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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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giovedì 31 gennaio 2013

SANTA SEDE E STATO DI PALESTINA SI ESAMINA PROGETTO DI ACCORDO

Città del Vaticano, 31 gennaio 2013 (VIS). In seguito ai negoziati bilaterali che si sono svolti negli anni passati con l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (O.L.P.), si è tenuto un incontro ufficiale a Ramallah il 30 gennaio 2013, presso il Ministero degli Affari Esteri dello Stato di Palestina.

Il colloqui sono stati guidati dal Dottor Riad Al-Malki, Ministro degli Affari Esteri dello Stato della Palestina e dal Monsignor Ettore Balestrero, Sotto-Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati.

Le Parti hanno avuto uno scambio di vedute sulla bozza d'accordo in esame, in particolare sul "Preambolo" e sul "Capitolo I" di detto Accordo. I colloqui si sono realizzati in un'atmosfera aperta e cordiale, espressione dei buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina. Le Delegazioni hanno espresso l'augurio che i negoziati siano accelerati e giungano ad una rapida conclusione. È stato così concordato che si riunirà un gruppo tecnico congiunto per darvi seguito.

È stata espressa gratitudine per il contributo della Santa Sede di 100.000 euro per il restauro del tetto della Basilica della Natività a Betlemme.

CULTURE GIOVANILI EMERGENTI: TEMA DELLA PLENARIA ANNUALE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA

Città del Vaticano, 31 gennaio 2013 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, si è svolta la presentazione dell'Assemblea Plenaria annuale del Pontificio Consiglio della Cultura dedicata al tema: "Culture giovanili emergenti", in programma dal 6 al 9 febbraio. Alla Conferenza Stampa sono intervenuti il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il Vescovo Carlos Alberto de Pinho Moreira Azevedo, Delegato del medesimo Dicastero, il Padre Enzo Fortunato, O.F.M.Conv., Direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi e due rappresentanti della gioventù, l'italiano Alessio Antonielli e il malgascio Farasoa Mihaja Bemahazaka.

Nel discorso pronunciato pochi giorni fa nel convento di San Francesco di Assisi per la presentazione dell'Assemblea Plenaria, il Cardinale Ravasi ha affermato che la cultura giovanile è il suo campo di interesse privilegiato e scrive in merito: "Il loro passeggiare per le strade con l’orecchio otturato dalla cuffia delle loro musiche segnala che sono 'sconnessi' dall’insopportabile complessità sociale, politica, religiosa che abbiamo creato noi adulti. In un certo senso calano una visiera per autoescludersi anche perché noi li abbiamo esclusi con la nostra corruzione e incoerenza, col precariato, la disoccupazione, la marginalità. E qui dovrebbe affiorare un esame di coscienza nei genitori, nei maestri, nei preti, nella classe dirigente. La 'diversità' dei giovani, infatti, non è solo negativa ma contiene semi sorprendenti di fecondità e autenticità. Pensiamo alla scelta per il volontariato da parte di un largo orizzonte di giovani, pensiamo alla loro passione per la musica, per lo sport, per l’amicizia, che è un modo per dirci che l’uomo non vive di solo pane; pensiamo alla loro originale spiritualità, sincerità, libertà nascosta sotto una coltre di apparente indifferenza".

"Per questi e tanti altri motivi - ha concluso il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura - mi interesso dei giovani che sono il presente (e non solo il futuro) dell’umanità; dei cinque miliardi di persone che vivono nei paesi in via di sviluppo più della metà sono minori di 25 anni (l’85% dei giovani di tutto il mondo). Ed è per questo che, abbandonando le pur necessarie analisi oggettive socio-psicologiche sulla fede nei giovani, ossia sul senso della presenza religiosa in essi, preferirei puntare sulla fede nei giovani, cioè sulla fiducia nelle loro potenzialità, pur sepolte sotto quelle differenze che a prima vista mi impressionano".

Il Vescovo Azevedo, nel suo intervento ha illustrato il programma dell'Assemblea Plenaria specificando che l'obiettivo è quello di "indagare, con oggettività, il fenomeno nuovo, complesso e frammentato delle culture giovanili, con l’aiuto di esperti e ascoltando il parere dei membri e dei consultori del Pontificio Consiglio della Cultura. Soltanto l’apertura sarà pubblica, presso l’Aula Magna della LUMSA, con la novità di un piccolo concerto di musica rock, che precederà la prima conferenza. (...) Nel Documento con la traccia di lavoro, l’Instrumentum laboris, inviato a tutti i partecipanti, si chiarisce la nostra prospettiva di analisi culturale delle trasformazioni negli adolescenti e nei giovani, che mettono in questione le pratiche evangelizzatrici".

"La Organizzazione Internazionale del lavoro - ha commentato il Vescovo Azevedo - alcuni giorni fa, diceva che 73,8 milioni di giovani nel mondo sono disoccupati e fino al 2014 se ne prevede mezzo milione in più. L’osservazione suscita domande: C’è un disagio nei confronti della politica? C’è paura del futuro? I giovani scenderanno in piazza? Il mito dell’eterna giovinezza rivela la mancanza del valore della persona adulta? Dopo lo sguardo fenomenologico di insieme, il programma sceglie di sviluppare alcune caratteristiche più rilevanti e di grande portata culturale. La cultura digitale, infatti, rivoluziona il modello e la grammatica comunicativa". Saranno analizzate le strutture e i rituali di questo linguaggio e l'importanza della musica, dei luoghi di incontro e così via. Tutte quelle questioni che "richiedono un discernimento da parte della Chiesa e un profondo cambiamento di linguaggio, la creazione di codici dove la visione cristiana sia significativa". Si tratterà anche il tema dell'"alfabeto emotivo" dei giovani, esaminando i temi del valore del corpo, le reti di amicizie e il ritardo dell'autonomia.

Il secondo giorno tre giovani di tre diversi continenti rifletteranno sui motivi di fiducia nei giovani. "Si apre una breccia nel pessimismo, nella paura dell’avvenire, anche se le condizioni economiche, la disoccupazione tenderanno a peggiorare nei prossimi anni. Esistono enormi potenzialità, una creatività incredibile, un volontariato pieno di altruismo, (...) risposte alle domande di senso e di speranza".

"Finalmente, (...) affronteremo il grosso argomento del generare nella fede, che abbiamo chiamato - ha detto il Vescovo Azevedo - battaglia culturale. Infatti, creare condizioni che rendono possibile l’incontro con la Persona di Cristo richiede un approccio culturale, oltre a quello pastorale e teologico. Bisogna comprendere la fatica e tante volte l’insuccesso delle prassi ecclesiali, che scava il fossato tra giovani e Chiesa. Anche nella fede c’è bassa natalità. La generazione degli adulti o non sa come o non ha spazio per curare la propria fede e generare nella fede".

"L’Udienza del Santo Padre, all’inizio dei lavori, costituirà un grande incentivo a questa Assemblea Plenaria. Da duemila anni la Chiesa non ha uno stile artistico predeterminato, non ha neanche un linguaggio predefinito. Ha la Persona e il messaggio di Gesù da trasmettere in questo tempo assolutamente 'multi-verso'. Le culture giovanili emergenti dimostrano la vulnerabilità, l’insicurezza, la fragilità di formule ripetitive. Questa promettente Assemblea del Pontificio Consiglio della Cultura, ci libera dalla superficialità e dall’apatia e non teme il confronto con la verità delle situazioni culturali.






UDIENZE

Città del Vaticano, 31 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le società di vita apostolica.

- Dieci Presuli della Conferenza Episcopale della Campania, in Visita “ad Limina Apostolorum”:

- Il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, con gli Ausiliari: Vescovo Antonio di Donna e Vescovo Lucio Lemmo.

- L'Arcivescovo Beniamino Depalma, C.M., di Nola.

- L'Arcivescovo Francesco Alfano, di Sorrento-Castellamare di Stabia.

- Il Vescovo Gennaro Pascarella, di Pozzuoli.

- Il Vescovo Salvatore Giovanni Rinaldi, di Acerra.

- Il Vescovo Angelo Spinillo, di Aversa.

- Il Vescovo Valentino di Cerbo, di Alife-Caiazzo.

- Il Monsignore Giuseppe Regine, Amministratore Diocesano di Ischia.


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 31 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Allahabad in India, presentata dal Vescovo Isidore Fernandes, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

- Ha nominato il Vescovo Ignatius Menezes, emerito di Ajmer (India), Amministratore Apostolico "sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis" della Diocesi di Allahabad (India).

- Ha nominato il Sacerdote Laurent Birfuoré Dabiré, Vescovo della Diocesi di Dori (superficie: 34.766; popolazione: 950.000 abitanti; cattolici: 10.000; sacerdoti: 19; religiosi: 20), Burkina Faso. Il Vescovo eletto è nato nel 1965 a Dissin (Burkina Faso) ed è stato ordinato sacerdote nel 1995. Dal 1996 al 1998 è stato Professore al Seminario Minore Saint Tarcisius di Dièbougou; dal 2005 è Vicario giudiziale e Cancelliere; dal 2006 è Officiale del Tribunale Ecclesiastico della Provincia Ecclesiastica di Bobo Dioulasso; dal 2007 al 2008 è stato Professore al Seminario Maggiore Saint Jean Baptiste; dal 2011: Professore di Diritto nella “Unité Universitaire de Bamako”, in Mali.

- Ha nominato il Reverendo Jonas Dembelé, Vescovo della Diocesi di Kayes (superficie: 160.000; popolazione: 1.432.000 abitanti; cattolici: 8.000; sacerdoti: 18; religiosi: 18), Mali. Il Vescovo eletto è nato nel 1963 a Sokoura (Mali) ed è stato ordinato Sacerdote nel 1992.
Dal 1992 al 1996 è stato Vicario alla parrocchia di “Saint Jean Bosco” di Touba; dal 1996 al 2008 è stato Parroco della Cattedrale “Notre Dame de Lourdes” di San; dal 2002 al 2008 è stato Segretario Generale dell’Unione del clero diocesano di San e della Unione nazionale del Clero del Mali (U.P.M.); dal 2011 è stato Parroco della parrocchia di Yasso, in fase di costruzione.

- Ha nominato il Vescovo Stanislas Lalanne, Vescovo di Pontoise (superficie: 1.246.000; popolazione: 1.160.719; cattolici: 844.000; sacerdoti: 175; religiosi: 216, diaconi permanenti: 28), Francia. È stato finora Vescovo di Coutances (Francia).

- Ha nominato il Vescovo Lucio Andrice Muandula, di Xai-Xai (Mozambico), Presidente della Conferenza Episcopale del Mozambico, Membro del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti.

- Ha nominato il Professor Marco Impagliazzo, (Italia), attualmente Docente Ordinario di Storia contemporanea presso l'Università per Stranieri di Perugia e Presidente della Comunità di Sant'Egidio, Consultore del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

- Ha annoverato tra i Membri dei Dicasteri e degli Organismi della Curia Romana i seguenti Cardinali, creati e pubblicati nel Concistoro del 24 novembre 2012:

1) nella Congregazione per la Dottrina della Fede il Cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja (Nigeria);

2) nella Congregazione per le Chiese Orientali il Cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano), e il Cardinale Baselios Cleemis Thottunkal, Arcivescovo Maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi (India);

3) nella Pontificia Commissione per l'America Latina il Cardinale Rubén Salazar Gómez, Arcivescovo di Bogotá (Colombia);

4) nella Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli il Cardinale James Michael Harvey, Arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura;

5) nel Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica il Cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano);

6) nel Comitato di Presidenza del Pontificio Consiglio per la Famiglia il Cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja (Nigeria), ed il Cardinale Luis Antonio G. Tagle, Arcivescovo di Manila (Filippine);

7) nel Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace il Cardinale Rubén Salazar Gómez, Arcivescovo di Bogotá (Colombia);

8) nel Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti il Cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano), e il Cardinale Luis Antonio G. Tagle, Arcivescovo di Manila (Filippine);

9) nel Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso il Cardinale Baselios Cleemis Thottunkal, Arcivescovo Maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi (India);

10) nel Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali il Cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano);

11) nell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica il Cardinale James Michael Harvey, Arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura.

mercoledì 30 gennaio 2013

DIRE CREDO IN DIO PADRE ONNIPOTENTE VUOL DIRE CREDERE NEL POTERE DELL'AMORE DI DIO

Città del Vaticano, 30 gennaio 2013 (VIS). La prima, fondamentale definizione di Dio che il Credo ci presenta è che Egli è il Padre Onnipotente: questo è stato il tema della catechesi di Benedetto XVI per l'Udienza Generale del Mercoledì, tenutasi nell'Aula Paolo VI.

"Non è sempre facile oggi parlare di paternità - ha detto il Papa - e problematico diventa (...) anche immaginare Dio come un padre, non avendo modelli adeguati di riferimento. Per chi ha fatto esperienza di un padre troppo autoritario ed inflessibile, o indifferente e poco affettuoso, o addirittura assente, non è facile pensare con serenità a Dio come Padre e abbandonarsi a Lui con fiducia. Ma la rivelazione biblica aiuta a superare queste difficoltà parlandoci di un Dio che ci mostra che cosa significhi veramente essere 'padre'; ed è soprattutto il Vangelo che ci rivela questo volto di Dio come Padre che ama fino al dono del proprio Figlio per la salvezza dell’umanità".

Il Santo Padre, alla luce delle Scritture e dei testi evangelici, ha spiegato che: "Dio ci è Padre perché ci ha benedetti e scelti prima della creazione del mondo, ci ha resi realmente suoi figli in Gesù. E, come Padre, Dio accompagna con amore la nostra esistenza, donandoci la sua Parola, il suo insegnamento, la sua grazia, il suo Spirito. (...)
E se Egli è così buono da far 'sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e … piovere sui giusti e sugli ingiusti', potremo sempre, senza paura e con totale fiducia, affidarci al suo perdono di Padre quando sbagliamo strada".

Il Salmo 136, ripercorrendo la storia della salvezza, ripete: "Perché il suo amore è per sempre" e, ha sottolineato il Pontefice: "L’amore di Dio Padre non viene mai meno, non si stanca di noi (...). La fede ci dona questa certezza, che diventa una roccia sicura nella costruzione della nostra vita: noi possiamo affrontare tutti i momenti di difficoltà e di pericolo, l’esperienza del buio della crisi e del tempo del dolore, sorretti dalla fiducia che Dio non ci lascia soli ed è sempre vicino, per salvarci e portarci alla vita eterna".

"È nel Signore Gesù che si mostra in pienezza il volto benevolo del Padre che è nei cieli. È conoscendo Lui che possiamo conoscere anche il Padre (...). La fede in Dio Padre chiede di credere nel Figlio, sotto l’azione dello Spirito, riconoscendo nella Croce che salva lo svelarsi definitivo dell’amore divino. Dio ci è Padre dandoci il suo Figlio; Dio ci è Padre perdonando il nostro peccato e portandoci alla gioia della vita risorta".

"Ma potremmo chiederci: come è possibile pensare a un Dio onnipotente guardando alla Croce di Cristo? A questo potere del male, che arriva fino al punto di uccidere il Figlio di Dio? Noi vorremmo certamente un’onnipotenza divina secondo i nostri schemi mentali e i nostri desideri: un Dio 'onnipotente' (...) che vinca le potenze avverse, cambi il corso degli eventi e annulli il dolore. (...) In realtà, davanti al male e alla sofferenza, per molti, per noi, diventa problematico, difficile, credere in un Dio Padre e crederlo onnipotente".

"Ma la fede in Dio onnipotente ci spinge a percorrere sentieri ben differenti: imparare a conoscere che il pensiero di Dio è diverso dal nostro, che le vie di Dio sono diverse dalle nostre e anche la sua onnipotenza è diversa: non si esprime come forza automatica o arbitraria, ma è segnata da una libertà amorosa e paterna. In realtà, Dio, creando creature libere, dando libertà, ha rinunciato a una parte del suo potere, lasciando il potere della nostra libertà. Così Egli ama e rispetta la risposta libera di amore alla sua chiamata. La sua onnipotenza non si esprime nella violenza, non si esprime nella distruzione di ogni potere avverso come noi desideriamo, ma si esprime nell’amore, nella misericordia, nel perdono, nell'accettare la nostra libertà e nell’instancabile appello alla conversione del cuore, in un atteggiamento solo apparentemente debole, fatto di pazienza, di mitezza e di di amore. (...) Questa è la potenza di Dio! E questa potenza vincerà!".

"Solo chi è davvero potente può sopportare il male e mostrarsi compassionevole; solo chi è davvero potente può esercitare pienamente la forza dell’amore. E Dio, a cui appartengono tutte le cose perché tutto è stato fatto da Lui, rivela la sua forza amando tutto e tutti, in una paziente attesa della conversione di noi uomini, che desidera avere come figli".

L’onnipotenza dell’amore non è quella del potere del mondo, ma è quella del dono totale, e Gesù, il Figlio di Dio, rivela al mondo la vera onnipotenza del Padre dando la vita per noi peccatori. Ecco la (...), autentica (...) potenza divina: rispondere al male non con il male ma con il bene, (...) all’odio omicida con l’amore che fa vivere. Allora il male è davvero vinto, perché lavato dall’amore di Dio; allora la morte è definitivamente sconfitta perché trasformata in dono della vita. Dio Padre risuscita il Figlio: la morte, la grande nemica è inghiottita e privata del suo veleno, e noi, liberati dal peccato, possiamo accedere alla nostra realtà di figli di Dio".

"Quindi, quando diciamo 'Io credo in Dio Padre onnipotente', noi esprimiamo la nostra fede nella potenza dell’amore di Dio che nel suo Figlio morto e risorto sconfigge l’odio, il male, il peccato e ci apre alla vita eterna, quella dei figli che desiderano essere per sempre nella 'Casa del Padre'”.


RIUNIONE "COSTRUTTIVA" COMMISSIONE BILATERALE PERMANENTE DI LAVORO FRA SANTA SEDE E STATO DI ISRAELE

Città del Vaticano, 30 gennaio 2013 (VIS). La Commissione Bilaterale Permanente di Lavoro fra la Santa Sede e lo Stato di Israele si è riunita a Gerusalemme, il 29 gennaio 2013, in sessione plenaria, per continuare i negoziati relativi all'Articolo 10, paragrafo 2, dell'Accordo Fondamentale.

La riunione è stata presieduta dal Signor Daniel Ayalon, M.K., Vice Ministro degli Affari Esteri e dal Monsignor Ettore Balestrero, Sotto-Segretario della Santa Sede per le Relazioni con gli Stati. La Delegazione della Santa Sede ha ringraziato il Vice Ministro degli Affari Esteri Ayalon per il suo contributo ai negoziati e gli ha augurato successo nella sua nuova attività.

I negoziati hanno avuto luogo in un'atmosfera cordiale e costruttiva. La Commissione ha preso nota dei significativi progressi che sono stati fatti ed auspica una rapida conclusione dell'Accordo. Le Parti hanno concordato i passi futuri e terranno la prossima riunione plenaria nella Città del Vaticano, nel giugno 2013.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 30 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Reverendo Juan Carlos Barreto Barreto, Vescovo della Diocesi di Quibdó (superficie: 12.500; popolazione: 198.310; cattolici: 186.010; sacerdoti: 49; religiosi: 62), Colombia. Il Vescovo eletto è nato a El Guamo (Colombia), nel 1968 ed è stato ordinato sacerdote nel 1993. Ha svolto i seguenti incarichi: Parroco di “Nuestra Señora de Chiquinquirá” e Delegato diocesano per l’Infanzia Missionaria, Vicario Parrocchiale della Cattedrale “Nuestra Señora del Rosario”, Parroco di “El Divino Niño”, Delegato diocesano per i “Grupos de Oración”, Formatore del Seminario Maggiore diocesano “La Providencia”, Delegato diocesano per la liturgia, Delegato diocesano per la pastorale sacerdotale e vocazionale e, dal 2008, Rettore del Seminario Maggiore diocesano “La Providencia”.


martedì 29 gennaio 2013

CALENDARIO CELEBRAZIONI PRESIEDUTE DAL SANTO PADRE FEBBRAIO - MARZO

Città del Vaticano, 29 gennaio 2013 (VIS). Riportiamo di seguito il calendario delle celebrazioni presiedute dal Santo Padre nei mesi di febbraio e marzo:

Febbraio

Sabato 2: Festa della Presentazione del Signore; XVII Giornata Mondiale della Vita Consacrata: alle 17:30, nella Basilica Vaticana, Santa Messa con i membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica.

Lunedì 11: alle ore 11;00, nella Sala del Concistoro, Concistoro per alcune Cause di Canonizzazione.

Mercoledì 13:
- alle 16:30, nella Basilica di Sant'Anselmo, Statio e processione penitenziale.
- alle 17:00, nella Basilica di Santa Sabina, Santa Messa, benedizione e imposizione delle Ceneri.

Domenica 17: prima Domenica di Quaresima: alle ore 18:00, nel Palazzo Apostolico, Cappella "Redemptoris Mater", inizio degli esercizi spirituali per la Curia Romana.

Sabato 23: alle ore 9:00, Cappella "Redemptoris Mater", Conclusione degli esercizi spirituali per la Curia Romana.

Marzo

24 Domenica delle Palme e della Passione del Signore: alle 9:30, in Piazza San Pietro, Benedizione delle Palme, Processione e Santa Messa.

28 Giovedì Santo:
- alle 9:30, nella Basilica Vaticana, Santa Messa del Crisma.
- alle 17:30, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, Inizio del Triduo Pasquale, Santa Messa nella Cena del Signore.

29: Venerdì Santo:
- alle 17:00, nella Basilica Vaticana, Celebrazione della Passione del Signore.
- alle 21:15, Al Colosseo: Via Crucis.

30: Sabato Santo: alle 20:30. nella Basilica Vaticana, Veglia Pasquale nella Notte Santa.

31: Domenica di Pasqua:
- alle 10:15 in Piazza San Pietro, Santa Messa del giorno.
- alle ore 12:00, dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, Benedizione "Urbi et Orbi".





PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

Città del Vaticano, 29 gennaio 2013 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione del Messaggio di Benedetto XVI per la XXI Giornata Mondiale del Malato (11 febbraio 2013) e della celebrazione presso il Santuario Mariano di Altötting (Germania). Alla Conferenza Stampa sono intervenuti l'Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute); il Monsignor Jean-Marie Mupendawatu, Segretario; il Padre Augusto Chendi, M.I., Sotto-Segretario del medesimo Dicastero; il Monsignor Ludwig Limbrunner, Rettore del Santuario di Santa Maria delle Grazie di Altötting. ed il Reverendo Janusz Surzykiewicz, Docente presso l'Università Cattolica di Eichstätt (Germania). Il titolo del Messaggio è: "Va' e anche tu fa' lo stesso".

La Giornata Mondiale del Malato, ha spiegato l'Arcivescovo Zimowski, è "un momento particolare di riflessione, di rinnovata attenzione e impegno da parte di tutti verso i problemi inerenti la cura della vita, della salute e della sofferenza. In particolare il Santo Padre (...) sottolinea come la celebrazione di tale giornata debba essere un momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa, nonché di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il Santo Volto di Cristo che soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell'umanità".

Il Santo Padre invita "a lasciarci interrogare dalla figura del Buon Samaritano", una pagina del Vangelo che costituisce "una parabola paradigmatica e sempre attuale per tutto l'agire della Chiesa e, in modo particolare, per l'agire della Chiesa nel campo della salute, della malattia e della sofferenza. (...) Gesù con i suoi gesti e con le sue parole manifesta l'amore profondo di Dio per ogni essere umano, specialmente se in condizione di malattia e di dolore - mette l'accento sulla conclusione della parabola, quando Gesù dopo aver condotto il suo interlocutore a riconoscere chi sia stato ad agire come 'prossimo' nei riguardi della persona ferita e abbandonata in strada, conclude con un mandato perentorio: 'Va' e anche tu fa' lo stesso'".

"Un 'mandato' incisivo, - ha detto il Presule - perché con quelle parole il Signore indica ancora oggi quale deve essere l'atteggiamento e il comportamento di ogni suo discepolo nei confronti degli altri, specialmente se bisognosi di cura. È, quindi, guardando l'agire di Cristo che noi possiamo comprendere l'amore infinito di Dio, sentirci partecipi di questo amore e invitati a manifestarlo con la nostra attenzione e vicinanza verso tutte le persone bisognose di aiuto perché ferite nel corpo e nello spirito. Ma questa capacità di amare non può venire solo dalle nostre forze, quanto piuttosto dal nostro essere in una costante e vissuta relazione con Cristo attraverso una vita di fede, pregata e vissuta. Ne deriva la chiamata e il dovere di ogni cristiano di essere un 'Buon Samaritano', che - come viene affermato nella Lettera Apostolica 'Salvifici doloris' - è ogni uomo che si ferma accanto alla
sofferenza altrui, che si commuove per la disgrazia del prossimo' è ogni uomo che cerca e vuole essere 'le mani di Dio'".

Prima di concludere il suo Messaggio, il Santo Padre indica "L'Anno della Fede", "come una occasione propizia perché riscopriamo e viviamo lo spirito e il farsi prossimo a imitazione del 'Buon Samaritano': nel suo saper 'vedere con compassione' e amore chi ha bisogno di aiuto e di cura; nel sapersi chinare e nel farsi carico delle necessità dell'altro prendendosene amorevolmente cura. (...) Per questo può essere di particolare aiuto 'volgere il proprio sguardo' sui tantissimi testimoni della fede vissuta in un dono di sé nella carità. Si può affermare che tutta la storia della Chiesa, dagli inizi fino ad oggi, è stata costellata di innumerevoli 'testimoni'. Il Papa ne indica alcuni più vicini a noi nel tempo: Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo; il Venerabile Luigi Novarese; Raoul Follereau; la Beata Teresa di Calcutta; Sant'Anna Schäffer di Mindelstetten".

"Il Beato Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica 'Salvifici doloris', parlando della figura del Buon Samaritano ha scritto: 'Cristo allo stesso tempo ha insegnato all'uomo a far del bene con la sofferenza e a far del bene a chi soffre. In questo duplice aspetto egli ha svelato fino in fondo il senso della sofferenza. Il Santo Padre Benedetto XVI, presentando nel Suo Messaggio i cinque nomi dei buoni samaritani più vicini a noi nel tempo, prende in considerazione entrambe le dimensioni: Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo e Santa Anna Schäffer fanno del bene con la propria sofferenza, mentre gli altri tre testimoni fanno soprattutto del bene a chi soffre".


MEDITAZIONI VIA CRUCIS RICORDERANNO MEDIO ORIENTE

Città del Vaticano, 29 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre, memore del recente viaggio in Libano e per invitare tutta la Chiesa a tener presente nella preghiera il Medio Oriente, i suoi problemi e le comunità cristiane in quelle terre, ha invitato, tramite il Cardinale Segretario di Stato, il Patriarca Cardinale Béchara Boutros Raï a redigere i testi per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo. I testi saranno preparati, sotto la guida del Patriarca, da due giovani libanesi e seguiranno lo schema tradizionale delle 14 Stazioni.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 29 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo Alexander K. Sample, Arcivescovo Metropolita di Portland in Oregon (superficie: 76.937; popolazione: 3.296.705; cattolici: 412.725, sacerdoti: 300; religiosi: 653; diaconi permanenti: 72), Stati Uniti d'America. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1960 a Kalispell (Stati Uniti d'America) ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. Dal 1990 al 1993 è stato Vicario parrocchiale della Saint Peter Cathedral a Marquette; dal 1993 al 1996 è stato Parroco della Saint George Parish a Bark River, della Saint Michael Parish a Perronville e della Sacred Heart Parish a Schaffer; dal 1996 al 2005 è stato Cancelliere diocesano e Parroco della Saint Christopher Parish a Marquette. Inoltre è stato Consultore, Membro del Consiglio Presbiterale, Vicario Giudiziale aggiunto, Difensore del Vincolo, Promotore della Giustizia e Cappellano dei Cavalieri di Colombo della diocesi. È stato nominato Vescovo di Marquette (Stati Uniti d'America) nel 2005 ed ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 2006. In seno alla Conferenza Episcopale è Membro del "Subcommittee on Native American Catholics" e del "Subcommittee on the Catechism". Inoltre, è Vice Postulatore della causa di Frederic Baraga, primo Vescovo di Marquette. Succede all'Arcivescovo John G. Vlazny, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi presentata per raggiunti limiti d'età.



lunedì 28 gennaio 2013

IL PAPA PREGA PER LE VITTIME INCENDIO DISCOTECA IN BRASILE

Città del Vaticano, 28 gennaio 2013 (VIS). A nome del Santo Padre, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha inviato all'Arcivescovo Hélio Adelar Rubert, di Santa Maria (Brasile), un telegramma di cordoglio per la morte di 231 giovani periti sabato scorso, in un incendio propagatosi in una discoteca della città.

"Il Sommo Pontefice - costernato per la tragica morte di centinaia di giovani (...) chiede a Sua Eccellenza di trasmettere alle famiglie delle vittime il suo profondo cordoglio e la sua partecipazione al dolore di quanti sono in lutto. Nel contempo, nell'affidare a Dio, Padre di misericordia, i defunti, il Santo Padre invoca il conforto e la guarigione dei feriti, il coraggio e la consolazione della speranza cristiana per tutti coloro che sono stati colpiti dalla tragedia ed invia, a quanti soffrono e ai soccorritori, una confortante benedizione apostolica".

INDULGENZE PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

Città del Vaticano, 28 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI concederà speciali indulgenze in occasione della XXI Giornata Mondiale del Malato (7 - 11 febbraio, Altötting, Germania), come informa il Decreto reso pubblico oggi, a firma del Cardinale Manuel Monteiro de Castro, Penitenziere Maggiore e del Monsignor Krzysztof Nykiel, Reggente della Penitenzieria Apostolica.

I fedeli, che veramente pentiti e stimolati dalla carità, sull’esempio del Buon Samaritano, con spirito di fede e con animo misericordioso, pongano se stessi a servizio dei fratelli sofferenti e, se a loro volta malati, sopportino i dolori e le avversità della vita, (...) offrendo aperta testimonianza di fede attraverso la via del Vangelo della sofferenza, otterranno l'indulgenza plenaria, una volta al giorno alle solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), che potranno anche applicare in suffragio alle anime dei fedeli defunti:

A) Ogniqualvolta che, dal 7 all'11 febbraio prossimo, nel Santuario Mariano di Altötting o in qualsiasi altro luogo stabilito dall'Autorità ecclesiastica, parteciperanno devotamente a una cerimonia celebrata per impetrare da Dio i propositi della Giornata Mondiale del Malato e reciteranno il Padre Nostro, il Credo ed una pia invocazione alla Beata Vergine Maria.

I fedeli che negli ospedali pubblici o in qualsiasi casa privata assistono caritatevolmente, come il Buon Samaritano, gli ammalati e, a motivo del loro servizio, non possono partecipare alle funzioni sopra indicate, otterranno il medesimo dono dell'Indulgenza plenaria, se in quei giorni presteranno generosamente almeno per qualche ora la loro caritatevole assistenza come se lo facessero allo stesso Cristo Signore e reciteranno il Padre Nostro, il Credo ed una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, avendo l'animo distaccato da ogni peccato e il proposito di adempiere, non appena possibile, alle condizioni richieste per l'ottenimento dell'Indulgenza plenaria.

I fedeli infine che per malattia, per età avanzata o per altra simile ragione, sono impediti dal prendere parte alla cerimonia sopra indicata, otterranno l'Indulgenza plenaria, purché, avendo l'animo distaccato da qualsiasi peccato e proponendosi di adempiere non appena possibile le solite condizioni, partecipino spiritualmente alle sacre funzioni nei giorni determinati, particolarmente mentre le Celebrazioni liturgiche ed il Messaggio del Sommo Pontefice verranno trasmessi per televisione e per radio, preghino devotamente per tutti gli ammalati e offrano a Dio, attraverso la Vergine Maria, 'Salus infirmorum', le loro sofferenze fisiche e spirituali".

B. L’Indulgenza parziale a tutti i fedeli ogniqualvolta rivolgeranno a Dio misericordioso, con cuore contrito, nei giorni sopra segnati, devote preghiere in aiuto degli infermi nello spirito del corrente Anno della fede.



SENSO CRISTIANO DEL "CARPE DIEM"

Città del Vaticano, 27 gennaio 2013 (VIS). "Ogni momento può divenire un 'oggi' propizio per la nostra conversione. Ogni giorno può diventare l’oggi salvifico, perché la salvezza è storia che continua per la Chiesa e per ciascun discepolo di Cristo. Questo è il senso cristiano del 'carpe diem': cogli l’oggi in cui Dio ti chiama per donarti la salvezza!". Con queste parole il Santo Padre si è rivolto ai fedeli riuniti alle 12:00 di oggi in Piazza San Pietro per la recita dell'Angelus.

Benedetto XVI ha commentato le letture della liturgia domenicale, in particolar il Vangelo di Luca che ci presenta Gesù che si reca di sabato nella sinagoga di Nazareth. "Da buon osservante, il Signore non si sottrae al ritmo liturgico settimanale e si unisce all’assemblea dei suoi compaesani nella preghiera e nell’ascolto delle Scritture. Il rito prevede la lettura di un testo della Torah o dei Profeti, seguita da un commento. Quel giorno Gesù si alzò a leggere e trovò un passo del profeta Isaia che inizia così: 'Lo Spirito del Signore Dio è su di me, / perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; / mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri'. (...) Gesù infatti, terminata la lettura, (...) disse: 'Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete [ora] ascoltato'. San Cirillo d’Alessandria afferma che l’'oggi', posto tra la prima e l’ultima venuta di Cristo, è legato alla capacità del credente di ascoltare e ravvedersi. Ma, in un senso ancora più radicale, è Gesù stesso 'l’oggi' della salvezza nella storia, perché porta a compimento la pienezza della redenzione".

"Questo brano interpella 'oggi' anche noi. Anzitutto ci fa pensare al nostro modo di vivere la domenica: giorno del riposo e della famiglia, ma prima ancora giorno da dedicare al Signore, partecipando all’Eucaristia, nella quale ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo e della sua Parola di vita. In secondo luogo, nel nostro tempo dispersivo e distratto, questo Vangelo ci invita ad interrogarci sulla nostra capacità di ascolto. Prima di poter parlare di Dio e con Dio, occorre ascoltarlo, e la liturgia della Chiesa è la 'scuola' di questo ascolto del Signore che ci parla".

Al termine della preghiera dell'Angelus un bambino e una bambina dell'Azione Cattolica della Diocesi di Roma che concludono con la "Carovana della Pace" il mese di gennaio da loro tradizionalmente dedicato al tema della pace, invitati nell'appartamento pontificio, hanno liberato dalla finestra dello studio del Papa due colombe, simbolo di pace.







GIORNATA DELLA MEMORIA: CHE NON SI RIPETANO GLI ORRORI DEL PASSATO

Città del Vaticano, 28 gennaio 2013 (VIS). Nella "Giornata della Memoria", in ricordo dell'Olocausto delle vittime del nazismo, Benedetto XVI, dopo la recita dell'Angelus, ha detto: "La memoria di questa immane tragedia, che colpì così duramente soprattutto il popolo ebraico, deve rappresentare per tutti un monito costante affinché non si ripetano gli orrori del passato, si superi ogni forma di odio e di razzismo e si promuovano il rispetto e la dignità della persona umana".

Si celebra oggi anche la sessantesima Giornata mondiale dei malati di lebbra. Il Papa ha espresso la sua "vicinanza alle persone che soffrono per questo male" ed ha incoraggiato i ricercatori, gli operatori sanitari e i volontari, in particolare quanti fanno parte di organizzazioni cattoliche e dell’Associazione Amici di Raoul Follereau. "Invoco per tutti il sostegno spirituale di san Damiano de Veuster e di santa Marianna Cope, che hanno dato la vita per i malati di lebbra".

"In questa domenica - ha proseguito il Santo Padre - "ricorre anche una speciale Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa. Ringrazio quanti la promuovono in molte parti del mondo e saluto in particolare quelli qui presenti".

Infine il Papa si è rivolto ai pellegrini polacchi ed ha detto: "Saluto i polacchi. Oggi mi unisco alla Chiesa in Polonia nella preghiera di ringraziamento per la vita e per il ministero del defunto Cardinale Primate Józef Glemp. Il Signore ricompensi il suo impegno pastorale nella sua gloria!".


RAPPORTO TRA FEDE E MATRIMONIO TEMA DEL DISCORSO DEL PAPA AL TRIBUNALE DELLA ROTA ROMANA

Città del Vaticano, 26 gennaio 2013 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto nella Sala Clementina i membri del Tribunale della Rota Romana in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Nel discorso, di cui riportiamo ampi estratti, il Papa si è soffermato sul rapporto fra fede e matrimonio alla luce della "attuale crisi di fede, che interessa varie parti del mondo" e che porta con sé "una crisi della società coniugale".

"Il Codice di Diritto Canonico designa la realtà naturale del matrimonio, come patto irrevocabile tra uomo e donna. Il reciproco affidarsi, infatti, è la base irrinunciabile di qualunque patto o alleanza. Sul piano teologico, la relazione tra fede e matrimonio assume un significato ancora più profondo. Il vincolo sponsale, infatti, benché realtà naturale, tra i battezzati è stato elevato da Cristo alla dignità di sacramento".

"La cultura contemporanea, contrassegnata da un accentuato soggettivismo e relativismo etico e religioso, pone la persona e la famiglia di fronte a pressanti sfide. In primo luogo, di fronte alla questione circa la capacità stessa dell’essere umano di legarsi, e se un legame che duri per tutta la vita sia veramente possibile e corrisponda alla natura dell’uomo, o, piuttosto, non sia, invece, in contrasto con la sua libertà e con la sua autorealizzazione. Fa parte di una mentalità diffusa, infatti, pensare che la persona diventi se stessa rimanendo 'autonoma' ed entrando in contatto con l’altro solo mediante relazioni che si possono interrompere in ogni momento (...). A nessuno sfugge come sulla scelta dell’essere umano di legarsi con un vincolo che duri tutta la vita influisca la prospettiva di base di ciascuno, a seconda cioè che sia ancorata a un piano meramente umano, oppure si schiuda alla luce della fede nel Signore. (...) 'Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla': così insegnava Gesù ai suoi discepoli, ricordando loro la sostanziale incapacità dell’essere umano di compiere da solo ciò che è necessario al conseguimento del vero bene. Il rifiuto della proposta divina, in effetti, conduce ad uno squilibrio profondo in tutte le relazioni umane, inclusa quella matrimoniale, e facilita un’errata comprensione della libertà e dell’auto realizzazione, che, unita alla fuga davanti alla paziente sopportazione della sofferenza, condanna l’uomo a chiudersi nel suo egoismo ed egocentrismo. Al contrario, l’accoglienza della fede rende l’uomo capace del dono di sé, nel quale soltanto, 'aprendosi all’altro, agli altri, ai figli, alla famiglia... lasciandosi plasmare nella sofferenza, egli scopre l’ampiezza dell’essere persona umana'".

"La fede in Dio, sostenuta dalla grazia divina, è dunque un elemento molto importante per vivere la mutua dedizione e la fedeltà coniugale. Non s’intende con ciò affermare che la fedeltà, come le altre proprietà, non siano possibili nel matrimonio naturale, contratto tra non battezzati. Esso, infatti, non è privo dei beni che 'provengono da Dio Creatore e si inseriscono in modo incoativo nell’amore sponsale che unisce Cristo e la Chiesa'. Certamente, però, la chiusura a Dio o il rifiuto della dimensione sacra dell’unione coniugale e del suo valore nell’ordine della grazia rende ardua l’incarnazione concreta del modello altissimo di matrimonio concepito dalla Chiesa secondo il disegno di Dio, potendo giungere a minare la validità stessa del patto qualora, (...) si traduca in un rifiuto di principio dello stesso obbligo coniugale di fedeltà ovvero degli altri elementi o proprietà essenziali del matrimonio".

"Tertulliano, nella celebre 'Lettera alla moglie', parlando della vita coniugale contrassegnata dalla fede, scrive che i coniugi cristiani 'sono veramente due in una sola carne, e dove la carne è unica, unico è lo spirito. Insieme pregano, insieme si prostrano e insieme digiunano; l’uno ammaestra l’altro, l’uno onora l’altro, l’uno sostiene l’altro'
"I Santi che hanno vissuto l’unione matrimoniale e familiare nella prospettiva cristiana, sono riusciti a superare anche le situazioni più avverse, conseguendo talora la santificazione del coniuge e dei figli con un amore sempre rafforzato da una solida fiducia in Dio, da una sincera pietà religiosa e da un’intensa vita sacramentale. Proprio queste esperienze, contrassegnate dalla fede, fanno comprendere come, ancor oggi, sia prezioso il sacrificio offerto dal coniuge abbandonato o che abbia subito il divorzio, se - riconoscendo l’indissolubilità del vincolo matrimoniale valido - riesce a non lasciarsi 'coinvolgere in una nuova unione ... In tal caso il suo esempio di fedeltà e di coerenza cristiana assume un particolare valore di testimonianza di fronte al mondo e alla Chiesa'".

"Vorrei soffermarmi, infine, brevemente, sul 'bonum coniugum'. La fede è importante nella realizzazione dell’autentico bene coniugale, che consiste semplicemente nel volere sempre e comunque il bene dell’altro, in funzione di un vero e indissolubile 'consortium vitae'. In verità, nel proposito degli sposi cristiani di vivere una vera 'communio coniugalis' vi è un dinamismo proprio della fede, per cui la 'confessio', la risposta personale sincera all’annuncio salvifico, coinvolge il credente nel moto d’amore di Dio. 'Confessio' e 'caritas' sono 'i due modi in cui Dio ci coinvolge, ci fa agire con Lui, in Lui e per l’umanità, per la sua creatura ... La 'confessio' non è una cosa astratta, è 'caritas', è amore. Solo così è realmente il riflesso della verità divina, che come verità è inseparabilmente anche amore'".

"Soltanto attraverso la fiamma della carità, la presenza del Vangelo non è più solo parola, ma realtà vissuta. In altri termini, se è vero che 'la fede senza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio', si deve concludere che 'fede e carità si esigono a vicenda, così che l’una permette all’altra di attuare il suo cammino'. Se ciò vale nell’ampio contesto della vita comunitaria, deve valere ancora di più nell’unione matrimoniale. È in essa, di fatto, che la fede fa crescere e fruttificare l’amore degli sposi, dando spazio alla presenza di Dio Trinità e rendendo la stessa vita coniugale, così vissuta, 'lieta novella' davanti al mondo".

"Riconosco le difficoltà, da un punto di vista giuridico e pratico, di enucleare l’elemento essenziale del 'bonum coniugum', inteso finora prevalentemente in relazione alle ipotesi di incapacità. 'Il bonum coniugum' assume rilevanza anche nell’ambito della simulazione del consenso. Certamente, nei casi sottoposti al vostro giudizio, sarà l’indagine 'in facto' ad accertare l’eventuale fondatezza di questo capo di nullità, prevalente o coesistente con un altro capo dei tre 'beni' agostiniani, la procreatività, l’esclusività e la perpetuità. Non si deve quindi prescindere dalla considerazione che possano darsi dei casi nei quali, proprio per l’assenza di fede, il bene dei coniugi risulti compromesso e cioè escluso dal consenso stesso; ad esempio, nell’ipotesi di sovvertimento da parte di uno di essi, a causa di un’errata concezione del vincolo nuziale, del principio di parità, oppure nell’ipotesi di rifiuto dell’unione duale che contraddistingue il vincolo matrimoniale, in rapporto con la possibile coesistente esclusione della fedeltà e dell’uso della copula adempiuta 'humano modo'".

"Con le presenti considerazioni, non intendo certamente suggerire alcun facile automatismo tra carenza di fede e invalidità dell’unione matrimoniale, ma piuttosto evidenziare come tale carenza possa, benché non necessariamente, ferire anche i beni del matrimonio, dal momento che il riferimento all’ordine naturale voluto da Dio è inerente al patto coniugale".


ECUMENISMO: CAMMINARE OLTRE LE BARRIERE

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Alle 17:30 di oggi pomeriggio, nella Solennità della conversione di San Paolo, Benedetto XVI ha presieduto i secondi Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, a conclusione della XLVI Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani sul tema: "Quel che il Signore esige da noi". Alla celebrazione hanno preso parte i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma, fra i quali il Metropolita Gennadios, Rappresentante del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli ed il Reverendo Canonico Richardson, Rappresentante dell'Arcivescovo di Canterbury.

"La comunione nella stessa fede è la base per l’ecumenismo" - ha detto il Santo Padre ribadendo che: "L’unità (...) è donata da Dio come inseparabile dalla fede" e "La professione della fede battesimale in Dio, Padre e Creatore, che si è rivelato nel Figlio Gesù Cristo, effondendo lo Spirito che vivifica e santifica, già unisce i cristiani. Senza la fede - che è primariamente dono di Dio, ma anche risposta dell’uomo - tutto il movimento ecumenico si ridurrebbe ad una forma di 'contratto' cui aderire per un interesse comune. (...). Le questioni dottrinali che ancora ci dividono non devono essere trascurate o minimizzate. Esse vanno piuttosto affrontate con coraggio, in uno spirito di fraternità e di rispetto reciproco. Il dialogo, quando riflette la priorità della fede, permette di aprirsi all’azione di Dio con la ferma fiducia che da soli non possiamo costruire l’unità, ma è lo Spirito Santo che ci guida verso la piena comunione, e fa cogliere la ricchezza spirituale presente nelle diverse Chiese e Comunità ecclesiali".

"Nella società attuale - ha detto il Papa - sembra che il messaggio cristiano incida sempre meno nella vita personale e comunitaria; e questo rappresenta una sfida per tutte le Chiese e le Comunità ecclesiali. (...) Mentre siamo in cammino verso la piena unità, è necessario allora perseguire una collaborazione concreta tra i discepoli di Cristo per la causa della trasmissione della fede al mondo contemporaneo. Oggi c’è grande bisogno di riconciliazione, di dialogo e di comprensione reciproca, in una prospettiva non moralistica, ma proprio in nome dell’autenticità cristiana per una presenza più incisiva nella realtà del nostro tempo".

"La vera fede in Dio poi è inseparabile dalla santità personale, come anche dalla ricerca della giustizia - ha sottolineato il Pontefice ricordando che il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: 'Quel che il Signore esige da noi', è stato proposto dallo "Student Christian Movement in India", in collaborazione con la "All India Catholic University Federation" ed il "National Council of Churches" in India. "A quanti hanno collaborato desidero esprimere la mia viva gratitudine e, (...) assicuro la mia pr eghiera a tutti i cristiani dell’India, che a volte sono chiamati a rendere testimonianza della loro fede in condizioni difficili. 'Camminare umilmente con Dio' significa anzitutto camminare nella radicalità della fede, come Abramo, fidandosi di Dio, anzi riponendo in Lui ogni nostra speranza e aspirazione, ma significa anche camminare oltre le barriere, oltre l’odio, il razzismo e la discriminazione sociale e religiosa che dividono e danneggiano l’intera società".

"La nostra ricerca di unità nella verità e nell’amore, infine, non deve mai perdere di vista la percezione che l’unità dei cristiani è opera e dono dello Spirito Santo e va ben oltre i nostri sforzi. Pertanto, l’ecumenismo spirituale, specialmente la preghiera, è il cuore dell’impegno ecumenico. Tuttavia, l’ecumenismo non darà frutti duraturi se non sarà accompagnato da gesti concreti di conversione che muovano le coscienze e favoriscano la guarigione dei ricordi e dei rapporti. (...) Un’autentica conversione, (...) è un elemento fondamentale del nostro impegno ecumenico. Il rinnovamento della vita interiore del nostro cuore e della nostra mente, che si riflette nella vita quotidiana, è cruciale in ogni dialogo e cammino di riconciliazione, facendo dell’ecumenismo un impegno reciproco di comprensione, rispetto e amore, 'affinché il mondo creda'".


UDIENZE

Città del Vaticano, 28 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Antonio Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

- Otto Presuli della Conferenza Episcopale della Campania, in Visita “ad Limina Apostolorum”:

* S.E. Mons. Andrea Mugione, Arcivescovo di Benevento

* S.E. Mons. Pasquale Cascio, Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia

* S.E. Mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti

* S.E. Mons. Giovanni D’Alise, Vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia

* S.E. Mons. Francesco Marino, Vescovo di Avellino

* S.E. Mons. Ciro Miniero, Vescovo di Vallo della Lucania

* S.E. Mons. Antonio De Luca, C.SS.R., Vescovo di Teggiano-Policastro

* Dom Beda Umberto Paluzzi, O.S.B., Abate dell’Abbazia territoriale di Montevergine

Sabato 26 gennaio, il Santo Padre ha ricevuto udienza:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Il Monsignor Pio Vito Pinto, Decano del Tribunale della Rota Romana.

ALTRI ATTI PONTIFICI
Città del Vaticano, 26 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha nominato:

- Il Padre Guy Charbonneau, P.M.E., Vescovo della Diocesi di Choluteca (superficie: 5.775; popolazione: 700.000; cattolici: 586.000; sacerdoti: 28; religiosi: 67), Honduras. Il Vescovo eletto è nato nel 1946 a Montréal (Canada), è divenuto membro della Società per le Missioni Estere nel 1969 ed è stato ordinato sacerdote nel 1970. Dal 1970 al 2003 in Honduras ha ricoperto i seguenti incarichi pastorali: nella diocesi di Choluteca: Vicario a “San Marcos de Colón”, Direttore Spirituale del Seminario Minore, Responsabile della pastorale della comunità “San Francisco”, Incaricato diocesano per la Pastorale Giovanile e coordinatore dell'equipe diocesana per la Pastorale Vocazionale; nell’arcidiocesi di Tegucigalpa: Vicario Parrocchiale; Professore, Direttore Spirituale e Rettore del Seminario Minore; Professore, Assistente Spirituale e Rettore del Seminario Maggiore; a livello nazionale in Honduras è stato Responsabile della formazione missionaria Ad Gentes, Responsabile del Centro di Formazione e Animazione Missionaria e Direttore delle Pontificie Opere Missionarie; è stato primo Assistente Regionale della Società per le Missioni Estere della Provincia di Québec e, dal 2002 al 2003, Superiore Regionale. Dal 2003 al 2008 è stato Vicario Generale della Società per le Missioni Estere; dal 2008 è Superiore Generale della Società per le Missioni Estere della Provincia di Québec.

- il Reverendo Djalwana Laurent Lompo, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Niamey (superficie: 200.000; popolazione: 7.400.000; cattolici: 20.100; sacerdoti: 42; religiosi: 90), Niger. Il Vescovo eletto è nato nel 1967 a Koulbou (Niger) ed è stato ordinato sacerdote nel 1997. Dal 1997 al 2000 è stato Vicario parrocchiale della Parrocchia St Gabriel a Niamey; dal 2002 al 2003 è stato Responsabile del Foyer Samuel per le vocazioni; dal 2003 è stato Vicario Generale della medesima Arcidiocesi.

- Il Sacerdote Rafael García de la Serrana Villalobos, del Clero della Prelatura personale dell'Opus Dei, Vice Direttore della Direzione dei Servizi Tecnici del Governatorato della Stato della Città del Vaticano.



venerdì 25 gennaio 2013

IL PAPA RICEVE LA COMMISSIONE PER IL DIALOGO TEOLOGICO TRA CHIESA CATTOLICA E CHESE ORTODOSSE ORIENTALI

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in Vaticano i membri della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali. La Commissione istituita dieci anni fa, nel gennaio 2003, fu un'iniziativa delle autorità ecclesiali della famiglia della Chiese Ortodosse Orientali e del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.

"La Commissione si è dedicata questa settimana allo studio della comunione e della comunicazione che esistevano fra le Chiese nei primi cinque secoli della storia cristiana" - ha detto Benedetto XVI che ha auspicato che i rapporti fra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali "continuino a svilupparsi in uno spirito fraterno di cooperazione, particolarmente con il potenziamento di un dialogo teologico in grado di aiutare tutti i fedeli del Signore a crescere nella comunione e a testimoniare davanti al mondo la verità di salvezza del Vangelo".

"Molti di voi provengono da aree dove i cristiani, singoli e comunità, affrontano dure prove e difficoltà, fonte di profonda preoccupazione per tutti. Tramite tutti voi, desidero assicurare tutti i fedeli del Medio Oriente, della mia vicinanza spirituale e della mia preghiera, affinché questa terra, così importante nel piano di salvezza di Dio, possa essere condotta, attraverso dialogo e cooperazione costruttivi, ad un futuro di giustizia e di pace duratura. Tutti i cristiani hanno bisogno di lavorare insieme in accettazione e fiducia reciproca al servizio della causa della pace e della giustizia in fedeltà alla volontà del Signore. Che l'esempio e l'intercessione di innumerevoli martiri e santi che, lungo le epoche, hanno testimoniato coraggiosamente il Cristo in tutte le nostre Chiese, sostengano e rafforzino tutti noi nell'affrontare le sfide del presente con fiducia e speranza nel futuro che il Signore apre davanti a noi".

COMPETENZA SUI SEMINARI TRASFERITA ALLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). "Ministrorum institutio" è il titolo del Motu proprio con il quale il Santo Padre modifica la Costituzione apostolica "Pastor bonus" (Giovanni Paolo II, 1988) e trasferisce la competenza sui seminari dalla “Congregazione per l’Educazione Cattolica” alla “Congregazione per il Clero”. Di seguito riportiamo ampi estratti del documento.

"La formazione dei sacri ministri fu tra le principali preoccupazioni dei Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II, che scrissero: 'Il Concilio Ecumenico, ben consapevole che l'auspicato rinnovamento di tutta la Chiesa dipende in gran parte dal ministero sacerdotale animato dallo spirito di Cristo, afferma solennemente l'importanza somma della formazione sacerdotale' (Decreto Optatam totius, 1). In questo contesto, il canone 232 CIC rivendica alla Chiesa il 'diritto proprio ed esclusivo' di provvedere alla formazione di coloro che sono destinati ai ministeri sacri, ciò che avviene di regola nei Seminari".

"Il primo organismo a carattere universale, incaricato di provvedere alla fondazione, al governo ed all’amministrazione dei Seminari, (...) fu l’apposita 'Congregatio Seminariorum', istituita da Benedetto XIII con la Costituzione 'Creditae Nobis' (1725). Essa si estinse con l’andar del tempo e i Seminari continuarono ad essere fatti oggetto di particolari cure da parte della Santa Sede per mezzo della Sacra Congregazione del Concilio (oggi Congregazione per il Clero) od anche della Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari, e, dal 1906, solo per mezzo di quest’ultima. San Pio X, con la Costituzione apostolica 'Sapienti consilio' (1908), riservò la giurisdizione sui Seminari alla Sacra Congregazione Concistoriale (...). Benedetto XV, con il Motu proprio 'Seminaria clericorum' (1915), creò un nuovo Dicastero, che assunse il nome di 'Sacra Congregatio de Seminariis et Studiorum Universitatibus'. Il Santo Padre motivò la decisione perché preoccupato del numero crescente degli affari e dell’importanza dell’ufficio (...). Il nuovo Dicastero (...) fu accolto nel Codex Iuris Canonici del 1917".

"È significativo rilevare che, durante la redazione del nuovo Codice (1983 n.d.r.), si sia discusso circa l’opportunità di conservare la medesima disposizione, ma, alla fine, sembrò più opportuno premettere l’intera normativa, come introduzione, alla trattazione sui chierici. Quindi le norme e le direttive sui Seminari sono state inserite (...), con l’appropriata denominazione 'La formazione dei Chierici'. (...) Il Concilio Ecumenico Vaticano II ricorda nuovamente che: 'i Seminari maggiori sono necessari per la formazione sacerdotale' (...).

Quindi i Seminari rientrano, secondo il Concilio Ecumenico Vaticano II e il Codice di Diritto Canonico del 1983, nell’ambito della 'formazione dei Chierici', che per essere vera ed efficace deve saldare la formazione permanente con la formazione seminaristica (...) come ha affermato il mio venerato predecessore, il beato Giovanni Paolo II, nell’Esortazione apostolica 'Pastores dabo vobis' (1992): 'È di particolare importanza avvertire e rispettare l’intrinseco legame che esiste tra la formazione precedente l’ordinazione e quella successiva. Se, infatti, ci fosse una discontinuità o perfino una difformità tra queste due fasi formative, deriverebbero immediatamente gravi conseguenze sull’attività pastorale e sulla comunione fraterna tra i presbiteri, in particolare tra quelli di differente età'".

"Ritengo pertanto opportuno assegnare alla Congregazione per il Clero la promozione e il governo di tutto ciò che riguarda la formazione, la vita e il ministero dei presbiteri e dei diaconi: dalla pastorale vocazionale e la selezione dei candidati ai sacri Ordini, inclusa la loro formazione umana, spirituale, dottrinale e pastorale nei Seminari e negli appositi centri per i diaconi permanenti, fino alla loro formazione permanente, incluse le condizioni di vita e le modalità di esercizio del ministero e la loro previdenza e assistenza sociale".

PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE COMPETENTE SULLA CATECHESI

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Con il Motu Proprio "Fodes per doctrinam", reso pubblico oggi, e datato 16 gennaio, il Santo Padre modifica la Costituzione apostolica "Pastor bonus" e trasferisce la competenza sulla Catechesi dalla Congregazione per il Clero al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Di seguito riportiamo una sintesi del testo.

"La fede - scrive il Papa - ha bisogno di essere sostenuta per mezzo di una dottrina capace di illuminare la mente e il cuore dei credenti. Il particolare momento storico che viviamo, segnato tra l’altro da una drammatica crisi di fede, richiede l’assunzione di una consapevolezza tale da rispondere alle grandi attese che sorgono nel cuore dei credenti per i nuovi interrogativi che interpellano il mondo e la Chiesa. L’intelligenza della fede, quindi, richiede sempre che i suoi contenuti siano espressi con un linguaggio nuovo, capace di presentare la speranza presente nei credenti a quanti ne chiedono ragione".

"Nel cinquantesimo anniversario dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, mentre la Chiesa riflette ancora sulla ricchezza d’insegnamento contenuto in quei documenti e trova nuove forme per attuarlo, è possibile verificare il grande cammino compiuto in questi decenni nell’ambito della catechesi, cammino però che non è stato esente, negli anni del dopo Concilio, da errori anche gravi nel metodo e nei contenuti, che hanno spinto ad una approfondita riflessione e condotto così all’elaborazione di alcuni Documenti postconciliari che rappresentano la nuova ricchezza nel campo della Catechesi".

"L’insegnamento conciliare e il Magistero successivo, facendosi interpreti della grande tradizione della Chiesa in proposito, hanno legato in maniera sempre più forte la Catechesi al processo di evangelizzazione. La Catechesi, quindi, rappresenta una tappa significativa nella vita quotidiana della Chiesa per annunciare e trasmettere in maniera viva ed efficace la Parola di Dio, così che questa giunga a tutti, e i credenti siano istruiti ed educati in Cristo per costruire il Suo Corpo che è la Chiesa".

"Con la Lettera apostolica, in forma di Motu Proprio, 'Ubicumque et semper', ho istituito, il 21 settembre 2010, il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che svolge 'la propria finalità sia stimolando la riflessione sui temi della nuova evangelizzazione, sia individuando e promuovendo le forme e gli strumenti atti a realizzarla'. In modo particolare, ho voluto assegnare al nuovo Dicastero il compito di 'promuovere l’uso del Catechismo della Chiesa Cattolica, quale formulazione essenziale e completa del contenuto della fede per gli uomini del nostro tempo'".

"Ciò considerato ritengo opportuno che tale Dicastero assuma tra i suoi compiti istituzionali quello di vegliare, per conto del Romano Pontefice, sul rilevante strumento di evangelizzazione che rappresenta per la Chiesa la Catechesi, nonché l’insegnamento catechetico nelle sue diverse manifestazioni, in modo da realizzare un’azione pastorale più organica ed efficace. Questo nuovo Pontificio Consiglio potrà offrire alle Chiese locali e ai Vescovi diocesani un adeguato servizio in questa materia".

"Perciò, accogliendo la concorde proposta dei Capi Dicastero interessati, ho deciso di trasferire al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione le competenze che, in materia di Catechesi, la Costituzione apostolica Pastor bonus, del 28 giugno 1988, aveva affidato alla Congregazione per il Clero, con la stessa giurisdizione che finora esercitava la medesima Congregazione in questa materia ed è richiesta dall’ordinamento canonico".

GIORNATA MONDIALE DI LOTTA ALLA LEBBRA: INTENSIFICARE DIACONIA DELLA CARITÀ

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). In occasione della LX Giornata Mondiale di lotta alla Lebbra, che si celebra domenica prossima, 27 gennaio, l'Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori Sanitari, ha pubblicato un Messaggio del titolo: "Una occasione propizia per intensificare la diaconia della carità”. L'Arcivescovo ricorda che il morbo di Hansen è "male tanto antico quanto grave per le sofferenze, l’esclusione sociale e la povertà che (...) comporta".

"Secondo i dati più recenti dell’OMS - si legge nel Messaggio - circa duecentoventimila fra uomini, donne e bambini hanno contratto la lebbra nel 2011 e molti dei nuovi casi sono stati diagnosticati quando la malattia era in uno stato avanzato. Questi dati mostrano il permanere, nonostante la meritoria azione di realtà internazionali e nazionali, governative e non - come l’OMS e le Fondazioni Raoul Follereau e Sasakawa - di un’ancora insufficiente possibilità di accesso alle strutture diagnostiche e della carenza nella formazione alla prevenzione delle comunità a rischio di contagio, come pure il bisogno di azioni igienico-sanitarie mirate. Tutto ciò è fondamentale per la lebbra, ormai senza esito mortale se adeguatamente curata, così come lo è in larga misura per le altre 'malattie neglette' (...). Si tratta di patologie che costituiscono degli autentici flagelli in alcune parti del mondo, ma che non riscuotono la sufficiente attenzione da parte della comunità internazionale; tra di esse ritroviamo la dengue, la malattia del sonno, la bilarziosi, l’oncocercosi, la leishmaniosi e il tracoma".

"Di fronte ad una tale emergenza sanitaria, anche alla luce dell’Anno della fede, e nel desiderio di impegnarci, sempre più intensamente, come cattolici, nell’adempiere quanto richiesto da Gesù col comandamento 'Euntes docete et curate infirmos' e dal nostro Battesimo, desidero rinnovare l’invito ad adoperarsi perché questa 60a Giornata Mondiale di lotta alla lebbra costituisca una nuova 'occasione propizia per intensificare la diaconia della carità nelle nostre comunità ecclesiali, per essere ciascuno buon samaritano verso l'altro, verso chi ci sta accanto'", a cominciare dai malati di lebbra.

"Un ruolo altrettanto importante spetta anche a tutte le persone vittime della lebbra, che sono chiamate a cooperare per l’affermazione di una società più inclusiva e giusta che permetta il reinserimento di chi è stato guarito, per divulgare e promuovere le possibilità di diagnosi e di cura, per ribadire la necessità di sottoporsi a terapie per esserne curati contribuendo a debellare l’infezione, per diffondere, nelle realtà d’appartenenza, i criteri igienico-sanitari indispensabili ad impedirne l’ulteriore propagazione".

"Come cristiano, chi è stato colpito dalla lebbra ha inoltre la possibilità di vivere la propria condizione in una prospettiva di fede 'trovandone il senso mediante l'unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore', pregando e offrendo la propria tribolazione per il bene della Chiesa e dell’umanità. Nella consapevolezza che quanto evidenziato è certamente non facile e richiede carità verso se stessi e verso il prossimo, speranza, coraggio, pazienza e determinazione, desidero ricordare - con le parole di san Paolo - che nessuno di noi ha 'ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma' che abbiamo 'ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: ‘Abbà, Padre!’. E, 'se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria'; anche nelle situazioni più avverse, il cristiano ha la certezza che 'né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore'".

UDIENZE

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Fernando Filone, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli

- Il Signor Nikolay Sadchikov, Ambasciatore della federazione Russa, in visita di Congedo.


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 25 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Kalookan (Filippine), presentata dal Vescovo Deogratias Iñiguez, in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.

- Ha nominato il Vescovo Buenaventura M. Famadico, Vescovo di San Pablo (superficie: 1.203; popolazione: 2.821.000; cattolici: 2.466.000; sacerdoti: 172; religiosi: 508), Filippine. Finora Vescovo di Gumaca (Filippine), succede al Vescovo Leo Drona, S.D.B., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima diocesi, presentata in conformità al canone 401, paragrafo 2, del Codice di Diritto Canonico.


giovedì 24 gennaio 2013

BENEDETTO XVI: IL CARDINALE GLEMP ERA UN UOMO "GIUSTO"

Città del Vaticano, 24 gennaio 2013 (VIS). Il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire al Cardinale Kazimierz Nycz, Arcivescovo Metropolita di Varsavia (Polonia), un telegramma di cordoglio per la morte, all'età di 83 anni, del Cardinale Jozef Glemp, Arcivescovo emerito di Gniezno e di Varsavia, dal 1981 al 2006 e Primate della Polonia.

"Caritati in iustitia – per la carità nella giustizia – questo motto episcopale lo ha accompagnato durante tutta l’esistenza ed ha indirizzato il suo modo di pensare, di valutare, di fare le scelte, di prendere le decisioni e di offrire le linee dell’azione pastorale. Era un uomo 'giusto', nello spirito di san Giuseppe suo Patrono e di coloro che nella tradizione biblica hanno saputo ascoltare la voce della chiamata di Dio indirizzata non solo personalmente a loro, ma anche alle comunità, alle quali erano inviati. Tale giustizia, ricca dell’umile adesione alla volontà di Dio, è stata la base del suo profondo amore per Dio e per l’uomo, che era la luce, l’ispirazione e la forza nel difficile ministero di guida della Chiesa in un’epoca, in cui significative trasformazioni sociali e politiche interessarono la Polonia e l’Europa", scrive il Papa.

"L’amore di Dio e della Chiesa, la premura per la vita e la dignità di ogni uomo hanno fatto di Lui un apostolo dell’unità contro la divisione, della concordia davanti allo scontro, della comune costruzione di un futuro felice sulla base delle passate, gioiose e dolorose esperienze della Chiesa e del popolo. Continuando l’opera del Cardinale Stefan Wyszynski, in costante comunione e legame spirituale con il Papa Giovanni Paolo II, con grande prudenza, risolveva tante questioni e problemi nella vita politica, sociale e religiosa dei Polacchi. Fidandosi della Provvidenza Divina, guardava con ottimismo verso il nuovo millennio, nel quale gli è stato dato di introdurre la comunità dei credenti in Polonia".

"Nell’ultima tappa della sua vita era provato dalla sofferenza che sopportava con serenità di spirito. Anche in questa prova è rimasto testimone dell’affidamento alla bontà e all’amore di Dio onnipotente".

"Personalmente - conclude il Papa - ho sempre apprezzato la sua sincera bontà, la semplicità, l’apertura e la cordiale dedizione alla causa della Chiesa in Polonia e nel mondo. Così rimarrà nella mia memoria e nella preghiera. Che il Signore lo accolga nella sua gloria!".



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