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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 10 giugno 2013

PROSSIMA VISITA DELL'ARCIVESCOVO DI CANTERBURY AL PAPA

Città del Vaticano, 10 giugno 2013 (VIS). In un Comunicato reso pubblico questa mattina il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani ha reso noto che il 14 giugno prossimo, l'Arcivescovo di Canterbury, Sua Grazia Justin Welby, sarà a Roma per rendere visita a Papa Francesco.

"Questa visita è un’opportunità per l’Arcivescovo e per Papa Francesco di esaminare lo stato attuale delle relazioni tra la Chiesa cattolica e la Comunione Anglicana. In particolare, l’interesse manifestato dall’Arcivescovo Welby per la giustizia nel mondo e per la necessità di un ordinamento etico dei mercati finanziari per evitarne l’oppressione esercitata sugli individui trova un’eco corrispondente nel costante insegnamento del Santo Padre. Dal tempo della sua esperienza di dirigente nell’industria petrolifera, l’Arcivescovo Welby ha posto una forte enfasi sulla riconciliazione ed ha continuato ad impegnarsi a favore della risoluzione dei conflitti all’interno della Chiesa e della società. Anche questo ricorda l’appello lanciato da Papa Francesco per la costruzione di ponti tra i popoli di tutte le nazioni, affinché essi non si percepiscano come rivali o come una minaccia, ma si vedano come fratelli e sorelle".

"Anglicani e cattolici devono lavorare insieme per fornire alla società un chiaro orientamento morale. L’Arcivescovo Welby ha collaborato strettamente con l’Arcivescovo cattolico di Westminster, S.E. Monsignor Vincent Nichols, per difendere il matrimonio ed altri valori cristiani nella società. È un segno delle loro buone relazioni il fatto che S.E. Monsignor Nichols accompagni l’Arcivescovo di Canterbury in questa visita".

"A seguito dell’udienza papale e dei rispettivi discorsi, avrà luogo un breve servizio liturgico a mezzogiorno, presieduto dal Santo Padre e dall’Arcivescovo di Canterbury. Prima, nel corso della mattinata, dietro sua richiesta particolare, l’Arcivescovo visiterà gli Scavi sotto la Basilica di San Pietro per pregare presso la tomba del Santo, come aveva fatto il suo predecessore, Sua Grazia Rowan Williams, durante la sua prima visita a Roma. L’Arcivescovo ha anche espresso il desiderio di raccogliersi in preghiera davanti alla tomba del Beato Papa Giovanni Paolo II. In seguito, sarà ricevuto presso il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani dal Cardinale Kurt Koch, il quale gli illustrerà il lavoro del Dicastero" .


ANGELUS: LA COMPASSIONE DI GESÙ È COME L'AMORE DI UNA MADRE

Città del Vaticano, 9 giugno 2013 (VIS). Alle 12:00 di questa mattina, nell'affacciarsi alla finestra del suo studio per la recita dell'Angelus con le migliaia di fedeli convenuti in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha ricordato che il mese di giugno è tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore di Gesù "massima espressione umana dell'amore divino".

"La pietà popolare - ha detto il Papa - valorizza molto i simboli, e il Cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio; ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l’umanità intera". Tra i diversi riferimenti al Cuore di Gesù nei Vangeli, il Papa ha citato il racconto della morte di Cristo secondo Giovanni: quando Gesù era già morto, un soldato gli colpì il fianco con la lancia e da quella ferita uscirono sangue ed acqua. "Giovanni - ha detto il Papa - riconobbe in quel segno, apparentemente casuale, il compimento delle profezie: dal cuore di Gesù, Agnello immolato sulla croce, scaturisce per tutti gli uomini il perdono e la vita".

"Ma la misericordia di Gesù non è solo sentimento, anzi, è una forza che dà vita, che risuscita l’uomo!" come dice il Vangelo di oggi che narra la grande compassione di Gesù per la vedova di Nain, nel momento in cui si svolge il funerale dell'unico figlio. "Dice l’evangelista Luca: 'Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei'. Questa 'compassione' è l’amore di Dio per l’uomo, è la misericordia, cioè l’atteggiamento di Dio a contatto con la miseria umana, con la nostra indigenza, la nostra sofferenza, la nostra angoscia. Il termine biblico 'compassione' richiama le viscere materne: la madre, infatti, prova una reazione tutta sua di fronte al dolore dei figli. Così ci ama Dio, dice la Scrittura".

"E qual è il frutto di questo amore? È la vita! Gesù disse alla vedova di Nain: 'Non piangere!', e poi chiamò il ragazzo morto e lo risvegliò come da un sonno. La misericordia di Dio dà vita all’uomo, lo risuscita dalla morte. Il Signore ci guarda sempre con misericordia, ci attende con misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona. È pura misericordia!"

Al termine della recita dell'Angelus, Papa Francesco ha annunciato che oggi a Cracovia (Polonia), vengono proclamate Beate due Religiose polacche: Sofia Czeska Maciejowska
che nella prima metà del secolo XVII fondò la Congregazione delle Vergini della Presentazione della Beata Vergine Maria; e Margherita Lucia Szewczyk, che nel secolo XIX ha fondato la Congregazione delle Figlie della Beata Vergine Maria Addolorata. "Con la Chiesa che è in Cracovia rendiamo grazie al Signore!".

Infine, il Papa ha ringraziato un gruppo di pellegrini di Ortona, dove si venerano le spoglie dell'Apostolo Tommaso, che hanno realizzato un cammino "da Tommaso a Pietro".


MESSAGGIO CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE GERMANIA

Città del Vaticano, 9 giugno 2013 (VIS). Questa mattina, all’inizio della solenne Messa conclusiva del Congresso Eucaristico Nazionale Tedesco, a Colonia, l'Inviato Speciale del Santo Padre, Cardinale Josef Cordes, Presidente emerito del Pontificio Consiglio "Cor Unum", ha dato lettura del Messaggio inviato da Papa Francesco.

Tema del Congresso Eucaristico è stato: "Signore, da chi andremo?", la domanda di Pietro a Gesù quando, dopo le sue parole nella sinagoga di Cafarnao, annuncia che Egli è il Pane di vita eterna. Molti mormorano e si rifiutano di seguirlo.

"Anche noi, membri della Chiesa di oggi, ci poniamo questa domanda. - scrive il Pontefice - La nostra risposta, come quella dell’Apostolo, può essere solo la persona di Gesù. Certo, Egli visse duemila anni fa. Tuttavia noi possiamo incontrarLo nel nostro tempo quando ascoltiamo la sua Parola e siamo a Lui vicini, in modo unico, nell’Eucaristia. (...) Che la Santa Messa non cada per noi in una routine superficiale! Che attingiamo sempre di più alla sua profondità! È proprio essa ad inserirci nell’immensa opera di salvezza di Cristo, ad affinare la nostra vista spirituale per il suo amore: per la sua 'profezia in atto' con cui, nel Cenacolo, diede inizio al dono di Sé sulla Croce; per la sua vittoria irrevocabile sul peccato e sulla morte, che annunciamo con fierezza e in modo festoso".

"Tale domanda si pongono, infine, alcuni contemporanei, che - lucidamente o con oscuro presentimento - sono ancora in ricerca del Padre di Gesù Cristo. A loro il Redentore vuole venire incontro attraverso di noi (...). Con la nostra vita e con le nostre parole dobbiamo annunciare a loro ciò che abbiamo riconosciuto insieme a Pietro e agli Apostoli: 'Signore, tu hai parole di vita eterna' (...). Noi tutti, vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi e laici abbiamo l’impegno di portare Dio al mondo e il mondo a Dio".


PAPA FRANCESCO AI GIOVANI DI MACERATA: SIATE APERTI ALLE SORPRESE DI DIO

Città del Vaticano, 9 giugno 2013 (VIS). Alle 20:30 di ieri sera, il Santo Padre Francesco ha telefonato al Vescovo Giancarlo Vecerrica, Vescovo di Fabriano-Matelica, che con migliaia di giovani si trovava nello Stadio "Helvia Recina" di Macerata, per assistere alla Messa celebrata dal Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., in occasione del XXXV pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, proposto da Comunione e Liberazione, sul tema: "Che cosa può davvero saziare il desiderio dell'uomo".

Papa Francesco ha rivolto ai giovani arrivati dall'Italia e dall'estero, che questa sera hanno percorso 28 chilometri recitando il Santo Rosario e cantando insieme, queste parole: "Tutta la vita è un pellegrinaggio. L’importante è l’incontro con Gesù in questa strada della vita (...). Lasciatevi guidare da Gesù! Tante volte anche per noi la fede è un presupposto ovvio del vivere: diciamo 'io credo in Dio' - e va bene -, ma come vivi tu questo nella strada della vita? È necessario che la fede diventi un’esperienza presente".

"Quando ci incontriamo - ha proseguito il Pontefice - quando incontriamo il Signore, Egli ci sorprende. Il Signore si può chiamare il Signore delle sorprese. Siate aperti alle sorprese di Dio. Anche per voi l’avvenimento di questa notte, che ogni anno cresce, è una sorpresa, è il segno che nulla è impossibile a Dio. Come spiegare altrimenti che da 300 che eravate nel ‘78 siete diventati lo scorso anno 90.000?".

"Quando vi sentirete stanchi - ha detto Papa Francesco - e vi verrà la tentazione di andare per conto vostro, pensate a questo: ripetete il vostro sì, pregate perché ciascuno di voi possa riconoscere nella sua carne piagata nel corpo e nello spirito la propria umanità bisognosa dell’umanità di Cristo, l’unica che può saziare davvero il desiderio dell’uomo".

Il Santo Padre si è congedato esortano i giovani a continuare ad andare avanti con speranza: "E per favore: non lasciatevi rubare la speranza; è il Signore che te la dà".



I DIECI COMANDAMENTI INDICANO UNA STRADA DI LIBERTÀ

Città del Vaticano, 9 giugno 2013 (VIS). "Non dobbiamo vedere i Dieci Comandamenti come limitazioni alla libertà, no, non è questo, ma dobbiamo vederli come indicazioni per la libertà". Queste le parole del video-messaggio, proiettato ieri sera alla 21:40, che Papa Francesco ha rivolto alle migliaia di persone riunite in Piazza del Duomo a Milano per partecipare all'iniziativa "Dieci Piazze per Dieci Comandamenti". L'iniziativa, promossa per il 40° anniversario della nascita del movimento "Rinnovamento nello Spirito Santo", in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione e la Conferenza Episcopale Italiana, si inserisce nel contesto dell'Anno della Fede.

Milano è la quarta città protagonista di questa manifestazione inaugurata durante il Pontificato di Benedetto XVI nel settembre 2012 e svoltasi nelle piazze di Roma, Napoli e Verona. Il video-messaggio di Papa Francesco sarà ritrasmesso nei prossimi mesi nelle piazze di Bari, Genova, Cagliari, Firenze, Palermo, Bologna e Torino.

"I Dieci Comandamenti sono un dono di Dio. La parola 'comandamento' non è di moda; all’uomo d’oggi richiama qualcosa di negativo, la volontà di qualcuno che impone limiti (...). E purtroppo la storia, anche recente, è segnata da tirannie, da ideologie, da logiche che hanno imposto e oppresso, che non hanno cercato il bene dell’uomo, bensì il potere, il successo, il profitto. Ma i Dieci Comandamenti vengono da un Dio che ci ha creati per amore, da un Dio che ha stretto un’alleanza con l’umanità, un Dio che vuole solo il bene dell’uomo. Diamo fiducia a Dio! (...) I Dieci Comandamenti ci indicano una strada da percorrere, e costituiscono anche una sorta di 'codice etico' per la costruzione di società giuste, a misura dell’uomo. Quante diseguaglianze nel mondo! Quanta fame di cibo e di verità! Quante povertà morali e materiali derivano dal rifiuto di Dio e dal mettere al suo posto tanti idoli! Lasciamoci guidare da queste Dieci Parole che illuminano e orientano chi cerca pace, giustizia e dignità".

fondamentale ricordare quando Dio dà al popolo di Israele, per mezzo di Mosè, i Dieci Comandamenti. Al Mar Rosso il popolo aveva sperimentato la grande liberazione; aveva toccato con mano la potenza e la fedeltà di Dio, del Dio che rende liberi. Ora Dio stesso, sul Monte Sinai, indica al suo popolo e a tutti noi il percorso per rimanere liberi, un percorso che è inciso nel cuore dell’uomo, come una Legge morale universale. Non dobbiamo vedere i Dieci Comandamenti come limitazioni alla libertà, no, non è questo, ma dobbiamo vederli come indicazioni per la libertà. (...) Essi ci insegnano ad evitare la schiavitù a cui ci riducono i tanti idoli che noi stessi ci costruiamo (...); essi ci insegnano ad aprirci ad una dimensione più ampia di quella materiale, a vivere il rispetto per le persone, vincendo l’avidità di potere, di possesso, di denaro, ad essere onesti e sinceri nei nostri rapporti, a custodire l’intera creazione e a nutrire il nostro pianeta di ideali alti, nobili, spirituali. Seguire i Dieci Comandamenti significa essere fedeli a noi stessi, alla nostra natura più autentica e camminare verso la libertà autentica che Cristo ha insegnato nelle Beatitudini".

VISITA UFFICIALE PRESIDENTE REPUBBLICA ITALIANA AL PAPA

Città del Vaticano, 8 giugno 2013 (VIS). La visita del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano al Papa Francesco "ancora una volta conferma (...) la normalità e l’eccellenza delle relazioni tra Italia e Santa Sede" e il dialogo tra Italia e Santa Sede "ha come fine principale il bene del popolo italiano e come sfondo ideale il suo ruolo storicamente unico in Europa e nel mondo".

Queste le parole del Vescovo di Roma nel ricevere questa mattina, per la prima volta nel suo pontificato, il rappresentante della più alta carica istituzionale d'Italia. Il Papa ha espresso la sua riconoscenza al Presidente "e a tutti gli italiani per l'affetto caloroso con cui mi hanno accolto dopo la mia elezione: mi hanno fatto sentire di nuovo a casa!", ed ha espresso l'auspicio che l'Italia "possa essere sempre una casa accogliente per tutti".

Il Presidente Napolitano, il primo Capo di Stato che visita ufficialmente Papa Francesco, è giunto in Vaticano poco prima delle 11:00, accompagnato dal ministro degli Esteri, Emma Bonino e dall'Ambasciatore presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco. Al suo arrivo il Presidente Napolitano è stato accolto dal Prefetto della Casa Pontificia, Arcivescovo Georg Gänswein, mentre un picchetto d'onore della Guardia Svizzera Pontificia gli rendeva omaggio nel Cortile di San Damaso. Dopo un colloquio privato con il Papa nella Sala del Tronetto, il Papa e il Presidente si sono trasferiti nella Biblioteca dove il Pontefice ha pronunciato un discorso a cui ha fatto seguito il discorso del Presidente della Repubblica.

Il Papa ha ricordato che dopo vicende anche travagliate e dolorose, le relazioni tra l'Italia e la Santa Sede "si sono sviluppate specialmente dopo la Conciliazione e l'inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione italiana, e quindi, in un'ottica nuova, dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II e l'Accordo di revisione del Concordato. (...) In Italia - ha aggiunto Papa Francesco - la collaborazione tra Stato e Chiesa, sempre rivolta all’interesse del popolo e della società, si realizza nel rapporto quotidiano tra le istanze civili e quelle della comunità cattolica, rappresentata dai Vescovi e dai loro organismi, e in modo del tutto particolare dal Vescovo di Roma. Così, anche questa prima visita del Presidente al Papa (...) può essere espressa efficacemente con l’immagine dei due colli, il Quirinale e il Vaticano, che si guardano con stima e simpatia".

"In questo anno 2013 - ha proseguito il Pontefice - si ricorda il XVII centenario dell’editto di Milano, (313) da più parti visto come simbolo della prima affermazione del principio della libertà religiosa. Un secolo fa le celebrazioni di questa ricorrenza rappresentarono una tappa nel processo storico che favorì la presa di coscienza e il contributo dei cattolici nella costruzione della società italiana". Tuttavia, "nel mondo di oggi la libertà religiosa è più spesso affermata che realizzata. (...) I gravi oltraggi inflitti a tale diritto primario sono fonte di seria preoccupazione e devono vedere la concorde reazione dei Paesi del mondo nel riaffermare, contro ogni attentato, l’intangibile dignità della persona umana. È un dovere di tutti difendere la libertà religiosa e promuoverla per tutti. Nella tutela condivisa di tale bene morale si trova, inoltre, anche una garanzia di crescita e di sviluppo dell’intera comunità".

Successivamente il Papa ha fatto riferimento alla "profonda e persistente" crisi mondiale che segna anche l'Italia e "che accentua i problemi economici e sociali, gravando soprattutto sulla parte più debole della società. Preoccupanti appaiono soprattutto i fenomeni quali l’indebolimento della famiglia e dei legami sociali, la decrescita demografica, la prevalenza di logiche che privilegiano il profitto rispetto al lavoro, l’insufficiente attenzione alle generazioni più giovani e alla loro formazione".
"In questo contesto, certo non facile, è fondamentale garantire e sviluppare l’impianto complessivo delle istituzioni democratiche, alle quali nei decenni trascorsi hanno contribuito in modo determinante, leale e creativo i cattolici italiani. In un momento di crisi come l’attuale è dunque urgente che possa crescere, soprattutto tra i giovani, una nuova considerazione dell’impegno politico, e che credenti e non credenti insieme collaborino nella promozione di una società dove le ingiustizie possano essere superate e ogni persona venga accolta e possa contribuire al bene comune (...). La distanza tra la lettera e lo spirito degli ordinamenti e delle istituzioni democratiche è sempre da riconoscere ed occorre l’impegno di tutti i soggetti coinvolti per colmarla ogni volta di nuovo. anche noi, cattolici, abbiamo il dovere di impegnarci sempre di più in un serio cammino di conversione spirituale affinché ci avviciniamo ogni giorno al Vangelo, che ci spinge ad un servizio concreto ed efficace alle persone e alla società".

"Anche in ambito civile - ha detto infine il Papa - è vero ciò che la fede ci assicura: non bisogna mai perdere le speranze. Quanti esempi in questo senso ci hanno dato i nostri genitori e i nostri nonni, affrontando ai loro tempi dure prove con grande coraggio e spirito di sacrificio! Più volte Benedetto XVI ha ribadito che la crisi attuale dev’essere occasione per un rinnovamento fraterno dei rapporti umani. Anche il popolo italiano, attingendo con fiducia e creatività dalla sua ricchissima tradizione cristiana e dagli esempi dei suoi santi patroni Francesco d’Assisi e Caterina da Siena (...) può e deve superare ogni divisione e crescere nella giustizia e nella pace, continuando così a svolgere il suo ruolo peculiare nel contesto europeo e nella famiglia dei popoli. E lavorare per creare una cultura dell'incontro".

Dopo il congedo dal Pontefice, il Capo di Stato italiano ha incontrato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato e il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. A conclusione della visita ufficiale il Presidente Napolitano si è recato nella Basilica Vaticana per una visita alla Cappella della Pietà.


POSSESSI CARDINALIZI

Città del Vaticano, 10 giugno 2013 (VIS). L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha dato comunicazione della seguente Presa di Possesso: sabato 15 giugno 2013, alle ore 18:30, il Cardinale Luis Antonio G. Tagle, Arcivescovo di Manila (Filippine), prenderà possesso del Titolo di San Felice da Cantalice a Centocelle, Piazza San Felice da Cantalice, 20, Roma.

UDIENZE

Città del Vaticano, 10 giugno 2013 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Signor Mariano Palacios Alcocer, nuovo Ambasciatore del Messico, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

- Il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.

- Il Vescovo Javier Echevarria Rodríguez, Prelato della Prelatura personale dell'Opus Dei.

- La Signora Anna Suchocka, Ambasciatore di Polonia, in visita di congedo.

- Il Signor Almir Franco de Sa' Barbuda, Ambasciatore del Brasile, in visita di congedo.

- Il Signor Alejandro Emilio Valladares Lanza, Ambasciatore di Honduras, in visita di congedo.

Sabato 8 giugno il Santo Padre ha ricevuto in udienza il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.


ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 10 giugno 2013 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Reverendo Jeremiah Madimetja Masela, Vescovo della Diocesi di Polokwane (superficie: 69.533; popolazione: 2.658.000; cattolici: 94.700; sacerdoti: 27; religiosi: 50, diaconi permanenti: 8), Sud Africa. Il Vescovo eletto è nato nel 1958 a Bergzich (Sud Africa) ed è stato ordinato sacerdote nel 1984. Dal 1985 al 1999 è stato Vicario parrocchiale di "St. Peter and Paul" a Seshego e dal 1988 Parroco della medesima parrocchia; dal 1999 al 2004 è stato Vicario Generale di Polokwane; dal 2000 al 2005 Amministratore della Cattedrale del "Sacro Cuore" di Polokwane; dal 2005 al 2008 Direttore Spirituale nel Seminario Maggiore Nazionale di "St. John Vianney" a Pretoria; dal 2008 al 2011 è stato Vicario Generale e Parroco a Makopane e a Doorspruit; dal 2011 Amministratore Apostolico sede vacante di Polokwane.

Sabato 8 giugno il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo Metropolita de L’Aquila (superficie: 1.516; popolazione: 112.500; cattolici: 111.100; sacerdoti: 118; religiosi: 167; diaconi permanenti: 8), Italia. L'Arcivescovo eletto è nato ad Ascoli Piceno nel 1948 ed è stato ordinato sacerdote nel 1973. Dal 1973 al 1975 è stato Responsabile della Pastorale giovanile diocesana; dal 1973 al 1978 Docente di Religione presso il Liceo Scientifico “Orsini” di Ascoli Piceno; dal 1975 al 1985 Direttore del Centro Diocesano Vocazionale; dal 1978 al 1997 Docente di Filosofia, Pedagogia e Psicologia presso l’Istituto Magistrale “Trebbiani” di Ascoli Piceno e successivamente presso il Liceo Pedagogico “Stabili”; dal 1980 al 1985 Parroco di Cerreto di Venarotta; dal 1985 al 1998 Parroco a Trisungo; dal 1991 al 1998 Redattore capo del Bollettino Diocesano; dal 1985 al 1998 Psicologo presso il Consultorio Familiare Diocesano e Docente presso la Scuola Diocesana di Teologia. Il 27 giugno 1998 è stato eletto alla sede vescovile di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, ricevendo l’Ordinazione Episcopale il 20 settembre successivo. Succede all'Arcivescovo Giuseppe Molinari, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima arcidiocesi metropolitana, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato l'Arcivescovo Mirosław Adamczyk, Nunzio Apostolico in Gambia, attualmente Nunzio Apostolico in Liberia.

- Ha nominato il Vescovo Jean Teyrouz, Vescovo dell'Eparchia Sainte-Croix-de-Paris (cattolici: 30.200; sacerdoti: 3; religiosi: 5), Francia, all’ufficio di Visitatore Apostolico per gli Armeni residenti in Europa Occidentale. Succede al Vescovo Grégoire Ghabroyan, del quale il Santo Padre ha accolto la rinuncia all'ufficio di Visitatore Apostolico per gli Armeni residenti in Europa Occidentale, presentata in conformità al canone 201, paragrafo 1, del Codice di Diritto Canonico per le Chiese Orientali.


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