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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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martedì 30 settembre 2014

Cardinale Parolin alle Nazioni Unite: Unità di azione per il bene comune

Città del Vaticano, 30 settembre 2014 (VIS). Ieri, a New York, il Cardinale Segretario di Stato, è intervenuto alla LXIX Sessione dell'Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazione Unite, che esamina il Programma di Trasformazione e Sviluppo a partire dal 2015.

Il Cardinale Parolin ha sottolineato che la Santa Sede apprezza l'impegno delle Nazioni Unite nel garantire la pace mondiale, il rispetto della dignità umana, la protezione delle persone, specialmente i più poveri e i più vulnerabili, ed un armonico sviluppo economico e sociale. Citando le parole di Papa Francesco, il Segretario di Stato ha ricordato che nella nostra epoca esiste il rischio di una indifferenza generalizzata non soltanto in politica, ma anche nel settore economico e sociale, "'visto che una parte importante dell'umanità continua ad essere esclusa dai benefici del progresso e, di fatto, relegata a esseri umani di seconda categoria'. In alcuni casi, tale indifferenza è sinonimo di irresponsabilità. Come nel caso dell'attuale unione di Stati, creata con l'obiettivo fondamentale di salvare le generazioni dagli orrori della guerra - che provoca indicibili sofferenze all'umanità - la quale rimane passiva di fronte alle violenze subite da popolazioni indifese". Ripetendo l'appello del Santo Padre alla comunità internazionale, lanciato nell'agosto scorso, perché si ponga fine alla tragedia umanitaria nel nord dell'Iraq, il Cardinale ha affermato che in Iraq e in Siria si riscontra un fenomeno completamente nuovo: l'esistenza di una organizzazione terroristica che minaccia tutti gli Stati, prefiggendosi la loro dissoluzione per sostituirli con un governo mondiale pseudo-religioso.

"Anche oggi, vi sono individui che ritengono di esercitare il potere con la coercizione delle coscienze, perseguitando e uccidendo in nome di Dio. Tali violenze feriscono interi gruppi etnici, popolazioni e antiche culture e sono originate dal disprezzo di Dio e dalla falsificazione 'della religione stessa, la quale, invece, mira (...) a rendere chiaro che ogni uomo è immagine del Creatore'. Nel mondo della comunicazione globale, questo nuovo fenomeno ha trovato proseliti in molti luoghi, ed è riuscito ad attrarre giovani di tutto il mondo, spesso disillusi da una indifferenza diffusa e dalla morte dei valori nelle società più opulente. Tale sfida, in tutti i suoi tragici aspetti, deve impegnare la comunità internazionale nella promozione di un'azione comune, fondata su criteri giuridici chiari e sulla volontà collettiva di cooperare al bene comune".

"A tale scopo la Santa Sede ritiene utile concentrare l'attenzione su due aree principali. La prima: affrontare le origini culturali e politiche delle sfide attuali, riconoscendo la necessità di strategie innovative per affrontare i problemi internazionali nei quali i fattori culturali hanno un ruolo fondamentale. La seconda: approfondire l'efficacia del diritto internazionale, la sua attuazione attraverso le procedure usate dalle Nazioni Unite per impedire la guerra, fermare le aggressioni, proteggere le popolazioni ed assistere le vittime".

"L'attuale situazione - ha ribadito il Cardinale Parolin - richiede una più incisiva comprensione del diritto internazionale, con particolare attenzione alla 'responsabilità della protezione'. Infatti, una delle caratteristiche del recente fenomeno terroristico è che esso ignora l'esistenza dello Stato e di conseguenza tutto l'ordine internazionale. (...) Il terrorismo mina e respinge tutti i sistemi giuridici esistenti, tentando di imporre il proprio dominio sulle coscienze e il controllo completo delle persone. (...) La natura globale di tale fenomeno, che non conosce confini, comporta che l'unico modo possibile di affrontare il terrorismo sia offerto dalla struttura del diritto internazionale. Questa realtà rende necessario il rinnovamento delle Nazioni Unite per promuovere e mantenere la pace. (...) La gravità dell'attuale situazione è perciò un'occasione per gli Stati membri dell'O.N.U., di onorare lo spirito della Carta delle Nazioni Unite denunciando i tragici conflitti che dilaniano popoli e nazioni intere. Purtroppo, finora, dalla comunità internazionale si sono levate voci contraddittorie se non addirittura silenzi riguardo ai conflitti in Siria, Medio Oriente ed Ucraina. È importantissima una unità di azione a favore del bene comune, evitando il fuoco incrociato dei veti. (...) La promozione di una cultura della pace richiede un impegno rinnovato a favore del dialogo, dell'apprezzamento delle culture e della cooperazione culturale, nel rispetto della diversità delle sensibilità. (...) Infine, è necessaria un'autentica volontà di applicare scrupolosamente le attuali procedure giuridiche, non trascurando le implicazioni degli attuali problemi. Tale volontà assicura un approccio multilaterale per meglio servire la dignità umana, salvaguardare e far progredire lo sviluppo umano integrale nel mondo".

Riferendosi all'approvazione del Programma di Trasformazione e Sviluppo, il Segretario di Stato ha confermato che "la Santa Sede guarda con favore ai '17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile', destinati ad affrontare le cause strutturali della povertà promuovendo un lavoro degno per ognuno. Tuttavia, nonostante l'impegno delle Nazioni Unite e di molte persone di buona volontà, il numero dei poveri e degli emarginati aumenta non soltanto nei paesi in via di sviluppo ma anche nei paesi sviluppati. La 'Responsabilità di proteggere', (...) si riferisce alle aggressioni estreme che ledono i diritti dell'uomo, ai casi di grave disprezzo del diritto umanitario e alle gravi catastrofi naturali. Similmente sono necessari strumenti giuridici per la protezione delle persone contro altre forme di aggressione, meno evidenti ma ugualmente gravi e reali. Per esempio, un sistema finanziario governato soltanto dalla speculazione e dalla massimizzazione dei profitti, o un sistema in cui i singoli sono considerati articoli usa e getta, in una cultura dello scarto, concezione che potrebbe equivalere, in certe circostanze, all'offesa contro la dignità umana. Di conseguenza, le Nazioni Unite e gli Stati membri hanno una grave ed urgente responsabilità nei riguardi dei poveri e degli emarginati, sempre consapevoli che la giustizia economica e sociale è condizione essenziale per la pace".

Udienze

Città del Vaticano, 30 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Cardinale Raymundo Damasceno Assis, Arcivescovo di Aparecida (Brasile), Presidente della Conferenza Episcopale Brasiliana, con l'Arcivescovo José Belisario da Silva, di São Luís do Maranhão, Vice il Presidente e con il Vescovo Leonardo Ulrich Steiner, Ausiliare di Brasilia, Segretario Generale.

- Il Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi.

- Il Reverendo Carlos Nannei, della Prelatura dell'Opus Dei.

Altri atti pontifici

Città del Vaticano, 30 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo John Stanley Kenneth Arnold, Vescovo di Salford (superficie: 1.800; popolazione: 2.603.000; cattolici: 267.938; sacerdoti: 284; religiosi: 280), Inghilterra, Gran Bretagna. Finora Ausiliare di Westminster (Inghilterra, Gran Bretagna), succede al Vescovo Terence John Brain, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima diocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

lunedì 29 settembre 2014

Udienza Presidente Repubblica di Malta: il fenomeno delle migrazioni verso l'Europa vede impegnati la Chiesa e il Governo

Città del Vaticano, 29 settembre 2014 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Presidente di Malta, la Signora Marie-Louise Coleiro Preca, che successivamente ha incontrato l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.
Nel corso dei cordiali colloqui, ci si è soffermati sulle buone relazioni tra la Santa Sede e Malta, rilevando il significativo apporto della Chiesa cattolica in campo educativo e assistenziale, specialmente a favore dei poveri. Nel prosieguo della conversazione sono stati affrontati alcuni temi di comune interesse, con particolare riferimento al ruolo dei valori cristiani nell’edificazione della società maltese e al rafforzamento dell’istituto familiare.

Infine, si è parlato del contributo di Malta in seno all’Unione Europea, come pure di alcune questioni di carattere internazionale, quali le situazioni di conflitto nella regione del Mediterraneo, per le quali si è auspicata una pronta soluzione attraverso il dialogo, nonché il fenomeno delle migrazioni verso l’Europa, che vede impegnati la Chiesa e il Governo.

Ai Membri Alleanza Biblica Universale: "'L’ignoranza delle Scritture, è ignoranza di Cristo'"

Città del Vaticano, 29 settembre 2014 (VIS). "Il vostro è il frutto di un lavoro paziente, attento, fraterno, competente e, soprattutto, credente. Se non crederete, non comprenderete; 'se non crederete, non resterete saldi'”, ha detto il Santo Padre ai Membri dell'Alleanza Biblica Universale, ricevuti questa mattina nella Sala del Concistoro, per la presentazione della Bibbia in lingua italiana "Parola del Signore-La Bibbia Interconfessionale in lingua corrente”. "Vorrei tanto - ha proseguito Papa Francesco - che tutti i cristiani potessero apprendere 'la sublime scienza di Gesù Cristo' attraverso la lettura assidua della Parola di Dio, poiché il testo sacro è il nutrimento dell’anima e la sorgente pura e perenne della vita spirituale di tutti noi. Dobbiamo quindi compiere ogni sforzo affinché ogni fedele legga la Parola di Dio, poiché 'l’ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo', come dice san Girolamo".

"Vi ringrazio - ha concluso il Pontefice - perché ciò che avete conseguito insieme è prezioso proprio per realizzare questo obiettivo e vi incoraggio a proseguire sul cammino intrapreso, per far conoscere sempre meglio e per far comprendere sempre più profondamente la Parola del Dio vivente".

Giovani e anziani: se non si ritrova un equilibrio fecondo tra le generazioni, quello che ne deriva è un grave impoverimento per il popolo, e la libertà quasi sempre si trasforma in autoritarismo

Città del Vaticano, 28 settembre 2014 (VIS). Questa mattina, in Piazza San Pietro, si è celebrata una Giornata dedicata alla terza età, dal titolo "La benedizione della lunga vita", promossa dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. L'incontro, al quale hanno partecipato decine di migliaia di anziani e nonni, accompagnati dalle loro famiglie e provenienti da numerosi Paesi, ha avuto inizio alle 8:30, con un "Percorso sull’anzianità in 5 episodi biblici, 10 verbi e una storia da raccontare". Il Santo Padre Francesco è giunto sul sagrato alle 9:30 ed ha intessuto un dialogo con gli anziani presenti, prima della celebrazione della Santa Messa che ha avuto inizio alle 10:30. Invitato da Papa Francesco, ha preso parte a questo momento di incontro dalle 9:30 alle 10:30 anche il Papa emerito Benedetto XVI.

"La prima Lettura - ha spiegato il Santo Padre - con una varietà di espressioni, riecheggia il quarto comandamento: 'Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà'. Non c’è futuro per il popolo senza questo incontro tra le generazioni, senza che i figli ricevano con riconoscenza il testimone della vita dalle mani dei genitori. E dentro questa riconoscenza per chi ti ha trasmesso la vita, c’è anche la riconoscenza per il Padre che è nei cieli. Ci sono talvolta - ha proseguito il Pontefice - generazioni di giovani che, per complesse ragioni storiche e culturali, vivono in modo più forte il bisogno di rendersi autonomi dai genitori, quasi di 'liberarsi' del retaggio della generazione precedente. È come un momento di adolescenza ribelle. Ma, se poi non viene recuperato l’incontro, se non si ritrova un equilibrio nuovo, fecondo tra le generazioni, quello che ne deriva è un grave impoverimento per il popolo, e la libertà che predomina nella società è una libertà falsa, che quasi sempre si trasforma in autoritarismo".

"Gesù non ha abolito la legge della famiglia e del passaggio tra generazioni - ha sottolineato Papa Francesco - ma l’ha portata a compimento. Il Signore ha formato una nuova famiglia, nella quale sui legami di sangue prevale la relazione con Lui e il fare la volontà di Dio Padre. Ma l’amore per Gesù e per il Padre porta a compimento l’amore per i genitori, per i fratelli, per i nonni, rinnova le relazioni familiari con la linfa del Vangelo e dello Spirito Santo". Maria, stando a casa di Elisabetta e Zaccaria, "ha saputo ascoltare quei genitori anziani e pieni di stupore, ha fatto tesoro della loro saggezza, e questa è stata preziosa per lei, nel suo cammino di donna, di sposa, di mamma (...). Così la Vergine Maria ci mostra la via: la via dell’incontro tra i giovani e gli anziani. Il futuro di un popolo suppone necessariamente questo incontro: i giovani danno la forza per far camminare il popolo e gli anziani irrobustiscono questa forza con la memoria e la saggezza popolare".

Angelus: esemplare testimonianza Beato Álvaro del Portillo ed invito alla preghiera per Assemblea Sinodale sul tema della famiglia

Città del Vaticano, 28 settembre 2014 (VIS). Al termine della Santa Messa, il Santo Padre ha recitato l'Angelus con i fedeli presenti in Piazza San Pietro e dopo i saluti ai pellegrini anziani venuti da tanti paesi, si è rivolto ai partecipanti al convegno-pellegrinaggio "Cantare la fede", promosso in occasione del trentesimo anniversario del coro della diocesi di Roma. Nel ricordare la beatificazione, sabato, a Madrid, del Vescovo Álvaro del Portillo, il Papa ha detto: "La sua esemplare testimonianza cristiana e sacerdotale, possa suscitare in molti il desiderio di aderire sempre più a Gesù e al Vangelo". Infine Papa Francesco ha esortato tutti i fedeli a pregare per l'Assemblea Sinodale sul tema della famiglia, che inizierà domenica prossima, affidando questa intenzione all'intercessione di Maria Salus Populi Romani.

Liturgia di ringraziamento nel 200° anniversario della ricostituzione della Compagnia di Gesù

Città del Vaticano, 28 settembre 2014 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, il Santo Padre Francesco ha presieduto nella Chiesa del SS. Nome di Gesù all’Argentina in Roma, la Liturgia di ringraziamento in occasione del 200° anniversario della ricostituzione della Compagnia di Gesù nella Chiesa universale, sancita da Papa Pio VII con la bolla "Sollicitudo omnium ecclesiarum" del 7 agosto 1814 . Nel corso della solenne Liturgia, che comprendeva la recita dei Vespri e il canto del Te Deum, dopo la proclamazione del Vangelo e prima del rinnovo delle promesse da parte dei gesuiti presenti, il Santo Padre Francesco ha tenuto l’omelia di cui riportiamo ampi brani:

"La Compagnia insignita del nome di Gesù ha vissuto tempi difficili, di persecuzione. Durante il generalato del Padre Lorenzo Ricci 'i nemici della Chiesa giunsero ad ottenere la soppressione della Compagnia' da parte del mio predecessore Clemente XIV. Oggi, ricordando la sua ricostituzione, siamo chiamati a recuperare la nostra memoria, a fare memoria, richiamando alla mente i benefici ricevuti e i doni particolari".

"In tempi di tribolazione e di turbamento si solleva sempre un polverone di dubbi e di sofferenze, e non è facile andare avanti, proseguire il cammino. Soprattutto nei tempi difficili e di crisi vengono tante tentazioni: fermarsi a discutere di idee, lasciarsi trasportare dalla desolazione, concentrarsi sul fatto di essere perseguitati e non vedere altro. (...) Il padre Generale Ricci, che scriveva ai gesuiti di allora (...) In un tempo di confusione e di turbamento ha fatto discernimento. Non ha perso tempo a discutere di idee e a lamentarsi, ma si è fatto carico della vocazione della Compagnia".

"La Compagnia (...) ha vissuto il conflitto fino in fondo, senza ridurlo: ha vissuto l’umiliazione con Cristo umiliato, ha ubbidito. Non ci si salva mai dal conflitto con la furbizia e con gli stratagemmi per resistere. Nella confusione e davanti all’umiliazione la Compagnia ha preferito vivere il discernimento della volontà di Dio, senza cercare un modo per uscire dal conflitto in modo apparentemente tranquillo. (...) Non è mai l’apparente tranquillità ad appagare il nostro cuore, ma la vera pace che è dono di Dio. Non si deve mai cercare il 'compromesso' facile né si devono praticare facili 'irenismi'. Solo il discernimento ci salva dal vero sradicamento, dalla vera 'soppressione' del cuore, che è l’egoismo, la mondanità, la perdita del nostro orizzonte, della nostra speranza, che è Gesù, che è solo Gesù. E così il padre Ricci e la Compagnia in fase di soppressione ha privilegiato la storia rispetto a una possibile 'storiella' grigia, sapendo che è l’amore a giudicare la storia, e che la speranza - anche nel buio - è più grande delle nostre attese. (...) Per questo il padre Ricci giunge, proprio in questa occasione di confusione e di smarrimento, a parlare dei peccati dei gesuiti. (...) Guardare a se stessi riconoscendosi peccatori evita di porsi nella condizione di considerarsi vittime davanti a un carnefice. Riconoscersi (...) davvero peccatori, significa mettersi nell’atteggiamento giusto per ricevere la consolazione".

"Possiamo ripercorrere brevemente questo cammino di discernimento e di servizio (...) Quando nel 1759 i decreti di Pombal distrussero le province portoghesi della Compagnia, il padre Ricci visse il conflitto non lamentandosi e lasciandosi andare alla desolazione, ma invitando alla preghiera per chiedere lo spirito buono, il vero spirito soprannaturale della vocazione, la perfetta docilità alla grazia di Dio. Quando nel 1761 la tempesta avanzava in Francia, il padre Generale chiese di porre tutta la fiducia in Dio. (...) Nel 1760, dopo l’espulsione dei gesuiti spagnoli, ancora continua a invitare alla preghiera. E infine, il 21 febbraio 1773, appena sei mesi prima della firma del Breve 'Dominus ac Redemptor', davanti alla totale mancanza di aiuti umani, vede la mano della misericordia di Dio che invita coloro che sottopone alla prova a non confidare in altri che non sia solamente Lui. (...) L’importante per il padre Ricci è che la Compagnia fino all’ultimo sia fedele allo spirito della sua vocazione, che è la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime".

"La Compagnia, anche davanti alla sua stessa fine, è rimasta fedele al fine per il quale è stata fondata. Per questo Ricci conclude con una esortazione a mantenere vivo lo spirito di carità, di unione, di obbedienza, di pazienza, di semplicità evangelica, di vera amicizia con Dio. Tutto il resto è mondanità. (...) Ricordiamoci la nostra storia: alla Compagnia 'è stata data la grazia non solo di credere nel Signore, ma anche di soffrire per lui'. (...) La nave della Compagnia è stata sballottata dalle onde e non c’è da meravigliarsi di questo. Anche la barca di Pietro lo può essere oggi. La notte e il potere delle tenebre sono sempre vicini. Costa fatica remare. I gesuiti devono essere 'rematori esperti e valorosi' (...), Remate, siate forti, anche col vento contrario! Remiamo a servizio della Chiesa. (...) Ma mentre remiamo - tutti remiamo, anche il Papa rema nella barca di Pietro - dobbiamo pregare tanto (...) Il Signore, anche se siamo uomini di poca fede e peccatori ci salverà".

"La Compagnia ricostituita dal mio predecessore Pio VII era fatta di uomini coraggiosi e umili nella loro testimonianza di speranza, di amore e di creatività apostolica, quella dello Spirito. (...) Per questo egli diede l’autorizzazione ai gesuiti che ancora qua e là esistevano grazie a un sovrano luterano e a una sovrana ortodossa, a 'restare uniti in un solo corpo'. E (...) la Compagnia riprese la sua attività apostolica con la predicazione e l’insegnamento, i ministeri spirituali, la ricerca scientifica e l’azione sociale, le missioni e la cura dei poveri, dei sofferenti e degli emarginati. Oggi la Compagnia affronta con intelligenza e operosità anche il tragico problema dei rifugiati e dei profughi; e si sforza con discernimento di integrare il servizio della fede e la promozione della giustizia, in conformità al Vangelo. Confermo oggi quanto ci disse Paolo VI alla nostra trentaduesima Congregazione generale e che io stesso ho ascoltato con le mie orecchie: 'Ovunque nella Chiesa, anche nei campi più difficili e di punta, nei crocevia delle ideologie, nelle trincee sociali, vi è stato e vi è il confronto tra le esigenze brucianti dell’uomo e il perenne messaggio del Vangelo, là vi sono stati e vi sono i gesuiti'".

"Nel 1814, al momento della ricostituzione, i gesuiti erano un piccolo gregge, una 'minima Compagnia', che però si sapeva investito, dopo la prova della croce, della grande missione di portare la luce del Vangelo fino ai confini della terra. Così dobbiamo sentirci noi oggi, dunque: in uscita, in missione. L’identità del gesuita è quella di un uomo che adora Dio solo e ama e serve i suoi fratelli, mostrando attraverso l’esempio non solo in che cosa crede, ma anche in che cosa spera e chi è Colui nel quale ha posto la sua fiducia".

Lettera del Papa Beatificazione Prelato Opus Dei Álvaro del Portillo: Nella semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo trovare un cammino sicuro di santità

Città del Vaticano, 27 settembre 2014 (VIS). È stata pubblicata oggi la Lettera del Papa a S.E. Monsignor Javier Echevarría Rodríguez, Prelato dell’Opus Dei, in occasione della beatificazione di Monsignor Álvaro del Portillo (1914-1994), primo successore di Josemaría Escrivá de Balaguer alla guida dell'Opera. La Cerimonia di beatificazione si è svolta questa mattina a Madrid ed è stata presieduta del Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Cardinale Angelo Amato, S.D.B. La Lettera del Santo Padre porta la data del 26 giugno, Festa di San Josemaría Escrivá.

"Mi piace ricordare - scrive il Papa - la giaculatoria che il servo di Dio era solito ripetere, specialmente nelle feste e negli anniversari personali: 'grazie, perdono, aiutami di più!'. Sono parole che ci avvicinano alla realtà della sua vita interiore e del suo rapporto con il Signore e che possono, inoltre, aiutarci a dare nuovo slancio alla nostra vita cristiana".

"Anzitutto, grazie. È la reazione immediata e spontanea che prova l'anima dinanzi alla bontà di Dio. (...) Egli ci precede sempre. Per quanto ci sforziamo, il suo amore giunge sempre prima, ci tocca e ci accarezza per primo, è primo sempre. Álvaro del Portillo era consapevole dei tanti doni che Dio gli aveva concesso e lo ringraziava per quella dimostrazione di amore paterno. Però, non si fermò lì; il riconoscimento dell'amore del Signore risvegliò nel suo cuore desideri di seguirlo con maggiore dedizione e generosità e di vivere una vita di umile servizio agli altri. Era notorio il suo amore per la Chiesa, sposa di Cristo, che servì con un cuore spoglio di interessi mondani, alieno alla discordia, accogliente con tutti e sempre alla ricerca del buono negli altri, di ciò che unisce, che edifica".

"Perdono. Confessava spesso di vedersi davanti a Dio con le mani vuote, incapace di rispondere a tanta generosità. Peraltro, la confessione della povertà umana non è frutto della disperazione, ma di un fiducioso abbandono in Dio che è Padre. È aprirsi alla sua misericordia, al suo amore (...). Un amore che non umilia, non fa sprofondare nell'abisso della colpa", ma "ci solleva dalla nostra prostrazione e ci fa camminare con più decisione e allegria. Il servo di Dio Álvaro conosceva bene il bisogno che abbiamo della misericordia divina e spese molte energie per incoraggiare le persone con cui entrava in contatto ad accostarsi al sacramento della confessione, sacramento della gioia".

"Aiutami di più. Sì, il Signore non ci abbandona mai (...). La sua grazia non ci verrà a mancare e con il suo aiuto possiamo portare il suo nome in tutto il mondo. Nel cuore del nuovo beato pulsava l'anelito di portare la Buona Novella a tutti i cuori. Percorse così molti Paesi dando impulso a progetti di evangelizzazione, senza preoccuparsi delle difficoltà, spronato dal suo amore a Dio e ai fratelli. (...) La prima condizione per annunciare loro Cristo è amarli, perché Cristo li ama già prima. Dobbiamo uscire dai nostri egoismi e dai nostri comodi e andare incontro ai nostri fratelli. Lì ci attende il Signore. Non possiamo tenere la fede per noi stessi, è un dono che abbiamo ricevuto per donarlo e condividerlo con gli altri".

"Il beato Álvaro del Portillo ci invia un messaggio molto chiaro, ci dice di fidarci del Signore, che egli è il nostro fratello, il nostro amico che non ci defrauda mai e che sta sempre al nostro fianco. Ci incoraggia a non temere di andare controcorrente e di soffrire per l'annuncio del Vangelo. Ci insegna infine che nella semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo trovare un cammino sicuro di santità".

L'incontro con Gesù nell'Eucaristia fonte di speranza per il mondo

Città del Vaticano, 27 settembre 2014 (VIS). "L’Eucaristia tiene il posto centrale nella Chiesa perché è essa a 'fare la Chiesa'. Come afferma il Concilio Vaticano II, (...) essa è (...) sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità'", ha detto il Papa ricevendo questa mattina i partecipanti all'Assemblea Plenaria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali.

Il tema del prossimo Congresso “Cristo in voi, speranza della gloria” "pone in piena luce - ha affermato il Pontefice - il legame tra l’Eucaristia, la missione e la speranza cristiana. Oggi vi è una carenza di speranza nel mondo, per questo l’umanità ha bisogno di ascoltare il messaggio della nostra speranza in Gesù Cristo. La Chiesa proclama questo messaggio con ardore rinnovato, utilizzando nuovi metodi e nuove espressioni. Con lo spirito della 'nuova evangelizzazione', la Chiesa porta questo messaggio a tutti e, in modo speciale, a coloro che, pur essendo battezzati, si sono allontanati dalla Chiesa e vivono senza fare riferimento alla vita cristiana".

"L’incontro con Gesù nell’Eucaristia sarà fonte di speranza per il mondo se, trasformati per la potenza dello Spirito Santo ad immagine di colui che incontriamo, accoglieremo la missione di trasformare il mondo donando la pienezza di vita che noi stessi abbiamo ricevuto e sperimentato, portando speranza, perdono, guarigione e amore a quanti ne hanno bisogno, in particolare i poveri, i diseredati e gli oppressi, condividendone la vita e le aspirazioni e camminando con loro alla ricerca di un’autentica vita umana in Cristo Gesù", ha concluso Papa Francesco, invocando la protezione della Vergine Maria sul 51° Congresso Eucaristico Internazionale, in programma a Cebu (Filippine), dal 25 al 31 gennaio 2016.

"Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore"

Città del Vaticano, 29 settembre 2014 (VIS). Il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, in una Nota pubblicata questa mattina, annunciando il Tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: "Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell'incontro nella gratuità dell'amore", precisa che il tema di quest'anno "si pone in continuità con quello dello scorso anno e, allo stesso tempo, va contestualizzato con quello che sarà il tema centrale dei prossimi due Sinodi: la famiglia".

La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica giornata mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II, viene celebrata in molti paesi, su raccomandazione dei vescovi del mondo, la Domenica che precede la Pentecoste (nel 2015, il 17 maggio). Il Messaggio del Santo Padre per tale Giornata Mondiale viene tradizionalmente pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti (24 gennaio).

"La cronaca quotidiana - si legge nella Nota - ci racconta anche la fatica della famiglia. Il cambiamento culturale molte volte non aiuta a far comprendere quanto la famiglia sia un bene".

La Nota, citando le parole di Giovanni Paolo II, nella "Familiaris Consortio", prosegue: “'Le relazioni tra i membri della comunità familiare sono ispirate e guidate dalla legge della 'gratuità' che, rispettando e favorendo in tutti e in ciascuno la dignità personale come unico titolo di valore, diventa accoglienza cordiale, incontro e dialogo, disponibilità disinteressata, servizio generoso, solidarietà profonda'".

"Come dire allora oggi, all’uomo ferito e deluso, che l’amore fra un uomo e una donna è una cosa molto buona? Come far sperimentare ai figli che sono il dono più prezioso? Come riscaldare il cuore della società ferita e provata per le tante delusioni d’amore e dir loro: forza, ricominciamo? Come raccontare che la famiglia è il primo e significativo ambiente in cui si sperimenta la bellezza della vita, la gioia dell’amore, la gratuità del dono, la consolazione del perdono offerto e ricevuto, e dove si inizia ad incontrare l’altro".

"La Chiesa oggi deve nuovamente imparare a raccontare quanto la famiglia sia un dono grande, buono e bello. È chiamata a trovare il modo per dire che la gratuità dell’amore, che si offrono gli sposi, avvicina tutti gli uomini a Dio ed è compito esaltante. Perché? Perché porta a guardare la realtà vera dell’uomo e apre le porte al futuro, alla vita".

Udienze

Città del Vaticano, 29 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Signor Marcelo Julio Martin, ex Console onorario della Confederazione Elvetica a Rosario, con la Famiglia.

- L'Onorevole Stephan Weil, Ministro Presidente del Land Bassa Sassonia, e Seguito.

Sabato 27 settembre, il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- L'Arcivescovo Christophe Pierre, Nunzio Apostolico in Messico.

- L'Arcivescovo Giuseppe Pinto, Nunzio Apostolico nelle Filippine.

- L'Arcivescovo Francisco Montecillo Padilla, Nunzio Apostolico in Tanzania.

Altri atti pontifici

Città del Vaticano, 27 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Reverendo Salvatore Angerami, Vescovo Ausiliare di Napoli (superficie: 274; popolazione: 1.744.000; cattolici: 1.715.000; sacerdoti: 1.053; religiosi: 3.413; diaconi permanenti: 292), Italia. Il Vescovo eletto è nato a Napoli (Italia), nel 1956 ed è stato ordinato sacerdote nel 1997. Dal 1996 al 2003 è stato Animatore del Seminario Maggiore Arcivescovile di Napoli; dal 2003 al 2005 Vicario parrocchiale di San Gennaro al Vomero; dal 2005 al 2014 Parroco di San Gennaro al Vomero; dal 2012 al 2014 Delegato arcivescovile per l’Edilizia di Culto; dal 1997 al 2003 Collaboratore della Parrocchia Beata Vergine di Lourdes e Santa Bernardetta; dal 2004 al 2009 Confessore Ordinario del Seminario Maggiore Arcivescovile;dal 2005 al 2008 Padre spirituale della Comunità Propedeutica del Seminario Maggiore Arcivescovile e Decano dell’ex 7° Decanato; dal 2011 al 2014 Membro del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici e dal 2012 al 2014 Membro della Commissione di Arte Sacra. Nel luglio scorso, il Cardinale Arcivescovo lo ha nominato Rettore del Seminario Arcivescovile di Napoli.

venerdì 26 settembre 2014

Udienza partecipanti Assemblea Generale Movimento dei Focolari

Città del Vaticano, 26 settembre 2014 (VIS). Contemplare, uscire, fare scuola: sono le tre parole che questa mattina Papa Francesco ha consegnato ai membri del Movimento dei Focolari, che ha ricevuto in udienza in occasione dell'Assemblea Generale, in corso in questi giorni a Roma

"L’Opera di Maria - nota a tutti col nome di Movimento dei Focolari - è nata nel seno della Chiesa Cattolica da un piccolo seme, che nel corso degli anni - ha ricordato il Santo Padre - ha dato vita a un albero che ora distende i suoi rami in tutte le espressioni della famiglia cristiana e anche tra membri delle diverse religioni e tra molti che coltivano la giustizia e la solidarietà insieme alla ricerca della verità".

Ricordando con grande affetto e riconoscenza Chiara Lubich, Fondatrice e prima Presidente dei Focolari, il Santo Padre ha affermato: "Fedele al carisma da cui è nato e a cui si alimenta, il Movimento dei Focolari si trova oggi di fronte allo stesso compito che attende tutta la Chiesa: offrire, con responsabilità e creatività, il suo peculiare contributo a questa nuova stagione dell’evangelizzazione. E in questo contesto vorrei consegnare tre parole (...): contemplare, uscire, fare scuola".

"Innanzitutto, contemplare. (...) Per realizzare questo è necessario allargare la propria interiorità sulla misura di Gesù e del dono del suo Spirito, fare della contemplazione la condizione indispensabile per una presenza solidale e un’azione efficace, veramente libera e pura. (...) Contemplare significa inoltre vivere nella compagnia con i fratelli e le sorelle, spezzare con loro il Pane della comunione e della fraternità, varcare insieme la porta che ci introduce nel seno del Padre, perché 'la contemplazione che lascia fuori gli altri è un inganno. È narcisismo".

"La seconda parola (...) è uscire. Uscire come Gesù è uscito dal seno del Padre per annunciare la parola dell’amore a tutti, fino a donare tutto sé stesso sul legno della croce. Dobbiamo imparare da Lui, da Gesù, 'questa dinamica dell’esodo e del dono, dell’uscire da sé, del camminare e seminare sempre di nuovo, sempre oltre'. (...) Non possiamo accontentarci di mezze misure, non possiamo indugiare, ma piuttosto, con l’aiuto di Dio, puntare in alto e allargare lo sguardo! E per far questo dobbiamo uscire con coraggio 'verso di Lui fuori dall’accampamento, portando il suo disonore'. Egli ci aspetta nelle prove e nei gemiti dei nostri fratelli, nelle piaghe della società e negli interrogativi della cultura del nostro tempo. Fa male al cuore quando, davanti a una chiesa, a una umanità con tante ferite, ferite morali, ferite esistenziali, ferite di guerra, che sentiamo tutti i giorni, vedere come i cristiani incominciano a fare 'bizantinismi' filosofici, teologici, spirituali, ma serve invece una spiritualità dell’uscire. (...) Dobbiamo uscire! Perché (...) la Chiesa sembra un ospedale da campo. E quando si va in un ospedale da campo, il primo lavoro è curare le ferite, non fare il dosaggio del colesterolo… questo verrà dopo…".

"E infine la terza parola: fare scuola (...). Occorre formare, come esige il Vangelo, uomini e donne nuovi e a tal fine è necessaria una scuola di umanità sulla misura dell’umanità di Gesù. (...) Senza una adeguata opera di formazione delle nuove generazioni, è illusorio pensare di poter realizzare un progetto serio e duraturo a servizio di una nuova umanità".

"Chiara Lubich - ha concluso Papa Francesco - aveva a suo tempo coniato un’espressione che rimane di grande attualità: oggi - diceva - occorre formare 'uomini-mondo', uomini e donne con l’anima, il cuore, la mente di Gesù e per questo capaci di riconoscere e di interpretare i bisogni, le preoccupazioni e le speranze che albergano nel cuore di ogni uomo".

Calendario Celebrazioni presiedute dal Santo Padre Francesco ottobre 2014

Città del Vaticano, 26 settembre 2014 (VIS). Questa mattina l'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha reso noto il calendario delle celebrazioni presiedute dal Santo Padre Francesco nel mese di ottobre:

Sabato 4: ore 18:00, in Piazza San Pietro, Veglia di preghiera in preparazione al Sinodo sulla famiglia.

Domenica 5: ore 10:00, nella Basilica Vaticana, Santa Messa per l'apertura del Sinodo straordinario sulla famiglia.

Domenica 12: ore 10:00, nella Basilica Vaticana, Santa Messa di ringraziamento per la canonizzazione equipollente dei due santi canadesi:
- Il Vescovo François de Montmorency-Laval, (Montigny-sur-Avre, Francia, 1623-1708).
- Marie de l'Incarnation (al secolo Marie Guyart), (Tours, Francia, 1599-1672).

Domenica 19: ore 10:30, in Piazza San Pietro, Santa Messa per la conclusione del Sinodo straordinario sulla famiglia e Beatificazione del Servo di Dio il Sommo Pontefice Paolo VI.

Lunedì 20: ore 10:00, nella Sala del Concistoro, Concistoro per alcune cause di Canonizzazione.

Commenti Santa Sede osservazioni finali Comitato Onu Diritti Bambino

Città del Vaticano, 26 settembre 2014 (VIS). La Santa Sede ha trasmesso al competente Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, il Documento “Comments of the Holy See on the Concluding Observations of the Committee on the Rights of the Child” (Commenti della Santa Sede sulle osservazioni conclusive del Comitato dei Diritti del Bambino). Tali Osservazioni Conclusive erano state presentate dal Comitato per i Diritti del Bambino il 5 febbraio scorso, in seguito ai Rapporti, alle Risposte scritte e al Dialogo interattivo offerti dalla Santa Sede al Comitato, in quanto Stato aderente alla Convenzione sui Diritti del Bambino (Convention on the Rights of the Child – CRC).

I Commenti della Santa Sede, nel testo integrale inglese, possono essere consultato sul Sito vaticano all'indirizzo:

http://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/2014/documents/rc-seg-st-20140205_concluding-observations-rights-child_en.html

Cardinale Parolin: decisa responsabilità delle persone di fede a condannare quanti cercano di strumentalizzare la religione per giustificare la violenza

Città del Vaticano, 26 settembre 2014 (VIS). Il 24 settembre scorso, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, è intervenuto ad un dibattito al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, sul tema: “Minacce alla pace e alla sicurezza internazionali causate da atti terroristici”.

Dopo aver ringraziato gli Stati Uniti per l’assunzione della presidenza e per la convocazione del dibattito aperto dal Consiglio di Sicurezza, il Cardinale Segretario di Stato ha affermato: "Il dibattito odierno giunge in un momento in cui ogni regione del mondo si confronta con l’impatto disumanizzante del terrorismo. Non è un fenomeno che affligge solo alcuni popoli, religioni o regioni, bensì un crimine che colpisce l’intera comunità internazionale. L’uso costante, e in alcune regioni sempre più intenso, del terrorismo ci ricorda che una tale sfida comune esige l’impegno condiviso di tutte le nazioni e le persone di buona volontà".

"La cooperazione internazionale deve anche affrontare le cause fondamentali di cui il terrorismo internazionale si alimenta per crescere. Inoltre, l’attuale sfida terroristica ha una forte componente culturale. I giovani che si recano all’estero per unirsi alle organizzazioni terroristiche spesso sono ragazzi provenienti da famiglie povere di immigranti, delusi da quella che percepiscono come una situazione di esclusione e dalla mancanza di valori di alcune società opulente. Insieme con gli strumenti legali e le risorse per evitare che i cittadini diventino combattenti terroristi stranieri, i Governi dovrebbero impegnarsi con la società civile per affrontare i problemi delle comunità più a rischio di reclutamento e di radicalizzazione e ottenere la loro integrazione sociale serena e soddisfacente".

"La Santa Sede - che è un soggetto internazionale rappresentante anche una comunità di fede mondiale - afferma che le persone di fede hanno la decisa responsabilità di condannare quanti cercano di scindere la fede dalla ragione e di strumentalizzarla per giustificare la violenza. (...) Allo stesso tempo, però, è bene sottolineare che per porre fine al nuovo fenomeno terroristico, essenziale è l’obiettivo di raggiungere la comprensione culturale tra popoli e paesi e la giustizia sociale per tutti

KAICIID: condanna strumentalizzazione religione per giustificare violenza

Città del Vaticano, 26 settembre 2014 (VIS). Il Centro internazionale per il Dialogo interreligioso e interculturale Re Abdullah bin Abdulaziz (KAICHID), con sede a New York (Stati Uniti d'America), ha diffuso ieri una dichiarazione di principi, firmata dai Ministri degli Affari Esteri di Austria, Arabia Saudita e Spagna e da Padre Miguel Angel Ayuso Guixot, M.C.C.J., Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, nella sua qualità di Osservatore della Santa Sede, per affrontare in modo unitario, la violenza e la crisi umanitaria nel Nord dell'Iraq, in Siria ed in altre parti del mondo. La dichiarazione è stata approvata all'unanimità dal Consiglio di Amministrazione del KAICID che rappresenta le principali religioni del mondo: Buddismo, Cristianesimo, Hinduismo, Islam e Giudaismo.

"Di fronte al conflitto" è il titolo della Dichiarazione che riportiamo di seguito:

"Crediamo nella sacralità della vita e nell'intrinseca dignità della persona umana. Riteniamo che la religione favorisca il rispetto e la riconciliazione, riteniamo che il dialogo fra persone di diverse religioni e culture sia la via verso una pace duratura e la coesione sociale.

Riaffermiamo gli obiettivi e i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, in particolare il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tali diritti universali e inalienabili di tutti i membri della famiglia umana, sono il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo.

Condanniamo tutte le forme violente di conflitto, ancor più le violenze commesse in nome della religione, e chiediamo la fine delle ostilità. Deploriamo la perdita di tante vite umane ed elogiamo quanti si adoperano per alleviare le sofferenze e promuovere benessere, armonia e pace. Ci opponiamo alla strumentalizzazione della religione per giustificare le guerre. Condanniamo con forza il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni, quale che ne sia l'autore, in qualunque luogo e per qualsivoglia scopo. Condanniamo i discorsi carichi d'odio e gli estremismi che incitano alla violenza e alimentano l pregiudizi. KAICID combatte il pregiudizio e l'intolleranza, in tutte le sue forme.

KAICID si propone di denunciare l'abuso della religione per giustificare l'oppressione, la violenza e il conflitto e mira a promuovere la risoluzione pacifica portando le parti in conflitto al tavolo del dialogo. Continuiamo a sviluppare il dialogo interreligioso e interculturale per promuovere rispetto, comprensione e cooperazione.

Ci proponiamo di promuovere il rispetto reciproco e la comprensione fra i fedeli di tutte le religioni ed i popoli di tutte le culture, in particolare per mezzo del dialogo. Guardiamoci l'un l'altro come fratelli e sorelle e, consideriamo la differenza un arricchimento piuttosto che temere la 'diversità' come una minaccia".

Possessi cardinalizi

Città del Vaticano, 26 settembre 2014 (VIS). L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha dato comunicazione delle seguenti Prese di Possesso:

- Giovedì 2 ottobre, ore 18:00: il Cardinale Vincent Gerard Nichols, Arcivescovo di Westminster (Gran Bretagna), prende possesso del Titolo del Santissimo Redentore e Sant'Alfonso in Via Merulana, Via Merulana, 26, Roma.

- Sabato 4 ottobre, ore 18:00, il Cardinale Andrew Yeom Soo-Jung, Arcivescovo di Seoul (Corea), prende possesso del Titolo di San Crisogono, Piazza Sonnino, 44, Roma,

- Domenica 5 ottobre, ore 18:00, il Cardinale Leopoldo José Brenes Solórzano, Arcivescovo di Managua (Nicaragua), prende possesso del Titolo di San Gioacchino ai Prati di Castello, Piazza dei Quiriti, 17, Roma.

Udienze

Città del Vaticano, 26 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- Il Professor Klaus Schwab, (Germania), Fondatore e Presidente esecutivo del Forum Economico Mondiale (WEF), con la Consorte, e Seguito.

- Il Signor Abdou Diouf, (Senegal), Segretario Generale dell'Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF), con la Consorte, e Seguito.

- L'Arcivescovo Joseph Chennoth, Nunzio Apostolico in Giappone.

- Il Signor Diego Bossio, Direttore Esecutivo della "Administraciòn Nacional de la Securidad Social" (ANSES) (Argentina).

Altri atti pontifici

Città del Vaticano, 26 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Vescovo José Antonio Fernández Hurtado, Arcivescovo Metropolita di Durango (superficie: 82.017; popolazione: 1.385.000; cattolici: 1.170.000; sacerdoti: 178; religiosi: 275; diaconi permanenti: 8), Messico. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1952 in Morelia (Messico), ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1978 e la consacrazione episcopale nel 2005. Finora Vescovo di Tuxtepec (Messico), succede al Vescovo Héctor González Martínez, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

giovedì 25 settembre 2014

Appello di Cattolici e Ortodossi alla comunità internazionale affinché siano seriamente ascoltati i Leader religiosi del Medio Oriente

Città del Vaticano, 25 settembre 2014 (VIS). Dal 15 al 23 settembre, si è tenuta ad Amman (Giordania), la XIII sessione plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa, su invito del Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Sua Beatitudine Theophilos III. Il Principe giordano Ghazi bin Muhammad, grande esperto di dialogo interreligioso, è stato invitato a partecipare alla sessione plenaria pomeridiana di lunedì 22 settembre. Alla sessione erano presenti anche ventitré membri cattolici e i delegati delle Chiese ortodosse, eccetto il Patriarcato di Bulgaria. I lavori sono stati presieduti dal Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'unità dei cristiani e dal Metropolita di Pergamo Ioannis (Zizioulas) del Patriarcato Ecumenico.

Come di consueto, il primo giorno della sessione i cattolici e gli ortodossi si sono incontrati separatamente per coordinare i lavori ed esaminare la bozza del documento "Sinodalità e Primato", redatto dal Comitato di Coordinamento della Commissione, nella sessione del 2011 a Roma (Italia) e del 2012 a Parigi (Francia). A causa delle numerose questioni sollevate dal testo, la Commissione ha proposto la redazione di una nuova bozza che sarà sottoposta alla prossima riunione del Comitato di coordinamento, in vista della prossima sessione plenaria della Commissione Mista.

I membri della Commissione, riuniti nei pressi dei luoghi santi collegati al Battesimo di Gesù, hanno espresso profonda sollecitudine e solidarietà per i Cristiani e le minoranze di altre tradizioni religiose, che in tutta la regione sono perseguitati, costretti a fuggire ed uccisi. È stata fermamente respinta l'idea che tali orrendi crimini possano essere giustificati in nome di Dio e della religione, ed espressa profonda gratitudine per quanti si adoperano a favore di milioni di profughi e rifugiati. I membri della Commissione hanno ringraziato in particolare Sua Maestà il Re Ilibn Abdullah al-Hussein di Giordania per il suo esemplare impegno ed hanno pregato per tutti i Leader religiosi della regione affinché continuino a confortare il loro popolo e a tener viva la speranza di ritornare in patria e nelle proprie case, occupate e spesso profanate. La Commissione ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché ascolti seriamente le proposte dei Leaders, sui modi più efficaci di intervento e protezione dei cristiani perseguitati, per garantire la continua e vitale presenza della Cristianità in Medio Oriente, ed ha rinnovato l'appello per la liberazione dei Metropoliti di Aleppo, Mar Gregorios Yohanna Ibrahim e di Boulos Yazigi, di sacerdoti e religiosi, e di tutti coloro che sono stati rapiti.

La riunione della Commissione mista si è svolta in un clima di amicizia e fiduciosa collaborazione. I membri hanno grandemente apprezzato la generosa ospitalità della Chiesa ospitante ed hanno affidato la continuazione del dialogo alle preghiere dei fedeli.

Altri atti pontifici

Città del Vaticano, 25 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre Francesco ha provveduto all’avvicendamento del Vescovo di Ciudad del Este (Paraguay), S.E. Mons. Rogelio Ricardo Livieres Plano, ed ha nominato Amministratore Apostolico sede vacante della medesima diocesi S.E. Mons. Ricardo Jorge Valenzuela Ríos, Vescovo di Villarrica del Espíritu Santo.

Nota circa avvicendamento Vescovo di Ciudad del Este (Paraguay)

Città del Vaticano, 25 settembre 2014 (VIS). Questa mattina, la Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato la Nota che segue circa l'avvicendamento del Vescovo di Ciudad del Este (Paraguay), S.E. Monsignor Rogelio Ricardo Livieres Plano.

"Dopo l’accurato esame delle conclusioni delle Visite Apostoliche compiute al Vescovo, alla diocesi e ai Seminari di Ciudad del Este, da parte della Congregazione per i Vescovi e della Congregazione per il Clero, il Santo Padre ha provveduto all’avvicendamento del Vescovo Rogelio Ricardo Livieres Plano e ha nominato Amministratore Apostolico della medesima sede, ora vacante, il Vescovo Ricardo Jorge Valenzuela Ríos, Vescovo di Villarrica del Espíritu Santo.

La gravosa decisione della Santa Sede, ponderata da serie ragioni pastorali, è ispirata al bene maggiore dell’unità della Chiesa di Ciudad del Este e alla comunione episcopale in Paraguay.

Il Santo Padre, nell’esercizio del suo ministero di 'perpetuo e visibile fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli' (L.G. 23), chiede al clero e a tutto il Popolo di Dio di Ciudad del Este di voler accogliere i provvedimenti della Santa Sede con spirito di obbedienza, docilità e animo disarmato, guidato dalla fede.

Inoltre, invita l’intera Chiesa Paraguaiana, guidata dai suoi Pastori, ad un serio processo di riconciliazione e superamento di qualsiasi faziosità e discordia, perché non sia ferito il volto dell’unica Chiesa 'acquistata con il Sangue del suo proprio Figlio' e il 'gregge di Cristo' non sia privato della gioia del Vangelo".

Udienze

Città del Vaticano, 25 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza:

- La Signora Miroslava Rosas Vargas, Ambasciatore di Panama, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.

- Il Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano (Italia).

- Il Cardinale Andrew Yeom Soo-jung, Arcivescovo di Seoul (Corea).

- L'Arcivescovo Giacinto Berloco, Nunzio Apostolico in Belgio e in Lussemburgo,

- L'Arcivescovo Claudio Gugerotti, Nunzio Apostolico in Bielorussia.

- L'Arcivescovo Ettore Balestrero, Nunzio Apostolico in Colombia.

- Il Signor Marcos Aguinis (Argentina).

mercoledì 24 settembre 2014

Albania esempio di rinascita della Chiesa e di pacifica convivenza tra le religioni

Città del Vaticano, 24 settembre 2014 (VIS). Nel corso dell'Udienza Generale di questa mattina, tenutasi in Piazza San Pietro, il Santo Padre Francesco ha rievocato il Viaggio di domenica scorsa in Albania. "Questa Visita - ha detto - è nata dal desiderio di recarmi in un Paese che, dopo essere stato a lungo oppresso da un regime ateo e disumano, sta vivendo un’esperienza di pacifica convivenza tra le sue diverse componenti religiose. Mi sembrava importante incoraggiarlo su questa strada. (...) Ciò che accomuna le varie espressioni religiose, infatti, è il cammino della vita, la buona volontà di fare del bene al prossimo, non rinnegando o sminuendo le rispettive identità".

"L'incontro con i sacerdoti, le persone consacrate, i seminaristi, i movimenti laicali - ha proseguito il Papa - è stata l'occasione per fare grata memoria (...) dei numerosi martiri della fede. Grazie alla presenza di alcuni anziani, che hanno vissuto sulla loro carne le terribili persecuzioni, è riecheggiata la fede di tanti eroici testimoni del passato (...). È proprio dall’unione intima con Gesù, dal rapporto d’amore con Lui che è scaturita per questi martiri - come per ogni martire - la forza di affrontare gli avvenimenti dolorosi che li hanno condotti al martirio. Anche oggi, come ieri, la forza della Chiesa non è data tanto dalle capacità organizzative (...). La nostra forza è l'amore di Cristo! Una forza che ci sostiene nei momenti di difficoltà e che ispira l’odierna azione apostolica per offrire a tutti bontà e perdono, testimoniando così la misericordia di Dio".

"Percorrendo il viale principale di Tirana che dall’aeroporto porta alla grande piazza centrale, ho potuto scorgere i ritratti dei quaranta sacerdoti assassinati durante la dittatura comunista e per i quali è stata avviata la causa di beatificazione. Questi si sommano alle centinaia di religiosi cristiani e musulmani assassinati, torturati, incarcerati e deportati solo perché credevano in Dio. Sono stati anni bui, durante i quali è stata rasa al suolo la libertà religiosa ed era proibito credere in Dio, migliaia di chiese e moschee furono distrutte, trasformate in magazzini e cinema che propagavano l’ideologia marxista, i libri religiosi furono bruciati e ai genitori si proibì di mettere ai figli i nomi religiosi degli antenati. (...) La memoria dei martiri che hanno resistito nella fede è garanzia per il destino dell’Albania; perché il loro sangue non è stato versato invano, ma è un seme che porterà frutti di pace e di collaborazione fraterna. Oggi, infatti, l’Albania è un esempio non solo di rinascita della Chiesa, ma anche di pacifica convivenza tra le religioni".

"Ringrazio ancora una volta il Signore - ha concluso il Pontefice - perché con questo Viaggio, mi ha dato di incontrare un popolo coraggioso e forte, che non si è lasciato piegare dal dolore. Ai fratelli e sorelle dell’Albania rinnovo l’invito al coraggio del bene, per costruire il presente e il domani del loro Paese e dell’Europa. Affido i frutti della mia visita alla Madonna del Buon Consiglio, venerata nell’omonimo Santuario di Scutari, affinché Lei continui a guidare il cammino di questo popolo-martire".

Pregare per i Paesi dell'Africa che soffrono a causa dell'epidemia di Ebola

Città del Vaticano, 24 settembre 2014 (VIS). Come di consueto, al termine dell'Udienza Generale, il Santo Padre ha salutato i diversi gruppi di fedeli nelle diverse lingue e, prima del saluto in lingua italiana, ha lanciato il seguente appello: "Il mio pensiero va ora a quei Paesi dell’Africa che stanno soffrendo a causa dell’epidemia di ebola. Sono vicino alle tante persone colpite da questa terribile malattia. Vi invito a pregare per loro e per quanti hanno perso così tragicamente la vita. Auspico che non venga meno il necessario aiuto della Comunità Internazionale per alleviare le sofferenze di questi nostri fratelli e sorelle. Per questi nostri fratelli e sorelle ammalati preghiamo la Madonna".

Ai Vescovi del Ghana: importanza apostolato della salute

Città del Vaticano, 24 settembre 2014 (VIS). L'epidemia di Ebola e l'apostolato della salute, la necessità di dare testimonianza di integrità di fronte alla corruzione e la collaborazione ecumenica, sono stati i temi chiave del discorso che il Santo Padre ha consegnato ieri ai Vescovi della Conferenza Episcopale del Ghana, al termine della quinquennale Visita "ad Limina".

Il Santo Padre ricorda che "Il Sinodo per l'Africa del 2009 mise in evidenza che: 'La maggiore preoccupazione dei membri del Sinodo, rispetto alla situazione del Continente, è stata di cercare come mettere nel cuore degli Africani discepoli di Cristo la volontà di impegnarsi effettivamente a vivere il Vangelo nelle loro esistenze e nella società. Cristo chiama costantemente alla metanoia, alla conversione'".

"L'opera di conversione e di evangelizzazione non è facile - prosegue il Pontefice - ma porta preziosi frutti alla Chiesa e al mondo. Dalla vitalità spirituale di tutti i fedeli derivano l'impegno della Chiesa in ambito caritativo, medico ed educativo, e le sue opere di giustizia ed uguaglianza. Le diverse missioni, portate avanti nel nome di Dio, specialmente a favore dei poveri e dei deboli, sono responsabilità di tutta la Chiesa locale, sotto la supervisione del Vescovo. Penso in particolare all'importanza dell'apostolato della salute, non solo in Ghana, ma in tutta l'Africa occidentale colpita dall'epidemia di Ebola. Prego per l'eterno riposo delle anime di tutte le vittime di questa malattia, fra le quali sacerdoti, religiosi ed operatori sanitari, contagiati dal morbo mentre si prendevano cura dei pazienti. Che Dio conceda fortezza a tutti gli operatori sanitari e ponga fine a questa tragedia!"

"La Chiesa in Ghana è giustamente rispettata per il suo contributo allo sviluppo integrale dell'individuo e di tutta la Nazione. Nel contempo, la Chiesa spesso manca delle risorse materiali necessarie a compiere la sua missione nel mondo. Al riguardo, vorrei offrire due riflessioni. Primo, è oltremodo necessario che ogni strumento temporale a disposizione della Chiesa, sia amministrato con onestà e responsabilità, per dare una buona testimonianza, specialmente dove la corruzione ostacola il giusto progresso della società. (...) Secondo, la povertà materiale può essere l'occasione per richiamare l'attenzione sulle esigenze spirituali della persona umana, ispirando così una più profonda fiducia in Dio, Datore di ogni bene. Mentre le vostre comunità giustamente si adoperano per alleviare l'estrema povertà, anche la Chiesa è chiamata, ad imitazione di Cristo, ad operare con umiltà ed onestà, servendosi dei beni a sua disposizione per aprire le menti e i cuori alle ricchezze della misericordia e della grazia che provengono dal cuore di Cristo".

"Siate vicini agli altri leader cristiani ed ai capi di altre comunità religiose - ha esortato infine il Papa - La cooperazione ecumenica ed interreligiosa, quando è compiuta con rispetto ed apertura di cuore, contribuisce all'armonia sociale del vostro Paese, favorendo una maggiore comprensione della dignità di ogni persona ed una migliore esperienza della nostra comune umanità. Fortunatamente, al Ghana sono state risparmiate molte delle divisioni tribali, etniche e religiose che hanno afflitto molte altre parti dell'Africa, un Continente le cui promesse, in parte a causa di tali divisioni, devono ancora realizzarsi. Prego perché siate promotori di unità e leader al servizio del dialogo! Siate decisi nella difesa dell'insegnamento e della disciplina della Chiesa, e fermi nella carità. La vostra generosità nell'offerta di Cristo si accompagni alla vostra umile e paziente apertura al prossimo".

Procedimento penale a carico dell'ex nunzio Monsignor Józef Wesolowski

Città del Vaticano, 24 settembre 2014 (VIS). Nella serata di ieri, Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"Oggi il Promotore di Giustizia del Tribunale di prima istanza dello Stato della Città del Vaticano ha convocato l’ex nunzio Monsignor Józef Wesołowski, a carico del quale aveva avviato un’indagine penale. Al prelato - già condannato in prima istanza dalla Congregazione della Dottrina della Fede alla riduzione allo stato laicale al termine di un processo amministrativo penale canonico - sono stati notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a suo carico per gravi fatti di abuso a danni di minori avvenuti nella Repubblica Dominicana. La gravità degli addebiti ha indotto l’Ufficio inquirente a disporre un provvedimento restrittivo che, alla luce della situazione sanitaria dell’imputato, comprovata dalla documentazione medica, consiste negli arresti domiciliari, con le correlate limitazioni, in locali all’interno dello Stato della Città del Vaticano.

L’iniziativa assunta dagli organi giudiziari dello Stato è conseguente alla volontà espressa del Papa, affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede".

Impegno Santa Sede nell'affrontare fenomeno cambiamenti climatici

Città del Vaticano, 24 settembre 2014 (VIS). Ieri, a New York, l'Arcivescovo Pietro Parolin, Segretario di Stato, è intervenuto al Vertice dell'Organizzazione delle Nazioni Unite sul Clima 2014. "Numerosi studi scientifici - ha affermato - hanno sottolineato i grandi rischi e i costi socioeconomici dell’inerzia dell’azione umana di fronte a tale problema. (...) Di fronte a detti rischi e costi, deve prevalere la virtù della prudenza, che richiede di ben deliberare in funzione di un’accurata analisi degli impatti futuri che comportano le nostre azioni. Ciò richiede un grande impegno politico-economico da parte della comunità internazionale, al quale anche la Santa Sede vuole dare il proprio contributo, nella consapevolezza che 'il dono della scienza ci aiuta a non cadere in alcuni atteggiamenti eccessivi o sbagliati".

"Gli Stati - ha ribadito il Segretario di Stato - hanno una responsabilità comune di proteggere il clima mondiale attraverso azioni di mitigazione, di adattamento e di condivisione delle tecnologie e del 'know-how'. Ma hanno soprattutto una responsabilità condivisa di proteggere il nostro pianeta e la famiglia umana, assicurando alla generazione presente e a quelle future la possibilità di vivere in un ambiente sicuro e degno. (...) Lo Stato della Città del Vaticano (...) sta compiendo sforzi significativi per ridurre il suo consumo di combustibili fossili, realizzando progetti di diversificazione e di efficienza energetica. Tuttavia, come indicato dalla Delegazione della Santa Sede a Varsavia - ha sottolineato il Cardinale - 'parlare della riduzione delle emissioni è inutile se non siamo pronti a cambiare il nostro stile di vita e gli attuali modelli dominanti di consumo e di produzione'. (...) La Santa Sede si impegna in tale direzione, affinché in questo ambito la comunità internazionale venga guidata dall’imperativo etico di agire, ispirato dai principi di solidarietà e di promozione del bene comune, nella consapevolezza che 'la dignità di ogni persona umana e il bene comune sono questioni che dovrebbero strutturare tutta la politica economica'".

Udienze

Città del Vaticano, 24 settembre 2014 (VIS). Nel pomeriggio di ieri, il Santo Padre ha ricevuto in udienza il Cardinale Cormac Murphy-O'Connor, Arcivescovo emerito di Westminster (Gran Bretagna).

Altri atti pontifici

Città del Vaticano, 24 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre:

- Ha nominato il Vescovo Oscar Omar Aparicio Céspedes, Arcivescovo Metropolita di Cochabamba (superficie: 32.306; popolazione: 1.732.000; cattolici: 1.593.000; sacerdoti: 316; religiosi: 1.267; diaconi permanenti: 32), Bolivia. L'Arcivescovo eletto è nato nel 1959 a La Paz (Bolivia), ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1987 e la consacrazione episcopale nel 2002. Finora Ordinario Militare per la Bolivia, succede all'Arcivescovo Tito Solari Capellari, S.D.B., del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Arcidiocesi, presentata per raggiunti limiti d'età.

- Ha nominato il Vescovo Fernando Bascopé Müller, S.D.B., Vescovo Ordinario Militare per la Bolivia (sacerdoti: 36; religiosi: 28; diaconi permanenti: 4), Bolivia. È stato finora Vescovo Ausiliare di El Alto (Bolivia).

- Ha nominato il Vescovo José Ronaldo Ribeiro, Vescovo della Diocesi di Formosa (superficie: 47.604; popolazione: 346.760; cattolici: 257.000; sacerdoti: 35; religiosi: 47), Brasile. È stato finora Vescovo della Diocesi di Janaúba (Brasile).

martedì 23 settembre 2014

Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: "Chiesa senza frontiere, Madre di tutti"

Città del Vaticano, 23 settembre 2014 (VIS). Pubblichiamo il Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (18 gennaio 2015).

"Cari fratelli e sorelle!

Gesù è «l’evangelizzatore per eccellenza e il Vangelo in persona» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 209). La sua sollecitudine, particolarmente verso i più vulnerabili ed emarginati, invita tutti a prendersi cura delle persone più fragili e a riconoscere il suo volto sofferente, soprattutto nelle vittime delle nuove forme di povertà e di schiavitù. Il Signore dice: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,35-36). Missione della Chiesa, pellegrina sulla terra e madre di tutti, è perciò di amare Gesù Cristo, adorarlo e amarlo, particolarmente nei più poveri e abbandonati; tra di essi rientrano certamente i migranti ed i rifugiati, i quali cercano di lasciarsi alle spalle dure condizioni di vita e pericoli di ogni sorta. Pertanto, quest’anno la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ha per tema: Chiesa senza frontiere, madre di tutti.

In effetti, la Chiesa allarga le sue braccia per accogliere tutti i popoli, senza distinzioni e senza confini e per annunciare a tutti che «Dio è amore» (1 Gv 4,8.16). Dopo la sua morte e risurrezione, Gesù ha affidato ai discepoli la missione di essere suoi testimoni e di proclamare il Vangelo della gioia e della misericordia. Nel giorno di Pentecoste, con coraggio ed entusiasmo, essi sono usciti dal Cenacolo; la forza dello Spirito Santo ha prevalso su dubbi e incertezze e ha fatto sì che ciascuno comprendesse il loro annuncio nella propria lingua; così fin dall’inizio la Chiesa è madre dal cuore aperto sul mondo intero, senza frontiere. Quel mandato copre ormai due millenni di storia, ma già dai primi secoli l’annuncio missionario ha messo in luce la maternità universale della Chiesa, sviluppata poi negli scritti dei Padri e ripresa dal Concilio Ecumenico Vaticano II. I Padri conciliari hanno parlato di Ecclesia mater per spiegarne la natura. Essa infatti genera figli e figlie e «li incorpora e li avvolge con il proprio amore e con le proprie cure» (Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 14).

La Chiesa senza frontiere, madre di tutti, diffonde nel mondo la cultura dell’accoglienza e della solidarietà, secondo la quale nessuno va considerato inutile, fuori posto o da scartare. Se vive effettivamente la sua maternità, la comunità cristiana nutre, orienta e indica la strada, accompagna con pazienza, si fa vicina nella preghiera e nelle opere di misericordia.

Oggi tutto questo assume un significato particolare. Infatti, in un’epoca di così vaste migrazioni, un gran numero di persone lascia i luoghi d’origine e intraprende il rischioso viaggio della speranza con un bagaglio pieno di desideri e di paure, alla ricerca di condizioni di vita più umane. Non di rado, però, questi movimenti migratori suscitano diffidenze e ostilità, anche nelle comunità ecclesiali, prima ancora che si conoscano le storie di vita, di persecuzione o di miseria delle persone coinvolte. In tal caso, sospetti e pregiudizi si pongono in conflitto con il comandamento biblico di accogliere con rispetto e solidarietà lo straniero bisognoso.

Da una parte si avverte nel sacrario della coscienza la chiamata a toccare la miseria umana e a mettere in pratica il comandamento dell’amore che Gesù ci ha lasciato quando si è identificato con lo straniero, con chi soffre, con tutte le vittime innocenti di violenze e sfruttamento. Dall’altra, però, a causa della debolezza della nostra natura, «sentiamo la tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 270).

Il coraggio della fede, della speranza e della carità permette di ridurre le distanze che separano dai drammi umani. Gesù Cristo è sempre in attesa di essere riconosciuto nei migranti e nei rifugiati, nei profughi e negli esuli, e anche in questo modo ci chiama a condividere le risorse, talvolta a rinunciare a qualcosa del nostro acquisito benessere. Lo ricordava il Papa Paolo VI, dicendo che «i più favoriti devono rinunciare ad alcuni dei loro diritti per mettere con maggiore liberalità i loro beni al servizio degli altri» (Lett. ap. Octogesima adveniens, 14 maggio 1971, 23).

Del resto, il carattere multiculturale delle società odierne incoraggia la Chiesa ad assumersi nuovi impegni di solidarietà, di comunione e di evangelizzazione. I movimenti migratori, infatti, sollecitano ad approfondire e a rafforzare i valori necessari a garantire la convivenza armonica tra persone e culture. A tal fine non può bastare la semplice tolleranza, che apre la strada al rispetto delle diversità e avvia percorsi di condivisione tra persone di origini e culture differenti. Qui si innesta la vocazione della Chiesa a superare le frontiere e a favorire «il passaggio da un atteggiamento di difesa e di paura, di disinteresse o di emarginazione ... ad un atteggiamento che abbia alla base la ‘cultura dell’incontro’, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno» (Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014).

I movimenti migratori hanno tuttavia assunto tali dimensioni che solo una sistematica e fattiva collaborazione che coinvolga gli Stati e le Organizzazioni internazionali può essere in grado di regolarli efficacemente e di gestirli. In effetti, le migrazioni interpellano tutti, non solo a causa dell’entità del fenomeno, ma anche «per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che sollevano, per le sfide drammatiche che pongono alle comunità nazionali e a quella internazionale» (Benedetto XVI, Lett. Enc. Caritas in veritate, 29 giugno 2009, 62).

Nell’agenda internazionale trovano posto frequenti dibattiti sull’opportunità, sui metodi e sulle normative per affrontare il fenomeno delle migrazioni. Vi sono organismi e istituzioni, a livello internazionale, nazionale e locale, che mettono il loro lavoro e le loro energie al servizio di quanti cercano con l’emigrazione una vita migliore. Nonostante i loro generosi e lodevoli sforzi, è necessaria un’azione più incisiva ed efficace, che si avvalga di una rete universale di collaborazione, fondata sulla tutela della dignità e della centralità di ogni persona umana. In tal modo, sarà più incisiva la lotta contro il vergognoso e criminale traffico di esseri umani, contro la violazione dei diritti fondamentali, contro tutte le forme di violenza, di sopraffazione e di riduzione in schiavitù. Lavorare insieme, però, richiede reciprocità e sinergia, con disponibilità e fiducia, ben sapendo che «nessun Paese può affrontare da solo le difficoltà connesse a questo fenomeno, che è così ampio da interessare ormai tutti i Continenti nel duplice movimento di immigrazione e di emigrazione» (Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014).

Alla globalizzazione del fenomeno migratorio occorre rispondere con la globalizzazione della carità e della cooperazione, in modo da umanizzare le condizioni dei migranti. Nel medesimo tempo, occorre intensificare gli sforzi per creare le condizioni atte a garantire una progressiva diminuzione delle ragioni che spingono interi popoli a lasciare la loro terra natale a motivo di guerre e carestie, spesso l’una causa delle altre.

Alla solidarietà verso i migranti ed i rifugiati occorre unire il coraggio e la creatività necessarie a sviluppare a livello mondiale un ordine economico-finanziario più giusto ed equo insieme ad un accresciuto impegno in favore della pace, condizione indispensabile di ogni autentico progresso.

Cari migranti e rifugiati! Voi avete un posto speciale nel cuore della Chiesa, e la aiutate ad allargare le dimensioni del suo cuore per manifestare la sua maternità verso l’intera famiglia umana. Non perdete la vostra fiducia e la vostra speranza! Pensiamo alla santa Famiglia esule in Egitto: come nel cuore materno della Vergine Maria e in quello premuroso di san Giuseppe si è conservata la fiducia che Dio mai abbandona, così in voi non manchi la medesima fiducia nel Signore. Vi affido alla loro protezione e a tutti imparto di cuore la Benedizione Apostolica".

Sfida emigrazione: non far prevalere l’indifferenza

Città del Vaticano, 23 settembre 2014 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, il Cardinale Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, e l'Arcivescovo Joseph Kalathiparambil, Segretario del medesimo Dicastero, sono intervenuti alla Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2015 (18 gennaio 2015), sul tema: "Chiesa senza frontiere, Madre di tutti".

"Prima di tutto - ha spiegato il Cardinale Vegliò - desidero far notare che il Santo Padre ha voluto promulgare questo Suo Messaggio per il prossimo anno il 3 settembre scorso, data in cui ricorreva il centenario dell’elezione di Papa Benedetto XV". Infatti, sotto il pontificato di questo Papa veniva istituita per la prima volta, una giornata annuale di sensibilizzazione sul fenomeno della migrazione. "La Chiesa, senza frontiere e madre di tutti, nella sua storia più che bimillenaria ha dovuto fronteggiare situazioni sempre nuove e impegnative. Oggi, le migrazioni pongono particolari sfide non solo per le dimensioni che stanno prendendo, ma anche per le diverse problematiche di natura sociale, economica, politica, culturale e religiosa che sollevano".

"Il comandamento biblico di accogliere lo straniero, di aprirgli le porte come se si accogliesse Dio - ha detto il Porporato - entra in conflitto con situazioni di disagio, soprattutto quando alcuni tra i migranti si rendono protagonisti di irregolarità o, addirittura, di delinquenza. (...) In un clima così preoccupante, ci si può chiedere: come risponde la Chiesa?". Sotto questo profilo - ha precisato - il Santo Padre mette in luce tre orientamenti: la rinuncia a se stessi; una più stretta collaborazione tra i diversi organismi ed istituzioni che operano nel campo dell'emigrazione; l'umanizzazione delle condizioni dei migranti e l'impegno nella creazione di condizioni che garantiscano una progressiva diminuzione delle ragioni che spingono interi popoli a lasciare la loro terra natale.

L'Arcivescovo Kalathiparambil si è soffermato sul tema della multiculturalità della società contemporanea, in continua evoluzione, in cui si rende necessario orientare una rinnovata consapevolezza sulle migrazioni forzate che rappresentano una fuga verso la salvezza, attraverso viaggi in condizioni pericolose, che spesso mettono a rischio la vita. Questo però "è l’unico modo per accedere a un Paese in cui si possono trovare protezione e la possibilità di vivere con dignità". Inoltre, le severe norme che regolano i viaggi internazionali, e il mancato possesso di validi documenti di viaggio, rendono i richiedenti asilo "vulnerabili, indifesi, vittime in cerca di protezione e facili prede dei contrabbandieri e di trafficanti".

"Gli Stati sono chiamati a collaborare con spirito di solidarietà internazionale - ha ribadito l'Arcivescovo Kalathiparambil - per rispondere concretamente al riconoscimento del bisogno di protezione, per restituire dignità umana ai rifugiati e curare le cause della mobilità forzata. (...) La Chiesa (...) si adopera affinché siano sempre tutelate la dignità e la centralità della persona umana, valorizzando la solidarietà e il dialogo tra i popoli".

"La sfida oggi - ha concluso il Segretario Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti - è quella di non abituarci ai drammi umani vissuti dalle persone forzatamente dislocate e a non far prevalere l’indifferenza, 'la debolezza della nostra natura umana' a causa della quale spesso 'sentiamo la tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore'".

Tra il 1990 e il 2013 il numero di migranti internazionali è aumentato del 50%, di cui circa il 59% abita nelle regioni sviluppate del globo, mentre le regioni in via di sviluppo ospitano circa il restante 41%. Quanto alle zone di partenza dei migranti internazionali, l’Asia è il primo continente della lista con circa 92.500.000 persone emigrate, seguito dall’Europa con 58.400.000 persone, dall’America Latina e Caraibi, con 36.700.000 persone, e dall’Africa con 31.300.000 persone, l’America del Nord con circa 4.300.000 persone emigrate e l’Oceania con 1.900.000 migranti.
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