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lunedì 31 marzo 2014

CELEBRAZIONE DELLA PENITENZA IN SAN PIETRO: CONVERTIRSI È IMPEGNO CHE DURA TUTTA LA VITA

Città del Vaticano, 29 marzo 2014 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre ha presieduto il Rito della Riconciliazione, confessando e impartendo l'assoluzione individuale a più penitenti. La celebrazione ha aperto il momento penitenziale "24 ore per il Signore", promosso dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, al quale hanno partecipato numerose diocesi del mondo e durante il quale molte chiese sono rimaste aperte la notte di venerdì e la mattina del sabato per la confessione dei fedeli.

Il Papa ha ricordato nell'omelia che nel periodo della Quaresima la Chiesa rinnova l'appello alla conversione e la chiamata a cambiare vita. "Convertirsi - ha detto - non è questione di un momento o di un periodo dell’anno, è impegno che dura tutta la vita. Chi tra di noi può presumere di non essere peccatore? Nessuno. Tutti lo siamo. Scrive l’apostolo Giovanni: 'Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità'. È quello che avviene anche in questa celebrazione e in tutta questa giornata penitenziale. La Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci introduce in due elementi essenziali della vita cristiana".

"Il primo: 'Rivestirci dell’uomo nuovo'. L’uomo nuovo, 'creato secondo Dio' - ha spiegato Papa Francesco - nasce nel Battesimo, dove si riceve la vita stessa di Dio, che ci rende suoi figli e ci incorpora a Cristo e alla sua Chiesa. Questa vita nuova permette di guardare alla realtà con occhi diversi, senza più essere distratti dalle cose che non contano (...), dalle cose che finiscono con il tempo. Per questo siamo chiamati ad abbandonare i comportamenti del peccato e fissare lo sguardo sull’essenziale. 'L’uomo vale più per quello che è che per quello che ha'. Ecco la differenza tra la vita deformata dal peccato e quella illuminata della grazia".

"Il secondo elemento: 'Rimanere nell’amore'. L’amore di Gesù Cristo dura per sempre, non avrà mai fine perché è la vita stessa di Dio. Questo amore vince il peccato e dona la forza di rialzarsi e ricominciare, perché con il perdono il cuore si rinnova e ringiovanisce. Tutti lo sappiamo: il nostro Padre non si stanca mai di amare (...). Possiamo parlare della speranza di Dio: nostro Padre ci aspetta sempre, non solo ci lascia la porta aperta, ma ci aspetta. (...) Dio non solo è all’origine dell’amore, ma in Gesù Cristo ci chiama ad imitare il suo stesso modo di amare: 'Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri'. Nella misura in cui i cristiani vivono questo amore, diventano nel mondo discepoli credibili di Cristo. L’amore non può sopportare di rimanere rinchiuso in se stesso. Per sua stessa natura è aperto, si diffonde ed è fecondo, genera sempre nuovo amore".

Il Papa ha concluso l'omelia ricordando l'iniziativa "24 ore per il Signore" ed ha invitato i giovani che partecipano come missionari della riconciliazione a comunicare a quanti incontreranno "la gioia di ricevere il perdono del Padre e di ritrovare l'amicizia piena con Lui. (...) E direte loro che nostro Padre ci aspetta, nostro Padre ci perdona, di più fa festa. Se tu vai a Lui con tutta la tua vita, anche con tanti peccati, invece di rimproverarti fa festa: questo è nostro Padre. Questo dovete dirlo voi, dirlo a tanta gente, oggi. Chi sperimenta la misericordia divina, è spinto a farsi artefice di misericordia tra gli ultimi e i poveri. In questi 'fratelli più piccoli' Gesù ci aspetta; riceviamo misericordia e diamo misericordia!".

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