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lunedì 4 novembre 2013

SANTA MESSA AL CIMITERO DEL VERANO: AVERE IL CUORE ANCORATO NEL CIELO

Città del Vaticano, 1 novembre 2013 (VIS). Alle 16:00 di oggi pomeriggio, il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa all'ingresso monumentale del Cimitero del Verano a Roma. Hanno concelebrato con il Santo Padre il Cardinale Vicario Agostino Vallini, l’Arcivescovo Filippo Iannone, Vicegerente della diocesi di Roma, i Vescovi Ausiliari e il Parroco di San Lorenzo fuori le Mura, Padre Armando Ambrosi.

"A quest’ora, prima del tramonto - ha detto il Papa nell'omelia - in questo cimitero ci raccogliamo e pensiamo al nostro futuro, pensiamo a tutti quelli che se ne sono andati, che ci hanno preceduto nella vita e sono nel Signore. (...) Il Signore Dio, la bellezza, la bontà, la verità, la tenerezza, l’amore pieno. Ci aspetta tutto questo. Quelli che ci hanno preceduto e sono morti nel Signore sono là. Essi proclamano che sono stati salvati non per le loro opere – hanno fatto anche opere buone – ma sono stati salvati dal Signore (...) È Lui che ci salva, è Lui che alla fine della nostra vita ci porta per mano come un papà, proprio in quel Cielo dove sono i nostri antenati".

"Possiamo entrare nel Cielo soltanto grazie al sangue dell’Agnello, grazie al sangue di Cristo (...) che ci ha giustificati, che ci ha aperto le porte del Cielo. E se oggi ricordiamo questi nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto nella vita e sono in Cielo, è perché essi sono stati lavati dal sangue di Cristo. Questa è la nostra speranza: la speranza del sangue di Cristo! Una speranza che non delude. Se camminiamo nella vita con il Signore, Lui non delude mai!".

Successivamente Papa Francesco ha citato un passaggio di San Giovanni: "'Siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è'" ed ha ribadito: Vedere Dio, essere simili a Dio: questa è la nostra speranza. E oggi, proprio nel giorno dei Santi e prima del giorno dei Morti, è necessario pensare un po’ alla speranza: questa speranza che ci accompagna nella vita. I primi cristiani dipingevano la speranza con un’ancora, come se la vita fosse l’ancora gettata nella riva del Cielo e tutti noi incamminati verso quella riva, aggrappati alla corda dell’ancora. Questa è una bella immagine della speranza: avere il cuore ancorato là dove sono i nostri antenati, dove sono i Santi, dove è Gesù, dove è Dio. Questa è la speranza che non delude; oggi e domani sono giorni di speranza".

"La speranza è un po’ come il lievito, che ti fa allargare l’anima; ci sono momenti difficili nella vita, ma con la speranza l’anima va avanti e guarda a ciò che ci aspetta. (...) Anche la speranza ci purifica, ci alleggerisce; questa purificazione nella speranza in Gesù Cristo ci fa andare in fretta, prontamente. In questo pre-tramonto d’oggi, ognuno di noi può pensare al tramonto della sua vita (...) Lo guardo con quella gioia di essere accolto dal Signore? Questo è un pensiero cristiano, che ci dà pace. Oggi è un giorno di gioia, ma di una gioia serena, tranquilla, della gioia della pace. Pensiamo al tramonto di tanti fratelli e sorelle che ci hanno preceduto, pensiamo al nostro tramonto, quando verrà. E pensiamo al nostro cuore e domandiamoci: 'Dove è ancorato il mio cuore?'. Se non fosse ancorato bene, ancoriamolo là, in quella riva, sapendo che la speranza non delude perché il Signore Gesù non delude".

Alla fine della messa dopo la benedizione delle tombe il Santo Padre ha pronunciato le seguenti parole: "Anche vorrei pregare in modo speciale per questi fratelli e sorelle nostri che in questi giorni sono morti mentre cercavano una liberazione, una vita più degna. Noi abbiamo visto le fotografie, la crudeltà del deserto, abbiamo visto il mare dove tanti sono affogati. Preghiamo per loro. E anche preghiamo per quelli che si sono salvati, e in questo momento sono in tanti posti d’accoglienza, ammucchiati, sperando che le pratiche legali si affrettino per potersene andare da un’altra parte, più comodi, in altri centri di accoglienza".

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