anni.

-L'Arcivescovo George Riashi, B.C, emerito di Tripoli dei Greco-Melchiti (Libano) il 28 ottobre a 78 anni.

-Il Vescovo Odorico Leovigildo Saiz Pérez O.F.M., vicario apostolico emerito di Requena (Perú) il 14 ottobre a 100 anni.

-Il Vescovo Agostinhi José Sartori, emerito di Palmas-Francisco Beltrao (Brasil) il 6 giugno a 83 anni.

-Il Vescovo Jean-Pierre Urkia, MEP, vicario apostolico emerito di Pakse (Laos) il 21 dicembre 2011 a 93 anni.

-Il Vescovo Joseph B. Willigers, M.H.M, emerito di Jinja (Uganda) il 30 settembre a 81 anni.

-Il Vescovo Aloysius Balina, di Shinyanga (Tanzania) il 6 novembre a 67 anni.

-Il Vescovo Joseph Oliver Bowers, S.V.D. emerito di Saint John's-Basseterre (Isole Vergini, Antille britanniche) il 6 novembre a 102 anni.

-Il Vescovo Alfons Demming, ausiliare emerito di Munster (Germania) il 31 ottobre a 84 anni.

-Il Vescovo Michel Hrynchyshyn C.SS.R, esarca apostolico emerito della Francia per gli Ucraini il 12 novembre a 83 anni.

-Il Vescovo Luiz Eugenio Pérez, emerito di Jabotical (Brasil) il 14 novembre a 84 anni.

-L'Arcivescovo Faustino Sainz Muñoz, nunzio apostolico emerito in Gran Bretagna il 31 ottobre a 75 anni.

-Il Vescovo Patrick Francis Sheehan, O.S.A, emerito di Kano (Nigeria) l'8 novembre a 80 anni.

lunedì 26 novembre 2012

IL PAPA SALUTA I NUOVI CARDINALI

Città del Vaticano, 26 novembre 2012 (VIS).-I nuovi cardinali, creati nel concistoro di sabato 24 novembre, sono stati ricevuti questa mattina, insieme con i loro famigliari, dal Santo Padre nell' Aula Paolo VI.

Il Papa ha affermato che il concistoro si è caratterizzato per “l'intensa preghiera e la comunione profonda” ed è stato vissuto con la “consapevolezza di un evento che riguarda la Chiesa universale, chiamata ad essere segno di speranza per tutti i popoli”.

Successivamente, parlando in inglese, ha ricordato che “tanto nei dicasteri della Curia romana, come nel loro ministero nelle Chiese locali, sparse in tutto il mondo, i cardinali sono chiamati a condividere, in maniera speciale, la sollecitudine del Papa per la Chiesa Universale”.

In francese e attraverso il nuovo cardinale, il patriarca libanese Becharas Boutros Raï, ha voluto incoraggiare “la vita e la presenza dei cristiani in Medio Oriente, che devono poter vivere liberamente la loro fede”, e, allo stesso tempo, ha voluto lanciare ancora una volta “un appello insistente per la pace in questa regione”. “La Chiesa -ha detto- incoraggia tutti gli sforzi per la pace nel mondo e in Medio Oriente, pace che sarà effettiva solo se si basa sul rispetto autentico dell'altro”.

Si è rivolto, inoltre, in spagnolo, ai fedeli colombiani che hanno un nuovo cardinale, Rubén Salazar Gómez, incoraggiandoli “affinché avanzino nella pace e nella concordia attraverso il cammino della giustizia, della riconciliazione e della solidarietà”.

Alla fine, in italiano, ha invitato i cardinali a proseguire “fiduciosi e forti nella vostra missione spirituale e apostolica, mantenendo fisso lo sguardo su Cristo e rafforzando il vostro amore per la sua Chiesa. Questo amore lo possiamo imparare anche dai Santi, che sono la realizzazione più compiuta della Chiesa: essi l’hanno amata e, lasciandosi plasmare da Cristo, hanno speso totalmente la loro vita perché tutti gli uomini siano illuminati dalla luce di Cristo che splende sul volto della Chiesa”.

IL REGNO DI CRISTO NON È POTERE MONDANO, MA AMORE CHE SERVE

Città del Vaticano, 25 novembre 2012 (VIS).-Questa mattina alle 9.30, Benedetto XVI ha presieduto nella basilica di San Pietro la concelebrazione eucaristica con i sei nuovi cardinali creati nel concistoro del 24 novembre. All'inizio della Santa Messa, il cardinale James Michael Harvey, arciprete della basilica papale di San Paolo Fuori le Mura, il primo dei nuovi cardinali, ha salutato il Papa in nome di tutti i porporati.

Offriamo di seguito estratti dell'omelia pronunciata dal Santo Padre:

In quest’ultima domenica dell’anno liturgico la Chiesa ci invita a celebrare il Signore Gesù quale Re dell’universo. Ci chiama a rivolgere lo sguardo al futuro, o meglio in profondità, verso la meta ultima della storia, che sarà il regno definitivo ed eterno di Cristo (…). Nel brano evangelico che abbiamo ascoltato (…). Pilato chiede a Gesù: “Sei tu il re dei Giudei?”. Rispondendo a questa domanda, Gesù chiarisce la natura del suo regno e della sua stessa messianicità, che non è potere mondano, ma amore che serve”.

E’ chiaro che Gesù non ha nessuna ambizione politica. Dopo la moltiplicazione dei pani, la gente, entusiasmata dal miracolo, lo voleva prendere per farlo re, per rovesciare il potere romano e stabilire così un nuovo regno politico, che sarebbe stato considerato come il regno di Dio tanto atteso. Ma Gesù sa che il regno di Dio è di tutt’altro genere, non si basa sulle armi e sulla violenza. Ed è proprio la moltiplicazione dei pani che diventa, da un lato, segno della sua messianicità, ma, dall’altro, uno spartiacque nella sua attività: da quel momento il cammino verso la Croce si fa sempre più chiaro; lì, nel supremo atto di amore, risplenderà il regno promesso, il regno di Dio(...) Gesù (...) vuole (...)stabilire il suo regno non con le armi e la violenza, ma con l’apparente debolezza dell’amore che dona la vita. Il regno di Dio è un regno completamente diverso da quelli terreni”.
Ed è per questo che davanti ad un uomo indifeso, fragile, umiliato, come è Gesù un uomo di potere come Pilato rimane sorpreso (…). E pone una domanda che gli sarà sembrata paradossale: “Dunque tu sei re?”. (…) Ma Gesù risponde in modo affermativo: “Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità(...). Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. Gesù parla di re, di regno, ma il riferimento non è al dominio, bensì alla verità. Pilato non comprende: ci può essere un potere che non si ottiene con mezzi umani? Un potere che non risponda alla logica del dominio e della forza? Gesù è venuto per rivelare e portare una nuova regalità, quella di Dio; è venuto per rendere testimonianza alla verità di un Dio che è amore e che vuole stabilire un regno di giustizia, di amore e di pace. Chi è aperto all’amore, ascolta questa testimonianza e l’accoglie con fede, per entrare nel regno di Dio”.

Questa prospettiva la ritroviamo nella prima Lettura che abbiamo ascoltato. Il profeta Daniele predice il potere di un misterioso personaggio collocato tra cielo e terra (…). Questa visione del Profeta, una visione messianica, viene illuminata e trova la sua realizzazione in Cristo: il potere del vero Messia, potere che non tramonta mai e che non sarà mai distrutto, non è quello dei regni della terra che sorgono e cadono, ma è quello della verità e dell’amore”.

Nella seconda Lettura l’autore dell’Apocalisse afferma che anche noi partecipiamo alla regalità di Cristo (…). Anche qui è chiaro che si tratta di un regno fondato sulla relazione con Dio, con la verità, e non di un regno politico. Con il suo sacrificio, Gesù ci ha aperto la strada per un rapporto profondo con Dio: in Lui siamo diventati veri figli adottivi, siamo resi così partecipi della sua regalità sul mondo. Essere discepoli di Gesù significa, allora, non lasciarsi affascinare dalla logica mondana del potere, ma portare nel mondo la luce della verità e dell’amore di Dio(...). E’ un forte invito rivolto a tutti e a ciascuno: convertirsi sempre di nuovo al regno di Dio, alla signoria di Dio, della Verità, nella nostra vita”.

Cari e venerati Fratelli Cardinali – penso in particolare a quelli creati ieri – viene affidata questa impegnativa responsabilità: dare testimonianza al regno di Dio, alla verità. Ciò significa far emergere sempre la priorità di Dio e della sua volontà di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze. Fatevi imitatori di Gesù, il quale, davanti a Pilato, nella situazione umiliante descritta dal Vangelo, ha manifestato la sua gloria: quella di amare sino all’estremo, donando la propria vita per le persone amate. Questa è la rivelazione del regno di Gesù”.



ANCHE NELLE VICISSITUDINI DELLA STORIA SI COSTRUISCE IL REGNO DI DIO

Città del Vaticano, 25 novembre 2012 (VIS).-Al termine della concelebrazione eucaristica con i nuovi cardinali, il Santo Padre si è affacciato, com'è consuetudine, a mezzogiorno, alla finestra del suo studio, per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. Il Papa ha ricordato che la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo, che chiude l'anno liturgico, “riassume il mistero di Gesù “primogenito dei morti e dominatore di tutti i potenti della terra”.

Tutta la missione di Gesù e il contenuto del suo messaggio -ha detto- consistono nell’annunciare il Regno di Dio e attuarlo in mezzo agli uomini con segni e prodigi. “Ma – come ricorda il Concilio Vaticano II – innanzitutto il Regno si manifesta nella stessa persona di Cristo”, che lo ha instaurato mediante la sua morte in croce e la sua risurrezione, con cui si è manifestato quale Signore e Messia e Sacerdote in eterno. Questo Regno di Cristo è stato affidato alla Chiesa, che ne è “germe” ed “inizio” e ha il compito di annunciarlo e diffonderlo tra tutte le genti, con la forza dello Spirito Santo. Al termine del tempo stabilito, il Signore consegnerà a Dio Padre il Regno e gli presenterà tutti coloro che hanno vissuto secondo il comandamento dell’amore. Tutti noi siamo chiamati a prolungare l’opera salvifica di Dio convertendoci al Vangelo, ponendoci con decisione al seguito di quel Re che non è venuto per essere servito ma per servire e per dare testimonianza alla verità”.

In questa prospettiva Benedetto XVI ha invitato a pregare per i sei nuovi Cardinali creati ieri, “affinché lo Spirito Santo li rafforzi nella fede e nella carità e li ricolmi dei suoi doni, così che vivano la loro nuova responsabilità come un’ulteriore dedizione a Cristo e al suo Regno”.

La Vergine ci aiuti tutti a vivere il tempo presente in attesa del ritorno del Signore, chiedendo con forza a Dio: “Venga il tuo Regno”, e compiendo quelle opere di luce che ci avvicinano sempre più al Cielo, consapevoli che, nelle tormentate vicende della storia, Dio continua a costruire il suo Regno di amore”, ha concluso il Papa.

Dopo la preghiera mariana, Benedetto XVI ha segnalato che ieri, a Macas, in Ecuador, è stata proclamata Beata Maria Troncatti, religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nata in Val Camonica. La nuova beata fu infermiera durante la prima Guerra Mondiale, e partì poi per l’Ecuador, dove “si spese interamente al servizio delle popolazioni della selva, nell’evangelizzazione e nella promozione umana”.

UDIENZE

Città del Vaticano, 26 novembre 2012 (VIS).-Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza tredici presuli della Conferenza Episcopale di Francia, in Visita ad Limina Apostolorum”:

-Il Cardinale Philippe Barbarin, Arcivescovo di Lyon con i Vescovi Ausiliari: Mons. Jean Pierre Batut, e Mons. Patrick Le Gall.

-Il Monsignore Yves Boivineau, Vescovo di Annecy.

-Il Monsignore Philippe Ballot, Arcivescovo di Chambéry, Saint-Jean-de maurienne et Tarantaise.

-Il Monsignore Jean-Christophe Lagleize, Vescovo di Valence

-Il Monsignore François Blondel, Vescovo di Viviers

-Il Monsignore Pierre-Marie Carré, Arcivescovo di Montpellier con il Vescovo Ausiliare il Monsignore Claude-Joseph Azéma.

-Il Monsignore Alain Planet, Vescovo di Carcassonne et Narbonne.

-Il Monsignore François Jacolin, Vescovo di Mende.

-Il Monsignore Robert Wattebled, Vescovo di Nîmes.

-Il Monsignore André Marceau, Vescovo di Perpignan-Elne.

sabato 24 novembre 2012

NEL CONCISTORO IL PAPA SOTTOLINEA LA CATTOLICITÀ DELLA CHIESA

Città del Vaticano, 24 novembre 2012 (VIS).-Alle ore 11 di questa mattina, nella Basilica di San Pietro, Benedetto XVI ha presieduto il Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di 6 nuovi Cardinali: James Michael Harvey, Béchara Boutros Raï O.M.M, Baselios Cleemis Thottunkal, John Olorunfemi Onaiyekan, Rubén Salazar Gómez y Luis Antonio G. Tagle. Con i nuovi cardinali, il Collegio cardinalizio passa ad essere composto da 211 porporati, dei quali 120 sono elettori, cioè minori di 80 anni e, pertanto, partecipanti al conclave.

In apertura di Concistoro, dopo il saluto, l’orazione e la proclamazione del Vangelo, il Papa tiene la sua allocuzione.Quindi il Santo Padre legge la formula di creazione e proclama solennemente i nomi dei nuovi Cardinali, annunciandone l’Ordine presbiterale o diaconale.
Il Rito prosegue con la professione di fede dei nuovi Cardinali davanti al popolo di Dio e il giuramento di fedeltà e obbedienza al Papa e ai Suoi successori.

Successivamente, ognuno dei nuovi cardinali si avvicina al Santo Padre e si inginocchia dinanzi a lui per ricevere la Berretta cardinalizia. Il Papa ricorda loro che questo indica che devono essere pronti a comportarsi “con fortezza, fino all’effusione del sangue, per l’incremento della fede cristiana, per la pace e la tranquillità del popolo di Dio”. Consegna loro anche un anello, dicendo: “Sappi che con l’amore del Principe degli Apostoli si rafforza il tuo amore verso la Chiesa” ed assegna a ciascuno di loro una chiesa di Roma, come segno della partecipazione alla sollecitudine pastorale del Santo Padre nell'Urbe. Il Papa consegna la Bolla di creazione del cardinale, assegna il Titolo o la Diaconia di una Chiesa di Roma e scambia l'abbraccio di pace con i nuovi membri del Collegio Cardinalizio. I cardinali si scambiano tra loro lo stesso gesto. Il rito si conclude con la preghiera dei fedeli, la recita del Padrenostro e la benedizione finale.

Offriamo di seguito ampi estratti dell'allocuzione di Benedetto XVI:

Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica”. Queste parole, che tra poco pronunceranno solennemente i nuovi Cardinali, emettendo la professione di fede, fanno parte del simbolo niceno-costantinopolitano, la sintesi della fede della Chiesa che ognuno riceve al momento del Battesimo. Solo professando e custodendo intatta questa regola di verità siamo autentici discepoli del Signore. In questo Concistoro, vorrei soffermarmi in particolare sul significato del termine “cattolica”, che indica un tratto essenziale della Chiesa e della sua missione. (…) la Chiesa è cattolica perché Cristo abbraccia nella sua missione di salvezza tutta l’umanità. Mentre la missione di Gesù nella sua vita terrena era limitata al popolo giudaico, “alle pecore perdute della casa d’Israele”, era tuttavia orientata dall’inizio a portare a tutti i popoli la luce del Vangelo e a far entrare tutte le nazioni nel Regno di Dio”.

Questa prospettiva universalistica affiora, tra l’altro, dalla presentazione che Gesù fece di se stesso non solo come “Figlio di Davide”, ma quale “Figlio dell’uomo” (…). Gesù si serve di questa espressione ricca e complessa e la riferisce a Se stesso per manifestare il vero carattere del suo messianismo, come missione destinata a tutto l’uomo e ad ogni uomo, superando ogni particolarismo etnico, nazionale e religioso. Ed è proprio nella sequela di Gesù, nel lasciarsi attrarre dentro la sua umanità e dunque nella comunione con Dio che si entra in questo nuovo regno, che la Chiesa annuncia e anticipa, e che vince frammentazione e dispersione”.

Gesù poi invia la sua Chiesa non ad un gruppo, ma alla totalità del genere umano per radunarlo, nella fede, in un unico popolo al fine di salvarlo (…). L’universalità della Chiesa attinge quindi all’universalità dell’unico disegno divino di salvezza del mondo. Tale carattere universale emerge con chiarezza il giorno della Pentecoste, quando lo Spirito Santo ricolma della sua presenza la prima comunità cristiana, perché il Vangelo si estenda a tutte le nazioni e faccia crescere in tutti i popoli l’unico Popolo di Dio. (...) Da quel giorno la Chiesa con la “forza dello Spirito Santo”, secondo la promessa di Gesù, annuncia il Signore morto e risorto “a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”. La missione universale della Chiesa, pertanto, non sale dal basso, ma scende dall’alto, dallo Spirito Santo, e fin dal suo primo istante è orientata ad esprimersi in ogni cultura per formare così l’unico Popolo di Dio. Non è tanto una comunità locale che si allarga e si espande lentamente, ma è come un lievito che è orientato all’universale, al tutto, e che porta in se stesso l’universalità”.

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”. “Fate discepoli tutti i popoli”. Con queste parole Gesù invia gli Apostoli a tutte le creature, perché giunga dovunque l’azione salvifica di Dio (…), e donando loro una promessa e un compito: promette che saranno ricolmi della potenza dello Spirito Santo e conferisce loro l’incarico di testimoniarlo in tutto il mondo oltrepassando i confini culturali e religiosi entro cui erano abituati a pensare e a vivere, per aprirsi al Regno universale di Dio. E agli inizi del cammino della Chiesa, gli Apostoli e i discepoli partono senza alcuna sicurezza umana, ma con l’unica forza dello Spirito Santo, del Vangelo e della fede. È il fermento che si sparge nel mondo, entra nelle diverse vicende e nei molteplici contesti culturali e sociali, ma rimane un’unica Chiesa. Intorno agli Apostoli fioriscono le comunità cristiane, ma esse sono “la” Chiesa, che, a Gerusalemme, ad Antiochia o a Roma, è sempre la stessa, una e universale”.

Nel solco e nella prospettiva dell’unità e universalità della Chiesa si colloca anche il Collegio Cardinalizio: esso presenta una varietà di volti, in quanto esprime il volto della Chiesa universale. Attraverso questo Concistoro, in modo particolare, desidero porre in risalto che la Chiesa è Chiesa di tutti i popoli, e pertanto si esprime nelle varie culture dei diversi Continenti. È la Chiesa di Pentecoste, che nella polifonia delle voci innalza un unico canto armonioso al Dio vivente”.

TITOLI E DIACONIE DEI NUOVI CARDINALI

Città del Vaticano, 24 novembre 2012 (VIS).- Pubblichiamo di seguito l’elenco del Titolo o della Diaconia assegnati dal Santo Padre Benedetto XVI a ciascuno dei nuovi Cardinali nel momento della creazione nel Concistoro Ordinario Pubblico di questa mattina:

-Il cardinale James Michael Harvey, Diaconia di San Pio V a Villa Carpegna

-Il cardinale Béchara Boutros Raï, O.M.M.

-Il cardinale Baselios Cleemis Thottunkal, Titolo di San Gregorio VII

-Il cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, Titolo di San Saturnino

-Il cardinale Rubén Salazar Gómez, Titolo di San Gerardo Maiella

-Il cardinale Luis Antonio G. Tagle, Titolo di San Felice da Cantalice a Centocelle


UDIENZE

Città del Vaticano, 24 novembre 2012 (VIS).-Il Santo Padre riceve questo pomeriggio in udienza il cardinale Marc Ouellet, P.S.S, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 24 novembre 2012 (VIS).-Il Santo Padre ha nominato:

-Reverendo William Crean come vescovo di Cloyne (superficie 3.440, popolazione 164.500, cattolici 161.600, sacerdoti 118, religiosi 203) in Irlanda. Il vescovo eletto è nato nel 1951 a Tralee (Irlanda) ed è stato ordinato sacerdote nel 1976. Si è laureato in Teologia presso l'Università Gregoriana a Roma e ha svolto, tra gli altri, gli incarichi di professore e direttore diocesano. È stato parroco di Killorglin e Castlegregory e attualmente è parroco e vicario foraneo di Cahersiveen.

-Monsignor Krzysztof Jakub Wetrowski come vescovo ausiliare di Gniezno (superficie 8.122, popolazione 669.431, cattolici 651.692, sacerdoti 539, religiosi 331) in Polonia. Il vescovo eletto è nato nel 1963 a Gniezno (Polonia) ed è stato ordinato sacerdote nel 1988. È dottore in Diritto Canonico presso l'Università di Lublino (Polonia) e ha svolto, tra gli altri, gli incarichi di professore, cerimoniere, giudice del tribunale metropolitano e cancelliere della curia. Attualmente è vicario generale di Gniezno.

-Membri del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi il cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per la Evangelizzazione dei Popoli e l'arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

-Membri del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali il cardinale Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara (Messico) e l'arcivescovo José Horacio Gómez, de Los Angeles (USA).

-Padre abate Michael John Zielinski O.S.B., Oliv, come Capo Ufficio nella Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

-Padre Edmondo Caruana O.Carm, come Capo Ufficio nell'Ufficio Editoriale della Libreria Editrice Vaticana. Padre Caruana è stato fino ad ora Officiale della medesima Libreria.

venerdì 23 novembre 2012

LA CHIESA È VICINA ALLA GENTE DI MARE

Città del Vaticano, 23 novembre 2012 (VIS).-”Sin dagli albori del Cristianesimo, il mondo marittimo è stato veicolo efficace di evangelizzazione. Gli Apostoli e i discepoli di Gesù ebbero la possibilità di andare in tutto il mondo e predicare il Vangelo ad ogni creatura anche grazie alla navigazione marittima; pensiamo solo ai Viaggi di San Paolo. In tal modo essi iniziarono il cammino per diffondere la Parola di Dio “sino agli estremi confini della terra”.

Con queste parole Benedetto XVI ha accolto questa mattina i partecipanti al XXIII Congresso Mondiale dell'Apostolato del Mare, organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Migranti e gli Itineranti e, tra gli altri, sono stati toccati i temi dell'annuncio del Vangelo ad un numero sempre più alto di marittimi appartenenti alle Chiese Orientali, l'assistenza ai cristiani e ai non credenti e l'intensificazione della collaborazione ecumenica e interreligiosa.

Anche oggi -ha detto il Papa- la Chiesa solca i mari per portare il Vangelo a tutte le nazioni, e la vostra capillare presenza negli scali portuali del mondo, le visite che fate quotidianamente sulle navi attraccate nei porti e l’accoglienza fraterna nelle ore di sosta degli equipaggi, sono il segno visibile della sollecitudine verso quanti non possono ricevere una cura pastorale ordinaria. Questo mondo del mare, nel continuo peregrinare di persone, oggi deve tenere conto dei complessi effetti della globalizzazione e, purtroppo, si trova a dover affrontare anche situazioni di ingiustizia, specialmente quando gli equipaggi sono soggetti a restrizioni per scendere a terra, quando vengono abbandonati insieme alle imbarcazioni su cui lavorano, quando cadono sotto la minaccia della pirateria marittima o subiscono i danni della pesca illegale. La vulnerabilità dei marittimi, pescatori e naviganti, deve rendere ancora più attenta la sollecitudine della Chiesa e stimolare la materna cura che, attraverso di voi, manifesta a tutti coloro che incontrate nei porti o sulle navi, o assistete a bordo nei lunghi mesi d’imbarco”.

Benedetto XVI ha parlato, poi, di coloro che lavorano nel settore della pesca e delle loro famiglie, sottolineando come si trovino, più di altri, a fronteggiare “le difficoltà del presente e vivono l’incertezza del futuro, segnato dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici e dall’eccessivo sfruttamento delle risorse”. “A voi pescatori, che cercate condizioni di lavoro dignitose e sicure, salvaguardando il valore della famiglia, la tutela dell’ambiente e la difesa della dignità di ogni persona, vorrei assicurare la vicinanza della Chiesa”.

Infine, citando il decreto “Ad gentes” del Concilio Vaticano II sull'attività missionaria della Chiesa, ha esortato quanti lavorano in “in prima linea nell’evangelizzazione di tanti uomini e donne di diverse nazionalità che transitano nei vostri porti” ad essere “apostoli fedeli alla missione di annunciare il Vangelo” e a “manifestare il volto premuroso della Chiesa che accoglie e si fa vicina anche a questa porzione del Popolo di Dio, rispondete senza esitare alla gente di mare, che vi attende a bordo per colmare le profonde nostalgie dell’anima e sentirsi parte attiva della comunità”.

LA SANTA SEDE ADERISCE COME OSSERVATORE FONDATORE AL CENTRO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO E INTERCULTURALE RE ABDULLAH BIN ABDULAZIZ

Città del Vaticano, 23 novembre 2012 (VIS).-Il prossimo lunedì, 26 novembre, sarà inaugurato a Vienna il “Centro Internazionale per il Dialogo Interreligioso e Interculturale Re Abdullah Bin Abdulaziz” (KAICIID)che – come dice il nome stesso – risale all’iniziativa del Re d’Arabia e ha tre “Stati Fondatori”: il Regno dell’Arabia Saudita, la Repubblica dell’Austria e il Regno di Spagna. La Santa Sede, da parte sua, ha accolto l’invito di aderire nella qualità di “Osservatore Fondatore”, e una sua qualificata delegazione sarà presente alla cerimonia di inaugurazione.

Con l'occasione, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, S.I., ha specificato quanto segue:

Il Centro che sarà inaugurato lunedì a Vienna è una nuova istituzione finalizzata a favorire il dialogo fra le religioni e le culture. Tale finalità è sempre da vedere con favore nell’ottica della comprensione e della convivenza pacifica fra i popoli, che è un’urgenza fondamentale per l’umanità di oggi e di domani. Di questa finalità, il Re d’Arabia Abdullah Bin Abdulaziz aveva parlato al Santo Padre nel corso dell’incontro che ebbe luogo – come si ricorderà - il 6 novembre 2007 in Vaticano”.

E’ importante osservare che il nuovo Centro non si qualifica come una istituzione propria del Regno dell’Arabia Saudita, ma come Organizzazione internazionale indipendente, riconosciuta dalle Nazioni Unite, e costituita da tre Stati Fondatori, due dei quali con antiche tradizioni cristiane. Si tratta quindi di un’opportunità e di uno spazio di dialogo, di cui è giusto trarre vantaggio e in cui è bene essere presenti per mettere ulteriormente a frutto l’esperienza e l’autorevolezza della Santa Sede nel campo del dialogo interreligioso. Lo status di Osservatore Fondatore è il più adatto a garantire tale presenza, rispettando la natura propria della Santa Sede e consentendole di esprimere le proprie aspettative”.

La Chiesa Cattolica è presente tra le diverse religioni e comunità religiose del Board of Directors, che si qualifica come il motore delle iniziative del Centro, e a rappresentarla sarà fin dall’inizio P. Miguel Ayuso Guixot, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Ciò costituisce un’occasione importante per presentare in una sede di alto livello culturale e internazionale la visione della Chiesa sul dialogo, sulla persona umana e la sua vocazione, sull’etica e sulla religione, sui rapporti sociali, sulla giustizia e la pace. Certamente, ciò già avveniva e avviene in molte sedi e in molte diverse occasioni, ma la varietà e il pluralismo del mondo di oggi richiedono di moltiplicare le direzioni e le occasioni in cui sviluppare il ruolo attivo e propositivo della Chiesa ogni volta che ciò si manifesta possibile”.

Naturalmente, la Santa Sede, in quanto Osservatore Fondatore, non mancherà di mettere in luce le proprie preoccupazioni per il rispetto effettivo dei diritti fondamentali dei cristiani che vivono in Paesi a maggioranza musulmana, al fine di promuovere la libertà religiosa nelle sue diverse espressioni. Il nuovo Centro di Vienna offrirà in tal modo uno spazio idoneo affinché tali istanze trovino modo di essere manifestate ed ascoltate, e i problemi che affioreranno trovino le opportune soluzioni”.

UDIENZE

Città del Vaticano, 23 novembre 2012 (VIS).-Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Udienza:

-Il Sig. Michel Sleiman, Presidente de la República del Líbano

-Otto presuli della Conferenza Episcopale di Francia in Visita “ad Limina Apostolorum”:


-Il Monsignore Pascal Roland, Vescovo di Belley-Ars;

-Il Monsignore Guy de Kerimel, Vescovo di Grenoble-Vienne;

-Il Monsignore Dominique Lebrun, Vescovo di Saint-Etienne;

-Il Monsignore Bernard Barsi, Arcivescovo di Monaco (Principato di Monaco)

-Il Monsignore Hippolyte Simon, Arcivescovo di Clermont;

-Il Monsignore Henri Brincard, Vescovo di Le Puy-en-Velay;

-Il Monsignore Bruno Grua, Vescovo di Saint-Flour;

- Il Reverendo Jean-Pierre Millet, Amministratore Diocesano di Moulins.


Il Santo Padre riceve questo pomeriggio in Udienza il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 23 novembre 2012 (VIS).-Il Santo Padre ha nominato:

-Reverendo Padre Jacek Pyl, OMI, come vescovo ausiliare della diocesi di Odessa-Simferopol (superficie 113.363, popolazione 10.052.000, cattolici 18. 211, sacerdoti 52, religiosi 65) in Ucraina. Il Vescovo eletto è nato a Garwolin (Polonia). Ha pronunciato i voti perpetui nel 1986 ed è stato ordinato sacerdote nel 1988. È stato aiutante del maestro dei novizi della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata a Swiety Krzyz, Polonia. Dal 1990 esercita il suo ministero pastorale in Ucraina, dove dal 1997 al 2003 è stato per tre mandati consecutivi Superiore della delegazione dei Missionari Oblati. Attualmente è parroco di San Michele Arcangelo a Tyvriv, diocesi di Kyiv-Zhytomyr.

-Arcivescovo James Michael Harvey come arciprete della basilica papale di San Paolo fuori Le Mura. Il nuovo arciprete è stato fino ad ora Prefetto della Casa Pontificia.

AVVISO

Città del Vaticano, 23 novembre 2012 (VIS).-Informiamo i nostri lettori che domani, sabato 24 novembre, il Vatican Information Service trasmetterà il bollettino a motivo del concistoro per la creazione di nuovi cardinali.

giovedì 22 novembre 2012

UDIENZA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI HAÏTI

Città del Vaticano, 22 novembre 2012 (VIS).-Il Presidente della Repubblica di Haïti, Michel Joseph Martelly, è stato ricevuto in udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano da Sua Santità Benedetto XVI e, successivamente, si è incontrato con Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da S.E. Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Durante i cordiali colloqui, sono state passate in rassegna le buone relazioni esistenti fra la Santa Sede e lo Stato. Si è quindi ricordato il particolare contributo offerto dalla Chiesa, tramite le sue istituzioni educative, sociali e caritative, particolarmente durante il terremoto che ha colpito il popolo haitiano e nella fase di ricostruzione del Paese. Nel corso della conversazione ci si è infine soffermati sull’importanza di continuare a collaborare per lo sviluppo armonico della società haitiana.

BENEDETTO XVI: LA RIABILITAZIONE DEL DETENUTO È LA FUNZIONE CULMINANTE DEL SISTEMA PENALE

Città del Vaticano, 22 novembre 2012 (VIS).-Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina i partecipanti alla XVII Conferenza dei direttori delle amministrazioni penitenziarie del Consiglio d'Europa.

Nel discorso che ha pronunciato per loro, il Santo Padre ha osservato come “i temi della giustizia penale sono continuamente all’attenzione dell’opinione pubblica e dei governi, particolarmente in un tempo in cui le differenze economiche e sociali ed il crescente individualismo alimentano le radici della criminalità”. Ma, ha puntualizzato, “la tendenza, però, è di restringere il dibattito solo al momento legislativo della disciplina dei reati e delle sanzioni o al momento processuale(...). Minore attenzione viene invece prestata alla modalità di esecuzione delle pene detentive, in relazione alla quale al parametro della “giustizia”, deve essere accostato come essenziale quello del rispetto della dignità e dei diritti dell’uomo. Ma anche questo parametro, benché indispensabile ed in molti Paesi, purtroppo, ancora lontano dall’essere conseguito, non può essere considerato sufficiente, proprio al fine di tutelare in modo integrale i diritti della persona”.

Occorre impegnarsi -ha sottolineato- in concreto e non solo come affermazione di principio, per una effettiva rieducazione della persona, richiesta sia in funzione della dignità sua propria, sia in vista del suo reinserimento sociale. Affinché la giustizia umana possa, in questo campo, guardare alla giustizia divina ed esserne orientata, è necessario che la funzione rieducativa della pena non sia considerata un aspetto accessorio e secondario del sistema penale, ma, al contrario, momento culminante e qualificante”.

Quando si tratta di “fare giustizia” non basta cioè che colui che è riconosciuto colpevole di un reato venga semplicemente punito; occorre che, nel punirlo, si faccia tutto ciò che è possibile per correggere e migliorare l’uomo. Quando ciò non accade la giustizia non è realizzata in senso integrale. In ogni caso ci si deve impegnare per evitare che una detenzione fallita nella funzione rieducativa divenga una pena diseducativa, che, paradossalmente, accentua, invece di contrastare, l’inclinazione a delinquere e la pericolosità sociale della persona”.

Il Papa ha ricordato ai direttori delle prigioni e a quanti collaborano con loro nell'ambito giudiziale e sociale, che possono contribuire “in modo significativo a promuovere questa “più vera” giustizia, “aperta alla forza liberatrice dell’amore”.(...) Il contatto con coloro che hanno commesso colpe da espiare e l’impegno richiesto per ridare dignità e speranza a chi spesso ha già sofferto l’emarginazione ed il disprezzo richiamano la missione stessa di Cristo, il quale è venuto a chiamare non i giusti, ma i peccatori, destinatari privilegiati della misericordia di Dio”.

Ogni uomo -ha sottolineato- è chiamato a diventare custode del proprio fratello, superando così l’indifferenza omicida di Caino; a voi in particolare è chiesto di custodire coloro che, nelle condizioni della detenzione, possono più facilmente smarrire il senso della vita ed il valore della dignità personale, cedendo alla sfiducia ed alla disperazione. Il profondo rispetto della persona, l’operare per la riabilitazione del carcerato, il creare una vera comunità educativa, si rendono ancora più urgenti considerando anche la crescente presenza di “detenuti stranieri”, spesso in situazioni difficili e di fragilità”.

Molto importante in questo senso – ha indicato il Santo Padre- è la promozione di attività di evangelizzazione e di assistenza spirituale, capaci di destare nel detenuto gli aspetti più nobili e profondi, risvegliando in lui l’entusiasmo per la vita e il desiderio di bellezza propri di chi riscopre di portare impressa in sé, in modo indelebile, l’immagine di Dio”.
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