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mercoledì 26 marzo 2014

LA VERGINE MARIA E IL DIALOGO ISLAMO-CRISTIANO

Città del Vaticano, 26 marzo 2014 (VIS). "La Vergine Maria e il dialogo islamo-cristiano" è stato il tema dell'intervento di Padre Miguel Angel Ayuso Guixot, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, all'VIII Incontro di Preghiera Islamo-Cristiana svoltosi ieri a Beirut (Libano), in occasione della Festa Nazionale del 25 marzo, Solennità dell'Annunciazione del Signore, celebrata da cristiani e musulmani. La Solennità è così importante che nel 2010 il governo libanese ha proclamato tale data Festa Nazionale islamo-cristiana. In un discorso - dedicato sia alla figura di Maria che alla missione del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso - Padre Ayuso sottolinea che la festa del 25 marzo "è un vero esempio della lunga convivenza di musulmani e cristiani che caratterizza la storia del Libano, fra tante difficoltà, e che costituisce anche una testimonianza per tanti altri popoli".

"Dal Concilio Vaticano II - ha proseguito Padre Ayuso - la Chiesa cattolica riconosce che i musulmani 'onorano la Vergine Madre di Gesù, Maria, e la invocano con pietà anche nella preghiera'. (...) Maria è menzionata varie volte nel Corano: il rispetto che le si porta è così evidente che, quando ella è nominata nell'Islam, si aggiunge 'Alayha l-salam' (su di Lei sia la pace'. Anche i cristiani si associano volentieri a questa invocazione. Vorrei anche menzionare i Santuari consacrati a Maria dove si recano musulmani e cristiani. In Libano, in particolare, come non ricordare il Santuario di Notre-Dame du Liban a Harissa!".

"La devozione crea sentimenti di amicizia: è un fenomeno aperto a tutti e a tutte. Le esperienze culturali che le nostre comunità possono condividere incoraggiano la collaborazione, la solidarietà, il riconoscimento reciproco di figlie e figli di un Dio unico appartenente alla stessa famiglia umana. È dunque con stima che la Chiesa si rivolge ai credenti dell'Islam. Con essi nel corso di questi cinquanta anni, ha cercato di costruire un dialogo di amicizia e di rispetto reciproco".

"Relativamente al dialogo fra musulmani e cristiani - Padre Ayuso ha spiegato che "il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso cerca di stabilire rapporti regolari con le istituzioni e gli organismi musulmani in modo da favorire la conoscenza e la fiducia reciproca, l'amicizia e, dove possibile, la collaborazione. Infatti esistono accordi con diverse istituzioni musulmane per assicurare la possibilità di incontri regolari, in funzione di programmi e di modalità concordate delle due parti. (...) Riguardo alla metodologia del dialogo interreligioso e del dialogo islamo-cristiano, bisogna ricordare che il dialogo è una comunicazione duplice. (...) Si fonda sulla testimonianza della propria fede e su di una apertura alla religione dell'altro. Non si tratta di tradire la missione della Chiesa e ancor meno di un nuovo metodo di conversione al cristianesimo. Nel documento 'Dialogo e annuncio', pubblicato congiuntamente nel 1991, dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, sono messi in evidenza quattro modi diversi di dialogo interreligioso: il dialogo della vita; il dialogo delle opere; il dialogo degli scambi teologici e il dialogo dell'esperienza religiosa. Queste quattro forme di dialogo testimoniano dunque che non si tratta di un'attività riservata a degli specialisti".

Padre Ayuso ha concluso il suo intervento esaminando il ruolo di Maria alla luce del tema della festa nazionale del Libano: "Insieme attorno a Maria, Nostra Signora". "Nell'Esortazione apostolica 'Marialis Cultus', promulgata nel 1974 da Papa Paolo VI, Maria è presentata come 'la Vergine che ascolta', 'la Vergine che prega', (...) 'la Vergine in dialogo con Dio' (...) Ella è anche l'immagine di un modello di dialogo di ricerca quando, rivolgendosi all'Arcangelo Gabriele, domanda: 'Come è possibile?'. Maria, modello per i musulmani e per i cristiani, è anche modello di dialogo perché insegna a crescere, a non chiudersi in certezze acquisite ma ad aprirsi agli altri e ad essere disponibili".

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