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lunedì 20 gennaio 2014

PAPA FRANCESCO: VIGILARE PER TENERE ALTO IL LIVELLO ETICO DELLA COMUNICAZIONE

Città del Vaticano, 18 gennaio 2014 (VIS). Nella cornice del 90° anniversario dell'inizio delle trasmissioni radiofoniche e del 60° di quelle televisive della RAI (Radiotelevisione Italiana), i Dirigenti e Dipendenti della RAI sono stati ricevuti questa mattina in udienza da Papa Francesco che, nel suo discorso, ha presentato alcune riflessioni sul valore e le esigenze del servizio pubblico.

Nel porre in evidenza la collaborazione fra la Santa Sede e la RAI, il Papa ha ricordato che: "Sia sul versante della radio, sia su quello delle televisione, il popolo italiano ha sempre potuto accedere alle parole e, successivamente, alle immagini del Papa e degli eventi della Chiesa, in Italia, mediante il servizio pubblico della RAI. Questa collaborazione si realizza con i due enti vaticani: la Radio Vaticana e il Centro Televisivo Vaticano". Fra gli eventi della Chiesa trasmessi da radio e televisione, il Papa ha citato il Concilio Vaticano II, le elezioni dei Pontefici, il Giubileo dell'Anno 2000, i funerali del Beato Giovanni Paolo II e le produzioni di carattere religioso della RAI negli anni Cinquanta e Sessanta, come il film "Francesco" di Liliana Cavani (1966) e "Atti degli Apostoli" di Roberto Rossellini (1969), quest'ultimo con la collaborazione del futuro cardinale arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, S.I.

"La RAI - ha detto il Papa - è stata testimone dei processi di cambiamento della società italiana nelle sue rapide trasformazioni, e ha contribuito in maniera speciale al processo di unificazione linguistico-culturale dell’Italia. (...) Ma il fare memoria di un passato ricco di conquiste ci chiama a un rinnovato senso di responsabilità per l’oggi e per il domani. A tutti voi (...) ricordo che la vostra professione, oltre che informativa, è formativa, è un servizio pubblico, cioè un servizio al bene comune. Un servizio alla verità, un servizio alla bontà e un servizio alla bellezza. Tutte le professionalità che fanno parte della RAI (...) sanno di appartenere ad un’azienda che produce cultura ed educazione, che offre informazione e spettacolo, raggiungendo in ogni momento della giornata una gran parte di italiani. È una responsabilità a cui chi è titolare del servizio pubblico non può per nessun motivo abdicare".

"La qualità etica della comunicazione - ha detto infine il Papa - è frutto, in ultima analisi, di coscienze attente, non superficiali, sempre rispettose delle persone, sia di quelle che sono oggetto di informazione, sia dei destinatari del messaggio. Ciascuno, nel proprio ruolo e con la propria responsabilità, è chiamato a vigilare per tenere alto il livello etico della comunicazione, ed evitare quelle cose che fanno tanto male: la disinformazione, la diffamazione e la calunnia. Mantenere il livello etico".

Il Papa ha concluso il suo discorso esortando i dirigenti e dipendenti della RAI e delle altre Reti e Associazioni rappresentante a "porsi al servizio della crescita umana, culturale e civile della società".

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