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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 22 novembre 2012

UDIENZA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI HAÏTI

Città del Vaticano, 22 novembre 2012 (VIS).-Il Presidente della Repubblica di Haïti, Michel Joseph Martelly, è stato ricevuto in udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano da Sua Santità Benedetto XVI e, successivamente, si è incontrato con Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da S.E. Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Durante i cordiali colloqui, sono state passate in rassegna le buone relazioni esistenti fra la Santa Sede e lo Stato. Si è quindi ricordato il particolare contributo offerto dalla Chiesa, tramite le sue istituzioni educative, sociali e caritative, particolarmente durante il terremoto che ha colpito il popolo haitiano e nella fase di ricostruzione del Paese. Nel corso della conversazione ci si è infine soffermati sull’importanza di continuare a collaborare per lo sviluppo armonico della società haitiana.

BENEDETTO XVI: LA RIABILITAZIONE DEL DETENUTO È LA FUNZIONE CULMINANTE DEL SISTEMA PENALE

Città del Vaticano, 22 novembre 2012 (VIS).-Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina i partecipanti alla XVII Conferenza dei direttori delle amministrazioni penitenziarie del Consiglio d'Europa.

Nel discorso che ha pronunciato per loro, il Santo Padre ha osservato come “i temi della giustizia penale sono continuamente all’attenzione dell’opinione pubblica e dei governi, particolarmente in un tempo in cui le differenze economiche e sociali ed il crescente individualismo alimentano le radici della criminalità”. Ma, ha puntualizzato, “la tendenza, però, è di restringere il dibattito solo al momento legislativo della disciplina dei reati e delle sanzioni o al momento processuale(...). Minore attenzione viene invece prestata alla modalità di esecuzione delle pene detentive, in relazione alla quale al parametro della “giustizia”, deve essere accostato come essenziale quello del rispetto della dignità e dei diritti dell’uomo. Ma anche questo parametro, benché indispensabile ed in molti Paesi, purtroppo, ancora lontano dall’essere conseguito, non può essere considerato sufficiente, proprio al fine di tutelare in modo integrale i diritti della persona”.

Occorre impegnarsi -ha sottolineato- in concreto e non solo come affermazione di principio, per una effettiva rieducazione della persona, richiesta sia in funzione della dignità sua propria, sia in vista del suo reinserimento sociale. Affinché la giustizia umana possa, in questo campo, guardare alla giustizia divina ed esserne orientata, è necessario che la funzione rieducativa della pena non sia considerata un aspetto accessorio e secondario del sistema penale, ma, al contrario, momento culminante e qualificante”.

Quando si tratta di “fare giustizia” non basta cioè che colui che è riconosciuto colpevole di un reato venga semplicemente punito; occorre che, nel punirlo, si faccia tutto ciò che è possibile per correggere e migliorare l’uomo. Quando ciò non accade la giustizia non è realizzata in senso integrale. In ogni caso ci si deve impegnare per evitare che una detenzione fallita nella funzione rieducativa divenga una pena diseducativa, che, paradossalmente, accentua, invece di contrastare, l’inclinazione a delinquere e la pericolosità sociale della persona”.

Il Papa ha ricordato ai direttori delle prigioni e a quanti collaborano con loro nell'ambito giudiziale e sociale, che possono contribuire “in modo significativo a promuovere questa “più vera” giustizia, “aperta alla forza liberatrice dell’amore”.(...) Il contatto con coloro che hanno commesso colpe da espiare e l’impegno richiesto per ridare dignità e speranza a chi spesso ha già sofferto l’emarginazione ed il disprezzo richiamano la missione stessa di Cristo, il quale è venuto a chiamare non i giusti, ma i peccatori, destinatari privilegiati della misericordia di Dio”.

Ogni uomo -ha sottolineato- è chiamato a diventare custode del proprio fratello, superando così l’indifferenza omicida di Caino; a voi in particolare è chiesto di custodire coloro che, nelle condizioni della detenzione, possono più facilmente smarrire il senso della vita ed il valore della dignità personale, cedendo alla sfiducia ed alla disperazione. Il profondo rispetto della persona, l’operare per la riabilitazione del carcerato, il creare una vera comunità educativa, si rendono ancora più urgenti considerando anche la crescente presenza di “detenuti stranieri”, spesso in situazioni difficili e di fragilità”.

Molto importante in questo senso – ha indicato il Santo Padre- è la promozione di attività di evangelizzazione e di assistenza spirituale, capaci di destare nel detenuto gli aspetti più nobili e profondi, risvegliando in lui l’entusiasmo per la vita e il desiderio di bellezza propri di chi riscopre di portare impressa in sé, in modo indelebile, l’immagine di Dio”.

IL PAPA: LA BELLEZZA DELLA FEDE NON È DI OSTACOLO ALLA CREAZIONE ARTISTICA

Città del Vaticano, 22 novembre 2012 (VIS).-Nel pomeriggio di ieri, presso l’Aula Magna del Palazzo San Pio X, si è tenuta la XVII Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie, il cui tema questa volta è stato: "Pulchritudinis fidei testis. L’artista, come la Chiesa, testimone della bellezza della fede". Nel corso della seduta, aperta dal cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha letto un messaggio che Benedetto XVI aveva indirizzato ai partecipanti.

Nel testo, il Papa riafferma “la volontà della Chiesa di ritrovare la gioia della riflessione comune e di un’azione concorde, al fine di rimettere nuovamente al centro dell’attenzione, sia della Comunità ecclesiale, sia della società civile e del mondo della cultura, il tema della bellezza”.

La bellezza “dovrebbe tornare a riaffermarsi e a manifestarsi in tutte le espressioni artistiche, senza però prescindere dall’esperienza di fede, anzi, confrontandosi liberamente e apertamente con essa, per trarne ispirazione e contenuto. La bellezza della fede, infatti, non può mai essere ostacolo alla creazione della bellezza artistica, perché ne costituisce in qualche modo la linfa vitale e l’orizzonte ultimo. Il vero artista, infatti, definito dal Messaggio conciliare "custode della bellezza del mondo", grazie alla sua particolare sensibilità estetica e al suo intuito può cogliere e accogliere più in profondità di altri la bellezza propria della fede, e quindi riesprimerla e comunicarla con il suo stesso linguaggio”.

In questo senso -sottolinea- possiamo allora parlare dell’artista anche come testimone, in qualche modo privilegiato, della bellezza della fede. Egli così può partecipare, con il proprio specifico e originale contributo, alla stessa vocazione e missione della Chiesa, in particolare quando, nelle diverse espressioni dell’arte, voglia o sia chiamato a realizzare opere d’arte direttamente collegate all’esperienza di fede e al culto, all’azione liturgica della Chiesa”.

Nell'Anno della Fede, il Papa invita tutti gli artisti cristiani e tutti coloro che si aprono al dialogo con la fede, a far sì che il loro percorso artistico diventi “un itinerario integrale, in cui tutte le dimensioni dell’esistenza umana siano coinvolte, così da testimoniare efficacemente la bellezza della fede in Cristo Gesù, immagine della gloria di Dio che illumina la storia dell’umanità”.

La seduta si è conclusa con la consegna del Premio delle Accademie Pontificie, dedicato quest'anno alle arti, in particolar modo alla pittura e alla scultura, e di cui sono stati vincitori la scultrice polacca Anna Gulak, e il pittore spagnolo David Ribes López. La Medaglia del Pontificato è stata consegnata allo scultore italianoal giovane scultore italiano Jacopo Cardillo.

UDIENZE

Città del Vaticano, 22 novembre 2012 (VIS).- Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza quattro presuli della Conferenza Episcopale di Francia, in Visita “ad Limina Apostolorum”:

-Il Monsignore Roland Minnerath, Arcivescovo di Dijon;

- Il Monsignore Benoît Rivière, Vescovo di Autun;

-Il Monsignore Thierry Brac de la Perrière, Vescovo di Nevers;

-Il Monsignore Yves Patenôtre, Arcivescovo di Sens; Prelato della “Mission de France” o Pontigny.

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