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Il Vatican Information Service (VIS), istituito nell'ambito della Sala Stampa della Santa Sede, è un bollettino telematico che diffonde notizie relative all'attività magistrale e pastorale del Santo Padre e della Curia Romana...

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lunedì 5 maggio 2014

FORMAZIONE INTELLETTUALE, SPIRITUALE, UMANA E PASTORALE: QUESTI I QUATTRO PILASTRI DELLA FORMAZIONE DEI FUTURI SACERDOTI

Città del Vaticano, 5 maggio 2014 (VIS). La collaborazione con la società civile, l'evangelizzazione in un Paese ancora diviso e la formazione dei futuri sacerdoti sono stati i temi centrali del discorso che il Santo Padre ha consegnato ai Vescovi della Conferenza Episcopale del Burundi, in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum".

Il Santo Padre ricorda che la collaborazione fra la Santa Sede e la Repubblica del Burundi, illustrata nell'Accordo-Quadro, firmato nel novembre 2012 ed entrato in vigore in febbraio, promuove "un ricco futuro per l'annuncio del Vangelo" ed invita i Vescovi "ad inserirsi - come già fanno - nel dialogo sociale e politico, e ad incontrare, senza esitazioni, i pubblici poteri. Le persone responsabili dell'Autorità sono le prime ad avere bisogno della vostra testimonianza di fede e del vostro coraggioso annuncio dei valori cristiani, affinché conoscendo più a fondo la Dottrina Sociale della Chiesa, ne apprezzino il valore e ad essa si ispirino nell'amministrazione della cosa pubblica".

In un non lontano passato, il Burundi ha conosciuto terribili conflitti ed il popolo burundese rimane ancora troppo spesso diviso con profonde ferite non ancora rimarginate. "Soltanto una autentica conversione dei cuori al Vangelo - scrive il Papa - può disporre gli uomini all'amore fraterno e al perdono, perché 'nella misura in cui Dio riuscirà a regnare tra di noi, la vita sociale sarà uno spazio di fraternità, di giustizia, di pace, di dignità per tutti'. L'evangelizzazione in profondità del vostro popolo continua ad essere la vostra principale preoccupazione per conseguire una autentica riconciliazione".

Se i primi testimoni chiamati a vivere l'autenticità di questa conversione sono, naturalmente, i sacerdoti, è necessario che i candidati al sacerdozio, "oltre alla indispensabile formazione intellettuale, ricevano anche una solida formazione spirituale, umana e pastorale. Questi i quattro pilastri della formazione! È con tutta la loro vita, nella quotidianità dei loro rapporti umani, che essi portano il Vangelo a tutti. Nel ministero sacerdotale non ci deve essere il 'predominio dell'aspetto amministrativo su quello pastorale, come pure una sacramentalizzazione senza altre forme di evangelizzazione'".

Papa Francesco elogia la preziosa opera delle congregazioni religiose nel campo dell'educazione, negli ospedali e nell'assistenza ai rifugiati e ricorda ai Presuli che le numerose nuove comunità che si formano "hanno bisogno del loro attento e prudente discernimento per garantire una solida formazione ai loro membri ed accompagnare l'evoluzione che esse sono chiamate a vivere per il bene di tutta la Chiesa".

"Il vostro Paese ha conosciuto una difficile storia recente, attraversata da divisioni e violenza, in un contesto di grande povertà che purtroppo perdura. Nonostante ciò, i coraggiosi sforzi di evangelizzazione che voi dispiegate nel vostro ministero pastorale portano numerosi frutti di conversione e di riconciliazione. Vi invito a non perdere la speranza, ma ad andare coraggiosamente avanti, con un rinnovato spirito missionario, per portare la Buona Novella a tutti coloro che ancora la attendono e che ne hanno più bisogno, perché conoscano finalmente la misericordia del Signore".

IL PAPA ALLE NUOVE GUARDIE SVIZZERE: NON È L’UNIFORME MA COLUI CHE LA INDOSSA A DOVER COLPIRE GLI ALTRI PER L’ATTEGGIAMENTO DI CARITÀ VERSO TUTTI

Città del Vaticano, 5 maggio 2014 (VIS). Questa mattina nella Sala Clementina del Palazzo Vaticano, Papa Francesco ha incontrato le reclute della Guardia Svizzera Pontificia, che domani presteranno giuramento, accompagnati da genitori, familiari e amici. "È un giorno speciale - ha detto il Papa - perché commemoriamo il Sacco di Roma e l’atto eroico dei vostri predecessori che, nel 1527, offrirono la propria vita per la difesa della Chiesa e del Papa. La vostra dedizione è la conferma che il loro coraggio e la loro fedeltà hanno portato frutto".

"Il contesto sociale ed ecclesiale è molto cambiato da allora - ha proseguito il Pontefice - la società è diversa rispetto a quei tempi. Ma il cuore dell’uomo, la sua capacità di essere fedele e coraggioso – 'acriter et fideliter', recita il vostro motto – è rimasto lo stesso. (...) Prestare servizio nella Guardia Svizzera Pontificia significa vivere un’esperienza che vede incontrarsi il tempo e lo spazio in modo molto particolare (...) Con il vostro peculiare servizio, voi siete chiamati a dare una serena e gioiosa testimonianza cristiana a quanti giungono in Vaticano per visitare la Basilica di San Pietro e per incontrare il Papa. Vivete intensamente le vostre giornate! Siate saldi nella vostra fede e generosi nella carità verso le persone che incontrate".

"L’uniforme che indossate - ha ricordato Papa Francesco - quest’anno compie cento anni. I suoi colori e la sua foggia sono conosciuti in tutto il mondo: ricordano dedizione, serietà, sicurezza. Identificano un servizio singolare e un passato glorioso. Tuttavia, dietro ad ogni uniforme c’è una persona concreta: con una famiglia e una terra di provenienza, con una personalità e una sensibilità, con dei desideri e dei progetti di vita. La vostra divisa è un suggestivo tratto caratteristico della Guardia Svizzera e attira l’attenzione della gente. Ma ricordate che non è l’uniforme ma colui che la indossa a dover colpire gli altri per la gentilezza, per lo spirito di accoglienza, per l’atteggiamento di carità verso tutti. Considerate questo anche nei rapporti tra di voi, dando importanza, anche alla vostra vita comunitaria, al condividere i momenti lieti e quelli più difficili, non ignorando chi tra di voi si trova in difficoltà e a volte ha bisogno di un sorriso e di un gesto di incoraggiamento e di amicizia; evitando una distanza negativa che divide tra loro i compagni e che, nella vita di tutte le persone del mondo, può generare disprezzo, emarginazione o razzismo".

LA SANTA SEDE E LA CONVEZIONE CONTRO LA TORTURA

Città del Vaticano, 5 maggio 2014 (VIS). L'Arcivescovo Silvano Tomasi, C.S., Capo della Delegazione della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni Specializzate a Ginevra, ha presentato il Rapporto iniziale della Santa Sede al Comitato per la Convenzione contro la Tortura (CAT), che tiene in questa sede la sua LII Sessione.

Nell'esauriente Rapporto, l'Arcivescovo Tomasi precisa che "La Santa Sede ha aderito alla Convenzione contro la tortura (CAT) il 22 giugno 2002, con l'intento molto chiaro e diretto che la presente Convenzione fosse applicata alla Città del Vaticano (SCV). Nella sua qualità di sovrano della Città del Vaticano, la Santa Sede ha fornito un importante 'Dichiarazione interpretativa' che mostra il suo approccio al CAT".

"In primo luogo, la Dichiarazione interpretativa loda la Convenzione come strumento degno di difesa contro gli atti di tortura, quando dice: 'La Santa Sede ritiene che la Convenzione contro la tortura e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, sia uno strumento valido ed idoneo per la lotta contro atti che costituiscono una grave offesa alla dignità della persona umana. 'In questo senso infatti, la Santa Sede ha voluto esprimere l'armonia dei propri principi e la visione della persona umana con quegli ideali e pratiche stabilite nella Convenzione contro la Tortura".

"La Dichiarazione interpretativa insiste sul fatto che 'La Santa Sede, aderendo alla Convenzione per conto dello Stato della Città del Vaticano, si impegna ad applicarla nella misura in cui è compatibile, in pratica, con la peculiare natura di detto Stato ". Come tale, per quanto riguarda l'applicazione della Convenzione e di qualsiasi esame, problema o critiche, o di applicazione di quest'ultima, la Santa Sede intende concentrarsi esclusivamente sulla Città del Vaticano, nel rispetto della sovranità internazionale di questo Stato e la legittima autorità specifica della Convenzione e della Commissione competente di esaminare i rapporti di Stato".

"La Santa Sede, in quanto membro della comunità internazionale, è legato ma separato e distinto dal territorio della Città del Vaticano, sul quale esercita la sovranità. La sua personalità internazionale non è mai stato confusa con i territori sui quali ha esercitato la sovranità dello Stato. Nella sua forma attuale, la Città del Vaticano è stata fondata nel 1929 per garantire più efficacemente la missione spirituale e morale della Santa Sede. Pertanto, i riferimenti colloquiali alla Santa Sede come il 'Vaticano' possono essere fuorvianti. In questo senso, la Santa Sede, come detto, incoraggia a livello globale i principi di base e di autentici diritti umani riconosciuti nella CAT, mentre realizza la sua attuazione nel territorio della Città del Vaticano in armonia con la Dichiarazione interpretativa".

Dopo aver presentato alcuni punti essenziali che devono guidare e assistere la discussione, l'Arcivescovo offre una panoramica della relazione iniziale che la Santa Sede ha presentato alla Commissione nel dicembre 2012.

"Oltre a presentare le distinzioni essenziali e le relazioni tra la Santa Sede, Città del Vaticano e la Chiesa cattolica, vorrei sottolineare - afferma l'Arcivescovo Tomasi - alcuni elementi importanti presentati all'interno della sezione 'Informazioni generali'. In particolare, il primo punto di riferimento è il sistema giuridico della Città del Vaticano, che è autonomo rispetto al sistema giuridico della Chiesa cattolica. In realtà, non tutte le norme canoniche sono rilevanti per il governo di questo territorio. In relazione al tema del delitto e della pena ci sono leggi specifiche che criminalizzano le attività illecite e prevedono sanzioni proporzionate nella Città del Vaticano".

"Come indicato nella sezione sulle statistiche, la piccola popolazione della Città del Vaticano, ricevendo circa 18 milioni di pellegrini e turisti ogni anno, ha un numero relativamente basso di questioni penali registrate".

"Passando ora alla terza parte del Rapporto iniziale, che affronta sistematicamente ognuno dei sedici articoli sostanziali del CAT, la mia Delegazione desidera sottolineare alcuni passi significativi e miglioramenti nella Città del Vaticano a rispettare la Convenzione, sin dalla consegna del Rapporto iniziale nel dicembre 2012. in primo luogo, vi è la modifica della legislazione dello Stato della Città del Vaticano con la promulgazione della Lettera Apostolica di Papa Francesco, l'11 luglio 2013, 'Sulla competenza della autorità giudiziaria della Città del Vaticano in materia penale', in particolare l'articolo 3, della Legge N. VIII, che tratta specificamente il reato di tortura. Mentre l'applicazione di questa legge fondamentale nel diritto penale dello Stato della Città del Vaticano in qualche modo tocca diversi articoli della Convenzione, vale la pena citarne direttamente alcuni. In relazione all'articolo 1 della Convenzione, la nuova legislazione integra, quasi alla lettera, la definizione di tortura e punizione crudele e disumana come ivi forniti e, quindi, di fatto, rispetta l'articolo 4 della Convenzione con l'integrazione nel codice penale e l'istituzione di sanzioni adeguate per tali reati. Il paragrafo 6 dello stesso articolo 3 della legge modificata VIII ribadisce efficacemente l'articolo 15 della Convenzione, che vieta l'uso di qualsiasi dichiarazione rilasciata a seguito di torture da considerare come prova".

"Modificati anche nel luglio 2013, gli emendamenti della Legge IX rispondono con maggiore specificità e chiarezza alle questioni dei reati, sia all'interno che al di fuori del territorio dello Stato, di giurisdizione, di estradizione e dei termini di condanna. I cambiamenti procedurali e legislativi cercano di attuare i principi contenuti nella Convenzione contro la tortura di cui agli articoli 3, 5 e 8. In particolare, si deve notare lo sviluppo sulla questione dell'estradizione e anche la smentita dello stesso da parte della Santa Sede, se lo Stato richiedente esercita la tortura o usa la pena capitale".

"La quarta parte del Rapporto iniziale, riguardante la 'Affermazione del divieto contro la tortura e altri trattamenti disumani o degradanti o punizioni crudeli negli insegnamenti e nelle attività della Santa Sede', fa riferimento alla vasta gamma di documenti, proclami, pubblicazioni, programmi radiofonici e televisivi con i quali la Santa Sede si dirige attivamente non solo ai seguaci della fede cattolica, ma anche alla comunità internazionale e a tutte le persone di buona volontà".

"Va sottolineato, alla luce della grande confusione esistente, che la Santa Sede non ha giurisdizione - come tale termine viene inteso anche ai sensi dell'articolo 2.1 della Convenzione - su ogni membro della Chiesa cattolica. La Santa Sede desidera ribadire che le persone che vivono in un determinato paese sono sotto la giurisdizione delle autorità legittime di quel paese e sono quindi soggette alla legge nazionale e alle conseguenze ivi contenute. Le autorità degli Stati sono obbligate a proteggere, e, quando necessario, perseguire le persone sotto la loro giurisdizione. La Santa Sede esercita la stessa autorità su coloro che vivono nella Città del Vaticano in conformità con le sue leggi. Quindi, la Santa Sede, nel rispetto dei principi di autonomia e sovranità degli Stati, insiste sul fatto che l'Autorità dello Stato, che ha competenza legittima, agisce come attore responsabile della giustizia per quanto riguarda i crimini e gli abusi commessi da persone sotto la sua giurisdizione. La mia delegazione desidera sottolineare che questo include non solo gli atti di tortura e di altri atti di pene crudeli e disumane, ma anche tutti gli altri atti considerati crimini commessi da qualsiasi persona fisica che, nonostante l'affiliazione ad un istituto cattolico, è soggetto ad una particolare autorità dello Stato. L'obbligo e la responsabilità a promuovere la giustizia in questi casi risiede nella giurisdizione nazionale competente".

"Ricapitolando questa quarta parte del Rapporto si potrebbe dire che numerose sono le misure che la Santa Sede ha adottato nel prendere efficaci provvedimenti legislativi, amministrativi, giudiziari e altri provvedimenti volti a prevenire e vietare la tortura e ad affrontare la sua radice, inducendo a evitare futuri atti in questo ambito. Tutto ciò esprime il desiderio della Santa Sede di 'dare il proprio sostegno morale e la collaborazione alla Comunità internazionale, per contribuire all'eliminazione del ricorso alla tortura, che è inammissibile e disumano".

ANCHE NOI POSSIAMO DIVENTARE "VIANDANTI RISORTI", SE LA PAROLA DEL SIGNORE RISCALDA IL NOSTRO CUORE

Città del Vaticano, 4 maggio 2014 (VIS). "Pietro è testimone della speranza che è in Cristo. (...) Pietro è il punto di riferimento saldo della comunità perché è fondato sulla Roccia che è Cristo. Così è stato Giovanni Paolo II, vera pietra ancorata alla grande Roccia". Queste le parole di Papa Francesco nell'omelia della Santa Messa per la Comunità Polacca di Roma, nella chiesa di San Stanislao, in ringraziamento per la Canonizzazione di Giovanni Paolo II. In questa Chiesa, ha ricordato Papa Francesco - Papa Wojtyla è venuto più di 80 volte. "Nei momenti di tristezza e di abbattimento, quando tutto sembrava perduto, egli non perdeva la speranza, perché la sua fede e la sua speranza erano fisse in Dio. E così era pietra, roccia per questa comunità".

"Voi, fratelli e sorelle - ha ricordato Papa Francesco - fate parte di un popolo che è stato molto provato nella sua storia. Il popolo polacco sa bene che per entrare nella gloria bisogna passare attraverso la passione e la croce. E lo sa non perché l’ha studiato, lo sa perché lo ha vissuto. San Giovanni Paolo II, come degno figlio della sua patria terrena, ha seguito questa via. L’ha seguita in modo esemplare, ricevendo da Dio una spogliazione totale. Per questo 'la sua carne riposa nella speranza'".

"E noi? Siamo disposti a seguire questa strada? Voi, cari fratelli, che formate oggi la comunità cristiana dei polacchi a Roma, volete seguire questa strada? San Pietro, anche con la voce di san Giovanni Paolo II, vi dice: 'Comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri'. È vero, siamo viandanti, ma non erranti! In cammino, ma sappiamo dove andiamo! Gli erranti non lo sanno. Siamo pellegrini, ma non randagi – come diceva san Giovanni Paolo II".

"Anche noi - ha concluso il Pontefice - possiamo diventare 'viandanti risorti'", se la Parola del Signore "riscalda il nostro cuore, e la sua Eucaristia ci apre gli occhi alla fede e ci nutre di speranza e di carità. Anche noi possiamo camminare accanto ai fratelli e alle sorelle che sono tristi e disperati, e riscaldare il loro cuore con il Vangelo, e spezzare con loro il pane della fraternità".

GESÙ CI SPIEGA LE SCRITTURE E RIACCENDE NEI NOSTRI CUORI IL CALORE DELLA FEDE E DELLA SPERANZA

Città del Vaticano, 4 maggio 2014 (VIS). Alle dodici di questa mattina, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Caeli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale. Ricordando il Vangelo di questa domenica, sui discepoli di Emmaus, che lungo la strada non riconoscono Gesù che cammina accanto a loro, il Papa ha detto: "Vedendoli così tristi, Egli dapprima li aiutò a capire che la passione e la morte del Messia erano previste nel disegno di Dio e preannunciate nelle Sacre Scritture; e così riaccese un fuoco di speranza nei loro cuori".

"La strada di Emmaus diventa così simbolo del nostro cammino di fede: le Scritture e l’Eucaristia sono gli elementi indispensabili per l’incontro con il Signore. Anche noi arriviamo spesso alla Messa domenicale con le nostre preoccupazioni, le nostre difficoltà e delusioni… La vita a volte ci ferisce e noi ce ne andiamo tristi, verso la nostra 'Emmaus', voltando le spalle al disegno di Dio. Ci allontaniamo da Dio. Ma ci accoglie la Liturgia della Parola: Gesù ci spiega le Scritture e riaccende nei nostri cuori il calore della fede e della speranza, e nella Comunione ci dà forza".

Nel sottolineare che la Parola di Dio e l'Eucaristia ci riempiono di gioia, Papa Francesco ha detto: "Ricordatelo bene! Quando tu sei triste, prendi la Parola di Dio. Quando tu sei giù, prendi la Parola di Dio e va’ alla Messa della domenica a fare la Comunione, a partecipare del mistero di Gesù. Parola di Dio, Eucaristia: ci riempiono di gioia. (...) C’è sempre una Parola di Dio che ci dà l’orientamento dopo i nostri sbandamenti; e attraverso le nostre stanchezze e delusioni c’è sempre un Pane spezzato che ci fa andare avanti nel cammino".

AZIONE CATTOLICA: ANDARE AI CONFINI E VIVERE LA GIOIA DELL'APPARTENENZA CRISTIANA

Città del Vaticano, 3 maggio 2014 (VIS). Questa mattina, nell'Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha incontrato l'Azione Cattolica Italiana a conclusione dell'Assemblea Nazionale sul tema: "Persone nuove in Gesù Cristo, corresponsabili della gioia di vivere". "Il tema della vostra Assemblea - ha detto il Pontefice - si inserisce bene nel tempo pasquale, che è un tempo di gioia. È la gioia dei discepoli nell'incontro con il Cristo risorto, e richiede di essere interiorizzata, dentro uno stile evangelizzatore capace di incidere nella vita".

"Nell’attuale contesto sociale ed ecclesiale - ha proseguito il Papa - voi laici di Azione Cattolica siete chiamati a rinnovare la scelta missionaria, aperta agli orizzonti che lo Spirito indica alla Chiesa ed espressione di una nuova giovinezza dell’apostolato laicale. Questa scelta missionaria: tutto in chiave missionaria, tutto. (...) Questa è la scelta che oggi fa l'Azione Cattolica. Anzitutto le parrocchie, specialmente quelle segnate da stanchezza e chiusure - e ce ne sono tante. (...) Quando io saluto le segretarie parrocchiali, domando loro: Ma Lei è segretaria di quelli che aprono le porte o di quelli che chiudono la parta? Queste parrocchie hanno bisogno del vostro entusiasmo apostolico, della vostra piena disponibilità e del vostro servizio creativo. Si tratta di assumere il dinamismo missionario per arrivare a tutti, privilegiando chi si sente lontano e le fasce più deboli e dimenticate della popolazione. Si tratta di aprire le porte e lasciare che Gesù possa andare fuori. Tante volte abbiamo Gesù chiuso nelle parrocchie con noi, e noi non usciamo fuori e non lasciamo uscire fuori Lui! Aprire le porte perché Lui vada, almeno Lui! Si tratta di una Chiesa 'in uscita': sempre Chiesa in uscita".

Rimanere, andare e gioire sono stati i tre verbi che Papa Francesco ha indicato all'Azione Cattolica per costituire una traccia di cammino.

"Rimanere. Ma non rimanere chiusi, no Rimanere in che senso? Rimanere con Gesù, rimanere a godere della sua compagnia. Per essere annunciatori e testimoni di Cristo occorre rimanere anzitutto vicini a Lui. È dall’incontro con Colui che è la nostra vita e la nostra gioia, che la nostra testimonianza acquista ogni giorno nuovo significato e nuova forza. Rimanere in Gesù, rimanere con Gesù".

"Secondo verbo: andare. Mai un'Azione Cattolica ferma, per favore! Non fermarsi: andare! (...) e annunciare che Dio è Padre e che Gesù Cristo ve lo ha fatto conoscere, e per questo la vostra vita è cambiata: si può vivere da fratelli, portando dentro una speranza che non delude". L'uomo dovunque si trovi, "lì dove soffre, lì dove spera, lì dove ama e crede, lì dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore. Lì vi aspetta Gesù. Questo significa: andare fuori. Questo significa: usciere, andare uscendo".

"E infine gioire. (...) Essere persone che cantano la vita, che cantano la fede. (...) Dire la fede, vivere la fede con gioia, e questo si chiama 'cantare la fede'. E questo non lo dico io! Questo lo ha detto 1600 anni fa sant'Agostino: 'cantare la fede'! Persone capaci di riconoscere i propri talenti e i propri limiti, che sanno vedere nelle proprie giornate, anche in quelle più buie, i segni della presenza del Signore. Gioire perché il Signore vi ha chiamato ad essere corresponsabili della missione della sua Chiesa. Gioire perché in questo cammino non siete soli: c'è il Signore che vi accompagna, ci sono i vostri vescovi e sacerdoti che vi sostengono, ci sono le vostre comunità parrocchiali, le vostre comunità diocesane con cui condividere il cammino. Non siete soli!".
"Con questi tre atteggiamenti, rimanere in Gesù, andare ai confini e vivere la gioia dell’appartenenza cristiana, potrete portare avanti la vostra vocazione, ed evitare la tentazione della 'quiete', che non ha niente a che fare con il rimanere in Gesù; evitare la tentazione della chiusura e quella dell’intimismo; tanto edulcorata, disgustosa per quanto è dolce, quella dell'intimismo... E se voi andate, non cadrete in questa tentazione. E anche evitare la tentazione della serietà formale. Con questo rimanere in Gesù, andare ai confini, vivere la gioia evitando queste tentazioni, eviterete di portare avanti una vita più simile a statue da museo che a persone chiamate da Gesù a vivere e diffondere la gioia del Vangelo. Se voi volete ascoltare il consiglio del vostro Assistente generale - è tanto mite, perché porta un nome mite, lui, è Mansueto! - se voli volete prendere il suo consiglio, siate asinelli, ma mai statue di museo, per favore, mai!".

AI VESCOVI SRI LANKA: CONTRIBUITE ALLA RICONCILIAZIONE NAZIONALE E PROMUOVETE IL DIALOGO INTERRELIGIOSO CONTRO GLI ESTREMISMI

Città del Vaticano, 3 maggio 2014 (VIS). Il contributo della Chiesa Cattolica alla riconciliazione nazionale e la ricostruzione della società civile, l'importanza del dialogo interreligioso di fronte ad estremismi che promettono un falso senso di unità nazionale fondata su di un'unica identità religiosa e la protezione della famiglia, sono stati i temi centrali del discorso che il Papa ha consegnato ai Vescovi della Conferenza Episcopale di Sri Lanka, al termine della quinquennale Visita "ad Limina Apostolorum".

Dopo lunghi anni di combattimenti e spargimento di sangue, la guerra nello Sri Lanka ha avuto finalmente fine ed i suoi abitanti ora sperano di ricostruire la loro vita e le loro comunità. I Presuli intendono contribuire a questa missione come sottolineano nella Lettera Pastorale "Verso le riconciliazione e la ricostruzione della nostra Nazione", nella quale, oltre a condividere le tribolazioni del loro popolo, affermano che c'è ancora molto lavoro da fare per promuovere il rispetto dei diritti umani e superare le tensioni etniche. Il Papa si unisce ai Presuli con parole di conforto "per tutti coloro che hanno perso i loro cari durante la guerra ed il cui futuro rimane incerto". Ricordando l'appello di San Paolo a portare gli uni il peso degli altri, il Papa invita le comunità "ad essere ferme nella fede, a rimanere accanto a quanti sono in lutto ed ancora soffrono i persistenti effetti della guerra".

La Chiesa Cattolica nello Sri Lanka, che conta fra i suoi membri Cingalesi e Tamil, può promuovere, perciò, l'unità fra i due gruppi giacché conosce "le preoccupazioni e i timori della gente, specialmente l'emarginazione e la diffidenza l'uno nei confronti dell'altro. I fedeli, consapevoli dei problemi che causano tensioni fra Cingalesi e Tamil, possono offrire un clima di dialogo che si impegna a costruire una società più giusta ed equa".

Lo Sri Lanka non soltanto ha una ricca diversità etnica ma anche diverse tradizioni religiose, per cui di fondamentale importanza è il dialogo interreligioso ed ecumenico per promuovere la conoscenza e l'arricchimento reciproco. Il Papa ha parole di apprezzamento per l'impegno dei Presuli in tale ambito che "permette alla Chiesa di collaborare più facilmente con gli altri nel garantire una pace duratura, ed assicurare la libertà della Chiesa nel perseguire i suoi obiettivi, specialmente l'educazione alla fede dei giovani e la libera testimonianza della fede cristiana. "Tuttavia - nota il Santo Padre - lo Sri Lanka vede l'insorgenza di estremismi religiosi che, promuovendo una falso senso dell'unità nazionale fondata su di una singola identità religiosa, creano tensioni che si esprimono in atti di intimidazione e violenza. Sebbene tali tensioni possono minacciare i rapporti ecumenici, la Chiesa nello Sri Lanka deve rimanere salda nel cercare alleati per la pace ed interlocutori per il dialogo".

Papa Francesco ricorda l'importante lavoro dei sacerdoti e dei religiosi nella missione della trasmissione della fede e nel promuovere la riconciliazione ed il dialogo e dedica l'ultima parte del suo discorso alla famiglia, ricordando che molte famiglie ancora soffrono le conseguenze della guerra che ne ha causato l'allontanamento dalle loro case e la morte di alcuni dei suoi membri. "Molti hanno perso il lavoro - scrive il Papa - e le famiglie sono rimaste divise poiché uno dei due coniugi ha dovuto lasciare la propria casa per cercare lavoro. Un'altra grande sfida è rappresentata dalla realtà crescente dei matrimoni misti, che richiedono maggiore attenzione nella preparazione e nell'assistenza alle coppie nel momento in cui si devono formare nella fede i loro figli. Quando siamo attenti alle famiglie e alle loro necessità, quando comprendiamo le loro difficoltà e speranze, rafforziamo la testimonianza della Chiesa e la proclamazione del Vangelo. (...) Il vostro impegno nel sostenere la famiglia sia a beneficio non soltanto della Chiesa, ma anche della società della Nazione, soprattutto nella sua missione a favore della riconciliazione e dell'unità".

PONTIFICIA COMMISSIONE PER LA TUTELA DEI MINORI: IL BENE DI UN BAMBINO O DI UN ADULTO VULNERABILE È PRIORITARIO NEL MOMENTO IN CUI VIENE PRESA QUALSIASI DECISIONE

Città del Vaticano, 3 maggio 2014 (VIS). Nei giorni 1-3 maggio, presso la Casa Santa Marta, nella Città del Vaticano, i primi Membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori hanno tenuto il loro incontro inaugurale. Come precedentemente annunciato, obiettivo dell'incontro era quello di presentare al Santo Padre raccomandazioni relative alle funzioni della Commissione e fare proposte per la nomina di ulteriori membri provenienti da diverse parti del mondo. Questi i membri che hanno preso parte all'incontro: Catherine Bonnet, Francia; Marie Collins, Irlanda; Sheila Baroness Hollins, Regno Unito; il Cardinale Sean Patrick O'Malley, O.F.M.Cap, Stati Uniti d'America; Claudio Papale, Italia; Hanna Suchocka, Polonia; Humberto Miguel Yáñez, S.I., Argentina e Hans Zollner, S.I., Germania.

A conclusione dell’incontro, in occasione di un Briefing per la stampa tenuto presso la Sala Stampa della Santa Sede, è stata rilasciata per conto della Commissione la seguente dichiarazione:

"Mentre iniziamo insieme il nostro servizio, desideriamo esprimere la nostra profonda solidarietà a tutte le vittime che hanno subito abusi sessuali come bambini o come adulti vulnerabili, e desideriamo rendere noto che, dall'inizio del nostro lavoro, abbiamo adottato il principio che il bene di un bambino o di un adulto vulnerabile è prioritario nel momento in cui viene presa qualsiasi decisione.

Nel corso dei nostri incontri, ognuno di noi ha potuto condividere idee, esperienze e aspirazioni per questa Pontificia Commissione. Rispondendo alle richieste del Santo Padre, queste discussioni sono state dedicate alla natura e agli obiettivi della Commissione e all'ampliamento del numero dei membri, così da includere persone provenienti da altre aree geografiche e altre aree di competenza. Nelle nostre conversazioni abbiamo anche esaminato molte proposte sui modi in cui la Commissione potrebbe collaborare con esperti di diverse aree connesse con la salvaguardia di bambini e adulti vulnerabili. Abbiamo anche incontrato alcuni membri della Curia Romana relativamente ad aree di futura cooperazione, fra i quali rappresentanti della Segreteria di Stato, della Congregazione per la Dottrina della Fede, della Congregazione per il Clero, della Sala Stampa della Santa Sede e della Gendarmeria Vaticana.

In quanto Commissione Consultiva del Santo Padre, comunicheremo a Papa Francesco i risultati del nostro lavoro. A suo tempo proporremo iniziative per incoraggiare la responsabilità locale nel mondo e la condivisione reciproca delle "pratiche migliori" per la protezione di tutti i minori, con programmi di addestramento, educazione, formazione, e risposte agli abusi. Abbiamo anche condiviso con Papa Francesco quanta importanza attribuiamo ad alcune aree del nostro futuro lavoro. Riteniamo particolarmente importante garantire l'esercizio della responsabilità (accountability) nella Chiesa, compreso lo sviluppo degli strumenti per protocolli e procedure efficaci e trasparenti.

Proporremo al Santo Padre 'Statuti' per esprimere più precisamente la natura della Commissione, la sua struttura, la sua attività e i suoi obiettivi. È chiaro, ad esempio, che la Commissione non tratterà casi individuali di abuso, ma potrà presentare raccomandazioni sulle direttive per assicurare l'obbligo della responsabilità (accountability) e le pratiche migliori. Negli 'Statuti' intendiamo presentare proposte specifiche per sottolineare le vie per sensibilizzare le persone sulle tragiche conseguenze degli abusi sessuali e sulle conseguenze devastanti del mancato ascolto, dei mancati rapporti di sospetto di abusi, e del mancato sostegno alle vittime di abusi sessuali e alle loro famiglie.

Mentre i cattolici si impegnano a rendere le nostre parrocchie, scuole ed istituzioni, luoghi sicuri per tutti i minori, noi ci impegniamo insieme con le persone di buona volontà a garantire che i bambini e gli adulti vulnerabili siano protetti dagli abusi. Chiediamo le preghiere di tutti coloro che desiderano sostenere il lavoro della Commissione".

NOTA INFORMATIVA SULLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO PER L'ECONOMIA

Città del Vaticano, 3 maggio 2014 (VIS). Il Consiglio per l'Economia, istituito dal Santo Padre con il Motu proprio "Fidelis dispensator et prudens", del 24 febbraio scorso, ha tenuto la sua prima riunione nella giornata di venerdì 2 maggio. I lavori hanno avuto luogo nella Sala Bologna del Palazzo Apostolico, mattina e pomeriggio, terminando alle ore 18.00. I lavori sono stati presieduti dal Cardinale Coordinatore del Consiglio, Reinhard Marx, e oltre ai quindici membri hanno partecipato ai lavori anche i Cardinali Pietro Parolin, Segretario di Stato, e George Pell, Presidente della Segreteria per l'Economia, e il Prelato Segretario del Consiglio stesso, Monsignor Brian Ferme.

Il Santo Padre ha ricevuto il Consiglio nella mattinata di venerdì, rivolgendogli un breve discorso nella mattinata di venerdì. Il testo del discorso e la sintesi in italiano dell'indirizzo del Cardinale Marx al Papa sono già stati pubblicati (Osservatore Romano, 2-3- maggio, p.8).

Come hanno tenuto a rilevare sia il Santo Padre nel suo discorso, sia il Cardinale Coordinatore nel suo indirizzo, i membri ecclesiastici e laici del Consiglio sono sullo stesso piano, con pari responsabilità e diritti. Ciò è apparso concretamente nella riunione stessa per il fatto che ecclesiastici e laici hanno occupato posti alternati e non separati intorno al tavolo dei lavori.

I lavori, che si sono svolti in un'atmosfera positiva e costruttiva, hanno avuto come oggetto anzitutto la bozza degli Statuti del Consiglio stesso, il cui esame sarà proseguito anche nella prossima riunione perché possano essere presentati all'approvazione del Santo Padre. Inoltre è stato presentato al Consiglio il lavoro svolto dalla Commissione di studio e indirizzo sull'organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede (COSEA, istituita dal Santo Padre il 18 luglio 2013). L'informazione e la continuità del lavoro svolto sono garantite dal fatto che il Presidente e altri due membri della COSEA sono ora membri del Consiglio dell'Economia.

La prossima riunione è stata fissata per il 5 luglio. Altre due riunioni sono previste nel corso del presente anno, una in settembre e una in dicembre.

90MA GIORNATA PER L'UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

Città del Vaticano, 3 maggio 2014 (VIS). Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, ha inviato una Lettera al Cardinale Angelo Scola, Presidente dell'Istituto G. Toniolo di Studi Superiori, in occasione della 90ma Giornata per l'Università Cattolica del Sacro Cuore, che si celebra domenica 4 maggio, sul tema: "Con i giovani, protagonisti del futuro".

Il tema di quest'anno, sottolinea il Cardinale Parolin, "esprime bene sia la vicinanza dell'Ateneo al mondo giovanile sia l'impegno ad offrire agli studenti gli strumenti necessari per rispondere alla loro vocazione e alle istanze di una qualificata formazione professionale. A nome del Santo Padre esprimo il più vivo apprezzamento e il più sentito incoraggiamento all'Università Cattolica del Sacro Cuore, affinché (...) possa continuare ad essere testimonianza viva ed efficace dell'impegno della Chiesa verso le nuove generazioni. (...) Di fronte a scenari non privi di rischi e incertezze, anche per il mondo giovanile, il Santo Padre esorta tutti a collaborare per la crescita e il rafforzamento dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. (...) Sua Santità affida l'Ateneo alla celeste protezione della Madre di Dio 'Sedes Sapientiae' e, (...) domanda di pregare per Lui e per il Suo servizio alla Chiesa".

UDIENZE

Città del Vaticano, 5 maggio 2014 (VIS). Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, Arcivescovo di Lima (Perù).

- L'Arcivescovo Marek Solczyński, Nunzio Apostolico in Georgia, in Armenia e in Azerbaigian.

- Membri della Presidenza della “Conference of Major Superiors of men” (U.S.A.).

- Dieci Presuli della Conferenza Episcopale di Burundi, in Visita “ad Limina Apostolorum”:

- L'Arcivescovo Simon Ntamwana, di Gitega.

- Il Vescovo Joachim Ntahondereye, Vescovo di Muyinga.

- Il Vescovo Gervais Banshimiyubusa, di Ngozi, con l'emerito Vescovo Stanislas Kaburungu.

- Il Vescovo Bonaventure Nahimana, di Rutana.

- Il Vescovo Blaise Nzeyimana, di Ruyigi.

- L'Arcivescovo Evariste Ngoyagoye, di Bujumbura.

- Il Vescovo Jean Ntagwarara, di Bubanza, con il Coadiutore Vescovo Georges Bizimana.

- Il Vescovo Venant Bacinoni, di Bururi.

- Il Cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, Arcivescovo di San Cristóbal de La Habana (Cuba).

Sabato 3 maggio il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising (Repubblica federale di Germania), Coordinatore del Consiglio per l’Economia.

- Il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Prefetto della Congregazione per i Vescovi.

- Quattoridici Presuli della Conferenza Episcopale di Sri Lanka, in Visita “ad Limina Apostolorum”:

- Il Cardinale Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, Arcivescovo di Colombo, con gli Ausiliari Vescovo Fidelis Lionel Emmanuel Fernando e Vescovo Sampathawaduge Maxuell Grenville Silva.

- Il Vescovo Norbert Marshall Andradi, O.M.I., di Anuradhapura.

- Il Vescovo Julian Winston Sebastian Fernando, S.S.S., di Badulla.

- Il Vescovo Joseph Ponniah, di Batticaloa.

- Il Vescovo Warnakulasurya Wadumestrige Devsritha Valence Mendis, di Chilaw.

- Il Vescovo Raymond Kingsley Wickramasinghe, di Galle.

- Il Vescovo Thomas Savundaranayagam Emmanuel, di Jaffna.

- Il Vescovo Joseph Vianney Fernando, di Kandy.

- Il Vescovo Harold Anthony Perera, di Kurunegala.
- Il Vescovo Rayappu Joseph, di Mannar.

- Il Vescovo Cletus Chandrasiri Perera, O.S.B. Silv., di Ratnapura.

- Il Vescovo Joseph Kingsley Swampillai, di Trincomalee.

ALTRI ATTI PONTIFICI

Città del Vaticano, 5 maggio 2014 (VIS). Il Santo Padre ha nominato il Monsignor Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace (superficie: 1.248; popolazione: 133.000; cattolici: 122.000; sacerdoti: 92; religiosi: 144; diaconi permanenti: 7), Italia. Il Vescovo eletto è nato a Avena di Papasidero (Italia) nel 1951 ed è stato ordinato sacerdote nel 1976. Dal 1977 al 1978 Vicario parrocchiale di Santa Gemma Galgani a Roma; dal 1978 al 1980 Vicario parrocchiale a Santa Maria del Piano in Verbicaro; dal 1980 al 2014 Canonico del Capitolo Cattedrale di Cassano all’Jonio; dal 1982 al 1992 Difensore del vincolo presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale Calabro; dal 1983 al 1984 Pro-Rettore del Seminario diocesano; dal 1984 al 1985 Padre Spirituale del Seminario diocesano; dal 1985 al 1995 Presidente dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero; dal 1985 al 2014 Parroco di San Girolamo a Castrovillari; dal 1992 al 2014 Giudice ecclesiastico del Tribunale Regionale Calabro; dal 1992 al 2014 Docente di Diritto Canonico all’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro; dal 2001 al 2005 Docente Invitato all’Università “Magna Grecia” di Catanzaro; dal 2005 al 2007 Docente Invitato all’Istituto “Pastor Bonus” di Dipodi (Lamezia Terme) e Vicario Giudiziale della diocesi di Cassano all’Jonio; dal 2006 al 2012 Vicario Foraneo di Castrovillari; dal 2008 al 2011 Vicario Generale di Cassano all’Jonio; dal 2011 al 2012 Amministratore Diocesano di Cassano all’Jonio. È stato finora Vicario Generale della diocesi di Cassano all’Jonio.

Sabato 3 maggio il Santo Padre:

- Ha nominato l'Arcivescovo Martin Krebs, Nunzio Apostolico nelle Isole Marshall e in Nauru, attualmente Nunzio Apostolico in Nuova Zelanda, Isole Cook, Fiji, Kiribati, Palau, Samoa, Stati Federati di Micronesia, Tonga, Vanuatu e Delegato Apostolico nell'Oceano Pacifico.

- Ha nominato il Sacerdote Frank Kalabat, Vescovo dell’Eparchia di Saint Thomas the Apostle of Detroit dei Caldei (cattolici: 105.500; sacerdoti: 22; religiosi: 1; diaconi permanenti: 150), Stati Uniti d'America. Il Vescovo eletto è nato nel 1970 nel Kuwait ed è stato ordinato sacerdote nel 1995. Nello stesso anno è stato nominato vice-parroco della Chiesa Mother of God in Southfield nel Michigan. Dal 2001 è parroco di Saint Thomas in Detroit, Direttore del Centro Eparchiale delle Vocazioni e segue il Centro di Re-Evangelization. Succede al Vescovo Ibrahim Namo Ibrahim, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Eparchia.

- Ha nominato il Sacerdote Daoud Baffro all'ufficio di Amministratore Apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis dell'Eparchia di Mar Addai in Toronto dei Caldei. Il Sacerdote Baffro è nato nel 1942 a Manghesh, nell'Eparchia di Amadia (Itaq). Nel 1954 è entrato nel seminario di San Giovanni in Mossul. Il 12 giugno 1966 è stato ordinato sacerdote. Fino al 1972 è stato parroco a Manghesh-Amadia (Iraq); dal 1972 al 2001 a Baghdad. Dal 1992 al 2000 è stato Direttore Generale della Caritas Irachena. Nel 2001 è stato inviato in Canada ed da allora è parroco della comunità caldea di London-Windsor. Succede al Vescovo Hanna Zora, del quale il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della medesima Eparchia.
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