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martedì 23 settembre 2014

Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: "Chiesa senza frontiere, Madre di tutti"

Città del Vaticano, 23 settembre 2014 (VIS). Pubblichiamo il Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (18 gennaio 2015).

"Cari fratelli e sorelle!

Gesù è «l’evangelizzatore per eccellenza e il Vangelo in persona» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 209). La sua sollecitudine, particolarmente verso i più vulnerabili ed emarginati, invita tutti a prendersi cura delle persone più fragili e a riconoscere il suo volto sofferente, soprattutto nelle vittime delle nuove forme di povertà e di schiavitù. Il Signore dice: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,35-36). Missione della Chiesa, pellegrina sulla terra e madre di tutti, è perciò di amare Gesù Cristo, adorarlo e amarlo, particolarmente nei più poveri e abbandonati; tra di essi rientrano certamente i migranti ed i rifugiati, i quali cercano di lasciarsi alle spalle dure condizioni di vita e pericoli di ogni sorta. Pertanto, quest’anno la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ha per tema: Chiesa senza frontiere, madre di tutti.

In effetti, la Chiesa allarga le sue braccia per accogliere tutti i popoli, senza distinzioni e senza confini e per annunciare a tutti che «Dio è amore» (1 Gv 4,8.16). Dopo la sua morte e risurrezione, Gesù ha affidato ai discepoli la missione di essere suoi testimoni e di proclamare il Vangelo della gioia e della misericordia. Nel giorno di Pentecoste, con coraggio ed entusiasmo, essi sono usciti dal Cenacolo; la forza dello Spirito Santo ha prevalso su dubbi e incertezze e ha fatto sì che ciascuno comprendesse il loro annuncio nella propria lingua; così fin dall’inizio la Chiesa è madre dal cuore aperto sul mondo intero, senza frontiere. Quel mandato copre ormai due millenni di storia, ma già dai primi secoli l’annuncio missionario ha messo in luce la maternità universale della Chiesa, sviluppata poi negli scritti dei Padri e ripresa dal Concilio Ecumenico Vaticano II. I Padri conciliari hanno parlato di Ecclesia mater per spiegarne la natura. Essa infatti genera figli e figlie e «li incorpora e li avvolge con il proprio amore e con le proprie cure» (Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 14).

La Chiesa senza frontiere, madre di tutti, diffonde nel mondo la cultura dell’accoglienza e della solidarietà, secondo la quale nessuno va considerato inutile, fuori posto o da scartare. Se vive effettivamente la sua maternità, la comunità cristiana nutre, orienta e indica la strada, accompagna con pazienza, si fa vicina nella preghiera e nelle opere di misericordia.

Oggi tutto questo assume un significato particolare. Infatti, in un’epoca di così vaste migrazioni, un gran numero di persone lascia i luoghi d’origine e intraprende il rischioso viaggio della speranza con un bagaglio pieno di desideri e di paure, alla ricerca di condizioni di vita più umane. Non di rado, però, questi movimenti migratori suscitano diffidenze e ostilità, anche nelle comunità ecclesiali, prima ancora che si conoscano le storie di vita, di persecuzione o di miseria delle persone coinvolte. In tal caso, sospetti e pregiudizi si pongono in conflitto con il comandamento biblico di accogliere con rispetto e solidarietà lo straniero bisognoso.

Da una parte si avverte nel sacrario della coscienza la chiamata a toccare la miseria umana e a mettere in pratica il comandamento dell’amore che Gesù ci ha lasciato quando si è identificato con lo straniero, con chi soffre, con tutte le vittime innocenti di violenze e sfruttamento. Dall’altra, però, a causa della debolezza della nostra natura, «sentiamo la tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 270).

Il coraggio della fede, della speranza e della carità permette di ridurre le distanze che separano dai drammi umani. Gesù Cristo è sempre in attesa di essere riconosciuto nei migranti e nei rifugiati, nei profughi e negli esuli, e anche in questo modo ci chiama a condividere le risorse, talvolta a rinunciare a qualcosa del nostro acquisito benessere. Lo ricordava il Papa Paolo VI, dicendo che «i più favoriti devono rinunciare ad alcuni dei loro diritti per mettere con maggiore liberalità i loro beni al servizio degli altri» (Lett. ap. Octogesima adveniens, 14 maggio 1971, 23).

Del resto, il carattere multiculturale delle società odierne incoraggia la Chiesa ad assumersi nuovi impegni di solidarietà, di comunione e di evangelizzazione. I movimenti migratori, infatti, sollecitano ad approfondire e a rafforzare i valori necessari a garantire la convivenza armonica tra persone e culture. A tal fine non può bastare la semplice tolleranza, che apre la strada al rispetto delle diversità e avvia percorsi di condivisione tra persone di origini e culture differenti. Qui si innesta la vocazione della Chiesa a superare le frontiere e a favorire «il passaggio da un atteggiamento di difesa e di paura, di disinteresse o di emarginazione ... ad un atteggiamento che abbia alla base la ‘cultura dell’incontro’, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno» (Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014).

I movimenti migratori hanno tuttavia assunto tali dimensioni che solo una sistematica e fattiva collaborazione che coinvolga gli Stati e le Organizzazioni internazionali può essere in grado di regolarli efficacemente e di gestirli. In effetti, le migrazioni interpellano tutti, non solo a causa dell’entità del fenomeno, ma anche «per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che sollevano, per le sfide drammatiche che pongono alle comunità nazionali e a quella internazionale» (Benedetto XVI, Lett. Enc. Caritas in veritate, 29 giugno 2009, 62).

Nell’agenda internazionale trovano posto frequenti dibattiti sull’opportunità, sui metodi e sulle normative per affrontare il fenomeno delle migrazioni. Vi sono organismi e istituzioni, a livello internazionale, nazionale e locale, che mettono il loro lavoro e le loro energie al servizio di quanti cercano con l’emigrazione una vita migliore. Nonostante i loro generosi e lodevoli sforzi, è necessaria un’azione più incisiva ed efficace, che si avvalga di una rete universale di collaborazione, fondata sulla tutela della dignità e della centralità di ogni persona umana. In tal modo, sarà più incisiva la lotta contro il vergognoso e criminale traffico di esseri umani, contro la violazione dei diritti fondamentali, contro tutte le forme di violenza, di sopraffazione e di riduzione in schiavitù. Lavorare insieme, però, richiede reciprocità e sinergia, con disponibilità e fiducia, ben sapendo che «nessun Paese può affrontare da solo le difficoltà connesse a questo fenomeno, che è così ampio da interessare ormai tutti i Continenti nel duplice movimento di immigrazione e di emigrazione» (Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014).

Alla globalizzazione del fenomeno migratorio occorre rispondere con la globalizzazione della carità e della cooperazione, in modo da umanizzare le condizioni dei migranti. Nel medesimo tempo, occorre intensificare gli sforzi per creare le condizioni atte a garantire una progressiva diminuzione delle ragioni che spingono interi popoli a lasciare la loro terra natale a motivo di guerre e carestie, spesso l’una causa delle altre.

Alla solidarietà verso i migranti ed i rifugiati occorre unire il coraggio e la creatività necessarie a sviluppare a livello mondiale un ordine economico-finanziario più giusto ed equo insieme ad un accresciuto impegno in favore della pace, condizione indispensabile di ogni autentico progresso.

Cari migranti e rifugiati! Voi avete un posto speciale nel cuore della Chiesa, e la aiutate ad allargare le dimensioni del suo cuore per manifestare la sua maternità verso l’intera famiglia umana. Non perdete la vostra fiducia e la vostra speranza! Pensiamo alla santa Famiglia esule in Egitto: come nel cuore materno della Vergine Maria e in quello premuroso di san Giuseppe si è conservata la fiducia che Dio mai abbandona, così in voi non manchi la medesima fiducia nel Signore. Vi affido alla loro protezione e a tutti imparto di cuore la Benedizione Apostolica".

Sfida emigrazione: non far prevalere l’indifferenza

Città del Vaticano, 23 settembre 2014 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, il Cardinale Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, e l'Arcivescovo Joseph Kalathiparambil, Segretario del medesimo Dicastero, sono intervenuti alla Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2015 (18 gennaio 2015), sul tema: "Chiesa senza frontiere, Madre di tutti".

"Prima di tutto - ha spiegato il Cardinale Vegliò - desidero far notare che il Santo Padre ha voluto promulgare questo Suo Messaggio per il prossimo anno il 3 settembre scorso, data in cui ricorreva il centenario dell’elezione di Papa Benedetto XV". Infatti, sotto il pontificato di questo Papa veniva istituita per la prima volta, una giornata annuale di sensibilizzazione sul fenomeno della migrazione. "La Chiesa, senza frontiere e madre di tutti, nella sua storia più che bimillenaria ha dovuto fronteggiare situazioni sempre nuove e impegnative. Oggi, le migrazioni pongono particolari sfide non solo per le dimensioni che stanno prendendo, ma anche per le diverse problematiche di natura sociale, economica, politica, culturale e religiosa che sollevano".

"Il comandamento biblico di accogliere lo straniero, di aprirgli le porte come se si accogliesse Dio - ha detto il Porporato - entra in conflitto con situazioni di disagio, soprattutto quando alcuni tra i migranti si rendono protagonisti di irregolarità o, addirittura, di delinquenza. (...) In un clima così preoccupante, ci si può chiedere: come risponde la Chiesa?". Sotto questo profilo - ha precisato - il Santo Padre mette in luce tre orientamenti: la rinuncia a se stessi; una più stretta collaborazione tra i diversi organismi ed istituzioni che operano nel campo dell'emigrazione; l'umanizzazione delle condizioni dei migranti e l'impegno nella creazione di condizioni che garantiscano una progressiva diminuzione delle ragioni che spingono interi popoli a lasciare la loro terra natale.

L'Arcivescovo Kalathiparambil si è soffermato sul tema della multiculturalità della società contemporanea, in continua evoluzione, in cui si rende necessario orientare una rinnovata consapevolezza sulle migrazioni forzate che rappresentano una fuga verso la salvezza, attraverso viaggi in condizioni pericolose, che spesso mettono a rischio la vita. Questo però "è l’unico modo per accedere a un Paese in cui si possono trovare protezione e la possibilità di vivere con dignità". Inoltre, le severe norme che regolano i viaggi internazionali, e il mancato possesso di validi documenti di viaggio, rendono i richiedenti asilo "vulnerabili, indifesi, vittime in cerca di protezione e facili prede dei contrabbandieri e di trafficanti".

"Gli Stati sono chiamati a collaborare con spirito di solidarietà internazionale - ha ribadito l'Arcivescovo Kalathiparambil - per rispondere concretamente al riconoscimento del bisogno di protezione, per restituire dignità umana ai rifugiati e curare le cause della mobilità forzata. (...) La Chiesa (...) si adopera affinché siano sempre tutelate la dignità e la centralità della persona umana, valorizzando la solidarietà e il dialogo tra i popoli".

"La sfida oggi - ha concluso il Segretario Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti - è quella di non abituarci ai drammi umani vissuti dalle persone forzatamente dislocate e a non far prevalere l’indifferenza, 'la debolezza della nostra natura umana' a causa della quale spesso 'sentiamo la tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore'".

Tra il 1990 e il 2013 il numero di migranti internazionali è aumentato del 50%, di cui circa il 59% abita nelle regioni sviluppate del globo, mentre le regioni in via di sviluppo ospitano circa il restante 41%. Quanto alle zone di partenza dei migranti internazionali, l’Asia è il primo continente della lista con circa 92.500.000 persone emigrate, seguito dall’Europa con 58.400.000 persone, dall’America Latina e Caraibi, con 36.700.000 persone, e dall’Africa con 31.300.000 persone, l’America del Nord con circa 4.300.000 persone emigrate e l’Oceania con 1.900.000 migranti.

Congregazione per la Dottrina della Fede: Incontro Cardinale Müller e Vescovo Fellay, Superiore Generale Fraternità Sacerdotale San Pio X

Città del Vaticano, 23 settembre 2014 (VIS). La Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto questa mattina che si è svolto questa mattina, dalle 11:00 alle 13:00, in un clima di cordialità, presso la sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’incontro tra il Cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e il Vescovo Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X. All’incontro erano presenti gli Arcivescovi Luis Francisco Ladaria Ferrer, SI, Segretario della medesima Congregazione, Joseph Augustine Di Noia O.P., Segretario Aggiunto e Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, nonché gli assistenti della FSSPX Reverendi Nikolaus Pfluger e Alain-Marc Nély.

Durante l’incontro si sono esaminati alcuni problemi di ordine dottrinale e canonico e si è inteso di procedere per gradi e in tempi ragionevoli verso il superamento delle difficoltà e l’auspicato raggiungimento della piena riconciliazione.

Commissione Teologica Internazionale: conclusione ottavo quinquennio, nomina nuovi membri e nuovo accesso Internet

Città del Vaticano, 23 settembre 2014 (VIS). Quest'anno si conclude l'ottavo quinquennio della Commissione Teologica Internazionale, iniziato con la nomina pontificia dei suoi Membri il 19 giugno 2009.

Come è noto, la Commissione Teologica Internazionale, istituita dal Servo di Dio Paolo VI l’11 aprile 1969, è chiamata ad aiutare la Santa Sede, ed in particolare la Congregazione per la Dottrina della Fede, nell’esame delle questioni dottrinali di maggior importanza ed attualità. La Commissione è composta da teologi di diverse scuole e nazioni, eminenti per scienza e fedeltà al Magistero della Chiesa. I Membri – di numero non superiore a trenta – sono nominati dal Santo Padre “ad quinquennium” su proposta del Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e dopo una consultazione delle Conferenze Episcopali. Nell’arco della sua storia la Commissione ha pubblicato, con l’approvazione del suo Presidente, 27 documenti.

Ai Membri del quinquennio che sta per concludersi va espressa una particolare gratitudine da parte della Santa Sede per il competente e zelante servizio teologico. Nell’attuale quinquennio sono stati pubblicati tre documenti: Teologia oggi. Prospettive, principi e criteri (approvato nel 2011 e pubblicato nel 2012), Dio Trinità, unità degli uomini. Il monoteismo cristiano contro la violenza (approvato nel 2013 e pubblicato nel 2014) e il più recente Sensus fidei nella vita della Chiesa (documento approvato e pubblicato nel corrente anno 2014). In realtà, l’impegno della Commissione è stato più ampio, avendo offerto preziosi contributi anche su altri temi dati ad uso della Congregazione per la Dottrina della Fede, che è il primo impegno della Commissione.

Il 26 luglio 2014, con la nomina da parte del Santo Padre Francesco di trenta nuovi Membri, la Commissione ha iniziato il suo nuovo quinquennio. Esso proseguirà fino all’anno 2019, che sarà anche un tempo giubilare per la Commissione, che l’11 aprile 2019 conterà cinquant'anni della sua esistenza.

In vista della suddetta nomina, nell’arco di un anno è stata svolta un’ampia consultazione delle Conferenze Episcopali in tutto il mondo, nonché dei Sinodi degli Eparchi orientali. Sulla base delle risposte pervenute, il Cardinale Gerhard L. Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha presentato al Santo Padre una preferenza di Candidati. Avendo preso in considerazione le proposte, il Papa ha deciso le nomine di teologi e teologhe della Commissione, rinnovando al contempo P. Serge-Thomas Bonino, O.P. (Francia) come Segretario Generale.

Per quanto riguarda la provenienza di vari Continenti, nella nuova composizione della Commissione, si nota l’aumentato numero di teologi e teologhe extraeuropei, nel seguente ordine: oltre ai 14 rappresentanti dell’Europa (rispetto ai 18 del precedente quinquennio) ci sono 5 dell’America del Sud (precedentemente 3), 4 dell’Asia (precedentemente 4), 3 dell’Africa (precedentemente 2), 3 dell’America del Nord (precedentemente 2) e 1 dell’Australia (precedentemente 1).

Inoltre, è stato notevolmente rafforzato l’apporto delle teologhe. Già nei due precedenti quinquenni, la Commissione vantava la presenza di due pregiate teologhe: la Suor Sara Butler, M.S.B.T. (U.S.A.) e la Professoressa Barbara Hallensleben (Svizzera, nazionalità d’origine Germania). Nell’attuale quinquennio sono state nominate cinque teologhe: due religiose e tre laiche, che in ordine alfabetico sono: Suor Prudence Allen, R.S.M. (U.S.A.), Suor Alenka Arko, della Comunità Loyola (Russia, nazionalità d’origine Slovenia), la Professoressa Moira Mary McQueen (Canada – Gran Bretagna), la Professoressa Tracey Rowland (Australia), la Professoressa Marianne Schlosser (Austria, nazionalità d’origine Germania). Questo notevole aumento della presenza femminile, che costituisce oltre il 16 % nella composizione della Commissione, è un segno di sempre più qualificato impegno delle donne nell’ambito delle scienze teologiche.

Per di più, è stata diversificata maggiormente, rispetto al precedente quinquennio, la provenienza ecclesiale dei Membri secondo i vari stati di vita e carismi religiosi che rappresentano.

La prima riunione dei nuovi Membri è prevista nella Sessione Plenaria, che si svolgerà presso la Congregazione per la Dottrina della Fede dal 1° al 5 dicembre 2014, ovvero ormai tradizionalmente nella prima settimana d’Avvento. In quell’occasione saranno decisi i tre temi ai quali la Commissione vorrà dedicarsi nei prossimi anni.

Come è noto, già alcuni anni fa la Commissione Teologica Internazionale ha rinnovato ed aggiornato la propria pagina internet, consultabile sul Sito Vaticano (www.vatican.va), tra le altre sezioni delle Commissioni collegate alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Nella suddetta pagina sono consultabili tutti i documenti pubblicati da parte della Commissione, presenti solitamente in dieci o più versioni linguistiche. Ora la Commissione giunge ad un ulteriore passo: pur conservando la propria documentazione nel Sito ufficiale della Santa Sede (www.vatican.va), per facilitarne la consultazione viene aperto un nuovo accesso (www.cti.va).

Il nuovo indirizzo, www.cti.va, riprendendo la sigla del nome latino “Commissio Theologica Internationalis”, ha il vantaggio di essere uguale per alcune lingue, come italiano, spagnolo, francese, portoghese, etc. Inoltre nella pagina dedicata alla Commissione si inserisce la possibilità di scegliere da parte degli utenti la lingua, senza dover tornare alla homepage vaticana. La pagina della Commissione, più facile da consultare, vuole essere uno strumento di aiuto, di stimolo e di dialogo attraverso una sempre più perspicace diffusione del proprio patrimonio teologico all’interno della Chiesa e fuori della sua compagine.

La Santa Sede alla LVIII Conferenza Generale A.I.E.A.: disarmo nucleare obiettivo possibile

Città del Vaticano, 23 settembre 2014 (VIS). Ieri, a Vienna (Austria), Monsignor Antoine Camilleri, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati, è intervenuto alla LVIII Conferenza Generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (A.I.E.A.).

"La Santa Sede - ha affermato Monsignor Camilleri - raccomanda e sostiene tutte le attività della A.I.E.A. che contribuiscono all'autentico sviluppo umano e promuovono la pace e la prosperità mondiale". Nell'affermare che la tecnologia nucleare può essere applicata a numerose aree di sviluppo, nell'agricoltura, nella qualità della nutrizione, nella gestione delle scarse risorse acquifere, nell'inquinamento, e così via, il Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati ha affermato: "Si potrebbe conseguire una migliore consapevolezza pubblica ed il riconoscimento di tali contributi potenziando l'uso dei moderni mezzi di comunicazione e con una maggiore cooperazione con la autorità politiche e civili. (...) Riteniamo che le attività sopracitate siano compatibili con il richiamo del Santo Padre Francesco alla fraternità, espresso nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2014".

"In merito alla pace duratura quale bene comune a beneficio di tutta la famiglia umana, desidero ribadire che contrastare la proliferazione delle armi nucleari è di primaria importanza per tutta l'umanità. Tuttavia, il raggiungimento di tale obiettivo non può essere la parola definitiva riguardo alla pace: occorre porre l'accento sul disarmo nucleare mondiale che deve essere obiettivo di tutti gli Stati, in particolare di quelli in possesso di armi nucleari, o che intendono sviluppare e acquisire un arsenale nucleare. Non si tratta di un obiettivo irrealistico. La realtà della pace indubbiamente richiede un cambiamento di direzione da perseguire con decisioni chiare e ferme, e con la volontà di realizzare il disarmo nucleare". Ricordando il primo centenario, quest'anno, dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e il settantacinquesimo della Seconda, che "scatenarono violenze senza precedenti a livello mondiale, milioni di morti, ferite indicibili e enormi devastazioni", Monsignor Camilleri ha affermato che "l'uso delle armi atomiche ebbe gravi conseguenze visibili ancora oggi".

"L'incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi nel marzo 2011 - ha proseguito Monsignor Camilleri - ha richiamato l'attenzione del mondo sulla necessità di garantire il potenziamento e il miglioramento della sicurezza nucleare. Questa è la strada da seguire: fare tutto ciò che è umanamente possibile per prevenire incidenti alle centrali nucleari e ridurre le conseguenze nel caso si verifichino. La Delegazione della Santa Sede intende incoraggiare e sostenere gli sforzi e le innovazioni nella gestione ed eliminazione in sicurezza dei residui radioattivi, in particolare quelli di lunga durata e di alto livello che rappresentano una grande minaccia. (...) Infine, desidero ribadire - ha concluso il Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati - che la Santa Sede attribuisce grande importanza alla riuscita cooperazione dell'A.I.E.A. con altre Organizzazioni delle Nazioni Unite come l'O.M.S e la F.A.O.".

Udienze

Città del Vaticano, 23 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienze separate:

- Ventuno Presuli della Conferenza Episcopale del Ghana, in Visita “ad Limina Apostolorum”:

- L'Arcivescovo Gabriel Charles Palmer-Buckle, di Accra.

- Il Vescovo Francis Anani Kofi Lodonu, di Ho.

- Il Vescovo Gabriel Akwasi Ababio Mante, di Jasikan.

- Il Vescovo Anthony Kwami Adanuty, di Keta-Akatsi.

- Il Vescovo Joseph Kwaku Afrifah-Agyekum, di Koforidua.

- L'Arcivescovo Matthias Kobena Nketsiah, di Cape Coast.

- Il Vescovo John Bonaventure Kwofie, C.S.Sp., di Sekondi-Takoradi.

- Il Vescovo Joseph Francis Kweku Essien, di Wiawso.

- L'Arcivescovo Gabriel Justice Yaw Anokye, di Kumasi ed Amministratore Apostolico di Obuasi, con l' Arcivescovo emerito Peter Kwasi Sarpong e l'Arcivescovo emerito Thomas Kwaku Mensah.

- Il Vescovo Peter Kwaku Atuahene, di Goaso.

- Il Vescovo Joseph Osei-Bonsu, di Konongo-Mampong.

- Il Vescovo Matthew Kwasi Gyamfi, di Sunyani.

- Il Vescovo Dominic Yeboah Nyarko, di Techiman.

- L'Arcivescovo Philip Naameh, di Tamale.

- Il Vescovo Peter Paul Angkyier, di Damongo.

- Il Vescovo Alfred Agyenta, di Navrongo-Bolgatanga.

- Il Vescovo Paul Bemile, di Wa.

- Il Vescovo Vincent Sowah Boi-Nai, S.V.D., di Yendi.

- Il Vescovo Gabriel Edoe Kumordji, S.V.D., Vicario Apostolico di Donkorkrom.

Nel pomeriggio di lunedì 22 settembre il Santo Padre ha ricevuto in udienza:

- Il Cardinale George Pell, Prefetto della Segreteria per l’Economia.

- Il Cardinale Antonio Cañizares Llovera, Arcivescovo di Valencia (Spagna).

Altri atti pontifici

Città del Vaticano, 23 settembre 2014 (VIS). Il Santo Padre ha nominato nuovi Membri della Commissione Teologica Internazionale ed ha rinnovato il mandato di altri del passato quinquennio. Detta Commissione per il quinquennio 2014-2019 risulta composta dai seguenti Membri:

- Padre Serge-Thomas Bonino, O.P., Segretario Generale, Francia.
- Reverendo Terwase Henry Akaabiam, Nigeria.
- Suor Prudence Allen, R.S.M., Stati Uniti d'America.
- Suor Alenka Arko, della Comunità Loyola, Federazione Russa - Slovenia.
- Monsignor Antonio Luiz Catelan Ferreira, Brasile.
- Monsignor Piero Coda, Italia.
- Reverendo Lajos Dolhai, Ungheria.
- Padre Peter Dubovský, S.I., Slovacchia.
- Reverendo Mario Angel Flores Ramos, Messico.
- Reverendo Carlos María Galli, Argentina.
- Reverendo Krzysztof Góźdź, Polonia.
- Reverendo Gaby Alfred Hachem, Libano.
- Padre Thomas Kollamparampil, C.M.I., India.
- Reverendo Koffi Messan Laurent Kpogo, Togo.
- Reverendo Oswaldo Martínez Mendoza, Colombia.
- Professoressa Moira Mary McQueen, Canada - Gran Bretagna.
- Reverendo Karl-Heinz Menke, Germania.
- Reverendo John Junyang Park, Corea.
- Padre Bernard Pottier, S.I., Belgio.
- Reverendo Javier Prades López, Spagna.
- Professoressa Tracey Rowland, Australia.
- Professor Héctor Gustavo Sánchez Rojas, S.C.V., Perú.
- Professoressa Marianne Schlosser, Austria - Germania.
- Reverendo Nicholaus Segeja M'Hela, Tanzania.
- Reverendo Pierangelo Sequeri, Italia.
- Reverendo Željko Tanjić, Croazia.
- Padre Gerard Francisco P. Timoner III, O.P., Filippine.
- Padre Gabino Uribarri Bilbao, S.I., Spagna.
- Reverendo Philippe Vallin, Francia.
- Padre Thomas G. Weinandy, O.F.M.Cap., Stati Uniti d'America.
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